Lanzarote y fuerteventura: via col vento!

Abbiamo fatto una vacanza insieme, io e mia sorella Silvia, per la prima volta di nuovo dopo circa 10 anni. Lei vive in Germania, patisce voglia di sole e mare, (a dire il vero, pure io, anche se vivo in Italia), ci si vede sempre poco durante l’anno, e così abbiamo deciso di partire. Destinazione: Canarie, le isole, dicono, dell’eterna...
Scritto da: Claudina67
lanzarote y fuerteventura: via  col vento!
Partenza il: 07/10/2008
Ritorno il: 14/10/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Abbiamo fatto una vacanza insieme, io e mia sorella Silvia, per la prima volta di nuovo dopo circa 10 anni. Lei vive in Germania, patisce voglia di sole e mare, (a dire il vero, pure io, anche se vivo in Italia), ci si vede sempre poco durante l’anno, e così abbiamo deciso di partire. Destinazione: Canarie, le isole, dicono, dell’eterna primavera. La scelta lei l’ha lasciata a me, “che sei l’esperta di viaggi”, e così ho deciso per Lanzarote, isola vulcanica e meno toccata dal turismo di massa.

Il volo Iberia prenotato da me direttamente sul sito web prevede lo scalo a Madrid, durante il quale mi tornano in mente le terribili immagini viste in tv qualche mese prima dell’incidente aereo Spanair e non posso fare altro che augurarmi che vada tutto bene. I voli sono in perfetto orario, il nuovo Terminal 4 dell’aeroporto è comodo e ci si orienta bene, abbiamo fatto un check-in unico alla nostra partenza da Düsseldorf, e così non solo i bagagli arrivano direttamente a destinazione ma anche noi dobbiamo solo sederci ed aspettare che annuncino il nostro gate.

Alle 14 circa ora locale atterriamo all’aeroporto di Arrecife. Già la vista dall’alto mi elettrizza: i colori del mare sono fantastici e l’isola sembra proprio tutta di terra nera! La nostra destinazione è l’Aparthotel Bahia Blanca Rock a Playa Blanca, piccolo paese all’estremità sud di Lanzarote e che raggiungiamo con una corsa in taxi di 35 minuti durante la quale iniziamo a scoprire il volto dell’isola che stiamo per visitare: terra nera, montagne nere, rosse, grigie, completamente aride, la vegetazione è costituita da arbusti e cactus, poche palme, alcune le vediamo svettare completamente solitarie in mezzo al nulla. La frase che avevo sentito dire di Lanzarote che ha un paesaggio “lunare” mi sa che gli si addice, lunare sì… però il sole splende alto nel cielo! Ed è questo che stiamo cercando: sole, sole, sole (non sto a raccontare il tempo che c’era in Germania alla nostra partenza..).

CLIMA Cosa mi aspettavo da questa vacanza: molto sole, vento e acqua del mare fredda.

Cosa abbiamo trovato: tempo estremamente variabile: 3 giorni di sole cocente senza neanche un po’ di vento (temperatura intorno ai 30 gradi), e che abbiamo passato perlopiù spaparanzate in spiaggia; 2 giorni di tempo variabile e molto ventoso e un giorno è venuto giù il diluvio: nebbia, freddo e acqua.. E io che pensavo che alla Canarie neanche potesse piovere! Chi lo sa, forse è stata sfortuna, sta di fatto che a chi mi chiedesse: com’è il tempo alle Canarie a ottobre? non saprei proprio cosa rispondere! Quando esce il sole, però, picchia forte, ci siamo abbronzate moltissimo in pochi giorni.

HOTEL & LOCALITA’ La località di Playa Blanca è molto graziosa, di casette bianche e hotel con costruzioni basse che si armonizzano bene con il paesaggio, niente casermoni per intenderci. Il centro pedonale ospita negozi e bar ristoranti, però nulla di troppo affollato o caotico.

