Le forze della natura

Giro d'Islanda con i fiordi dell'Ovest
Scritto da: maxthedoc
le forze della natura
Partenza il: 10/08/2009
Ritorno il: 24/08/2009
Viaggiatori: 4 adulti ed 1 teenager
Spesa: 2000 €
Dopo aver visto le immagini dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull in Islanda lo scorso aprile sono stato preso da una improvvisa voglia di raccontare il nostro viaggio in questa terra di acqua e fuoco che ha riempito gli occhi ed il cuore di sensazioni uniche che probabilmente faremo fatica a rivivere e dimenticare. Il tutto è nato a Natale scorso in montagna, sotto una fitta nevicata, dove noi (famiglia di cinquantenni con figlia di 13 anni) e i nostri amici (coppia di cinquantenni senza figli) siamo pervasi dal “morbo del nord” e cominciamo a ragionare sulla meta delle nostre abituali ferie estive. Eravamo appena tornati da un week-end lungo “mordi e fuggi” a Stoccolma ove avevamo cominciato a prendere contatti con la vita e la magia delle capitali del nord. Primo obiettivo era la ricerca sul Web della compagnia aerea: il nostro peregrinare ci ha permesso di trovare una compagnia low cost islandese ( www.icelandexpress.com ) che solo nel periodo estivo effettua voli diretti dall’Italia a Keflavik ( il principale aereoporto islandese ). Partenza da Bologna una volta alla settimana ( quest’anno le partenze sono da Orio al Serio), prezzo molto interessante..dopo alcuni tentennamenti decidiamo di prenotare cinque biglietti A/R con partenza il 10 agosto e ritorno il 24 agosto, compreso prenotazione del posto e assicurazione annullamento per l’interessante somma di € 390 ciascuno. Se solo avessimo aspettato un mese in più avremmo trovato lo stesso volo a più di € 650, due mesi dopo tutto sold out ( le agenzie di viaggio che organizzano tour dell’Islanda prenotano in massa tutti i posti aerei salvo liberarli gli ultimi 10 giorni). Bloccato l’aereo abbiamo cominciato a studiare il percorso con le relative tappe, sfruttando le indicazioni trovate in qualche reportage di viaggio ma soprattutto “rubando” le info dei tour organizzati che si trovano sul web. Altro problema è stato la prenotazione dell’auto, decisione fondamentale per il buon esito del viaggio. La scelta dipende dal tipo di tour che si decide di intraprendere: indispensabile una super 4×4 per le escursioni all’interno, una 4×4 normale per percorsi lungo la Ring Road con saltuarie deviazioni all’interno e per non aver problemi di alcun tipo su strade talvolta ai limiti della percorribilità e che non ci sogneremmo mai di percorrere con la nostra auto. La scelta su macchine economiche ( molto diffusa la Yaris) è conveniente per le tasche ma ritengo limitante e molto rischiosa – vi sono Km e Km di strada senza alcun segno di civiltà. Dopo varie discussioni ci si orienta per una bella Nissan Murano con cambio automatico, che ha coniugato sicurezza, comodità e soprattutto ci ha permesso di alloggiare i nostri 5 bagagli senza alcun problema di “stoccaggio”. La proposta più interessante la troviamo su www.geyser.com che ci propone il noleggio al costo di € 1748 tutto compreso, anche lo sconto per earlybird; conferma via mail immediata con tutti i dettagli del caso ( compresa la foto dell’auto!! ). Infine la prenotazione degli alloggi: altro problema….spesso le proposte prevedevano la prenotazione di stanze convenienti ma con bagni comuni….divertente forse 30 anni fa ma assolutamente improponibile ormai per cinquantenni abituati alle seppur minime comodità!! Pertanto ci rivolgiamo a categorie alberghiere che forniscono i servizi privati. La maggior parte prenotati su www.booking.com, gli altri seguendo le indicazioni trovate su siti islandesi e contattati direttamente via mail. RISULTATO: il 14 aprile tutto era già pianificato, con un vantaggio da non trascurare: la nostra avventura verrà pagata a rate! Viaggio addebitato su carta di credito a febbraio, noleggio auto a marzo, alcuni alberghi ( solo 2 ) pagati ad aprile, i rimanenti e le spese di vitto e benzina ad Agosto-Settembre. Potenza e vantaggi delle carte di credito….DA NON TRASCURARE. COSE DA RICORDARE: abbigliamento assolutamente tecnico a strati, senza dimenticare una giacca pesante per il vento, scarpe da trekking, impermeabile ampio per la pioggia. Non avrete nessuna necessità (compreso a Reykjavik) di sfoggiare tenute eleganti o “da sera”, risparmiate peso per altre necessità. Macchina digitale con memory card corpose ( il dito con scatto selvaggio vi seguirà per tutto il viaggio ) e soprattutto non tralasciate il notebook con skype: in tutti i paesi e gli alloggi vi è il wireless gratuito con possibilità di navigare e telefonare….altro che Italia!!!

LUNEDI’ 10 AGOSTO Partenza dalle nostre sedi nel primo pomeriggio con un vestiario leggermente anacronistico con le temperature del suolo italiano, arrivo a Bologna ove lasciamo la macchina in un parcheggio coperto ( sconto interessante per i soci ACI ) e ci avviamo al check-in che avviene senza intoppi e senza alcun problema per il peso dei nostri bagagli ( 20 Kg abbondanti ). Acquistiamo acqua e viveri di prima sussistenza ( in aereo non distribuiscono nemmeno l’acqua se non a pagamento ). Partenza alle 22.05 in perfetto orario, volo tranquillo che ci permette anche qualche momento di sonno e atterraggio in terra islandese puntuali alle 00.25 (vi sono 2 ore di fuso da calcolare). Nessuna formalità doganale; all’uscita troviamo il ragazzo dell’agenzia di noleggio che in pochi minuti ci consegna l’auto dietro annotazione del nostro numero di patente e della carta di credito. Prima dell’una siamo già in macchina per raggiungere l’albergo prenotato a pochi Km dall’aereoporto: Hotel Keflavik Vatnsnesvegi 12, 230 Keflavik, (160 € per due camere dignitose ) Poche parole e …buonanotte.

