Las vegas e i parhi di utah e arizona
VERAMENTE UNA CITTA’ UNICA AL MONDO!!! Zion Park – 5° giorno Lasciamo Las Vegas, un po’ trafficata di prima mattina, destinazione i parchi dell’Ovest. Appena fuori città siamo in pieno deserto; strade larghe, semi vuote, guidare è un vero piacere, e lo stress del traffico milanese è un lontano ricordo. Dopo circa un’ora di viaggio il paesaggio cambia, diventa montuoso, tendente al rosso, e ricorda i famosi film western americani. Arriviamo così alla prima meta, lo Zion National Park. La posizione è incantevole, il visitor center è situato nel mezzo di una vallata circondato da montagne rocciose rosse, quasi di forma dolomitica. Imbocchiamo la strada che percorre la vallata, fermandoci di tanto in tanto per ammirare il paesaggio e fare fotografie; purtroppo il sole sta scomparendo dietro le nuvole e i colori perdono un po’. Le cime sono bellissime e superano i 2000 mt, con nomi fantasiosi quali Courth of Patriarchs (un brevissimo sentiero porta ad un punto panoramico), Altar of Sacrifice, The Great White Throne. Lungo la vallata scorre un fiume, il Virgin. Facciamo così una passeggiata di circa 1 ora tra andata e ritorno, un bel sentiero (Emerald Pools Trail) che prima attraversa il fiume, poi raggiunge un laghetto dove dovrebbe esserci una cascatella, ma il periodo è secco e non resta che un filo d’acqua; quindi il sentiero si inerpica tra roccie giganti, fino ad arrivare ad un pianoro da dove si gode un bellissimo panorama sulla vallata e su tutte le cime. Un senso di pace immenso. La giornata è quasi finita, raggiungiamo il nostro motel all’entrata del parco e facciamo un bel bagno in piscina, circondati da questo supremo paesaggio. Ceniamo poi in un ristorantino all’aperto, a base di carne alla griglia ($ 40 in due) e ammirando un bellissimo tramonto, con le montagne che si tingono di rosso vivo. L’atmosfera è da puro Far West. Bryce Canyon – 6° giorno La strada che lascia lo Zion in direzione Bryce Canyon è spettacolare; è una strada con asfalto rosso che sale fino ad un passo, fino quasi a sfiorare le cime. Qui si possono ammirare i Mesa, alture a forma di cono levigate dal vento.
Lungo la strada si attraversa il Red Canyon, solo un’anticipazione di quello che offrirà poi il Bryce. Un’altra mezzora ed eccoci arrivati in quello che sarà il parco più indimenticabile del nostro viaggio: il B.C. È un anfiteatro naturale che va dai 2400 metri a 2800 metri, fiancheggiato interamente da una strada panoramica in mezzo alla foresta; e non potete immaginare il panorama meraviglioso che vi aspetta al di la di quei pini. Infatti, a mano a mano che ci avviciniamo al margine del canyon, vediamo sorgere dal suolo enormi anfiteatri di guglie intricatamente scolpite nella roccia. In un attimo, i colori vivaci del parco ci appaiono in tutto il loro splendore. Ci sono numerosissimi sentieri che dai vari punti panoramici portano nel canyon, ma imperdibile è il Navajo Loop Trail, un percorso circolare di circa un’ora e mezza che parte da Sunset Point e che permette di entrare nella fornace di guglie rosse; incredibile il contrasto tra il colore delle rocce ed il blu del cielo, dà l’impressione di essere in un altro pianeta. Se la discesa è agevole, più faticosa è la risalita, ma lo sforzo è ampiamente ripagato. Percorriamo tutta la strada panoramica di circa 50 km, fermandoci in tutti i punti panoramici: Sunrise e Sunset, Inspiration e Bryce Point, prima di accomodarci presso il bellissimo Bryce Canyon Lodge, unica possibilità di pernottamento all’interno del parco. Per la cena decidiamo invece di uscire dal parco per andare al buffet del Ruby’s Inn, discreta scelta a prezzi modici. Lake Powell, Page – 7° giorno Lasciamo a malincuore il Bryce, alla ricerca di un’altra bellezza naturale: il lago Powell. Arrivati nei pressi del lago, cerchiamo il Wahweap Lodge, da dove partono le imbarcazioni dirette al punto più spettacolare del lago, il Rainbow Bridge (ponte dell’Arcobaleno). Si tratta di un’arco naturale di roccia quasi perfetto, alto 100 metri e altrettanti di diametro. La navigazione è abbastanza lunga (circa 5 ore a/r) e abbastanza cara ($ 60 dollari a persona), ma il paesaggio è fantastico; costeggia infatti la parte più marginale della Monument Valley, con le classiche formazioni rocciose che appaiono qua e la sulle rive del lago. L’acqua è di un blu intenso, e il ponte naturale è veramente uno spettacolo che lascia a bocca aperta; la barca si ferma un’ora, si può scendere e con una breve passeggiata si arriva fino a sotto il ponte. Questo proietta una specie di riflesso a forma di arcobaleno nella sottostante acqua verde.
