Ladakh: il paradiso con pochi soldi
Thiksey Per quanto riguarda Thiksey, credo che sia uno dei monasteri più belli, soprattutto al primo impatto. Se vi interessa fermarvi a dormire lì io, dal momento che per la mia tesi dovevo partecipare alla preghiera (che qui è alle 6 del mattino), ho alloggiato in quella che direi essere l’unica guesthouse, all’ingresso del paese, ci si passa davanti per salire al gompa. C’è anche un ristorante, ma ricordo di aver mangiato una cosina striminzita e non buona (reminescenze). Passare la serata lì mi ha però dato la possibilità di conoscere una famiglia del paesino, essere invitata per un thè ed essere accompagnata alla preghiera del giorno dopo da uno dei monaci, che casualmente era un nipote della signora che mi ha ospitata. Solo nei paesini vi posso capitare queste cose!
Hemis Di Hemis la Lonely Planet diceva che l’unica possibilità di dormire era lontano dal monastero, ma la fortuna/sfortuna ha voluto che sapendo della mia ricerca, i monaci ci abbiano ospitati in una parte appena costruita del loro monastero con due vecchi materassi, senza bagno e con una sola candela. Non è stato il massimo, un’esperienza! Il monastero è molo bello. Lamayuru Ah! Lamayuru! Che bello! Il paesino non ha davvero nulla, noi abbiamo dormito (credo) all’Hotel Dragon, mangiando lì, visto che se non ricordo male non ci sono ristoranti. La strada per arrivarci regala dei paesaggi davvero spettacolari, noi abbiamo affittato una moto da leh per andarci, ma è un viaggio piuttosto impegnativo. Se riuscite fermatevi per la preghiera (almeno un pezzo), l fanno sia al mattino che alla sera . Alchi Anche Alchi offre una natura stupenda. In agosto c’è la mietitura del grano e si vedono tutte le donnine che lavorano nei campi, è davvero bello. Il monastero è uno dei più celebri, se vi capita guardate il libro “Alci, Il santuario buddhista nascosto del Ladakh. Il Sumtsek”, edito da Adelphi. Io l’avevo trovato anche in biblioteca; ci sono delle bellissime foto. Io ho dormito in due Guest house. L prima volta era di fronte allentata del gompa, ma non era proprio la fine del mondo. La seconda volta invece ci siamo fermati all’entrata del paese, sulla sinistra; la camera era grande e la vista dalla finestra era bellissima. Penso che fosse la Choskor Guest House, ma non sono sicurissima. Per mangiare ricordo con molto piacere un giardino sulla strada verso il monastero in cui la vista era bellissima e ho mangiato bene. Non ricordo il nome (e non l’ho scritto da nessuna parte). Likir Il monastero di Likir è molto bello, molto abitato da monaci. Qui ho dormito alla Norboo Guest House, mezza pensione e cena tutti insieme con gli altri ospiti in sala da pranzo, seduti su cuscini. Serchu Manali (via terra) Io l’ho fatto nel senso contrario, Manali-Leh, e devo dire che è stato un viaggio davvero massacrante. Le tappe sono poche, una delle quali a Sarchu, in cui ho dormito in un tendone insieme a tutte le persone che erano sul pullman con me. Ci sono pochissime altre tappe, nella maggior parte dei casi i luoghi sono sprovvisti di bagni (bisogna un po’ arrangiarsi), mentre i posti di blocco della polizia sono tanti, ogni volta con controllo e registrazione dei passaporti dei turisti. Forse partendo da Leh già acclimatati il viaggio può risultare meno pesante; io, una volta arrivata al passo Lachlung-La il secondo più alto, appena scesa dal pullman sono svenuta e poi ho dovuto affrontare la parte mancante del viaggio (ancora lunga, se non ricordo male). Per questo motivo al ritorno ho cercato un volo da Leh a Delhi. La rotta è battuta da Jet Airways e Indian Airlines. La prima volta ho prenotato pochi giorni prima spendendo circa 80 $, ma era luglio, credo che ad agosto sia più difficile. Ho visto che adesso ci sono anche la Kingfisher Airlines Comunque se siete convinti, è un’esperienza che una volta nella vita si può fare, io credo che non me la dimenticherò mai! Delhi Della pericolosità (secondo me relativa) di Delhi parla già ampiamente la lonely Planet, quindi non mi dilungo. Fate molta attenzione in aeroporto, i taxi vi portano un po’ dove gli pare, specialmente di notte. Ma voi non dovreste averne bisogno, visto che i pullman da manali arrivano in centro città. Bisogna seguire le solite regole di buon senso che sicuramente avete già adottato in altri viaggi. Io a dehli non ho avuto nessun problema neanche girando da sola, molto peggio è stato a Bombay (ma questa è un’altra storia). Ogni volta che passo da Delhi vado a dormire a Paharganj, è la zona più economica e più pittoresca anche se ad agosto vi sembrerà di essere arrivati all’inferno (questa è la prima cosa che ho pensato…!!!). La strada è piena di cacche di vacche e quando piove si crea un pantano misto di schifezze varie accompagnato dall’odore tipico di Dehli… una meraviglia. Non lasciatevi scoraggiare, se inizierete a camminare vi renderete conto che comunque Paharganj è un quartierino davvero caratteristico e forse meno pericoloso di altri. E’ pieno di baracchini in cui comprare ogni genere di “indianata” (io le amo!), dalle sciarpine all’abbigliamento, dagli incensi alle spezie. Se volete comprare ciabattine di cuoio vi consiglio Vishal Foot wear, nel main bazar. Ci sono andata due volte a distanza di due anni e le ciabattine erano sempre bellissime. Io ho comprato anche due sari di cui vado molto fiera! Basta esplorare anche le stradine laterali e confrontare i prezzi per fare ottimi affari. La prima volta che sono andata in India sono passata più volte dall’Hotel The Spot, l’indirizzo 867-868 Gali Chandiwali Paharganj. E’ economicissimo e tutto sommato, rispetto a quello che ho sperimentato in India, è abbastanza pulito. L’ultima volta invece ero da sola e mi sono fiondata all’Hotel Prince Polonia. Costa molto (tipo 20 euro la doppia uso singola con aria condizionata), ma loro sono molto carini e io mi sono trovata bene (purtroppo una donna che gira sola in India non è vista molto bene). Per mangiare a Paharganj avete solo l’imbarazzo della scelta ma dovete stare molto più attenti al cibo che in Ladakh (il Dehli belly è sempre in agguato!). Per la colazione, nel main bazar c’è una buonissima German bakery, credo sia la Appetite. Ottimi dolci. La Lonely Planet (almeno dell’edizione che ho io) consigliava il Malhotra restaurant, ma noi siamo rimasti abbastanza delusi. Io mi ero innamorata del Sonu chat house, ci mangiano praticamente solo indiani, il menu è semplice e molto piccante (bisogna assolutamente dirgli di farlo non piccante, perché comunque arriverà un piatto infuocato!), ma very indian! Hanno i fornelli in vista e sono piuttosto simpatici. Le cose da vedere a Delhi sono tantissime, con la lonely Planet andate sul sicuro. Agra Purtroppo ad Agra non sono stata perché nel 2003 non mi potevo permettere di spendere 750 rupie solo per vedere il Taj Mahal, quando con gli stessi soldi ci mangiavo e dormivo per almeno 4 giorni…
Mi piacerebbe raccontarvi di tanti altri posti ma il viaggio diventerebbe lunghissimo. Se avete qualche domanda chiedete pure. Tanti saluti e buon viaggio Valentina