Lanzarote e Fuerteventura

Una settimana da sogno alle Canarie
Scritto da: angela29
lanzarote e fuerteventura
Partenza il: 14/08/2012
Ritorno il: 21/08/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Il desiderio di ritornare a Lanzarote era talmente forte che ho prenotato un volo low cost già a gennaio con partenza da Pisa e destinazione Fuerteventura per agosto: il prezzo del biglietto valeva la pena di rischiare e fare qualche km in più nei spostamenti.

Si parte lunedì 13 agosto per Pisa e, dopo una giornata a visitare Lucca e la città della Torre Pendente, saliamo sull’air bus Ryanair alla volta delle amatissime Canarie.

1° giorno: Fuerteventura; Lanzarote

Atterrati a Fuerteventura, raggiungiamo Puerto del Rosario con l’autobus n.3 (1,30 euro a ps) dove cambiamo con il n. 6 per raggiungere il porto di Corralejo (3.25 euro a ps).

Avevo prenotato il trasferimento per Lanzarote sul sito della Naviera (35 euro A/R ca a ps) ed è bastato passare a ritirare i biglietti alla stazione marittima ed imbarcarci puntuali alle 14.00 sul Volcan de Tindaya, dopo aver pranzato al bar del porto.

Sbarchiamo a Playa Blanca e, ritirata la Opel Astra noleggiata con Cicar, ci dirigiamo verso il Residence Alegranza dove ci aspetta una villa a schiera con piscina privata. Villa Olearia è veramente un paradiso, sita in una zona tranquilla e con tutti i comforts. Ci sistemiamo e, dopo un passaggio al supermercato per rimpinguare la dispensa, ci dedichiamo un meritato relax in piscina.

2° giorno: salita sul Timanfaya e El Golfo

Un’abbondante colazione a bordo piscina ci fa decidere di dedicare la giornata alle meraviglie geologiche dell’isola.

Ci dirigiamo così verso nord ovest lungo la LZ2 e svoltiamo verso il Parque Nacional de Timanfaya; dopo qualche chilometro incontriamo l’ Echadero de los camellos e decidiamo di provare l’esperienza di una cammellata sulla lava al costo di 12 euro a coppia.

C’è tantissima gente, ma gli animali sono tanti e ci affidano a Loca che, nonostante il nome e il peso che deve sopportare, si comporta bene.

Si sale per una decina di minuti lungo il pendio, seduti su giacigli di legno legati ai lati dell’ animale; la discesa è più movimentata e divertente.

Lasciato l’Echadero e dopo qualche km di colonna, entriamo nel Parco (8 euro a testa). Si arriva con la macchina fino al parcheggio, sotto al Ristorante El Diablo: fantastica costruzione ideata da Manrique, l’architetto lanzaroteño che con le sue opere ha abbellito l’isola senza mai deturparne il territorio.

Qui assistiamo ad alcune dimostrazioni che testimoniano la presenza di temperature insolite sulla superficie: l’effetto gayser provocato da un secchio d’acqua gettato in un buca nel terreno, oppure la carne cucinata dal calore della terra.

Saliamo poi sul pullman che ci porterà alla volta della Ruta de los volanes. E’ un paesaggio stupendo, quasi lunare, dai mille riflessi e colori, dove possiamo ammirare, durante un percorso di 14 km, crateri, caverne e malpaises, frutto dell’eruzione distruttiva del 1730 e delle successive.

L’autista del nostro pullman è un personaggio molto simpatico che, oltre alla bravura di condurre lungo quelle strade difficoltose, abbina la pazienza di fermarsi per farci fare le foto, cedendo per un attimo il suo posto guida al nostro esigente fotografo.

Lasciamo Il Parque de Timanfaya per vedere un’altra chicca geologica di Lanzarote: El Golfo.

Una caldera colassata a metà nel mare ha formato una splendida spiaggia nera, con alle spalle formazioni vulcaniche dalle molteplici sfumature e un charco (lago) dalla particolare colorazione verdastra.

Da queste rocce ha origine l’olivina, pietra tipica dell’isola, usata in gioielleria dagli artigiani locali; cercando con un po’ di pazienza si possono trovare dei frammenti tra i granelli di sabbia nera.

Passiamo per Janubio e le sue saline per dirigerci poi verso Playa Quemada attraversando la bella città di Yaiza coi suoi giardini.

Playa Quemada, dall’alta duna di sabbia nera, si raggiunge a piedi seguendo il sentiero che parte dall’abitato del paese dal nome omonimo…ma fa caldo, siamo stanchi e preferiamo riposarci con una bibita al Ristorante 7 islas, luogo in qui avevamo già apprezzato la buona cucina qualche anno prima.

Ritorniamo a casa e ci tuffiamo nell’enorme piscina del residence: non c’è assolutamente nessuno ed è una vera pacchia godersi quest’insolita tranquillità ferragostana.

3° giorno: Jardin de cactus, Orzola e Caleton blanco, Jameos de agua

Il Jardin de cactus è stato sapientemente integrato da Manrique nel paesaggio. Vi si possono ammirare numerose varietà di cactus in un ambiente circolare a gradoni. Al suo interno anche un antico mulino e le bizzarre costruzioni del negozio di souvenir e caffetteria. Si trova a Guatiza e l’ingresso è di 5 euro, ma c’è la possibilità di acquistare un biglietto cumulativo per più attrazioni risparmiando così qualche euro. Proseguiamo verso nord e ci fermiamo ad Orzola, tipico paese di pescatori. Prendiamo informazioni per andare a La Graciosa, l’isolotto di fronte a Lanzarote, e pranziamo al ristorante El Norte. Ottimo pasto a base di pesce che paghiamo non più di 20 euro a testa.

