Le spiagge più belle della Florida
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I nostri spunti per il viaggio negli USA sono stati principalmente due: uno, il principale, era seguire l’itinerario degli spiagge vincitrici negli ultimi anni di “spiaggia N. 1 in USA”, l’altro (altrettanto godereccio), era seguire le orme di Man Vs. Food.
9/21 agosto 2013
9/10/11 AGOSTO: MIAMI
Non mi soffermerò a parlare di Miami, splendida città colorata e sempre soleggiata, merita un capitolo a parte. Quest’anno i nostri spunti per il viaggio negli USA sono stati principalmente due: uno, il principale, era seguire l’itinerario degli spiagge vincitrici negli ultimi anni di “spiaggia N. 1 in USA”, l’altro (altrettanto godereccio), era seguire le orme di Man Vs. Food.
12 AGOSTO: MIAMI/NAPLES
Dopo aver passato tre giorni a Miami, partiamo per la costa occidentale della Florida, che non abbiamo mai visto ma non vediamo l’ora di farlo, viste le ottime recensioni e i premi che ogni anno queste spiagge ricevono come n. 1 degli Usa.
Come al solito, guidare negli Stati Uniti è un piacere. Miami – Naples è una strada dritta (ma proprio dritta) per circa 2 ore, dove si attraversano gli Everglades, è la 41, chiamata Tamiami Trail, molto.. piatta: si attraversa tutta la palude degli Everglades, nella speranza di non incrociare alligatori per la strada. Alla fine di questa strada..un semaforo: segnale che si è giunti a Naples.
E qui la prima bella sorpresa, una cittadina da cartolina, tanto è bella, tranquilla, ben curata, ovunque regna la serenità. Non ci si capacita di come per molte miglia si incrocino ville stupende sull’oceano, negozi lussuosi, e non ci sia un cancello. Ci ha stupito vedere una concessionaria di auto super lussuose che la notte lascia tranquillamente le auto nel parcheggio. È questo che stupisce noi europei: è vero, ci saranno telecamere ovunque, e appena uno sgarra viene represso, ma la sensazione è di vivere in un posto bello, pulito e tranquillo, dove tutti hanno il rispetto della “cosa pubblica”.
I marciapiedi tutti in ottimo stato, i parcheggi pubblici abbelliti con laghetti, giostre, le spiagge pubbliche dotate di ogni confort come docce, bagni, ombrelloni di paglia, bar, panchine, davvero si può stare a contatto con la natura e senza spendere un dollaro. Tutti, ma proprio tutti, arrivano in spiaggia ognuno con la propria sedia sdraio sottobraccio; questa comodità e questa gratuità ci accompagnerà per tutto il resto del viaggio.
Oltre agli sport sulla spiaggia come i jet ski e i parasailing, da qui partono diverse escursioni, sempre a contatto con la natura, tra le quali le gite con gli air boat agli Everglades per vedere gli alligatori, gite in barca per vedere la costa, anche fino a KeyWest, e i delfini, minicrociere e noleggi privati di motoscafi per pescare, oltre al Naples Zoo e campi da Golf e mini Golf.
E veniamo proprio alla natura. Qui le spiagge sono molto ampie, la sabbia bianca, e in ogni angolo si hanno incontri ravvicinati con anatre, pellicani, uccelli di ogni tipo, tartarughe e… delfini.
Questa costa, rispetto a Miami, ha un plus che aggiunge emozioni uniche: il tramonto, su queste spiagge immense e molto tranquille, dove la sera, alle otto si assiste ad uno spettacolo stupendo. Tutti anche gli abitanti si recano in spiaggia alle otto: cielo arancio-rosa e passaggio di delfini, in un silenzio maldiviano. E ancora quella sensazione di tranquillità e pace che ci fa decidere di fermarci un altro giorno.
La sera ceniamo sulla Fifth Avenue, a due passi dalla spiaggia, che ci conferma ciò che avevamo visto durante il giorno: qui vivono persone benestanti, alcune delle quali in pensione, che hanno un ritmo assolutamente rilassato (l’ho già detto?!); noi arrivavamo da NYC e la differenza era ancora più evidente. La passeggiata lungo questa via piena di negozi e ristoranti davvero molto belli, con le palme illuminate e negozi colorati merita di essere fatta (locale caratteristico è ad esempio Tommy Banana).
