Linguadoca in Camper
Nel sorseggiare il caffè, che Pina nel frattempo aveva preparato, e parlando delle vacanze estive appena concluse Carla esordisce proferendo che “il viaggio in barca progettato per l’estate, e che non abbiamo più fatto, gli è rimasto qui” portando l’indice all’altezza della gola.
Sì ma siete stati a New York e in Florida, ribatto io, che è pur sempre un bel viaggio.
Carla: vabbè, ma la gita sul canal du Midì mi sarebbe piaciuto farla… ed io un po’ per scherzo, un po’ perché se mi nomini la Francia … parto, tra il serio ed il faceto: qual è il problema … Andiamo lunedì! Siiiii? SI !.
Accendendo il computer alla ricerca di alberghi, voli e quanto altro occorresse per organizzare il viaggio, penso: ma perché non prendiamo un camper? il CAMPER? Sì un camper! Ma non ne sappiamo nulla, dice Franco incuriosito dalla novità del mezzo di trasporto, ma con un barlume furbesco negli occhi che lasciava intendere che l’idea non gli dispiacesse.
I cancelli chiusi di un rent a camper ci vedono arrivare, il giorno seguente, una buona mezzora prima della loro apertura ed il noleggiatore, al suo arrivo, meravigliato di trovarci lì così presto, è ben lieto di offrirci tutte le spiegazioni opportune e mostrarci i campers disponibili.
Firmiamo il contratto di nolo, la consegna è per il sabato sera, la domenica sono chiusi e non consegnano, abbiamo così tutta la domenica per rifornirlo dell’occorrente. Il prezzo trattato è buono, il camper ottimo per quattro persone, ma ne può contenere sette.
Domenica ore venti, accendiamo il motore e via verso una nuova avventura.
Sono le 22,30, quando decidiamo per una sosta caffè in un area di servizio in Toscana. Ci ricordiamo di essere in camper, in più di avere un certo languore, il caffè lo prendiamo dopo che, messomi ai fornelli ho preparato “du pennette ar tonno e pomodoro” che abbiamo divorato in un battibaleno.
Continuiamo il viaggio per altre due ore circa fermandoci per la notte in un autogrill agli inizi della Liguria. La prima notte in camper è passata tra veglie e sonno, i Tir che ti passavano accanto sembravano Shuttle in partenza, mai fermarsi nelle loro vicinanze questo lo abbiamo imparato subito.
Il caffè che Franco, da buon mattiniere, ha preparato ci ha svegliato del tutto, facciamo una buona colazione a base di latte, caffè, yogurt e torta di more, fatta in casa da Carla, e ci rimettiamo in cammino alla volta di Ventimiglia che raggiungiamo verso le ore 11.30.
Passiamo il confine e decidiamo di fermarci alla prima area di servizio attrezzata dopo Nizza: Cambarette sud – autoroute A8, la sosta ci dà l’opportunità di riflettere su come sia passata la prima notte e se il camper possa essere il mezzo per una vacanza ideale anche per chi come noi, ne era sino a poche ore prima del tutto impreparato.
Decidiamo che ci daremo una risposta alla fine del viaggio.
Eccomi di nuovo ai fornelli: “olio, pancetta, ½ bicchiere di vino bianco, scatoletta di pomodori pelati, bucatini e pecorino, rigorosamente romano, hanno fatto sì che intorno al nostro camper ci fosse un via vai di diversi camperisti viciniori che si beavano degli aromi emanati dalla salsa. Dopo circa 250 km ed aver sfiorato Aix en Provence, Salon de Provence arriviamo ad Avignone eletta città della cultura nel 2000, famosa per essere stata per circa settanta anni sede pontificia nonché per un orecchiabile motivetto: Sur le pont d’Avignon on y dance on y dance… Riferendosi al ponte Benezet.
Troviamo velocemente, perché ben segnalato, sistemazione presso il camping Bagattelle, personale gentile ci accoglie, e dopo aver espletato la prassi di rito ci indicano la piazzola di sosta destinataci.
Facciamo uso dei servizi igienici del camping per una doccia, affollatissimi nonostante è fine ottobre. Il centro città è ad un tiro di schioppo dal camping, è stato sufficiente attraversare il ponte Daladier per ritrovarci in place Crillon, place du Palais: dominata dalla lunga facciata del Palazzo dei Papi e dalla cattedrale di Notre Dame des Doms.
