Le Seychelles e lo spirito creolo

20/08/05 Italia - Mahè Ore 20.30 Aeroporto di Roma Fiumicino. Finalmente si parteeeeeeee !!!!!! Il volo, effettuato con un Boeing 767 della Air Seychelles da 246 posti, è durato 8 ore e 20 minuti. La Air Seychelles è un’ottima compagnia. Il servizio di bordo è di prim’ordine. Le hostess e gli stewart sono gentilissimi e la cena creola...
Scritto da: Giovanna Tullo
le seychelles e lo spirito creolo
Partenza il: 20/08/2005
Ritorno il: 03/09/2005
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20/08/05 Italia – Mahè Ore 20.30 Aeroporto di Roma Fiumicino. Finalmente si parteeeeeeee !!!!!! Il volo, effettuato con un Boeing 767 della Air Seychelles da 246 posti, è durato 8 ore e 20 minuti. La Air Seychelles è un’ottima compagnia. Il servizio di bordo è di prim’ordine. Le hostess e gli stewart sono gentilissimi e la cena creola (anche se fatta alle 23.00) è molto buona. Molto coinvolgente la musica creola che si ascolta appena saliti a bordo. Sembra quasi di respirare già l’atmosfera seychellese.

21/08/05 Mahè Una volta scesi all’aeroporto di Mahè, che è sul mare ed è in fase di rifacimento, ci siamo dovuti fermare all’ufficio immigrazione dove a ciascun turista viene rilasciato un permesso di soggiorno turistico e dove a tutti viene controllato il biglietto di ritorno.

Mahè è l’isola principale delle Seychelles ed è caratterizzata da una grande varietà di paesaggi. Infatti alle stupende spiagge sabbiose bianche come cipria, circondate da palme e takamaka si alternano suggestivi promontori granitici coperti di vegetazione tropicale e piantagioni di the. Ovunque palme, banani, felci, ibiscus, frangipane alberi del pane, di passionfruit e takamaka.

Lasciato l’aeroporto a bordo di un pulmino in venti minuti siamo arrivati al Casuarina Beach Hotel, il nostro hotel a Mahè. Nel tragitto verso il Casuarina abbiamo conosciuti i simpaticissimi toscani Tiberio ed Elisabetta che durante il nostro soggiorno a Mahè sono diventati i nostri inseparabili amici.

Il Casuarina Beach Hotel si trova direttamente sulla spiaggia di Anse Aux Pins immerso in una bella vegetazione e situato in ottima posizione per muoversi liberamente sull’isola. L’albergo, di proprietà del fratello della proprietaria di Alke Viaggi, è carino e nel tipico stile creolo. Le camere invece, anche se offrono una bella vista mare e hanno l’aria condizionata, avrebbero bisogno di essere ristrutturate così come i servizi igienici che lasciano molto a desiderare. A disposizione dei clienti, oltre la spiaggia, c’è un biliardo e un piccolo campo da bocce. La cucina creola offerta al Casuarina è abbastanza buona. La colazione è a buffet mentre la cena è servita.

Dopo la sistemazione in camera e il cambio in nero dei primi Euro in Rupie, col cambio 1/10 contro l’1/6 che offrono le banche, siamo andati a fare un giro nella capitale Victoria. La prima cosa che ci ha meravigliato è stata la fermata dell’autobus. La più vicina al Casuarina è contraddistinta da un albero lungo la strada. Si avete letto bene. Non c’è nessun segnale se non questo albero sotto il quale la gente si mette in attesa dell’autobus. All’andata comunque non siamo andati in autobus ma abbiamo accettato il passaggio di Christopher, un ragazzo seychellese che avremmo poi rivisto anche nei giorni seguenti. Christopher ci ha portato direttamente a Victoria dove abbiamo acquistato una convenientissima sim card da 200 Rupie della Airtel, una compagnia telefonica seychellese, che abbiamo usato sempre per telefonare a casa.

Victoria, così chiamata in onore della Regina Vittoria d’Inghilterra, è la capitale delle Seychelles ed è l’unica vera “città” di tutte le Seychelles. Con i suoi 20.000 abitanti è una delle capitali più piccole del mondo, è ordinata e carina e si visita in poco tempo. Il centro della città è facilmente riconoscibile dalla Clock Tower, posta all’incrocio di Indipendence Avenue, la via principale dove sorgono gli edifici più importanti e Albert Street, la trafficata via commerciale. I seychellesi sono molto simpatici, gentili e si ingegnano come possono. Infatti è possibile vedere tantissimi pick up con a bordo una decina di persone. Lasciata Victoria in autobus, direttamente dal terminal della Capitale, abbiamo raggiunto Beau Vallon. Beau Vallon Beach è la spiaggia più turistica di Mahè ma a nostro avviso non la più bella. Nonostante spesso i vari tour operator tendano a definirla tale. A forma di mezzaluna, immersa nel verde offre un mare calmo e piatto dove si può fare il bagno tranquillamente ed è la spiaggia dove a Mahè abbiamo trovato più italiani. Alla fermata dell’autobus invece ci siamo intrattenuti con un gruppo di simpatiche vecchiette con i loro allegri cappellini e i vestiti dai colori sgargianti. Prendere l’autobus è sicuramente un’esperienza affascinante. Sono efficienti, toccano tutti i punti dell’isola, il biglietto costa solo 3 Rupie a corsa e sono sempre strapieni di sorridenti seychellesi pronti a dare una mano e a fare una chiacchierata con i turisti.

Tornati nel nostro albergo abbiamo gustato la nostra prima cena seychellese in compagnia di Tiberio ed Elisabetta che il primo giorno sono rimasti in albergo. A Mahè, come in tutte le Seychelles, fa buio alle 18.30, non c’è illuminazione pubblica e dopo quell’ora la vita sembra fermarsi, per ricominciare solo all’alba del giorno dopo.

Dopo cena siamo rimasti a chiacchierare un po’ con Tiberio ed Elisabetta nella hall dell’albergo e abbiamo conosciuto Ivan, un divertente ragazzo seychellese che parlava anche italiano e che si è offerto di farci da guida per il giorno dopo alla scoperta dell’isola.

