Lisbona, città affascinante e sorprendente
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Nonostante la levataccia siamo tutti carichi e vogliosi di trascorrere quattro giorni spensierati ammirando paesaggi e visitando monumenti e palazzi ricoperti di azulejos, andando alla scoperta delle varie culture che nel corso dei secoli hanno lasciato impronte diverse (fenici, romani, mori, iberici).
Il volo è tranquillissimo, sorvoliamo le Alpi e tra la spessa coltre di nuvole intravediamo le vette più alte e, accolti da un bel sole primaverile, alle 8,30, ora locale, atterriamo.
Recuperati i bagagli, ci dirigiamo verso il banco incaricato dell’emissione della “Lisboa Card”. E’ la carta turistica ufficiale di Lisbona, dà diritto al trasporto su tutti i mezzi pubblici e l’ingresso gratuito o scontato dei principali musei e monumenti da visitare. Costo per tre giorni euro 39,00.
Noi la acquistiamo unitamente alla “Viva Viagen Card”, costo euro 6,50, che ci consentirà di utilizzare tutti i mezzi pubblici per la prima giornata, mentre, da domani valideremo la “Lisboa Card”.
La fila è abbastanza lunga e dopo circa mezz’ora, acquistate le carte, raggiungiamo la fermata della metropolitana, linea “Vermelha”. Dopo dieci fermate scendiamo a “Saldhana” e in pochi minuti raggiungiamo il nostro hotel, prenotato tramite Booking, l”Olissippo Saldanha Hotel”, Av. Praia da Vittoria, 30.
Ottima struttura, quattro stelle, recentemente ristrutturato con camere spaziose, silenziose e pulite. Un’ottima scelta.
Vista l’ora, solo due camere sono pronte. Lasciamo quindi i bagagli in queste camere, prendiamo zaini, cartine e macchine fotografiche e partiamo alla scoperta di Lisbona.
Prima però dobbiamo recuperare un po’ di forze e allora subito una bella colazione. Dietro l’hotel in Av. Duque d’Avile 24 c’è “A Padaria Portuguesa”, una catena di panetterie-bar dove, a una cifra decisamente modesta per i nostri standard, facciamo un’ottima colazione.
Ci dirigiamo poi in Praca Duque de Saldanha, dove decidiamo di evitare la metro per incominciare a “gustare” la città. Saliamo sull’autobus 736, che nei giorni successivi diventerà il nostro fedele compagno!
Il tragitto del 736 ci permette di vedere Praca Marques de Pombal con la Statua dello statista che guidò il Portagallo dal 1750 al 1777, l’elegante Avenida da Liberdade, con lunghi filari di platani, simpatiche fontane e i negozi delle griffe della moda. Scendiamo in Praça dos Restauradores, al centro un obelisco di 30 metri si erge in onore dei portoghesi che nel 1640 insorsero contro la Spagna, riconquistando l’indipendenza. Vicino alla fermata l’imponente facciata Art dèco del teatro Eden.
Passiamo davanti all’entrata in stile manuelino della Stazione del Rossio e raggiungiamo Praça Don Pedro IV, uno dei cuori pulsanti della città. Al centro la statua sembra di Don Pedro, sovrano del Portogallo, anche se per alcuni si tratterebbe di Massimiliano del Messico… mah misteri portoghesi! Noi ci limitiamo ad ammirarla e fotografarla! A nord il Teatro National, mentre alzando gli occhi dall’altra parte della piazza, si possono vedere le rovine della Cattedrale del Carmo, che visiteremo nei prossimi giorni. Stupendo il pavimento della piazza con piastrelle policrome che ricordano il movimento del mare. Passiamo poi in Placa de Figueras e raggiungiamo l’Igreja de Sao Domingo. Mentre la facciata è abbastanza anonima, l’interno è affascinante. La navata è interamente bruciata nel 1959 e rimangono a ricordare l’evento, pilastri scrostati, capitelli scalfiti e tracce di fuoco. La volta è stata invece restaurata.
Ritorniamo verso Praça Don Pedro, passiamo davanti a caratteristici locali di “baccalao” e raggiungiamo Rua Augusta, l’arteria principale della Baixia. Pedonale, al centro i tavolini dei vari bar e ristoranti, ricca di negozi di abbigliamento, artigianato, souvenir, e sempre perennemente brulicante di persone. In fondo a Rua Augusta si erge l’Arco di Rua Augusta che immette in Praça do Commercio. Al centro della piazza la statua equestre di re Josè I e dal lato opposto dell’Arco, il Tejo, il grande fiume che bagna la città. Sull’altra sponda del fiume la statua del Cristo Rei e in lontananza il Ponte XXV Aprile. La piazza è enorme e ricorda Piazza Unità d’Italia di Trieste.
