Lapponia finlandese: dove tutto è magia

La vacanza a Rovaniemi tra realtà e sogno, un viaggio indimenticabile, emozionante. In Lapponia ogni cosa che vedi è magica e ti rendi conto che in Finlandia è ancora ben saldo il rapporto di reciproco rispetto tra la natura e l’uomo. Il mio desiderio più grande sarebbe far vivere ad un bambino africano quest’immensa gioia e con il...
Scritto da: ANTONELLOLAURA
lapponia finlandese: dove tutto è magia
Partenza il: 28/12/2007
Ritorno il: 02/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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La vacanza a Rovaniemi tra realtà e sogno, un viaggio indimenticabile, emozionante.

In Lapponia ogni cosa che vedi è magica e ti rendi conto che in Finlandia è ancora ben saldo il rapporto di reciproco rispetto tra la natura e l’uomo. Il mio desiderio più grande sarebbe far vivere ad un bambino africano quest’immensa gioia e con il racconto della nostra esperienza ho voluto inserire in modo fantastico l’avverarsi di questo mio sogno.

Fuori dal finestrino guardavamo nell’oscurità, come d’incanto dal nero della notte emerse la città di Rovaniemi che per un gioco di luci assume, vista dall’alto, la forma di una renna.

In grembo al cielo – quasi a contatto con le nuvole – era magnifico guardare uno spettacolo così inatteso.

Lo zoo della città di Ranua, il villaggio di Babbo Natale, un safari con gli husky, un giro per la foresta con le renne e l’avvistamento della regina del Nord, la nostra vacanza – tanto desiderata – stava iniziando.

Fuori dall’aeroporto abeti dipinti di bianco fiancheggiavano la strada, un’ immagine di serenità e pace, l’inizio di un viaggio magico, giorni di vivacità e spensieratezza che mi spinsero a pensare ad un bambina africana.

Congolese, keniota – non so quale fosse la sua nazionalità – ma la chiamerò Amina.

Nel suo piccolo villaggio, vicino alla giungla, viveva in una capanna fatta di paglia e sterco, in una stanza dove mangiava e dormiva con il padre Richard e il nonno Bomani. Sua madre era morta quando ancora era piccola, violentata e uccisa dai signori della guerra. Il padre non si era più risposato diventando schivo, quasi un estraneo per la figlia e il suocero.

Amina non lo odiava per questo, anzi avrebbe voluto tanto aiutarlo a ritrovare un po’ di pace dopo la morte del suo amore.

Fino a quel giorno…Nonostante la perdita della madre e il distacco del padre il viso di Amina era sempre sorridente e nei suo occhi verdi leggevi speranza per un futuro che gran parte dei bambini africani non hanno.

I capelli ricci, lunghi che cadevano dolcemente sul suo corpicino mal nutrito, il viso scarno ma bello era un raggio di sole in una terra dilaniata dalle guerre.

… Dopo quel giorno – quando suo nonno sparì nel nulla – si sentiva persa e il suo faccino stava pian piano facendosi triste.

Richard si era sempre più rinchiuso in se stesso e non si accorgeva di quanto sua figlia soffrisse per la nuova perdita.

Una notte Amina fu svegliata da rumori che non aveva mai sentito – ticchettii che le rallegrarono il cuore -, balzò subito fuori e vide un uomo anziano vestito di rosso sopra una slitta trainata da strani gnu.

Il signore con una gran barba lunga – un po’ appesantito ma con un viso rassicurante – gli fece cenno di accomodarsi accanto a lui, Amina non si fece pregare per niente, si strinse al vecchio e come d’incanto si ritrovò a guardare la sua capanna dall’alto, sempre più in alto con quegli strani animali che la conducevano verso il cielo stellato.

La ritrovai allo zoo di Ranua – il parco più a settentrione del mondo – così buffa avvolta nella tuta termica, quasi per nulla intimidita da quelle temperature così estreme.

Saltellava, non stava mai ferma, quasi salda al terreno ghiacciato; chi cadeva da una parte chi ruzzolava giù lungo un piccola discesa.

Andava da una parte all’altra del parco, si fermava a guardare quegli animali così buffi: alci, civette delle nevi, ad ogni recinto c’era la targa con nomi che non conosceva.

Poi vide le renne, “allora non erano gnu” – pensò, ma si trattene gran parte del tempo a guardare un enorme bestia bianca. Era immobile, come impaurita, sopra ad un piccolo ponte ad ammirare dall’alto quell’ animale così maestoso – ogni bambino era affascinato dall’orso bianco, l’unico esemplare presente in Finlandia – ma per lei aveva qualcosa di familiare.

…Quel giorno, quando diventò triste, suo nonno era andato nella giungla solo e senza armi.

Bomani, per la piccola Amina era una guida, una persona saggia che le insegnò a scrivere e ad apprendere, imparare più cose possibili per avere l’occasione un giorno di fuggire da tutta quella povertà.

