Lanzarote, l’isola di fuoco

Ciao! Mi chiamo Silvia e, in aprile, ho trascorso con la mia amica Barbara una settimana di vacanza a Lanzarote, un'isola veramente bella e particolare! Durante il volo di ritorno abbiamo scritto un racconto sulla nostro viaggio e ora ve lo spedisco... Hola! Siamo sul volo di ritorno da Lanzarote e desideriamo raccontaarvi il nostro soggiorno...
Scritto da: Silvia Giuliani
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lanzarote, l'isola di fuoco
Partenza il: 15/04/2002
Ritorno il: 22/04/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Ciao! Mi chiamo Silvia e, in aprile, ho trascorso con la mia amica Barbara una settimana di vacanza a Lanzarote, un’isola veramente bella e particolare! Durante il volo di ritorno abbiamo scritto un racconto sulla nostro viaggio e ora ve lo spedisco…

Hola! Siamo sul volo di ritorno da Lanzarote e desideriamo raccontaarvi il nostro soggiorno sull’isola, un mix di spiagge rilassanti e paesaggi lunari.

Siamo due ragazze, Silvia e Barbara, a cui piacciono i viaggi “fai da te”, in quanto amiamo essere libere di organizzare le nostre giornate(solitamente piuttosto attive!).

Per una settimana la nostra “base” è stata un moderno villaggio di Playa Blanca, un paese tranquillo situato sulla punta meridionale dell’isola, di fronte a Fuerteventura.

Prima della partenza abbiamo raccolto informazioni consultando vari siti internet e contattando in rete viaggiatori che avevano soggiornato sull’isola, ed è stato subito chiaro che avremmmo dovuto noleggiare un’auto (per la prima volta!), dato che con i mezzi pubblici non sarebbe stato possibile raggiungere tutti i luoghi che ci interessavano. In questo modo abbiamo dedicato i primi tre giorni della nostra vacanza alla scoperta di questa fantastica isola.

Martedì mattina, dopo una “fantasiosa”, nonchè lauta, colazione, siamo pertite verso il Parco Nazionale del Timanfaya (sud-ovest di Lanzarote), un’immensa distesa di lava eruttata dai numerosi vulcani dll’isola. Inizialmente, questo paesaggio di pietre scure e crateri ci è apparso un po’ desolante, ma via via che ci addentravamo nel parco abbiamo imparato ad apprezzare il fascino del luogo, i colori mutevoli, un fiore tra la sabbia scura…

La visita è cominciata con una passeggiata a dorso di dromedario ed è proseguita con un bus (obbligatorio, non si pùò usare l’auto nel parco), che si è inerpicato sulle pareti dei vulcani, tra paesaggi mozzafiato. Nel sottosuolo (a pochi metri!) è tuttora presente un’interessante attività geotermica, come viene dimostrato da piccoli esperimenti di fianco al famoso ristorante “El Diablo”, ideato da Cèsar Manrique, la cui particolarità consiste in una grande griglia su cui vengono cotti i cibi sfruttando il calore proveniente dal sottosuolo.

Tornando verso Playa Blanca abbiamo visitato le Salines do Janubio, distese di sale situate in un golfo suggestivo, spazzato dalle onde dell’oceano. Il blu dell’oceano contrastava con le mille sfumature delle saline e il nero della roccia lavica. In questo paesaggio, immerso nel silenzio rotto soltanto dal fragore delle onde, abbiamo provato una grande pace… Nonchè un grandissimo freddo, dovuto al impetuoso che ci aveva investite… La soluzione è quindi stata: salire in macchina e concludere la giornata a Playa Blanca, curiosando tra i negozi in un clima un po’ più mite! Il secondo giorno ci aspettava il “sogno” di tutti i viaggiatori: un coast to coast! Il nostro partiva da Playa Blanca e terminava al Mirador del Rio, all’estremità nord di Lanzarote. Questa volta, super equipaggiate di felpe e k-way, abbiamo sconfitto il vento e ci siamo godute il magnifico panorama da questa terrazza a picco sul mare, da cui è possibile ammirare le isolette La Graciosa, Montana Clara e Alegranza.

