Lampedusa, paradiso per le coppie

Viaggio all'estremità meridionale dell'Italia per i nostri 25 anni di matrimonio. Spiagge e mare che i Caraibi ci fanno un baffo
Scritto da: us01234
lampedusa, paradiso per le coppie
Partenza il: 21/07/2016
Ritorno il: 28/07/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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I 25 anni di matrimonio ci hanno fruttato un bel regalo dai miei genitori e mio fratello: una vacanza tutto mare a Lampedusa.

Conosciamo una lampedusana doc, Giusy, collega di Laura, mia moglie, che ci ha riservato un bellissimo appartamento nel centro di Lampedusa e che ci farà da angelo custode durante la settimana.

21 luglio – Arrivo e assaggio di mare

Viaggio a tappe Savigliano-Torino-Bologna in treno e Bologna-Lampedusa in aereo, non proprio corto ma il più economico.

All’arrivo troviamo Giusy che ci è venuti a prendere. Facciamo subito un giro per i posti balneabili attorno al paese e poi prendiamo possesso dell’appartamento (ci ha fatto un prezzo di favore, quindi non sto a dirvi quanto abbiamo pagato … ). Su consiglio di Giusy mangiamo pranzo alla gastronomia Martorana: un cous cous di gamberi ed una insalata di polpo ottimi. Siamo ecologici e, a differenza del 99% dei turisti tutti belli scooterati o macchinati o quaddati, ci prendiamo due belle ruspanti biciclette. Più che essere ecologico, io ho paura a guidare lo scooter, non l’ho mai fatto. Montiamo in sella e ci dirigiamo alla spiaggia del paese: la Guitgia. L’acqua è bellissima ma la gente è troppissima. Vista l’ora non prendiamo i lettini e ci stendiamo in un fazzoletto di spiaggia sul bagnasciuga. Bagnetto e basta. Dimenticabile, ma lo sapevamo. Alla sera giretto in via Roma, la via principale di Lampedusa, e poi a casa.

22 luglio – Mare morto

La collega di mia moglie aiuta la mamma nel B&B Venustas (cercatelo su Booking.com, è molto bello) e ci invita a colazione. Poi ci spiega che con lo scirocco che soffierà oggi e domani, è meglio evitare le spiagge a sud perché la corrente intorbida l’acqua. Ci indirizza verso Mare Morto. Una baia tutta scogli ad est dell’isola. Si trova seguendo le indicazioni per Cala Creta, la si supera ed a destra un’indicazione scritta a mano vi dirige a Mare Morto. Parcheggiamo le bici con vista faro ed iniziamo a scendere, quando un signore del posto ci dice che se vogliamo stare in pace e da soli, verso destra si trovano dei resti di un fortino dove si può scendere a sinistra verso una bella piattaforma naturale sull’acqua. Deserta. L’acqua è verde e ci si può tuffare. Non abbiamo più i figli con noi altrimenti avrei carpiato tutto il giorno con loro. Per dimostrare la mia abilità a Laura mi limito ad un triplo avvitamento e poi passo allo spiaggiamento. Mangiamo (ho comprato un panino buonissimo da Putìa, in via Roma, con mortadella, caciotta, pistacchi, funghetti. 5€ ben spesi) e poi ci dirigiamo verso Mare Morto. Qui l’accesso al mare è più complicato ma c’è una bella grotta da sopra la quale qualche giovane si è buttato. Io li ho invidiati ed ho rispiaggiato. Riceviamo un invito a cena a base di pesce. Rifiutare sarebbe maleducato.

Che cena! Bastiano, il simpatico (anche se è dell’Inter…) papà di Giusy era andato a pesca al pomeriggio e quindi mangiato pesce freschissimo! Una delizia. Deliziosa anche la bella compagnia della famiglia di Giusy al completo. Marito, figlie, genitori, fratelli, sorelle, cognati fidanzate e nipoti vari. Bellissima serata. Il pesce principale della serata è stato il paggello, mai mangiato prima.

23 luglio – Cala Uccello

Oggi ancora scirocchetto, quindi rimaniamo sulla costa Est. Stavolta andiamo alla scoperta di una cala dove Giusy non è mai stata. Cala dell’Uccello. Si prende la strada che va all’aeroporto e poi verso Cala Pisana, la si supera e dopo 300 mt. si sale su una strada sterrata da dove arriva alla cala. Un’insenatura sottilissima che termina con una piccolissima spiaggetta dove è allestito qualche lettino. Non c’è nessuno ed il posto è stupendo. Lei non conosceva il posto perché i locali non ci vanno in quanto la cala si riempie di alghe, la notte. Ma ora, due ragazzi giovanissimi (non ho chiesto il loro nome…) si occupano di pulire tutto e gestiscono quest’angolo di paradiso. Lui ha 21 anni, lei 18. Sono incantevoli. Venite qui che vi troverete benissimo! 15€ due lettini, ombrellone e la pace di cui godere.

