Le donne dell’Arabia Saudita
Indice dei contenuti
ITINERARIO
- 21 -22 Dicembre : partenza da Milano – Al Masmak di Ryad
- 23 Dicembre : Al Majma ah
- 24 Dicembre : Jeddah – Quartiere Al Balad
- 25 Dicembre : Jeddah watrefront-Scuola Italiana di Jeddah-red sea shopping mall
- 26 Dicembre : Yanbù
- 27 Dicembre : Umluj, barriera corallina (vale il viaggio)
- 28 Dicembre : Abha- Rijal Almaa Village, (vale il viaggio) – Jizan
- 29 Dicembre : Fayfa
- 30 Dicembre : Al Habala village, altri villaggi con costruzioni tipiche
- 31 Dicembre : Al Dirah-Rientro in Italia
COSTI
BIGLIETTO AEREO
Milano-Ryad: Turkish Airlines 685€, acquistato tramite Frigerio Viaggi, molto professionali. In genere faccio tutto da solo ma per spendere dei voucher aziendali devo passare tramite loro e sono stato soddisfatto perché mi hanno assistito quando ho perso la connessione ad Istanbul.
Ryad-Jeddah : Flynas 55 €
Jeddah-Abha : Saudia: 109 €
Abha-Ryad : Flynas 104 €
ASSICURAZIONE
ERV: pagata 75€ incluso l’annullamento volo. In genere viaggio con Columbus ma, passando tramite agenzia viaggi, ho scelto il prodotto della casa. Sto ancora aspettando il rimborso dei 105€ per “ritardata partenza”.Si sono riservati dai 30 ai 40 giorni lavorativi per l’esame….
ALBERGHI
Ho usato quasi esclusivamente couchsurfing, tranne una notte all’aeroporto di Jeddah per 95€. Nel sud le camere si aggiravano sui 40-70€.
TASSO DI CAMBIO
1 €uro = 4 SAR circa
CIBO
Delizioso ed economico, ho mangiato in molti ristoranti tipici e la spesa media era di circa 5-7€.
COME VIVONO LE DONNE?
La domanda che tutti mi fanno e vi farete… nel 2017 anche io ero rimasto sbalordito nell’apprendere che esse non potevano guidare, viaggiare senza il consenso di un uomo etc etc… ebbene vi testimonio che le cose sono migliorate negli ultimi due anni, a seguito delle riforme di MBS: oggi legalmente, possono guidare, lavorare, uscire e viaggiare senza il consenso di un uomo, non indossare il velo sul capo ed andare allo stadio. Tradizioni familiari e cultura decennale sono un’altra cosa. Nel corso delle singole tappe vi scriverò ciò che ho visto e citerò chi mi ha riferito gli aspetti di questa situazione ed in quali città in modo tale che avrete un quadro abbastanza preciso della realtà.
MOBILITà, GUIDA E NOLEGGIO AUTO
Quando avevo chiesto l’autonoleggio alla mia agenzia di viaggio, essaa mi aveva risposto che i loro corrispondenti sconsigliavano questa opzione. Allora: in Arabia guidano come i pazzi, dovete stare molto vigili e focalizzati sulla strada davanti, ai lati e dietro, pronti ad intuire eventuali quanto impensabili manovre, considerate legittime dai locali. Ne faccio a meno, penserete. Bene. Il problema è che i trasporti pubblici nelle città sono praticamente inesistenti….tranne alcune linee ferroviarie e di autobus per i lunghi collegamenti. Inoltre città come Gedda e Riyad sono estese per circa 60, 80 km…..a livello locale potrete fare affidamento su Uber e Careem, a prezzi contenuti ma che alla fine incidono, ma soprattutto essere a bordo dei taxi, per quanto gli autisti siano abituati al casino, nulla potranno fare in caso di auto contromano, come è successo al sottoscritto….anche qui nel corso del racconto vi porterò delle testimonianze dirette. Dopodiché farete le vostre scelte. Attenzione: in genere le compagnie di noleggio applicano un limite chilometrico di 250 al giorno e siete in un paese esteso come mezza Europa, fate bene i conti!
Limiti velocità: al rientro ho tempestato la compagnia sul perché trattenesse i 120€ di deposito…mi hanno appioppato oltre 500€ di multe, ben 6 infrazioni in due giorni di cui due rifilate in due minuti…..non so se mi faranno pagare la differenza..incrocio le dita!
