Lapponia: le lunghe ombre del nord

Erano mesi che ci “giravamo attorno”, guardando e riguardando bellissimi servizi sulle nostre riviste preferite, di racconti, di foto, di motoslitta, di husky e di renne… Poi a novembre la decisione, presa da Laura : si va in Lapponia ! Basito (perché lei è freddolosissima..) ma felice inizio a chiudere il cerchio sulle varie proposte dei...
Scritto da: M@X
lapponia: le lunghe ombre del nord
Partenza il: 11/03/2006
Ritorno il: 18/03/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Erano mesi che ci “giravamo attorno”, guardando e riguardando bellissimi servizi sulle nostre riviste preferite, di racconti, di foto, di motoslitta, di husky e di renne… Poi a novembre la decisione, presa da Laura : si va in Lapponia ! Basito (perché lei è freddolosissima..) ma felice inizio a chiudere il cerchio sulle varie proposte dei t.O. Ed alla fine optiamo per un viaggio che ci possa far assaporare ogni cosa che la Lapponia ci può offrire.

Gli ultimi giorni prima della partenza mi fanno un po’ tremare, l’influenza non ha intenzione di mollarmi..Ma ormai è deciso, mollerò io lei in Italia ! Il sabato mattina prendo l’ultimo antibiotico bomba prima di salire sull’aereo e via..

Sabato 11/03 – Dopo il tranquillo doppio viaggio aereo, con annesso il miglior pasto aereo che abbia mai mangiato (oserei dire buono..), atterriamo a Kittila al tramonto. L’aeroporto è immerso nella foresta e praticamente è tutto innevato tranne la pista ! Scendiamo direttamente sulla neve. Siamo un centinaio di km oltre il Circolo Polare Artico.

Dopo una mezzora di pulmino insieme ad altre persone raccolte all’aeroporto, di nazionalità ancora sconosciuta, giungiamo finalmente a Rauhala, la meta del nostro soggiorno. Quattro (4 !!! ) case sul bordo di un lago ghiacciato, intorno solo alberi, stelle, silenzio e neve, tanta tantissima neve.

Subito un attimo di smarrimento : il tipo scarica tutti i bagagli degli altri ma non la nostra valigia..

Chiediamo spiegazioni ma tra il suo inglese pasticciato e noi che non eravamo ancora “settati” su quella lingua, non ci capiamo. Ci invita ad entrare in casa e cenare che poi ci avrebbe spiegato… La casa è molto calda ed accogliente, in gran parte perlinata in legno chiaro e mobili rustici.

Ci accomodiamo con dei ragazzi tedeschi e consumiamo la nostra prima cena a base di zuppa, “strana insalata” e bacche ! Dopo cena ci avvicina la sciura Anne, la proprietaria della casa e ci svela l’arcano della valigia non scaricata : praticamente ci porterà a dormire in un altro cottage distante una decina di km perché lì le stanze erano tutte occupate. Sarebbe stato solo per quella sera. Per noi non ci sono problemi e quindi si va..Ma che faticaccia capirla : oltre a parlar molto bene inglese, quasi british, parlava pure a bassa voce ! Insomma una comica gli sguardi tra me e Lau per capire cosa stesse dicendo. Capiamo comunque che il tizio che ci è venuto a prendere all’aeroporto è il signor Hannu Rauhala, il marito nonché proprietario di tutto l’ambaradan . I Rauhala si chiamano come il paese perché…L’hanno fondato loro, ossia i loro nonni. In Finlandia è un usanza frequente, ma chiamarlo paese è eccessivo, ci sono oltre a loro altre 3 case ! Giungiamo al nostro cottage, bellissimo. La signora ci spiega che siamo soli nonostante ci siano 6 stanze, ci ha preparato la sauna, ci molla lì e tornerà a riprenderci all’indomani.

Soli, in un cottage in mezzo alla foresta, gli umani più vicini ad almeno 10 km di distanza, fuori più di un metro di neve : siamo all’Overlook Hotel (Shining) !!! Domenica 12/03 – Anne è puntualissima a recuperarci alle 9 e riportarci alla base. Ci dà la nostra camera e poi giù a far colazione. Ci spiega che oggi il nostro programma sarà la Ciaspolata .

