Le tre Grecie: Atene, Peloponneso, Zante
La mattina del 26 cominciamo presto il giro della città, che in giornata si riesce a completare abbastanza tranquillamente. Mattina visita all’Acropoli (che richiede un paio d’ore) e a tutti i siti ad essa collegati (Agorà, tempio di Zeus…). Essendo studenti totale della spesa: 0€, ci accorgeremo che sarà così per tutti i siti archeologici in Grecia e per tutti i Musei. Nel pomeriggio visita al superbo Museo dell’Acropoli che merita solo per la sua modernità ed architettura, al Museo Archeologico Nazionale, piazza Syntagma (per il cambio della Guardia) e ai quartieri sottostanti all’acropoli. Cena presso un ristorante accanto al museo dell’acropoli, con quei menu per turisti che non sono il massimo ma non costano moltissimo. Non stanchi dalla giornata di sole e camminata ininterrotta, ci dirigiamo verso il colle del Licabetto, dove di sera è possibile godere di una vista mozzafiato sulla città e sull’Acropoli illuminata. Certo, salire non è stato il massimo (sentiero buio in mezzo ad un boschetto) ma la vista finale vale la candela.
Il 27 ci mettiamo in marcia verso Micene, addentrandoci così nel Peloponneso. Micene è molto meno conservata, ma l’estensione della città è davvero impressionante. Merita una sosta anche la tomba di Agamennone. Da Micene andiamo verso Epidauro. Il sito archeologico non è un gran che, ma ciò che impressiona è il grandissimo teatro, che lascia davvero senza fiato. Abbiamo fatto anche noi il “gioco” di lanciare la moneta ed ascoltare dall’ultima fila: è proprio così!
Finita la parte di giornata culturale, finalmente andiamo verso il mare, che bene o male ci accompagnerà per il resto della vacanza. Arriviamo così nel pomeriggio a Tolo, località turistica molto vicina a Nafplio, prediletta dai greci. Alloggiamo in un piccolo campeggi, il Camping Lido, in quanto tutto il Peloponneso lo faremo in tenda. Non avevamo prenotato, ma troviamo agevolmente posto, costo sui 10-11 euro a testa. La spiaggia di Tolo non è un gran che, ma ci serviva il mare e per un pomeriggio ci accontentiamo. Cena con il nostro super fornellino da campo.
Il mattino seguente di nuovo in marcia, oggi per il pezzo di strada più lungo, Tolo-Monemvasia, ma lo spettacolo di questa cittadina fortifiacata (Monemvasia significa “un solo accesso”) è unico. Saliamo fino al castello alto, da cui si può godere di una vista su tutta la città. Pranziamo con un panino e un buon vino del posto, e ci rimettiamo in macchina verso una delle sorprese della vacanza, la piccola isola di Elafonissos. Il traghetto tra la terra ferma e l’isola è di 10 minuti, e costa 1-2 euro, più la macchina 10 euro circa. Dal paesino principale andiamo verso il Camping Simos (che abbiamo prenotato per 2 notti, circa 13 euro a testa a notte), dall’altra parte dell’isola. Ci sistemiamo e andiamo verso la famosa spiaggia Simos Beach. Dicono sia la più bella del Mediterraneo, e forse hanno ragione: spaziosa, pulita, sabbia dorata finissima, acqua azzurre e cristalline, un paradiso ancora (abbastanza) sconosciuto. Consiglio la vista di tutta la spiaggia dal promontorio centrale, merita!
Trascorriamo due giorni e mezzo piacevolissimi, andando una sera in città per una cena di pesce, in un bellissimo ristorante sulla spiaggia. Dovendo purtroppo abbandonare questa meravigliosa isola, ci dirigiamo verso Pylos o Navarino, altra tappa. Tuttavia a Sparta, indecisi se prendere l’autostrada che collega sino a Kalamata o la strada di montagna, optiamo per quest’ultima, e ne è valsa la pena, per due motivi: lo spettacolo naturale della valle che attraversiamo, e il piccolo ristorante in cui ci fermiamo per pranzo. Eravamo affamati e quasi non sapevamo dove stessimo andando, ci fermiamo da Theotokos (il nome lo sono riuscito a trovare solo molto tempo dopo attraverso google maps). Non riuscendo a capire il menu solo in greco, il cameriere ci porta in cucina per farci vedere. Prendiamo del maiale in crosta e dell’agnello, birra, acqua della sorgente, totale 10 euro a testa, con anguria offerta. Ci rimettiamo in marcia verso Navarino, e andiamo a soggiornare al camping Navarino Beach, tranquillissimo, che gode di una vista sulla grandissima baia di Navarino, dove si tenne la famosa battaglia navale tra gli eserciti anglo-francesi e turco-egiziani. Il giorno seguente andiamo alla spiaggia di Voidokilia, spiaggia famosa per la sua perfetta forma semi-circolare, assolutamente incontaminata e pulitissima.
Passate le due notti a Pylos (o Navarino) ci dirigiamo verso nord, a Olimpia. Il sito di Olimpia è molto ben tenuto, gratis per studenti naturalmente, ma l’ho trovato troppo turistico e troppo preso d’assalto da navi e crocere. Dopo la sosta pomeridiana, andiamo a Killini, per prendere il traghetto verso l’isola di Zante. Prima di parlarne, però, due parole sul Peloponneso: se si va in cerca di una Grecia che non siano le solite Cicladi o il turismo di massa di Rodi e Santorini, il Peloponneso è il posto giusto, un mix perfetto di storia, spiagge e luoghi ancora abbastanza sconosciuti e incontaminati. Certo, non è facile attraversarlo, ma ne vale sicuramente la pena.
Zante: tutta un’altra Grecia. Un’isola dallo stile molto Veneziano e dal colore verdissimo, per una natura veramente florida. A Zante soggiorniamo a Laganas per tre notti, in un appartamento che meriterebbe di essere soggiornato per 15 giorni. Laganas è abbastanza degradante, una piccola Las Vegas fatta di discoteche e pub con prezzi davvero bassi. Ci concediamo del divertimento, ma non rinunciamo a vedere la spiaggia del Relitto, da sopra (vista spettacolare, sconsigliata a chi soffre di vertigini), e da sotto, giungendo con una piccola barchetta.
Dopo questi tre giorni, riprendiamo il traghetto per Killini, e da qui andiamo verso Patrasso, per il traghetto che ci riporterà ad Ancona. Una vacanza impegnativa, ma che ci ha fatto assaporare tre Grecie che, piano piano, potrebbero sempre più scomparire.