Lanzarote e corralejo
L’aereo della Belair parte dal Gate E che va raggiunto a bordo di una sorta di metropolitana interna all’aeroporto.
Il volo fila tranquillo, solo un atterraggio un pò brusco dovuto probabilmente al vento. Ottima questa compagnia svizzera: posti comodi e spaziosi, moquette anche in turistica, lauta colazione con brioches e trecce appena sfornate e caricate a Zurigo prima di partire. Peccato solo che la programmazione dei video e del film a bordo avvenga solo in tedesco e in francese. Ad Arrecife il tempo è coperto, riceviamo i bagagli con un’ora di ritardo per via dello sciopero degli addetti Iberia e partiamo per Playa Blanca col pullmino della Esco.
Arrivati al Bahia Blanca Rock dobbiamo chiedere di cambiare una delle 2 camere doppie che abbiamo prenotato per via di alcuni problemi al frigorifero che perde acqua. Nell’altra camera il sofa è rotto ma, dopo segnalazione in reception, ci viene sostituito con uno nuovo di zecca il giorno successivo.
Gli appartamenti sono molto carini: una camera da letto con ampio armadio e comodini, bagno, soggiorno con sofa, tavolino, tv satellitare (in italiano si vede solo Rai 1) e annessa cucinetta abitabile con frigo, piastre e forno. Infine un balcone spazioso con tavolino e 3 sedie.
Il complesso si estende tutto attorno alle 2 (per la verità un pò piccole) piscine. E’ presente un efficiente team internazionale d’animazione che durante il giorno organizza giochi e intrattenimento per piccoli ed adulti e alla sera presenta degli spettacoli. C’è un bar, una lavanderia, postazioni internet (1 euro per 10 minuti).
Passiamo la giornata a scoprire Playa Blanca, un paese molto carino, in continua espansione, pieno di bar e ristorantini sulla lunga passeggiata del lungomare e sul viale in centro.
17/8 – El Golfo, Timanfaya, Playa Blanca Alle 9:30 dovrebbero portarci in hotel la Opel Corsa che abbiamo prenotato via internet attraverso la Direct Car. Non si vede nessuno così alle 10 decidiamo di andare a piedi all’ufficio in centro e scopriamo che oltretutto, al posto della Corsa, ci verrà data una Citroen Saxo senza servosterzo !!!! Ci dicono che la categoria della Saxo è la stessa della Corsa… Ok ma sul sito c’era scritto che tutte le macchine avevano il servosterzo… Tutto ciò non è corretto.
Ci viene detto che per oggi non hanno più auto ma che domani ci verrà data una Opel Corsa. Accettiamo, ci sono poche alternative: tutti gli altri autonoleggi nei paraggi hanno affisso cartelli all’entrata con scritto che fino al 25/8 non hanno più macchine…
Andiamo subito a Timanfaya, il più grosso vulcano dell’isola. Chi vuole può fare anche un giro a dorso di dromedario ma, a differenza di quelli che abbiamo montato in Egitto, questi ci fanno una gran pena, anche perché devono trasportare non una ma due persone sulla loro schiena…
Decidiamo quindi di tirare dritto e di fare solo il tour in bus sul vulcano. Peccato che, appena svoltato a destra 200 m dopo il parcheggio per i dromedari, ci si materializzi davanti una fila di oltre 200 auto in coda… Invertiamo la marcia (cosa non bellissima sul ciglio di uno strapiombo senza guardrail e senza servosterzo…) e facciamo rotta su El Golfo.
A El Golfo mangiamo del pesce e una zuppa di lenticchie e pollo tipica canariota. Maurizia purtroppo questa settimana non si troverà molto bene col cibo… Mentre a Rodi aveva tutto sommato ampia scelta, qui in Spagna se non prendi carne o pesce pare che ti rimanga solo l’insalata… Spendiamo 13 euro a testa. Guardiamo poi dall’alto il famoso laghetto verde dell’omonima spiaggia locale e decidiamo di raggiungerlo prendendo la macchina e facendo il giro dietro il blocco roccioso che lo protegge.
Passiamo qui il resto della giornata facendo i primi bagni in un mare un pò mosso.
