Leaving New York never easy 3

La prima vera volta nella Grande Mela
Scritto da: colaci77
leaving new york never easy 3
Partenza il: 01/12/2013
Ritorno il: 08/12/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Il 2013 è stato un anno per così dire movimentato…la mia compagna ha avviato un’attività in proprio, la mia situazione lavorativa era tutt’altro che certa e definita e così l’estate era passata in un lampo e con essa le ferie estive, godute in pieno solo a inizio Luglio, quando eravamo riusciti a trascorrere tre giorni sul Gargano. Ci eravamo così promessi di effettuare un vero e proprio viaggio nei mesi successivi, quando e se le varie situazioni si fossero normalizzate.

La meta per me più ambita, visitata solo una volta ma per motivi di lavoro (dedicai solo un giorno e mezzo alla visita della città), era sempre stata la Grande Mela e puntualmente ogni anno ci facevo un pensierino, ma puntualmente dovevo rimettere il sogno nel cassetto e aspettare tempi migliori. Finalmente però, quel “tempo migliore” è arrivato ed è stato esattamente ad agosto 2013 quando, spulciando la rete alla ricerca dei prezzi dei voli per NYC, trovai quello che faceva al caso mio: volo diretto, Milano-New York, con Emirates ad un prezzo più che allettante, 500,00 €. Il prezzo relativamente basso per il periodo (prima settimana di dicembre) e per un volo diretto senza scali, dipendeva dal fatto che da Ottobre, Emirates avrebbe inaugurato questo nuova rotta e aveva messo in vendita biglietti a prezzi più abbordabili.

Decido di acquistarli, nonostante manchino 4 mesi alla partenza e, a scanso di equivoci, sottoscrivo anche un’assicurazione che, in caso di cancellazione del viaggio per qualsiasi motivo, mi avrebbe rimborsato l’intera spesa. Nulla osta quindi e ho tutto il tempo di pianificare il viaggio secondo i miei, maniacali, standard.

Prima cosa, dove alloggiare? New York non ha un vero e proprio centro, certo Manhattan è il distretto più conosciuto e con esso Times Square e la 5th Avenue, ma non è che Central Park o Lower Manhattan siano meno importanti e ricchi di attrazioni. Inizio la ricerca, che però non si rivela semplice. Una settimana a Manhattan, in un albergo decoroso non costa meno di 1.300/1.400 $, in strutture che il più delle volte non offrono nemmeno la colazione o il wifi in camera. Penso che in ogni caso utilizzerei la metropolitana per muovermi e inizio così a prendere in considerazione altre zone che non siano Manhattan, come ad esempio il Queens, concentrandomi in particolare sulla zona di Long Island City, quella collegata a Manhattan dal Queensboro Bridge. Prenoto quindi quello che, a detta degli internauti, è il migliore albergo della zona, per prezzo (30% in meno rispetto a Manhattan), posizione e servizi offerti, il VERVE Hotel. E infatti la scelta si rivelerà azzeccatissima…l’albergo ha una fermata della metro a 5 minuti a piedi (linee N e Q) e che in meno di 15 minuti ti porta a Central Park e in 20 a Times Square. Ha inoltre la colazione inclusa e la connessione wifi in camera (oltre ad una cassetta di sicurezza, un distributore di acqua, the e caffè sempre disponibile gratuitamente 24 ore su 24 e ad un deposito bagagli, utilissimo per noi perché il volo di ritorno sarebbe partito alle 22.30)…semplicemente perfetto!

Nei successivi quattro mesi, metto a punto l’itinerario da seguire, verifico se il mio passaporto è valido per entrare negli USA (sì, perché non è elettronico, ma ha il visto), acquisto in anticipo i biglietti per Statua della Libertà, Memoriale 11/9, Top of The Rock e Empire State Building (importante: per le prime due attrazioni, anche se dovrete scegliere un orario, potete anche non rispettarlo, almeno se arrivate in anticipo come successo a noi) e acquisto l’assicurazione sanitaria (AXA, mi raccomando con massimali di almeno 100.000 €).