22/08/05 Mahè In compagnia di Tiberio ed Elisabetta, siamo partiti alla scoperta di Mahè con Ivan che ci è venuto a prendere con la sua macchina davanti all’albergo.

L’isola è piuttosto lunga e le distanze sono notevoli. Come già detto Mahè offre paesaggi variegati che vanno dal Morne Seychellois alto 915 metri coperto di boschi tropicali e piantagioni di tè e vaniglia alle bellissime e grandi spiagge quasi deserte. La nostra prima tappa è stata Victoria. Poi da qui attraverso la Sans Souci Road abbiamo raggiunto il Morne Seychellois. La Sans Souci Road è una bella strada panoramica lunga 12 km che si inerpica dai sobborghi della Capitale nella fitta foresta e offre tanti punti panoramici. In particolare sul Parco Marino di St. Anne. All’interno del Morne Seychellois in bellissima posizione panoramica, si possono ammirare le rovine della Missione, una scuola costruita nel 1875 dagli anglicani, il cui bellissimo viale conduce a Viewing Lodge, altro punto dove godere panorami mozzafiato. Qui oltre al panorama abbiamo visto anche le piante dell’albero del pane, della papaia, del frutto della passione, della cannella e della citronella. Quindi abbiamo fatto una sosta alla Tea Factory, una fabbrica di tè circondata da una bella piantagione dove ci siamo fermati ad acquistare il tè alla vaniglia e la citronella. Lasciato il Morne Seychellois ci siamo diretti verso le spiagge. Abbiamo fatto una sosta prima a Port Launay, una bellissima spiaggia con un mare color smeraldo, basso e calmo e poi sull’impetuosa Grande Anse, un’enorme spiaggia quasi completamente deserta e perfetta per il surf con le sue enormi onde. Lasciata alle nostre spalle Baie Lazare con la sua sabbia bianca e fine ci siamo fermati ad Anse Takamaka, una splendida spiaggia di sabbia bianca circondata dagli ombrosi e begli alberi di takamaka. Sulla spiaggia di Anse Takamaka c’è “Chez Batista”, l’ottimo e caratteristico ristorante dove ci siamo fermati per pranzo. Lo “Chez Batista” è un bel ristorante tipico sul mare tutto in legno col tetto di paglia e il pavimento di sabbia e offre deliziosi tipici piatti creoli per cifre che si aggirano introno alle 150 Rupie, bibite comprese. Dopo pranzo siamo tornati indietro direzione Petit Anse dove abbiamo trascorso il pomeriggio. Petit Anse è una spiaggia bellissima e suggestiva ma piuttosto isolata e difficile da raggiungere. Qui ci siamo divertiti a giocare con le trasparenti onde turchesi che si infrangevano a riva e ci siamo rilassati sulla sua soffice sabbia bianca piena di simpaticissimi granchietti bianchi. Tornando verso la macchina lungo il viottolo sterrato Ivan ci ha insegnato ad aprire il cocco. Dopo Petit Anse è stata la volta di Anse Intendance, immensa, spettacolare e selvaggia spiaggia battuta dai venti, che al tramonto ci ha offerto uno spettacolo incantevole. Transitando per la bella Anse Royale è finita la nostra gita alla scoperta di Mahè.

La giornata però non ha avuto l’epilogo sereno che pensavamo. Davanti al nostro hotel infatti ci hanno rubato uno dei nostri due zaini. Per fortuna hanno preso lo zaino sbagliato perché c’erano “solo” un telo, gli occhiali da sole, un orologio, un cappello e il caricabatteria.

23/08/05 Mahè Sempre in compagnia di Tiberio ed Elisabetta, da Anse Aux Pins in 20 minuti di autobus abbiamo raggiunto Victoria. Arrivati nella Capitale siamo partiti alla scoperta del “Sir Selwyn Clarke Market”, l’imperdibile mercato creolo ottimo per lo shopping per la sua varietà di scelta vista la miriade di pesce, frutta, verdura e spezie messi in bella mostra sulle bancarelle. Il mercato è un tripudio e un’esaltazione di colori e profumi ed offre uno spaccato della vera vita seychellese perché permette di vedere da vicino la popolazione locale che affolla il mercato e si confonde tra i turisti. Lasciato il mercato ci siamo fermati a pranzo al “Pirates Arms”, un bel ristorante in Indipendence Avenue dove abbiamo gustato un ottimo pranzo creolo spendendo circa 10 € a testa. A Victoria abbiamo incontrato anche Christopher che ci ha cambiato altri soldi in nero. Vi consiglio di cambiare al massimo 50 € ogni volta per evitare che vi restino in mano tante Rupie che poi non potrete più cambiare in Euro. Tanto durante tutta la vostra vacanza incontrerete tantissimi ragazzi, sia in strada che in spiaggia disposti a cambiarvi i soldi.

Dopo pranzo siamo andati a comprare un po’ di buonissimi ed economici succhi di frutta all’SMB, abbiamo fatto un giro nei tanti negozietti di Albert Street, la via commerciale di Victoria, e io e Stefano abbiamo acquistato per l’indomani i biglietti per la gita al St. Anne Marine National Park. La sera, dopo cena, come nostra abitudine ci siamo fermati a chiacchierare nella hall in compagnia di Tiberio ed Elisabetta davanti a una Seybrew, la birra seychellese e abbiamo concluso la nostra serata con una passeggiata sulla bella spiaggia davanti all’albergo.

