Lanzarote, l’isola che non ti aspetti

Fuga alle Canarie
Scritto da: Pignerin
lanzarote, l'isola che non ti aspetti
Ascolta i podcast
 

Dopo mesi di prigionia forzata da pandemia ed altri problemi finalmente sembra di vedere un po’ di luce in fondo al tunnel: decisione velocissima, si va a Lanzarote.

28 aprile, giorno 1

Volo Ryanair Bologna – Lanzarote strapieno, arrivo in perfetto orario. Uscendo dal Terminal 1 sulla sinistra vediamo gli uffici di noleggio auto: Cabramedina, Cicar e Paylesscar e tutte le classiche compagnie. Ritiriamo la nostra Panda dall’ultima citata prenotata on line: 127 euro, assicurazione Kasko e secondo guidatore incluso pagando con carta.

Dopo 30 minuti arriviamo a destinazione: Casaloe suite, bella villetta con piscina al n° 32 del villaggio residenziale Aguamarina di Playa Blanca all’estremo sud dell’ isola. Ci accoglie Patricia, la padrona di casa che si rivelerà un ottimo host. La sera cena con paella di pesce da Brisa Marina, ottima e porzioni gigantesche.

29 aprile, giorno 2

Partenza per il Nord dell’isola, ci sono diverse cose da vedere. Cominciamo con Jameos del Agua, scenografica grotta con laghetto all’ interno di una colata lavica. Tutto “condito”con bar, piscina, auditorium, servizi e souvenir, bello. Rinunciamo a vedere La Cueva de Los Verdes per la fila chilometrica all’ingresso e proseguiamo verso il Mirador del Rio, belvedere sull’isola Graziosa e parte di Lanzarote.

Oramai è ora di pranzo, proseguiamo verso Haria e ci fermiamo a Maguez, Bar Cafeteria Los Roferos, solita intuizione di Claudia che mi fa parcheggiare al volo a lato strada. Papas arrugadas, pimientos del padron, salchipapa, tapas più birre, tutto buonissimo e abbondantissimo, tanto che non finiamo le ottime patate fritte e non è da noi. Tutto 21 euro.

Ritorniamo quindi alla Cuevas che si rivelerà una escursione interessantissima e molto bella, non dico altro perché altrimenti rivelerei la sorpresa finale per chi ci vuole andare. Concludiamo con lo splendido giardino dei cactus, da non perdere assolutamente. La sera cena a la Cuadra a Playa Blanca, tutto molto buono.

30 aprile, giorno 3

Dopo colazione squisita, la nostra host ci vizia con prodotti locali di qualità (5 € al dì a persona),ci mettiamo in marcia alla volta della montagna di fuoco: Timanfaya. Arrivati al sito, si prende un bus che “volteggia” tra gli ammassi di lava su un tortuoso e liscio nastro di asfalto. Dico solo un paio di cose. Dal nostro bus era inutile fare foto in quanto i vetri erano ambrati e lo sfondo appariva verde anziché rosso (forse era meglio un bus scoperto). Per chi parla solo italiano, l’audioguida non era presente sul bus, si rimanda ad una applicazione da scaricare sullo smartphone che a noi come ad altri non funzionava neppure. Per il resto tutto ok, spettacolo indimenticabile.

Finito il giro e le varie dimostrazioni pirotecniche andiamo al ristorante El Diablo, ma ci dicono che prima delle 12 non si può mangiare. Riprendiamo l’auto e optiamo per una gitarella con il cammello sul sentiero di lava nel sito vicino (4 km),nulla di che.

Bene, ora un occhio alle spiagge, partiamo dalla più famosa: Playa Papagaio di Playa Blanca, bella, faccio anche il bagno. Vicino ma non troppo, vi sono anche le spiagge di Mujeres (lunga e splendida) e Cargio (riparata e scenografica). Ce ne sono per tutti i gusti. L’unica cosa è che per arrivarci c’è uno sterrato di 4 km a pagamento (3€) dove chi ha jeep o SUV deve dimostrare che può andare più forte. Grande polverone. In alternativa esiste un sentiero che le tocca tutte, da fare a piedi, per un trekking insolito.

Decidiamo quindi di andare a El Golfo ma la strada è chiusa per lavori; “visioniamo” le saline poi rientrando ci spingiamo fino al faro Pechiguera (estremo sud) poi doccia e giù a Playa per la cena. Stasera operiamo per “la doppia”: ristorante  Vulcan Timanfaya. Prendiamo 4 tapas con birre e un bienmessabe (dolce locale tradizionale) buono e ci offrono pure il rum al miele (come la sera prima al Cuadra).

1° maggio, giorno 4

Partiamo alle 10:30 destinazione Teguise, il mercato artigianale della domenica, ci precede Patricia con due amici. Il mercato è molto bello ma c’è il mondo. Claudia compra regali per i figli e relative fidanzate, poi si concentra sull’aloe, direi che è  soddisfatta. Facciamo pausa dopo circa 2 ore alla Bodeguita del Medio nella piazza principale. Tapas miste annaffiate da un buon Malvasia secco vulcanico, poi un bienmessabe metà per uno e un caffè. Tutto ottimo 15 euro a testa.