Costeggiamo il fiume dal lato destro della piazza e raggiungiamo la Casa dos Bicos, così chiamata dalla facciata a pietre intagliate a punta di diamante (bicos), ora sede della fondazione Josè Samarago. Lungo Rua dos Bacalhoneiros visitiamo negozi di souvenir ed azulejos e un caratteristico negozio di conserve di tonno, sardine ecc, dove le scatolette campeggiano impilate dietro il vecchio bancone di legno: la Conserveira di Lisbona. Proseguendo verso Ovest in Rua da Alfandega troviamo La chiesa di nostra Senhora da Conçeiçao, ritorniamo in Plaça de Commercio e risaliamo Rua Augusta.
In una traversa sulla sinistra, rua de Santa Justa, l’elevator omonimo. L’ascensore, tutto in ferro, è stato disegnato da un allievo di Eiffel all’inizio del XX secolo e collega la Baixa al Chiado e consente di ammirare dall’alto tutta la città. Dopo una lunga fila, saliamo nelle antiche e caratteristiche cabine di legno e in pochi minuti raggiungiamo il Chiado. Qui, attraverso una scala a chiocciola (a pagamento) si arriva al belvedere, dove si può veramente ammirare gran parte della città: dal castello, alla cattedrale, al fiume Tejo, alla particolare architettura della piazza del Rossio e delle vie adiacenti. Dopo le foto di rito raggiungiamo Praça del Carmo con lo scheletro dell’Igreja do Carmo. Da qui scendiamo verso Rua Garrett, la strada principale per lo shopping nel Chiado e, visto che è ormai pomeriggio avanzato, decidiamo di fermarci in qualche locale per consumare un veloce spuntino. La scelta (…infelice) cade sul Cafè a Brasileira, decantato locale, dove una statua di bronzo del poeta Fernando Pessoa ricorda ai turisti che qui il poeta passava il tempo a leggere e scrivere. Dopo un tempo immemorabile di attesa il cameriere ci informava che gran parte di quanto offriva il menù non era disponibile. Ci accontentiamo di qualche “pessimo” toast o fette di torta e riprendiamo la scoperta della città. Giungiamo in Praça de Camoas, al centro la Statua del Poeta. Qui vediamo passare il mitico tram 28, piccolo e strapieno di gente, simbolo della città, che prenderemo il giorno dopo. Passiamo davanti alla chiesa di Loreto e in largo Rafael Bordalo Pintero ammiriamo una casa con la splendida facciata di azulejos realizzata dall’artista Luis Ferreira das Tabuletas all’inizio del XIX secolo. Le figure a trompe-l’oeil su fondo giallo rappresentano i quattro elementi e le stagioni. Percorriamo rua de Trindade e arriviamo all’Igreja de Sào Roque. All’interno della chiesa, la cappella di san Giovanni Battista è considerata un capolavoro dell’arte europea del XVIII secolo. Fu realizzata a Roma e poi smontata e trasportata a Lisbona su tre navi. Veramente affascinante.
Dalla chiesa raggiungiamo il Belvedere di Sao Pietro de Alcantara da cui si può ammirare una bellissima panoramica della città con la vista che spazia dalla Cattedrale di Sé al Castello di Sao Jorge. Per scendere dal Belvedere utilizziamo l’Ascensor de Gloria, un piccolo trenino giallo o meglio una funicolare che collega il belvedere all’Avenida da Libertade. Tragitto breve ma molto suggestivo con i due veicoli, uno che sale e l’altro che scende, che quasi si sfiorano. Dall’Avenida da Libertade, il fedele autobus 736, ci riporta in hotel. Le camere sono pronte e finalmente possiamo riposarci dopo una giornata faticosa. Scendiamo nella hall verso le 19,30. Durante la giornata avevamo individuato alcuni ristoranti per la cena, segnalati anche da Tripadvisor, ma siamo stanchi e decidiamo, purtroppo, di chiedere consiglio al ragazzo della reception affinché ci indichi un buon ristorante nei pressi dell’hotel. Prenota al Ristorante “O Pavao” in rua Dona Estefania 108. Le indicazioni stradali non sono molto precise e impieghiamo un po’ di tempo per trovare il locale. Era un segno del destino… mah, forse era meglio non trovarlo! Entriamo… in vetrina fanno bella mostra pesci, crostacei e molluschi…, (ci è rimasto il dubbio che fosse di plastica!) ma il locale è praticamente deserto…. Ci accomodiamo, ma il proprietario ci informa che molti piatti, tra cui la “specialità della casa”… il famoso baccalà è ultimato, anzi ne è rimasta solo una porzione, congelata, che si divideranno Valeria e Angelo! Certo, e quando mai ha visto otto persone tutte insieme! Ceniamo, male, con quello che è rimasto, … speriamo nei dolci… no comment! L’unica nota positiva, il vino bianco, probabilmente il migliore di tutto il viaggio! Non ci resta che ritornare in hotel e farci una bella dormita perché domani ci attenderà una giornata molto, molto intensa!