21-22 Dicembre: partenza da Milano – Al Masmak – Ryad
Giornata all’insegna dei casini. Il giorno prima, a Genova, il porto era chiuso per vento, così quello dopo, alla sua riapertura e di quella del viadotto A6 chiuso per una frana, una montagna di TIR aveva invaso la città costringendomi a saltare pranzo per poter arrivare in tempo alla stazione ferroviaria. Lungo il viaggio per Milano il treno si ferma per 30 minuti, presenza di estranei sui binari, così mi dice il controllore..arrivato tardi a Milano perdo il flix bus, prendo quello successivo ed anche lui arriva in ritardo a Malpensa..appena in tempo per prendere il volo delle 18,45 ma…anche questo era in ritardo di 45 minuti. “Tranquillo, diretti a Riyad ci sono molti clienti business per andare a vedere la supercoppa Lazio -Juventus, dunque il volo delle 1,25 vi aspetterà”, mi risponde la hostess al check-in della Turkish…..indovinate che succede ad Istanbul? Il volo per Riyad è partito! Con lo steward che ha chiuso letteralmente le porte in faccia ai primi viaggiatori arrivati: i clienti business!! Imbestialito come pochi ma, sentendo altre storie più sventurate della mia, mi rabbonisco e mi metto a ridere…..insieme ad altri tre ragazzi, Simone tifoso juventino che andava a vedere il match, e Fabio, giovani barista in trasferta a Riayd facciamo fronte comune, rifiutiamo la proposta “preconfezionata” di dormire lì e partire alle 20.00 di sera e riusciamo ad essere imbarcati su un volo Gulf Air alle 6.25 con scalo in Baherein, senza costi aggiuntivi. Nel mentre assisto a tre storie incredibili:
- Un cliente business che compra il nostro stesso volo da Istanbul a Ryad, “on line”, di fronte al desk Gulf per la modica cifra di 400€, pur di arrivare in tempo per la partita.
- Una ragazza disperata che aveva un biglietto Bologna-Mosca-Istanbul-Bankgok, alla quale al desk imbarchi di Bologna hanno chiesto come obbligatorio il visto Russia nonostante non uscisse dall’aeroporto. Ingenuamente lei aveva comprato un biglietto Bologna-Istanbul credendo che la facessero salire ad Istanbul… ignoro la sua sorte dopo essere stata cazziata dalla Turkish, in quanto “inadempiente da Bologna”!!!
- Ad una altro, questo davvero sventurato viaggiatore del mio volo da Milano. Aveva un biglietto “business” Turkish con partenza ore 14.00, diretto a Ryad, voce del verbo 2000€ e più €. Che gli ha fatto la Turkish? Lo aveva messo in overbooking! Finito come me nel tritacarne della mancata connessione di Istanbul lo vedo brancolare al desk. Dopo aver gestito il mio problema gli spiego come fare e torna contento con una boarding pass. Peccato fosse quella dell’offerta preconfezionata con partenza alle 20.00. Glielo faccio faccio notare e comincia ad imprecare per usare un eufemismo, tanto che il tetto del nuovo aeroporto rischia di crollare… avuta soddisfazione parte con noi…
Traveler mindset, essenziale in questi casi. Sto aspettando la compensazione di 600€ dalla Turkish Airline, vediamo come va a finire. https://europa.eu/youreurope/citizens/travel/passenger-rights/air/index_it.htm
Arrivato a Ryad, vado direttamente all’ufficio bagagli smarriti nonostante all’imbarco da Istanbul mi avessero detto: “No problem, your baggage has been loaded” …ed ecco che alle 15,00 mi viene a prendere Abdullah, il mio host insieme altro couchsurfer Agustin, mussulmano argentino viaggiatore di alto livello: proviene da Somaliland. Subito pranzo all’araba: seduti per terra e si mangia con la destra, perché la sinistra serve per i sevizi personali! All’interno ci sono solo i lavandini, bagno assente…. scopro la tahina con humms, comprata anche a Genova…chiedo: il governo tre giorni fa ha annunciato che i ristoranti avranno ingressi comuni per donne e uomini. Abdul dice: non qua, qui non vedrai mai una donna, è un ristorante locale… Finito il lauto pasto per 4€ a testa, andiamo a visitare il Masmak, ovvero a fortezza espugnata dal fondatore del Regno Saudita..all’interno c’è un piccolo museo che spiega la storia moderna di questo Paese. Scarno. All’uscita faccio foto con falco e rimango sbalordito: il tizio non mi chiede soldi! Parliamo con due donne sole, una irachena e l’altra kuwaitiana. Incontriamo anche donne occidentali senza velo, solo abaya, allora la riforma funziona! Giro nell’unica zona pedonale di questa città che pare essere un grande circuito di automobili che trasportano persone a fare shopping… il suq del centro è poco tipico, ma un negoziante ci regala dell’acqua. Io mi aspettavano mille colori, spezie…ortaggi…nulla di tutto questo, tonnellate di merce proveniente dalla Cina! Vicino c’è la famigerata Deera Square, conosciuta in inglese come “chop chop square”. Dopo la preghiera delle 12.00 del venerdì, eventuali malcapitati vengono qui decapitati. Abdul dice che non ha mai assistito alle esecuzioni, e che l’Islam prevede occhio per occhio e dopo la condanna l’ultima parola spetta alla famiglia della vittima, se procedere o meno. Ricordo a tutti che alcuni stati degli USA applicano ancora la pena capitale, in forme più asettiche e meno cruente. Chiedo dell’altra barbara pena: lo “stoning”. Abdul dice che mai ne ha sentito e che per l‘Islam l’adulterio deve essere testimoniato da 4 persone contemporaneamente…
