Libia: deserto e storia 2005/2006
Partiamo il 24 dicembre (io sono un’insegnante, ho le vacanze di Natale a disposizione ma, appunto per questo, nei giorni peggiori in cui tutti si muovono), torniamo il 7 gennaio.
Organizziamo il viaggio direttamente con una piccola agenzia viaggi di Tripoli. In Libia infatti non è possibile andare con un viaggio ‘fai da te’, cioè partire con il solo volo prenotato e organizzare là giorno per giorno: il governo libico pretende che ci sia un accompagnatore ad affiancare i turisti per tutto il viaggio. Questo può spaventare chi non è abituato ad avere tutto pianificato, e all’inizio ci ha reso titubanti sul partire o no, ma non lasciatevi scoraggiare, la Libia è bellissima e la gente deliziosa.
Contattiamo quindi direttamente un’agenzia (mi forniscono il numero i miei genitori che sono stati lì in camper pochi mesi prima) e dopo mille difficoltà e nel comunicare (causa linee telefoniche), riusciamo a stabilire un programma, seguito esattamente nel nostro splendido viaggio, che ora vi racconto, prima però vi do qualche consiglio rapido, se non avete la pazienza o il tempo di leggere tutto il nostro percorso: Pericoli e salute : in Libia non ci sono pericoli. E’ un paese tranquillo, dove noi siamo stati accolti a braccia aperte (non c’è odio per gli italiani), da gente gentile e rispettosa. Ovviamente noi donne vestivamo in modo decoroso (jeans e maglietta), ma non abbiamo mai avvertito ostilità o intolleranza. Le donne hanno il capo coperto ma non sono mai coperte integralmente, e non ci sono particolari avvertenze da tenere conto. Nel deserto non abbiamo visto serpenti o scorpioni, anche perché era inverno e loro sono in letargo. Sono presenti i topini del deserto, e uno mi ha ‘accarezzato’ un piede, ma non mordono e non sono pericolosi. Noi non abbiamo fatto particolari vaccinazioni Cibo: noi siamo ingrassati! La shorba è la loro zuppa con cui iniziano ogni pasto, si mangia carne pesce (a Tripoli vi consigliamo i ristorantini al mercato del pesce) e verdura e nessuno di noi ha avuto contrattempi gastro-intestinali, sebbene nel deserto mangiassimo verdure lavate in meno di un dito d’acqua.
Acquisti: A Tripoli c’è un bel souk ma noi non abbiamo avuto tempo per comprare nulla. Gli articoli più o meno sono quelli che si trovano a Tunisi o in Marocco. Lato positivo: i commercianti non ti stressano per comprare! Alloggi: non c’è una gran numero di alberghi. Probabilmente ci sono i 5 stelle di lusso che noi non ci potevamo permettere e quindi di volta in volta bisogna accontentarsi di quello che c’è. Nel deserto non c’è problema se lo fate in tenda. Esistono campeggi anche abbastanza organizzati, ma io consiglio l’esperienza fra le dune: unico neo: non ci si lava, ma per una settimana si può resistere! Ecco il viaggio Giorno 1: Arriviamo a Tripoli a mezzanotte, all’aeroporto ci vengono a prendere il nostro futuro accompagnatore con il padrone dell’agenzia e, ovviamente, ci accompagnano in un alberghetto in centro a Tripoli. L’albergo è squalliduccio, ma noi abbiamo il nostro sacco a pelo e non ci fa paura niente. Ci diamo appuntamento il giorno seguente Giorno 2: Partenza per Ghadames: lungo la strada ci fermiamo a visitare il Qasr-al aji, una sorta di vecchio granaio disusato, e Nalut, anche questo un antico magazzino dove si conservavano le granaglie. Entrambe le mete meritano una sosta, anche perché la strada da percorrere è abbastanza lunga. La temperatura è piacevole, ci vuole il giubbotto ma il sole scalda l’aria e sembra di essere già in primavera. Arriviamo a Ghadames sulle 18,00, percorrendo una strada desertica e contornata da palme. L’arrivo al tramonto è d’atmosfera, soprattutto per noi, infatti oggi è Natale! Pernottiamo in un bell’albergo (siamo più o meno a livello dei nostri 2 stelle), pulito e confortevole, e il nostro cenone è a base di shorba (zuppa) e carne. Non potevamo sperare in nulla di meglio! Giorno 3: Visita di Ghadames: Ghadames è un’antica città oggi disabitata e protetta dall’Unesco.
Si sintetizza in un dedalo di bianche viuzze coperte, dalle quali si ammirano il cielo azzurro e le palme da cui è circondata. Merita veramente una visita, anche perché i turisti che si incontrano sono pochi e la si può gustare appieno. Mangiamo in una bellissima casa berbera e con calma torniamo all’albergo. Nel tardo pomeriggio facciamo un giro nella città nuova, ci gustiamo un tè con le mandorle e ceniamo.
Giorno 4: ritorno a Tripoli/aereo per Sebha/ pernottamento in camping: oggi è un giorno di solo trasferimento. Torniamo a Tripoli dove abbiamo un volo interno per Sebha (i voli interni costano poco poco, circa 50 euro, ma preparatevi a un vecchio Tupolev sovietico!), arriviamo a Sebha dove una macchina ci accompagna ad un campeggio che dista un centinaio di chilometri: insomma, arriviamo a destinazione a mezzanotte passata. Il bungalow però è molto carino, fa freddo (4 o 5 gradi) e noi cerchiamo di riposare.
