Lampedusa: sole, mare e abbuffate di pesce

E’ stato sufficiente vedere qualche foto e sentire il parere di conoscenti che erano stati in vacanza per capire che Lampedusa sarebbe stata la nostra meta ideale… Si, perché io e Roberto non cercavamo attrazioni turistiche, vita da villaggio e tanto rumore; desideravamo esclusivamente un bel mare dove si potesse fare snorkeling e qualche...
Scritto da: cit ananda
lampedusa: sole, mare e abbuffate di pesce
Partenza il: 03/08/2007
Ritorno il: 17/08/2007
Viaggiatori: in coppia
E’ stato sufficiente vedere qualche foto e sentire il parere di conoscenti che erano stati in vacanza per capire che Lampedusa sarebbe stata la nostra meta ideale… Si, perché io e Roberto non cercavamo attrazioni turistiche, vita da villaggio e tanto rumore; desideravamo esclusivamente un bel mare dove si potesse fare snorkeling e qualche gita in barca. Il nostro è stato un viaggio fai da te nel senso che abbiamo trovato sia il volo che la casa tramite internet. Prenotando circa un mese e mezzo prima il biglietto di andata e ritorno Torino-Lampedusa, con scalo a Roma, compreso di tasse, ci è costato circa trecento euro a testa (abbiamo risparmiato qualcosa in più partendo il venerdì). L’affitto della casa composta da una camera matrimoniale, un bagno ed una cucina, più una veranda esterna dove poter mangiare all’aperto, una doccia ed un barbecue comuni, è stato di 600 euro a settimana. Passiamo al viaggio: siamo partiti il tre agosto di mattina e siamo arrivati a Lampedusa nel primo pomeriggio con un ritardo accettabile dell’aereo di circa mezz’ora. All’arrivo ci è venuto a prendere il proprietario della casa che ci ha accompagnato immediatamente a prendere lo scooter. Il noleggiatore ci ha chiesto 340 euro per due settimane ma contrattando un po’ siamo riusciti ad averlo per 300. L’impatto è stato subito positivo: il sole era caldissimo, la vista del porto suggestiva, la casa molto accogliente. Con costume e asciugamano alla mano abbiamo buttato a terra le valigie e siamo partiti col nostro motorino… Il nostro primo bagno è stato a Cala Madonna: uno spettacolo! Il mare visto dall’alto è un arcobaleno di colori… Qui le calette sono un po’ piccole, per cui parecchio affollate, però la voglia di immergersi in quel mare corallino prevale su ogni altro pensiero… Il primo giorno si sa, uno si deve ambientare, ma noi avevamo già una grande voglia di scoprire ogni angolo del posto e di carpire dagli abitanti ogni notizia utile per la nostra vacanza. Consigliati dal proprietario della nostra casetta siamo andati a rifocillarci al mitico Bar dell’Amicizia, sottolineo mitico perché da lì in poi è stata la nostra meta fissa per la colazione. Si tratta di uno dei bar più vecchi dell’isola ed è situato in Via Vittorio Emanuele, una strada più tranquilla rispetto alla centrale Via Roma, ma non per questo meno affollato. Sarà per le favolose granite, per i buonissimi gelati, per gli arancini più gustosi di tutta Lampedusa, o ancor più per la gentilezza del proprietario, Don Pino Brignone, ma questo posto ci è rimasto veramente nel cuore. Appena entrati non si può fare a meno di guardare le foto dei tanti personaggi famosi che sono passati da lì (Claudio Baglioni, Anna Valle, Lino Banfi, Gilardino,…) e di leggere le numerose dediche lasciate. Ma se si entra un po’ in confidenza con Don Pino oltre a venir omaggiati delle sue poesie, si scoprono tanti aneddoti e tante curiosità di Lampedusa. Per la cena ci siamo aggiustati facendo spesa in uno dei tanti supermercati che si trovano nel centro. Sinceramente pensavamo che i negozi non avessero tanta scelta, e che fossero carissimi, ma in realtà non abbiamo trovato così tanta differenza da noi che abitiamo a Torino. Si sa che