MERCOLEDì 23 APRILE
Dopo un’ottima colazione siamo pronti per affrontare la lunga giornata. Il tempo è buono, tipicamente atlantico con repentini cambiamenti di tempo, dal sole pieno al poco nuvoloso al coperto. Ci vestiamo a cipolla. In alcuni momenti si gira in maniche corte, in altri occorre il giubbino. Il 736 ci porta in “Restauradores”, a piedi raggiungiamo Praca Dom Pedro IV e qui ci concediamo una “bica” nella Pastelaria Suiça, uno dei locali più famosi di Lisbona. Locale molto ampio con una gran varietà di dolci, ma caffè non certo all’altezza della fama. Raggiungiamo Plaza Martin Moniz, dove saliamo sul mitico e strapieno tram 28. Un piccolo gioiello di legno il cui percorso si snoda tra i quartieri più interessanti della città. Raggiungiamo il “Miradouro de Graça” e visitiamo la Chiesa di Nostra Senhora de Graça, fondata nel XII secolo e ricostruita in buona parte nel XVIII secolo. Percorriamo poi stretti e caratteristici vicoli e raggiungiamo la zona del Castello di Sao Jorge. La Lisboa Card ci permette uno sconto del 20% sul prezzo del biglietto d’ingresso. Del castello, eretto in posizione dominante sulla più alta collina della città, restano solo alcune vestigia. E’ possibile salire sulle torri e camminare lungo i bastioni delle mure. Da segnalare la Torre di Ulisses, dove un periscopio, attraverso un gioco di schermi e specchi, permette di ammirare la città a 360°. Il panorama sia dalle torri sia dal belvedere è incantevole, si domina tutta la città: il fiume Tejo, il ponte XXV Aprile, la statua del Cristo. All’interno delle mure una colonia di pavoni, (questi sì bellissimi), ci deliziano con una spettacolare “ruota”.
Usciti dal castello, giriamo per le stradine del quartiere di Santa Cruz. Un dedalo di vicoli lastricati, fiancheggiati da case tipiche con i balconi di ferro battuto, piante rampicanti e panni stesi. Scendendo per le ripide strade raggiungiamo Largo Portas do Sol. Un bel panorama, un chiostro di bibite e panini e nulla più. Poco più avanti, in Largo Santa Luzia, decidiamo che è ora di ristorarsi, prima di completare l’impegnativo programma pomeridiano. Pranziamo nel ristorante Miradouro de Santa Luzia poi proseguendo la discesa di Rua Limoeiro e Rua Augusto Rosa raggiungiamo la Catedral Sé. Eretta nel punto dove un tempo sorgeva la moschea, l’edificio conserva le torri romaniche del XII secolo e lo splendido rosone. L’interno è austero, piuttosto cupo e quasi vuoto a parte la tomba di San Vincenzo, patrono della città. Terminata la visita riprendiamo “al volo” il “28” per avvicinarci alla nostra prossima meta. Il quartiere di Belem. Raggiungiamo la fermata del tram 15 e dopo un lungo tragitto, quasi un’ora, passando sotto l’imponente ponte XXV Aprile, arriviamo nel quartiere. Scendiamo qualche fermata prima della famosa torre, attraversiamo i giardini di Praca Alfonso de Albaqueque e raggiungiamo il monumento alle scoperte, il “Padrao dos Descobrimentos”. Rappresenta una prua di una barca e i grandi personaggi della storia marittima del Portogallo.
