Las Vegas Disco Inferno
Roba che non capita tutti i giorni di essere catapultati all’inferno e ad ogni passo boccheggiare e cercare di capire subito dove inizia la città che non esiste la città dove i semafori per i pedoni sono inchiodati sul rosso e fuori stai in apnea e vedi ogni tanto passare uno zoppo e una donna con gli occhi rigati di rosso e una vecchia col suo abito da sera di vent’anni prima e ti chiedi dove inizia la città dove finisce se ogni casino è una città a sè senza orologio che ti afferra alle caviglie e ti costringe a guardare a tenere gli occhi sbarrati come Alex di arancia meccanica perché tu vuoi essere come tutti loro che giocano alle slot che vincono che perdono e bestemmiano che rigiocano che bevono che guardano il culo delle cameriere e il livello dei casino si capisce dal culo delle cameriere dal sorriso dalle rughe e ti dici ecco sono al Sahara e qui devo giocare perché una notte almeno nella sua vita Elvis ha dormito qui ha giocato ha vinto ha perso e bestemmiato e ti dicono si ma se hai provato il Sahara non sai cosa ti perdi se non vai all’MGM dove c’è un leone vero che ti cammina sul vetro sulla testa e si mette in posa per la foto anche se sembra un animale drogato un toro da corrida e di giorno ti accorgi che Las Vegas non esiste se non in quel tintinnio vorace della gente che vince che perde e bestemmia e ti chiedi che ne sarà della notte se il giorno è una continua irrequieta rievocazione della notte e poi finalmente la notte arriva e ti dimentichi di aver trascorso otto ore di deserto e non fai in tempo a voltarti che c’è un cielo cattivo che si sta riempiendo di luci gialle e perforanti rosse avvolgenti e fioriscono sui marciapiedi ragazzini con i baffi appena accennati che fanno tac tac sui loro cartoncini-invito tac tac ed entri gratis allo strip-tease tac tac ti giri di scatto e fai già parte del privé tac tac e puoi fare due tiri omaggio alle slot mentre il vulcano del Mirage prende fuoco e la Roma del Ceasar si illumina a giorno e le gondole gondolano su Venice e poi ti portano a Freemont e ti invitano a tirare su la testa perché sta scorrendo un nastro di suoni gesti e luci manco a dirlo mentre sotto i tuoi occhi scorrono fiumi di donne obese con bottiglie di birra semivuote cicche predicatori che mettono in guardia contro il peccato nella città del peccato e poi tornano a casa in autostop coi loro cartelli-monito con le loro facce deconcentrate dal va e vieni di signorine d’alto bordo pianisti feroci jaguar limousine ferrari finchè viene il momento dello spettacolo del Bellagio e allora tutti sul lago a vedere il gioco di luci danzanti che poi è quello che ti aspetti di trovare in America a pochi metri da un hotel che si chiama Paris e ha un enorme tour Eiffel in bella vista come la statua della libertà del New York New York perché l’America ha già tutti gli altri continenti a portata di mano anche se di cartapesta stucco e cemento e allora perché andare in giro per il mondo se Las Vegas è il mondo?