MARTEDI’ 11 AGOSTO: L’ANELLO D’ORO La colazione che ci attende ci permette di far conoscenza con il cibo islandese: abbondante e sostanziosa con sapori forti. Partenza verso l’avventura…ISLANDA ECCOCI!. Si inizia con la visita al Parco Nazionale di Thingvellir, dichiarato parco nazionale nel 1930 con una legge speciale che recita “sacrario nazionale protetto per tutti gli Islandesi, perpetua proprietà della nazione Islandese sotto il controllo diretto del parlamento, mai vendibile o ipotecabile”. Nell’area non sono presenti aree abitate. E’ uno dei luoghi maggiormente visitati e permette di cominciare ad adattarsi e a capire le enormi forze della natura che regolano l’intero territorio, per la sua posizione sulla spaccatura ben visibile delle zolle tettoniche ( Nord America ed Europa ). Dal centro visitatori un ampio sentiero ci porta verso le cascate OXARARFOSS, che ci lasciano a bocca aperta per la bellezza e la potenza….dopo capiremo perché le guide non le enfatizzano in modo particolare!! Uno sguardo alla distesa del LAGO LAUGARVATN e si riprende la strada n. 37 verso Geysir, una delle attrazioni turistiche più famose di tutta l’Islanda. Il vero e più famoso Geysir emette getti d’acqua solo 2/3 volte al giorno a causa delle pietre che i turisti hanno gettato dentro ( abbiamo avuto tuttavia la fortuna di vederlo in azione IMPERDIBILE ). Vicino invece c’è lo STROKKUR, il geysir più regolare del mondo, che erutta ogni 6 – 10 minuti getti d’acqua alti dai 15 ai 30 metri ( attenzione mettersi sotto vento perché si rischia di essere investiti da una doccia di acqua calda capace di bagnarti da cima a fondo mentre sei in attesa di riprendere il getto con la digitale a scatti multipli – a noi è successo! EMOZIONANTE). Riprendiamo la strada e raggiungiamo Gullfoss, la cascata più famosa d’Islanda che si getta con un doppio salto spettacolare per 32 m. Lungo il percorso del fiume Hvità. Cominciamo a capire cosa si intende per forza della natura, anche perché i raggi del sole ci permettono di vedere un fantastico arcobaleno che cinge come un mantello l’enorme massa di acqua (INSPIEGABILE). In lontananza si scorgono due dei vulcani più attivi del paese, l’Hekla e il Katla, sotto le nevi perenni del ghiacciaio del Myrdalsjokull. Da Gullfoss si scende per la strada n. 35 e ci si collega con la strada statale n.1, da dove una breve deviazione di poche centinaia di metri ( n.302 ) ci porta a Urridafoss, cascata che scende da appena 6 m, ma riesce comunque a incantare per la sua portata di 360 m3 di acqua al secondo. Si raggiunge quindi la prima tappa Hvolsvollur, che ci lascia senza parole ( in seguito capiremo che questa è la norma ) perché formato dall’albergo, quattro case di numero, distributore di benzina e un locale tipo McDonald – Gallerì Pizza – da cui usciva un nauseabondo odore di olio bruciato assolutamente non invitante. Non manca tuttavia una piscina all’aperto e una vasca termale. Pernottamento all’Hotel Hvolsvollur Hlíðarvegur 7-11, semplice albergo con camere essenziali a € 113 con colazione. Cena nel ristorante dell’albergo ad un prezzo giusto (15 € ) con dolce e birra….ma la piacevolezza è tutta un’altra cosa.

