Lambratesi in malesia

18 agosto - Kuala Lumpur Oggi, con un volo da Phnom Penh, siamo arrivati nella capitale della Malesia. Dopo aver pagato una cifra astronomica al tassista che ci ha portati in città, troviamo alloggio nel peggior albergo di chinatown, quattro letti in una stanza squallida, bagni in comune. Capiamo subito che la Malesia non è economica come il...
Scritto da: shaobell
lambratesi in malesia
Viaggiatori: fino a 6
18 agosto – Kuala Lumpur Oggi, con un volo da Phnom Penh, siamo arrivati nella capitale della Malesia. Dopo aver pagato una cifra astronomica al tassista che ci ha portati in città, troviamo alloggio nel peggior albergo di chinatown, quattro letti in una stanza squallida, bagni in comune. Capiamo subito che la Malesia non è economica come il resto dell’Indocina. In serata abbiamo giusto il tempo di fare un po’ di foto sotto le Petronas Tower, che si spengono circa verso le 23:00 lasciandoci in una triste penombra poco fotogenica. Dirottiamo allora in una delle vie più caotiche della città, la Sultan Ismail, che pulsa di vita notturna. La città ricorda le scenografie alla Blade Runner, la popolazione è del tutto eterogenea, malesi, cinesi, indiani, musulmani, ma in giro si vedono poche facce occidentali. In un locale, al cui centro della pista c’è un acquario con due squali dentro, facciamo le ore piccole prima di tornare al nostro tugurio.

19 agosto – KL – verso la costa – Kuala Selangor Risveglio della camerata, malumori di chi se ne vorrebbe andare da Kuala Lumpur. Passiamo la mattinata nel giardino ornitologico, un immenso parco coperto da reti in cui volano innumerevoli e coloratissime specie di uccelli. Dopo una colazione abbondante fra tucani e fenicotteri, ci dirigiamo verso l’inevitabile servizio fotografico diurno alle Petronas. Sembra davvero esserci poco altro da vedere in questa città.

Alle tre di pomeriggio, con un colpo di mano, fermiamo un tassinaro e gli diciamo di puntare verso Kuala Selangor, una cittadina sulla costa con diverse cose interessanti da vedere. La prima è il vecchio forte portoghese, dove fra le mura ed i cannoni arrugginiti vive una numerosa colonnia di scimmie, dei macachi i cui cuccioli sono di un color giallo vivo. Si può arrivare in cima alla collina anche con un trenino turistico, ma è di una tristezza infinita, la salita non è molto impegnativa; una bella passeggiata è molto meglio. Stiamo attenti a schivare i bisognini delle scimmie che vediamo saltare da un albero all’altro. Il panorama sul mare è molto bello, mi ritrovo a fantasticare su storie di pirati, arrembaggi e sandokanate varie. Al ritorno dalla gita al forte, conosciamo due ragazze, un’olandese ed una laotiana, che si aggregano a noi. Ceniamo assieme e decidiamo di andare a vedere le colonie di lucciole che abitano lungo il fiume. Alla stazione degli autobus non c’è anima viva, mancano solo i cespugli che rotolano. Senza perdere coraggio, entriamo in un internet point nella piazza, per chiedere informazioni al giovane gestore malese, Roy. Fortunatamente parla un po’ di inglese, ma non sa se ci siano mezzi pubblici che arrivino fino al fiume di notte. Con molta disponibilità, chiama un suo amico, Texas, il quale si offre addirittura di accompagnarci lui. Dopo una mezzoretta di macchina, arriviamo al fiume, dove prendiamo due sampan che si inoltrano nel buio sulle acque scure e placide. Lo spettacolo delle lucciole è notevole, popolano a milioni gli alberi lungo le rive, pulsando come luminarie. Il silenzio è rotto solo dal fruscio della vegetazione e da qualche rana che gracida. Quando torniamo a riva, Roy e Texas ci chiedono se abbiamo sonno. Alla nostra risposta ovviamente negativa. Ci portano prima in un luna park nelle vicinanze, e poi in un bar karaoke vicino al porto. Fra un piatto traboccante di polipi piccanti, una cantatina, balli e fiumi di birra, ci divertiamo come dei ragazzini. Frase conclusiva della serata, di Andre rivolto a Roy: ” I send an email to you when I put my foot on the italian pocodio”. No comment. Ora solo il ventilatore sopra di noi agita la notte, fuori scroscia la pioggia. Il dio dei viaggiatori è con noi, basta non perdere mai la speranza di trovare gente amichevole.