I giorni passano veloci e il countdown termina domenica 1° Dicembre alle 5 della mattina, orario in cui la sveglia ci ricorda che dobbiamo muoverci ad arrivare in stazione e prendere il Frecciabianca che ci porterà a Milano Centrale e di lì, con il Malpensa Express (10 €), a Malpensa. Proprio sul trenino verso lo scalo lombardo, la domanda della mia compagna “hai attaccato la marca da bollo sul passaporto?” mi fa ricordare di averla lasciata a casa, nel portafoglio che uso quotidianamente e che quando viaggio sostituisco con un altro…in aeroporto sono tentato di non acquistarne una seconda (memore di quanto letto su vari forum in rete) ma poi per evitare qualsiasi problema la compro e la attacco…ma quei forum avevano ragione! I poliziotti del controllo passaporti a malapena controllano la prima pagina del documento, delle marche da bollo secondo me ignorano anche l’esistenza! Tant’è…ormai è andata così…pranzo veloce e subito iniziano le procedure di imbarco e puntuali partiamo alle ore 15.40. Il volo Emirates fila via liscio come l’olio, tra cena, spuntini, musica e film (la scelta dei contenuti multimediali è vastissima!) e atterriamo al JFK alle 18.00 locali. Il disbrigo delle formalità doganali è rapidissima (solo una domanda sui tempi di permanenza negli Usa e presa delle impronte digitali e ottiche), così come quelle del ritiro bagagli…..prelevo qualche dollaro presso l’ATM dell’aeroporto e via in fila per il taxi (la corsa costa 45$ mancia esclusa)….alle 19.30 siamo in albergo….provati ma felici.

L’hotel THE VERVE è proprio come ce l’aspettavamo, con una stanza molto grande, un letto a due piazze e mezzo, la tv e la cassaforte (oltre a un bollitore e un frigobar che però non utilizzeremo mai). La vista lascia un po’ a desiderare in quanto la stanza dà sui binari della metro e il viavai dei treni è molto rumoroso ma, credetemi, al momento di andare a letto, stanchi dai km macinati ogni giorno, non ce ne saremmo mai curati e avremmo dormito sonni più che tranquilli.

Al mattino successivo dopo un sonno ristoratore, una doccia e un’abbondante colazione ci danno la carica per iniziare ad esplorare la città. In stazione acquistiamo due Metrocard settimanali con viaggi illimitati al prezzo di 31 $ ciascuna e in 20 minuti arriviamo a Central Park. Gapstow bridge, the Mall, the Rink (pista di pattinaggio), the Literary Walk, the Diary, la statua del cane Balto, Bethesda Terrace, Bow bridge e relativa vista sui San Remo Apartments e infine Strawberry Fields e di fronte il Dakota Building sono i punti che tocchiamo durante la nostra passeggiata, accompagnata dalla prima di tante Hot Chocolate, acquistata presso The Loeb Boathouse all’interno del parco, sulla destra di Bethesda Terrace. Il Parco è molto vasto, ci sarebbero altri punti di interesse, ma quelli che abbiamo visto sono sufficienti e decidiamo di cambiare zona….peccato solo che, vista la stagione, i prati non siano troppo verdi (anzi) e soprattutto gli alberi sono tutti spogli e senza alcuna foglia. Il fascino di certi angoli comunque, è sempre particolare.

Percorriamo Central Park West verso sud, verso la 5th Avenue per intenderci, arrivando all’incrocio con Central Park South e in Colombus Circle in particolare. Qui visitiamo il Time Warner Center un centro commerciale di vari piani ma con negozi un po’ troppo costosi per le nostre tasche. Una visita la merita comunque, per due motivi, il primo per la vista sulla piazza sottostante (dominata da una colonna sormontata da una statua di Cristoforo Colombo) e il secondo perché al piano -1 si trova “Whole Foods” un supermercato dove è anche possibile mangiare cibi appena cucinati che si possono scegliere autonomamente (basta scegliere la misura della vaschetta da utilizzare) e pagare a peso. La scelta è molto vasta, si va dalle zuppe, ai primi piatti, dalla carne alle verdure…provate e non rimarrete delusi! Noi però non ci “fidiamo” ancora e rimandiamo la prova ai prossimi giorni. Il mercato natalizio di Colombus Cirlce è in fase di allestimento e ci dirigiamo allora verso la 5th Avenue arrivando in Grand Army Plaza….non potete immaginare quanta gente ci sia, e tutta rigorosamente di corsa! Basta guardarsi intorno e in 10 secondi capisci che sei a New York (se mai ne avessimo avuto dubbio): Apple Store, FAO Schwarz Store, traffico impazzito, tombini fumanti, taxi gialli che sfrecciano in ogni direzione, gente di corsa ma che ciononostante riesce a mangiare un boccone, luminarie natalizie, Tiffany Store, Bulgari, Gucci, venditori ambulanti, carretti con il cibo da strada…..wow! Ma è solo un assaggio….decidiamo di tornare momentaneamente in albergo, per ricaricare un po’ le batterie e riuscire nel tardo pomeriggio.