MERCOLEDI’ 12 AGOSTO: LA COSTA DEL SUD

Consumata la colazione dove abbiamo il nostro primo contatto con i due piatti tipici per eccellenza degli islandesi: l’hakarl (carne di squalo fatta stagionare sotto terra per molti mesi- puzzo spaventoso, impossibile da avvicinarsi) e lo svið (testa di pecora bollita o fresca- raccapricciante) alle 9.45 si lascia Hvolsvollur e si riprende la statale n.1 ove in prossimità dell’imbocco per la pista che porta alla valle di Porsmork si raggiunge la magnifica cascata di Seljalandfoss: un modesto torrente cade dall’alto di una falesia in un sottostante laghetto e la sua unicità e’ che permette di passeggiare dietro la cascata d’acqua, seguendo un piccolo sentiero, provando la sensazione di essere nella cascata stessa. Poche centinaia di metri più avanti si trova la spettrale cascata di Gljufurarfoss, che precipita in un canyon. Proseguendo lungo la pista cominciamo a prendere coscienza dei problemi “strade”: sterrato, ciottoloso, buche più o meno profonde, buche con acqua e…..corso d’acqua largo almeno 10 metri abbastanza turbolento. Ci fermiamo, scendiamo a controllare la situazione e mentre discutiamo animatamente sul da farsi, arriva a tutta velocità un SUV che senza scomporsi passa il corso d’acqua lanciandoci un’occhiata del tipo..ma statevene a casa vostra se non sapete viaggiare!!! Rassicurati decidiamo di affrontare il guado un po’ timorosi inserendo le ridotte. Era solo il primo di numerosi guadi sempre più ampi e rischiosi. Vogliamo raggiungere Porsmork, uno dei luoghi più belli di tutta l’Islanda, ma a circa 4 Km dalla meta un laghetto di almeno 200 m di larghezza ci blocca (non solo noi, anche il SUV “vedi sopra”! ). Siamo tuttavia in un posto splendido: una vallata spettacolare ricca di strane formazioni rocciose, ai piedi del famoso ghiacciaio Eyjafjallajokull le cui lingue di ghiaccio sono a pochi metri da noi: DA ESTASI. Tornati sulla statale n.1 si prosegue fino a Skogar, un paesino ai piedi dell’Eyjafjallajokull, nel regno di ghiaccio della costa meridionale. Qui vi sono due attrattive imperdibili: 1) la cascata di SKOGAFOSS proveniente dal ghiacciaio, larga 25 metri le cui acque cadono da 62 metri 2) un fantastico museo del folclore, che esplora ogni aspetto della vita islandese. Al centro visitatori vicino si può prenotare ed organizzare un’escursione in jeep fino al rifugio montano Solheimaskli ( Agenzia Arcanum, ma bisogna prevedere almeno una mezza giornata ed il nostro programma non lo può prevedere). Lasciato Skogar lungo la statale n.1 si raggiunge un bell’altopiano roccioso da cui si gode una bella vista sull’enorme arco in pietra di Dyrholaey, sulle bellissime spiagge nere e da dove è “poetico” ascoltare il mare infrangersi sulle coste in maniera impetuosa. Si raggiunge quindi la piccola comunità di VIK dalla cui spiaggia si osserva il celebre gruppo di faraglioni di Reynisdrangur che si ergono dall’oceano. Il faraglione più alto raggiunge i 66 m, mentre le vicine scogliere offrono buone opportunità per osservare i pulcinella di mare. Ancora pochi Km e sempre lungo la statale n.1 si giunge a KIRKJUBAEJARKLAUSTUR, un villaggio minuscolo: poche case e qualche fattoria sparsa su uno sfondo verde brillante. Pernottamento all’Icelandair Hotel Klaustur Klausturvegur 6, eleganti ma piccole le camere al prezzo di € 106,41 senza colazione. Cena al ristorante dell’Hotel a la carte ( ricordarsi di prenotare la cena specie in alta stagione ) con piatti principali tipicamente islandesi ben preparati e di buona palatabilità. Dopo cena breve passeggiata fino alla Cappella Commemorativa di Steingrimsson, singolare costruzione triangolare dedicata all’Eldmessa (messa del fuoco) con cui Jon Steimgrimsson salvò la città dalla lava il 20 luglio 1783.

GIOVEDI’ 13 AGOSTO: I GHIACCIAI SKAFTAFELL E VATNAJÖKULL Prima di abbandonare il paese si possono visitare le colonne di basalto simmetriche del Kirkjugolf , lisciate e cementate dal muschio, così regolari che un tempo indussero a pensare che si trattasse del pavimento di una chiesa anziché di un’opera della natura e la graziosa cascata doppia detta Systrafoss. Lasciando il paese dopo 14 Km si trova Foss a Sidu, una deliziosa cascata che in presenza di forti venti dal mare ha le acque che risalgono lungo le rocce. Proseguendo lungo la Ring road si raggiunge una zona disabitata ma particolarmente suggestiva: una regione piatta e desertica chiamata SANDUR, formata dal materiale argilloso, sabbia e detriti che si stacca ad alta quota dai ghiacciai e viene trasportato a valle dai fiumi glaciali o dalle inondazioni fino a raggiungere la costa. Il tratto di strada che la attraversa è stato l’ultimo ad essere completato nel 1974 e nei punti strategici sono stati predisposti argini di ghiaia per contenere le acque di piena (nonostante ciò nel 1996 tre ponti sono stati distrutti e vi è un monumento eretto con le travi dei ponti distrutti). SOSTA OBBLIGATA. Infine si arriva nella zona del parco naturale più grande d’Europa che racchiude entro i suoi confini una collezione spettacolare di vette e ghiacciai: Il Parco Nazionale di Skaftafell, ai piedi del più grande ghiacciaio europeo, il Vatnajokull. Lo spettacolo naturale è il risultato del prodotto dall’insieme degli elementi ghiaccio e fuoco. Il Centro Visitatori ( 8 – 21 ) fornisce informazioni utili e permette di vedere una proiezione che documenta lo jökulhlaup del vulcano Grimsvotn del 1996, che è un fenomeno causato da un’eruzione vulcanica posta sotto ad un ghiacciaio. Questo inizia a fondere a causa del calore prodotto dall’eruzione e forma un lago sotto il rimanente cappello di ghiaccio. Quando collassa, l’acqua rompe la barriera e scende in modo dirompente generando una alluvione del territorio adiacente alla montagna con iceberg alti anche fino a 10 m. Da qui ( campeggio pullulante di gente giovane e vivace ) si possono intraprendere delle belle escursioni su sentieri ben segnalati all’interno di fitti boschi tra cui quella fino allo Svartifoss, una cupa cascata incorniciata da colonne di basalto nero ( 1,5 ore A/R ) e quella scelta da noi verso lo Skaftafellsjokull che porta proprio davanti al ghiacciaio (1 h A/R). Le possibilità di consumare i pasti all’interno del parco sono limitate. Lasciato il parco si arriva ad uno dei luoghi più incredibili del viaggio: la laguna piena di iceberg di jokulsarlon. Si lascia la macchina al piccolo parcheggio appena fuori della Hringvegur: una schiera di spettacolari iceberg in un incredibile azzurro luminoso fluttuano sulla laguna. E’ possibile effettuare una gita di 35 minuti sulla laguna a bordo di piccoli mezzi anfibi che rotolano pesantemente lungo la costa prima di entrare in acqua. Le escursioni partono ogni mezz’ora dalle 10 alle 17. DA NON PERDERE. Si giunge quindi a HOFN, la principale città del sud est famosa per l’aragosta (in realtà si tratta di scampi) ed i gamberi. Pernottamento all’Hotel HOFN Vikurbraut Hornafjorour, camera discreta, nulla di particolare ma con una vista sul paese dei ghiacciai da lasciare senza fiato, prenotata via mail (hotelhofn@hotelhofn.is) senza difficoltà tranne il dover comunicare il numero della carta di credito. Costo 110€ con una bella colazione. La cena è stata una ottima esperienza sensoriale al ristorante Osinn ( situato al piano terra dell’Hotel Hofn ) ove degustiamo tra l’altro un meraviglioso piatto di scampi all’aglio che rimarrà uno dei piatti memorabili del viaggio.

