Lefkada: sapori semplici per forti emozioni

Grecia, Isola di Lefkada, 14-28 agosto 2004 14 agosto, giorno di partenza Sveglia all'alba per il rush finale dei preparativi: giù i sedili della macchina, valigie e cane scaraventati dentro (in ordine sparso), chiudi il gas, spegni le luci, togli la sveglia dalla radio sennò i vicini ti rintracciano pure in Amazzonia tramite satellite...
Scritto da: Diego Semino
lefkada: sapori semplici per forti emozioni
Partenza il: 14/08/2004
Ritorno il: 28/08/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Grecia, Isola di Lefkada, 14-28 agosto 2004 14 agosto, giorno di partenza Sveglia all’alba per il rush finale dei preparativi: giù i sedili della macchina, valigie e cane scaraventati dentro (in ordine sparso), chiudi il gas, spegni le luci, togli la sveglia dalla radio sennò i vicini ti rintracciano pure in Amazzonia tramite satellite per dirti di “tornare a spegnerla immediatamente che si accende alle 5 di mattina al volume che hai lasciato la sera prima per far baldoria in vista della partenza”, e arrivederci casa dolce casa.

A giudicare dal bellissimo quanto improbabile discorsetto di Diego dal tema “voglio partire entro le 8!!!”, mi aspettavo uno scatto iniziale da far schiumare la bocca a Schumi, MA: partenza alle 9.30 e grosse risate mie. Accendo il mio gps (apro il librone giallo con le strade e autostrade d’Italia) e filiamo tranquilli e lisci come l’olio fino ad Ancona. Il pezzo più impressionante è all’uscita dalla galleria che passa proprio in mezzo al Gran Sasso. Te lo ritrovi là fuori in tutta la sua altezza e ti passa per la testa un solo poco poetico pensiero: “speriamo non cada proprio adesso”.

Andando contro ogni legge delle probabilità, Ancona si rivela piena zeppa di indicazioni stradali che ci aiutano ad entrare in porto senza nessuna difficoltà. Ci mettiamo in coda ad una fila già lunga per l’imbarco della macchina, ma manca un’ora e mezza perciò andiamo al check in per il cambio vaucher-biglietti della nave e facciamo fare un giretto bisognifero alla Lea nella speranza che sia produttivo. Macché… se la tiene buona per battezzare il ponte, la bastardina.

Alle 16.00 ci imbarchiamo e quasi quasi sfascio la faccia… ops… ridisegno i tratti facciali ad un carissimo signore greco che mi scaraventa fuori dalla macchina e ci voleva perfettamente parcheggiati, col cane e i sacchi a pelo in mano e fuori dalle balle nel giro di 20 secondi scarsi. Il tutto senza proferire parola, solo urla incomprensibilmente greche.

Grande soddisfazione mia e di Lea quando Diego gli lancia una “benedizione” molto italiano! Troviamo un posticino niente male sul ponte, che sarà la nostra camera da letto a cielo aperto per la prossima notte, e scopriamo che i nostri “vicini di camera” hanno montato una tendina igloo per stare più riparati. Idea da copiare per un prossimo viaggio sul ponte di una nave.

Ora sono le 21.30, abbiamo cenato con panini, biscotti e succo di frutta… e siamo al vento da 7 ore!! Beh, infiliamoci nei sacchi a pelo e aspettiamo di arrivare… tra altre 11!! Tutte al vento.

15 agosto, Ferragosto 2° giorno Ci svegliamo alle prime luci dell’alba senza aver dormito mai più di due ore di fila. Il vento si era un po’ calmato verso le 23 per un paio d’ore, ma dopo è ripreso peggio di prima. La cosa carina è che Lea ha dormito dentro al mio sacco a pelo, perfettamente a suo agio. La giornata inizia alla grande: ho gli occhi infuocati dal vento, perdo una lente a contatto (ho il cambio in macchina, ovviamente, dove non serve a nessuno), sono di pessimo umore e vedo il mondo sotto due diversi punti di vista: uno a fuoco, l’altro no. Diego cerca di farmi rilassare, ma alla fine il suo umore fa a cazzotti col mio. Per fortuna non dura molto perché siamo quasi arrivati. Approdiamo al porto di Igoumenitsa con puntualità svizzera alle 8.30, dopo aver fatto una sauna nella stiva macchine: ci hanno fatto scendere alle auto prima del previsto nell’ansia di farci sbarcare in fretta e furia e proseguire verso Patrasso.