Arriviamo alla famosa torre. Fatta costruire da Manuel I tra il 1515 e il 1521 in mezzo al Tejo. Fu il punto di partenza per i navigatori che si avventuravano sulle rotte delle scoperte e divenne poi il simbolo della grandiosa era espansionistica del Portogallo. L’ingresso con la Lisboa Card è gratuito. Mentre l’esterno è ricco di decorazioni, stemmi, torrette moresche, garitte, l’interno è totalmente spoglio. Si arriva in cima attraverso una ripida scala a chiocciola il cui flusso, di salita e discesa, è regolato da un semaforo che ogni tre minuti permette il deflusso dei turisti. Raggiungiamo la vetta non senza qualche giramento di testa e godiamo del magnifico paesaggio favoriti anche da un tempo soleggiato che ci consente anche splendide fotografie.
Dopo una breve passeggiata ritorniamo alla fermata del 15 che dopo una lunga attesa e sole due fermate ci porta davanti al maestoso “Monastero dos Jeronimos”. Il complesso voluto anch’esso da Manuel I sul luogo dove sorgeva la Cappella della Madonna di Betlemme è immenso. Lungo oltre 300 metri comprende la chiesa e il chiostro. Purtroppo le nostre informazioni sull’orario d’ingresso non sono precise e alle 17 il complesso chiude. Riusciamo comunque a entrare nella chiesa, ammirare, all’ingresso, la tomba di Vasco de Gama e di Luis de Camoes e le spettacolari volte sorrette da esili colonne ottagonali. Purtroppo non riusciamo a entrare nel chiostro e nel refettorio. Ci ripromettiamo di riprovarci, tempo permettendo, l’ultimo giorno di permanenza a Lisbona. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Maurizia ed io abbiamo un obiettivo ben preciso, la Antiga Confeiteria de Belen, fondata nel 1837 e regno dei “Pasteis de Belem” deliziosi dolci dal gusto inimitabile. E facciamo centro! Il locale è composto da molte sale tutte rivestite di azulejos bianche e azzurre e dopo una piccola attesa ci accomodiamo al tavolo che un gentile cameriere ci ha preparato. Ordiniamo i “pasteis” che dopo pochi minuti arrivano ancora caldi, da gustare spolverizzandoli con cannella o zucchero a velo. Sono uno spettacolo, una vera delizia per le papille gustative! Non possiamo far altro che ordinarne delle altre! Decisamente ho fatto bene a restare leggero a pranzo! Assolutamente soddisfatto così come tutti gli altri! Riprendiamo nuovamente il tram 15 sino a Plaza del Commercio, una bella passeggiata per Rua Augusta e poi il fidato 736 per ritornare in Hotel.
Ovviamente questa sera il ristorante lo scegliamo noi! La scelta cade sul Ristorante “As Velhas”, in rua da Conceiçao da Gloria, 21. Locale caratteristico, bella atmosfera, cena ottima con l’unico neo della prima bottiglia di vino che sapeva un po’ di tappo e il cameriere ha fatto un po’ il furbo! Ottimo sia il baccalà sia la cataplana di pesce, specialità portoghese.