VENERDI’ 14 AGOSTO: ATTRAVERSO I FIORDI DELL’EST Lasciato Hofn, dopo una sosta al supermercato del paese per munirsi di riserve di prima necessità, si prosegue verso nord abbandonando il paese dei ghiacciai. Dopo circa 30 Km in mezzo al nulla più assoluto vi è Stafafell, una fattoria – ostello solitaria, con la vicina chiesetta che conserva alcune pregevoli testimonianze dell’epoca, tra cui una pala d’altare originale.Lasciato Statafell si segue la tortuosa costa dei fiordi orientali che passa sotto inquietanti pareti di roccia e ghiaioni che sembrano sul punto di franare. Si giunge quindi a Djupivogur, un piccolo villaggio di pescatori all’imboccatura del Berufjordur, con graziosi edifici in legno del XIX sec, tra i quali Langabud, un antico magazzino di legname. Da qui si può prende il battello per l’isola di Papey (isola dei frati) abitata da foche ed uccelli marini con il faro di Hellisbjarg e la chiesa in legno più piccola e più antica di tutta l’Islanda. N.B. ricordarsi di prenotare l’escursione che parte dal molo alle ore 13 organizzata da Papeyjarferdir Tel:866-1353 / 478-8838 – le imbarcazioni sono piccole e durante l’alta stagione l’afflusso di visitatori supera l’offerta – GITA DAVVERO MAGICA (l’escursione prevede anche una bella camminata ). Proseguendo sulla statale n.1 si giunge quindi sulle sponde del lago Lagarfliot. Risalendo nell’estremità occidentale del lago sulla strada n.933, circa 200 m a sud del ponte che attraversa il lago, si giunge ad Hengifoss, la terza cascata più alta d’Islanda, famosa per la potenza dell’acqua che precipita da 120 m in una gola. La cascata si raggiunge dall’area di parcheggio per un sentiero che sale su per la collina. In alcuni punti l’ascesa è ripida e faticosa, ma poi il sentiero diventa pianeggiante e la vista della cascata giustifica la fatica (1,5 h A/R ). Si prosegue per Egilsstadir, centro nevralgico della Hringvegur, con una splendida piscina con una vasca coperta e una scoperta, saune, vasche termali ed una palestra. Pernottamento in una piacevolissima fattoria Gistihúsið Egilsstöðum, molto elegante con mobili in stile prenotata via internet su www.egilsstadir.com al prezzo di € 107 con colazione. La cena consumata nel ristorante dell’albergo ove assaggiamo splendide pietanze tipiche islandesi rielaborate con qualche tocco gastronomico della cucina internazionale. Il costo leggermente elevato è giustificato.

SABATO 15 AGOSTO: ISLANDA NORD ORIENTALE Al risveglio ci aspetta una interessante colazione con marmellate fatte in casa e crepes alla cioccolata. Abbiamo deciso di fare una deviazione ( se decidete di non farla guadagnerete quasi 3 ore ma vi perdereste un paesaggio da favola ) prendendo a est la strada n. 93, splendida strada panoramica che sale su di un passo in quota (dove troviamo anche la neve) e poi segue a valle il fiume costellato di cascate, fino al pittoresco villaggio di Seydisfjordur, fatto di case multicolori e circondato da monti ornati di neve e cascate. E’ piacevole passeggiare tra gli spettacolari edifici in legno del XIX secolo, godendo della tranquillità e degli splendidi panorami. Si ritorna verso Egilsstadir e dopo un breve tratto sulla statale n.1 si devia a destra lungo la strada n. 925 costeggiando il lago Eidavatn, giungendo a Kirkjubaejarkinkja, una delle più antiche chiese in legno con un soffitto dipinto color azzurro cielo e una scaletta cigolante che porta al pulpito più antico del paese ( se non si ha tempo si può tralasciare ) Si prosegue lungo la 925 e si ritorna nella Hringvegur per attraversare gli altopiani lungo il corso del fiume Jokulsa a’ Dal, con pochi elementi che attirano l’attenzione. Si procede lasciando la statale n. 1 deviando a destra per il Parco Nazionale di Jokulsargljufur. ATTENZIONE: avere una 4×4 ci permette di prendere la strada occidentale (pista F862), 12 Km di sterrato stretto e pieno di buche che mettono a dura prova le sospensioni della macchina, le nostre schiene e le braccia di chi guida. Ricordarsi di riempire la vaschetta con il liquido lavavetri: la nostra macchina nera è diventata completamente rossa facendo fatica a distinguere i finestrini dal resto della carrozzeria. Quella orientale ( n.864 ) percorribile anche da auto normali non è asfaltata e i testi dicono che sia ugualmente piena di buche e solchi. Dal parcheggio si cammina per 5 minuti per raggiungere il canyon scavato nei secoli dal tumultuoso Jokulsa a’ Fjollum dove la forza della natura in tutto il suo splendore si comprende guardando la cascata più impressionante d’Islanda Dettifoss, alta “solo” 44 m ma rovescia a valle in estate fino a 1500 m cubi d’acqua al secondo. Il punto di osservazione migliore è il lato occidentale del canyon. Da qui si prosegue per altri 1,5 Km fino ai massi di Selfoss, che formano una magnifica cascata ad anfiteatro. Lasciato uno spettacolo EMOZIONANTE, sempre lungo la F862 si raggiunge la parte nord del parco: il canyon di Asbyrgi, un enorme canyon a forma di ferro di cavallo. Rientrati sulla Hringvegur si arriva a Husavik. Qui abbiamo compiuto forse l’unico errore di programmazione: la prenotazione dell’albergo che il sito www.booking.com ci dava ad Husavik in realtà distava più di 60 Km dal paese: risultato 120 Km in più non previsti. Pertanto prima di recarci in albergo prenotiamo presso NORDUR SIGLING l’escursione di whale watching della mattina successiva e con un po’ di rabbia in corpo ceniamo presso Gamli Baukur, ristorante in legno vicino al porto che ci serve una buona scelta di piatti a base di pesce. Ormai alle 22.30 ci avviamo verso l’Hotel Edda Storutjarnir Storutjornum, Husavik. Quest’hotel moderno e di recente costruzione dotato di tutti i comfort durante il periodo invernale è un collegio. ( 97€ a camera, più la colazione a 7,70€ )