24/08/05 Mahè Dal Marine Charter di Victoria, a bordo di una barca col fondo di vetro, siamo partiti alla volta del St. Anne Marine National Park. Il St. Anne Marine National Park si trova di fronte a Victoria e si raggiunge in circa 30 minuti di barca. Istituito nel 1973, è un piccolo e bellissimo parco marino, patrimonio dell’UNESCO, circondato da una meravigliosa barriera corallina e con una laguna favolosa. Il Parco Marino è costituito da un arcipelago di cinque isole granitiche: St. Anne, Moyenne, Cerf, Long e Round nelle cui acque vivono più di 150 coloratissime specie di pesci. Una volta arrivati all’interno del parco marino, dopo aver ammirato i tantissimi pesciolini dal fondo di vetro della barca, ci si può dedicare per una mezz’oretta allo snorkeling ed infine si sbarca su una delle isolette prescelte e qui si trascorre il resto della giornata. Noi siamo sbarcati sulla paradisiaca Moyenne Island, piccola e suggestiva isola di proprietà di Mr. Lafortune, un miliardario inglese che vive qui da solo con le sue tartarughe. Moyenne Island si trova nel centro del parco marino ed è famosa per essere stata frequentata dai pirati che ci avrebbero nascosto un tesoro. Il fondale dell’isola è bassissimo e la stupenda laguna che la circonda ha dei colori che spaziano dal turchese allo smeraldo a seconda della profondità dell’acqua. Intorno all’isola il panorama è mozzafiato con le altre verdi isole dell’arcipelago e Mahè sullo sfondo.

Dopo essere sbarcati sulla spiaggia di sabbia bianchissima abbiamo incontrato subito le grandi tartarughe terresti di Mr. Lafortune che girano libere e si lasciano accarezzare e poi siamo partiti alla scoperta dell’isola. Il tour dell’isola, ben segnalato e di media difficoltà, offre scorci davvero notevoli e vale decisamente la pena. Dopo aver pranzato nell’unico e buon ristorante dell’isola: il “Jolly Roger” con specialità creole a buffet, ci siamo diretti verso la meravigliosa spiaggia. Qui ci siamo rilassati e abbiamo fatto il bagno nelle tranquille e trasparenti acque con le piccole onde meglio di un idromassaggio. Il costo della gita è stato di 70 € a persona, compreso il pranzo e la guida italiana (Ciao Patricia), e sono stati soldi davvero ben spesi. Su tutta l’isola eravamo solo in 15 e cogliamo l’occasione per salutare i simpaticissimi spagnoli Goy e Antonio e gli italiani Simone e Silvia col piccolo Michele con i quali abbiamo trascorso una giornata che non dimenticheremo mai. La giornata poi ha avuto un epilogo più che piacevole. Mentre eravamo a Moyenne Island, infatti, ci ha chiamato un poliziotto dalla Stazione della Polizia chiedendoci se per caso avevamo perso uno zaino. Ebbene si. Lo sappiamo che sembra quasi impossibile eppure la polizia ha ritrovato il nostro zaino con tutto il suo contenuto ed è risalita a noi grazie al numero di telefono che avevamo lasciato nello zaino. Per la serie tutto bene quel che finisce bene !!! L’ultima sera a Mahè con Tiberio ed Elisabetta abbiamo cenato allo stesso tavolo e per festeggiare abbiamo preso un litro del vino della casa per la modica cifra di 20 € al litro. Ci è dispiaciuto moltissimo lasciarli e li ringraziamo per le belle giornate che ci hanno regalato con la loro compagnia. 25/08/05 Mahè – Praslin – La Digue Sveglia presto stamattina. Direzione aeroporto di Mahè con volo per Praslin, poi 30 minuti di barca per La Digue e finalmente arrivoooooo !!!! Arrivati in aeroporto e fatto il check in ci consegnano degli enormi boarding pass in plastica. Con i nostri amici Fabio e Francesco, conosciuti al Casuarina dove anche loro alloggiavano, ci sistemiamo nella sala d’aspetto e dopo un’interminabile attesa ci imbarchiamo alla volta di Praslin. L’aereo è uno Shorts 360 – 300 della Air Seychelles da 36 posti. Il volo è durato circa 15 minuti e dall’alto abbiamo goduto di un’incantevole vista sul St. Anne Marine National Park. Una volta scesi a Praslin, sempre insieme a Fabio e Francesco, in 20 minuti abbiamo raggiunto in pulmino il piccolo porto di Baie St. Anne, il capoluogo di Praslin, dove abbiamo preso il traghetto per La Digue. La traversata dura 30 minuti e il traghetto di solito ondeggia parecchio.

La Digue in una parola è stupenda. Piccola, accogliente e familiare, è completamente circondata da blocchi di granito rosa e nero modellati dal vento che sembrano finti per quanto sono belli, da spiagge bianchissime da sogno, dal mare cristallino e da meravigliose palme che crescono anche nei posti più impensati. Le spiagge a La Digue sono tutte molto belle ma anche tutte diverse l’una dall’altra. L’isola è caratterizzata da un’atmosfera tranquilla, rilassata e senza tempo. Gli abitanti, molto cordiali e calorosi, vivono nelle casette sparse sull’isola, vanno a pesca, tengono in ordine e pulite strade e giardini e sono sempre sorridenti. Tantissimi sono i giovani e i bambini. Qui tutto è a misura d’uomo e si può girare esclusivamente, o quasi, a piedi, in bicicletta oppure utilizzando i locali carri trainati da lentissimi e folkloristici buoi che qui fungono da taxi. Le automobili, infatti, sono pochissime. E anche noi, arrivati nel piccolissimo porto di La Passe, dopo aver salutato Fabio e Francesco alloggiati in un altro albergo, abbiamo trovato ad accoglierci Julian, un simpatico ragazzo locale che a bordo del suo carretto trainato da un bue, in circa 10 minuti alla velocità stratosferica di 3 km all’ora ci ha condotto alla nostra “Pension Michel”. La Pension Michel è una piccola e accogliente guest house in legno situata a due passi da Anse Reunion. Offre solo 5 camere ben arredate e pulite tutte con veranda e ventilatore a soffitto. Molto buone le cene creolo che di solito cominciano verso le 20.00 e solo quando tutti gli ospiti della guest house sono seduti al loro tavolo. La colazione qui è a buffet abbondante mentre la colazione è servita.