L’acqua. In realtà dovremmo parlare di acquario: ci sono centinaia di pesci che vengono fino a riva. E c’è un silenzio perfetto. Peccato per la spiaggia affollatissima: io, Laura ed un’altra coppia! La cala è di fianco alla pista dell’aeroporto quindi il silenzio non è proprio totale. Ma, ripeto, venite a vedere questo posto stupendo.

Possibilmente, però, quando venite non fate il casino fatto da una coppia di vecchi bauscia nel pomeriggio: mi sembrava di essere in un film anni ’80 con il cumenda che parlava: “Oh, la madoonna, ma che posto è questo qua? Dai bella, tutto bello però stiamo qui solo un giro di Rolex che poi abbiamo il briefing al villaggio e poi l’apericena”.

Alla sera mangiamo un panino con Giusy ed i suoi amici. Ho anche bevuto la birra “Minchia” J.

24 Luglio – In barca alla Tabaccara

Domenica sulla barca di Michele, cognato della cara Giusy: con le barche dei loro amici formiamo una flotta di cinque con un carico di vettovaglie sufficiente per un battaglione napoleonico. Noi ci vergogniamo un po’ della nostra misera anguria.

Si parte e dopo una mezz’oretta di navigazione lungo la costa sud, si arriva alla Tabaccara: una baia raggiungibile solo via mare con un’acqua turchese: è qui che con il mare piatto (non quello di oggi, abbastanza mosso) si verifica il fenomeno delle “barche volanti”. Dall’alto lo sfondo turchese dell’acqua limpidissima dà l’impressione che le barche letteralmente siano sospese a mezz’aria. Fate un giro su Google per farvi un’idea. I nostri amici ci chiedevano persino scusa per il fatto che il mare oggi non fosse calmo. A me e Laura è sembrata comunque una baia di straordinaria bellezza.

Di straordinaria va citata anche la quantità di cibo. A memoria, e per difetto: insalata di polipo e patate, insalata di pasta, melanzane, peperoni, insalata di riso, focacce ripiene, LASAGNE!!, dolci a gogò (roba siciliana, bella pesante) e, per finire… spaghetti con uova di tonno. Impossibile reggere il ritmo, se non si è allenati.

25 Luglio – Cala Pulcino

Stamattina si parte per l’ala ovest dell’isola. Sconsigliati dai più, inforchiamo le bici e partiamo per la prima traversata dell’isola.

Dal porto nuovo si imbocca la strada indicata per l’Isola dei Conigli e si pedala, in costante dolce salita fino a raggiungere la caserma dell’aeronautica ed il traliccio delle antenne situato sul Monte Albero Sole, il punto più alto dell’isola: qui sulla curva si prende la strada che porta al dammuso Casa Teresa (è indicato anche Cala Pulcino) dopo il quale si possono lasciare le bici e scendere un bel sentiero per una ventina di minuti.

Alla fine del sentiero, la cala. Un’insenatura stupenda, fondale sabbioso, acqua bassa e trasparente con una miriade di pesci. Spiaggia di sabbia e sassi e… niente ombra: il sole fa il suo bell’arco est-ovest sempre in faccia ai bagnanti. O siete dei masochisti (o ignoranti) come noi e quindi sarà tintarella assicurata, altrimenti venite con un ombrellone. Io ho rischiato di diventare parte della spiaggia, squagliato.

Più gente di quanto pensassi, visto che non è proprio comodo arrivarci, ma veramente bella.

Alla sera siamo nuovamente invitati a mangiare cena: stavolta cous cous di pesce, cucinato da Elisa, la mamma di Giusy. Sto esagerando con i superlativi, ma provate ad assaggiare una delizia come questa e poi vediamo se esagero veramente. Sublimissimo.

26 Luglio – Isola dei Conigli

Come già detto, mi sono giocato un sacco di superlativi, e non avevamo ancora visto l’Isola dei Conigli. Rassegnatevi, ne userò ancora.

Partenza non prestissimo: appena scesi al porto, non trovo più Laura. L’ho subito pensata scartavetrata sulla discesa ripidissima che porta dal centro e mi sono lanciato come un Pantani inchiattito su per una salita spacca gambe. Di Laura nessuna traccia… una volta ridisceso ho capito che si era persa. Ed il suo cellulare era nel mio zaino. Risalgo, più tranquillamente, per vedere se fosse tornata al punto di partenza ma nulla. Poi vedo una chiamata sul cellulare, richiamo e mi viene detto che Laura mi aveva cercato, ma poi era andata verso l’Isola dei Conigli, al mio inseguimento. Torno sulla strada per l’Isola ma niente Laura. Si era ri-persa…. A questo punto mi fermo ed attendo: e finalmente la coppia si ricongiunge. No comment.

Così sì è fatto mezzogiorno ed arriviamo all’Isola dei Conigli: il sentiero prima piega verso sinistra ed offre una vista mozzafiato sulla Tabaccara e le baie seguenti. Da qui le barche volanti si vedono, oggi!