GIOVEDì 24 APRILE
La nostra meta odierna è Sintra, grazioso paese a circa 50 km da Lisbona e dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1995. Ogni venti minuti dalla stazione Rossio parte il treno (biglietto compreso nella Lisboa Card) che in circa quaranta minuti raggiunge la cittadina. Partiamo da Lisbona con il sole ma Sintra ci accoglie con un violento acquazzone. Il tempo di chiedere qualche informazione, raggiungere la fermata dell’autobus 434 e la pioggia è praticamente cessata. Con l’autobus, percorrendo una stretta e impervia strada di montagna in mezzo ad un bosco, raggiungiamo il “Palacio National da Pena”. Situato sulla cima più alta della Serra di Sintra nel palazzo, si fondono diversi stili architettonici. La costruzione iniziò nel XIX secolo si erge sulle rovine di un vecchio monastero. Tutt’intorno uno splendido parco. L’architettura del palazzo combina diversi stili: dal moresco al gotico, al rinascimentale al barocco. Colpiscono i colori vivaci, dal giallo all’ocra, dal violetto al rosso, le torrette merlate e le torri che ricordano i castelli delle fiabe. Fu Don Fernando II, re del Portogallo e principe di Sassonia a ordinare che il Palacio da Pena, a quel tempo residenza estiva del re, racchiudesse tutti gli stili succedutisi nel corso dei secoli in Portogallo e Germania. Ne derivò quello che ancor oggi si ammira: un grande miscuglio architettonico che lascia stupefatti. Costeggiando le mura, lo sguardo spazia sulla vallata, in lontananza Lisbona e sino all’oceano, su una roccia si erge il castello moresco “Castelo dos Mouros”, costruito nell’ottavo secolo dai mori nel periodo della conquista islamica e di cui ora rimangono solo le mure perimetrali. La visita dell’interno è altrettanto stupefante. Una lunga serie di stanze, accuratamente conservate spazia dal salotto della famiglia reale, in stile vittoriano, alla sala araba, alla stanza da letto di Manuel II con le pareti di un rosso brillante, alla sontuosa sala da ballo con finestre in vetro colorato, alla sala indiana interamente rivestita da rilievi in stucco. Dopo una lunga visita durata oltre un paio d’ore usciamo dal palazzo per raggiungere l’autobus che ci riporterà in paese. Attraversiamo lo splendido parco voluto da Don Ferdinando II, marito della regina Maria II. Il parco è in realtà uno splendido orto botanico (30 ettari) con un’incredibile varietà di piante provenienti da tutto il mondo. Scendiamo lungo comodi sentieri e raggiungiamo la “valle dei laghi”, composta di cinque piccoli laghetti dove vivono alcune coppie di cigni bianchi e neri, superiamo il monumento dedicato a Ferdinando II, passiamo vicino alla “casa delle anatre”, una torretta in mezzo all’ultimo laghetto, e usciamo dal meraviglioso parco.
Riprendiamo l’autobus e scendiamo nel centro di Sintra. Per pranzo entriamo d’instinto al ristorante “Tasca do Xico” situato vicino a un negozio di ceramiche. Scelta vincente, pranzo semplice ma ben cucinato e gentilmente servito da una simpatica cameriera che alla fine ci offre un bicchierino di “Gijia” liquore portoghese a base di ciliegie. Passeggiamo nelle strette viuzze del borgo, acquistiamo alcuni piccoli souvenir, molto belli e a prezzi contenuti e raggiungiamo l’altra meta del nostro percorso “Il Palacio National de Sintra”, situato nel cuore della città vecchia. Caratterizzato da due enormi camini bianchi, anche il Palazzo nazionale è un luogo unico. Ogni sovrano dal XIV secolo in poi ha fatto aggiungere una sua ala ma è stato principalmente Manuel I a lasciare la sua particolare impronta decorativa. Imponente la Sala dei Blasoni ricoperta di azulejos che raffigurano scene di caccia e i blasoni delle principali famiglie nobili portoghesi, o la Sala dei Cigni, un tempo dedicata ai banchetti, con il soffitto, diviso in pannelli ottagonali decorati con i cigni. Il giro del palazzo termina con la visita delle cucine che oltre agli enormi camini conici conserva gli spiedi e gli utensili usati, un tempo, per preparare i banchetti reali. Usciamo veramente soddisfatti. Una piccola cittadina che conserva e valorizza due splendidi monumenti che descrivono e ripercorrono la storia di una lunga e gloriosa monarchia. Alla stazione ci aspetta il treno che ci riporterà a Lisbona. Dopo un piccolo inconveniente con la Lisboa Card per superare i tornelli, ci accomodiamo nella carrozza, in pratica deserta e ritorniamo nella capitale portoghese. Intorno alle 19 siamo in hotel. Briefing per la scelta del ristorante per la cena. Domani in Portogallo sarà festa nazionale e molti locali da noi scelti sono pieni. Finalmente prenotiamo al “Ha Pitèu” in Rua da Atalaia, 70 nel Barrio Alto. Dobbiamo però arrivare prima delle 21 altrimenti la nostra prenotazione scade!
Risaliamo al Barrio Alto con l’elevator de Gloria. Il ristorante è piccolo, carino e molto caratteristico, situato in una tipica via del quartiere, piena di locali. Siamo accorti dalla graziosa proprietaria che ci mette subito a nostro agio. Discreta padronanza della nostra lingua e menù (finalmente) in italiano. Ci consiglia alcune specialità e tutte le nostre scelte dall’antipasto al dolce ci soddisfano. Prezzi nella norma. Ottima scelta. Da consigliare.