La sera torniamo alla Direct Car. Ci dicono che anche la Opel Corsa sarà senza servosterzo… Tutto questo non ha senso, allora il sito propone pubblicità ingannevole… Protestiamo e otteniamo indietro i soldi ma prima bisogna trovare un’altra macchina… Restare senza un mezzo qui è un dramma! Giriamo così tutta Playa Blanca ma pare che le auto siano finite ovunque. Nell’ultima agenzia rimasta, guarda caso l’altra agenzia sempre della Direct Car a Playa Blanca (quella vicina al porto) si materializzia come per miracolo una Seat Ibiza con radio e soprattutto servosterzo… Costo 90 euro per 4 giorni: subito bloccata! Questa volta mi faccio mostrare l’auto prima di firmare il contratto, è in buono stato, affare fatto! Mentre firmiamo arrivano almeno altre 7/8 persone a chiedere informazioni sulle auto… La Ibiza era l’ultima che avevano… Tutti quelli che entrano mi guardano con odio misto invidia mentre faccio saltellare il portachiavi della Ibiza da una mano all’altra… M’è andata bene, ho avuto un bel c…!
18/8 – La Geria, Mirador del Rio, Orzola, Puerto del Carmen Sveglia alle 8:00 -> piove… Non ci credo… Qui piove 10 giorni all’anno…
Alle 10 smette ma resterà coperto tutto il giorno. Andiamo verso nord seguendo la LZ-2 fino ad Arrecife (con breve deviazione passando da La Geria), poi la circonvallazione, la LZ-1 per Teguise e infine la strada per il Mirador del Rio.
La Geria è un’area dedicata alla raccolta dell’uva. La particolarità è che non ci sono vigenti, l’uva cresce sotto terra riparata da delle montagnette di lava. Ci accostiamo chiedendo se è possibile comprarne un pò… Ce ne regalano una cassetta! Squisita! 🙂 Per arrivare al Mirador del Rio passiamo dalla Valle delle 1000 Palme. Si narra che in questa regione si usasse piantare una palma per ogni bambino venuto al monto e due per ogni bambina. A dire il vero noi avremo contato si e no 50 palme… Boh! Arriviamo al Mirador del Rio, l’ingresso è a pagamento ma accanto c’è un’area con scritto “vietato l’ingresso” che offre la stessa vista. Nessuno rispetta il divieto, decine e decine di persone scavalcano il basso muretto di recinzione e si godono questa splendida vista.
Scendiamo poi ad Orzola per pranzo, ci fermiamo in uno dei pochi ristoranti del paese. Grigliata di pesce, insalata, patatine fritte: spesa circa 15 euro a testa. Unico intoppo l’estrema lentezza in cucina: restiamo in ristorante quasi 4 ore! Ma va anche detto che si trattava di un ristorante a gestione familiare con oltre 30 tavoli da gestire. Torniamo passando dalla costa e ci fermiamo a Puerto del Carmen. Il paese è invaso dagli inglesi ed è il solito gran caos di pub e discoteche. Niente di caratteristico, tutto a misura loro, coi bar della spiaggia che trasmettono le partite della Premier League e i ristoranti che offrono… Fish and chips… 🙁 Incredibile coincidenza l’incontro in pieno lungomare con un blogger che leggo frequentemente e che mai avevo visto prima se non in una foto da lui pubblicata (lanzarone.Blogspot.Com).
Nonostante la stanchezza, alla fine decidiamo di passare la serata a Puerto del Carmen. Divertente e super incasinata. Se ci fossero meno inglesi sarebbe meglio anche per l’aria che ci gira attorno…
19/8 – Papagayo E’ finalmente bel tempo, alle 9:00 quindi partiamo per la punta del Papagayo. Ci aspettano 4 km di strada sterrata ma ben battuta. Nessun problema quindi nemmeno avessimo avuto una Smart.
Il posto di Polizia all’ingresso a cui bisogna pagare il pedaggio di 3 euro per l’ingresso in questa che è considerata area protetta è ancora chiuso ma la sbarra è alzata: passiamo.
Seguono le indicazioni per 5 calette anche se in realtà ce ne sono un paio in più raggiungibili a piedi.
Andiamo alla terza, la più famosa: la Playa Papagayo. Siamo i primi e Maurizia mi dedica una scritta sulla sabbia (“Ti amo Frank”) che verrà rispettosamente tenuta intatta dai turisti che arriveranno successivamente fino a ché di posto proprio non ne rimane più e chi sopraggiunge ci si deve per forza mettere sopra 🙂 Alle 12 la spiaggia si riempie, andiamo quindi nella seconda che sembra essere un pò più vivibile. Tra questa spiaggia e quella delle Mujeres (la prima) ci sono delle rocce e delle calette terra di numerosi nudisti.
