Le Figi di Danele Somenzi
Cosi carichiamo le nostre 2 biciclette graziella sull’auto a noleggio che abbiamo per 24 ore, ma le lasciamo impacchettate, per il momento con l’auto a discposizione non intendiamo usarle.Andiamo verso lautoka, dove scopriamo che c’è una zona,ben delimitata, con tanto di sbarra per entrarci dove regna il lusso, un ‘albergo con tutti i confort, naturalmente per tutti i turisti che arrivano dall’europa e dagli Usa. Non ho mai capito perche le Figi fossero cosi famose in Italia malgardo la distanza e non era cosi per molte isole vicine anche loro allo stesso livello se non di piu tipo le Cook o le Vanuatu.
E in questi giorni di permanenza cerco di capirlo.
Qui l’alta marea fa scomparire ogni giorno decine e decine di metri di spiaggia, camminiamo io e Nicola fino laggiu con la bassa marea e vediamo migliaia di piccoli granchietti con una chela grande e una piccola che pazientemente filtrano con le bocca la sabbia traendone i supporti vitali per la loro esistenza. Ma quando mi avvicino scappano nel loro buchetto nella sabbia,dove soggiornano anche quando la marea li immerge.
L’ostello di questa notte è molto carino una casetta di legno nuova con dentro però 4 letti a castello in un piccolo spazio, poco importa diciamo, visto che è per maschi e femmine, infatti scopriamo che ci sono un paio di ragazze e questo non puo che farci piacere. Ma ben presto scopriamo che sono antipatiche e le odiamo a tutti gli effetti quella sera peche non hanno avuto nessun rispetto per noi che gia dormivamo quando sono rientrate tardi accendendo la luce della camera in faccia e parlando ad alta voce.
Ecco perche cerchiamo sempre di dormire isolati. Visto che le 2 tipe rimanevano diversi giorni, il giorno dopo sloggiamo alla svelta, vogliamo dormire noi alla notte,e non soccombere ai maleducati e farci il fegato marcio.
Approfittiamo dell’auto per visitare l’isola, cosi andiamo prima a nord e poi a sud,da Nadi andiamo verso Suva, ma a Sigatoka, decidiamo di non andare fino alla capitale, troppo lontana e comunque un’idea dell’isola ce la siamo fatta. Piantagioni di canna da zucchero ovunque.
Ai tempi del colonialismo gli inglesi che all’epoca detenevano sia l’India che le isole Figi, hanno deportato mano d’opera indiana in questo arcipelago per lavorare la canna da zucchero visto che i locali non erano adatti a questo tipo di lavoro, ma poi finita l’invasione inglese,dopo una generazione, gli indiani e i loro figli nati qui non potevano essere riportati in India, era passato troppo tempo allor che tutt’ora metà della popolazione è locale e metà indiana.
E visto che gli indiani hanno maggiori capacità imprenditoriali dei figiani,hanno presto preso le redini del paese in mano e cosi c’è stata anche una specie di rivolta quando il primo ministro eletto era un indiano. L’esercito della regina australiano è intervenuto a pacificare gli animi allora.
Comunque anche qui capiamo che al di fuori dei villaggi turistici regna come in tutte le isole del pacifico tranne che alle Hawaii, la povertà e il degrado.E quel che dico è detto da una persona disinteressata, che ha gli occhi da vedere. E io al momento ho visitato: La nuova Caledonia,la Polinesia, le Vanuatu, La Papua nuova guinea, le Cook, Le Samoa La Micronesia a Pomphei e a Palau e per finire le isole Marshall. E anche a Guam ci sono parti povere, sebbene americana.
Mentre abbiamo l’auto, ci portiamo al piccolo porto da dove partono le piccole navi che partono regolarmente per le isole yashawa per mini crociere de 3 e 7 giorni.
io e Nicola decidiamo di andare il giorno dopo sulla nave della Tomas Cook compagnia australiana che opera qui alle Figi.Dormiamo quella notte in un ostello isolato e scopriamo che nei cameroni pieni di letti a castello non c’è nessuno, molto bene.Chiediamo se ci tengono le 2 bici per il periodo della crociera, con la promessa di tornare li a dormire quando torniamo.
Quelli della Tomas Cook, ci vengono a prelevare con un pulmino e ci portano al porto per l’imbarco, Molto bene.Qui è tutta un’altra storia, appena saliti a bordo tutto l’equipaggio figiano ci accoglie mettendoci al collo le ghirlande di fiori e salutandoci uno per uno, la nostra cabina è con terrazzo vista mare.Alla sera vediamo che a cena siamo in una cinquantina e che ceniamo suddivisi in grandi tavoli rotondi,assieme agli altri clienti, addirittura quella sera il capitano cena con noi. Pochi minuti dopo le presentazioni, io esterno battute in inglese a go go e tutti ridono. Nicola che sa poco l’inglese è supportato dalla mia traduzione in italiano. Lui addocchia subito la ragazza single di Perth e vorrebbe conoscerla meglio. Ma purtroppo malgrado le serate al bar e i vari tentativi durante tutta la crociera di abbordaggio, lei non molla.Peccato per lui.( ma anche per lei) Quella notte la nave parte ma si ferma subito dopo un ora al largo dove butta l’ancora. La strada da fare all’arcipelago non è molta.Dopo colazione all’indomani iniziamo a fare le varie escursioni che ci accompagneranno per tutti i giorni, ossia scendere a terra con delle barche di alluminio e fare il bagno e snorkeling nelle belle spiaggie contorniate dai coralli.
La seconda sera, a terra assistiamo ad una danza tipica figiana anche noi balliamo con loro, e questo appena dopo aver mangiato una grigliata di pesce, il tutto incluso nel prezzo.
La fortuna vuole che durante tutta la crociera ci sia il tempo abbastanza bello. Nicola approfitta per fare un’immersione con le bombole visto che da poco è brevettato, io non me la sento,snorkeling è piu che sufficiente e risparmiare un centinaio di dollari è meglio.
I clienti a bordo sono pochi e ci si conosce tutti alla svelta sopratutto il personale, che uno ad uno ci saluta stringendoci la mano quando, alla fine della crociera scendiamo a terra. Il loro pulmino ci riporta al nostro ostello,dove montiamo le 2 graziella e pedaliamo fino in centro a Nadi per spedire la solita cartolina a Gilberto a Casalmaggiore e vedere un po com’è. Facciamo alla svelta a sloggiare dal caos inquinato della cittadina e torniamo alla quiete dell’ostello. La propretaria indiana dell’ostello ci compera le 2 bici per poterle noleggiare agli ostellanti,il giorno della nostra partenza.No problem, tanto a noi non servivano piu. Quella sera andiamo in taxi all’aeroporto e questa volta ad aspettarci c’e un boeing 747 jumbo a portarci via ciao ciao