Lanzarote 3
Lanzarote è un magico gioco di colori. Il rosso della terra che sfuma nel marrone per poi diventare nera, il bianco ed il nero delle spiagge, l’azzurro intenso del cielo e del mare, il bianco delle case degli isolani.
E’ la più orientale delle isole che compongono l’arcipelago delle Canarie, sette isole immerse nell’Oceano Atlantico, all’altezza del Marocco meridionale, appartenenti alla Spagna.
Siamo arrivati a Lanzarote la sera di un caldissimo lunedì di ottobre, L’aereo è atterrato sulla pista costruita a ridosso del mare che quasi ti pare di sprofondarvi dentro.
La nostra base di partenza è stata Playa Blanca, una graziosa e rilassante località balneare della costa meridionale. E’ un luogo tranquillo, lontano dal caos e dai rumori di Puerto del Carmen, la località turistica più famosa e frequentata dell’isola, e solo in questi ultimi anni vi stanno sorgendo alberghi e centri residenziali, costruiti nel pieno rispetto dell’ambiente circostante.
Tutta Playa Blanca è percorsa da uno stupendo lungomare che parte dal centro della cittadina per arrivare sino al faro posto nell’estrema punta ad ovest. Sul lungomare danno i più bei ristoranti, bar ed alberghi e può essere attraversato solo a piedi o in bicicletta. La mattina presto si possono incontrare molti turisti che lo percorrono facendo footing. Anche se è situata a sud Playa Blanca rimane comunque un buon punto di partenza per la visita di Lanzarote, che non è molto grande e si riesce a visitare con tranquillità in una settimana. L’auto è l’unico mezzo a disposizione per i nostri spostamenti, si noleggia presso una delle tante agenzie dell’isola ed i prezzi non sono mai eccessivi. Una delle cose belle delle Canarie è proprio questa, non si rischia mai di spendere troppo.
Vicinissime a Playa Blanca sono le spiagge del Papagayo, le più belle di Lanzarote. Qualche anno fa sono state proclamate parco naturale e per accedervi bisogna pagare alla stazione di polizia, posta all’ingresso del parco, un pedaggio. Sono cinque splendide insenature di sabbia dorata incastonate tra alte scogliere. Nelle spiagge non esiste alcuna attrezzatura balneare e l’unico punto di ristoro è rappresentato da tre piccoli bar costruiti l’uno a fianco dell’altro sulla cima della scogliera dalla quale si ammira la caletta del Papagayo.
Lungo tutta la costa meridionale di Lanzarote si può scorgere in lontananza la sagoma di un’altra isola dell’arcipelago: Fuerteventura.
Fuerteventura è raggiungibile dal porto di Playa Blanca in non più di mezz’ora di traghetto . Dedicare un giorno del nostro soggiorno alla visita di quest’isola, la prediletta dai surfisti, è d’obbligo. Partendo da Corralejo, il porto di arrivo, e proseguendo lungo la lungo la costa orientale siamo circondati da immense distese di sabbia che scendono fino al mare che ti pare di correre in mezzo al deserto. Le maggiori bellezze che l’isola offre al turista sono rappresentate proprio da queste infinite dune di sabbia e dalle splendide spiagge bianche dall’acqua turchese, denominate anche piscine e orgogliosamente, ed a ragione, considerate dai suoi abitanti tra le più belle del mondo, che regalano delle indimenticabili vacanze di assoluto e completo relax.
Lanzarote è un’isola di origine vulcanica e tra il 1730 ed il 1736 vi si sono verificate alcune tra le più importanti eruzioni della storia. La lava ha sepolto chilometri e chilometri di territorio, ha distrutto paesi, provocando molte vittime e arrivando in alcuni punti fino al mare, provocando anche un aumento della superficie dell’isola.