Iniziando il viaggio verso sud abbiamo visitato, con l’aiuto di una simpatica guida, la Cueva de Los Verdes. Il luogo, che venne utilizzato come nascondiglio dai pirati, è molto suggestivo e offre una curiosa, nonchè inaspettata, particolarità. Come da “giuramento” fatto alla guida non possiamo rivelare di cosa si tratta… Quindi… Andateci! Vi piacerà! A pochi chilometri dalla Cueva de los Verdes, si trova un’altra attrazione, los Jameos del Agua, una grotta con un’incantevole laguna sotterranea che ospita una rarissimna specie di granchietti albini e ciechi, che solitamente vivono a una profondità di 3000 metri. Un’altra caratteristica del luogo è un auditorium, dotato di un’acustica perfetta, ricavato da una colata lavica. A nostro parere, la Cueva è molto più interessante.

Avvertendo un certo languorino, ci siamo dirette al famoso Giardino dei Cactus, inaugurato nel 1990, dove abbiamo pranzato circondate da oltre 1500 specie di cactus.

La meta successiva è stata il paese di Taiche, dove si trova l’originalissima casa dell’architetto lanzarotegno Cèsar Manrique, che ha ideato il piano urbanistico dell’isola nel pieno rispetto dell’ambiente naturale (l’isola è stata dichiarata “riserva della Biosfera ” dall’UNESCO). Il Mirador del Rio, il giardino dei cactus e los Jameos del Agua sono solo alcuni esempi dei suoi lavori. Stanche e “surgelate” (tanto per cambiare…), siamo tornate al villaggio attraversando la zona chiamata la Geria, dove vengono coltivate le viti per la produzione del Malvasia ( le piante vengono protette dal vento da muretti a secco di pietre laviche, disposte a semicerchio).

L’ultimo giorno con a disposizione il nostro potente mezzo (una Opel Corsa a cui ci eravamo già affezionate), ci siamo dirette verso El Golfo e Los Hervideros. El Golfo è un’insenatura di sabbia nera (ciò che resta di un gigantesco cratere), dove si è creato, a causa delle infiltrazioni dell’acqua marina, un laghetto di colore verde, metre Los Hervideros sono delle imponenti scogliere dove, come dice il nome, l’oceano “ribolle”. Se volete godere lo spettacolo, davvero impressionante, di queste onde altissime, vi consigliamo di andarci al mattino presto, prima che le scogliere vengano invase da orde di turisti.

Dopo questa serie di paesaggi naturali abbiamo deciso di tuffarci nella frizzante atmosfera di Costa Teguise, uno dei due principali poli turistici di Lanzarote. Sulla spiaggia “Las Cucharas” ci siamo crogiolate al sole, osservando le evoluzioni di numerosi windsurfisti. A causa del forte vento (…Che strano!), alla sera eravamo ridotte come cotolette impanate di sabbia e protezione solare…

Siccome non eravamo abbastanza stanche, quando tutti i turisti erano a cena nei rispettivi villaggi, noi eravamo dirette verso l’incantevole spiaggia del Papagayo, un’insenatura di sabbia fine e bianchissima a pochi km da Playa Blanca. Al rientro in hotel abbiamo dovuto, con molto dispiacere, lasciare le chiavi del nostro “coche”, il cui contachilometri segnava 431,4! Non male, visto che l’isola è lunga 62 km e larga 20! I giorni successivi li abbiamo dedicati al relax, sulle numerose spiaggette vicino a Playa Blanca, e al trekking (necessario per raggiungere le suddette spiagge!). E, infine, l’ultimo giorno di vacanza… Shopping sfrenato tra il famoso Mercadillo di Teguise e i negozi di Playa Blanca: oggetti in sabbia, conchiglie, ceramiche e magliette, che hanno contribuito ad aumentare notevolmente il peso dei nostri bagagli (già stracolmi, come sempre!). A nostro parere il mercatino non vale la pena di essere visitato, in quanto la maggior parte degli espositori non propone artigianato locale.

In conclusione: la nostra vacanza è risultata stupenda, interessante, sorprendente e rilassante.

L’isola merita veramente di essere esplorata, non solo per le attrazioni naturali ma anche per il calore e la simpatia dei suoi abitanti e, perchè no, per il cibo ottimo nonchè economico.

… Non ci dimenticheremo facilmente del nostro maestro di salsa, del nostro “camarero” preferito (perchè rapidissimo), del profumo di pesce alla griglia e dei negozietti… E, naturalmente, dei bianchi paesini in riva all’oceano, dove il tempo sembra non esistere, sospesi tra le nubi e la terra nera, dove tutto è ritmato dal respiro dolce del mare…

Un bacio da Lanzarote!!!!! Silvia e Barbara



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