22 agosto – Palau Langkawi Dopo l’ennesimo viaggio della speranza in pullman, con non poche difficoltà logistiche, traghettiamo sull’isola di Palau Langkawi. La giornata in cui arriviamo il cielo è nuvoloso, il mare mosso e torbido, l’umore non alle stelle. Noleggiamo una macchina, visti i prezzi convenienti, una decina di euro a testa al giorno. In giro per l’isola pochi turisti occidentali. Le donne sono coperte dal velo da testa a piedi, noi le abbiamo ribattezzate scherzosamente Cattivik, se il velo è nero, o uova di Pasqua (Cattivik colorati). La giornata di oggi, però, è stata ricchissima di avvenimenti. In mattinata, siamo andati a vedere le meravigliose cascate al centro dell’isola. Sono alte un centinaio di metri, cinte dalla vegetazione lussureggiante, e formano un laghetto principale e diverse pozze di acqua cristallina. Ci rilassiamo nell’acqua fresca, sotto il getto d’acqua, mentre alcune scimmiette ci guardano curiose mentre spolpano dei grossi frutti arancioni. Dopo un pranzetto veloce in un bar lungo alla strada, torniamo in albergo, dove ci accordiamo con Crocodile per un tour delle isole. Crocodile è il nostro nuovo tour operator, un malese scatenato, biondo e col fisico da californiano in trasferta. Ci imbarchiamo per un pelo. La barca guizza fra le isole verdi, l’acqua è turchese e il clima non potrebbe essere migliore. Nella prima isola in cui attracchiamo, facciamo il bagno nella laguna salmastra, e poi camminiamo lungo il sentiero che gira tutto il perimetro dell’isola, regalando scorci da cartolina. Nell’isola successiva, ci fermiamo nella rada per vedere le maestose aquile, simbolo dell’isola, che volteggiano su di noi e si buttano a capofitto nell’acqua per pescare. Infine, nel pomeriggio inoltrato, approdiamo sull’ultima isola, la più bella. Qui ci tuffiamo e a pochi metri da riva c’è una splendida barriera corallina, non saprei elencare tutti i pesci che vedo, ci sono anche un paio di cernie scure enormi che si lasciano avvicinare. Sulla barca, al ritorno, sentimenti alla Corto Maltese. Serata alla Reggae House, complessino dal vivo e Tequila Sunrise, e poi tutti a nanna.

23 Agosto – Palau Langkawi Oggi è la giornata in cui ci lascia Andre, per cui pianifichiamo un programma poco impegnativo a zonzo per l’isola. La mattina gironzoliamo per lo Snake Sanctuary, un giardino-rettilario in cui, a dire il vero, i serpenti sono tenuti in condizioni un po’ tristi. Ne stuzzichiamo un paio con un bastoncino per vedere se reagiscono, sono un po’ intorpiditi. Alle pareti di una sala, foto impressionanti di gente morsa o ingoiata intera. Visto che il traghetto di Andrea parte per Georgetown nel tardo pomeriggio, andiamo alla pista di go-kart per fare un paio di gare. Il tracciato è molto divertente, essendo noi in ciabatte optiamo per la guida a piedi nudi, che lascerà qualche vescica. Serata useless.

24 Agosto – Palau Langkawi Giornata naturalistica. Ci imbarchiamo di buon’ora per Coral Island. Il viaggio è piacevole, mi stravacco ad abbronzarmi su una sdraio, sul ponte della nave, con l’mp3 di Marco. L’isola è molto suggestiva, forse un po’ troppo affollata nei ritrovi, ma sott’acqua ci si sente liberi, fra grossi pesci variopinti, coralli e mille altre creature. Passeggiamo nella foresta, e poi ci dedichiamo a nutrire squali pinna nera, alcuni dei quali lunghi un paio di metri. Ci avventuriamo nell’acqua fino alla vita, e agitiamo pezzi di pesce sott’acqua. Centinaia di pesci colorati si azzuffano per cibarsi, ma scappano quando arriva qualche squalo. Ci raccomandano di tenere le dita a pugno, consiglio che adottiamo, e presto siamo letteralmente circondati di pinne minacciose. A quanto pare sono inoffensivi per l’uomo. Sarà, ma quando iniziano a nuotarci intorno a decine non è che siano proprio rassicuranti. Fortunatamente, torniamo a riva con tutti gli arti attaccati. Decidiamo di andare a pranzare, al sicuro sul pontile. Il viaggio ce l’ha proposto il nostro amico Crocodile Dundee, e anche stavolta non ci siamo pentiti. Cena opulenta a base di pesce (a furia di vederne vivi ci era venuto appetito), con musicista francese che canta anche Bella Ciao. Se c’è una cosa che però manca a Langkawi è la vita notturna, per cui andiamo a letto alle 11 come dei bravi ragazzi. Domani parto solitario verso le isole thailandesi, visto che io ho voglia di mare, mentre Luca e Marco hanno deciso di andare a Chiang Mai, nell’estremo nord. Sono indeciso fra quelle sul versante occidentale (Phuket, Koh Phi Phi) o le altre, principalmente Koh Samui. Credo che, se la notte non mi porterà consiglio, domani tirerò una moneta.

Le fotografie ed il video “LAMBRATESI IN INDOCINA” sono disponibili sul mio sito Il viaggio in Indocina non finisce qui! Consulta anche “Lambratesi in Thailandia – in Laos – in Cambogia”



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