le verita’ nascoste
Anche noi vorremmo dare un contributo, ma anziché raccontare delle nostre giornate nel dettaglio preferiremmo focalizzarci su alcuni argomenti, di cui nessuno aveva parlato nei resoconti da noi consultati, ma che sono risultati molto importati una volta arrivati in loco.
Noi siamo rimasti 3 settimane e abbiamo potuto ‘vivere’ a fondo tutte e tre le isole principali.
Prima di tutto vorrei aprire una parentesi sul tempo. Ottobre doveva essere un mese di transizione con poca pioggia, poco vento e mare calmo. In realtà si è rivelato molto variabile; non abbiamo mai visto il cielo sereno e abbiamo assistito al tramonto solo un paio di volte. A Praslin e a La Digue è piovuto, ma, per fortuna, abbiamo avuto anche giornate di sole, perché solo con il sole si possono apprezzare i colori. Mahé, invece, pur avendo molti scorci suggestivi, è stata una delusione. Su 5 giorni è piovuto quasi ininterrottamente per 2 giorni, per altri due è piovuto circa mezza giornata e solo per 1 giorno, oltre alle nuvole, onnipresenti, abbiamo avuto qualche ora di sole. Secondo noi a Mahé è spesso così, avendo anche montagne di una discreta altezza; non è stato un caso. Con il senno di poi, su quest’ultima isola saremmo rimasti di meno.
Altro punto critico: la viabilità. Passi la guida a destra sulla corsia di sinistra, che ti fa voltare azionando il tergicristallo e ti fa cambiare con la portiera, ma le strade…Le strade sono pazzesche. Il nostro battesimo è avvenuto a Praslin sotto una pioggia battente e dopo aver effettuato un volo, sì tranquillo, ma senza aver chiuso occhio. Abbiamo preso la macchina al porto e ci siamo diretti con il cuore in gola verso gli Hide Away Apts, loc. Anse Possession. Per far scolare i quintali di acqua che cadono in pochi minuti, ai lati della strada esistono dei grandi canali in cemento profondi da qualche decina di centimetri a qualche metro che non permettono distrazioni date le strade strette, piene di buche e di continue curve e saliscendi. Il guidatore non ne ha sempre la percezione ma il passeggero ha l’impressione di finire in queste canalette in ogni momento, per non parlare di quando si incrociano i bus che vanno sparati e a chi guida viene spontaneo spostarsi a sinistra. Ma non è finita qui; i guard-rail praticamente non esistono e ci sono anche lunghi tratti a strapiombo sul mare senza alcuna protezione. Pericolosissimo!!! A saperlo avremmo preso l’autobus anche a scapito dell’autonomia che ti offre l’auto.
A Praslin c’è stata un’altra nota dolente: il cibo. Avevo letto che il fai da te non era un problema, esistevano infatti comodi market in cui approvvigionarsi. Intanto i market sono dei piccoli buchi sporchi, gestiti unicamente da indiani, in cui non c’è nulla da comprare. Non c’è frutta, non c’è verdura. Noi abbiamo trovato a malapena di che sopravvivere a colazione. Per il pranzo, dopo aver ricevuto una fregatura all’Oganibar (non andateci!) che ci ha fatto aspettare un’ora e mezzo, e non c’era nessuno, per uno schifoso filetto di pesce duro, un po’ di pollo e pomodori e due coca cola per la modica cifra di 595 RPS (cambio a 12 perché non avevo tutte rupie quindi circa Eur 50) abbiamo deciso di buttarci su patatine, bananine, qualche biscotto e acqua. I take away tanto decantati erano sempre chiusi. Per due sere siamo andati da Luca, che ci ha un po’ salvato dalla totale catastrofe alimentare; pasta discreta, non abbiamo provato la pizza, gelato sufficiente. Anche la pizzeria Bella Napoli a Grand Anse che doveva essere buona ed economica si è rivelata una bufala. La mia margherita, che ho pagato Rps 100 (più cara che da noi) sapeva di chewin-gum Brooklin gusto peppermint. E per fortuna che a La Digue e a Mahé ho optato per la mezza pensione!!! Vorrei infatti spendere un parola per la Calou Guesthouse di La Digue in cui abbiamo soggiornato per ben 8 notti e in cui siamo stati veramente bene. La gestione è tedesca e si vede. Cena con la campanella alle 19.30 precise. Presentazione delle pietanze in tedesco, francese e inglese (noi siamo stati gli unici italiani per tutto il tempo) e cucina creola molto buona e varia. Non abbiamo mai mangiato le stesse cose due volte in otto giorni, così pure a colazione. Frullati di frutta veri e non comprati al market, pane squisito e marmellate fatte in casa, frutta molto varia anche se le bananine la facevano da padrone. Le avevamo nel giardino! I bungalows sono solo 5 in un bel giardino curato e silenzioso. Sono puliti, anche questi molto curati, c’è la cassaforte, il frigo, l’aria condizionata e il ventilatore a pale, una bella veranda con lettini e salottino e ogni giorno al nostro ritorno trovavamo fiori sparsi un po’ ovunque, anche in bagno. Tutto questo ad un prezzo onesto per queste isole e per il servizio offerto: Eur 115 mezza pensione per due. Quindi lo consigliamo vivamente. A La Digue si riesce a sopravvivere dignitosamente anche a pranzo grazie a Gregoire’s dove abbiamo acquistato pizzette (senza sapori strani) qualche pasta (ne hanno tante, purtroppo alcune non sono adatte ad essere portate nello zaino perché hanno il cioccolato che a quelle temperature si scioglie subito) frutta (carissima). Noi prendevamo sempre mandarini a Rps 95/kg (Eur 7 circa) ma c’erano, sempre altrettanto cari, uva, cocomero e pere. Ovviamente ci sono anche banchetti che ti vendono la frutta per strada ma anche questa è abbastanza cara e poi noi la mangiavamo ogni mattina a colazione.