qui la merce viene trasportata in nave dalla Sicilia e che ad agosto qualsiasi posto di mare ci specula un po’, però non c’è da spaventarsi sui prezzi! Il giorno seguente ricca colazione e poi… alla ricerca di una pescheria! Per trovare del pesce fresco siamo andati un po’ a caso nel senso che i lampedusani su questo argomento ci sono sembrati un po’ ostici, nessuno si voleva sbilanciare più di tanto nel dare consigli. Abbiamo poi capito che nonostante sia un posto di mare, il pesce non sempre è fresco, molte volte è congelato o arriva dagli allevamenti che ci sono sull’isola. Con questo non vogliamo dire che non fosse buono, anzi, tutt’altro, ma che ci volesse un po’ di accortezza nel sceglierlo. Noi siamo quasi sempre andati al mercatino del pesce al porto vecchio e qui abbiamo fatto razzia di calamari, dentici, gamberoni, triglie, pesce spada,… che poi cucinavamo in padella o direttamente sul barbecue. Che abbuffate!! Il giorno dopo siamo andati a vedere Cala Croce, la Giutgia e poi abbiamo fatto un giro nel centro. Qui ci sono molti sensi unici e la via principale rimane chiusa al traffico per cui le prime volte risulta un po’ difficile orientarsi. Per quanto riguarda le spiagge, partendo da Cala Madonna, si trova Portu ‘Ntoni, una bella caletta da cui si affaccia un piccolo bar ristorante e, più avanti, Cala Croce. Quest’ultima è affolatissima perché durante il giorno ci si può rosolare al sole ascoltando della bella musica che il bar vicino diffonde a tutto volume. Qui i ragazzi si ritrovano per l’aperitivo e vengono a ballare quando organizzano delle serate. La Giutgia non è da meno rispetto agli altri posti, però ha il pregio-difetto di sembrare un po’ Rimini. Mi spiego meglio: il mare è bellissimo e la spiaggia, essendo facilmente raggiungibile, è strapiena di famiglie con i bambini, di gente che magari ha una sistemazione nelle vicinanze e non ha bisogno di prendere un mezzo per muoversi. Noi amanti della natura e della tranquillità abbiamo un po’ tralasciato questa zona e abbiamo preferito fare lunghe camminate sotto il sole cocente o scalare rocce impervie per giungere nelle zone più incontaminate come l’Isola dei Conigli, Cala Pulcino,… Vi assicuro che ne è sempre valsa la pena! Verso le 19:00 siamo andati a prendere l’aperitivo al Bar 13.5 che è uno dei locali più conosciuti di Lampedusa dove è possibile, con pochi euro, bere e assaggiare tanti antipasti al buffet. Il terzo giorno abbiamo esplorato la parte orientale ma abbiamo fatto un bagno solamente a Cala Francese e a Cala Creta dove la spiaggia di sabbia è un ricordo poiché qui ci sono solo rocce. Con lo scooter abbiamo raggiunto tutte le calette e posso dire che l’unica spiaggia che non ci è piaciuta si trova nella zona di Cala Pisana dove la gente faceva il bagno in un anfratto in cui c’erano degli scarichi che gettavano non so cosa in mare… A Cala Creta abbiamo visitato il centro recupero tartarughe dove è possibile fare foto (naturalmente senza flash) e ricevere informazioni dai volontari del WWF. La sera cena a casa, rigorosamente a base di pesce, e poi di nuovo giretto in Via Roma dove i negozietti rimangono aperti fino a tardi e si può ascoltare della bella musica dal vivo al locale 13.5 oppure nella piazza di fronte alla farmacia. Il quarto giorno abbiamo esplorato tutta la costa a nord; dal faro di Cala Grecale, percorrendo la cosiddetta strada panoramica, siamo giunti in località Sacramento. Sembrava di essere in mezzo al deserto e poi a destra, a strapiombo, il mare aperto. Quel giorno avevamo poca benzina nel motorino e non sapevamo neanche quanta strada ci fosse per arrivare all’altro capo dell’isola, ma lo spirito avventuriero era in noi e una volta partiti non potevamo tornare indietro! Spegnendo il motore in qualche discesa per consumare meno carburante possibile siamo giunti all’”O’ Scià”, un club con tanto di sedie e ombrelloni, dove poter prendere l’aperitivo o cenare su prenotazione. Qui ci siamo fermati a scattare alcune foto attratti dai tanti cartelli che recano le distanze in miglia dalle principali destinazioni turistiche. Dopo un altro bel pezzo di strada si giunge in un punto in cui si nota la scritta: “ce l’avete fatta!”