DOMENICA 16 AGOSTO: IL SUD-OVEST DEL LAGO MÝVATN Sveglia presto per fare a ritroso la strada verso Husavik e imbarcarsi alle 9.00 per l’escursione di whale-watching. N.B. Ricordarsi di coprirsi bene perché il freddo è pungente. Indossato l’impermeabile che l’organizzazione ci fornisce siamo pronti a scrutare la superficie oceanica in cerca delle balene, pronti ai richiami del comandante e divertiti ad inseguire i cetacei che abbiamo la fortuna di avvistare. (indispensabile una digitale che permette scatti multipli ). Al rientro ci viene offerta cioccolata calda e dolci. Non abbiamo visitato il Museo delle Balene per scarso interesse e per mancanza di tempo. Si lascia Husavik e si imbocca la strada 87 che in 54 km ci porta sulle sponde del lago Myvatn, luogo dai panorami mozzafiato e ultraterreni, con pozze di fango ribollenti e crateri vulcanici fumanti. Il nome significa “ lago dei moscerini “, infatti tali insetti sono IL TORMENTO DI TUTTI I VIAGGIATORI; è necessario procurarsi una retina protettiva e cospargersi di Autan. Il lago è circondato da un anello asfaltato lungo 36 Km e gran parte dei siti di interesse è situata nelle vicinanze della strada. Lasciando il paese di Reykjahlid, 3 Km a est si raggiunge un’area geotermale attiva dove la terra ribolle e l’intera valle è costellata da fumi che si alzano dal terreno; vicino vi è una pozza fumante di color turchese la Laguna Blu ove possiamo fare un bagno ristoratore in acque calde e sulfuree (un antipasto di quello che ci aspetterà vicino a Keflavik). Ristorati e tonificati si riprende la strada in auto e si arriva a HOFDI, una delle zone più gradevoli del paesaggio locale. A Skutustadir, sulla riva meridionale del lago, è possibile effettuare l’intero circuito intorno e sopra i crateri percorrendo il sentiero escursionistico che parte dalle vicinanze del campeggio ( circa un’ora con andatura tranquilla ), osservando da vicino le formazioni dette pseudocrateri ( piccoli coni e crateri di scoria vulcanica formatisi dall’esplosione di getti di vapore che hanno rotto la crosta lavica ). Si arriva finalmente alla fattoria che ci ospiterà per due notti Vogafjos-Guesthouse, Vogafjósi, Myvatn, 660. Una delle sistemazioni più costose ( del resto è il posto più frequentato dai turisti ) ma situata in uno straordinario ambiente naturale, piccoli cottages in legno, perfettamente arredati, biancheria profumata, ma la chicca è il locale in stile country dove si cena e si serve la colazione, separato dal capanno del caseificio della fattoria attigua solo da una parete in vetro, che ci permette di ammirare la mungitura delle mucche e anche di provare ( se piace! ) il latte appena munto ( € 155 a notte MA NE VALE PROPRIO LA PENA! ). LUNEDI’ 17 AGOSTO: IL NORD EST DEL LAGO MYVATN Giornata dedicata alle fantastiche magie di questo luogo “ribollente”: si inizia visitando i declivi color ocra del campo geotermale di Hverir, paesaggio irreale costellato di pozze di fango ribollenti, soffioni, depositi sulfurei, sorgenti di acqua bollente e fumarole. Nella zona aleggia un forte odore di zolfo. Poco più avanti un sentiero percorribile a piedi conduce dalla strada fino al passo di Namaskard, (la salita di 30 minuti offre una magnifica vista sul paesaggio fumante dei dintorni). Tornati sulla strada si prosegue girando a sinistra sulla n.863 verso il Krafla, montagna e zona vulcanica con l’imponente cratere brunastro di Stora Viti che ha una scintillante pozza d’acqua turchese che si è formata all’interno. Abbiamo percorso l’orlo del cratere tra paesaggi a dir poco sconvolgenti anche perché a metà strada ci coglie un acquazzone spaventoso che rende il percorso pedonale estremamente scivoloso…qualche attimo di ansia è corso lungo le nostre schiene!! Vicino alla fattoria c’è uno dei più affascinanti campi di lava del paese Dimmuborgir, con pilastri, archi naturali, grotte e strane formazioni di lava create dalla lunga successione di eruzioni e di flussi lavici. Vi sono vari sentieri da percorrere a piedi contraddistinti da colori diversi. Si ritorna a Reykjahlid dove non c’è molto da vedere. Cena presso il ristorante dell’Hotel Reynihlid con menu degustazione ( buon rapporto qualità – prezzo ) ed il pane chiamato Hverabraud che viene cotto nel forno sotterraneo utilizzando il calore geotermico. Breve passeggiata per scrutare un bel tramonto ricco di colori vivaci e quindi a letto.