La spiaggia principale è Playa Dorada, sulla quale si trovano un paio di bar ristoranti in cui si mangia bene, e sulla quale si affaccia anche lo splendido hotel Princesa Yaiza, 5 stelle lusso, sicuramente il più bel hotel di Playa Blanca: se avete 350 euro da spendere a notte potete soggiornare qui! Altrimenti…Fate come noi, abbiamo soggiornato all’Aparthotel Bahia Blanca Rock, un 3 stelle con la possibilità di scegliere tra la mezza pensione e il solo pernottamento, a 5 minuti a piedi dalla spiaggia. La costruzione è in tipico stile canario, tanti appartamenti in casette bianche ad un piano, che possono ospitare fino a 4 persone, il nostro aveva una veranda che dava sul retro e dalla quale la sera si potevano ammirare bei tramonti e le montagne del Timanfaya. Il punto di forza di questo hotel sta nell’ampiezza di servizi offerti: noleggio auto e bici, prenotazione escursioni, animazione serale per tutti e anche diurna per i bambini, due piscine piccole ma carine, il tutto con una grande gentilezza e disponibilità del personale, e un’atmosfera veramente accogliente e informale.

I punti deboli, invece, secondo me sono due: 1) Il ristorante, che pur offrendo un buon livello generale e una grande varietà, spesso ci ha lasciate molto interdette; le bevande della colazione erano offerte tutte in dispenser, il che significa succhi di frutta liofilizzati, caffè imbevibile e latte che sembrava acqua.. Ci siamo armate con un barattolo di nescafè e ce lo siamo portato al tavolo della colazione tutti i giorni! Per la cena, il problema è che, secondo noi, molti piatti, anche spagnoli, vengono cucinati “su misura” per la clientela inglese e tedesca.. Persino la paella lasciava a desiderare! Detto ciò l’ampiezza del buffet offerto fa in modo che comunque si torni a casa dalla vacanza con un paio di chili in più, non si soffre certo la fame ed i cibi cotti sul momento sulla griglia sono sempre molto buoni.

2) La pulizia un poco sommaria: intendiamoci, appena arrivate, la stanza era pulita ed in ordine, ma per tutto il resto della settimana è stato fatto ben poco… mai cambiate le lenzuola, nonostante ci fosse un cartellino con scritto ben in evidenza che le lenzuola sarebbero state cambiate ogni 3 giorni… abbiamo fatto notare la cosa sia alla reception che alla signora delle pulizie, ma lei sosteneva di averle cambiate e così.. Pazienza!! A parte queste considerazioni, e visto l’ottimo rapporto qualità/prezzo (450 euro in mezza pensione, due persone per una settimana) mi sentirei di consigliare questo hotel soprattutto a chi cerca una sistemazione semplice ma accogliente, da utilizzare come base per visitare l’isola e come luogo tranquillo e piacevole in cui ritornare la sera a riposarsi. Soprattutto mi sentirei di consigliarlo alle famiglie, l’hotel e il ristorante hanno veramente un occhio di riguardo speciale per i piccoli ospiti: animazione diurna e serale; pietanze dedicate e piatti e stoviglie di plastica colorata per i bimbi, e tanti sorrisi e pazienza da parte di tutti anche quando gli stessi bimbi correvano in mezzo alle gambe dei camerieri che servivano a tavola! MARE E SPIAGGE Nella zona sud-est dell’isola le spiagge sono di sabbia chiara, a nord-ovest si trovano invece le spiagge di sabbia nera (è il versante dell’isola sul quale dà il parco vulcanico del Timanfaya).

Noi abbiamo frequentato la spiaggia principale del paese di Playa Blanca, che è molto bella, di sabbia dorata (si chiama appunto Playa Dorada), ha una baia protetta, ed è attrezzata con ombrelloni e sdraio a pagamento (7 euro al giorno due sdraio+ombrellone). Ha un bellissimo lungomare, curato con aiuole fiorite e tante varietà di cactus, lungo il quale si possono trovare bar, ristoranti e negozietti. L’unico neo è che è sempre molto affollata.