Da Igoumenitsa a Preveza c’è un’unica strada, tutta dritta e con poco intorno: qualche sterpo rinsecchito, un po’ di terriccio franato e un sacco di edicole: delle specie di “casette” su colonnine, di varie forme e materiali, costruite ai lati della strada, con uno sportelletto contenente un lumino a olio e l’icona della Madonna, un panno per ripulirlo e fiammiferi. In alcuni abbiamo trovato anche offertine simboliche in denaro. Credo sia una specie di offerta da parte di chi si trova in viaggio per la strada, un portafortuna.

Pare che i greci abbiano tutti o quasi la macchina modificata, abbastanza tamarra, non esistono limiti di velocità né distanza di sicurezza, ma se ti bevi una birra piccola e ti metti in macchina ti fai una notte dietro le sbarre! Dopo Preveza per arrivare all’Isola percorriamo un tunnel subacqueo, che però è in cemento e non si vede fuori (peccato), e dopo un po’ di terraferma ancora un ponte mobile che collega all’Isola e siamo finalmente su Lefkada!! Incontriamo subito la capitale, che si chiama uguale all’Isola, e giriamo come tordi alla ricerca della direzione giusta per Nidri, passando più e più volte sotto il naso di alcuni poliziotti che sembrano più messicani che greci per quanto stanno rilassati.

Alla fine imbrocchiamo la strada giusta e ci dirigiamo verso Nidri e poi verso Poros. Arrivati al nostro campeggio, il Poros Beach, troviamo che a) la stanza non è pronta, dobbiamo attendere 2 ore b) c’è una magnifica terrazza con vista sulla baia. Ci sediamo ad uno dei tavolini ad ammirare tanto splendore e ci vengono offerti due caffè greci: caffè solubile zuccherato shakerato con ghiaccio e con aggiunta di una goccia di panna o latte. Il mare è magnifico, passa dal celeste della riva al turchese quasi verde, all’azzurro e poi blu intenso al largo, come strisce di cartoncino tono su tono accostate vicine. La spiaggia è di ciottoli che fanno male ai piedi, ma assicura una certa pulizia. In acqua ci sono alcuni yacht veramente belli che mi ricordano un po’ quelli delle calette delle 5 Terre in Liguria ed i suoi ricchi visitatori.

Prendiamo finalmente possesso del bungalow, disfiamo i bagagli in fretta e furia, doccia e una sanissima ora di sonno! Quando rinveniamo ce ne andiamo in spiaggia per il primo bagno: è davvero incantevole! Non c’è neanche tanta gente, e siamo a ferragosto. L’acqua è calda e pulita e dopo due passi sei già nell’acqua alta. Per cena torniamo al ristorante della terrazza e lo battezziamo con souvlaki (spiedini di carne di maiale e spezie cucinati sulla griglia), patatine fritte (che sono grandi e deliziose) e tzatziki (una crema a base di yogurt, cetrioli, aglio e aneto, che qui usano come antipasto da spalmare sul pane). Una cena fantastica e molto greca! 16 agosto, 3° giorno Mattinata alla spiaggetta del campeggio a rosolarsi al sole e godersi l’acqua cristallina, e nel pomeriggio gita a Sivota. Si trova ad appena 10 km da Poros, ed è un piccolissimo paese di pescatori (così perlomeno dicono… Io ho visto solo commercianti, ristoratori e gatti), con un porticciolo ed una bella passeggiata sul lungomare. Un posto molto carino e rilassante, dove sedersi in uno dei tanti bar sul lungomare, davanti ad un caffè greco ad osservare le lussuose barche ormeggiate e far passare il tempo. Cena in una delle innumerevoli “taverna” (sono simili alle nostre “trattorie”, abbastanza economici ed accoglienti, e ce ne sono a decine) situata sulla strada del ritorno al campeggio. Molto bella perché ha una terrazza con vista proprio sulla baia di Sivota e, mentre calavano le luci del giorno e si accendevano quelle delle barche e del porticciolo riflettendosi nell’acqua, diventava un gioiellino. Abbiamo cenato con insalata greca (fatta mescolando cipolla rossa, pomodori, cetrioli, olive nere, olio e origano, e con una fetta intera di formaggio feta – di capra – in mezzo) e melone (in Grecia servono quello bianco).