Passeggiata in piazza dell’orologio e visita di un negozio per comprare della carne, dei formaggi del posto nonché una buona bottiglia di Chateauneuf du Pape, cittadina nei dintorni di Avignone produttrice dell’omonimo rinomato vino.
Ritorno al camping e preparativi per la cena, questa volta a porte chiuse per non incuriosire nessuno con le fragranze dei miei sughi e ritrovarci ospiti inattesi.
La notte scorre tranquilla donandoci il giusto ristoro.
L’odore del caffè che Franco prepara ci sveglia alle ore 7,30, usiamo nuovamente i servizi del camping lasciando alle nostre signore l’uso del camper. Colazione e uscita per delle brevi ma significative, riprese video dell’area attorno al camping. Avignone, al mattino, tra la bruma autunnale è spettacolare.
Dopo aver passato la mattinata in giro per negozi di souvenir, visitato il palazzo dei Papi ed il ponte Benezet ci trasferiamo al Pont du Gard facendo una breve sosta a Villeneuve-les-Avignon per ammirare la torre che Filippo il Bello fece edificare per meglio controllare il ponte Benezet che in quel tempo collegava le due sponde del Rodano.
Un tempo uggioso ci accoglie al sito Unesco del Pont du Gard, lasciamo il camper nell’ordinato parcheggio e ci dirigiamo verso l’antico acquedotto romano, la vista che si ha dal ponte delle colline circostanti è eccezionale, il Gard o Gardon scorre lento, non c’è il festoso baccano, visto a luglio, ragazzi che si tuffavano dagli scogli, concerti e campeggiatori di molte nazionalità. Pagati i 5 € per il parcheggio, l’ingresso al ponte è gratuito, partiamo destinazione Carcassonne.
Arriviamo che è già notte, il parcheggio camper è proprio sotto le mura della fortezza aggiunta alla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1997. Ingresso nell’area di sosta riservata ai soli camper, 10 € da inserire nella cassa automatica, ampio piazzale recintato da mura, alberato pulito dotato di carico e scarico nonché di corrente elettrica.
Conosciamo una simpaticissima coppia di camperisti francesi con oltre 70 anni di età sulle spalle di cui una quindicina passata in camper, esempio vivente che ha smontato completamente la tesi di Franco (57 anni) che diceva, al mattino ad Avignone, che siamo vecchi per queste avventure.
Ci inoltriamo nella Cité, nonostante la tarda ora, alla ricerca di un ristorante che ci serve la “Cassoulet”, piatto a base di fagioli bianchi e vari pezzi di carne di maiale. Ne troviamo uno ancora aperto proprio nella piazzetta, con i tavoli anche all’aperto e nonostante fa freddo decidiamo, comunque, di sistemarci fuori. Ordiniamo “soupe d’oignons” e la famosa “cassoulet” ed un vino rosé. Ci è servita una zuppa di cipolle, con i suoi 900 gradi Fahrenheit ricordava molto l’impacco di semi di lino di Fantozzi, comunque ottima, arriva la cassoulet non meno fredda della zuppa, ordiniamo un’altra bottiglia di vino, rosso questa volta. Terminato il dessert ci ritroviamo a girovagare in una Carcassonne deserta che il contrasto delle case, lugubri, con il cielo appena rischiarato da una debole luce lunare, sembra di vivere nel medioevo. L’indomani ci alziamo con comodo in quanto il programma giornaliero prevede la visita al castello, il trasferimento verso Rennes le Chateau e tappa di pernottamento a Beziers. Il castello, fatto costruire da Raimond Roger Trencavel, visconte di Albi e Nîmes, nel 1067, insieme alla Basilica di Saint-Nazaire. Caduto in rovina a tal punto che si considerò seriamente la sua demolizione, ma fu recuperato grazie all’opera dell’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc. Le fortificazioni consistono di una doppia cerchia di mura e di 53 torri. La fortezza fu aggiunta alla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1997. Riprendiamo in tarda mattinata, dopo aver eseguito carico e scarico delle