Le mie batterie però sono più che cariche e non riesco proprio a rimanere in camera a poltrire…lascio la mia compagna riposare e io riesco immediatamente. Il nostro albergo si trova a ridosso del Queensboro Bridge e a Roosevelt Island e decido così di farci un salto. In circa 20 minuti (10 minuti a piedi per raggiungere la stazione della metro (un’altra rispetto a quella che avremmo utilizzato abitualmente) e altrettanti per arrivare sull’isola) sono a destinazione. Roosevelt Island non è troppo conosciuta dai turisti, ma devo dire che invece una visita la merita eccome. E’ innanzitutto un’oasi di tranquillità, ci sono pochissime macchine e poca gente in giro, totalmente l’opposto delle caotiche vie del centro visitate in mattinata. E soprattutto, la vista del Queensboro Bridge con lo skyline di Manhattan sullo sfondo, oltre l’East River è spettacolare! Purtroppo il Chrysler Building e l’Empire State si vedono solo in lontananza, ma la vista è comunque magnifica! Incluso nella Metrocard c’è anche il viaggio in funivia (5 minuti) che dall’isola porta a Manhattan (su Lexington Avenue) e permette di godere del panorama anche dall’alto…bellissimo! Torno sull’isola che il sole sta tramontando e i grattacieli di Manhattan cominciano ad illuminarsi…e con loro il ponte…ancora più suggestivo!

Torno in albergo, la mia ragazza ha terminato il suo pisolino e possiamo tornare in città.

A Bryant Park ci soffermiamo a visitare il mercatino di Natale (poche le bancarelle veramente degne di visita a dire il vero) e la pista di pattinaggio con albero di Natale annesso (non ancora acceso)…per poi spostarci alla Grand Central Station, non senza aver prima ammirato il Chrysler Building che veglia dall’alto…la Central Station non è soltanto una stazione ma un vero e proprio microcosmo. E’ piena di negozi, ma soprattutto di posti dove mangiare e mangiare qualsiasi cosa…hamburger, cucina cinese, indiana, greca, americana, messicana…se poi hai bisogno di farti lucidare le scarpe, c’è anche un’area dedicata…

Concludiamo la serata spostandoci a Times Square, che è proprio come la si vede in tv o nei film. E’ illuminata a giorno, con decine di schermi che trasmettono ogni tipo di pubblicità, notizie di borsa e conto alla rovescia per la fine dell’anno e insegne dei vari negozi, che sembrano quasi fare a gara per poter essere la più bella o la più luminosa.

La prima giornata va quindi in archivio, ma il bello deve ancora venire.

Il secondo giorno lo dedichiamo a Lower Manhattan, iniziano dalla visita alla Statua della Libertà e a Ellis Island. Ho acquistato in anticipo il biglietto ($ 17) per la visita delle ore 11:00 ma in realtà arriviamo all’imbarco alle 10:00 e i vari addetti ci avvisano che l’orario non è tassativo e possiamo salpare con la prossima nave in partenza di lì a pochi minuti. Ci mettiamo così in fila per i controlli di sicurezza (tipo aeroporto) e in una decina di minuti siamo a bordo e salpiamo. Via via che il traghetto si allontana da Manhattan, ammiriamo il nuovo skyline di New York, con la nuovissima Freedom Tower a spuntare là dove un tempo c’erano le torri gemelle. La torre è davvero imponente e aprirà il proprio osservatorio nel 2015…spero di tornare prima o poi e salirci, la vista dovrà essere incredibile, essendo ad oggi la torre più alta degli Stati Uniti!

Arriviamo su Liberty Island e vediamo lei, Miss Liberty… è imponente… solo vedendola da vicino si può comprendere quanto sia maestosa… ritiriamo l’audioguida (un po’ troppo logorroica e con informazioni non sempre interessanti) compresa nel biglietto e ci avviamo verso l’ingresso. La statua è visitabile a tre livelli (che corrispondono a tre tipi di biglietto)…uno è quello esterno, il secondo quello interno (salendo fino al piedistallo) e il terzo è quello della corona… noi abbiamo il biglietto per il secondo livello a cui accediamo con ascensore e scale, non senza prima aver passato i soliti controlli di sicurezza.