13 AGOSTO: NAPLES/BONITA BEACH/FORT MAYERS BEACH/NAPLES
Il giorno dopo non riusciamo a smettere di girare in macchina, abbiamo fatto tutti i quartieri, le spiagge, ma Naples è davvero tutta così, non siamo riusciti a vedere una “periferia”; dopo aver deciso che diventerà la nostra dimora quando (quando?) andremo in pensione, andiamo a nord. Ci fermiamo a Vanderbilt Beach, spiaggia celebre perché zona di hotel lussuosi, e ponticelli sull’oceano e a destra e a sinistra ville, spiagge, resort, spiagge libere… che sogno; sarà così ancora per molti giorni. Dopo esserci fermati a Bonita Beach arriviamo a Fort Mayers Beach. Conviene sempre fermarsi appena si vedono i cartelli “public access”, ogni angolo di spiaggia merita una sosta, anche se sono d’obbligo gli occhiali sa sole: la sabbia bianca è accecante!
Il centro di Fort Myers invece è il tipico centro con Pier un po’ troppo turistico: case colorate esageratamente, tutte strutture ricettive per mangiare e acquistare souvenir, ma secondo me senza “anima”. A pochi minuti, l’isola di Sanibel, anch’essa con spiagge bianche e un parco naturale. Torniamo a Naples e andiamo al porto vecchio, anche questo un po’ turistico e privo di fascino, con un nuovo quartiere residenziale molto lussuoso ma senza vita. Poi ancora verso al Pier, in attesa dei delfini…
14 AGOSTO: SIESTA KEY
Lasciamo Naples e sempre proseguendo sulla 41, più lenta della I 75, ma panoramica, raggiungiamo Punta Gorda e Venice Beach; anche questa strada è irreale: oceano a destra e sinistra, case colorate, palme, barche, non ci si stanca manca. Facciamo una sosta proprio sulla punta di Venice, dove il navigatore, confuso da tanta acqua, ci segnala nell’oceano!
Una piccola tappa a Point of Rocks, una formazione naturale, vecchia di 17.000 anni, e dopo pochi chilometri arriviamo a Siesta Key, spiaggia più famosa della Florida, vincitrice per diversi anni del premio di spiaggia più bella (l’ultima volta nel 2011). Non è difficile capire il perché: è immensa! Non ho mai visto niente di simile in vita mia, sembra di essere nel deserto: una sabbia finissima, bianca, infinita: dall’inizio della spiaggia ai primi ombrelloni bisogna fare 5 minuti di orologio! La spiaggia è libera ma sono presenti i bagnini, è attrezzata come sempre, con possibilità di fare barbecue e sport acquatici.
Qui ci si rilassa a guardare l’orizzonte, la spiaggia poi col passare delle ore si riempie di gruppi e famiglie, alcune ascoltano musica, ma la spiaggia è talmente grande non ci si da fastidio. È anche un ritrovo per ragazzi, molto divertente. Nel pomeriggio facciamo un giro a Sarasota, fermandoci ogni tanto sulla spiaggia. Anche qui offrono sport acquatici, gite in barca e catamarano, e ci sono diversi campi da golf.
Al Siesta key Village facciamo tappa al The Old Salty Dog, che avevamo visto a Man Vs. Food in Tv (cosa che facciamo spesso in USA), ma è pomeriggio, non abbiamo ancora abbastanza fame.
La striscia di terra in mezzo all’oceano prosegue fino all’isola Anna Maria; devo dire che anche qui si capisce perché questa zona e quella che vedremo domani sono i posti preferiti dagli americani: ci sono strutture attrezzate ovunque, soprattutto per la famiglie, con tanti mini-zoo e mini-golf, e i prezzi sono ovunque molto bassi: non abbiamo mai speso più di 10/12 dollari per pranzare, le spiagge sono sempre libere, e spesso lo sono anche i parcheggi; quando non lo sono, costano pochi centesimi (al contrario delle grandi città, compresa Miami, dove il parcheggio a volte è un po’ alto).