Giorno 5: laghi di Oubari/ campeggio nelle dune desertiche: sulle 8 di mattina partiamo: siamo noi tre, Abdul (la nostra guida, di una simpatia unica è praticamente un compagno di viaggio per noi) e 2 jeep (le agenzie non mandano jeep singole nel deserto per sicurezza, in più una jeep è carica con le tende e le vettovaglie, staremo infatti diversi giorni nel deserto) con due tuareg: Mejdi e Mohammed (per noi diventeranno altri due compagni di viaggio) La prima tappa della giornata sono i laghi di Oubari, una serie di laghetti che arrivano improvvisamente in mezzo al deserto arancione. Belli! Dopo mangiato (da qui in poi i nostri pranzi saranno dei pic-nic allestiti dove ci capita con verdure praticamente non lavate e scatolette) ripartiamo in vista di Ghat, dove però arriveremo solo domani.
Sulle 17.30 ci fermiamo vicino a delle dune meravigliose per allestire il nostro campeggio, come faremo ogni sera nel deserto: piantiamo le nostre tende, facciamo un fuocherello e ci godiamo il tramonto dalle dune rosse che ci circondano. L’Italia è più lontana che mai! Giorno 6: Arrivo a Ghat: dopo aver percorso panorami mozzafiato arriviamo a Ghat, dove trascorreremo un paio di giorni perché ci sono tre giorni di festival dei Tuareg, che raduna i Tuareg libici, algerini,del niger e del ciad.
A Ghat ci sistemiamo in un piccolo campeggio, dove almeno riusciamo a farci una doccia, e poi andiamo nella piazza a vedere l’inaugurazione del Festival.
Ci sono tanti turisti ma anche e soprattutto molti tuareg. Lo spettacolo serale non è niente di speciale, ma il loro entusiasmo testimonia invece l’importanza che per loro ha questo festival.
Andiamo a dormire stremati Giorno 7: Visita di Ghat: Ghat è bella come Ghadames. E’ più piccola ma la città vecchia è stupenda, e oggi ancor di più dato che è piena di tuareg (uomini e donne) vestiti con abiti tipici e in festa, che sono contenti e fieri di farsi vedere e fotografare.
Fuori dalla città vecchia si radunano anche cammelli con cavalieri che si allenano per la corsa del giorno successivo.
Giorno 8: Ghat/ partenza Akakous pernottamento wadi wan killal Mattinata ancora a Ghat dove vediamo la gara dei cammelli Pomeriggio partiamo per l’Akakous, un deserto di rocce e sabbia dove passiamo il nostro 31 dicembre accanto al fuoco cantando Romagna mia ai nostri amici tuareg che invece ci cantano Tenerè, la loro canzone. Buon anno! Giorno 9: Akakous Wadi Wan Millal Anche oggi attraversiamo l’Akakous, vediamo pitture rupestri antichissime (la nostra guida insiste sul fatto che hanno 15.000 anni, noi ne dubitiamo ma 8.000 non glieli toglie nessuno) e panorami incredibili. Il posto che scegliamo per campeggiare è il Wadi Wan Millal, forse il posto più bello dove abbiamo dormito, dalle cime delle cui dune vediamo un tramonto indescrivibile Giorno 10: Akakous Wancasa dunes Altro giorno nel deserto fra pitture rupestri, archi naturali, nomadi del deserto e dune.
Giorno 11: Edhan Murzuk Arriviamo al vero Sahara, l’Edhan Murzuk, se il deserto che abbiamo visto fino ad adesso ci sembrava fantastico, non abbiamo parole per descrivere quello che vediamo: ce l’avevano detto le nostre guide! Trascorriamo la notte come al solito nei pressi di una duna attorno al fuoco, mangiando il pane del deserto cotto sotto la sabbia.
Giorno 12: dal Murzuk a Wadi Metkhandush Oggi la nostra meta è il wadi, cioè un fiume secco, in cui vi sono graffiti che testimoniano la vita di 10.000 anni fa. Elefanti e coccodrilli erano di casa, insieme a gazzelle e giraffe. Il wadi è una meta fissa del viaggio in Libia, per cui si incontrano molti turisti, e noi rimpiangiamo un po’ la solitudine del deserto, dove torniamo a dormire con le nostre tendine.
Giorno 13: da Sebha a Tripoli Usciamo dal deserto per tornare a Sebha e poi con un volo interno (sempre il solito Tupolev) ritorniamo a Tripoli. Dormiamo nel ‘meraviglioso’ albergo della prima sera, ma almeno ci facciamo una doccia dopo una settimana di salviette! Giorno 14: Leptis Magna La fine del viaggio si avvicina: Leptis Magna è una città romana conservata splendidamente e in più sul mare, sembra una piccola Roma. E’ molto bella ma noi abbiamo già nostalgia del deserto.
Visitiamo anche una villa romana Villa Sileen, con mosaici che fanno invidia ai nostri (siamo di Ravenna).
Giorno 15: Tripoli e partenza Visita di Tripoli: il museo (merita), il souk, le moschee, purtroppo abbiamo poco tempo ma anche Tripoli è affascinante e interessante.
Partiamo verso il grigio dell’inverno italiano, ma questo viaggio ci ha dato le energie per affrontarlo con una nuova carica.