Visitiamo poi la Moschea dove all’uscita trovo il venditore di legnetti utili a pulire i denti ed a profumare l’alito….. Sono appena le 20.00 ed Abdul ci porta a fare giro in macchina, e nel frattempo si è unito a noi Dominik, australiano poeta e saggista, che vuole fondare un museo della pace e porre fine alla guerra nello Yemen. I grattacieli ed il nuovo centro finanziario sono moderni ed avveniristici, molto ben concepiti ed armonici. Visibile anche la nuova metro: sopraelevata e sottoterra, inaugurazione prevista per fine primavera 2020, così il traffico mostruoso dovrebbe ridursi. Verso le 21.00 gustiamo un aspetto tipico degli arabi: la sosta nella tenda nel deserto. Ci sono dei luoghi che simulano il deserto, aree appena fuori Ryad dove ci sono varie tende che si possono affittare, sedersi e gustare del tè, in rigorosa compagnia maschile, con il fuoco posto all’ingresso per scaldarsi. Se ho ben capito queste si chiamano Istiraha, mentre quelle di proprietà sono conosciute con il nome di Mulhag. Oltre ai noi surfers si aggiunge un amico di Abdul… racconta che insieme a lui vogliono andare in India, faccio vedere loro un innocente video di alcune russe ospiti a casa mia mentre facevano la pizza. Sbroccano e cambiano i programmi di viaggio per venire in Italia… Fine siesta e ci dirigiamo di nuovo verso il centro: i negozi sono tutti aperti sino alle 24.00, alcuni 24-24 ovviamente con il caldo questi vivono di notte. Sosta in una delle tante baracchette gestite da yemeniti per il tè, poi casa e dormiremo per terra, bagno alla turca e lavabo nel corridoio. Non male per le prime 24 ore “arabe”!
23 Dicembre: Al Majma ah
Al mattino imploro pietà per recuperare e ci svegliamo alle 12.00. Abdul chiama l’aeroporto e gli confermano l’arrivo del bagaglio. Ci raggiunge là Fabio, anche lui vittima del disguido ed insieme ad Agustin e Dominik andiamo a visitare la città di Al Majma’ah , circa 2 ore a nord di Ryad e sede di una cittadella di fango ora disabitata. Lungo la strada facciamo conoscenza con il praying time: tutto o quasi si ferma, incluse le pompe di benzina. La città è carina, c’è un piccolo negozietto che vende oggetti di elettronica vintage degli anni ‘60, pare essere nei paesi ex comunisti…nel ritorno visitiamo altro amico di Abdul: la stanza degli ospiti è separata dal resto dalla casa: e mica ti presentano le donne! Ci offre, nella classica tradizione: tè con datteri, caffè arabo ed altri dolcetti… Abdul dice che i ragazzi benestanti affittano dei piccoli appartamenti, Istiraha, dove trascorrere ore di relax con amici, fumare sisha e giocare backgammon. E le donne? Non ci sono, ma dice che un ragazzo di CS ha portato a cena un’altra ragazza araba di CS. In città accompagniamo Fabio e poi casa di Abdul che la troviamo aperta perché tutto è sicuro in KSA! La criminalità è prossima allo zero… cultura o pene draconiane? Suo cugino ci offre dell’alcool che assomiglia a grappa o vodka clandestina, non so.. saluto calorosamente Abdul, un host davvero generoso, e mi ricorda la promessa che gli ho fatto dei “crazy plans”… inshallah!
24 Dicembre: Jeddah – Quartiere Al Balad
All’aeroporto di Jeddah realizzo che sono sul mar Rosso: aspetto per 20 minuti uber e quasi mi ustiono la faccia! Arrivo a casa di Aseel, il mio host di CS, yemenita che insegna arabo per gli expats. La casa è carina e facciamo due parole durante la siesta che in KSA in genere è dalle 13.00 alle 16.00. La guerra in Yemen: il governo è fronteggiato dai ribelli sciiti Houti i quali non solo vogliono il potere, ma rivendicano anche le terre delle regioni Asir e Jizan che visiterò successivamente, in quanto facevano parte del regno yemenita molti decenni fa. In tutto questo guazzabuglio si inserisce una minoranza che ultimamente vuole la separazione nord-sud. Altro che il vecchio continente europeo… Il centro storico Al Balad è molto intrigante… case tipiche, con balconi chiusi, c’è persino una 500 segata a metà! c’è la zona delle oreficerie, dei vestiti, un bar storico, una casa museo, godibile e segno di cultura, davvero rara persino qui in Gedda e Ryad. Alle 19.00 uso l’”hang out” di CS ed incontro dei locals e dei viaggiatori, tra cui Adam che mi chiederà di aggiungersi al viaggio nel sud e Annette: insegnante di francese che più che viaggiatrice è una kamikaze. Ha viaggiato da sola nel sud, in autostop. Lo polizia le ha detto che era preoccupata perché il 27 ottobre probabilmente era la prima turista da quelle parti e che nessuno aveva mai visto una donna sola e senza velo… In giro nel bar vedo poche donne e mai vestite all’occidentale.