La sera capitiamo in uno di quei bei bar sportivi con decine di televisori ognuno sintonizzato su uno sport diverso, e con € 10,00 dollari (happy hour) mangiamo pollo e chili abbastanza per 3 giorni!
Il mattino dopo proseguiamo verso nord e ci fermiamo all’Old Pier di Siesta Key, davvero vecchio e pericolante, ormai non è rimasto niente, ci sale solo qualche pescatore. Ma quello che si apre da lì a pochi metri è uno scenario unico: mi sembra una di quelle lingue di sabbia bianca che si vedono solo alle Maldive… sono commossa. Anche qui tantissime specie di uccelli, oltre che di conchiglie. Siesta Key ci ha lasciato un bel ricordo, soprattutto per la sabbia bianca, ma anche all’interno è carina, perché è in realtà una piccola isola quasi sommersa, sembra di essere a Venezia, girando per le vie ci si rende conto che per ogni via di asfalto c’è un canale con posto per le barche, praticamente fuori da ogni abitazione. Alcuni punti invece hanno molta vegetazione. Lasciamo quindi Siesta Key e Sarasota Bay, facendo i soliti ponti sull’oceano, molto belli (e tutti gratuiti)
15 AGOSTO: CLEARWATER/ST. PETE
La prossima tappa è la zona di Clearwater/San Petersburg (chiamata anche Pinellas County), chilometri, o meglio, miglia e miglia di piccole isole (per la precisione 36), terre strettissime, di spiagge bianche (non ci stancheremo mai), e sole per 361 giorni all’anno; in realtà sono 26 comuni diversi, alcuni sono parchi naturali protetti, come Fort De Soto, che si raggiunge attraverso una concatenazione di ponti e passaggi, questa volta a pagamento, ma si tratta di pochi centesimi, e l’ingresso vero e proprio al Parco, che costa 5 $, fino alle Caladesi Island, non raggiungibile con l’auto, ma via mare. Anche qui è tutto ben attrezzato e pensato per la vacanze degli americani, giovani, anziani o in famiglia: non manca mai un barbecue, gli sport, noleggio bici, uscite in barca e minicrociere, parchi divertimenti. Da segnalare anche il museo di Dalì.
Prima di arrivare, un’altra bella esperienza: il Sunshine Skyway Bridge, considerato uno dei 10 ponti più belli del mondo, lungo 4 miglia, alto 200 piedi, è completamente sull’oceano, con delle arcate gialle, sembra di attraversare il sole, è davvero bello (mi sembra strano a dirlo, soprattutto rispetto ai prezzi delle nostre autostrade: abbiamo pagato 1 $ per attraversarlo!).
Fort de Soto ha vinto come spiaggia migliore degli Stati Uniti dalla comunità di Trip Advisor nel 2008 e nel 2009. La spiaggia è lunga 7 miglia, sono 5 isole, e qui si può girare in auto, in bici, pescare, noleggiare canoe, kayas, fare campeggio. Secondo me è il luogo dove si vedono più animali in assoluto. Tantissimi uccelli e orizzonti infiniti.
Proseguiamo sulla Pinellas Bayway e arriviamo a San Pete Beach, poi a Treasure Island.
Dire quale sia la biù bella è impossibile (abbiamo visto Madeira Beach, Indian Rocks beach, Sand key), in realtà le spiagge e le cittadine sono tutte belle, colorate; l’impressione che si ha è quella di stare in paesotti, piccole cittadine, per cui tutto è un po’ più tranquillo, e si respira l’aria di vacanza, dove non manca mai una mall e una scusa per mangiarsi un hamburger! A volte l’unica cosa che le distingue è il centro turistico, sempre colorato a volte un po’ “finto” e magari un hotel famoso (come gli spettacolari Lowes Don CeSar Hotel a St. Pete e il Hyatt Regency in centro a Clearwater). Consiglierei di farle tutte (la strada è una e basta una giornata), ma dovendo scegliere non rinuncerei a Fort De Soto, St. Pete e Clearwater, e naturalmente, per chi ha più tempo è può organizzare l’uscita in barca, le Caladesi Island, parco naturale dove dicono l’acqua sia cristallina. Noi non ci siamo andati perché ora di sera eravamo un po’ stanchi, anche perché fa veramente molto caldo qui ad agosto.