Sazi e soddisfatti ci concediamo un bagno nelle calme acque del Caleton blanco. Spiaggia di fine sabbia bianca dove le colate laviche arrivate al mare hanno formato delle tranquille piscine naturali; oltre queste barriere sbatte impetuoso l’oceano.

Ultima tappa della giornata: Jameos de agua (8 euro); jameo significa apertura nel terreno. Trattasi quindi di tunnel sottomarini formati dalla colata lavica; de Agua poichè ci sono delle infiltrazioni di acqua marina all’interno del tunnel. Una scalinata ben mimetizzata nella vegetazione ci porta alla cavità adibita a ristorante, in un giardino di cactus una splendida piscina invita ad un tuffo (non provateci però) e la genialità di Manrique culmina nell’aver trasformato una di queste cavità naturali in un Auditorium dall’ottima acustica. Interessante la sezione dedicata al vulcanesimo nella Casa de los Volcanes.

4° giorno: Cueva de los verdes, Mirador del rio, Famara, La Geria

Avevamo programmato di andare a La Graciosa, ma alla mattina delle nuvole minacciose ci fanno cambiare idea. Ritorniamo quindi verso nord e ci fermiamo a Cueva de Los Verdes (8 euro): la grotta appartiene alla stessa formazione geologica di Jameos de agua. Al suo interno una temperatura costante di 19 gradi ventilata e mentre camminate attenzione alla testa e ai precipizi! Finita la visita alla Cueva ci dirigiamo verso il Mirador del Rio (4.5 euro): un’altra opera di Manrique, un belvedere incastonato nel risco di Famara dal quale si vede l’isola della Graziosa e il braccio di mare che le separa, denominato Rio. Esce il sole e ci dirigiamo sull’immensa spiaggia di Famara, la spiaggia dei surfisti. Giochiamo con le onde e facciamo una lunga camminata lungo la spiaggia. Al ritorno passiamo per La Geria: la zona vinicola di Lanzarote. Le piantine di viti vengono coltivate nelle conche scavate nella lava che trattiene l’umidità della notte e sono protette dal vento da muretti a secco a semicerchio. Se ne ricava un ottimo vino dall’alta gradazione alcolica. Un paesaggio incantevole: il nero della lava intervallato dalle piantine verdi, una distesa a perdita d’occhio.

5 giorno: Papagayo, Playa Flamingo

Dedichiamo la mattinata al Parco nazionale del Papagayo. Si trova a pochi km da Playa Blanca (Punta Papagayo) e si accede per strade sterrate, pagando un pedaggio di 3 euro. E’ formato da varie spiagge (Papagayo, Mujeres, Pozo), la sabbia è dorata e fine e l’acqua limpida. L’oceano, incredibilmente calmo, ci regala dei bei bagni di mare. Al pomeriggio andiamo a Playa Flamingo, spiaggia attrezzata, più turistica, le cui sicure acque sono protette da una barriera artificiale.

6° giorno: Teguise, La Graciosa

È domenica e si và al mercatino dell’artigianato di Teguise, l’antica capitale dell’isola. Ci muoviamo presto al mattino per riuscire a parcheggiare comodamente e goderci il mercato non troppo affollato. Trascorriamo la mattinata tra le bancarelle acquistando qualche souvenir e assistendo ai balli folkloristici davanti alla chiesa. Lasciamo un’affollatissima Teguise all’ora di pranzo e ci rechiamo ad Orzola a prendere il traghetto per l’isola de La Graciosa. (20 euro a ps). Si sbarca a Caleta de Sebo e quelle casette bianche, le strade sabbiose e i fuoristrada mi ricordano tanto un paesaggio messicano. La giornata è bellissima e trascorriamo il pomeriggio nuotando nelle limpide acque dell’oceano e facendo una lunga camminata per raggiungere la splendida Cala Francesa. Rientriamo a Orzola con il traghetto delle 18.00.

6 giorno: Fuerteventura

Lasciamo a malincuore Villa Olearia e, riconsegnata l’automobile, ci imbarchiamo per Fuerteventura. Presa un’altra automobile alla Orlandocar, ci rechiamo sulle alte e bianche dune di Corralejo. Non si può fare a meno di giocare con tutta quella sabbia e rotolare giù dalle alte dune fino al mare cristallino dai riflessi color turchese. Lasciata Corralejo puntiamo a sud per raggiungere Costa Calma e la Playa de sotavento. Ci fermiamo su un punto panoramico sul ciglio della per scattare qualche foto e la nostra attenzione viene attirata da una socievole colonia di scoiattoli giapponesi. Offriamo loro dei semi di girasole che vengono a mangiare dalle nostre mani. Lasciati i simpatici animaletti, scendiamo alla duna di Sotavento e ammiriamo le evoluzioni dei surfisti che qui trovano vento favorevole. Ancora un tuffo nell’oceano e, ultima tappa a La Pared: l’arrampicata sulla parete rocciosa e uno splendido panorama sulla sconfinata spiaggia nera. Trascorriamo la serata a Caleta de Fuste, località turistica e chiassosa e dormiamo al Bungalows Fuertesol, (30 euro a notte) struttura piuttosto decadente che non consiglio.

7° giorno: Pisa

Riportiamo l’auto e ci rechiamo all’aeroporto: l’aereo per Pisa parte alle 10.30…

Ciao Canarie, a presto!



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