. Che bello, nonostante la beffa, avevamo raggiunto la parte opposta dell’isola. Dovevamo solo sperare che la benzina ci bastasse ancora per arrivare al porto…Ma così fortunatamente è stato! Il quarto e quinto giorno: Isola dei Conigli. Sì, perché una volta scoperta ci si vuole sempre tornare! La strada che porta alla spiaggia è dotata di un chiosco all’inizio e di un distributore di bevande a metà percorso. L’andata è abbastanza semplice da percorrere: si scende in circa dieci minuti e si può anche noleggiare l’ombrellone ad un prezzo ragionevole; il ritorno, soprattutto se il sole è molto forte, risulta più pesante a causa della ripida salita. Già a metà strada il panorama è superbo: l’Isola dei Conigli emerge in un mare dalle sfumature verdi, turchesi, azzurre, mentre la sabbia della baia risplende di giallo oro… Si tratta di una riserva naturale che viene chiusa al pubblico dalla sera al mattino per permettere alle tartarughe caretta caretta di deporre le uova. L’acqua del mare è trasparente ed è veramente uno spettacolo immergersi in questa vasca caldissima ricca di pesci colorati. La sera eravamo stanchi ed affamati per cui abbiamo optato per una pizza al ristorante che rimane lungo la salita del porto. Qui la “lampedusana” ai frutti di mare è veramente squisita! Il sesto giorno il tempo non era molto favorevole per cui siamo rimasti a Cala Madonna e abbiamo fatto i nostri soliti giri per il paese, le nostre incursioni all’edicola per sapere qualche indiscrezione sulla presenza di vips, le passeggiate tra i negozietti e i bar. In Via Roma si trova una rosticceria che prepara porzioni di pasta da portare via; noi abbiamo provato sia gli arancini che la pasta al forno ma non li abbiamo trovati particolarmente buoni. Niente a che fare con quelli preparati dal nostro bar di fiducia. Il pomeriggio pennichella, bagno, aperitivo: che dura giornata! La sera abbiamo assistito ad uno spettacolo in centro, abbiamo cantato qualche canzone davanti al 13.5 e poi siamo andati a riposare un’oretta. Dico un’oretta perchè ogni tre o quattro giorni era possibile partecipare alla cosiddetta “notte bianca”. Ogni bar lasciava il volantino con l’indicazione del posto e dell’ora; di solito la festa cominciava alle due di notte e proseguiva fino al mattino e si svolgeva all’aperto vicino alla zona militare, in località Ponente. Sebbene fosse un po’ difficile uscire di nuovo a quell’ora, abbiamo fatto anche questo sforzo, tanto il giorno dopo ci aspettava “solamente” una gita in barca… Seguendo le macchine ed i numerosi motorini che sfrecciavano per la strada siamo arrivati, dopo un lungo percorso a piedi, in una zona all’aperto dotata di bar e di pista per ballare. Pensavamo di fare solo due salti e poi di andare via, giusto per dire di esserci stati, ma l’ultima volta che abbiamo visto l’orologio erano ormai le cinque del mattino. Dopo aver ballato tutto quel tempo come si poteva fare a meno di un bel cornetto caldo? Pensavamo fosse tutto chiuso ma fortunatamente c’era ancora un bar aperto in Via Roma; abbiamo fatto colazione e poi siamo andati finalmente a dormire. Alle nove sveglia: gita in barca col “Chipino”! I giorni prima avevamo prenotato i posti tramite il nostro proprietario di casa che è parente di un certo Giovanni il quale, con soli 