Fatte tutte le foto di rito ci imbarchiamo nuovamente, verso Ellis Island stavolta, riaperta al pubblico proprio poche settimane prima, dopo essere stata devastata dall’uragano Sandy. Avevo molte aspettative da Ellis Island, il posto dove arrivavano i vari immigrati da tutto il mondo per farsi registrare e iniziare la loro avventura americana/newyorkese, ma sono rimasto deluso. Aldilà della ricostruzione della zona controllo bagagli e un percorso fatto di pannelli e informazioni tutte da leggere, è visitabile solo la grande sala dove ci si registrava, ma la sala è di fatto vuota e solo con l’immaginazione si può rivivere certi momenti.

Andiamo via quasi subito e ci dirigiamo verso Wall Street. Passiamo davanti al Toro, poi Trinity Church e infine la NY Stock Exchange. Decidiamo di mangiare qualcosa da uno dei vari carretti che fanno panini sul momento scegliendone uno dove in fila c’erano diversi impiegati in camicia e cravatta che stavano ordinando il pranzo, da consumare probabilmente in pochi minuti prima di tornare al loro lavoro. Ammiriamo la Federal Hall e annessa statua di George Washington (è il luogo dove fu proclamato presidente) gustando prima il panino e poi una macedonia di frutta extralarge e ci rimettiamo in cammino verso il Memoriale dell’11/9. La visita va prenotata online sul sito dedicato (www.911memorial.org) e costa 2 $. Inesorabilmente, ci sono da passare i controlli anche qui (ovviamente) e poi si accede all’area dove prima c’erano le torri e oggi ci sono due enormi (e profonde) vasche sul cui perimetro sono incisi i nomi delle vittime dell’11/9. Toccante, come previsto e spiace che ci siano turisti che si facciano fotografare davanti le vasche, per di più sorridenti come se si stessero facendo una foto davanti la Statua della Libertà o a Central Park.

Risaliamo in metropolitana verso Midtown… siamo stanchi e ci servirebbe un posto dove sederci e riposarci un po’… decidiamo allora di spostarci al Cake Boss Cafè… avete mai visto su Real Time il programma “Il Boss delle Torte”? Bene, questo locale è proprio del Boss, Buddy e si trova sull’8va nei pressi del Port Authority Bus Terminal (dietro Times Square per intenderci). Di fatto, vive solo della notorietà di Buddy, perché per il resto è un locale che fa dessert americani come tanti. Ordiniamo una cioccolata calda e due cupcake, uno alla vaniglia e l’altro al cioccolato, nemmeno troppo buoni a dire la verità. Nel locale c’è una statua di Buddy accanto ad una sua fotografia gigante e vari schermi che trasmettono in loop puntate del programma.

Per cena, ci imbattiamo in un ristorante cino-thailandese che ci ispira, il Nanking… atmosfera intima (siamo quasi al buio), cameriera gentile e buon cibo. Su consiglio della suddetta cameriera, ordino un riso di cui ricordo solo la piccantezza (buonissimo però) e la mia compagna dei noodles con verdure e pollo. 40 $, mancia e tasse incluse e passa la paura… prima di rientrare, per cercare di smaltire la cena (le porzioni erano abbondanti, sarebbero tranquillamente bastate per 4 persone) facciamo ancora un giro, stavolta visitando un negozio monomarca di M&M’s….al suo interno qualsiasi cosa è marchiata M&M’s, dall’intimo alle tazze, dall’abbigliamento ai cuscini ecc… solo a NY!

Terzo giorno

È una bella giornata e decidiamo di salire sul Top of the Rock. Anche in questo caso ho acquistato il biglietto in anticipo, senza specificare data e ora. Alla cassa mi trasformano il voucher in biglietto e saliamo fino a 67mo piano. Qui, grossa delusione… c’è foschia e la parte di Lower Manhattan, quella che per intenderci si vede in moltissime foto, con l’Empire State Building in primo piano, quasi non si vede. La parte di Central Park invece, è limpida e la possiamo ammirare nitidamente. Aspettiamo un po’, ma la foschia non si dirada e così decidiamo di andare via. Gironzoliamo per Times Square e rientriamo in albergo. Anche stavolta io riesco subito e mi dirigo verso Queensboro Bridge Park. Mi trovo proprio sotto il ponte e riesco a scattare altre foto come quelle fatte da Roosevelt Island, ma stavolta l’Empire State e il Chrysler Building sono molto più visibili.