A circa 5 km dal paese si trova il promontorio del Papagayo, è una riserva protetta e per accedervi con l’auto bisogna pagare (3 euro): le spiagge che potete visitare sono 5, tutte di sabbia chiara, tra cui l’omonima Papagayo e Playa de Mujeres, le due sulle quali ci siamo fermate noi.

Purtroppo la giornata era una di quelle terribili con vento e nuvole, con grande dispiacere non siamo riuscite a rimanere per più di due ore; ci siamo spostate con l’auto verso Playa de Mujeres, che è immensa e molto bella, con rocce nere che la delimitano sui due lati, ma anche qua tirava un vento molto freddo e così ci siamo letteralmente “rifugiate” in auto, manca poco che accendiamo il riscaldamento.

Per raggiungere il Papagayo consigliamo l’auto, ci sono alcuni chilometri di sterrato, ma si affronta molto bene anche con una piccola auto a noleggio, non c’è bisogno di essere piloti provetti, per cui non fatevi intimorire e andate! A parte le proprie gambe o la bicicletta, è l’unico modo per raggiungere queste spiagge, non ci sono mezzi pubblici, al limite si può prendere un taxi, previo accordo col taxista per farsi venire a prendere al rientro.

Sul promontorio che sovrasta la spiaggia del Papagayo si trova un piccolo bar-ristorante con una bella vista e camerieri che ti salutano con un bel “hola chica”, per cui anche se venite sforniti di cibo e acqua qui potrete rifocillarvi e godervi il panorama.

Il mare per me è stata la vera sorpresa delle Canarie. Non so perché, ma non immaginavo un mare così bello, l’acqua è cristalllina e trasparente e ti invoglia veramente a buttarti. Il problema è che è fredda, anche se non gelata. Vi spiego la differenza, secondo il mio punto di vista di donna molto freddolosa: fredda significa che all’inizio è dura, ci vuole del coraggio a entrare, ma poi nuotando ti abitui; gelata invece significa che anche se resti dentro un poco, non ti abitui ma continui a sentire freddo. Quindi il mare alla Canarie in ottobre è freddo, in Mar Rosso a marzo, invece, per esempio, è gelato.

Detto ciò, io il bagno l’ho fatto due volte, e che bagno, ragazzi! COSA VEDERE TANTO!! C’è veramente tanto da vedere a Lanzarote! Preparatevi ad una vacanza piena di emozioni, se amate la natura e avete voglia di girare! Prima di tutto, il PARQUE NACIONAL DE TIMANFAYA, che racchiude i crateri vulcanici che formano le cosiddette “Montanas del Fuego”, escursione fattibilissima anche senza rivolgersi ad un tour operator, se avete un’auto a noleggio. Una volta trovata l’entrata, e pagato l’ingresso, si percorre circa 1 km in auto per poi lasciare il mezzo al parcheggio del ristorante El Diablo, non ci si può sbagliare; da lì poi parte il tour guidato in bus che è compreso nel biglietto d’entrata (8 euro). Il pullman guidato da mani espertissime (visti i dirupi senza protezione alcuna che affronta nel suo percorso di 40 minuti!) vi porterà alla scoperta di questo panorama desolato e mozzafiato, in cui spuntano crateri ovunque, terra nera, rossa, e poi ancora nera…Quasi nessun arbusto riesce a sopravvivere in tutta questa desolazione..La guida in lingua inglese, spagnola e tedesca vi racconterà della catastrofica eruzione del 1730, in cui all’improvviso tra le 9 e le 10 di sera (non ricordo la data) LA TERRA SI APRI’ ED ESPLOSE… Mamma mia, a sentire queste parole mentre il bus prosegue lungo una stretta stradina tra dirupi allucinanti mi è venuto veramente freddo giù per la schiena… Alla fine del vostro giro potrete assistere ad alcune dimostrazioni di quanto la temperatura, anche a pochi centimetri sotto il suolo, sia elevata… in una spelonca nel terreno se si inserisce un po’ di paglia con un forcone, dopo pochi istanti questa prende fuoco! Frase storica di mia sorella: “E chi ci garantisce che l’amico (il vulcano) non abbia voglia di dare una squassata proprio adesso mentre ci siamo noi?!?!” Frase storica numero due: “Adesso ho capito perché nel parco non si può andare in giro da soli: se metti un piede nel posto sbagliato rischi di non trovartelo più!!” Ma non preoccupiamoci: la fatidica eruzione di quasi tre secoli fa era stata preceduta da ben 4 anni di attività sismica costante… almeno al giorno d’oggi credo che avremmo un sufficiente preavviso! Ridendo e scherzando ci è venuta fame, il ristorante El Diablo fa per noi, con la sua vista panoramica e gli spiedini cotti sulla griglia con il calore che arriva direttamente dalle viscere della terra: l’abbiamo ribattezzato “Il ristorante più bello del mondo!” Nel pomeriggio in cui siamo fuggite dalla spiaggia del Papagayo per troppo vento, abbiamo deciso di fare un giro in auto fino a EL GOLFO, la località nota per quello straordinario stagno di acqua verde che si trova tra la montagna (rossa) e la spiaggia (nera): vi assicuro che lo spettacolo è magnifico! Si può anche raggiungere la spiaggia sottostante a piedi e fare una passeggiata ma c’era troppo freddo e noi eravamo in pareo, costume da bagno e asciugamano sulle spalle (le uniche due cretine – tutti gli altri turisti vestiti dalla testa ai piedi, vabbè..). Nei dintorni: Los Hervideros, spettacolari calanchi in cui il mare si insinua con onde violente, e le Salines del Janubio.