25 euro a testa, fa fare il giro completo dell’isola, si ferma nei posti più belli a fare il bagno e ti dà da mangiare del buonissimo pesce fresco. Alle dieci in punto eravamo al porto; il mare era una tavola, il sole fortissimo e si prospettava una fantastica giornata. Sebbene molti dicano che i lampedusani siano un po’ strani devo dire che noi abbiamo solo incontrato gente simpatica. Uno di questi: il proprietario della barca, un omone dalla battuta pronta con cui abbiamo fatto subito amicizia. Ci siamo seduti accanto a lui mentre guidava e ci indicava il nome di ogni posto, uno più bello dell’altro, e poi abbiamo fatto il bagno nella zona della Tabaccara. C’era chi, come Roberto, si tuffava dal posto più alto della barca, chi cadeva a bomba bagnando tutti, chi si rilassava e prendeva il sole. Di fronte all’Isola dei Conigli abbiamo potuto ammirare la statua della Madonna che si trova ad una profondità di 14 metri. Si tratta di una statua che ha fatto mettere un subacqueo, in segno di riconoscenza per essere stato miracolato, e che si vede anche dall’alto con la semplice maschera. Ma la cosa più emozionante è stata quella di vedere una tartaruga nel mare! Abbiamo provato a seguirla ma dopo poco è sparita nelle acque… Sarà che siamo dei mangioni ma il profumo che proveniva dalla cucina era delizioso… Alle 13,00 la moglie di Giovanni ci ha fatto assaporare delle vere prelibatezze: pasta con pesce e frutti di mare, cernia e triglie gratinate al forno, frutta, ravioli caldi di ricotta, vino, acqua e caffè. Il tutto fatto sul momento! Tra una cosa e l’altra la giornata ci è volata. L’unico lato negativo è stata la presenza di meduse e di un malefico riccio i cui aghi si sono conficcati nel piede di Roberto! Così la gita è terminata al pronto soccorso dove i medici non ci hanno nemmeno guardato, ci hanno consigliato solamente di ungere la zona dolente con dell’olio caldo per permettere agli aculei di uscire da soli. Una parola… alle undici eravamo ancora armati di ago e pinzetta! Le mete dei giorni seguenti sono sempre state le stesse: Cala Madonna se volevamo stare nelle vicinanze, Isola dei Conigli se avevamo voglia di stare tanto tempo sotto il sole, Mare Morto se volevamo utilizzare maschera e pinne. E poi va detto che qualsiasi zona che all’inizio sembrava lontana, dista non più di dieci minuti di motorino. Dopo una settimana sono arrivati talmente tanti turisti che all’Isola dei Conigli non si riusciva neanche a parcheggiare vicino. No, a ferragosto non potevamo stare in un posto così bello appiccicati come sardine! La prima idea che ci è venuta in mente è stata quella di ripetere il giro in barca e così il 14 agosto siamo tornati da Giovanni per chiedergli di portarci con lui. Veramente il giorno dopo non faceva il solito giro per i turisti poichè si limitava a festeggiare con tutti i suoi parenti, però a noi ed altre due coppie ha concesso il beneficio di salire a bordo. Risultato: tra un bagno e l’altro ci siamo divertiti come matti a ritmo di salsa, bachata e canzoni siciliane… Sì perché il “Chipino” trasmetteva musica a tutto volume e le barche vicine si avvicinavano per partecipare alla nostra festa. Intanto sulla tavola scorrevano vassoi di alici marinate, polpette di pesce, pasta con le acciughe e la mollica, calamari ripieni, vino a volontà, frutta, ravioli caldi di ricotta, tutto preparato dalla moglie di Giovanni. Che giornata indimenticabile! Il penultimo giorno invece la malinconia cominciava a farsi sentire. Cosa non avevamo ancora fatto? Beh, vedere dove abita Baglioni. Da veri italiani in vacanza siamo andati a fare il bagno sotto casa sua sperando che sbucasse da qualche angolo ma…Ahimè, non eravamo i soli! Tutte le barche che passavano da lì si