La frutta su Lefkada non è molto varia, ma è di dimensioni maggiori della nostra ed è molto dolce.

17 agosto, 4° giorno Giornata di gite pazze! Dalla spiaggetta di Rouda Beach, sul lato sinistro del campeggio, verso Aftely Bay che è una spiaggetta meravigliosa situata alla fine di una infinita discesa a budello. La sola nota negativa è che ci sono quattro macchine parcheggiate… tutte e quattro targate Roma!!! Fuggiamo via alla chetichella mentre gli ignari concittadini si godono il sole. Direzione: Agiofili, altra baia splendida, e poi Vassiliki, attraverso il paesino interno di Kundarena. Vassiliki è famosa su Lefkada perché mèta dei surfisti; la sua spiaggia è carina, ma un po’ troppo “commerciale” per i nostri gusti, con ombrelloni e sdraio in affitto, negozi e baretti dappertutto. Da lontano fa molto “Rimini-Riccione”, per cui procediamo. Attraversiamo i paesi interni di Pondi, Agios Petros, Dragano, Athani e giungiamo a Gialos, che è la spiaggia più bella, lunga e selvatica che io abbia mai visto. E’ di ciottoli chiari all’interno e rocce via via più grandi quanto più ci si avvicina all’acqua. Il mare è limpido, sempre con quel gioco di tonalità spettacolare, e leggermente increspato dal vento. Sulla spiaggia gruppi di ragazzi che a quanto pare ne hanno fatto residenza estiva con le loro tende, e coppiette isolate sparse qua e là. L’unico accenno di “civiltà” è un chiosco di legno coi tavolini all’esterno che serve caffè greco e souvlaki tutto il giorno.

Qui Lea ha fatto un mezzo incontro col mare bagnandosi solo le zampe e fuggendo via subito dopo. Dopo Gialos ci avviamo verso Porto Katziki che fa da soggetto all’85% delle cartoline di quest’isola. Peccato che non abbiamo potuto verificare la bellezza di questa spiaggia che si raggiunge scendendo i suoi famosi 100 scalini, ma il parcheggio era intasato e la strada che scendeva era bloccata in entrambe le direzioni. In questa occasione i greci si sono dimostrati molto efficienti ed organizzati e ci hanno tirati fuori dal quel casino anche abbastanza in fretta.

Dopo una sterrata non indicata nella nostra mappa dell’Isola, arriviamo ad un’altra mèta magnifica: Capo Lefkatas, dove la leggenda vuole che la poetessa Saffo si suicidò per amore di una donna gettandosi dall’alto degli scogli. E l’ha fatto proprio bello il volo!! E’ un posto meraviglioso, selvatico, con la roccia che entra dritta nel mare. C’è solo un faro e la sterrata. Qui abbiamo iniziato a patire il caldo atroce e la stanchezza della strada percorsa, per cui sosta fotografica doverosa e ritorno al campeggio.