Oltre a noi si prepara anche il gruppo che è arrivato con noi la sera prima, però loro se ne vanno con gli sci da fondo…Li rivedremo alla fine della settimana. La nostra guida si presenta, si chiama Tuomas, ma per comodità lo possiamo chiamare Thomas..Scopriamo con piacere che praticamente siamo solo noi due (più la guida..) a fare la ciaspolata. Ci addentriamo nella foresta, Tuomas comincia a raccontarci e raccontarsi : 21 anni, è uno studente che a Rauhala sta completando il suo stage per diventare guida naturalistica. Il suo è un inglese molto limpido quindi riusciamo a capirlo a meraviglia. Mentre camminiamo assaporiamo il silenzio e la magia di quel posto, alberi, neve e cielo.. Tuomas ci spiega ogni impronta che troviamo, ogni albero, ogni lichene. La sua passione per la natura e per il suo lavoro è palese.

Dopo più di due ore di cammino giungiamo ad un rifugio. E’ molto piccolo, ma incantevole. Tuomas accende il fuoco, facilmente perché alla betulla ed al tipo di pino che hanno a quelle latitudini basta mostrare l’accendino che si infiammano. Tira fuori un salmone intero e lo piazza su una tavoletta di legno affiancandolo al fuoco, mangeremo salmone grigliato! Durante il tempo di cottura (1h e 30’) ci porta al lago vicino a provare la pesca nel ghiaccio.

Col trapano a mano facciamo il buco nella lastra spessa almeno 50cm, tiriamo su con un mestolo i ghiaccioli residui e buttiamo l’amo. Ci molla lì, seduti su due pezzi di legno in mezzo al lago, in attesa che il salmone sia pronto. Ho pescato poche volte in vita mia, non mi piace e non ho mai preso nulla; ma lì c’è la magia del luogo e dopo pochi minuti in cui mi stavo rilassando al massimo sento tirare : tiro su ed un povero pesciolino lungo una spanna salta fuori dal foro nel ghiaccio (15 cm di diametro circa..). Dopo un attimo di stupore ed indecisione, Laura riesce a staccarlo e lo rimandiamo a viver tranquillo la sua esistenza…Dovevo venire fin quassù per prendere il mio primo pesce! Intanto il salmone è pronto, divino. Riprendiamo la via del ritorno ma facendo un percorso differente. Il sole comincia a scendere e le nostre lunghe ombre sul manto nevoso ci accompagnano per lungo tempo. Rientriamo al cottage che ormai è buio, dopo aver assistito ad un tramonto di quelli che si ricordano…Domani avremo già 7 minuti in più di luce !Abbiam percorso circa 9 km, sono volati. Lunedì 13/03 – Mattinata dedicata alla visita di un centro naturalistico ed allo Snow Village, l’albergo di ghiaccio. Le strade sono completamente bianche, innevate, ma Tuomas sfreccia col pulmino ad 80/90 km/h tranquillamente. Ok che montano le gomme da neve, ma lui ci spiega che in Finlandia hanno un’ottima scuola di guida sul ghiaccio, mantengono le distanze e non frenano mai..O cmq solo il necessario..

Ai bordi delle strade ci sono dei recinti per evitare che gli animali selvatici le attraversino, ogni anno in Finlandia muoiono investite circa 3.000 renne . Se il proprietario della renna riesce a dimostrare che è morta in un incidente stradale lo stato gli rimborsa il valore dell’animale. Entriamo nell’albergo di ghiaccio, fa freschino..La custode ci spiega che all’interno c’è una temperatura costante di -6°c. La base delle pareti è in legno che viene interamente ricoperto dalle prime nevicate ottobrine..Per fare le cupole invece montano dei plexiglass o dei palloni d’aria e vi fanno scorrere lentamente l’acqua sopra, in modo che ghiacci. Quando lo spessore è sufficiente tolgono “l’impalcatura” e riamane solo la cupola di ghiaccio. Certo, passare una notte qui dev’essere molto particolare, ma è carissimo e poi…Brrr…Dopo averlo girato tutto, ci prendiamo 3 cioccolate e menta : 19 € !!! Dopo pranzo è tempo di raggiungere l’allevamento di renne dove partiamo per il nostro safari pomeridiano. Il fattore è accompagnato dalla carinissima figlia in tipico costume sami.