Dopo esserci sistemati in camera siamo partiti subito in esplorazione all’isola. Attraversata la vicinissima La Passe, con le sue casette ad un piano, l’ospedale, i negozietti, il supermercato “Gregoire’s”, l’ufficio postale e i tanti noleggiatori di biciclette, proseguendo lungo la via principale siamo arrivati prima ad Anse Patates e poi siamo tornati indietro verso Anse Severe. Anse Patates è una bella e piccola spiaggia con degli enormi e bellissimi massi di granito. Anse Severe, invece, è una bella, lunga e tranquilla spiaggia con un mare meraviglioso. Qui siamo rimasti per il resto del pomeriggio facendo il bagno e crogiolandoci al sole.

La sera alla “Pension Michel” abbiamo gustato una buona cena creola a buffet e abbiamo conosciuto i toscani Simone e Grazia e i romani Beppe, Deborah e la piccola Noemi. Questi ultimi in partenza per Praslin il giorno successivo.

26/08/05 La Digue Lasciata la nostra Guest House in 15 minuti a piedi abbiamo raggiunto il molo di La Passe dove abbiamo incontrato Helene, la nostra guida e gli altri otto ragazzi, tra i quali anche Simone e Grazia conosciuti la sera prima alla Pension Michel, con i quali abbiamo fatto l’escursione a Sisters Island, Coco Island e Felicitè Island. La prima tappa Sisters Island si raggiunge in 15 minuti di barca. Qui siamo approdati su una bella spiaggia dove si può fare snorkeling tra tantissimi ed enormi pesci grigi che per nulla intimoriti si avvicinano ai bagnanti. Attraverso un incantevole giardino tropicale con un prato soffice e impalpabile come velluto, bellissime palme e una lussureggiante vegetazione siamo giunti sull’altro versante dell’isola dove c’è una splendida spiaggia. La spiaggia affaccia su un mare di un blu intenso e ha enormi massi di granito all’estremità. Grosse e alte onde arrivano spumeggianti a riva e noi ci siamo divertiti a rincorrere e saltare. A Sisters abbiamo incontrato anche Leonardo Pieraccioni con la sua ultima fidanzata ma, a differenza degli altri turisti italiani con i quali abbiamo fatto amicizia, non si è degnato neppure di rispondere ad un nostro educato “ciao”. Va bè.

Oltre a Simone e Grazia, che avevamo conosciuto alla Pension Michel, durante la gita abbiamo fatto amicizia con gli allegri milanesi Elena e Ivan che abbiamo poi rincontrato anche nei giorni successivi e la dolce Cristiana e lo “skipper” Mauro, due simpaticissimi romani che hanno poi condiviso con noi parte della nostra permanenza a La Digue e Praslin. Tornati sulla spiaggia dove siamo sbarcati abbiamo gustato l’ottimo barbecue di pesce con l’insalata e la frutta esotica e dopo pranzo siamo partiti alla volta di Coco Island. Un acquazzone ci ha sorpresi durante la traversata verso Coco Island bagnandoci tutti. Arrivati al largo di Coco Island però il cielo si è aperto e tutti e otto abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Coco Island è conosciuta come il posto migliore per lo snorkeling. E’ un’isola bellissima e piccolissima ed è composta solo da grossi blocchi di granito, alcune palme e una striscia di sabbia bianca. La piccolissima spiaggia è circondata da rocce e un mare multicolore di tutte le tonalità di blu, celeste, turchese e azzurro dal fondale basso, caldo e limpido pieno di colorati pesci tropicali e tartarughe marine.