fermavano un attimo per accontentare la marea di curiosi che lo incitava ad uscire… C’erano diverse persone affacciate dalla terrazza di casa sua ma, giustamente contrariate, continuavano a dire che lui non c’era. Peccato, sarebbe stato bello immortalare anche quel momento… La giornata è poi proseguita salutando tutte le persone che avevamo conosciuto, facendo gli ultimi acquisti e, purtroppo, preparando le valigie. La sera siamo andati a cena fuori. Alcuni del posto ci avevano indicato il ristorante Calacciuni per mangiare del pesce fresco, ma noi durante la giornata avevamo notato a Cala Francese, in una zona lontana dal caos, la trattoria Pugliese il cui menù affisso all’esterno sembrava veramente allettante. Risultato: seguendo il nostro istinto abbiamo mangiato non bene, benissimo! Abbiamo speso sì 85 euro però abbiamo gustato dei favolosi ravioli al cartoccio e di secondo dei calamari ripieni e dei calamari gratinati su una salsa al limone, un dolce, una bottiglia di vino e due amari. Siamo usciti veramente soddisfatti, non come qualche sera prima in un altro ristorante… Avevamo provato ad andare in un noto locale del centro ma dopo circa più di un’ora di attesa, un tavolo sotto il getto dell’aria condizionata, un brusio impressionante ed il mal di testa che cominciava a farsi sentire, abbiamo optato per la pizza per andarcene prima possibile. Di una cosa non vi abbiamo ancora parlato: dei clandestini. E questo perché non li abbiamo mai visti. Sebbene i nostri familiari ed amici al telefono fossero intimoriti dal fatto che ogni giorno il telegiornale parlasse di nuovi sbarchi, noi non abbiamo mai saputo niente. In due settimane abbiamo solamente notato nel porto qualche imbarcazione che faceva presupporre che fosse stata usata per qualche traversata. La guardia costiera infatti raggiunge al largo le barche e poi trasporta in un centro accoglienza gli immigrati che dopo qualche giorno vengono trasferiti in altre parti d’Italia. 17 agosto: partenza. Uno zaino imbarcato a Torino ed arrivato solamente dopo dieci giorni ed il viaggio di ritorno sono gli unici tasti dolenti di questa bellissima vacanza. Il nostro aereo per Palermo sarebbe dovuto partire alle 15,00 ma per qualche strano motivo ha avuto un ritardo di ben due ore. Peccato che noi avessimo un altro volo subito dopo… Morale: abbiamo perso la coincidenza e, come se non bastasse, dovevamo pagare seicento euro per tornare a casa con il volo successivo. Non avevamo nessuna copertura da parte della società aerea perché la coincidenza non era della stessa compagnia del volo precedente. Al momento della prenotazione non avevamo pensato che questo ci potesse creare problemi e invece l’Alitalia rimbalzava il problema all’AirOne e l’AirOne all’Alitalia. Dopo aver litigato un po’ con tutti i dirigenti dell’aeroporto per quasi due ore, abbiamo avuto la fortuna di parlare con un addetto AirOne che ci ha trovato un volo a basso costo per il giorno successivo. Alberghi nelle vicinanze non ce n’erano, le valigie non sapevamo dove lasciarle e in più dovevamo trovarci alle sei del mattino per fare i biglietti; l’unica soluzione era rimanere in aeroporto. Fortunatamente c’era poca gente nella sala partenze e le panchine erano abbastanza comode da permetterci di dormire qualche ora. Il giorno dopo: ultima colazione a Palermo e poi finalmente a casa… A parte questo inconveniente abbiamo passato veramente una bella vacanza. Lampedusa rimarrà nel nostro cuore perché, come abbiamo lasciato scritto al bar dell’Amicizia, “ Il blu non si può dimenticare!Dal turchino del mare, all’azzurro del cielo, agli occhi color zaffiro di Don Pino… Nulla potrà mai cancellare tanta bellezza!” Lara


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