Il parco di Timanfaya, situato al centro di Lanzarote, è la zona dalla quale si sono sviluppate queste eruzioni. E’ un parco protetto e può essere visitato solo a dorso di cammello o con pullman che si inerpicano per strette stradine circondate da rossi crateri, incastrati tra distese di terra nera. Sembra un paesaggio lunare la “montagna di fuoco”, come è anche chiamato questo luogo. Il sottosuolo brucia ancora e nel ristorante posto al centro del parco si cucina la carne alla griglia, sopra una sorta di grande pozzo, con il calore che la terra continua a sprigionare. Questo ristorante è di forma circolare e le sue pareti sono grandi vetrate dalle quali si può ammirare da ogni angolazione il parco in tutta la sua bellezza. E’ stato progettato da Cesar Manrique, un architetto nativo dell’isola, che molto ha fatto per valorizzare e proteggere le meraviglie naturali di Lanzarote.
Lasciamo Timanfaya e proseguiamo verso sud ovest dirigendoci a El Golfo, un piccolo paese situato in riva all’oceano, famoso per uno splendido laghetto d’acqua verde formatosi, per effetto delle infiltrazioni dell’acqua marina, all’interno dei resti di un gigantesco cratere. Da El Golfo proseguiamo verso sud e arriviamo a Los Hervidores. Sono delle suggestive scogliere e grotte naturali formatesi durante le eruzioni ed in seguito erose dal mare, dove l’acqua dell’oceano va ad infrangersi, creando degli splendidi giochi d’acqua. Vi sono stati appositamente costruiti dei sentieri da percorrere rigorosamente a piedi, per ammirare questo punto della costa, ed uno dei luoghi più suggestivi è il Ponte del Diavolo dove il mare, se è arrabbiato, regala spettacoli indimenticabili.
Partendo da Playa Blanca e dirigendoci verso il nord dell’isola, incontriamo Puerto del Carmen, la località balneare più famosa. E’ un pullulare di negozi, bar, ristoranti, discoteche, se ci si vuole divertire è senz’altro il posto giusto, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Le spiagge sono tutte attrezzatissime di ombrelloni, sdraio e lettini disposti in fila ben allineati sulla sabbia nera.
Superiamo Puerto del Carmen, lasciamo alla nostra destra Arrecife, la capitale, e ci dirigiamo verso i luoghi di maggiore interesse della costa settentrionale.
Passando per l’entroterra ammiriamo le colture di vigne, una delle principali attività agricole dell’isola, che sembrano comporre un curioso gioco ad incastro tra le colline. Le viti, piantate ad una distanza di circa un metro l’una dall’altra, vengono lasciate crescere molto basse e sono circondate da una specie di mezzaluna di mattoni per ripararle dal vento che soffia tutto l’anno. Il vino prodotto è squisito e lo si può accompagnare a piatti di ottimo pesce fresco, da gustare soprattutto nei paesi di pescatori lontani dalle località turistiche più rinomate.
Arriviamo a Guatiza, un piccolo centro agricolo facente parte del comprensorio di Teguise, e andiamo a visitare il “Giardino dei Cactus”, l’ultimo dei centri di arte e cultura progettati da Cesar Manrique.
All’esterno del giardino troviamo a darci il benvenuto un enorme cactus artificiale di otto metri d’altezza. L’ingresso, di basalto lavorato a mano, come vuole la migliore tradizione artigianale di Lanzarote, è stato progettato in modo tale che al turista venga nascosta fino all’ultimo momento la visione dell’interno. Lo spettacolo che ci viene offerto una volta entrati è di grande effetto. Ai nostri occhi si apre un enorme anfiteatro in pietra vulcanica dove crescono oltre 1.420 specie di cactus diverse, per un totale di 9.700 piante dalle forme più curiose, provenienti dalle regioni dell’Africa, dell’America o originarie delle Canarie. All’interno è stato costruito un luogo di ristoro dietro il quale si eleva il Mulino di Guatiza, costruzione tipica di Lanzarote, all’interno del quale possiamo osservare il processo di lavorazione del “goffio”, il tradizionale alimento canario, altamente nutritivo, estratto dal miglio e da altri cereali tostati.
