Le controindicazioni della perla
L’arrivo all’Hotel è stato di grande effetto. Quando abbiamo fermato la stanza, ci siamo premurati di verificare che l’albergo fosse un tre stelle almeno, si trovasse in zona centrale, preferibilmente vicino al mare caraibico. E così è stato, infatti. Peccato che un tre stelle a Cuba equivale qui a Venezia a uno scantinato che dà sul canale, che il centro de La Habana sia una via di mezzo fra il centro di Baghdad e la periferia di Falluja del dopo Saddam, e che il lungomare sia praticamente la tangenziale di Mestre (caddilac anni ’50 e lada 1100 sfrecciano a iosa fumando come motrici a vapore). Premesso che non abbiamo una passione per l’orrido, la reazione ve la potete immaginare. Vabbè…Ha da “passà a ‘nuttata” ci siam detti. E la mattina alle otto infatti, tra una tortilla con cetrioli e un caffè al gusto di kerosene (non c’era altro a parte brioches di cartone e panini in poliuretano espanso), dai vetri unti della sala breakfast notiamo che almeno il sole trapassa la nebulosa che fuoriesce dai veicoli Euro 8 della capitale. Indi si va in perlustrazione, con calma e circospezione. Primo assalto del venditore di fumo: sventato! In stretta sequenza, secondo attacco di procacciatore di angoste/camarones: fallito! Terzo attacco di jinetero/suonatore/ballerino di salsa che ti vuole solo parlare in italiano perchè lui ama l’Italia…Colpiti e affondati!! Impossibile estirparlo, lui vuol farti vedere la “realtà de Cuba”, non ti vende sigari nè chicas ma dopo due ore ti chiede solo di poter mangiar con te…E che fai?? Insomma lì è Terzo Mondo e tu te ne vai in giro col paraocchi?? Vabbè, lo si invita..Il ragazzetto ti porta in un posto che conosce lui..Ehh ehh..Vabbè si beccherà anche la mancetta dall’oste del paladar..Ma che vuoi che è? A Cuba si mangia con poco..
Conto?? 73 $ per due aragoste e un camarones..Ostregheta come mi brucia ancora il deretano. Non contento, il nostro assistente ci chiede anche 5 $ per la sua bambina di 5 anni, c’avrà avuto si e no 20 anni lui…Ma và a ca’are va’!!! Se passeggiando per la capitale doveste incontrarlo (Alfredo, sarà sicuramente nella piazza centrale a mietere altre vittime), ditegli che stiamo promuovendo una mozione per inasprire l’embargo a lui e alla sua famiglia. La giornata si chiude alle 18.00 ancora stanchi dal viaggio e sconvolti dal trip nel girone degli scassa’azzi impenitenti: si va in albergo. Il giorno dopo si torna sul sentiero di guerra, feriti ma ancora abili. Altra passeggiata sul Malecon, il lungomare con lo skyline degno di una bidonville di Bombay, tra occhi di fanciulle fiammeggianti con il Pos Gsm a tracolla (accettano sia Visa che Mastercard) e adorabili afro-avvoltoi che ti chiedono gentilmente l’ora per sentire da dove vieni e di conseguenza adottare la strategia vincente: se sei italiano, ti vengono riversati addosso luoghi comuni e adagi all’Italiana come se piovesse ( ridi ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi- che manco io so che vuol dire per inciso- ..A me mi piace Ramassotti e Paussini..All’italiano le piace la chicas e l’angosta.. E via così); se non lo sei, allora il cubano che ti ha fermato ci vede quanto una talpa con la cataratta, chè tanto ti vedono a un miglio nautico che sei Italiano sennò neanche perdono tempo ad attaccar bottone. Ma oggi 03/02 almeno c’è il mercato vicino alla Cattedrale, e allor via a fare il pieno di splendidi ricordi de La habana. Diluvio di collanine di simil coralo nigro (ovviamente acquistate dopo penosa contrattazione), Cheguevari in tutte le salse, statuine catalizzapolvere in quantità industriali; ma anche tele e quadri di pregio, almeno una nota positiva in questo bazaar da comitive.. Al pomeriggio si salta a piè pari la canonica visita a musei/chiese/piazze e ci si converte alla playa: fischio, taxi, guerra sul prezzo, sabbia..Ah finalmente! Chiudiamo con La Habana, il giorno dopo abbiamo la nostra VW Gol (non Golf, proprio Gol..A Cuba per via dell’embargo mancano anche le lettere) e ce ne andiamo dal fetore di questo degrado urbano con un habana-pensiero: se l’Unesco ha fatto La HAbana patrimonio dell’Umanità, allora faccio richiesta anche per il condominio pericolante dove sta mia nonna, che magari poi ci faccio i soldi con i turisti.
