Lanzarote 2
Lanzarote è l'isola misteriosa, la più orientale dell'arcipelago, la più africana, una distesa africana senza rilievi spazzata dal vento. "Se non fosse una isola sarebbe un frammento di luna, un paesaggio dell'apocalisse". Anticamente veniva chiamata "purpuraria" perchè vi si trovava un lichene (roccella da cui si...
Lanzarote è l’isola misteriosa, la più orientale dell’arcipelago, la più africana, una distesa africana senza rilievi spazzata dal vento. “Se non fosse una isola sarebbe un frammento di luna, un paesaggio dell’apocalisse”. Anticamente veniva chiamata “purpuraria” perchè vi si trovava un lichene (roccella da cui si ricavava un colorante rosso (di cui parla già Plinio il Vecchio che nel suo “Storia Naturale” la chima “Ombrone”) Per secoli è stata quasi dimenticata per la sua asprezza, la mancanza di sorgenti, la scarsità di piogge e le eruzioni dei numerosi crateri (veniva chiamata isola dei 300 vulcani) che bruciavano i raccolti dei contadini. Non fosse per la testardaggine dei suoi abitanti l’isola avrebbe potuto essere un pezzo di terra semidimenticato. Da tempo l’isola vive di agricoltura per mezzo di alcune trovate ingegnose e , da alcuni decenni, dagli introiti del turismo. Se l’isola oggi no è disseminata di cemento (come molte altre delle Canarie) si deve ringraziare Cesar Manrique pittore e scultore nato ad Arrecife che, facendo leva sulla sua notorietà internazionale ottenne che Lanzarote fosse nominata “Isola di speciale interesse turistico” e quindi protetta dalla speculazione edilizia. Grazie a lui le aree destinate ai grandi complessi alberghieri furono limitate e definite, l’altezza degli edifici stabilita in non oltre i 4 piani, proibita qualsiasi pubblicità stradale e pubblica, le zone verdi curate e incentivate e le case imbiancate a calce per decreto.
Questo il mio programma di viaggio:
1. I Jameos de agua y cueva de los verdes
I Jameos (cavità, conca) sono in realtà bolle vulcaniche scoppiate che si formano in seguito alla caduta del tetto di un tunnel a causa della esplosione di gas sotterranei. Rappresentano uno sistemi di gallerie e caverne più affascinanti del mondo che dalla cima di un vulcano conduce al mare in 6 km. All’entrata la prima bolla il Jameo Chico , poi il ristorante con flora tropicale, il lago di acqua salata poi si sale al Jameo Grande(100×30 m) una specie di piscina all’interno di un giardino incantato; nelle nicchie sono state costruite due bar, una pista da ballo e una sala concerti di 500 posti. Al termine il Jameo de la Cazuela da cui fuoriesce uno zampillo di acqua salata. Poi c’è il museo di vulcanologia e una scultura di Manrique realizzata da una imbarcazione da pesca.
2. Il Parco Nazional de Timanfaya
Visita del Timanfaya (montana del fuego) e del Tinescheide (montana de inferno)
Un mare di lava pietrificata, onde di magma nelle quali sono state imprigionati sassi e conchiglie. Un paesaggio da film di fantascienza, di una bellezza impressionante, rimasto tale e quale dalla esplosione del 1 settembre 1730 in cui 30 crateri sono entrati in eruzione contemporaneamente, inghiottendo villaggi e campi.
I magos (i contadini dell’isola) non si sono persi di animo; hanno scoperto che la lava tratteneva calore e umidità a pochi cm di profondità per cui hanno scavato buche in cui coltivare orzo, pomodori, mais e soprattutto uva proteggendole dal vento con muretti di pietra. Il risultato è un raccolto abbondante e una eccellente malvasia con un sapore particolare datole dal picon, lo strato di cenere. L’ingegnosità dei contadini è celebrata a San Bartolomè dal Monumento al campesinos o alla fertilità.
3. La Fundacion Manrique
Dove incontrerò un delegato di “Insula” l’associazione che organizzò il convegno mondiale sul turismo sostenibile il 27,28 aprile 1995 che ha dato il via alla definizione, da parte dell’ONU, del 2002 come “Anno del turismo sostenibile”