Da notare che per lo sbarco sulle isole bisogna versare tra i 10 e i 20 € a testa di “fee” (tassa) anche se su queste isole, oltre la natura, non c’è niente. Dopo Coco è stata la volta di Felicitè, una bella isola privata che però non abbiamo visitato restando al largo a fare snorkeling tra le tartarughe marine. Lasciata Felicitè siamo tornati verso il porto di La Digue. La gita a Sisters, Coco e Felicitè è un’escursione davvero bella che consiglio a tutti. L’incontro più bello della giornata è stato sicuramente quello in mare aperto con un enorme squalo balena che ci ha lasciati tutti letteralmente con la bocca aperta. Tornati sulla nostra incantevole La Digue abbiamo incontrato i nostri amici romani Francesco e Fabio, in partenza il giorno successivo, e con loro abbiamo trascorso la serata visto che sono venuti a cena con noi alla Pension Michel per trascorrere tutti e quattro insieme la loro ultima sera a La Digue. Ne approfittiamo per salutare anche loro ringraziandoli della piacevolissima compagnia. La stessa sera a cena abbiamo conosciuto i neo sposini come noi Riccardo e Michela di Viterbo. Anche con loro nei giorni successivi sia a La Digue che a Praslin abbiamo trascorso momenti davvero belli. Ciao ragazzi !!!! 27/08/05 La Digue Noleggiate due biciclette alla “Pension Michel”, al costo di 35 Rupie al giorno, siamo partiti alla scoperta dell’isola in bici. A La Digue c’è un’unica strada lunga 5 km che corre per un pò lungo la costa e un po’ all’interno, senza peraltro fare neanche il giro completo dell’isola. Per il resto, solo sentieri. Come già detto, tranne pochissimi mezzi di locomozione motorizzati, l’unico mezzo per girare sull’isola, oltre che by foot e col carretto col bue, è la bicicletta. Così dalla Pension Michel ci siamo diretti verso sud alla volta dell’Union Estate e della famosissima Anse Source d’Argent. Superata La Reunion, il secondo e unico villaggio dopo La Passe, un agglomerato di tipiche casette con la chiesa cattolica di Notre Dame de l’Assumption, la scuola e i negozietti, siamo arrivati all’ingresso di Union Estate dove abbiamo acquistato due biglietti giornalieri al prezzo di 4 € a testa. Union Estate è una bella tenuta, circondata da un prato verdissimo e lussureggianti palme, che affaccia sul mare. All’interno dell’Union c’è il vecchio e suggestivo cimitero dei primi coloni, la piantagione di vaniglia e cocco, un negozietto di souvenir e un recinto di tartarughe giganti. Ma c’è anche la Coprah Factory, un tempo la più grande fabbrica di olio di coprah di La Digue. L’olio di coprah è la polpa di noce di cocco essiccata, trattata e trasformata in olio per poi essere esportato. Nella minuscola fabbrica all’aperto si svolgono dimostrazioni di come l’olio di cocco viene estratto con il metodo, ancora usato, delle macine di pietra mosse dalla forza bovina. E anche noi abbiamo visto la montagna di cocco fatto essiccare e il grande frantoio la cui pala è girata da un bue che ruota in continuazione e macina il cocco producendo l’olio. All’interno dell’Union Estate si può girare in bicicletta e dopo aver assistito alla dimostrazione della produzione dell’olio ci siamo diretti verso la caratteristica Plantation House. La “Plantation House” è la casa coloniale col tetto ricoperto di foglie di palma dove negli anni ‘70 hanno girato il film “Emanuelle”, dove ha soggiornato anche Tony Blair e vicino la quale c’è Anse Union, la spiaggia dalla quale in lontananza si vede Anse Source d’Argent. Lasciata la bicicletta nell’apposito parcheggio abbiamo camminato per circa 400 metri nel sentiero di sabbia bianca tra enormi massi di granito levigati e palme altissime prima di arrivare ad Anse Source d’Argent. Anse Source d’Argent, famosa in tutto il mondo grazie agli spot pubblicitari e ai servizi di moda, è talmente bella da sembrare finta. Lunga e sottile, è difficile da descrivere con la sua sabbia di un bianco accecante, le incredibili ed enormi rocce di granito rosa levigate, le verdissime e lussureggianti palme e l’acqua verde smeraldo limpida ed invitante. La barriera corallina al largo controlla le onde e crea una fantastica laguna con acqua bassa, calma e di una trasparenza incredibile. Dopo esserci sistemati in una piccola caletta riparata ci siamo goduti una bellissima passeggiata alla scoperta dei tantissimi archi, fenditure, corridoi, piccoli labirinti e tunnel che costeggiano il mare e tornati in spiaggia abbiamo incontrato Simone e Grazia, i nostri coinquilini alla “Pension Michel”, con i quali siamo andati a pranzo nel vicino ristorantino all’interno della Tenuta dell’Union dove abbiamo rincontrato anche Mauro, Cristiana, Elena e Ivan, i ragazzi conosciuti il giorno prima nell’escursione a Sisters, Coco e Felicitè Island. Dopo pranzo siamo tornati sulla spiaggia di Anse Source d’Argent dove ci siamo divertiti a fare il un bagno, circondati da un mare e una vegetazione stupenda e dagli enormi blocchi di granito rosa levigati, ci siamo goduti un po’ di relax e abbiamo rincontrato anche i calorosi Goy e Antonio di Madrid conosciuti a Moyenne Island. Prima di lasciare la Tenuta dell’Union ci siamo fermati nel negozietto di souvenir all’interno di Union Estate che in seguito si è rivelato il più economico come prezzi. Qui abbiamo acquistato qualche saponetta impagliata, l’olio di cocco e i bellissimi e colorati pesciolini di legno.

Dopo cena, in compagnia dei ragazzi italiani alloggiati nella nostra Guest House, armati di pila, siamo andati a fare un giro a La Passe in un’atmosfera davvero irreale, visto il buio e la calma, per essere un sabato di fine agosto. Se cercate anche un minimo di divertimento serale le Seychelles non sono per voi. Qui la calma e la tranquillità regnano sovrane anche di sera.

28/08/05 La Digue Sempre a bordo della nostra fedele bicicletta siamo partiti alla scoperta di Grande Anse, Petit Anse e Anse Coco, le tre selvagge spiagge a sud di La Digue. Attraversando il paesino di La Reunion abbiamo rincontrato Mauro e Cristiana, anche loro in bicicletta. L’isola è talmente piccola che finiamo per rincontrarci con piacere sempre tutti.

Percorsi circa 3 km di saliscendi all’interno dell’isola eccoci arrivati a Grande Anse. La strada è abbastanza ampia e molto bella. In mezzo alla rigogliosa vegetazione, infatti, si scorgono alcune casette creole in legno o color pastello, tanti fiori, i cordialissimi seychellesi intenti nelle loro attività quotidiane e tantissimi bimbi che giocano. A La Digue si respira un’atmosfera davvero magica. Grande Anse è un’immensa spiaggia con alte onde, chiusa all’estremità da due penisolette formate da massi granitici rosa, è poco affollata e davvero spettacolare. Le onde altissime sbattono contro le rocce, arrivano schiumose a riva e rendono il bagno pericoloso. Viste le forti correnti e la risacca qui, infatti, è meglio evitare di fare il bagno. Su Grande Anse c’è anche un bel ristorantino e dietro la spiaggia una piccola laguna tra i massi. Da Grand Anse parte il piccolo e accidentato sentiero per Petite Anse e noi dopo aver ammirato e rincorso per un po’ le imponenti onde di Grande Anse scappando al loro arrivo ci siamo rimboccati le maniche e siamo partiti in avanscoperta. Il sentiero per Petite Anse è tutto in salita e per arrivarci bisogna andare a piedi spendendo un po’ di energie. Petite Anse di petit non ha niente, è molto simile a Grande Anse, le correnti sono forti, il bagno è sconsigliato ed inoltre è molto più isolata non essendo raggiungibile con la bici. A Petite Anse ci ha sorpresi un acquazzone tropicale impedendoci di proseguire per Anse Coco che ci hanno detto essere la più bella delle tre (ci si arriva con altri 45 minuti di trekking). Terminato l’acquazzone abbiamo ripreso la nostra bici e siamo tornati indietro verso La Reunion. Arrivati nel paesino abbiamo rincontrato Simone e Grazia e con loro siamo andati a pranzo nel buon ed economico “Chez Marston”, frequentatissimo ristorantino di La Passe spendendo circa 10 € a testa. Dopo pranzo ci siamo dedicati un po’ allo shopping acquistando qualche altro souvenir nei tanti negozietti artigianali di La Reunion e La Passe e infine abbiamo terminato la nostra giornata sulla spiaggia di Anse Severe tra un po’ di relax e una chiacchierata con i nostri amici Riccardo e Michela che abbiamo incontrato lì.