Ma la Gol è già lì che aspetta di essere lanciata a 90 kmh a 5000 giri (in 5 marcia ovviamente) verso Trinidad, soltanto basta saper come uscire da ‘sta cloaca di città. Consiglio vivamente di acquistare una mapa de carretera a tutti i kamikaze che vogliono guidare per Cuba, non si sa mai che finiate la carta igienica per strada: 3 $ di mappa per non capire una mazza di dove sei, dov’eri, o dove stai andando. Ma ecco che imploriamo pietà a un passante con un sacchetto di nylon in mano (quindi benestante),tanto per un informazione non vorrà mica che gli compriamo dei sigari o una sua sorella. Invece no, non chiede nulla, a parte un passaggio per 150 km sull’autopista nacional, tanto, ci dice,è quella la strada per Trinidad… Una breve incidentale sulla monumentale autopista nacional: immaginatevi una striscia di asfalto che corre sulla Grande Spianata, dai contorni non ben delimitati causa terra, sabbia, graminacee di ogni specie e carcasse di animali; autostoppisti imprecanti ovunque, ai lati, in mezzo, sui viadotti; contadini con trecce di aglio e cipolle che attraversano la strada fra camion-merci e camion-passeggeri omologati Euro 17, carretti a cavallo, chevrolet del’60, sidecar con rimorchio, biciclette cavalcate da famiglie felicemente riunite (su un’unica sella), moto a carbonella, semplici bifolchi a passeggio o vecchi impagliati su un sasso a fare trainspotting lungo la carreggiata; ah, dimenticavo…Treni a vapore che intersecano la strada, il cui potenziale passaggio ti viene segnalato 10-20 metri prima, così impari a correre…
Quanto al percorso da seguire, beh, basta seguire Cienfuegos e poi “recto recto recto”, ci dice il fedifrago: noi rispettiamo i dettami, arriviamo a Cienfuegos, ma a un certo punto, in totale assenza di deviazioni o indicazioni (quindi per forza vai sempre dritto), ci ritroviamo in un parcheggio di un Hotel sulla spiaggia, senza mai esserci accorti di essere usciti dalla strada principale. Si scoprirà poi che per Trinidad bisognava girare 30 km prima, dove c’è la stazione della gasolina: non prima, nè dopo, ma attraverso la stazione, il tutto senza un pezzo di cartello. Arrivati in quel parcheggio, scorgo in lontananza due individui furiosi e gesticolanti, quindi italiani: ci si avvicinano e ci chiedono se habliamo l’italiano, io gli rispondo che possono pure parlare come mangiano. Si viene a sapere che sono appena arrivati a Cienfuegos e stanno aspettando vanamente altri compagni di sventura, e che questi li hanno abbandonati alla playa. Si finisce che ci fermiamo tutti a Cienfuegos e si fa vacanza per una settimana con quattro siculi veraci e spassosissimi. A Cienfuegos incontriamo il mitico Rodriguez “Compay” Facundo, il boss di Cienfuegos che ti procura case particular, paladar, aragoste, auto, etc. Etc. Etc. Etc… Insomma tutto quello che puoi avere/fare a Cuba. A Cienfuegos tutto va a meraviglia, a parte ovviamente cubani ronzanti assetati del tuo sangue che ti vogliono solo parlare, o si offrono di guardarti la macchina parcheggiata per un misero dollaro ( che per loro è la paga di due giorni). Puoi fare certamente a meno di non darglielo, a patto che tu abbia una kasko integrale sulla macchina: non so come si dice in spagnolo, ma in italia questo è un qcs che va sotto il nome di “estorsione”. La mia ragazza approfitta di una bella giornata di sole per vomitare due delle tre aragoste mangiate sulla spiaggia in settimana. Non importa, tanto il giorno dopo si va a Trinidad e a Playa Ancon, quindi il sole si recupera. La cittadina è la nostra meta finale prima del mesto ritorno a La Habana direzione Venexia: casa particular decente a 20 $, viuzze coloniali carine,locali discreti, mercatino dell’artigianato con gallerie d’arte a profusione (NON METTETE LE TELE NEL BAGAGLIO CHE FATTURATE..LE MIE SON DA BUTTARE CAUSA IL GELO NEL VANO BAGAGLI), gente già meno abituata a silurarti, splendida spiaggia a 12 km. Ma il giorno prima di partire non voglio essere da meno della mia ragazza, così, dopo aver mangiato un cocco intero sulla spiaggia, inizio a vomitare particelle di cocco per ics che tende a più infinito, e a subire contestualmente la vendetta del Dio Fidel sottoforma di scariche diarroiche tipo aerografo. Non contento, il Supremo ha fatto anche distruggere la cerniera della mia valigia fatturata, liberamente aperta in mia assenza dai premurosi funzionari della dogana, che hanno pensato di accertarsi che non mi fossi dimenticato niente a Cuba.
LA MORALE Perciò fratelli vi dico: visitate Cuba, andateci in due o più coppie o in folte compagnie, dividerete esageratamente la spesa per macchina e sarete meno vulnerabili da smaronamenti di cubani ossessionanti; saltate a piè pari La Habana, al max stateci una notte in casa particular (vi ci portano i taxisti) e poi andatevene da qualsiasi altra parte a 100 km da lì; fatevi due settimane piene alla spiaggia con intervalli in città, non fate il contrario (non ho visto molto delle città cubane ma a detta di tutti ho visto le + belle, il cui giudizio mi pare di aver già palesato sopra…), mangiate SEMPRE in casa particular, almeno potete vedere cosa, e soprattutto come, cucinano.
UN PENSIERO FINALE Con le persone sono mediamente filantropo; ebbene a Cuba non ho incontrato un solo autoctono/a che mi parlasse senza voler niente in cambio che parole, eccetto Compay Facundo (che infatti pareva tutto tranne che cubano). Forse ci siamo stati troppo poco, forse la mia auto-Gol dava troppo nell’occhio e invitava solo i maligni (ovunque parcheggi, anche in una scarpata, ti si avvicina uno con un cartellino e una molletta dicendoti che gli devi 1 $ per il parcheggio, magari poi ti offre anche sua cugina o un’angosta per 10 $). Accetto ovviamente repliche, da nativi cubani e non, ma su un’evidenza non transigo: Cuba non è tutta salsa e sorrisi (così come ho letto in molti commenti sul sito turistipercaso, forse questo atteggiamento lo si ritrova nei resort, dove ai cubani tutto ciò è imposto), così come l’Italia non è pizza e mandolino.
Saludos! Davide