Ci rimettiamo in marcia per Caleta de Famara e ci fermiamo alla spiaggia per prendere un po’ di sole. Fortunatamente troviamo posto in una delle tante montagnette concave  all’interno che permettono di stendersi senza essere alla mercé del vento che soffia impetuoso. Si sta da Dio, infatti mi addormento di colpo, mi sveglia Claudia dopo 40 minuti per timore che mi bruci, ma avevo messo la protezione, tutto ok.

Decidiamo poi di dirigersi verso Costa Teguise ma arrivati, vista l’enorme distesa di cemento che ci accoglie, non ci sentiamo a nostro agio, quindi operiamo per tornare alla base. La sera siamo da Tipico Canarios, pizza e pescado del giorno, tutto buono, soddisfatti.

2 maggio, giorno 5

La mattina andiamo a Playa Mujeres, spiaggia lunghissima e molto carina, acqua freschina. Ciò non mi impedisce di fare il bagno e vedere un sacco di pesci. Alle 13 le presenze aumentano e noi allora leviamo le tende e ci rechiamo a El Golfo dove pranziamo in modo impeccabile al Caleton (ma qui a Lanzarote sono veramente tutti bravi, almeno quelli dove siamo stati noi).

Ci spostiamo poi a Los Hervideros a pochi km: spettacolo della natura, foto top . Siamo cotti….dal sole, dal vento ma anche dal vino e dal rum che ci servono gratuitamente al termine di ogni pasto; rientriamo. La sera quattro passi fino alla Marina Rubicon e ritorno. Fioretto: saltiamo la cena.

3 maggio, giorno 6

Ore 9:20 ,tempo orribile, arrivati a Playa Mujeres. Operiamo quindi per un cambio programma: rotta verso Haria, andiamo a visitare la casa-museo di Cesar Manrique (10 € p.p.). Molto interessante, all’interno un film esaustivo sull’artista in lingua spagnola con sottotitoli in inglese. Nonostante il nostro “little english”, si riesce perfettamente ad afferrare  il senso ed il pensiero espressi nel filmato.

Conclusa la visita piccola sosta al Bar Cafeteria La Plaza dove prendiamo due boccadillos (di pescado e racing: pollo, frittata e verdure). Dovevano essere piccoli spuntini ed invece ci troviamo con due succulenti paninazzi, li affianchiamo a 2 birre alla spina (13 € in tutto) e rinfrancati ci dirigiamo ad Arrieta e Punta Mujeres. Villaggi carini ma niente spiagge. Rientrando usciamo dalla LZ1 (strada principale) e andiamo al lago verde vicino a El Golfo. Ieri ce lo eravamo perso: belle foto ! Al b&b finalmente il cielo si apre e spunta il sole, bene, prendiamo un’ora di tintarella in riva alla nostra piccola e bella piscina con annesso bagnetto. Cena da Tipico Canarios: zuppa verdura, sogliola e pescado del giorno con acqua e due calici di vino (42€).

4 maggio, giorno 7

Se ieri il tempo era orribile, oggi sembra addirittura peggio anche se non piove. Su consiglio di Patricia decidiamo di andare al Mercadillo del mercoledì alla Marina Rubicon. Scopriamo così un’altra zona molto turistica di Playa Blanca. Molti banchi sono gli stessi che avevamo visto domenica a Teguise, ciò non ci impedisce di acquistare alcuni souvenir, uno anche per Patricia che stasera ci ha invitato a prendere un aperitivo assieme.

Poi prendiamo l’auto, facciamo nuovamente la strada per il Timanfaya per approdare prima a Tinajo (niente di che) e poi a La Santa dove “circumnavighiamo” la laguna dell’ omonimo resort. Abbiamo letto che è un luogo molto”tirato” per sportivi professionisti e non di ogni disciplina. Beh, diciamo che comunque è il posto che naturisticamente ci è piaciuto meno di tutta l’isola.

Due passi e rientriamo, non siamo affamati e quindi ci accontentiamo di un po’ di frutta ed un panino metà per uno. Alle 18 sangria con Patricia, poi via al Brisa Marina: calamaro grigliato con contorno per Claudia e spaghetti di mare per me. Piatto enorme e molto buono. Prezzo più alto degli altri ristoranti ma non si pure dire nulla su qualità e quantità.

5 maggio, giorno 8

Si torna a casa. Rientriamo all’ aeroporto, terminal T1 e lasciamo l’auto, dopo 900 km in compagnia, nello stesso posto dove la avevamo ritirata, portiamo le chiavi all’ufficio di fronte al garage, tutto molto semplice e veloce.

Facciamo gli ultimi acquisti al duty free e arrivati a Bologna piove. Ma la vacanza è stata splendida.

P.s. Consigli? Portatevi una giacchetta antivento (non ve ne pentirete) e non scordate creme e occhiali da sole. Le calzature che vanno per la maggiore sono le scarpe da running o trekking leggero. Vestiti casual.

Guarda la gallery
20220501_130743

20220503_145511

20220502_201158

20220502_155251

20220502_154357

20220502_154337

20220502_153921

20220502_152208

20220502_100738

20220501_142702

20220501_134848

lanzarote

20220501_105851

20220430_150429

20220430_131704

20220430_122808

20220430_111939

20220430_110916

20220429_162550

20220429_150821

20220429_105509



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari