L’alba nel deserto e il piacere di un massaggio rilassante negli hammam del Marocco
Mia sorella ed io siamo partite da Bologna venerdì 21 aprile e dopo circa 3 ore di volo, siamo atterrate all’ aeroporto di Fés (grazie alle 2 ore di fuso, atterriamo alle 12.05, recuperando due ore di tempo). Una volta concluse le operazioni di controllo, all’uscita dell’aeroporto stesso ci viene a recuperare il nostro taxi privato, prenotato tramite la Riad dove soggiorneremo stanotte (servizio che quasi tutte le Riad organizzano, costo 20€/200 Dirham marocchino).
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In circa mezzoretta di strada, il taxi ci lascia prima dell’ingresso della Medina, dove viene a recuperarci la ragazza del Riad. Durante le operazioni di check-in, ci viene offerto del tè alla menta, che gustiamo rilassandoci un attimo prima di immergerci nella caotica e intrigata Medina di Fés, il cuore pulsante della città. Si tratta di un groviglio di stradine, vicoli, dove ai lati ci sono negozi, bazar di ogni tipo, dove non circolano auto, ma solo persone e carrettini trainati da asini o cavalli. La Medina ha una strada “principale”, la “main street”, la si riconosce perchè è la più larga e più pulsante, più ricca di negozi e di gente, appunto. Decidiamo di girarla seguendo appunto la strada principale, grazie anche ai consigli della ragazza del Riad, che ci ha fornito anche una cartina (anche perchè le mappe di Google, in alcuni punti, non si aggiornavano).
Mettete in preventivo di essere fermati ogni 2 minuti dai ragazzi marocchini che vi chiedono se siete turisti e che vi indicheranno la strada. Portate pazienza, non si può sfuggire a questo loro atteggiamento, fa parte del pacchetto! Lungo le vie de la Medina, ci fermiamo all’entrata della Moschea Al-Qarawiyyin. Qui scopriamo che non possono accedere persone non musulmane, quindi non ci rimane che rimanere sulla porta dell’ingresso di questa moschea, nota per essere l’università più antica al mondo.
Nonostante sia venerdì (giorno di festa per i musulmani) e sia l’ultimo giorno di Ramadan, c’è un bel po’ di gente in giro che come noi passeggia ed acquista nei negozi della Medina. Ci dirigiamo verso l’attrazione più famosa e tipica di Fés. Le concerie, le fabbriche di pelli a cielo aperto, chiamate dai Marocchini “les tanneries”. Seguiamo un gruppo di turisti e la loro guida, in quanto non ci sono vere e proprie indicazioni per le concerie, a meno che non vi vogliate affidare ai “consigli” dei giovani ragazzi marocchini. Ci sentiamo più sicure seguendo il tour organizzato, chiedendo alla guida se non fosse un problema e lui acconsente senza problemi.
Arriviamo in un vicolo dove ci viene consegnato un ramo di menta a testa e saliamo alcune rampe di scale, fino a quando si apre davanti a noi un negozio di pellame con vista sulle concerie. L’impatto visivo non è tanto forte tanto quanto quello olfattivo. Non si può descrivere l’odore (odore per essere gentili) se non si è mai stati in un posto simile. Tra i visitatori, alcuni pensano bene di infilarsi la menta nelle narici (questo per dirvi quanto poteva essere forte il fetore in quell’area).
La vista comunque è particolare ed unica, si ha l’opportunità di vedere la lavorazione del cuoio con questi metodi artigianali che sono rimasti invariati nel tempo. Sono circa le 16.00, ci fermiamo per sorseggiare un succo di arancia fresco e il Muezzin inizia il suo rito di richiamo alla preghiera. Riprendiamo il nostro giretto, con direzione la Medersa Bou Inania, questa accademia coranica. Scopriamo che chiude alle 16.00, quindi niente da fare.
Tra i vicoli de La Medina, ci sono anche diversi Hammam, i bagni pubblici marocchini (le nostre spa). Ovviamente io e mia sorella siamo fan di questi rituali, quindi prima di rincasare, ne cerchiamo uno. Ci fermiamo all’Hammam Mernissi & Spa, pensando di riuscire a fare un trattamento prima di cena, ma causa Ramadan, stanno già chiudendo. Scopriamo che durante il Ramadan gli orari variano e che il primo posto disponibile sarà domenica alle 19 (in caso di prenotazione, fanno pagare subito, noi non avendo certezze sugli orari dei prossimi giorni, preferiamo affidarci al destino.).
