Liguria, il fascino colpisce all’improvviso
ALASSIO
Stretta tra il mare orizzontale e le sue pendici verticali, la Liguria è sintesi di avversità, vicinanza di opposti ed esaltazione degli estremi. Alassio ne è esempio, sospesa com’è tra chi vive queste stradine quotidianamente, chi le depreda come centro commerciale nei giorni di festa, chi apprezza i suoi angoli più attenti e chi la affronta come avventura da riviera. Lì, in mezzo al guado tra “casa” e “seconda casa” con le prime che spesso sopravvivono grazie alle seconde, si vive il dualismo. Si tratta, per questo, di terra affascinante, soprattutto se si ha la fortuna di apprezzarla quando ancora la stagione non è esplosa e i lettini, per capirci, sono solo sporadico addobbo della spiaggia e non sono direttamente la spiaggia come accade in estate.
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Veniamo, comunque, agli aspetti più pratici. Nulla da dire sulla sistemazione notturna dato che abbiamo avuto la fortuna di contare su una casa direttamente in loco, ma solo al sentire la cifra di oltre 1400 euro a notte spesi da qualcuno nel Grand Hotel ci scappa da sorridere. Sicuramente Alassio è cara, ma si trovano soluzioni più convenienti. Decisamente più approfondita, invece, la disamina sui ristoranti giacché il piatto caldo diventa simpatica carezza in luoghi dove il carrello del pesce si riempie a pochi passi dalla tavola. Citazione di merito va alla pizzeria Golfo Blu lungo il Budello: pizza di qualità, scelta vastissima, condimenti freschi e pasta notevole. Il pizzaiolo, peraltro, è insignito di vari ed eventuali premi internazionali, ma più di ogni riconoscimento vale la prova empirica e il consiglio è di fidarvi. Prezzi abbordabilissimi e il lunedì sera con 20 euro ci si porta a casa pizza (qualsiasi), birra e caffè: en plein. A listino, invece, si è speso 33 euro a coppia per due pizze ben farcite: onesto. Virando sul pesce, invece, vale la pena lasciar perdere ristoranti e gingilli che si affacciano sul mare o di fronte alle luccicherie dello shopping (non me ne vogliano) e concentrarsi maggiormente in un’area meno battuta come Borgo Coscia. E’ lì che trovate l’Osteria Marco Polo-Da Marcello che offre piatti di pesce molto abbondanti e di buona qualità. Qualche anno fa avremmo detto cucina ottima, oggi solo buona, ma forse dipende dalla fortuna nel reperimento della materia prima. Anche qui listino onesto (circa 20 euro a persona per un primo e un secondo con contorno in “comunione dei beni”). Se avete la pazienza di incamminarvi verso Laigueglia, invece, il consiglio è di pranzare a l’Osteria Inferno che, a dispetto del nome e delle rappresentazioni mefistofeliche al muro, è una deliziosa trattoria a gestione familiare dove gli spaghetti alle vongole e alla marinara sono memorabili. Ottima anche la proposta di menù per pranzo a prezzo fisso di 12 euro che, a differenza di molti altri locali, è basata su primo, secondo e bibita con porzioni da listino: con 30 euro in due, insomma, di esce belli cucinati per una pennichella sulla spiaggia. Se, infine, preferite fare da voi potete tranquillamente affidarvi alla Pescheria Bongiovanni in corso Dante Alighieri ad Alassio che con 11 euro ci ha garantito cozze a sufficienza per una marinata, polpettini e code di gambero per un sugo con i controfiocchi. Merita una prova, infine, l’Antica Focacceria nel Budello.
