Last minut per dimenticare

Ricordo che le elezioni politiche erano ormai alle porte in Italia e malgrado le mie vane illusioni immaginavo gia' i risultati. Questo fu il motivo scatenante che mi spinse a comprare insieme a un mio amico un biglietto last minut per la Spagna. Ero gia' stata due volte a Madrid e l'ultima volta mi ero installata là per due mesi tanto me ne ero...
Scritto da: Sara Di michele
last minut per dimenticare
Partenza il: 13/05/2001
Ritorno il: 25/05/2001
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Ricordo che le elezioni politiche erano ormai alle porte in Italia e malgrado le mie vane illusioni immaginavo gia’ i risultati. Questo fu il motivo scatenante che mi spinse a comprare insieme a un mio amico un biglietto last minut per la Spagna. Ero gia’ stata due volte a Madrid e l’ultima volta mi ero installata là per due mesi tanto me ne ero innamorata. Il risultato delle elezioni inizia ad affiorare e il nostro aereo decolla… Arriviamo nel caldo e affollato aereoporto di Barajas… Ecco la classica Spagna di Almodovar… Caldo, rosso, confusione, quel rumore di tacchi che a volte ci si domanda come sia possibile ascoltarlo in una citta’ tanto caotica… Eppure risuona sempre… Siamo in Spagna. Plaza del Sol, Parque del Retiro… E la sera treno notturno per Granada. Arriviamo la mattina dopo sette ore di viaggio e un biglietto che ci era costato la meta’ di una notte in ostello, piccoli accorgimenti per economizzare tempo e denaro! Arriviamo nella calda Granada, dove non abbiamo il tempo di uscire dalla stazione che un signore ci si avvicina offrendoci una camera a casa sua per solo 1200 pesatas ciascuno per notte, quelle che oggi sarebbero 6 euro per notte più o meno. In realta’ non abbiamo esitato e lo abbiamo seguito fino a giungere in questa dimora veramente almodoviana. Ci accolgono una donna vestita in modo trasandato che si occupava di riordinare e sistemare quelle tre stanze che affittavano, e un cane che non smetteva di annusarci. Ci lasciano le chiavi e prendono i soldi per le due notti che avevamo chiesto senza lasciare una ricevuta o altro. La giornata era troppo bella c’erano circa 30 gradi, la mia temperatura ideale!Iniziamo a perderci per la citta’, perderci seguendo la via dell’Alambra situata nell’alto della citta’. Finalmente arriviamo e scopriamo che l’entrata deve essere prenotata pe cui i 3 km in salita li avevamo perorsi solo per comprare i biglietti per poter entrare dopo 4 ore, non male ci restava solo riscendere nel cuore della citta’ e risalire più tardi perché no?! Intanto scopriamo i bagni turchi, la Cattedrale e il quartiere del Sacromonte, dove ci attendeva un’altra realta’. Un quartiere assemblato solo di case bianche piccole non troppo grandi che davanti ogni porta avevano come un guardiano che salutava la gente che passava… Essendo abbastanza piccola sapevano sicuramente chi era della citta’ e chi no e a noi era facile identificarci come turisti visto che eravamo gli unici a indossare cannottiere e pantaloncini corti. Visto che gli abitanti del posto non osavano tanto a livello di abbigliamento ma erano molto più coperti, ho dedotto che non faceva il caldo al quale la citta’ era abituata. Ci perdiamo nei vicoletti di questo quartiere bianco che un po’ mi ricordava i viottoli di Rossano in Calabria…E imbocchiamo la strada per andare alla tanto attesa Alambra… Per la quale non ci sono parole che possano descriverla. Giardini, e sentieri, fiori e rose, disegni artificiali fatti dagli intrecci di edere che somigliavano a bambini curiosi che amano intrufolarsi dapperttutto, vista che dominava tutta la citta’, e azulejos che richiamavano quelli di Lisbona e Porto;abbstanza logico visto che anche in Portogallo erano derivati dell’influsso della dominazione araba. Aria di estate e aria di piccolo paese nonostante l’estensione non indifferente. In ogni bar si poteva tranquillamente comunicare con il barista e ascoltare gli aneddoti di ciascuno. Io amavo tanto quelli che non avevano l’aria di bar turistici ma di quelli in cui si potevano incontrare le persone del posto che dopo aver finito di lavorare andavano a prendersi una birra per riposarsi e per raccontare la propria giornata. Atmosfera molto paesana… Anche se come avevo detto in questo viaggio non avrei voluto pensare alla nostra politica… Ebbene non mi era consentito… Mi sentivo un’inviata speciale che doveva rendere conto del perché gli italiani avevano votato a destra. Non c’era persona che non sapeva pronunciare quel nome, non c’era persona che non se la rideva di noi e infine i commenti fino a dirmi che avevamo legalmizzato l’illegale… E vabbé il peso di aver scritto sulla carta d’identita’ il nome di una nazione nella quale sei nato e che non hai scelto! Lasciamo la splendida Granada e ci allontaniamo verso Cadiz dove all’entrata della citta’non possiamo che provare una grande delusione come ci é accaduto ogni volta che siamo arrivati con il treno che ci lasciava nella parte nuova e moderna della citta’. Quindi se non fosse stato a causa della lingua madre che rimbombava e che era spagnola, Sevilla, Cordova, Cadiz che é la citta’ più antica del Mediterraneo avrebbero potuto avere qaulsiasi nome. E’ là che ho preso coscienza del termine globalizzazione… I negozi avevano gli stessi nomi che ovunque, insomma dove si trovava quell’identita’ spagnola che tanto ceracavo? Dove si era nascosta? Si era camuffata sotto le false regole del commercio e del business. Delusi da Cadiz che di antico aveva conservato solo una cattedrale… Non ci resto’ che l’oceano per consolarci l’unica forza della natura che non si puo’ arrivare a trasformare in quanto talmente grande, talmente forte, infinito e indelebile. Ci restavano pochi giorni per il nostro volo a Madrid per cui decidemmo di iniziare a risalire passando per Sevilla e Cordoba dove incontrammo la feria. Che cos’é la feria? Ogni citta’ del sud del Spagna, a Aprile inizia ad avere queste serie di ferie che sono delle feste che si svolgono in uno spazio enorme addobbato di stand e che prosegue per giorni. Per la prima volta ho visto che cosa significa fetsa che cosa significano tradizioni. La maggior parte delle persone erano vestite con i costumi tipici della sevigliana, e tutti ma dico tutti danzavano con tutti e non importava l’eta’, non importava la musica non importava l’ora era il momento di vivere e di divertirsi per cui nada era màs importante.

Mi sembrava di vivere con loro il senso di questo popolo forte che vive sempre nella passione quel sentimento che ti porta a camminare in equilibrio su quel filo sottile che divide la voglia di sfidare la morte tra corride e corse folli di tori a Pamplona e la voglia di vivere di restare eternamente persi nelle danze come nella calda andalusia… E che dire di più… Adesso che sto vivendo a Parigi i miei migliori amici sono spagnoli…! hasta la vista



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