L’acqua è bella anche se la sabbia sollevata dalla gente non permette di vedere il fondale. Le spiagge in compenso sono sabbiose e pulite. Alle 12 inizia a sollevarsi il livello del mare per via dell’alta marea: alle 16 l’acqua avrà inglobato mezza spiaggia! Alle 18 leviamo le tende e torniamo a Playa Blanca. A cena spendiamo 13 euro a testa per primo, contorno e bibite. Serata tranquilla con una Sangria e un gelato in una Gelateria sul lungomare.
20/8 – Papagayo, Playa Quemada, Femes Le spiagge del Papagayo ci sono piaciute, ci torniamo anche oggi che splende il sole.
Pure oggi, sono le 9:15, ingresso senza pagare.
Questa volta andiamo direttamente alla seconda spiaggia mentre al pomeriggio andiamo alla quarta, la Caleta del Congrio. In quest’ultima, essendo molto esposta all’oceano, c’è parecchio vento e mare mosso. Ci sono anche molti nudisti.
Non c’è molta gente, probabilmente per via delle onde. In spiaggia abbiamo ampi spazi e in acqua ci divertiamo tra le onde e a osservare le evoluzioni di alcuni windsurfisti.
Alle 17:00 andiamo a Playa Quemada. La spiaggia del paese è di grossi sassi ma se ne intravede una poche centinaia di metri oltre. La raggiungiamo a piedi passando dal bagnasciuga. E’ in sassolini di lava levigati dall’acqua, per nulla fastidiosi. Alle estremità ci sono alcuni nudisti, al centro coppie e famiglie.
Verso le 19:30 iniziamo a dare un’occhiata ai menù dei 2 ristoranti del paese. Decisamente alti.
Ci reimmettiamo verso Playa Blanca ma dopo 4 km tagliamo a sinistra verso Femes. Femes è un paesino in cima alla montagna che separa Playa Blanca da Puerto del Carmen. Piccolo ma molto caratteristico, con le vecchine sedute davanti alla chiesa del paese o i ragazzini che giocano a biglie sui marciapiedi.
Ci sono solo 2 ristoranti: il primo è quello da cui si gode la vista migliore ma è deserto, l’altro è a 40 m oltre ed è pieno di gente. Si chiama “Restaurante Casa Emiliano”. Niente a che fare con l’Italia ma il cibo è ottimo e il conto economico! Siamo in 4 e ordiniamo 1 paella per due persone, pesce, pollo, insalate, formaggi, le classiche patate canariote da mangiare con la buccia, una zuppa canariota, 4 bibite e 1 acqua e spendiamo in totale solo 56 euro!
21/8 – Teguise, Costa Teguise, Matagorda, Los Hervideros, Faro di Pechiguera Partiamo alle 8:20 per essere presto al mercato di Teguise, l’antica capitale dell’isola, dove ogni domenica mattina (dalle 9 alle 13) si tiene il mercato. Vi si trova un pò di tutto, dai prodotti artigianali locali alle ormai classiche copie delle più grandi griffes. Parola d’ordine TRATTARE! Io ho portato via un orologio a 8 euro con prezzo di partenza 25! I prezzi comunque non sono bassissimi, a Rodi le stesse cose le trovavamo alla metà (e senza trattare).
Alle 12:30 andiamo a fare un giro a Costa Teguise, uno dei 3 poli turistici (insieme a Puerto del Carmen e a Playa Blanca) dell’isola. E’ un paese puramente turistico, pieno di britannici e tedeschi. Carina la Playa de Las Cucharas anche se affollatissima. Mangiamo qualcosa in uno dei ristoranti del centro commerciale che dà sulla spiaggia (dove Maurizia trova finalmente una paella vegetariana) e decidiamo di andare a fare un bagno.
Cambiamo presto idea, all’inizio della spiaggia c’è un’ambulanza con dei medici intenti a tentare di rianimare (invano) un cinquantenne britannico colpito da infarto sul lungomare.
Non è il posto ideale dove passare la domenica pomeriggio… Eppure è vergognoso vedere famigliole di inglesi continuare a giocare a racchettoni a 10 m da quello che sta accadendo.
Un pò colpiti da quanto abbiamo visto, riprendiamo la macchina e ci fermiamo alla Playa Matagorda, dove c’è anche un omonimo e immenso centro commerciale.
Da questa spiaggia è possibile vedere gli aerei in partenza e in arrivo al vicino aeroporto, proprio dietro la spiaggia. Lo spettacolo, per me che sono appassionato di aerei, è fantastico.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a vedere le scogliere di Los Hervideros e il faro di Pechiguera.
Le scogliere meritano una visita, l’acqua che vi si infrange offre uno spettacolo magnifico. Il faro invece è più un luogo semi-abbandonato che altro.