MARTEDI’ 18 AGOSTO: ISLANDA DEL NORD Si abbandona il lago Myvatn attraversando il ponte sul Laxa non prima di aver vagato alla ricerca di una rarità che scopriamo proprio qui vicino: le sfere di Marimo strane, piccole formazioni rotondeggianti di alghe verdi, che si trovano solo presso il Lago di Myvatn e in Giappone, che al mattino salgono in superficie per la fotosintesi per poi ridiscendere sul fondo durante la notte. Dopo circa un’ora si giunge alla cascata Godafoss, più piccola delle altre ma affascinante per la forma e perché ci si cammina quasi sopra: ELETTRIZZANTE. Utile parcheggiare il veicolo vicino al distributore e percorrere con una breve camminata il canalone ( 1 km ) fino alla cascata. Breve sosta al vicino market per qualche souvenir e spedire le immancabili cartoline ( piccola concessione alla normalità che in questa isola ci è progressivamente scappata ). Altro tratto in automobile e si arriva quindi ad Akureyri, cittadina cosmopolita, la seconda più grande dell’Islanda, adagiata sulla testa di un lungo fiordo. Passeggiata lungo la via pedonale fino alla piazza principale ed alla chiesa della città posta in cima ad una collina che all’interno custodisce un grande e bellissimo organo a 3200 canne e una nave sospesa al soffitto ( tradizione nordica ). Uscendo dalla città, dopo 10 km, si scorge una piccola costruzione rossa rivestita di dolciumi enormi: negozio “spenna polli” immerso in una irreale atmosfera natalizia, Jolagardurinn ( Giardino di Natale ) che ha una non eccezionale scelta di oggetti natalizi di produzione locale e non. Alcuni semplici acquisti mirati e via lungo la sponda occidentale dell’Eyjafjordur ( il fiordo più lungo di tutta l’Islanda). Si ritorna sulla Hringvegur e si percorre la Oxnadalur, una stretta valle lunga 30 Km che attraversa un passo di montagna ( nevischio e – 2° C ) fiancheggiato da vette spettacolari e da sottili pinnacoli di roccia. La macchina ci assiste perfettamente. Si raggiunge lo Skagafjordur, arrivando all’incantevole cittadina di Saudarkrokur, con belle case in legno d’epoca e la fucina del fabbro ferraio ( piccolo edificio bianco e blu a sud della chiesa ). Cena presso un locale anonimo ma dove degustiamo dei buoni scampi. Si raggiunge Varmahlid, crocevia di strade assolutamente insignificante. Se si arriva per tempo si può godere ( noi l’abbiamo visto solo da distante ) l’emozione di una discesa di rafting ( Activity Tours – centro specializzato in uscite su tre diversi fiumi locali, tra cui una facile uscita di tre- quattro ore armati di pagaia sul Blandaa con rapide di I e II grado ). Pernottamento all’ Hótel Varmahlíð Laugavegur 1, camere semplici a €135 compresa colazione.

MERCOLEDI’ 19 AGOSTO: I FIORDI DELL’OVEST A pochi Km dall’albergo si incontra Glaumbaer, fattoria-museo con il tetto di torba che ci illustra come si viveva in Islanda nel XVIII sec. VALE UNA VISITA. Vicino si può visitare un’incantevole chiesa Vidimyri con il tetto di torba e una bella pala d’altare del 1616. Proseguendo sulla strada 721, 6 km a nord della Hringvegur, si incontra Pingeyrar, particolare chiesa in pietra del’800. Da qui in poi comincia una parte del viaggio che la maggior parte dei tour organizzati tralascia. Fa conoscere una parte dell’Islanda inquietante ( cosa vuol dire vivere fuori dal mondo ) le strade sono ai limiti della praticabilità e gli aspetti paesaggistici sono abbastanza monotoni. PUO’ ESSERE TRALASCIATA. Si abbandona la statale n.1 e si prosegue su strade montuose, piacevolmente bucoliche fino a Holmavik, quindi si inizia un percorso tortuoso simile ai denti di un pettine che costeggia tutti i fiordi della regione. La pioggia incessante associata talvolta a forti folate di vento rende le strade al limite della praticabilità e la luce piatta non valorizza l’oceano e le verdi coste. Si toccano i paesini di Sudavik (con la stazione baleniera norvegese ormai abbandonata ) e Sudureyri raggiungibile attraverso un tunnel di nuova costruzione. Sotto una pioggia incredibile raggiungiamo la meta che ci eravamo prefissi, stanchi e francamente delusi prendiamo alloggio all’Icelandair Hotel Isafjordur ( € 115 con colazione ). Per la stanchezza due di noi non cenano e si infilano sotto le coperte ascoltando la pioggia che batte sui vetri della stanza. Primo e unico segno di cedimento in tutto il viaggio.