Come avete potuto capire, la vita alle Seychelles è diventata piuttosto costosa. Verso settembre, infatti, il presidente ha deciso di rivalutare la moneta locale e così per noi i prezzi sono per tante cose raddoppiati. Entrare ad Anse Source d’Argent non costa più Eur 5 ma 10 oppure si risparmia qualcosa pagando in rupie (Rps 100); le tasse per le isole sono aumentate. Curieuse da Eur 10 è passata a Rps 200, mangiare è diventato più caro, il noleggio delle bici cercano di fartelo pagare Eur 15 al giorno per 2 bici (qui si può ancora contrattare se tieni la bici per più giorni) il taxi da Calou al porto (saranno 500 metri al max) Rps 100, le gite in barca sono piuttosto costose. Tutto per noi è peggiorato; tenete conto che si è arrivati, nei mesi scorsi a cambiare a 20 mentre ora è 14. Fate i vostri conti! Volevo spendere una parola anche sulle belle cartine, che non ci hanno dato in aereo, ma che mi sono fatta mandate dall’ente del turismo delle Seychelles di Roma. Pur portando la data 2009 non sono per niente aggiornate. A Mahé, ad esempio, ci è successo di andare a piedi per una bella stradina (molto stretta) a Cap Ternay da Port Launay. Peccato che nessuno scriva (non c’è sulla cartina, non c’è un cartello all’inizio della strada e addirittura qualcuno su TPC aveva scritto che valeva la pena andarci) che dopo una bella camminata con relativa sudata si arriva ad un cancello che sembra abbandonato (ma attenzione non lo è) dove un cartello minaccioso e due militari seduti all’ombra di qualche pianta ti impediscono di proseguire.
Sempre a Mahè, sulla costa Ovest, intendo a Baie Saint Lazare e a Port Glaud sono segnalati gli unici 2 benzinai. Ebbene non esistono. Il primo sembra dimesso da poco o forse non è mai entrato in funzione, il secondo è ormai inghiottito dalla foresta. Questa errata segnalazione ci è costata Rps 200 perché, ormai in riserva abbiamo dovuto chiamare il noleggiatore che dopo poco è arrivato con un aiutante che ci ha versato un poco di benzina che ci ha permesso di ritornare a Bel Ombre.
Complessivamente la vacanza è stata comunque positiva anche perché abbiamo conosciuto Francesco ed Elisa, nostri vicini di casa a Praslin, i quali ci hanno offerto il caffè portato da casa e con cui abbiamo fatto la gita a Curieuse e giocato accanitamente a carte ogni sera. Il nostro sodalizio è continuato a La Digue dove loro sono rimasti solo 3 giorni, e per fortuna per loro (ma noi abbiamo sentito la loro mancanza e non solo per il caffè e le carte) perché gli era capitata Villa Mon Reve, da noi soprannominata Cuba per le ristrettezze in cui erano costretti a vivere. Poi abbiamo conosciuto Romina, Massimo e i loro bimbi Ginevra e Giosué incontrati a La Digue sotto uno dei tanti temporali e che abbiamo rivisto a Mahé a Casa Dani e coi quali abbiamo fatto tante chiacchierate nel dopo cena. E infine Luisito e Cristina, nostri conterranei, che sono stati un po’ sfortunati, perché sono rimasti solo una settimana a Mahé e che se non avessero fatto, l’ultimo giorno, una gita a La Digue non avrebbero mai visto il sole.
Noi comunque alle Seychelles non ci torneremo; siamo rimasti 3 settimane, le abbiamo viste in lungo e in largo e pur avendo bei ricordi non ne abbiamo tratto quell’idea di paradiso terrestre che altri hanno avuto.
Ciao da Teddy e Gloria (non è il nostro vero nome ma così ho promesso di firmarci a Romina che sicuramente ci farà una risata