Andiamo in altro posto, ceniamo seduti al tavolo, vedo dei ragazzini accattoni. A Jeddah è visibile l’imponente immigrazione da: Yemen, Filippine, Eritrea, India, Bangladesh..si stima che il 30% dei residenti in KSA sia straniero e la cittadinanza è praticamente impossibile da acquisire addirittura persino con il matrimonio. Mi accompagna Abdo, local, studente e lavoratore part time di 24 anni. Vive ancora con i genitori, soluzione che va per la stragrande maggioranza dei suoi coetanei, sino a 30 anni quando decidono di sposarsi ed a tirar fuori almeno 25.000€, tanto ammontano i costi minimi per affrontare il matrimonio: dote, casa, vestito, regalo per la futura sposa e megafesta di cui sopra…Per questo Abdo non si capacita come il mio host abbia i soldi per vivere da solo. Mi accompagna a casa, ma prima facciamo un giro nel Bazaar vicino. Anche qui aspettative altissime dalla visita, lo aspettavo brulicante di persone, dedali di negozietti con spezie ed altre cose tipiche. Come a quello di Ryad, cianfrusaglie cinesi..ma anche negozi che vendono jeans attillati, scarpe con tacco ed abiti provocanti… che succede? sono per i matrimoni, mi spiega Abdo. Questi sono come delle feste liberi tutti, per modo di dire, uomini e donne almeno 200 fino a 1000 invitati..si fa casino all’araba, rigorosamente separati e senza alcol…siamo tutti open mind e rispettosi delle altre culture e religioni, e tutti saremmo disposti a vivere con queste regole. O no? Anzi che stiano a debita distanza e siamo tutti “politically correct”.
25 Dicembre: Jeddah watrefront-Scuola Italiana di Jeddah-red sea shopping mall
Sveglia tardi con la scusa della “siesta” e decido di andare alla scuola italiana di Gedda, di cui avevo appreso conoscenza a seguito della visita dei giocatori della Juventus e del Milan in occasione della supercoppa 2018. Arrivarci a piedi in circa tre ore mi fa gustare quanto sono friendly le città per i pedoni: 30 minuti per trovare un crossing senza farmi stirare in un’arteria principale.. La scuola è chiusa , me lo avevano detto, ma la insegna è una vergogna, il tricolore sbiadito, pare vecchia ed abbandonata. Oggi, 13 gennaio ho scritto loro una segnalazione…finito il sopralluogo vado a vedere il waterfront ed essendo Natale ho chiamata con i miei: in diretta faccio vedere come vivono le donne. La maggior parte sono vestite con il tradizionale abito nero, Abaya e Niqab, che le copre tutte esclusi gli occhi. Faccio una bella passeggiata, senza spiagge e con costruzioni in cemento in divenire ed infine mi faccio portare all’attrazione più importante di Jeddah: il Red Sea Shopping Mall. Evito come la peste questi agglomerati ma qua, se vuoi capire come vivono i locali e le donne, non hai scampo. Con “hang out” di couchsurfing mi incontro con Abdo e Dalien, ragazzo yemenita, ingegnere di 28 anni, benestante e viaggiatore per gli standard sauditi. Quest’ultimo sembra meglio introdotto di Abdo nei giri sotterranei di Jeddah. Dice che è possibile anche frequentare ragazze ed addirittura andare in albergo con loro, mostrando carte di identità false perché queste non recano foto anche se esiste sempre il rischio di essere beccati dalla polizia religiosa la quale ha visto i suoi poteri fortemente limitati negli ultimi anno ed ora si occupa soprattutto di contrastare il fenomeno dei riti Voodoo. Bene, gli dico, allora andiamo a parlare a quelle ragazze: “beh..qui se una ragazza ti denuncia per molestia sessuale, ti prendi due anni di carcere”… “ah, ecco”. Per sposarsi, fino a due anni fa l’unico modo era fare presente la cosa alla mamma, la quale aveva già pronta la lista di ragazze da presentare, una alla volta, non la “rosa”. Il primo incontro alla presenza dei genitori ed il ragazzo che porta una collana e la regala se la ragazza è di suo gradimento. Giorni e settimane successive per far discutere genitori e figlia alla quale spetta l’ultima parola, almeno nei grandi e medi centri. Se lei rifiuta, la mamma del ragazzo organizza un altro incontro con altra candidata. In un paese dove non esistono centri di aggregazione, bar etc etc, come si formano le “rose”? Soprattutto negli ambiti familiari, con rischi di tare ereditarie, ovvio!!! Il mitico miscuglio di razze, qua non esiste ed i bambini disabili sono un problema diffuso. Il secondo metodo di conoscere ragazze, da pochi anni a questa parte, sono i social media. Dalien dice che ci sono anche “feste” organizzate da un consolato europeo, dove la gente balla addirittura per strada…mah, riporto che quello che dice. Faccio vedere loro il video girato a casa mia..strabuzzano gli occhi, anche loro si prenotano per farmi visita… Complici gli esami universitari, anche qua nel Mall la stragrande maggioranza delle donne indossano il niqab ed inoltre vedo un locale dove la