Per la sera, dopo il Totr la mattina, decidiamo di salire sull’Empire State Building… biglietto acquistato su internet, soliti controlli di sicurezza, ascensore, 86mo piano e… wow, da togliere il fiato! C’ero stato 7 anni prima di giorno, ma devo dire che anche di notte la vista è favolosa! Da qui sopra si capisce una volta di più perché New York è la città che non dorme mai!

Per cena, optiamo per la Grand Central Station e proviamo i famosi (almeno in rete ma, una volta provati, anche in città) hamburger di Shake Shack. Direte, “capirai, sempre i soliti hamburger sono” e avete ragione, ma almeno sono hamburger freschi, saporiti e conditi con ingredienti non artificiali, nel senso che anche la semplice insalata sa di insalata….comunque, provati una volta, non ne potrete più fare a meno, dimenticherete McDonald’s in un attimo! Originale poi il telecomando che ti danno e che vibra una volta che il tuo ordine è pronto!

Per altro, è il 4 Dicembre giorno in cui ci sarebbe stata la cerimonia per l’accensione dell’albero di Natale al Rockfeller Center e decidiamo allora di andarci ma dobbiamo presto desistere. L’area è transennata e i poliziotti stessi ci avvisano che la direzione per l’albero è giusta, ma che tanto non arriveremo a vederlo… e infatti avevano ragione… oltre un determinato punto la gente è talmente tanta che è impossibile proseguire e quindi torniamo indietro.

Anche il terzo giorno è in archivio, siamo andati a tavoletta e così decidiamo di rallentare. Quarto e quinto giorno li dedichiamo allora a zone della città meno caotiche, partendo dal Greenwich Village, iniziando da Washington Square Park, dominato dal maestoso arco bianco. Passeggiamo tra negozi e bancarelle senza una meta precisa, mischiandoci ai newyorkesi che vanno a lavoro o fanno compere. Visitiamo la bellissima libreria STRAND, Union Square e il suo mercato natalizio (fantastiche le bancarelle che vendono accessori in pelle e non decorati con le zone storiche di New York) e la stazione della metro dove si esibiscono ogni giorno cantanti e gruppi musicali bravissimi (cercate su internet gli Underground Horns…), restiamo con il naso all’in su nel vedere quasi ogni palazzo e le sue scalette anti incendio, mangiamo da Chipotle, franchising che cucina cibo messicano (buonissimi i burritos), transitiamo per Soho, facendo acquisti nel negozio delle Croc’s (prezzi stracciati, 18$ per un paio invernale!) e annusando l’odore dei pini in vendita per essere addobbati in Soho Square Park e poi anche per Little Italy (ridicola) e Chinatown, con i venditori ambulanti che vogliono venderti “watches” ad ogni angolo.

La sera del quarto giorno invece, è dedicata a Brooklyn.