Abbiamo cenato in uno dei tanti locali sul lungomare di Poros Beach con l’immancabile tzatziki, moussaka (un pasticcio di melanzane, ragù e patate, il tutto a strati come la nostra lasagna e ricoperto di formaggio fuso), insalata greca e annaffiando il tutto con Heineken. Sull’isola ci sono solo due marche di birra: Heineken e Mytos. Entrambe hanno un costo spropositato!! Una Heineken in lattina da 33 cl costa 1,10 euro. Però l’è bona! 18 agosto, 5° giorno Stamattina abbiamo portato anche Lea alla spiaggetta del campeggio, e lungo il percorso ha pensato bene di rimorchiarsi un cagnaccio nero con una bandana al collo così sporca che non si capiva se era nato con c’era nato o se la portava da tutta la sua canina vita. Dovrò dare qualche lezione alla mia cucciola sul tema “le gioie dell’avere vicino un maschio pulito”. Purtroppo appena Lea è entrata in acqua si è alzato un signore greco dalla sua sdraia greca ed ha iniziato ad inveire in greco contro Diego facendogli capire che il cane in acqua non era desiderato. Dovremo cercare un altro posticino dove far sguazzare la piccola.

Abbiamo pranzato sul terrazzino del bungalow attrezzando un bel paio di insalate greche, e nel pomeriggio siamo tornati in spiaggia a rosolarci.

19 agosto, 6° giorno Abbiamo trovato la spiaggetta perfetta!!! Si trova dal lato opposto alla spiaggia del campeggio ed è isolata. Lea faceva la ritrosa, ma quando siamo entrati in acqua sia io che Diego ci ha seguiti e si è fatta la sua prima nuotata decente. Sembrava una lontra con quella pelliccia bagnata che le galleggiava intorno, e il musino tutto teso e concentrato nel nuoto che spuntava fuori dall’acqua. Bellissima! Dopo un po’ è arrivata una barca di snobboni e due ragazze (simpatiche) sono venute a riva in gommone col loro cane, snobbone pure lui! In tutto il tempo che lei faceva la pulce ammaestrata intorno a lui, non l’ha mai calcolata. Poi sono arrivati un ragazzo, che avevamo conosciuto il pomeriggio precedente con sua moglie e la loro bambina, e il suo immenso cane: Moustique. Un enorme pastore tedesco bellissimo e buono. Lea cercava di farsi notare da lui mentre lui non la vedeva nemmeno e continuava a giocare con noi a farsi lanciare i sassi in acqua. E’ stato un pomeriggio molto bello, coi tre quadrupedi che sguazzavano felici e noi cinque che si chiacchierava in quel posto incantato mentre la luce del pomeriggio si faceva dorata. Ah, il tipo col cagnone e la sua famiglia sono di Torino.