coda è separata da una barriera fra uomini e famiglie. Grandi progressi, è vero, ma la strada di andare a far baldoria a Dubai o Barhein, pare essere la scorciatoia migliore per stì poveri ragazzi…..se hanno i soldi. Ci è sempre stato detto , dai racconti del MSM, che è la loro cultura… se così fosse la rispetterebbero ovunque, in realtà è terrore delle pene inflitte da una ristretta cerchia di elites religiosa. Salutiamo Dalien ed Abdo mi porta al “Art Cafè”, un locale trendy, dove c’è musica discreta e si può dipingere, ci sono ragazze anche vestite all’occidentale. Faccio due parole veloci con delle cameriere, e rimangono sorprese di essere considerate delle “sfigate” dal resto del mondo… “chi nasce in una prigione…“ facciamo selfie con lui che rimane indietro perché.. “tu sei straniero, ma io qua ci vivo” ed andiamo a casa. Entro ed il mio cellulare mi regala una sorpresa: ho un nuovo contatto con Tinder! Incredibile, a Genova le 70 enni ti snobbano, dovevo venire nel paese più chiuso al mondo per conoscere ragazze su questa app. Purtroppo è tardi e lascio perdere.
26 Dicembre: Yanbù
Ritirata l’auto prenotata tramite rentalcars.com, il viaggio verso nord di 380 km per giungere a Yanbù scorre veloce con sosta in una frutteria dove gusto un delizioso frappè al mango…arrivo alle 17.00 e mi incontro con Mohammed, mio cs host di 40 anni, sposato con 4 figli e dipendente dell’ufficio delle entrate. La stanza degli ospiti è, come sempre, separata dal resto della casa e non mi presenta sua moglie, mi serve una cena a base di pesce ottima e poi andiamo a vedere il waterfront, le terme di notte ed una città antica di fango. Troviamo diverse volte dei giovani seduti per terra, fuori dalle macchine, che bevono acqua… Dubai e Barhein, dove siete… Al ritorno un po’ di adrenalina: percorriamo 3 km in contromano, sul ciglio di una strada extraurbana, troppo noioso andare a girare alla rotonda!!!!!! Le strade extraurbane, nel deserto hanno grandi spazi esterni all’asfalto…”no problem”, mi dice Mohammed… Gli avevo chiesto, via google translator perché parla poco inglese, di vedere dei cammelli. Accontentato: guidiamo mezz’ora in mezzo al deserto verso una casa con luce verde, lì ci sono due amici che li allevano..saliamo a bordo di una carcassa ed eccoci al recinto..incredibile..le mie amiche esperte, cui avevo mandato le foto, mi dicono che sono magri, forse perché fanno gare… rientro a Yanbù e ronfo come un ghiro.
27 Dicembre: Umluj, barriera corallina (vale il viaggio)
Partenza alle 9.00 direzione nord per circa 130km, verso Umluj, autentica perla di questo paese, neppure inclusa nei luoghi di visasaudiarabia.com. Mentre guido, Mohamed mi fa cenno di prendere una strada sterrata, sulla sinistra, “nice place”. É sterrata sino a diventare sabbia.. vado avanti, “qua ci impantaniamo”, “no problem” mi risponde. Finiamo per essere recuperati da un suo amico con il pick-up, perché insabbiati! In Ulmluj, recuperiamo suo amico e poi porticciolo dove ci attende la barca ) e comincia un’avventura strepitosa di circa 3 ore. Il mare è limpido e trasparente, vediamo un’isola sulla quale non si può scendere, poi bagno in solitaria, vedete le foto in allegato ed infine spettacolare barriera corallina! Maschera e boccaglio nuovi di pacca e mi godo un vero acquario..avessi avuto la telecamera subacquea….rientro al porticciolo, e poi direzione Yanbù, non prima di aver visitato lo storico mercato di Umluj, chiuso perché venerdì. Lungo la strada chiedo della situazione di sua moglie e Mohamed risponde che non può uscire senza il suo permesso, male guardianship, e che indossa il Niqab. Ma il governo ha eliminato questi due obblighi: si, ma le tradizioni e la famiglia vengono prima! Picchi tua moglie? Islam vieta, idem per i bambini… e se non si comporta bene? Prima cazziatone, poi faccio intervenire suo papà ed infine divorzio. Ero convinto, sulla base delle info recuperate in rete che le donne in KSA fossero trattate come delle schiave, in realtà, entro i limiti entro cui sono obbligate a vivere, si fanno rispettare. E le esecuzioni pubbliche? Ti tagliano la testa dal collo perché per l’Islam lì passano le emozioni, per cui la vittima non soffre. Lo provoco: ci sono esecuzioni in agenda? Mi chiede che cavolo di idea avessi del suo Paese… Mohamed è stato davvero ospitale, ha sempre voluto offrire lui, mi ha sempre dato risposte alle mie domande ma… in base alle mie teorie teorie cospirazioniste e complottiste per un attimo ho avuto il dubbio che fosse una agente del governo infiltrato per edulcorare la realtà ad un turista… probabilmente paranoie. Tornato a Jeddah riconsegno la macchina alla Enterprise ed incontro Michael, un ragazzo tedesco che aveva postato nei public trip di couchsurfing il suo piano di visitare Jizan ed Asir.