Rincasiamo un attimo e torniamo nuovamente ne La Medina per cercare un posto dove cenare, vicino all’Hammam c’è un posticino non male, vediamo che c’è sempre un via vai di gente quindi ci fermiamo qui… una tajine con cous cous alle verdure è quello che serve per immergersi nel mood marocchino.
Sabato 22 aprile
Nonostante la sveglia “non programmata” del Muezzin alle 4 del mattino, ci alziamo per essere pronte all’orario di colazione. Abbiamo gli orari molto incastrati stamattina, alle 8.45 abbiamo il pick-up con il driver che ci porterà nel deserto di Merzouga e qui le colazioni partono alle 8.15.
Colazione fatta, recuperiamo gli zaini e via che usciamo dalla Medina per ritrovarci con Mohammed, il driver. Abbiamo acquistato questo pacchetto con l’applicazione Get Your Guide, straconsigliata. Ci sono diversi pacchetti proposti, noi abbiamo optato questo che offre: trasferimento da Fés (con rientro nella medesima città), cammellata al tramonto, pernottamento in uno dei camp del deserto, cammellata post colazione e rientro. Pasti inclusi.
Si parte, lasciamo una Fés ancora silenziosa e ci dirigiamo a sud. Durante il viaggio, tra i vari argomenti affrontati con il driver, scopriamo che oggi per loro è la festa di fine Ramadan. Ce ne accorgiamo anche perchè durante i vari villaggi/paesi passati lungo la road trip, c’è pochissima gente in giro, bar e ristoranti chiusi (infatti pranzeremo alle 15, trovando un posto aperto grazie alle conoscenze del Driver). Durante le 7 ore di viaggio, passiamo diversi paesi marocchini. Il primo, Ifrane, viene chiamata “la svizzera marocchina”. In effetti ha case con tetti spioventi, giardini verdi curatissimi, conifere nelle colline che la circondano. Il driver ci racconta che in passato qui c’erano un sacco di leoni e per questo motivo, la maggior attrazione cittadina è questa statua a forma di leone, che viene presa d’assalto per le classiche foto turistiche e noi non siamo da meno.
Dopo Ifrane, il paesaggio cambia ancora. Nonostante ci troviamo in altitudine, ci imbattiamo in alcune scimmie, non troppo impaurite dagli umani… il driver ad una di loro allunga del cibo, che lei afferra serenamente e si fa fotografare nel mentre. In lontananza si possono vedere anche i monti dell’Atlante con la neve in cima. Lasciamo le nostre amiche scimmie e riprendiamo il viaggio, vediamo pascoli di pecore ai lati delle strade, asinelli e poco altro per un bel po’ di tempo, mentre la vegetazione ai lati varia nuovamente.
Passiamo un altro paese, Midelt, noto per essere il paese delle mele marocchine (le statue alle rotonde lo fanno capire, senza troppe spiegazioni). Purtroppo non ci sono fruttivendoli aperti, altrimenti ne avrei assaggiata una. Dopo Midelt, il territorio circostante inizia a farsi secco, arido…e si apre davanti a noi, dopo svariati km e km…la Vallée du Liz, l’ultimo tratto di territorio prima di immergerci nel deserto del Sahara. Ci fermiamo in un ristorante per pranzare, sono circa le 15.
Dopo pranzo attendiamo che il driver finisca di pregare e ripartiamo. Durante questi due giorni con lui ho modo di comprendere meglio la regola della preghiera 5 volte al giorno. Il Muezzin richiama i fedeli alla preghiera ai 5 orari predefiniti, se uno può, prega a quegli orari, chi non può, può farlo anche in diversi momenti, l’importante è che al termine della giornata abbia pregato 5 volte). Arriviamo per le 17 all’ hotel dove ci fanno il check-in. Siamo all’Hotel des Dunes, di fronte a noi si intravedono le dune del deserto di Merzouga. Ci viene spiegato che da qui partiremo per la cammellata, i nostri zainetti ci verranno recapitati al Camp dove dormiremo stanotte. Salutiamo Mohammed e ci diamo appuntamento alla mattina seguente.
Partiamo per questa esperienza, ognuno di noi su un cammello, con il ragazzo che li guida lungo il tragitto che ci porterà nel camp. Man mano che ci immergiamo nel deserto, i rumori delle auto e delle persone si fanno man mano più lontani, fino a diventare silenzio. Mi guardo in giro e vedo solo dune di sabbia, cielo terso e silenzio. Un senso di pace assoluto. Rilassarsi a dorso di un cammello non è cosa semplice, ma il contesto lo rende una delle cose più uniche che si possano fare. Lo consiglio vivamente. Dopo un’ora e mezza circa, arriviamo al Camp che ci ospiterà stanotte. Lasciamo i cammelli all’entrata e andiamo da uno dei ragazzi, che ci accompagna alla nostra tenda. Più tardi ci chiamerà per comunicarci che i nostri zaini sono arrivati e per la cena.