Io e Diego abbiamo cenato in un localino sul lungomare che è praticamente un bar a cielo aperto. C’è un bancone coperto e dei tavolini posti sotto a dei giganteschi ombrelloni di paglia, molto molto carino. Abbiamo preso due omelettes (la classica frittata monnezza: ci si mette tutto quello che t’è avanzato dal pranzo) e Heineken. Il prezzo non era esattamente contenuto: 13 euro per due frittate… insomma… però il clima e la musica erano gradevolissimi! 20 agosto, 7° giorno Attrezzati di ombrellone e borsa termica piena di bottiglie d’acqua e pesche giganti per pranzo, siamo andati a passare tutta la giornata alla spiaggetta incantata. E’ fantastico perché fino alle due siamo stati riparati sotto ad una gradevolissima ombra offerta dalle rocce sovrastanti, per poi rosolarci al sole come due souvlaki e goderci la luce del pomeriggio. Lea si è scatenata tra nuotate e gite sul materassino (trasportato da me). Per vendetta ogni tanto rigiravo il materassino e lei si faceva un bel tuffo; nuotava verso riva e si ricominciava daccapo! L’acqua è splendida: c’è una zona dove sotto c’è sabbia bianca anziché sassi e pare una piscina perché è chiara anche sopra. Che meraviglia di posto… E la cosa più bella è che NON C’è NESSUN ALTRO!! Almeno per il momento… Più tardi è stato troppo spassoso veder arrivare una coppia di greci (lui&lei) che litigavano mentre arrivavano, litigavano mentre lei si stendeva al sole e lui preparava la canna da pesca, litigavano mentre lei leggeva e lui pescava, litigavano andando via… litigavano sempre!! Ma che bel caratterino questi greci!!! Viva l’amore, viva la Grecia!!!! 21 agosto, 8° giorno Giornata di bucato, perché come si suol dire… siamo rimasti in mutande! A mezzogiorno siamo andati a Nidri (una cittadina sul mare con una strada principale uguale uguale a Lavinio: strapiena di negozi per turisti da un lato e dall’altro, ma tutti con la stessa identica roba fuori e dentro) per una passeggiata ed un tentativo di shopping, ma eravamo così pigri che alla fine è stato… Gyros Pita!!! Madonna che buona: la pita ha la forma della piadina, ma è soffice e leggermente fritta. Dentro c’è tzatziki, pomodori, patatine e ovviamente carne gyros ovvero maiale o agnello. Ci è piaciuto così tanto che la sera abbiamo fatto il bis con il take away e ce lo siamo sparato in bungalow. A Nidri siamo stati attirati da un cartello misterioso: Waterfalls. Cascate. Mah! Andiamo a vedere… Ecco, le cascate… erano cascate, nel senso che dovunque fossero finite nella loro caduta, erano scomparse. Dopo un percorso di tipo alpinistico, che ci voleva quasi una cordata), siamo arrivati a queste cosiddette cascate: un rigagnolo d’acqua scarso scarso e una pozzetta di acqua stagna sotto con tanto di raganelle. Ma la cosa peggiore era che c’era chi ci si faceva il bagno!! Comunque il percorso è stato divertente e anche quasi avventuroso. Take away di Gyros a Nidri e via al bungalow più veloci della luce.

22 agosto, 9° giorno Mattinata alla spiaggia del campeggio in tutta tranquillità. Pur essendo bella, non lo è quanto la spiaggetta incantata, ma è pittoresca perché si ascoltano le chiacchiere (al 95% italiane purtroppo) in napoletano, romano, toscano, piemontese, emiliano etc etc. Una vera culla della civiltà italiana. Anche greca: solo che delle chiacchiere greche non si capisce un omega… Pranzo in bungalow e poi via a fare benzina (qui costa stranamente poco) e una piccola spesa in uno dei tantissimi Market a gestione famigliare che si trovano lungo le strade. Una indicazione: se volete, potete organizzare una vacanza su Lefkada anche senza prenotare la stanza. Non c’è un solo proprietario di Market o di ristorante che non abbia delle camere da affittare. Comunque per la spesa siamo andati al Market vicino a Vassiliki: qui in particolare m’è successo che alla cassa ci fosse una bambina (la mamma era vicina) che mi ha battuto due volte il costo della frutta. Ha scambiato due parole con la mammina, ma alla fine m’ha fatto uguale la cresta. Il pomeriggio è stato troppo ventoso per fare qualsiasi cosa, ma il mare era bellissimo con quelle ondine increspate e quel colore azzurro ancora più intenso… Alla sera abbiamo dovuto ritirare il tavolino all’interno della camera per riuscire a mangiare: tzatziki e insalata greca a go go! 23 agosto, 10° giorno Anche oggi abbiamo passato tutto il giorno alla spiaggetta incantata. Stavolta senza ombrellone, perché tanto abbiamo capito che Lea è capace di adattarsi all’ombra dei massi. Pensavo di iscriverla alla prossima edizione dell’Isola dei Famosi. Secondo me, vince. Nel pomeriggio sono arrivati i torinesi per cui è finita in una serie di aneddoti torinesi e romani e la nascita di un flirt tra Lea e Moustique. Lui ha abbassato gli occhi di un bel po’, e finalmente l’ha vista! Peccato che lei avesse la frangia sugli occhi e non abbia visto lui… Cena in bungalow.