GENOVA
La città che corre nel mare l’abbiamo conosciuta a ritroso. Partenza dal celeberrimo Acquario che merita una visita per ambientazione, divertimento e, perché no, emozione (19 euro l’entrata). Dai delfini ai dugonghi passando per pinguini e la bellissima vasca tattile dove poter accarezzare le razze: il percorso vasche fa tornar bambini. Capitolo parcheggio: non appena arrivate in zona porto antico infilatevi nel primo che trovate che tanto tutto è a portata di pedone. Il traffico, infatti, è veramente copioso e non permette indecisioni mentre all’entrata dei parcheggi a pagamento troverete piccole colonie di africani che in cambio dell’indicazione del primo posto libero (e io azzarderei anche del controllo del veicolo) vi chiederanno un paio di euro (braccialetto in omaggio). Terminato l’acquario è bello fare due passi nel porto antico e chiedersi cosa mai sia il Bigo eretto per il G8 (se vi capita, senza andarci apposta), sbirciare Genova da 40 metri con l’ascensore panoramico (4 euro la salita, 3 con il ticket dell’acquario) e rientrare nel centro storico. Da qui in pochi passi siete alla cattedrale di San Lorenzo (sembra la gemella del Duomo di Firenze, spettacolare), la bellissima piazza De Ferrari, scendere in via 25 Aprile, ammirare lo slargo di piazza Fontane Marose e ritornare da via Matteotti con i suoi palazzi cinquecenteschi chiamati Rolli. Per chiudere il cerchio scendete per il vicolo San Siro e prendete la famigerata via del Campo che, nonostante la celebre citazione, non riserva alcuna sorpresa particolare mantenendo la sua natura un poco border line. D’altronde De Andrè la descrisse come luogo di prostituzione, non di pellegrinaggio turistico. In poco più di un’ora sarete nuovamente al porto antico con un bignami in testa del capoluogo ligure. La bellezza di questa città, tuttavia, si nasconde nel semplice gettare lo sguardo qua e là, nello sbirciare un vicolo dove i muri dei condomini si baciano e chiedersi come sia la vita nei caruggi. Respira la storia di una città che è stata protagonista del mare e che rimane sigillata nell’orgoglio dei genovesi.
ALBENGA
Potrebbe non essere simpatico da dire, ma la visita ad Albenga è evitabile. Il centro storico non presenta nulla di particolare, pur essendo molto vivace. I tratti sono quelli caratteristici delle città che fanno da punto di riferimento per diversi paesini nei dintorni: grandi supermercati, negozi, ampie zone residenziali. Evento di punta, peraltro mal promosso in loco senza lo straccio di una cartina tematica o segnalazioni, è la Festa dei Fiori: sporadiche aiuole affidate alle decorazioni di vari gruppi. Non per campanilismo, ma i giardini di Bolzano del quotidiano battono in larga misura quelli di Albenga in festa. Per gli amanti dello shopping normale e non viziato nei costi come quello di alcune boutique di Alassio, comunque, è consigliabile un salto al centro commerciale “Le Serre” (presenta anche un Ipercoop ben servita).
GROTTE DI TOIRANO
Perché visitare una grotta e infilarsi in un buco di pietra? Ecco, a Toirano c’è la risposta: perché è più emozionante di quello che si possa immaginare. Lo spettacolo di stallatiti e stalagmiti, il pensiero dell’infinito tempo che ci mettono a formarsi rispetto al repentino rischio di fallimento con una semplice “toccata” di mano umana, i disegni della roccia, gli inganni delle forme e il procedere sempre più verso l’interno consci di avere una montagna in testa sono sensazioni che si possono provare solo una volta entrati in questi monumenti naturali. A questo si aggiunge una visita esauriente (circa 70 minuti) e piccole chicche di grande valore storico e di fascino come le orme di uomini primitivi o il cimitero degli orsi con ossa di plantigradi enormi. Vale la pena spenderci mezza giornata senza concentrarsi sulle condizioni meteorologiche perché una volta imboccata l’entrata (a 300 metri dalla biglietteria) la temperatura nelle grotte è costantemente di 16 gradi. Consigliata felpetta per chi si reca a Toirano d’estate, niente indumenti eccessivi, invece, per chi l’affronta in altre stagioni. In abbinata al ticket per le grotte potrete anche visitare il museo etnografico del paese sul quale, forse, è meglio sorvolare. Al di là di qualche aratro e un bel giardino c’è ben poco di considerevole, anche aggiungendo l’euro in più richiesto per la visita delle sale del piano nobile. Assolutamente da vedere, invece, il piccolo paese di Toirano: compendio della Liguria nei suoi vicoli e nella sua architettura particolare, lontano anni luce dagli occhi di bue del turismo di massa.
La Liguria è così, ti colpisce all’improvviso quando meno te lo aspetti: non c’è guida che possa spiegarlo.
Alan Conti
(Foto e link su http://ilcontiintasca.blogspot.it/2012/04/liguria-il-fascino-colpisce.html)