Andando verso nord da Playa Blanca si attraversa la zona vitivinicola de LA GERIA, rinomata per l’ottima malvasia, che si può degustare (1 euro) e acquistare (12 euro la bottiglia) alla “Bodega della Geria”, si trova proprio lungo la strada principale. Tutt’intorno si possono ammirare le coltivazioni delle viti protette dai caratteristici muretti disposti ad arco intorno alla pianticella.

Proseguendo verso nord, la nostra intenzione era quella di visitare il Jardin de Cactus, ma siccome pioveva a catinelle, ci siamo orientate verso il poco distante JAMEOS DEL AGUA, sperando di trovare un posto un poco più riparato. Questo luogo, che è uno dei centri d’Arte a Cultura dell’isola, progettati con la collaborazione dell’artista Cesar Manrique, ha molto di affascinante e misterioso. La parola “jameos” significa: “vuoto”; infatti uno spettacolare tubo vulcanico sotterraneo, generato dalla solidificazione della lava fuoriuscita dal vulcano La Corona (parliamo di 3000-4500 anni fa) ha originato questa grotta con lago di acqua salata sotterraneo; per raggiungerlo si scende lungo una scala di pietra e si viene avvolti da un’atmosfera e da una luce magica, sottolineata dalla musica classica che si ascolta in sottofondo. Varie terrazze in pietra vulcanica e giardini conducono poi in uno spazio a cielo aperto in cui si può ammirare una bella piscina bianca con palma, immagine molto fotografata e uno dei simboli di questo luogo. A Jameos del Agua si trovano anche un Auditorium (attualmente in ristrutturazione e non visitabile), il Centro de los Volcanes, Centro di Vulcanologia che illustra la storia vulcanologica delle Isole Canarie, un bar e un ristorante. L’ingresso costa 8 euro di giorno, qualcosa di più la sera, quando tutta la grotta e il lago vengono illuminati, ed il ristorante apre al pubblico.