28 Dicembre: Abha- Rijal Almaa Village, (vale il viaggio) – Jizan
Sveglia devastante alle 4,25…shuttle per l’altro terminal perché l’hotel dell’aeroporto è in quello opposto da dove parte il nostro volo, e siamo ad Abha: ATTENZIONE il nostro ministero degli esteri sconsiglia viaggi in queste due regioni, in quanto al confine con lo Yemen e perché Abha e Jizan sono state oggetto di attacchi con droni e missilistici da parte dei ribelli sciiti Houti. Un unico caso all’aeroporto di Abha ed un paio su Jizan, senza conseguenze perché intercettati dalla difesa. Io, Michael ed Adam abbiamo ritenuto questa sporadicità equivalente ad altri attacchi perpetrati in giro per il mondo… Parigi, Londra etc, motivo per cui abbiamo deciso di visitarle. Voi fate le scelte che ritenete più opportune. Tornando alla mattina, impieghiamo un’ora per il ritiro della macchina, dopo che in cinque si sono interessati del nostro caso… recuperato Adam, grande viaggiatore che nonostante la disabilità alle gambe viaggia da solo, facciamo supercolazione Yemenita in Abha e partiamo direzione Rijal Alma Village, circa 1,45 h per 140 km. Fortunatamente lungo la strada troviamo un mercatino dove, grazie al mio sesto senso dei souvenir, compro i quasi unici di tutto il viaggio. Adam acquista del miele ma, sono onesti i sauditi, gli dicono che potrebbe anche essere tedesco tanto è l’amore verso le cose importate… secondo me bisognerebbe comprare quello prelevato dalle arnie dentro le celle di cera, che è ben in mostra, tuttavia pesa circa un paio di kili e vi lascio immaginare la gioia nell’ipotesi in cui si versasse dentro la valigia. Ripresa la marcia ci avventuriamo lungo una strada con pendenza mostruosa al chè, dopo qualche centinaio di metri i freni diventano incandescenti!!!!Ci buttiamo litrate di acqua contrariamente ai consigli opposti. L’arrivo a Rijal Alma Village è caratteristico, appare dall’alto, è uno spettacolo…vale il viaggio, a parte qualche costruzione non contestuale. Il villaggio è autentico, rinnovato dai quattrini dei proprietari, e le decorazioni esterne furono fatte dagli uomini mentre quelle interne dalle donne. Visita del museo, tonnellate di foto e partenza verso Jizan, hotel Eire. Lì veniamo prelevati da Bin, cs member che ci porta ad un ristorante yemenita da paura…ecco le coordinate, da inserire in google maps:WHH7+MM Jizan Arabia Saudita Adam ha vissuto nel paese per due anni, lo cercava spasmodicamente e mangia sino a scoppiare… post cena giro al Suq… nada, paccottiglia cinese, altra delusione e poi andiamo sul lungomare ma… luci, colori, movimento, macchine, Bin dice che questo è nulla, bisognerebbe venire dopo gli esami universitari di giovedì o venerdì’ sera per vedere la bolgia ed onestamente gli credo. Passeggiando sul lungomare alcune ragazze si coprono il viso con il velo mentre noi ci avviciniamo….Bin, sposato e benestante, dice che grazie ai social media è facile conoscere ragazze e si lancia in un “esiste la prostituzione per strade, vicino all’Università, ragazze soprattutto straniere”..ve la riporto per come l’ho sentita. Andiamo poi in un bel locale in cima ad un grattacielo, un’oretta di fumata di sisha, succhino di ananas, perchè una bottiglia di Jonnhy walker costa 500€ al mercato nero e per il pazzo che volesse sfidare la polizia. Mai un bar, un luogo di aggregazione… casa&famiglia, questa è l’Arabia Saudita… la conseguenza? Pare che i filippini siano oggetto di desiderio omosex anche perché, Bin dice, essi credono che così potrebbero rimanere incinta e dare alla luce una sorta di divinità. Non ho trovato nulla su internet, ma tutto è possibile. Prosaicamente il mio collega Luca invece relaziona l’attitudine ai quattrini… All’albergo lo salutiamo e ronfata!