Gli raccontava spesso storie di uomini coraggiosi, racconti dove lui si immedesimava nel protagonista. Ormai era vecchio e stanco ma aveva un ultimo desiderio: incontrare il re della giungla.

Una leggenda diceva che tutti potevano addentrarsi nella giungla per incontrare il leone ma dovevano andarci soli e senza neanche una piccola lancia.

Nessuno, fino ad allora, era riuscito a raccontare dell’incontro con Simba – il re della foresta – il leone che con un solo sguardo leggeva il cuore delle persone.

La leggenda narrava, anche, che solo un uomo sarebbe ritornato vivo, l’unico che avesse avuto lo stesso coraggio del leone, né un granello di meno. Amina aveva aspettato giorni e giorni fuori dalla capanna con la speranza di vedere il nonno ritornare sano e salvo dalla giungla.

Si sarebbe gettata al suo collo implorandolo di non lasciarla mai più e una vola che la paura fosse svanita avrebbe chiesto a Bomani del suo incontro con Simba. Ma quel giorno non arrivò mai e adesso vedendo l’orso bianco – il re del polo- pianse al ricordo di suo nonno.

Il giorno dopo Amina era dietro di noi, in piedi su una slitta, fiera di guidare i bellissimi cani husky.

Il loro latrare, la voglia di correre, di vivere liberi in quella natura incontaminata le faceva pensare a quanto desiderasse che suo padre, sua madre Aisha e gli altri abitanti del villaggio fossero li con lei. Lontani dalle bombe, dagli uomini cattivi che incendiavano le capanne, violentavano e uccidevano senza pietà.

Nel bosco che circonda Rovaniemi – dove la natura e l’uomo si rispettano e vivono da sempre in armonia – Amina sfrecciava sopra laghi ghiacciati, aiutava i cani nelle salite ed era una gioia vederla finalmente con il viso sorridente.

Terminata l’esperienza di sleddog ci aspettava la visita al villaggio di Santa Claus dove Amina avrebbe incontrato nuovamente l’uomo che aveva reso possibile quel viaggio indimenticabile.

Il paese di Babbo Natale era un tripudio di luci colorate, un’atmosfera natalizia mai scorsa in altri luoghi – una fiaba “reale” anche se è difficile rendersi conto, a pieno, di quello che si sta vivendo nell’istante che si compie.

In quel posto tutti ritornano ad essere bambini e si prova una gioia immensa nel guadare i fanciulli che hanno la fortuna di toccare con mano la verità del Natale.

Nessun mito. Recandosi in Lapponia hai la consapevolezza -senza possibilità di dubbio- che Babbo Natale esiste.

Amina dopo una fila interminabile abbracciò il vecchio barbuto, si sedette sopra le sue ginocchia e scrisse la letterina dei suoi desideri.

Non lo sapeva ancora ma un desiderio si era già avverato.

Guardava ammaliata tutte quelle letterine disposte su enormi scaffali – nell’ufficio di Santa Claus sono raccolte migliaia di lettere scritte ogni giorno da bambini di tutto il mondo – e faceva i girotondi con gli elfi che le conferirono il diploma della scuola dei folletti.

Dopo la cerimonia per l’attraversamento del circolo polare artico Amina era diventata, a pieno titolo, un’aiutante di Babbo Natale.

Terminata la visita al villaggio passeggiammo per l’accogliente centro di Rovaniemi – vetrine illuminate, un brulicare di persone intente a comperare prodotti artiginali nei mercatini di Natale. Amina era sorpresa nel vedere i lapponi che correvano in bicicletta, “come faranno ad essere così sicuri su un terreno ghiacciato” pensò. -Anche questa è magia.- Trascorremo il giorno di Capodanno nella foresta, in un cottage, cenando con cucina lappone: carne e formaggio di renna, salmone, frutti di bosco.

Amina mangiava con gran gusto, immersa in quel calore familiare, poi entrarono gli sciamani che ci invitarono ad uscire fuori Intorno ad un fuoco leggevano il futuro e ci dissero che presto avremo visto la regina del Nord.

Brindammo la mezzanotte, vicino al centro di Rovaniemi in un bar dove tutto è fatto di ghiaccio.

Nell’ultimo giorno di viaggio avevamo in programma un giro notturno con le renne in mezzo a quei boschi interminabili.

Sdraiati su una slitta ci facevamo trainare da una renna, la temperatura toccava i 20 ° sotto zero, sopra di noi il cielo era tappezzato di stelle – piccole lampadine – poi come d’incanto comparve lei- la regina del Nord – l’aurora boreale.

Amina un po’ infreddolita ma eccitata vide uno spettacolo raro, quasi sfuggente, nel cielo si formarono scie tremanti, rosse, verdi e blu, pochi secondi di magia in un luogo dove tutto è magia.

L’aurora scomparve e ricomparve il vecchio barbuto. Bomani! Nonno! Un grido felice, traboccante di gioia.



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