Lampedusa e Linosa: trasparenze e colori

Dopo un velocissimo summit, io e due amiche abbiamo deciso di trascorrere la prima settimana di luglio a Lampedusa. La scelta è stata in un certo senso casuale: volevamo essenzialmente un bel mare in cui nuotare e null'altro. Considerando varie opzioni abbiamo puntato su Lampedusa per il fatto che un volo diretto (da Verona) ci avrebbe consentito...
Scritto da: monnana
lampedusa e linosa: trasparenze e colori
Partenza il: 01/07/2006
Ritorno il: 08/07/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Dopo un velocissimo summit, io e due amiche abbiamo deciso di trascorrere la prima settimana di luglio a Lampedusa. La scelta è stata in un certo senso casuale: volevamo essenzialmente un bel mare in cui nuotare e null’altro. Considerando varie opzioni abbiamo puntato su Lampedusa per il fatto che un volo diretto (da Verona) ci avrebbe consentito di non perdere troppo tempo tra coincidenza e traghetti. Con l’agenzia abbiamo prenotato volo + bilocale + auto.

Purtroppo l’aereo charter è partito con tre ore di ritardo, per cui il tempo si è perso lo stesso. Siamo arrivate il sabato in tarda serata e i gestori del residence ci sono venuti a prelevare all’aeroporto per condurci nell’appartamento. La mattina abbiamo preso possesso della nostra automobile scoperta, una citroen Mehari e abbiamo iniziato a girovagare per il paese per trovare la strada giusta per le spiagge. Il primo giorno ci siamo subito rese conto che per raggiungere le calette occorre spesso percorrere stradine accidentate e piene di massi: ci siamo improvvisate pilote di rally e ci siamo divertite un sacco.

Prima spiaggia: cala Galera. Deserta e nascosta in fondo ad una specie di canalone da percorrere a piedi in discesa. Là abbiamo trascorso tutta la giornata, trovando riparo, nelle ore più calde, in una piccola grotta naturale ai lati della spiaggia. L’atmosfera era davvero selvaggia e ce la siamo goduta appieno.

Il secondo giorno è stata la volta della splendida Cala Creta, una piccola baia su un mare dalle diverse tonalità di azzurro e acquamarina. Lì la spiaggia è costituita da una piccola piattaforma di roccia dalla quale ci si può tuffare agevolmente nell’acqua. Il terzo giorno abbiamo esplorato alcune cale e ci siamo fatte un giro nell’entroterra dell’isola, che comunque merita. Abbiamo visto cala Creta, la Guitgia e cala Francese, tutte spiagge di sabbia bianca e dall’acqua davvero azzurra e trasparente. Cala Guitgia è la più affollata, in quanto è la spiaggia del paese: forse troppa gente e troppi ombrelloni, ma l’acqua bisogna vederla: è una vera piscina naturale! L’interno è interessante: caldo, desolazione e roccia sono i protagonisti principali. Percorrendo l’unica strada eravamo circondati da un paesaggio brullo, punteggiato qua e là da qualche dammuso e da bassi arbusti di mirto (credo) . Fermandosi con la macchina, l’unico rumore che si sentiva era il saltellare delle cavallette. Arrivati alla punta più occidentale e più alta dell’isola ci siamo fermate per ammirare il panorama mozzafiato che ci si è presentato ai nostri occhi: alte scogliere a picco sul mare blu e un orizzonte nitido e infinito! Il quarto giorno è stato dedicato all’appuntamento più sospirato: la mitica e tanto decantata Spiagga dei Conigli, dove la tartaruga Caretta Caretta depone le uova. Caraibi allo stato puro. Una immensa piscina naturale, sabbia bianca, acqua cristallina e trasparente, pesci ovunque. Da vedere assolutamente. Percorrendo un sentierino sulla montagna abbiamo raggiunto un punto da cui ammirare dall’alto Cala Pulcino: senza parole! (in senso positivo) Il quindo giorno abbiamo fatto il giro in barca intorno all’isola per vedere anche la parte settentrionale e meno accessibile dell’isola. Peccato che quel giorno il mare non fosse proprio una tavola blu, per cui non è stato possibile fermarsi a Cala Pulcino, ma abbiamo recuperato molto bene fermandoci a fare il bagno in un paio di punti strepitosi. Uno in particolare con una sabbia bianchissima e un’acqua celeste cristallina.

Il venerdì abbiamo deciso di fare un giro a Linosa, raggiungendola con un’ora di aliscafo. Bellissima. Diversissima. A Linosa predominano i contrasti forti dei colori:il nero della roccia vulcanica, il verde delle piante grasse che ricoprono l’isola, il blu del mare e i colori sgargianti delle casette. Un gioiellino da vedere, da osservare, da accarezzare con lo sguardo. Un’occasione per riempirsi davvero gli occhi di tutti i colori della natura.

Questa è stata la nostra mini vacanza a Lampedusa e questo l’itinerario, certamente limitato, visti i pochi giorni di permanenza. Potrei dilungarmi e raccontare tutte le impressioni che ho avuto in merito a tante cose, ma in questo contesto mi limito a raccontare ciò che ritengo possa tornare utile a chi deve decidere se vedere questo posto.

PERIODO: io sono stata la prima settimana di luglio e credo sia ancora vivibile. Non oso immaginare la massa di turisti ad agosto, stretti in spazi comunque angusti…

VITA MONDANA: assente, a parte la breve via del centro lungo la quale passeggiare di sera per prendere un gelato o una granita. Trovo sia un posto ideale per coppie senza pretese di fare vita mondana, o comunque per chi non cerca discoteche o cose simili. Non c’è niente…

SOLE: picchia davvero e soprattutto non si trovano ombre! Quindi creme ad alta protezione, copricapi e al massimo un ombrellone da noleggiare o da piantare dove è possibile farlo. Ah… Portare anche scarpe antiricci per poter scendere in acqua.

CIBO: da provare il cous cous con la cernia, i calamari ripieni, i primi di pesce e comunque i piatti di pesce. Imperdibili i cannoli siciliani e i dolcetti di pasta di mandorle.

PREZZI: so che questa è una questione un po’ dibattuta. Molti dicono che Lampedusa sia carissima. Io, i preimi di luglio non l’ho trovata più cara di altri posti. Per mangiare al ristorante ho speso come a casa mia; il caffè sempre a 70 centesimi… Ombrellone da 5 a 7 euro… Insomma non mi sembrano prezzi improponibili… Diciamo piuttosto che non esistono prezzi stracciati…

CANI: è vero. Ci sono dei cani che girano per il paese e arrivano in spiagga. Ma io non ne ho vista una quantità così insopportabile. E poi erano super pacifici e tranquilli. Non so…Io non l’ho trovato un problema.

DA VEDERE: il centro di recupero delle tartarughe. Non per vedere chissà cosa, ma per osservare il lavoro che viene fatto su questi animali e per riflettere sui danni che i nostri comportamenti scorretti possono arrecare all’equilibrio della natura.

Queste sono le cose che mi vengono in mente. Per me è stato solo un assaggio, per capire che a Lampedusa di certo tornerò.



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