29 Dicembre : Fayfa
Oggi visita di questa località conosciuta in tutto il paese per la gentilezza dei suoi abitanti e per i pendii terrazzati delle sue montagne in stile sud-est asiatico. Arriviamo dopo 1,5 ore, incontrando cammelli e scimmie, comprato le tipiche corone di fiori con cui ci cingiamo le teste e sbagliando strada perché google gps fa casino in quanto alcune strade sono strette. Siamo rimasti delusi. Ci aspettavano il villaggio di montagna con case tipiche: alcuni abitazioni a torre ci sono, ma disabitate e circondate da case in cemento e da alcuni ecomostri, stile isola della Palmaria (Spezia). Peccato.
Al locale ristorante ci rendiamo conto di essere delle star, dei ragazzi chiedono selfie… all’uscita rischiamo di essere travolti dai pick up condotti da pazzi, attenzione! Digerito, ci mettiamo in viaggio verso Dharhan al Janub. Google ci fa fare due volte lo stesso tragitto, ma poi incaponiti dall’idea di visitare qualcosa di tipico seguiamo le indicazioni verso un villaggio che pare sconosciuto, dove troviamo: strada finita, carcasse di auto, plastica dappertutto. Forse stiamo inseguendo “l’isola che non c’è” di Edoardo Bennato. Ripartiamo e lungo passi di montagna e strade isolate ci fermiamo fuori da una moschea con preghiera appena finita, apriti cielo. Siamo circondati da almeno 20 ragazzotti, tutti i pick up che si fermano: “you tube, Spotify” ci gridano, selfie a gogò manco fossimo delle rockstars… loro vestiti negli abiti tradizionali, con pugnale e corona di fiori…del resto queste zone facevano parte del regno Yemenita, molti decenni fa. Altri km e siamo fermati ad un posto di blocco: alchol. Astenetevi dal portarlo, legnate e frustate vi aspetterebbero, anche se turisti. Altro posto di blocco, militare, che ci costringe a spendere mezz’ora con loro, tanta la gioia di vedere turisti e poi Adam che parla Arabo… infine giungiamo nella cittadina. Vado a dormire senza cena, stravolto.
30 Dicembre : Al Habala village, altri villagi con costruzioni tipici
Sveglia alle 9.00 e direzione il pazzesco villaggio di Al Habala. La storia narra che delle persone, per sfuggire agli ottomani, si rifugiarono su un costone della parete del canyon e vissero per secoli muovendosi verso altri luoghi con delle funi per salire e scendere dal villaggio. Lungo il tragitto in prossimità del villaggio di Al Harajah, scorgiamo un quartiere costituito da case tipiche di fango, tutto disabitato con l’eccezione di una. Qui il proprietario, sbalordito dalla mia presenza mi invita dentro a fare colazione con i suoi figli e dell’ottimo pane afghano..radunati gli altri ci divertiamo un mondo e la colazione era davvero buona. Indimenticabile. Ripreso il cammino, in un luogo di cui non ricordo il nome, sostiamo a vedere degli edifici tipici, quelli che abbiamo cercato disperatamente per 250 km di montagna…30 minuti di macchia e giungiamo ad Al Habala e lì scopriamo l’amore del Paese verso la propria cultura e storia…pare che il villaggio fosse stato scoperto per caso da un elicottero dell’esercito qualche decennio fa e poi, per promuovere il turismo, hanno costruito una cable car al posto delle funi e cacciato gli abitanti in un altro villaggio…nella survey che, in qualità di membro della prima ondata di turisti che hanno visitato il paese mi hanno inviato, ho segnalato questo come l’elemento più negativo del mio viaggio. Tra le altre cose il resort sopra il villaggio è aperto da Maggio ad Ottobre, dunque abbiamo buttato via del tempo. Gli abitanti erano chiamati “flowers men” per la corona che anche noi abbiamo portato…..ad Abha, salutiamo Adam orami soprannominato Jesus Christ per la sua barba ed il suo eloquente arabo, saluto Michael il quale va a Jeddha ed io a Ryad. Lì vado a casa del mio ultimo CS host, Mustafà, un brillante ragazzo Giordano, con laurea ed esperienza in Italia, ora consulente per conto di una big four. A cena mi racconta il suo punto di vista, incluso quello di 7 anni fa quando lavorava al nord. Conferma che le cose stanno migliorando da un punto di vista sociale anche se al concerto del 20 dicembre di David Guetta, la sua ragazza francese è dovuta andare via per le continue molestie sessuali ricevute….quella è una polveriera pronta ed esplodere. Tra le altre cose era uscita questa notizia sulla BBC: 80 arresti per sospette molestie sessuali al concerto… welcome into the modern times…Mustafà inoltre mi racconta che è difficile conoscere ragazze arabe, perché molto riservate, in forma e tirate (parliamo di impiegate di alto livello, questo è il suo inner circle). Altra conferma: gli arabi dormono fino a tardi e vivono fra macchina e shopping, a Ryad. Alcuni capetti statali guadagnano cifre monstre: 25.000 € al mese, come qua! Infine gli racconto della mia scoperta in Iran: il Sigheh o matrimonio a tempo. Convinto che nella iper conservatrice KSA ciò non esistesse, lui mi corregge. Esiste il “Misyar” una forma leggera di matrimonio o meglio un sistema legale per avere un’amante senza incorrere nelle sanzioni previste dalla religione https://en.wikipedia.org/wiki/Misyar_marriage. Altre certezze che crollano, a volte credo che non dovrei più viaggiare…..per non finire con un chiarimento ad un sospetto: “interpretando” la campagna di comunicazione mondiale di KSA in atto da due anni, gli articoli del mainstremassmedia (MSM) sull’apertura del paese a Settembre 2019, la perfezione del processo di visaonline e l’idea di portare turisti per fare vedere ai giovani arabi cosa è il mondo….come dire..l’ho compreso appieno: Mustafà mi ha detto che il piano Vision 2030 è stato redatto anche dalla società di consulenza McKinsey…..Eureka!