La più grande e la più completa per il turismo è sicuramente Clearwater, con molti hotel e ristoranti per tutte le tasche, una promenade molto viva, piena di giovani e famiglie. Anche di sera è molto animata. È forse la località dove pensare di sostare più giorni, per una bella vacanza. Anche quest’anno (2013) ha vinto come migliore spiaggia in USA.
La nostra giornata termina a Dunedin, piccola e meno nota, ma carina e abbastanza caratteristica. Ha un centro ben mantenuto dove una volta passava la ferrovia.
16 AGOSTO: ST PETE E TAMPA
Il giro prosegue visitando la città di St. Petesburg, partendo dal Pier, davvero grande, e facendo una piccola sosta in centro. Poi partiamo per Tampa, altrettanto vicina, e abbiamo voglia di un po’ di città, ponti e grattacieli, e chiaramente… mall. Non è una delle città più belle da vedere, anche perché secondo me non è molto omogenea; velocemente, si possono vedere il Tampa Riverwalk, in particolare verso sera, perché è bello vedere le luci della città riflesse nel mare, downtown, e il Channel District (anche se mi aspettavo fosse più grande, in realtà è una via) e Westshore Boulevard. Mi ha un po’ deluso, ma forse era errata la mia aspettativa: non è una grande città, è comoda perché vicina a molte attrazioni turistiche e spiagge, ma io non ci passerei molto tempo, una notte è stata sufficiente.
17 AGOSTO: DAYTONA
Oggi partiamo per Daytona, quindi da Tampa riattraversiamo la Florida passando per Orlando, ma senza fermarci sia perché ci siamo già stati, sia perché ci vorrebbe qualche giorno in più, e arriviamo a Daytona. Qui non si può sbagliare: appena si esce dall’autostrada ci si trova davanti al Daytona International Speedway, tempio dei motori e tappa obbligata. E’ emozionante visitare il tempio della velocità, tra i più famosi al mondo. Dal vivo, dimensioni e inclinazione della pista sono tutta un’altra cosa. Il tour dura 90 minuti e costa circa 20 dollari, ed è completo: visita alle tribune centrali, in pitline, briefing sulle regole della pista, giro interno al circuito, visita dei box; c’è la possibilità di fare un giro come co-pilota o pilota. All’interno un negozio di souvenir e un bar. In costruzione, nuove aree più attrezzate, soprattutto per la ristorazione. Il tour è piacevole anche per chi non ama i motori, l’unico neo è che la guida parla inglese, e non sono previsti strumenti audio in altre lingue, per cui a volte si fatica un pò a tradurre.
Finito il Tour andiamo in albergo, e ci godiamo la famosa spiaggia di Daytona. Daytona Beach merita una tappa: è un paese (non molto grande, a misura d’uomo) molto divertente! La spiaggia bella, ampia, non troppo affollata, con la peculiarità che le auto possono entrare (!), per cui, chiaramente, tutti scaricano qualsiasi cosa dai bauli: sedie, ombrelloni, ma anche frigo pieni di cibo e bibite! La sera, piena di luci, in centro c’è un grande centro commerciale con un anfiteatro dove si svolgono feste, concerti; i locali sulla spiaggia sono davvero belli, in legno, si mangia bene, c’è l’imbarazzo. Alcuni sono tipici, alcuni un po’ turistici, ma vale la pena passeggiare un po’ per vederli.
Il mattino, invece, un’altra scoperta: un’alba stupenda, la spiaggia completamente vuota, un mare stupendo e tanti animali tra tartarughe, pellicani e delfini…. un paradiso. Merita una tappa in un tour della Florida, ma anche qualche giorno. Divertente.