Dopo cena passeggiamo per le vie del Barrio, i locali sono pieni di giovani che festeggiano in modo tranquillo. Ritorniamo verso piazza del Commercio, dove è stato montato un palco per il concerto musicale.
Bella atmosfera, tranquilla e suggestiva.
VENERDì 25 APRILE
Il 25 Aprile anche in Portogallo è festa nazionale. Festa della Libertà. Si ricorda la caduta del regime di Salazar nel 1974, esattamente quarant’anni fa. Vorremmo ritornare a Belém per visitare il chiostro e recarci anche al Museo delle Azulejos che però sono in luoghi diametralmente opposti. Optiamo per il museo. Il museo si trova nella periferia est di Lisbona, dopo il porto, a Sao Joao, in rua de Madre de Deus, 4, all’interno degli edifici del Convento della chiesa di Nostra Senhora da Madre de Deus. L’ingresso con Lisboa Card è gratuito. Non esiste un percorso prestabilito, si trovano esposizioni permanenti e altre temporanee. Le stanze si snodano intorno al chiosco del convento su più piani. Ogni stanza illustra su singole piastrelle o pannelli l’evoluzione di quest’arte nel corso dei secoli. Di pregevole fattura il pannello settecentesco lungo più di 40 metri che mostra com’era Lisbona prima del terremoto del 1755. Ogni stanza è una piacevole sorpresa e il percorso termina con la visita della chiesa in stile barocco, riccamente decorata con azulejos e dipinti di pregevole fattura.
La visita è finita, dopo un buon caffè in un locale nelle vicinanze del convento, con l’autobus raggiungiamo la zona di Placa de Commercio, risaliamo parte di rua Augusta poi, rinunciando, per la lunga attesa, sia a riprendere il mitico 28 che l’Elevator di Santa Justa, a piedi raggiungiamo piazza del Carmo, gremita da migliaia di persone che avevano assistito a una manifestazione celebrativa del 25 Aprile. Il nostro obiettivo è l’Igreja do Carmo e il Museo Archeologico. La chiesa, danneggiata dal terremoto del 1755 e dal successivo incendio, è stata in parte ricostruita, parzialmente restaurata e oggi ospita il Museo archeologico. La visita (oggi 25 aprile gratuita) è sorprendente perché le campate delle tre navate sono a cielo aperto perché le difficoltà economiche e tecniche, non hanno permesso la ricostruzione completa dell’edificio lasciando le navate e il transetto senza copertura e le cappelle laterali incomplete. Il museo è destinato a conservare ed esporre importanti oggetti scultorei appartenenti ad antichi edifici andati distrutti e a elementi della chiesa ritrovati tra le macerie dopo il terremoto.
Usciti dalla chiesa, ci facciamo largo tra le numerose persone ancora presenti nella piccola piazza. Andiamo alla ricerca di un buon locale per il pranzo. A ovest della piazza, all’inizio di rua da Condessa, notiamo un piccolo locale, favorevolmente recensito su Tripadvisor, il ristorante Faca e Garbo (coltello e forchetta). L’ideale per il nostro ultimo pranzo lisbonese. Il proprietario ci accoglie con gentilezza e cortesia. Ci accomodiamo nella sala superiore e pranziamo veramente bene.
Dopo pranzo, sempre a piedi, scendiamo verso Plaza Restaurados, risaliamo l’Avenida da Libertade, gremita di persone che festeggiano la festa nazionale, tutti con il garofano rosso, simbolo della ricorrenza. Raggiungiamo l’hotel, sfruttando per l’ultima volta il “mitico” 736, dove sistemiamo le valigie, un po’ di riposo, poi con la metropolitana raggiungiamo l’aeroporto. Qui le informazioni visive non sono molto precise. Per raggiungere il terminal 2 bisogna usufruire di una navetta (mal segnalata!). Sbrighiamo le formalità doganali, alcuni acquisti al free – shop, un bicchierino di porto gentilmente offerto da Roby che domani compirà gli anni e alle ore 20.25 l’aereo della Easy Jet ci riporta, in perfetto orario a Milano Malpensa.
Siamo tutti soddisfatti, la città ci è piaciuta con la sua allegria, le sue contraddizioni, le zone tipiche, quelle povere, la disponibilità e gentilezza degli abitanti. Insomma una bella esperienza.
Che dire poi dell’allegra brigata. Una sola parola: ottima! Pronti per la prossima esperienza!