La sera, visto che era la nostra ultima serata tutti insieme a La Digue, abbiamo cenato insieme a Grazia e Simone e Michela e Riccardo brindando a fine serata col nostro ormai apprezzatissimo infuso di citronella. Noi infatti il giorno dopo siamo partiti per Praslin. Grazia e Simone sono tornati in Italia e Michela e Riccardo ci hanno raggiunti a Praslin due giorni dopo.

29/08/05 La Digue – Praslin Al mattino presto, in compagnia dei nostri amici Mauro e Cristiana, abbiamo lasciato La Digue e con lo stesso traghetto dell’andata in 30 minuti siamo tornati a Praslin. Praslin è un’isola verdissima che sembra poggiata sul mare e il suo piccolo aeroporto è più accogliente, gradevole e pulito di quello internazionale di Mahè. Arrivati al porto di Baie St. Anne in circa 20 minuti di pulmino siamo arrivati a destinazione e abbiamo salutato i nostri amici alloggiati in un altro albergo che poi abbiamo scoperto essere il Beryaja, cioè l’albergo affianco al nostro. A Praslin abbiamo alloggiato al “Le Laurier”, deliziosa e piccola guest house molto reclamizzata, e a ragione, sul sito di “Turisti per caso”. “Le Laurier” si trova a circa 150 metri dalla bellissima Anse Volbert, dispone di 5 camere carine, semplici e pulite con un grande letto in legno (un po’ scomodo), una scrivania, ventilatore a soffitto, una veranda con sdraio e servizi privati. Appena arrivati ci è stato subito offerto un cocktail in una noce di cocco enorme con tanto di orchidea e cannuccia che abbiamo gustato tantissimo. Dopo un discreto pranzo al Ristorante “La Goulue”, a due passi da Anse Volbert, siamo corsi subito in spiaggia. E che spiaggia !!! Anse Volbert, chiamata anche Cote d’Or, è una lunghissima e spettacolare striscia di sabbia bianca, fine ma compatta che si estende per circa 4 km circondata da palme e takamaka e affaccia su un mare cristallino tra il turchese e il verde. Riparata dal vento è ottima per il nuoto e le passeggiate mattutine e serali per la sua compattezza e per nuotare. Di fronte alla spiaggia c’è l’isolotto di St. Pierre che si può raggiungere con due minuti di barca è formato solo da alcuni scogli granitici e qualche palma e di solito ci si va a fare snorkeling. Su Anse Volbert ci sono tantissimi ragazzi locali per il vantaggioso cambio in nero che qui si fa 1/11 e si trovano anche piccole agenzie che organizzano escursioni in barca a prezzi decisamente più bassi delle agenzie locali come Manson’s, Creole Holidays e TTS. Arrivati in spiaggia, come i più classici dei turisti, ci siamo subito tuffati nelle meravigliose acque circostanti e poi ci siamo goduti un po’ di relax sulla spiaggia. In spiaggia abbiamo rincontrato Mauro e Cristiana e con loro siamo andati a prendere un buon gelato ai frutti tropicali nella “Gelateria da Luca” situata sempre su Anse Volbert e di proprietà di un italiano che sinceramente non è il massimo della simpatia. Salutati Mauro e Cristiana, coi quali ci siamo messi d’accordo per trascorrere insieme la giornata successiva, siamo tornati al Le Laurier pronti a gustarci una delle loro tanto decantate cene. E non siamo rimasti delusi. Le cene a buffet prevedono una varietà infinita di ottime prelibatezze creole che vanno dagli antipasti ai primi, tutti disposti su una piroga. Inoltre due eccezionali grigliate, una di pesce e una di carne, sono a disposizione dei clienti che arrivano numerosi anche dagli altri alberghi. Il ristorante apre alle 19.30 e si mangia a lume di candela su bellissimi piatti dipinti a mano con pesci colorati. Come a Mahè e La Digue, anche Praslin non offre divertimenti serali ad eccezione del Casinò, situato in una bella casa colonica non molto distante da Anse Volbert. Noi non ci siamo mai andati ma chi ci è stato ci ha detto che è un posto molto informale e carino e che c’è anche un servizio navetta con una monovolume che dai propri alberghi porta i turisti al Casinò e viceversa.