Dopo cena, per chi vuole, c’è un piccolo spettacolo di tamburi che i ragazzi del camp fanno ogni sera, per circa mezzoretta, ma alle 22 il silenzio la fa da padrone. Dopo poco, anche il sonno.
Domenica 23 aprile
L’idea è quella di andare a godersi l’alba, sperando ci sia. La sera prima si era coperto e non era stato possibile ammirare le stelle. Sveglia alle 05.20, mi dirigo sulla prima duna oltre il Camp e mi siedo lì in attesa. Nel camp vicino vedo che alcuni turisti intraprendono la cammellata, altri come me vogliono godersi la nascita del nuovo giorno. Avere la possibilità di godere dello spettacolo dell’alba nel deserto penso sia una delle esperienze di vita da fare, perchè rara, unica nel suo genere.
Si rientra in tenda, a breve la colazione sarà pronta. Dopo colazione, il ragazzo del camp ci avvisa di prepararci che alle 07,30 i nostri cammelli saranno pronti e ci riporteranno in “mezzo alla civiltà”. Puntuali, si parte e si rientra, ci godiamo questi ultimi momenti di silenzio, passeggiando in mezzo alle dune, in quel paesaggio unico. Mohammed ci aspetta all’Hotel dove il giorno prima ci aveva lasciato, tempo di un tè alla menta e saliamo in auto.
Oggi non è festa, i vari paesi che ripassiamo sono pieni di gente e di banchetti, a Midelt ho l’opportunità di assaggiare il frutto per cui è famoso, la mela. Devo dire molto buona! A pranzo Mohammed mangia con noi (il giorno prima no) allora chiacchiero con lui chiedendogli diverse cose sulla sua cultura. Pranziamo abbastanza in fretta, un temporale si sta avvicinando e non facciamo in tempo a salire in auto che veniamo investiti da una bomba d’acqua. La temperatura crolla e vedere la pioggia in quelle terre così aride è spettacolo, perchè non capita spesso.
Dopo 10 minuti, il sole torna a splendere e il paesaggio si fa man mano più verdeggiante. Mohammed dice che in quella road trip si ha l’opportunità di vedere le 4 stagioni del Marocco, in effetti non ha tutti i torti. Forse è la cosa che ha reso curioso e interessante anche il viaggio, 7 ore a guadare fuori dal finestrino passano più velocemente se fuori hai sempre un orizzonte nuovo da scoprire.
Prima di arrivare a Fés, noto un’altra particolarità. Il mio telefono faceva un orario, mia sorella un altro (entrambi abbiamo un iPhone), la macchina di Mohammed era sincronizzata con il mio orario, il suo orologio con quello di mia sorella. Allora chiedo spiegazioni in merito… mi viene spiegato che durante il Ramadan, solo in Marocco, l’orario del fuso viene raddoppiato. Quindi fino a venerdì il fuso era -2 ore, da sabato il fuso tornava ad essere -1 ora, come da Meridiano di Greenwich. Fortunatamente, spegnendo e riaccendendo, l’orario del mio telefono si aggiorna automaticamente. Dopo questo misunderstanding temporale, prenoto l’Hammam. Il traffico di Fés è impressionante, pure di domenica pomeriggio inoltrato. Lasciamo Mohammed all’ingresso della Medina e ci dirigiamo all’Hammam.
Ci facciamo fare servizio completo, hammam+massaggio. Top. Purtroppo non consideriamo che all’uscita molti posti per cena sono già chiusi, ceniamo nella Riad con qualche merendina comprata durante la road trip di quei due giorni.
Lunedì 24 aprile
Ultima mezza giornata a Fés. Dopo colazione, decidiamo di uscire dalla Medina e visitare la città nuova…peccato che sia il Palazzo Reale che i Giardini pubblici siano chiusi e non si capisce il motivo (se per festa, se per giornata di chiusura settimanale). Un po’ deluse, torniamo nella Medina, che nel frattempo si stava animando (i negozi non aprono presto la mattina), facciamo un breve tour per acquistare souvenirs e decidiamo di fare un altro massaggio all’hammam. Dopo questo ultimo momento di relax, la Riad ci fa trovare il nostro taxista che ci riporta all’aeroporto. Termina così questo breve viaggio a Fés e nel deserto di Merzouga.