Lapponia Glaciale

Sono ormai passati tre anni e mezzo dalla cruda verità, mio figlio Oscar all’età di 9 anni, mettendo insieme vari tasselli durante la preparazione nel periodo natalizio, ha scoperto che Babbo Natale purtroppo è solo una favola; durante una sua piccola crisi di pianto, più che altro nell’accettare di essere diventato grande, gli dissi che Babbo Natale esiste e gli promisi di farglielo incontrare.
Come sempre sono di parola. Infatti il 2 gennaio 2019, eccoci su di un volo charter da Malpensa, diretto a Rovaniemi, dopo sole 3 ore e mezza atterriamo in un piccolo aeroporto tutto imbiancato, tutto ghiacciato; abbiamo aspettato sfortunatamente parecchio tempo per le valigie, sono atterrati 4 aerei in simultanea causa mal tempo ohimè. Alziamo lo sguardo sull’orologio, ma non guardiamo l’ora… il termometro segnava -12.6° C.
Il nostro bus ci attende per il trasferimento in hotel, ma prima una tappa importante, briefing di sopravvivenza e soprattutto prendere l’equipaggiamento termico che dovremo indossare nei prossimi giorni: tute blu e nere, scarponi, calzini, muffole. Sembriamo proprio dei piccoli omini Michelin.
Assegnati al nostro albergo Scandic Pohjanhovi, non so perché ce lo aspettavamo più bello dato il costo elevato, sono la prima a prenotare tutte le gite dei prossimi giorni (il bancomat chiedeva pietà) un vero ladrocinio, posso dire che poi n’è valsa la pena ma restano ugualmente incoscienti. Dopo una cena discreta, io e il mio compagno di avventure, ci prepariamo (circa 15’ a testa per indossare il tutto compresa la tuta da sci) per avere un assaggio di questa città.
Rovaniemi è il capoluogo della Lapponia la provincia più settentrionale della Finlandia. Ha una popolazione di circa 58000 abitanti è situata a 10 km a sud del circolo polare artico.
Con pochi passi giungiamo al centro del piccolo paese pieno di ristoranti, pub e negozietti di souvenir, ovviamente già chiusi, tranne un piccolo minimarket dove acquistiamo due bottigliette d’acqua. Ammiriamo sculture di ghiaccio ovunque e arriviamo nella piazza centrale Lordi’s Square dove ci imbattiamo in un’alta Torre che segnala la temperatura di – 13.5! La piazza deve il nome ai calchi delle mani della band hard rock Lordi (il cantante della band di Rovaniemi) impresse alla base, coperte purtroppo dalla neve. Ci scattiamo con difficoltà dei selfie e facciamo qualche videochiamata a casa, che abbiamo dovuto concludere in fretta, perché le nostre mani stavano diventando ghiaccioli.
BABBO ARRIVIAMO
Dopo una notte sufficientemente tormentata causa il piumone (noi non siamo abituati) alle ore 8 precise si parte finalmente per il Villaggio di Santa Claus; l’aria è super frizzante siamo avvolti dal buio e dalle piccole luci che illuminano le strutture intorno a noi. Veniamo accolti, dopo un breve tragitto in pullman, da un’immensa distesa di neve, abeti bianchi, un leggero chiarore dell’alba… siamo catapultati in un mondo magico, ovattato. Nonostante l’aspetto eccessivamente commerciale, le luci, i colori, il freddo, la suggestione di essere sul circolo polare artico, rappresenta una circostanza unica.
Siamo i primi a metterci in fila per conoscere il leggendario Babbo Natale. Nell’attesa scattiamo un sacco di fotografie davanti a un albero, illuminato a giorno, proprio davanti alla sua casa. Indescrivibile il paesaggio che ci circonda più da vedere che da esporre! Finalmente tocca a noi … credo di essere più io emozionata di mio figlio … sembra di entrare in un gioco di Gardaland, un percorso fatto di lunghe scale, addobbi natalizi, Elfi che ti indicano la strada … eccoci finalmente, dietro quella porta c’è lui che ci aspetta. Ci fanno lasciare tutte le borse fuori, Oscar inizia essere agitato, è tutto rosso in viso, lo ha visto … Hello! Santa Claus ci stringe la mano ci fa sedere al suo fianco, ci abbraccia, scatto fotografico e … ciao ciao, tutto finisce lì in pochi secondi, un’emozione breve ma intensa, si potrebbe dire, anche troppo direi!