Poi si scende verso una spiaggia che non riesco a descrivere bene, sono troppo limitato. Comunque una baia lunga 250-300 mt di sabbia bianca, fondo che continua in acqua rendendola di un azzurro chiaro … da cartolina. Credo sia la più bella spiaggia che abbia mai visto: forse solo Balos, a Creta, si avvicina. Sulla sinistra, collegata a terra da un istmo di sabbia, l’isola, riserva naturale cui non si può accedere. Venite a Lampedusa una volta nella vita, una vista come questa va vista e non letta. Stiamo qui fino a sera e poi ritorno, tutto in discesa. Cena con gli amici di Giusy (non riusciamo a mangiare a casa…) dove Michele, cuoco sopraffino, ci prepara una pasta con le cozze degna di un re, cosparsa con la mollica di pane mista a pistacchi. E quindi tonno alla griglia. Stiamo da pascià.

27 luglio – Isola dei Conigli 2

All’isola, se si viene, poi ci si ritorna: impossibile trovare posti migliori, qui, ma anche altrove. Stavolta arriviamo presto, dopo aver fatto colazione al Bar dell’Amicizia (all’altezza dell’obelisco di Pomodoro, prendere la strada a sinistra (quella che all’angolo ha il negozio Putia) e dopo 300 mt. trovate la gioia per il palato. Dei cannoli buonissimi e da provare anche le sfogliatelle al pistacchio.

Spiaggia fino alle tre e poi facciamo l’ultima cosa che ci manca, il giro sulla panoramica nord. Risaliamo fino al Monte Albero Sole per vedere il faraglione fatto a vela, poi si ridiscende e poco prima del sentiero per i Conigli si gira a sinistra per una strada suggestiva. Io non ci sono mai stato ma l’ho visto in molti film: sembra di essere in un deserto americano con la strada che corre in mezzo. Poi ci si sporge dalla scogliera che strapiomba per 100mt. nel mare. Chi soffre di vertigini stia lontano. Birretta da O’Scià, locale trendy (un po’ da fighetti) da cui ci dicono sia bello vedere il tramonto. Purtroppo dobbiamo consegnare le bici e quindi, niente tramonto.

Dopo cena (a casa, incredibile) passiamo a salutare Giusy e famiglia che ci aspetta col gelato e poi a nanna. Lampedusa, ti dobbiamo lasciare.

28 Luglio – Ritorno

Il ritorno a casa è articolato: Lampedusa-Bologna in aereo, poi abbiamo 5 ore da passare prima di prendere il bus (Megabus) che, via Milano, ci porterà a Torino.

A Bologna facciamo un giro in centro, visitiamo il bellissimo complesso di Santo Stefano, conosciuto come quelle delle sette chiese e poi pranzo a base di salumi e formaggi.

Gelato buonissimo dalla Funivia, in piazza Cavour. Cercatela, fanno un gelato al mascarpone e cioccolato fuso che resusciterebbe un morto.

Alle 17 si parte verso Milano e, come ci è già capitato altre volte nei nostri spostamenti, non ci siamo portati nulla per cena. Faremo ricorso alla riserva di grassi accumulata in vacanza.

Arrivati a Torino alle 22:20, prendiamo l’ultimo treno per Savigliano e… fine.

Considerazioni

Viaggio all’insegna del risparmio (prezzi per due persone):

  • volo A/R Bologna-Lampedusa Blue Panorama 275€
  • Torino Bologna Frecciarossa 50€
  • Navetta Aeroporto/Bologna/Aeroporto 24€
  • Bus Megabus Bologna- Torino 30,5€
  • prezzo dell’appartamento: omissis, era un prezzo di favore

I lampedusani, Giusy mi perdoni, sono un po’ burberi e poco inclini a parlare della ragione, oltre a quella turistica, per cui Lampedusa è conosciuta: i migranti. Non sono riuscito ad avere grosse informazioni sulla situazione. Posso solo dire che viene vissuta con malcelato disagio dai cittadini.

Detto questo, l’ospitalità ed il trattamento che ci hanno riservato è stato da bambini viziati. Grazie Giusy (simpaticissima e proprio cara), suo marito Calò (quando parla in italiano simpaticissimo, altrimenti incomprensibile … J ), Michele & Rosaria (sorella di Giusy), Andrea (fratello di Giusy) & fidanzata, Elisa & Bastiano (genitori) e gli amici Elio, Natascia, Angelo, Giovanni, Massimo e tutti quelli di cui ho scordato il nome con i quali, per i limiti linguistici, è stato un po’ difficile socializzare ma che comunque ci hanno riservato un trattamento come fossimo amici da sempre. Ed un saluto ai “carusi”.

Non ho visto la villa di Baglioni e nemmeno Baglioni. Me ne farò una ragione.

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Cala Uccello

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Cala Uccello

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Isola dei Conigli

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Cala Pulcino



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