30/08/05 Praslin In compagnia di Mauro e Cristiana siamo partiti allo scoperta dell’isola di Praslin. La nostra prima tappa è stata la famosa e unica “Vallèe de Mai”. La Vallée de Mai è un suggestivo parco naturale protetto dal 1984 dall’Unesco dove cresce il leggendario Coco de Mer. Il parco è quanto rimane delle lussureggianti foreste preistoriche che esistevano quando le Seychelles erano tutt’uno con il Madagascar, Africa ed India. Il biglietto costa 15 € o 15 $ a persona (è l’unica occasione in cui conviene avere Dollari con sé) e il parco è visitabile a piedi. All’interno è stato creato un percorso di sentieri ben tenuti e ben rimarcati a seconda dei luoghi di particolare interesse indicati da tantissimi cartelli con la spiegazione anche in italiano. Arrampicandosi lungo i sentieri si possono vedere un ruscello pieno di granchi e un immenso masso di granito primordiale delle Seychelles che risale a 650 milioni di anni fa. Quello che colpisce di più però sono naturalmente gli enormi Coco de Mer attaccati alle circa 5000 altissime palme. La palma del Coco de Mer è una palma da cocco con un tronco munito di enormi foglie rigide disposte a ventaglio che produce straordinari frutti e noci che possono essere maschili o femminili. Infatti il Coco de Mer è il frutto più originale del mondo avendo le fattezze dell’organo genitale maschile e femminile. La pianta comincia a produrre i primi frutti intorno ai 25 anni di età ed essi impiegano 7 anni la maturazione completa raggiungendo i 60 cm e pesi che variano tra i 25 e i 40 Kg. I frutti femminili vengono chiamati Coco Fesses. Si stima che alcune palme, che possono raggiungere i 30 metri di altezza, abbiano la veneranda età di 800 anni. L’altezza media delle palme in ogni caso è di 15 metri per il maschio e 10 metri per la femmina. Il Coco de Mer nel corso dei secoli è stata oggetto di miti e leggende. I motivi di tanto clamore furono causati dalle suggestive forme dei frutti maschili e quelli femminili (crescono su palme sessualmente ben distinte). E’ vietato raccogliere i frutti, ma dietro un certificato rilasciato dallo stato, i negozi per turisti possono vendere a carissimo prezzo il frutto femminile. Tantissime sono le leggende intorno a questo frutto. Il generale inglese Gordon Pascià, ad esempio, alimentò la leggenda che si trattasse dell’ ”albero del Bene e del Male” di Adamo ed Eva e che di conseguenza, proprio qui alle Seychelles, dovesse essere ubicato il Paradiso terrestre. All’interno del parco regna un silenzio incredibile rotto periodicamente dal vento che muove le foglie delle palme. Oltre ai fittissimi Coco de Mer, che a stento fanno filtrare la luce, si possono vedere anche palme endemiche, i pandani seychellesi, l’albero del pane, il jackfruit, i filodendri, i cedri, le felci, le piante di bambù e fiori come le orchidee della vaniglia. Lungo il percorso si trovano dei semi rosso scarlatto simili agli smarties ma non commestibili. Questi semi hanno la particolarità di rimanere duri e colorati a vita senza marcire e per questo un tempo venivano usati per fabbricare bottoni o per adornare manufatti. Fra gli animali si possono osservare: granchi e gamberi, gechi, i rari pappagallini neri, lumache giganti e pipistrelli della frutta.

Lasciata la Vallee de Mai ci siamo diretti verso Baie St. Anne. Baie St. Anne, capoluogo e porto di Praslin, è un bel paese ben organizzato con le casette color pastello, diversi ristoranti e tanti bei negozietti di artigianato locale. Attraversata Baie St. Anne ci siamo diretti verso Grande Anse costeggiando tutta la costa occidentale di Praslin fino ad arrivare ad Anse Kerlan a nord dell’isola. Grand Anse non è altro che un’anonima e deludente spiaggia piena di alghe ma tutta la costa orientale non offre niente di particolare. A proposito le strade sono strettissime e a volte a strapiombo sul mare senza nessuna protezione. Per fortuna il traffico è scarso.

Facendo il percorso a ritroso abbiamo attraversato la “nostra” Anse Volbert, abbiamo ammirato le belle e riparate Anse Possession e Anse Boudin e abbiamo raggiunto Anse Lazio, nostra meta finale. Attenzione: se prendete l’autobus per andare ad Anse Lazio sappiate che poi dovrete farvi circa 1.5 km a piedi in salita mentre se andate in taxi vi lascerà direttamente sulla spiaggia. Anse Lazio è ufficialmente la spiaggia più famosa, più fotografata e più bella di Praslin ed è una lunga distesa di sabbia candida con le onde che si infrangono sugli enormi massi di granito posti ai lati della spiaggia. Quasi in mare una bella formazione granitica. La spiaggia è circondata da bellissimi e ombrosi alberi di takamaka e cocco. Alle spalle di Anse Lazio c’è una laguna di acqua cristallina delimitata da grandi rocce rosa facilmente raggiungibile nella quale si riflette il verde della vegetazione. Dopo aver fatto un giro di perlustrazione della spiaggia, con Mauro e Cristiana, decidiamo di andare a mangiare prima di goderci questa meraviglia. Su Anse Lazio ci sono due ristoranti: il “Bon Bon Plume” e “Le Chevalier”. Il primo è più costoso e direttamente sulla spiaggia mentre il secondo è a qualche metro dalla spiaggia e più a buon mercato. Entrambi sono molto carini e curati e offrono una buona cucina. Optiamo per l’affollato “Le Chevalier” dove pranziamo bene spendendo circa 10 € a testa. Dopo pranzo io e Cristiana facciamo una capatina nel negozio di souvenir (un po’ troppo costosi) affianco al ristorante e infine raggiungiamo i nostri uomini che, invece, non vedono l’ora di andare in spiaggia. Arrivati in spiaggia ci siamo goduti un po’ il mare. Quasi subito però ha iniziato a rannuvolarsi e alla fine abbiamo trascorso il resto del pomeriggio rilassandoci sulla spiaggia. Le estremità della baia infatti sono dominate da grossi blocchi di granito coloratissimi e levigati, con splendide insenature circondate dalla vegetazione che offrono una piacevole postazione per un pò di relax. Anse Lazio è l’unica spiaggia di Praslin che abbiamo trovato un pò più affollata delle altre e guardandoci intorno si sentiva parlare solo italiano.