ESCURSIONE A FUERTEVENTURA Molti turisti in vacanza a Fuerteventura fanno l’escursione di un giorno a Lanzarote, ebbene noi abbiamo fatto l’inverso! Il paese di Playa Blanca è il punto d’attracco per i traghetti che fanno la spola con il porto di Corralejo, a Fuerteventura; le compagnie sono due: Armas e Fred Olsen. Il tragitto dura circa 35 minuti con Armas, qualcosa in meno con l’altra compagnia, con entrambe potete imbarcare anche l’auto, ma ricordatevi che se avete l’auto a noleggio è probabile che la vostra assicurazione non vi copra se sbarcate su un’altra isola delle Canarie, quindi informatevi prima se avete intenzione di fare questa escursione utilizzando l’auto a noleggio. E veniamo alle dolenti note: il prezzo del biglietto.. La guida Lonely Planet (aggiornata al 2004, mica l’età della pietra…) riporta che il prezzo a/r costa intorno ai 24-25 euro a persona.. Ebbene in realtà sono 35 euro a/r con Armas e ben 44 euro con Fred Olsen.. Un furto!! vi lascio immaginare le nostre facce.. Il nostro consiglio è: informatevi bene prima di partire, forse comprando i biglietti in anticipo su internet si può risparmiare qualcosa, ma noi abbiamo improvvisato la gita e così abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e ci siamo imbarcate alla volta di Fuerteventura, scegliendo ovviamente il biglietto meno costoso.

Il paese di Corralejo non ci è sembrato niente di che, molto ma molto turistico, negozi, pizzerie, ristoranti e pub ad ogni angolo di strada, con i camerieri che t’invitano a entrare nei locali, molto gentili però: il posteggio dei taxi ce l’hanno indicato loro perché non riuscivamo a trovarlo. Il mezzo più semplice per arrivare alle famose dune di Corralejo è proprio il taxi, si prende nel centro del paese e la corsa costa circa 5 euro fino alla Playa Grande, e per il rientro c’è n’è sempre uno che aspetta nel parcheggio dell’hotel sulla spiaggia.

Le dune offrono veramente uno spettacolo bellissimo, la spiaggia è di quelle da film, dorata e con mare cristallino, peccato per il tanto vento e le onde, ma alle Canarie fa parte del gioco, ormai l’abbiamo capito.. E peccato soprattutto per i due orribili hotel-casermone che si trovano sulla spiaggia!! Non c’è nulla da fare, io quando vedo queste cose m’arrabbio da morire, la Spagna ne ha fatto di scempio edilizio, non c’è che dire! Certo, la zona protetta inizia da lì, e quindi poi non credo si troveranno altri hotel, ma questi due sono veramente terrificanti soprattutto se relazionati al panorama che hanno intorno. Nelle poche ore che trascorriamo qui, c’è il tempo per fare una passeggiata sulla spiaggia, provare a fare il bagno (l’acqua è veramente fredda) e dopo aver avvistato e raggiunto un piccolo bar che si trova veramente in posizione strategica, sorseggiare una bibita ammirando un panorama unico e facendosi incantare dal riverbero accecante delle dune di sabbia…L’abbiamo ribattezzato “Il bar più bello del mondo! CONCLUSIONI Non possiamo considerare esaustiva la nostra visita di Lanzarote, non abbiamo visto né la zona più a nord causa le cattive condizioni climatiche, né la zona di Puerto del Carmen, che è la più turistica. Abbiamo scelto di dedicare i nostri giorni ad un giusto relax in spiaggia e alla visita di quegli elementi naturali che hanno contribuito nel corso dei secoli alla formazione della caratteristica principale dell’isola: i suoi vulcani e la sua terra nera. Lanzarote è protetta dagli eccessi del turismo di massa, in parte perché è stata dichiarata Riserva Mondiale della Biosfera dall’Unesco, e in parte perchè deve molto all’opera di un suo illustre cittadino, l’artista Cesar Manrique, che si è sempre adoperato con il governo per contrastare l’indiscriminato sviluppo urbanistico e per proteggere e valorizzare anche attraverso le opere d’arte le straordinarie bellezze naturali dell’isola. La visita di Lanzarote è adatta dunque a chiunque sappia apprezzare una natura ancora preservata, all’interno di uno scenario naturale unico al mondo, senza rinunciare a belle spiagge, hotel confortevoli e un mare dalle mille sfumature di blu.

Tutte le foto del viaggio su: http://www.Flickr.Com/photos/11750442@N06/sets/72157608073027482/



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