Superiamo il Giardino dei Cactus e, proseguendo ancora verso nord, arriviamo a “Los Jameos del Agua”, uno spettacolare tubo vulcanico sotterraneo formatosi in seguito all’eruzione del “Volcàn de la Corona”. Entriamo attraverso il “Jameo Chico” e scendiamo lungo una ripida scala di pietra. Siamo avvolti da un’atmosfera di quiete e serenità quando entriamo nella grotta. La vegetazione e la musica che si diffonde si integrano perfettamente con l’ambiente, come pure il bar-ristorante che troviamo all’interno. In questa zona, in direzione est, comincia il “Tunnel de la Atlantica”, una spettacolare grotta sommersa che prosegue fino all’oceano, nella quale è stata scoperta l’esistenza di diverse forme di vita marina.
Proseguiamo verso il lago sotterraneo di acqua salata, dove vivono i granchietti bianchi ciechi, una specie rara che generalmente frequenta mari molto profondi. Una passerella in pietra ci permette di attraversare il lago sulle cui acque i raggi del sole, penetrando nel tunnel attraverso un orifizio, si riflettono, formando meravigliose sfumature di colori. Usciamo dalla grotta attraverso una scalinata di pietra vulcanica e ci troviamo di fronte ad un giardino di piante esotiche dove al centro è stata costruita una piscina dall’acqua splendidamente turchese. A fianco è operativa la “Casa dei Vulcani”, un centro scientifico di importanza mondiale destinato allo studio della vulcanologia. All’interno di un’altra grotta è stato realizzato un Auditorium: una formidabile sala di balletti, concerti e spettacoli teatrali, che può contenere fino a 600 spettatori.
Le visite di questo affascinante posto possono essere fatte anche la sera, quando giochi di luci soffuse gli regalano un fascino tale da renderlo unico al mondo. “Los Jameos del Agua” può essere giustamente definito come l’esempio di un luogo nel quale l’uomo è riuscito ad integrarsi perfettamente con l’ambiente senza distruggerlo, ma valorizzandone al massimo la bellezza.
Seguiamo la strada che procede verso nord ovest, costeggiando le splendide piscine naturali denominate “Caleton Blanco”: sono le spiagge settentrionali dell’isola, spiagge di sabbia bianca e mare turchese, completamente selvagge. Una tappa è d’obbligo, per fare un bagno e riposarsi al sole in queste che, insieme alle spiagge del Papagayo, sono le più belle di Lanzarote.
Poco oltre, sull’estrema punta nord, è situato il Mirador del Rio, un altro dei centri progettati da Manrique, che ha creato questa terrazza per permettere al turista di ammirare il più bel panorama dell’isola: quello dell’oceano che si restringe fino a quasi diventare un fiume, “El Rio” appunto, e dell’isola La Graciosa che sta a poche miglia al di là delle coste di Lanzarote.
Scendiamo lungo la costa occidentale e troviamo il paesino di La Famara, famoso per le sue spiagge battute incessantemente da forti venti, che le hanno fatte diventare uno dei luoghi più frequentati dai surfisti. E’ un piccolo paese di pescatori, con le stradine ancora sterrate ed un bel molo.
Vicino a La Famara, verso l’interno, è d’obbligo fare una tappa a Teguise a visitare il più famoso mercato dell’isola, ”el mercadillo”. Teguise è l’antica capitale di Lanzarote ed è una piccola e tranquilla cittadina dalla case bianche e dalle ampie e linde piazze, che la domenica si riempiono di ambulanti provenienti da tutto l’arcipelago canario. Vi si trova di tutto: dall’abbigliamento ai prodotti per la cura del corpo (saponi, creme all’aloe, spugne naturali) a quelli dell’artigianato locale (pizzi e merletti, ceramiche, articoli di oreficeria). Parecchi sono anche i venditori provenienti dalle vicine coste africane che commerciano articoli tipici delle loro regioni. Il tutto è animato da gruppi musicali folcloristici.
Questa è Lanzarote un’isola che è stata a pieno diritto nominata “Riserva naturale della Biosfera”, un’isola che ti permette di trascorrere giornate al sole su spiagge incantevoli o ad ammirare le sue meraviglie naturali, un’isola che sicuramente non ti deluderà.