Ci accomodiamo nello slittone ci copriamo con coperte e pelli di renna. Il giro dura circa tre ore, intervallato dalla merenda in un altro tipico rifugio dove il fattore ci racconta del suo mestiere e della vita delle renne..Di una renna non si butta via nulla, neanche le corna ! Martedì 14 e Mercoledi 15/03 – Comincia la due giorni di motoslitta ! Mentre gli altri “pazzi” ospiti del cottage continuano a macinare km di sci di fondo (anche 60/70 km/die !!!) noi ci lanciamo nelle nostre prodezze motoristiche. Abbiamo una motoslitta in due, ma poco male, ci alterneremo (purtroppo..).

Dopo un paio di minuti di istruzioni sulla guida e sui segnali convenzionali si parte, Tuomas davanti e noi dietro a rigorosa distanza di sicurezza. Pensavo fosse più semplice guidare una motoslitta, invece bisogna tenerla bene perché ogni minimo scalino sul percorso i pattini se ne vanno per conto loro. Sui laghi ghiacciati si viaggia circa 50 km/h ma nella foresta la velocità è notevolmente ridotta perché la motoslitta sente ogni minima asperità, ed è pieno di dossi. Per chi guida è un divertimento pazzesco, ma per il passeggero…La schiena grida vendetta. Ogni tanto incontriamo qualcuno e ci si saluta come in moto. I nostri “tutoni termici” forniti da Anne non fanno passare un filo d’aria e cmq siamo fortunati perché finora il tempo è stato generoso con noi: sereno e temperature diurne mai inferiori ai -5°c . Pranzi all’aperto nella foresta, dove socializziamo con fondisti finnici ed un gruppo di chiassosi britannici in tour con lo sleddog. Il rientro del secondo giorno è spettacolare, corriamo sul lago ghiacciato con da un lato la luna piena che sorge e dall’altro il sole al tramonto, praticamente alla stessa altezza! Alla sera si cena sempre intorno alle 20, pasti a base di zuppe, renna, salmone, bacche di ogni genere che accompagnano ogni piatto, dal primo al dolce. Anne è anche un’ottima cuoca, nonostante non ci sia un gran varietà di piatti da queste parti.

Ormai abbiamo stretto amicizia anche con gli altri ospiti della casa ed il dopo cena trascorre chiacchierando di tutto un po’. Oltre a noi ci sono degli sloveni, degli olandesi e dei tedeschi, oltre al padrone di casa Hannu ed a Tuomas: un bell’assortimento.

Giovedì 16/03 – E’ il giorno dello sleddog, la slitta trainata dai cani husky.

Indossiamo nuovamente le tute termiche e Tuomas ci accompagna all’allevamento dove effettueremo il safari. Anche questo, tanto per non smentirsi, è sperduto in mezzo alla foresta.

Lì ci accoglie Mikka, un simpatico ragazzone con il viso da jolly. Ci fa visitare i recinti dei cani e ci spiega ogni loro caratteristica. Lui ha cani di 4 razze : Siberian Husky, Alaskan Husky, Alaskan Malamutes e Samoyeds. Sono tutti bellissimi, ma ce li aspettavamo più grossi… Mikka ci spiega che sono nella loro “taglia” normale, quelli che incontriamo nelle nostre città sono più grossi ( e grassi..) perché non fanno la loro vita naturale, cioè correre, correre e correre.

Inoltre non dovendo vivere alle temperature rigide del nord non hanno il normale consumo di grasso interno per proteggersi dal freddo. Mi sembra incredibile…Ci spiega anche che ogni razza è adatta ad uno scopo diverso : per correre più veloce, per aver più resistenza ed anche per la forza di traino. Per i turisti solitamente la muta è composta da un mix di tutte le razze ed ogni muta ha il suo leader. Le nostre mute oggi saranno di 4 cani. Prima di partire cerco di far amicizia con le tenere bestiole, li lecco, gli scodinzolo, li annuso…Sono dei giocherelloni ed amano le coccole.