18 AGOSTO: KENNEDY SPACE CENTER – CAPE CANAVERAL/VERO BEACH
Dopo aver lasciato la spiaggia di Daytona, partiamo per Cape Canaveral, siamo molto eccitati, anche perché io marito è appassionato di spazio, e non vediamo l’ora di arrivare. Chiaramente si trova in mezzo al nulla, in una zona piuttosto paludosa. Ed è subito spettacolare: un missile ricostruito per segnalare l’entrata. L’organizzazione, come al solito, permette di soddisfare diverse esigenze. Noi optiamo per il tour base, che è completo, e l’audioguida in italiano; durerà 5 ore, ma non ci si accorge. Volendo fare anche tutte le strutture ideate per le famiglie e i bambini, quali filmati ad hoc, cinema in 3D, etc, penso che ce ne vogliano almeno 7.
All’entrata alcune strutture si possono girare tranquillamente da soli, dopodichè partono dei pullman ogni 15 minuti circa, con la guida che conduce vicino alla rampa di lancio, il grande mezzo che trasporta le navicelle, si toccano da vicino i primi missili, si può anche entrare fisicamente in alcuni. Il contatto è reale, si “tocca” con mano in che poco spazio siano stati costretti a volare, si vedono le prime tute fino ad oggi, il wc, i pasti, il letto. Mi hanno molto colpito queste piccole cose ma che a loro chiaramente costa anni di studio. La visita non è mai banale, tutto è molto studiato direi in modo cinematografico: molti filmati, colpi di scena, montaggi scenografici degni di un regista: memorabile lo sbarco sulla Luna, (non invidio l’omino che ogni 2 ore “atterra”!), e la ricostruzione della partenza dell’Apollo, fatta nella vera sala in cui è accaduta, e lasciata esattamente così, telecamere comprese, dove ci si siede e si rivive quel momento, con l’animazione del pavimento che sembra muoversi e il boato esterno (mi ha ricordato alcune attrazione di Orlando, tra cui Twister). È stato davvero emozionante, e vale i 50 € spesi.
Nel tardo pomeriggio iniziamo a scendere, senza fretta, verso Miami, decidendo di fermarci nelle varie cittadine, senza meta. Attraversiamo Cocoa Beach e Vero beach, una delle prime cittadine formatasi come oasi e luogo per dimenticare l’inverno rigido. È un susseguirsi di campi da golf e grandi residence con qualsiasi attrezzatura sportiva immaginabile. Capisco perché così tanti pensionati newyorkesi ma anche europei decidano di vivere qui.
19 AGOSTO: BOCA RATON/PALM BEACH/FT. LAUDERDALE
Dopo aver trascorso la notte a Boca Raton, risaliamo un pezzettino per vedere la famosa Palm beach, non so dire quanti campi da golf esistano in questa zona, sembra di essere in California, e arriviamo a Fort Lauderdale. Una città di snodo turistico, ha un proprio aeroporto che gli americano utilizzano, un grande porto da dove partono le navi da crociera. A differenza di altri cittadine, mi sembra proprio questa la sua peculiarità: una ingente quantità di barche, di qualsiasi dimensione; e infatti le escursioni in barca sono centinaia, così come le uova di tartaruga che troviamo sulla spiaggia (è stato così in quasi tutte le spiagge, ma da Daytona a qui ancora di più). Sembra siano più loro dei turisti!.
La sera andiamo in centro, non è molto molto grande ma è carino, pieno di vita, ceniamo sul lungo mare con questi bei colori e le palme…
20 AGOSTO: FT. LAUDERDALE/SUNRISE
Oggi un po’ di mare e un po’ di shopping. Andiamo, dotati di scarpe comode, al famoso SawGrass di Sunrise, il più grande Outlet della florida, e rifornirci di t-shirt e altro.
21 AGOSTO: MIAMI
Ultimo giorno, si torna a Miami e poi nel pomeriggio si riparte. Il viaggio è stato bello, abbiamo visto molte cose, e come al solito siamo arricchiti dell’educazione, del rispetto, dell’organizzazione e della libertà statunitense, che permette di girare in tutta tranquillità, peraltro a costi contenuti. Ci vediamo l’anno prossimo!