24 agosto, 11° giorno Nuovo tentativo di fare shopping ricordereccio a Nidri, stavolta andato a buon fine. Abbiamo scovato un negozietto di specialità dolci e salate che pareva uscito un sogno! Una distesa di fagottini ripieni di feta, una cascata (un’altra????!!!) di trecce ricoperte di sesamo, una marea di pagnottelle con gocce di cioccolata e tanto altro ancora, e il tutto te lo facevano pagare a simpatia. Nel senso che il proprietario ti faceva tanto più sconto quanto più gli davi chiacchiera. Io due sacchetti di roba li ho pagati 1 euro J Poi ci siamo diretti verso il paesino di montagna Karia, che è un po’ la nostra Burano, cioè il paradiso dei pizzi e dei merletti. Lì ho pianto come una fontana perché ci abbiamo lasciato un piccolo capitale… Abbiamo preso un grande arazzo fatto completamente in lana pesante raffigurante una casetta che si riflette in un laghetto, con tanto di ponticello, vialetto costeggiato di siepi fiorite e nuvolette nel cielo. Poi due copricuscini del tipico blu intenso greco rappresentante i famosi mulini a vento (dobbiamo ancora visitarli), ed un tappeto intrecciato a mano. Il paesino è carino, molto curato e ben tenuto; l’aria era piacevolmente fresca, ma le facce che si vedevano in giro… beh, lasciamo perdere. Più tardi Diego ha voluto fare l’Indiana Jones della situazione e portava la macchina di qua e di là tra i monti senza una mèta precisa, per il gusto di andare a vedere “dove porta questa strada”, fino a quando, dopo aver preso una bella buca… s’è spenta la macchina. Abbiamo vissuto momenti di panico nel vedere che nonostante i tentativi non ripartiva, nel sentire gli asini ragliare con grande ferocia e nel vedere che una vecchia tutta vestita in nero sbucata fuori da chissà dove ci osservava dalla cima di una collinetta. Già ci vedevo a passare la notte in macchina interrogandoci sulle intenzioni dell’asino mannaro e della maga greca.

INVECE Diego ha tirato fuori il suo mitico svizzero (coltellino multiuso) ed ha riagganciato un pezzo che era uscito dalla sua guida, e siamo ripartiti, con grande sollievo! A cena siamo andati in un localino famigliare su invito dei torinesi, passeggiata e relax serale.

25 agosto, 12° giorno Mattinata rilassante al bungalow, dove sono venuti a trovarci i nostri amici torinesi; scambio di indirizzi, promessa di inviarsi le foto, e fantasticherie su un eventuale lungo week end in montagna con loro in Valle d’Aosta. Il pomeriggio lo abbiamo passato alla spiaggetta incantata, stavolta un pochino affollata, ma ci siamo arrangiati ugualmente. Lea ha avuto la splendida idea di mangiarsi un’ape, che prima di trovare l’uscita dalla sua bocca l’ha punta sul palato, e si era un po’ stranita. Cena sul presto in bungalow e… mentre Diego si docciava, sono uscita di soppiatto a comprare due mega-crèpes davanti al bar all’aperto di cui sopra! La mia, nutella e nocciole tritate, la sua nutella banana e biscotto frantumato. Er Mela ha gradito assaje! 26 agosto, 13° giorno Mattinata alla spiaggetta del campeggio, con Lea lasciata in camera a riprendersi dalla puntura dell’ape. Ultimo pomeriggio alla spiaggetta incantata, dalla quale siamo venuti via abbastanza tardi… quasi a voler prolungare la vista di quello splendore negli occhi e nel cuore.

Dopo le docce di rito siamo andati a Sivota a mangiare Gyros Special e a fare una passeggiata sul porticciolo illuminato da una fantastica luna piena.

27 agosto, giorno del ritorno Mattinata di preparativi, ma solo dopo essere andati a svegliare i nostri amici torinesi ed aver offerto loro una luculliana colazione (poco greca, a dire il vero) a base di paste sfoglie ripiene e non e caffèlatte. Ancora tante chiacchiere in allegria, mentre io e Diego in realtà stavamo rosicando perché loro si fermano ancora una settimana!! Partenza dal campeggio Poros Beach all’una e mezza e prima tappa obbligatoria quel famoso negozio di prelibatezze salate a Nidri. Ho fatto una scorta paurosa di squisitezze, nonostante questa volta il proprietario si sia dimostrato oltremodo viscido e provolone con me.