22/8 – Corralejo (Fuerteventura) Alle 8:30 riconsegnamo la macchina: 550 km in 4 giorni sono un bel bottino! Alle 9:00 prendiamo la nave e andiamo a Fuerteventura. Ci sono solo 2 compagnie che collegano le due isole: la Fred Olsen e la Naviera Armas. La prima ha meno corse e costa 2/3 euro in più a tratta ma ci mette 12 minuti, la Armas invece (quella per cui abbiamo optato noi) parte ogni 2 ore, costa circa 22,50 euro a/r sotto i 26 anni, 27 euro per gli adulti fino a 60 anni, 22 euro per gli over 60, ma ci mette 35 minuti. Molti trasportano la macchina (costo circa 35 euro) ma secondo noi è inutile. Subito fuori dal porto di Corralejo, infatti, parte il bus numero 6 per Puerto del Rosario che con 1 euro a persona (il biglietto si fa a bordo) ti porta alle famose dune di Corralejo. Le corse sono numerose, ogni mezz’ora. Come destinazione basta dire “dunas” e scendere quando scendono tutti… 🙂 oppure quando si vede una lunga spiaggia con 2 enormi hotel della Riu in mezzo al nulla…! Il mare qui è STUPENDO! Solo in Sardegna a Stintino avevo visto dei colori così, nemmeno a Rodi (anche se in quest’ultima l’acqua era così trasparente che sembrava di stare nella vasca da bagno!).
Il mare è leggermente mosso e il vento costante anche se non fastidioso.
Prendiamo per la prima volta ombrellone e 2 lettini per 9 euro.
Alle 16:30 lasciamo questo paradiso e riprendiamo il bus per Corralejo. In 10 minuti siamo in paese e facciamo 4 passi per il bel lungomare pieno di baretti.
Alle 18 prendiamo la nave e e alle 18:40 siamo di nuovo a Playa Blanca. Questa volta dobbiamo farcela a piedi fino all’appartamento e passiamo per il centro e i suoi negozi.
La sera usciamo per una sangria e ci colleghiamo a Internet scoprendo del maltempo che sta affliggendo Zurigo. Speriamo non ci siano problemi in aeroporto.
23/8 – Aeroporto di Arrecife, Zurigo, Chur Alle 8:00 vengono a prenderci in hotel. Arriviamo in aeroporto dopo una circa mezz’ora. L’aeroporto di Arrecife, una volta superata la dogana, offre un bel numero di negozi e di ristoranti nell’area del Duty Free. Alle 10:40 partiamo destinazione Zurigo. A bordo giornali, bibite (ci danno le lattine, non i soliti bicchierini di plastica con la Coca sgasata dei bottiglioni da 2L che ti propinano solitamente…) a volontà, pranzo abbondante e gustosissimo, il migliore mai mangiato su un aereo. Vengono proiettati un film e le informazioni sul tracking del volo.
Servizio a bordo sempre gentilissimo e multilingue. Volo tranquillo (anche se solito, come all’andata, atterraggio un pò brusco… Allora è una fissazione!) e atterraggio in una bagnata Zurigo.
Appena fuori dall’aeroporto scopriamo che il Gottardo è chiuso. L’unico collegamento con l’Italia è rappresentato dal San Bernardino dove però sono segnalati (info al numero tel.163) 16 km di coda. Sono già le 19 e decidiamo quindi di fermarci una notte a Chur per ripartire domani mattina. Troviamo un Hotel Ibis, 118 CHF a doppia (circa 75 euro), e ci fermiamo lì.
24/8 – Ritorno Partiamo da Chur alle 9:30, per fortuna nella notte la coda è stata smaltita e stamattina tutto è filato liscio tranne qualche piccolo rallentamento qua e là. Arriviamo a Como alle 11:00.
CONSIGLI: – Vista la grandissima richiesta consiglio di riservare da casa, prima di partire, un’automobile. Le migliori auto viste in giro, tutte nuovissime e luccicanti, sono quelle della “Cabrera Medina”. Costano 4/5 euro in più al giorno ma vale la pena spenderli ed avere un’auto nuova e affidabile.
– Quando si fanno i biglietti per andare a Fuerteventura bisogna consegnare un documento e, nel caso si voglia prendere anche il biglietto di ritorno, indicare anche l’orario della nave che si prenderà al ritorno. Nel caso non doveste prendere quella nave, il vostro biglietto non potrà più essere utilizzato e dovrete rifarlo. Foto del viaggio sono presenti sul mio sito http://viaggi.Chille.Net