Ci sono due tour al giorno che partono dal Wahweap, uno la mattina presto e uno nel primo pomeriggio. I biglietti si possono fare direttamente nella reception dell’Hotel.
Attenzione al fuso orario, perché arrivando dal Bryce Canyon bisogna tirare indietro la lancetta di un’ora.
Per il pernottamente siamo andati a Page, una cittadina piena di ristoranti stile western; noi abbiamo mangiato in un ristorante italiano spendendo poco, buona pasta e ottime bruschette. Grand Canyon – 8° giorno Prendiamo la strada verso il Grand Canyon, attraversando le terre ancora abitate dagli indiani; entriamo nel South Rim da Est, e ci aspetta una strada di circa 50 km con molti punti panoramici. Siamo a oltre 2000 mt ma non sembra proprio, perché la strada attraversa una fitta foresta, e il canyon dalla strada nemmeno si vede. Bisogna parcheggiare nella prima area di sosta e camminare fino al bordo per vedere questo spettacolo unico; una sensazione di spazio infinito, di grandezza e di immensità. Il versamente Nord sembra talmente vicino, eppure occorrono ore e ore di auto per raggiungerlo. Sul fondo si vede il Colorado, che con il suo impeto ha scavato nel corso dei secoli queste montagne. Difficile descrivere il Grand Canyon, di certo è uno degli spettacoli naturali più imponenti del mondo. Percorrendo la strada ci fermiamo nei vari punti panoramici (Desert View, Jaki Point, Grand View e Yavapai Point), e mano a mano che si procede il Canyon assume aspetti e colori diversi. Arriviamo al Visitor Center, e la pace incontrata nella visita del Canyon lungo la strada panoramica è bruscamente interrotta da un gran movimento di turisti, auto e pulmann. Per fortuna è maggio: immagino che visitare questi posti in luglio e agosto con molta ressa l’atmosfera perda un po’. Il mio consiglio è di percorrere tutta la strada panoramica verso est, proprio per questo motivo. Dopo la cena in un self service, andiamo a goderci il tramonto sul bordo; i colori non sono però meravigliosi come mi sarei immaginato e non appena cala il sole, ci investe un freddo incredibile. Las Vegas – 9° giorno La nostra avventura nei parchi è purtroppo terminata ma resterà senz’altro con noi un ricordo indelebile; ci aspetta un lungo ritorno verso Las Vegas; strada facendo incontriamo il lago Mead e la sua enorme diga. Finalmente arriviamo a Las Vegas e stavolta pernottiamo direttamente sul Las Vegas Boulevard, presso l’MGM, dove 4 enormi lussuosi hotel sono collegati direttamente tra di loro con passerelle e Sky Train. L’MGM è l’hotel più grande del mondo e in effetti si vede subito; ci mettiamo una ventina di minuti per raggiungere la nostra camera dalla reception. Nel pomeriggio visitiamo altri hotel, tra i quali il Luxor (a forma di piramide con tanto di sfinge all’ingresso, L’Escalibur (ricostruzione del castello di mago Merlino, con spettacolo serale di draghi che emergono dall’acqua), e il New York, perfetta ricostruzione della metropoli con Statua della Libertà, grattacieli e ottovolante all’esterno, mentro all’interno, assieme all’enorme Casinò, sono state fedelmente ricostruite le varie zone della città, come Central Park, Wall Street, China Town, ecc. Ma ormai non ci stupisce più niente… Per visualizzare il viaggio completo: http://www.Bravosito.Com/websites/albertoviaggi