Tappa successiva Agios Ioannis, ovvero il luogo dove si trovano i famosi mulini a vento che vengono ritratti su molti degli oggetti in vendita su Lefkada. La troviamo appena dopo la capitale, ed è una spiaggia bellissima! Lunghissima e bianca, è battuta da un vento fortissimo, e chi ne ha approfittato sono stati i tanti sportivi dotati di tavola e parapendio che stavano cavalcando le onde. C’erano anche molti surfisti, ma come per un tacito accordo, si trovavano al lato opposto della spiaggia. Ed ecco qua i mitici mulini a vento. Uno solo è intero, gli altri quattro sono piuttosto diroccati, ma il tutto è molto pittoresco. Si possono anche visitare all’interno.

Proseguiamo sulla costa ovest verso le spiagge di Agios Nikitas e Katishma che sappiamo essere molto meno selvagge di quelle a cui ormai ci siamo abituati, ma non possiamo andare via senza averle nemmeno viste. Infatti sono molto belle, ma troppo piene di strutture alberghiere… Riprendiamo la strada verso Preveza e Igoumenitsa, in direzione del porto. Solita coda per l’imbarco mentre ci godiamo un tramonto sul mare spettacolare. La nottata era troppo ventosa per dormire sul ponte, per cui dopo aver girato un po’ ci siamo sistemati in un corridoio coperto di moquette… Purtroppo però era davanti alla discoteca che ha mandato musica dance fino alle tre di mattina e musica folkloristica greca fino alle quattro e mezza!! Adesso ho i ricci naturali in testa.

Colazione fantastica a bordo con i prodotti deliziosi del viscido di Nidri, e viaggio pigro sul ponte ascoltando le chiacchiere degli altri passeggeri. Una nota di merito la dobbiamo dare ad una tipa assolutamente ultraquarantenne dotata di solo tanga che faceva bella mostra di sé, rughe e tutto, sul ponte. C’era un gruppo di toscani troppo simpatici che l’avevano presa di mira ed i loro commenti ci hanno allietato il lungo viaggio.

Ah, questa la scrivo per Zan: tu non ci crederai, ma a bordo c’era un ragazzo che diceva al suo amico di doversi sbrigare, una volta ad Ancona, a prendere il treno per non perdere la coincidenza per Colleferro!!! Madò, non c’è pace! E qui finisce l’avventura dei signori Bonaventura… cioè, no… Semino, compresa la pulcetta Lea.

E’ stata una vacanza molto bella, sia per quello che ci ha dato in fatto di bellezze naturali, cucina, arte, cultura in generale, sia per quello che ci ha lasciato: tanti tanti bei ricordi. Che ci piace condividere con la nostra Com.

E’ una vacanza mediamente economica. Cioè… la permanenza sull’Isola costa veramente una sciocchezza (forse il mangiare un pochino di più), ma il costo della nave (con trasporto di macchina incluso) è veramente troppo alto, secondo me. Alternative noi non ne avevamo, perché volevamo a tutti i costi portare Lea, ma è possibile anche andare in aereo fino a Preveda e poi proseguire con i pullman, mentre l’Isola è possibile girarla con i taxi (molto numerosi). La stagione ideale è tra luglio e settembre; anzi, i nostri amici torinesi confermano che a settembre restano solamente i greci. Fa sempre caldo, praticamente non piove e le giornate di grande vento non sono molto frequenti.

Per qualsiasi altra cosa, numeri telefonici o indirizzi, siamo qui. La versione originale di questo diario contiene anche alcune foto che riguardano i racconti, ma era un documento troppo ampio per inserirlo in com… Semmai qualcuno volesse andare a Lefkada, non ha che da chiedermi il reportage fotografico: ne ho circa 400!! Grazie per la paziente lettura, e un abbraccio a tutti. Diego, Vicky e Lea



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