Con la metro, scendiamo alla stazione di Clark Street e ci dirigiamo verso la Brooklyn Heights Promenade. Pensavo la vista sarebbe stata migliore, ma l’insegna di un ristorante e una gru utilizzata per dei lavori nell’area sottostante, ostacolano non poco la vista del Brooklyn Bridge e dello skyline in generale. Suggestiva però la vista in lontananza della Statua della Libertà che, illuminata, si scorge chiaramente a chilometri di distanza. Ci dirigiamo allora verso il Brooklyn Bridge Park e qui la vista è decisamente migliore tanto che riesco a scattare decine di foto. Mi raccomando, non fermatevi al primo ingresso, ma proseguite arrivando quasi sotto al Manhattan Bridge….dedichiamo circa mezz’ora al ponte e proseguiamo per fare un giro nel quartiere Dumbo, quello che si trova tra il ponte di Brooklyn e il Manhattan Bridge… grossa delusione. Pochissima gente in giro, qualche negozio e quale bar. Stop. Ma il giro a Brooklyn non è ancora finito, anzi. Riprendiamo la metro e arriviamo fino alla fermata 77th Street della linea N… ci aspetta il tour di Dyker Heights, il quartiere dove le case per Natale vengono addobbate con decine di luminarie. Scendiamo però alla fermata sbagliata e ci incamminiamo a piedi…poco male, abbiamo l’opportunità di conoscere un altro lato di New York, completamente diverso da quello conosciuto a Manhattan. Qui la vita scorre lenta, sembrano quasi le strade di un paese… anche qui la via principale e’ la 5th Avenue, dove ci sono ristoranti, negozi e supermercati… infatti, essendo ora di cena, decidiamo di fermarci in un ristorante messicano, dove ceniamo con un burrito e una quesadilla con chili… mi aspettavo meglio, ma tant’è… paghiamo e chiediamo quanto manchi per arrivare a Dyker Heights, ma né la cameriera né la proprietaria ne sanno molto, lasciandomi per un momento il dubbio di aver sbagliato strada… ma alla fine ho ragione io… ancora 10 minuti di cammino e cominciano a vedersi le prime luci… le villette sono come le vediamo nei film, con il prato tagliato perfettamente, il posto auto, le scalette per entrare in casa e nel parcheggio interno l’immancabile canestro… man mano che ci addentriamo nel quartiere, le luminarie diventano sempre più belle e articolate… ci sono case che ospitano sagome di animali nel prato antistante l’ingresso e altre dove invece trovano posto sagome di enormi Santa Klaus o pupazzi e burattini… sempre di essere in una favola! Mi aspettavo di trovare una certa ressa e un discreto traffico per le strade, invece siamo tra i pochi che girano tra una casa e l’altra. Ottima dunque la scelta di evitare il tour organizzato di 3,5 ore alla modica cifra di $ 55 a persona…

Il giorno della partenza abbiamo ancora tempo, visto che il nostro volo è alle 22.30. Per prima cosa saltiamo la colazione in albergo e decidiamo di farne una tipica fuori… per non perdere troppo tempo ci fermiamo in un locale che si trova proprio all’ingresso della fermata della metro… sembra buono, nei giorni precedenti lo abbiamo visto sempre pieno…e in effetti la scelta si rivelerà azzeccata. Appena ci sediamo, come nei film, arriva la cameriera che ci chiede se vogliamo un po’ di caffè, ma rifiutiamo… passiamo all’ordinazione….la mia compagna sceglie la colazione salata con uova e pancetta e succo d’arancia, io invece mi butto sul dolce, con cioccolata calda e pancakes con gocce di cioccolato…tutto molto buono e cucinato al momento, anche se il conto è un tantino salato… (24 $).

Belli carichi prendiamo la metro e dapprima ci dirigiamo verso il Flatiron Building, uno dei primi grattacieli della città e famoso per la sua forma a ferro da stiro, poi da Macy’s (“il negozio più grande del mondo”) e poi sulla 5th Avenue. Andiamo a vedere l’albero di Natale al Rockfeller Centre, facciamo compere da Abercrombie&Fitch e terminiamo la nostra corsa in Times Square, spendendo gli ultimi dollari nei vari negozi di souvenir e gustandoci l’ultimo hamburger da Shake Shack.

“Leaving New York never easy” cantano i Rem e posso assicurarvi che è davvero così. E’ una metropoli ed è quindi caotica e poco vivibile, almeno nelle zone più famose, ma è anche una città che ti resta dentro, piena di sorprese e persone buone e disponibili, come tutte quelle che si fermavano a darci indicazioni o ci chiedevano se dovessero farci una foto, senza che fossimo noi a chiedere. Se posso darvi un consiglio, provate a scegliere una zona da vedere, prendete la metro e scendete in una stazione a caso, per poi proseguire a piedi…vi assicuro, le sorprese non mancheranno. Noi l’abbiamo fatto nel Greenwich Village e soprattutto a Soho e sono state le passeggiate più belle.

Arrivederci Grande Mela!

P.S. Questo il dettaglio delle spese sostenute in una settimana a NY

· VOLO: € 550 + € 550

· HOTEL: € 850 (6 notti)

· ASS. MEDICA: € 55+ € 55

· TRENO per e da Milano: 50 €+ 50 € (prenotato 4 mesi prima, con tariffa supereconomy)

· MXP EXPRESS: 10 € +10 € +10€ + 10 €

· TAXI: 45 $ + 45 $

· ATTRAZIONI/MANGIARE/SHOPPING: 700 €



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