31 Dicembre : Al Dirah-Rientro in Italia
Ronfata bestiale sino alle 13,00 e poi passo a prendere Judy, una bella ragazza Eritrea che lavora come assistente in un asilo e che ho conosciuto su Tinder. Sì, lo so, a Genova, neppure le 60enni ti considerano..dovevo venire in KSA per battere chiodo..cmq andiamo a Historical Dir’iyah, area sotto ristrutturazione ed in alcune parti chiusa per la Stagione di Ryad, quella dei concerti. A me è parso molto “fake” ma voi magari troverete delle aree autentiche..pranzo con Judy e mi racconta la sua vita..qui è meglio non avere rapporti stretti con i locals perchè il rischio di denunce e successiva espulsione è sempre in agguato. Lei ha 5 figli nel suo paese e suo fratello vive felice in Svezia, grazie all’arrivo da clandestino in Italia…real life…alle 15.00 il solito disturbo ossessivo acquisto souvenirs comincia a trillare e ci rechiamo a “camel shop”. Onestamente il titolare dice che ha solo oggetti made in India o China ed allora torno nel suq che avevo visitato il primo giorno e raggiungo la zona dei tappeti. Anche qui nulla, alcuni negozianti dicono che gli arabi, fumano, bevono e dormono, altro che produrre oggetti di artigianato! Nella ricerca infine mi indicano un “suqre”, dove compro per 50€ un cuscino che pesa una tonnellata. Dubbioso chiedo ad altri arabi e dicono che è originale “made in KSA”. A casa Mustafà conferma, perché fatto di pelo di cammello..evvai! Saluto Judy e ceno con lui in una via molto chiccosa, pare essere a Los Angeles. Ristorante libanese, spendiamo 50€ in due, cifra alta ma location e qualità ottime…è capodanno ma qua non si festeggia, passeggiando vedo negozi con oggetti di arte dai prezzi folli, ed infine una scena di cuccaggio incredibile: sento una macchina con musica a palla, mi giro e questa si accosta al marciapiede, il ragazzo getta il suo numero di telefono e la ragazza lo raccoglie, spettacolo!!!!! A questo proposito Mustafà racconta che tutti sono per il futuro ma, quando lui chiede ad un amico arabo, “Usciamo?” Loro sono entusiasti… “porti anche tue sorella?” No scusami, lei no… ne vedremo delle belle.
Uber e sono in aeroporto, partenza alle 6,30.
Che viaggio! Visitarla adesso significa andare indietro e nel futuro del tempo…un paese in transizione, verso la modernità o verso il baratro ancora non sappiamo.
David Guetta, di fronte a 120.000 giovani ha detto “we are writing a new page of history”. Non avessi usato CS probabilmente mi sarei annoiato, ma i luoghi visitati fuori dalle due grandi città sono straordinari…una mia amica ha detto che non ci verrebbe per il trattamento che esso riserva alle donne ed altre comunità Sono pienamente d’accordo: chissà da dove proviene il petrolio e la benzina che lei mette nel suo motorino, Venezuela o forse Iran. Seriamente: per i giovani i turisti sono davvero una finestra sul mondo…… mentre ne parlo e scrivendo questo resoconto, un dubbio mi assale: siamo proprio sicuri che le donne arabe, quelle che non usano twitter ed i social media, vogliono questo cambiamento?
KSA ha il 70% della popolazione sotto i 30 anni. Probabilmente sì, è la risposta che i locali mi hanno dato.
Ovvio, ma loro usano couchsurfing. E gli altri?
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