GIOVEDI’ 20 AGOSTO: I FIORDI DELL’OVEST Ritemprati da una notte tranquilla, sempre sotto una pioggia fastidiosa lasciamo il paese sinceramente senza rammarico. Altro percorso accidentato per arrivare a Pingeyri, piccolo villaggio dimenticato dal mondo. La strada è desolata finchè si raggiunge una spettacolare cascata Dynjandi, che si apre in un ampio ventaglio cadendo da una scarpata rocciosa alta più di 100 m. Una bella passeggiata (coperti all’inverosimile per il freddo) ci porta fin sotto la cascata per scattare alcune foto che faranno bella vista nel nostro abituale libro che stampiamo al rientro da tutti i viaggi estivi. Una breve deviazione verso il villaggio di Bildudalur, incuneato fra coline verdi e vette rocciose a picco sul fiordo. Ci fermiamo in un locale all’inizio del paese per un hamburger. La sorpresa scendendo dalla macchina: non si riesce a vedere un angolo di carrozzeria, letteralmente coperta di fango variopinto. Superato Patreksfjordur che ha ben poche attrazioni, decidiamo di dare un senso alla escursione di questa parte d’Islanda: raggiungere la penisola di Latrabjarg ed il punto più occidentale d’Europa, dopo aver già per il passato toccato il punto continentale più a nord e ad ovest. Si imbocca la strada n.612 abbandonando la strada 62 costeggiando lo scafo arrugginito del peschereccio Gardar. La strada sterrata, a picco sul mare senza alcuna protezione, la pioggia battente ed il vento impetuoso ci impone di guidare lentamente e con estrema cautela (c’è anche un po’ di ansia ), non impedendoci tuttavia di gustare un paesaggio unico con spiagge sterminate di sabbia dorata, baie con acque spumeggianti di un blu intenso e alte scogliere su cui sorgono qua e la piccole costruzioni in legno variopinto. Il faro di Bjargtangar, il punto più occidentale d’Europa a picco sul mare è impossibile da avvicinare, non possiamo scendere dalla macchina: il vento violentissimo rischia di trascinarci via. Inutile sperare di vedere l’avifauna che i testi citano. Si ritorna per la medesima strada fino al piccolo villaggio di FLOKALUNDUR, costituito da una casa, il nostro “albergo” ed un distributore di benzina automatico. Niente di più. Le camere dell’Hotel Flókalundur Vatnsfjörður 451 Patreksfjörður Simi sembrano loculi con i letti singoli tipo sarcofaghi. Il prezzo €78 con colazione. Cena ovviamente in albergo con zuppa e pesce ( quello che passa il convento ).

VENERDI 21 AGOSTO: SNÆFELLSJÖKULL Non riusciamo a prendere il traghetto Baldur ( dopo il 20 agosto vi è una sola corsa che parte nel pomeriggio e il nostro programma non lo permetterebbe ). Il traghetto può essere prenotato anche via internet www.seatours.is e permette di risparmiare 100 Km di auto lungo la tortuosa e noiosa strada che costeggia la Breidafjordur Bay. Finalmente il paesaggio cambia giungendo a Grundafjordur, in una baia pittoresca posta di fronte allo scosceso monte Helgrindur e protetta dal mare dal picco di Kirkjufell. Ancora pochi Km e si arriva a Olafsvik, dove scarichiamo le valigie nell’Hotel Olasvik Olafsbraut 40, semplice albergo a €145 con colazione. Da lì ci dirigiamo velocemente verso la penisola di Snaefellsnes con il ghiacciaio omonimo, dove Jules Verne ha ambientato il suo romanzo Viaggio al centro della Terra. Passiamo davanti all’imponente stazione radar statunitense Loran, la struttura più alta d’Islanda ed al faro di Malariff, con la sua particolare forma di razzo, per giungere ad Arnarstapi dove abbiamo partecipato ad una gita sul ghiacciaio con la motoslitta (circa 50€ a testa per una gita di un’ora circa: ENTUSIASMANTE) Partenze possibili dalle 10.00 alle 16.00 ogni due ore. Raggiunto il limite delle nevi perenni in auto, ci fanno indossare una mega tuta intera imbottita a protezione del freddo ( ricordarsi il berretto ed i guanti per non dover indossare a contatto con la pelle indumenti già usati da altri ). Sotto la supervisione di un esperto ci fanno montare su di una motoslitta spingendoci fino alla cima del ghiacciaio tra cumuli di neve e ghiaccio. Panorami mozzafiato all’andata, fitta nevicata al ritorno (INIMMAGINABILE). Qualche batticuore al ritorno per non uscire dalla pista segnata, ma sensazione bellissima. Rientro in albergo, cena semplice di tipo continentale.