acque, ed una pulizia del camper, il nostro viaggio verso Rennes le Chateau. Prendiamo la D118 direzione Limoux. A meta strada ci fermiamo in un piazzale, che costeggia la strada, attrezzato con tavoli, ci sono altri camper, ci prepariamo per il pranzo chi apparecchiando il tavolo sul prato chi ai fornelli. Mangiamo con gusto la nostra matriciana, scaloppine al limone e serie di formaggi comprati a Carcassonne il tutto annaffiato con acqua e aranciata, il vino meglio evitarlo in quanto dobbiamo guidare. Riprendiamo la strada, attraversiamo Limoux e dopo Couiza, prendiamo la D52 che in 10 minuti di strada tortuosa ci porta a Rennes le Chateau. Rennes le Chateau è un paesino di duecento anime, ma ciò che meraviglia è che sino alla nostra partenza ne contiamo di averne viste solo tre: il parroco intervistato da una giornalista; la rivenditrice di souvenir e la ragazza che, oltre alla vendita dei biglietti, sovrintende all’apertura e chiusura della chiesa. Visitiamo la chiesa, a sinistra entrando l’acquasantiera, sorretta da Asmodeo, è sormontata da quattro angeli, le statue di Santa Germana, San Rocco, Sant’Antonio l’Eremita e Sant’Antonio da Padova, bassorilievi della via Crucis ed una musica di sottofondo colmano l’aria di mistero. Partiamo per Beziers che è ormai quasi sera, prendiamo la strada per Narbonne, passando per Fontfroid, che considerata l’ora tarda evitiamo di fermarci per visitare l’Abbazia, ed arriviamo a Beziers dove contiamo di passare la notte. Ci fermiamo alle Ecluses de Fonserannes, sul Canal du Midì ma vista l’oscurità del luogo, seppur ci siano altre due camper, non ci sentiamo sicuri ed optiamo di spostarci al Cap d’Agde dove troviamo un parcheggio vicino la capitaneria di porto. Usciamo per una cena in un vicino ristorante, cena a base di pesce e ostriche. La notte passa tranquilla, la stanchezza del trasferimento e delle visite del giorno prima, si è sentita tutta, al risveglio siamo pronti per l’ultima giornata in Francia. Il programma prevede: prenotazione barca per la prossima vacanza estiva, visita di Nizza e ritorno a casa. Ci trasferiamo ad Agde, presso il porto fluviale dell’Ecluse Ronde visita all’agenzia di noleggio barche ed optiamo, dopo averla visionata, per un “Tarpon duo prestige” cabinato da undici metri per quattro. Comode cabine, una a poppa ed una a prua, in mogano, doppi servizi, uno per cabina con doccia e bagno separati, cucinino con forno, frigo e fornelli, salone con comodo divano circolare e posto di guida interno. Il ponte con posto guida esterno è ampio, a poppa è munito di tavolo con sedie ed ombrellone mentre a prua c’è il posto per distendersi ad abbronzarsi. Il resto della giornata lo trascorriamo in viaggio alla volta di Nizza, sostando per brevi tappe, nelle aree di servizio, per riempire i serbatoi e riposare. Eccoci a Nizza, la prendiamo dall’uscita per l’aeroporto ritrovandoci direttamente sul boulevard des Anglais che percorriamo tutto sino al porto senza trovare un posto per il parcheggio del camper. Decidiamo di lasciare Nizza, poco ospitale per i camperisti, e proseguiamo per Villefranche sur Mer, villaggio pittoresco al centro della Côte d’Azur tra Cannes e Monaco – Monte Carlo. Lasciamo il camper alla Citadelle, fortino difensivo del sedicesimo secolo oggi adibito a sede comunale, che visitiamo, ci inoltriamo per le strette viuzze che ricordano lo stile delle cittadine liguri sia per i colori che per l’architettura delle case. Cena in un ristorante tipico e partenza per Montecarlo dove percorriamo il tragitto delle “formula uno” con il camper e senza fermarci proseguiamo per Ventimiglia. Il vento impetuoso ci ha accompagnato per tutta la traversata della riviera ligure, dopo il cambio alla guida nei pressi di Firenze, arriviamo che è mattino presto a casa. www.Catarvoyageur.It