Mikka ci dà le ultime istruzioni prima della partenza, i segnali convenzionali sono gli stessi della motoslitta, poi ci dice che i primi km è meglio frenare un po’altrimenti i cani “partono”, quando si fan le curve dobbiamo piegare come per lo sci alpino. Siamo pronti: Mikka in testa, Laura e poi io… Si parte eee…Loro due vanno mentre i miei cani non ne voglion sapere di partire ! Come nei cartoni animati !!! Mikka e Laura si allontanano ed io sono ancora al palo ! Cerco di convincere il mio leader a partire, ma lui asserisce che sono troppo grasso e pesante ! “Ok, prometto che al ritorno farò la dieta, ma ora vai..Ti prego” !!! Dopo qualche minuto ricompare Mikka e fa partire finalmente i miei cagnetti. Raggiungo le altre due slitte e si parte veramente, al trotto in mezzo a pini e betulle, su una pista dove ci passa giusto la slitta. In tre ore facciamo circa 20 km, fermandoci di tanto in tanto a rimirar il panorama. Gli husky quando sono fermi ululano e guaiscono, ma è normale; appena si riparte silenzio assoluto e pedalare.

E’ un’esperienza bellissima. All’arrivo ci accoglie il padre di Mikka dentro la Kota, la tipica tenda lappone simile al tepee indiano. Ormai i finnici chiamano kota anche i rifugi costruiti in legno ma sempre di forma tondeggiante, ma la vera Kota è quella classica fatta di pelli.

Dopo il the di rito ci congediamo e rientriamo per un pranzo veloce a Rauhala.

Il pomeriggio è dedicato alla visita di un altro allevamento di renne con museo annesso, con attrezzi, abiti e tutto ciò che riguarda la storia del popolo Sami. Al termine, gita al Pallas Tunturi Park : uno dei primi parchi naturali creati in Finlandia.

Venerdì 17/03 – Per non smentire la fama che accompagna il giorno e la data questa diverrà la giornata più dura di tutta la settimana : sci di fondo ! Le nostre precedenti esperienze si possono contare sulle dita di una mano, non è il nostro sport preferito. Ma siamo qui e dobbiamo farlo, è un must! Si aggregano a noi le tre signore olandesi, Tuomas ci fa prima fare un kilometro sulla pista del lago, per farci prendere la mano, ma già è dura. Cado un paio di volte, odio lo sci di fondo.

Dopo il giro sul lago ci inoltriamo nella foresta, ma non su una pista, su un percorso per ciaspole neanche troppo battuto ! Ogni discesa un dramma, a fine giornata avrò contato circa 15 cadute ! La cosa più divertente però è che quando cercavo di rialzarmi affondavo nel metro e mezzo di neve fresca che c’era ai lati dei 50 cm di percorso battuto ! Un cinema, ho sudato più per rialzarmi che per compiere tutto il percorso. A volte scorato, mi levavo gli sci e facevo i pezzi in discesa a piedi ma era ancora peggio, affondavo nella neve oltre il ginocchio…Durissima ma entusiasmante, abbiam percorso tratti veramente spettacolari. Alla pausa pranzo nel rifugio ero completamente fradicio. Appendo tutti i miei indumenti ad asciugare ed arrostiamo delle ottime e meritate salsicce sul fuoco. Al ritorno basteranno solo pochi metri per inzupparmi di nuovo completamente tutto… Alla fine saranno “solo” 16 i km percorsi, tra i più lunghi della mia vita. Ma è stata veramente un’avventura eccezionale. Anche Laura si congratula con me perché temeva che dopo un po’crollassi, per via delle innumerevoli cadute e delle sfaticate per rialzarmi nella neve fresca, ma alla fine ho tenuto duro. E’ stato nel mio piccolo come vincere una battaglia con me stesso… Alla sera a cena siamo tutti un po’ stanchi, ma anche tristi ed emozionati perché per tutti è l’ultima sera.

E’ stata veramente una vacanza fuori dai soliti schemi, uno emozione diversa ogni giorno, anche solo per l’accendere il fuoco nella foresta e mangiare salmone, salsicce, dolci affumicati.

Una vacanza particolare, per gli amanti della natura che ne sanno apprezzare i suoni ed i lunghi silenzi.

Siamo stati anche fortunati che in questa settimana c’eravamo solo noi due a far questo tipo di escursioni, per cui avevamo la guida a nostra completa disposizione e ne è saltata fuori una vera e propria full immersion nel mondo finlandese e soprattutto lappone.

L’unico rimpianto è quello di non aver assistito allo spettacolo dell’Aurora Boreale, in questi anni il sole è un po’ pigro e non soffia il vento spaziale..

Motivo in più per ritornare! Max



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