SABATO 22 AGOSTO: REYKJAVIK Si lascia la penisola di Snaefellsnes e per la strada n.54 si fiancheggiano baie sabbiose, si incontra Borg a Myrum, la fattoria più famosa di tutta l’Islanda ( TRALASCIARE ) e la semplice cittadina di Akranes. Si passa il tunnel di 5,7 km che passa sotto le acque dell’Hvalfjordur. Finalmente dopo più di 2500 Km arriviamo nella capitale dell’Islanda Reykjavik che ci accoglie con un tiepido sole dopo giorni di pioggia fastidiosa. Una rapida ricerca ci conduce all’appartamento che abbiamo deciso di affittare per questi ultimi giorni di vacanza, sia per la posizione centrale, il prezzo conveniente, ma anche per condividere assieme gli ultimi giorni di vacanza e ripensare assieme ai posti incredibili che abbiamo visitato. Ci consegnano le chiavi dell’ Apartment K, Bergstadastraeti 3 and Laugavegur 86-92, Questo appartamento estremamente elegante ha interni dal design di ultima generazione, un lussuoso set di intrattenimento e ambienti esclusivi dotati di comfort extra come un computer Mac Mini con fornitura di film gratuiti e collegato a una TV a schermo piatto da 40-50”, Oltre alle dotazioni standard, vanta una docking station per iPod della Bose e un bagno di vapore. Da non credere: UNA REGGIA. ( €518 per due notti per tutte e cinque le persone). Chi ci consegna le chiavi e ci illustra le caratteristiche della casa ( parla un ottimo italiano ) ci spiega che oggi ci sarà la più grande festa dell’anno per l’Islanda e che tutte le strade del centro saranno chiuse al passaggio delle macchine. Per fortuna siamo arrivati in tarda mattinata, altrimenti non avremmo potuto arrivare sotto casa a scaricare le valigie e soprattutto non sarmmo riusciti a consegnare in tempo la nostra macchina rischiando di pagare una forte penale. Uscendo per il centro ci rendiamo conto che TUTTA L’ISLANDA GIOVANE SI E’CONCENTRATA A REYKJAIK. Per 12 giorni abbiamo viaggiato per paesi e strade disabitate, oggi facciamo fatica a farci largo tra gente vestita in tutti i modi, concerti di strada e giocolieri: per ora, e sono le 4 del pomeriggio, la gente è ancora sobria…..sarà così anche questa notte? Il centro cittadino è molto compatto e racchiude quasi tutte le attrattive di maggior interesse (in realtà molto poche). La via principale è Laugavegur con negozi di abbigliamento, bar e ristoranti. La facciata dell’immensa chiesa in cemento detta Hallgrimskirkja è in restauro e perciò non riusciamo a scorgere nulla. L’interno della chiesa è di assoluta semplicità e a destra in una stanza a parte vi è un bar con tavolini (dentro la chiesa!! ). La caratteristica più notevole è l’organo a 5275 canne. Di fronte alla chiesa si erge la statua del vichingo Leifur Eiriksson, il primo europeo a imbattersi nel continente americano. Molto frequentata dagli adolescenti la piazza quadrata in pietra di Ingolfstorg con il soffione di vapore, dove trova sfogo l’energia geotermica del sottosuolo. La piazza è circondata da alcune delle case più antiche della città,come la Falkahus. Stasera vogliamo festeggiare e cerchiamo il ristorante più chic che la nostra guida ci indica: Sjavarkjallarinn ( Adalstraeti 2 ). Ovviamente cerchiamo di prenotare, ma riceviamo, dopo essere stati squadrati dalla testa ai piedi: casual andante, scarpe da trekking, capelli arruffati un chiaro e deciso “it is impossibile”. Usiamo l’esperienza maturata in tanti anni di viaggi all’estero: ci facciamo riconoscere come italiani che vengono da Venezia e che amano la buona cucina: risultato dopo cinque minuti cinque il tavolo al centro del locale è il nostro. Potere della convinzione o magia di Venezia? La cena è la miglior esperienza culinaria in assoluto di tutta l’Islanda, locale carico di atmosfera con piatti esotici ben presentati. Pesce freschissimo e carni succulente presentati in combinazioni insolite di fianco a varie verdure e frutti serviti come opere d’arte in miniatura. Spesa adeguata ( sopra i 60€ a testa con il vino ma sicuramente merita ogni singola Krona) All’uscita, in una città caotica e piena di gente festante, ci riversiamo al porto ad assistere allo spettacolo pirotecnico: MAGIA NELLA MAGIA.

DOMENICA 23 AGOSTO: REYKJAVIK Giornata dedicata alla visita della città, allo shopping ed alla esplorazione del centro commerciale, presi da una insolita necessità di consumismo che per 14 giorni avevamo completamente dimenticato. Bello visitare il vivace porto di prima mattina per osservare il viavai dei pescherecci. Ottima la colazione al Grai Kotturinn (Hverfisgata 16a), un caffè piccolo ma davvero originale. Girovaghiamo per la Skolavordustigur, la via del centro dove cerchiamo fra le piccole gallerie che espongono opere di artisti islandesi l’usuale quadretto che testimonierà il nostro viaggio. Priva di emozioni la visita al Kolaportid per frugare fra le bancarelle di questo mercatino delle pulci. Cena in un locale del centro del tipo “ all you can eat” poco gratificante, ricerca di un tassista per il programma del giorno successivo.

LUNEDI’ 24 AGOSTO: LAGUNA BLU E RIENTRO IN ITALIA All’ora programmata il tassista ci viene a prendere sotto casa, salutiamo la capitale e ci facciamo portare alla meta che tutti i visitatori della magica isola islandese ricordano con più piacere. Anche noi non volevamo farci mancare l’esperienza e dopo aver attraversato estesi campi di lava raggiungiamo la più grande attrazione turistica del paese, la LAGUNA BLU ( aperta dalle 9- 21 ). Inserita in un frastagliatissimo campo di lava nera, questa spa di colore azzurro latteo è alimentata dall’acqua a 38°C della centrale geotermica di Svartsengi. La laguna dispone di vasche termiche, passerelle di legno e una cascata bollente, bagni di vapore e una sauna. L’acqua di mare super-riscaldata è ricca di alghe blu-verdi, di sali minerali e di un sottile fango di silice, che tonifica e sfoglia la pelle. L’organizzazione è massima, non manca niente, dagli armadietti a chiave, ai sacchetti di nailon per mettere il costume e le pantofole bagnate in valigia. Ricordarsi di lasciare oro e argento in armadietto in quanto l’acqua sulfurea li può corrodere. In tempo per prendere l’autobus per l’aereoporto di Keflavik ( dista meno di 30 minuti di strada ), formalità semplicissime, consegna delle ricevute per il rimborso dell’IVA ( ad ogni acquisto farsi rilasciare il modulo predisposto ), consumo delle ultime krone al self service e al negozio di souvenir che in aereoporto non manca mai e imbarco per Bologna in perfetto orario per la partenza delle ore 15.05. Atterriamo a Bologna, tristi, accaldati e con la mente già rivolta al prossimo viaggio che stiamo programmando proprio in questi giorni. Alla prossima……..



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