Tornati ad Anse Volbert con Mauro e Cristiana siamo andati in spiaggia e abbiamo rincontrato i nostri amici Riccardo e Michela, arrivati quella mattina da La Digue, e Elena e Ivan. Quasi subito Mauro e Ivan hanno ingaggiato una delle loro solite lunghissime sfide a chi apriva il cocco per primo. Poi dopo aver mangiato tutti una quantità industriale di cocco abbiamo ufficialmente aperto il torneo del cocco al quale abbiamo partecipato tutti e otto tra l’ilarità generale. Il tiro del cocco consisteva nel colpire con un cocco un altro cocco posto a distanza, senza oltrepassare un’immaginaria linea di demarcazione. Una specie di bowling dei poveri. Per la serie ci divertiamo con poco !!!! La sera, invece, siamo andati a cena con Riccardo e Michela a “Le Duc”, il loro albergo. Il mercoledì, infatti, il ristorante del “Le Laurier” è chiuso e i clienti vengono dirottati al ristorante del “Le Duc”, un piccolo albergo molto carino e con un bel giardino. L’inverso avviene la domenica quando è il ristorante del “Le Duc” ad essere chiuso e i suoi clienti sono ospitati al “Le Laurier”. Quindi armati di pila, visto che alle Seychelles non esiste illuminazione pubblica, siamo andati al vicino “Le Duc” e dopo cena, buona ma non come quella del “Le Laurier”, abbiamo trascorso il resto della serata in compagnia dei nostri simpatici amici chiacchierando davanti ad un’immancabile tazza di citronella. 01/09/05 Praslin In compagnia di Mauro, Cristiana, Elena ed Ivan abbiamo organizzato un’escursione in autonomia a Courieuse Island con la barca di Tony, un simpatico ragazzo seychellese che al prezzo di 15 € a persona (+ 10 € di tassa) ci ha portati sull’isola e ci è venuto a riprendere. Non fatevi ingannare dal tour delle tre isole St. Pierre, Cousin e Courieuse perché, a detta di coloro che ci sono stati, il costo è troppo elevato, c’è troppa gente e si va molto di fretta. Inoltre a Cousin si vedono solo uccelli ovunque e nient’altro. Quindi a meno che non siete esperti di bird watching non ci andate !!! Courieuse Island è il paradiso delle tartarughe terrestri giganti. Infatti è stata destinata dal Governo dal Governo alla riproduzione e allo studio delle tartarughe giganti di Aldabra (vivono solo qui e alle Galápagos). Ce ne sono circa 200, dalle più grandi alle più piccole, in completa libertà e, nonostante il loro aspetto sono dolcissime quando le si accarezza sotto il collo rugoso.

Partendo da Anse Volbert si sbarca su una lunga spiaggia ventosa e dopo aver ammirato e accarezzato le tante tartarughe, ci si incammina per un sentiero non molto impegnativo. Camminando per un bel tratto in mezzo alle mangrovie e alle altre piante tropicali si arriva all’altra parte dell’ isola. Qui c’è Anse San Josè, una lunghissima spiaggia bianchissima circondata da una vegetazione rigogliosa. L’acqua è di un blu intenso e diventa subito alta, mentre schiumose onde bianche si infrangono a riva. Sulla spiaggia c’è anche un edificio creolo, una volta casa del medico e oggi sede di un piccolo museo della natura. Ad Anse San Josè ci siamo rilassati facendo il bagno e godendoci l’enorme spiaggia fino a quando Tony ci è venuto a riprendere con la sua barca. Tornati ad Anse Volbert tutti e sei insieme siamo andati a mangiare una pizza e un gelato nel “Bar Gelateria Da Luca”. Entrambi non sono stati male e il locale, neanche a dirlo, è pieno di italiani. Anche qui a Praslin, come a La Digue, ormai noi italiani ci conosciamo un po’ tutti. Dopo la sosta mangereccia ci siamo dedicati allo shopping su Anse Volbert visitando i tanti negozietti per turisti e facendo gli ultimi acquisti di souvenir da portare a casa. Dopo cena sono venuti a trovarci Michela e Riccardo e la serata è trascorsa tra chiacchiere e risate.

02/09/05 Praslin Oggi abbiamo trascorso la nostra ultima giornata ad Anse Lazio con Mauro e Cristiana ed Elena e Ivan. Da Anse Volbert abbiamo raggiunto Anse Lazio col taxi di Adrian, un simpatico ragazzo seychellese col quale abbiamo parlato di calcio e vita seychellese. Arrivati ad Anse Lazio la spiaggia si è presentata in tutto il suo splendore e dopo qualche minuto eravamo già in acqua a giocare con le onde alte anche 3 – 4 metri che ordinatamente si abbattevano sulla spiaggia senza particolare pericolo per noi bagnanti che ci divertiamo come bambini a rincorrerle. Senza particolare pericolo tranne per un’ondona che ha colto di sorpresa Stefano e Cristiana travolgendoli e facendogli fare una serie di capriole in acqua.

Invece del “Le Chevalier” abbiamo cambiato ristorante scegliendo il “Bon Bon Plume” dove spendiamo un po’ di più (15 € a persona) ma gustiamo del pesce freschissimo e il nostro tavolo si trova direttamente sotto delle ombrose palme.

Il pomeriggio è passato tranquillo e velocissimo tra un altro bagno, una passeggiata sul bagnasciuga, un po’ di relax al sole, una chiacchierata e la marea di barzellette di Ivan.

Il nostro ultimo giorno alle Seychelles è terminato con un’allegra ultima rimpatriata al ristorante del “Le Laurier” con Mauro e Cristiana, a cena nel nostro albergo, e Riccardo e Michela che ci hanno raggiunto dopo cena. Per una sera la citronella è stata sostituita da un bicchiere di “Coco d’Amour”, il liquore tipico di Praslin e al momento dei saluti ci siamo salutati con l’augurio di poterci rivedere un giorno.

03/09/05 Praslin – Mahè – Roma Sveglia presto stamattina. Ci aspetta il trasferimento aereo col volo locale della Air Seychelles da Praslin a Mahè e poi il volo internazionale da Mahè all’Italia. All’Aeroporto Internazionale di Victoria ritroviamo i nostri cari Tiberio ed Elisabetta che avevamo conosciuto durante il nostro soggiorno a Mahè e che sono rimasti a Mahè per tutta la loro vacanza ma anche tantissimi altri italiani conosciuti durante questi 15 giorni come Beppe, Deborah e la piccola Noemi. Il volo scorre tranquillo e piacevole come all’andata con la differenza che stavolta essendo giorno abbiamo ammirato dall’alto anche il deserto della Somalia, il Mar Rosso e addirittura visto da 10.000 metri d’altezza le Piramidi. Che altro aggiungere? Non dimenticheremo mai le Seychelles, così a lungo sognate e che alla fine del viaggio si sono rivelate ancora più belle di quanto avessimo potuto immaginare. Auguriamo a tutti di poter fare un giorno un viaggio così bello e a noi stessi di poter visitare ancora un paradiso come questo.

Giovanna & Stefano P.S. Se volete vedere le nostre foto:



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