La vuelta de cuba
Ero riuscito con mia moglie a regalarci due giorni liberi, dopo aver sistemato i figli e i cugini dalla nonna. Un giretto per Santiago, Guantanamo e Baracoa. Già la strada scelta per arrivare a Santiago da Pilon ci ha riservato sorprese non gradite. La conoscevo dagli anni precedenti, sapevo che era brutta ma non sapevo che ci aveva passato anche Dean, l’ultimo ciclone, che la ha completamente devastata. Con molta buona sorte e dopo 5 ore sono riuscito a coprire i 130 km per Santiago. Qui al primo cimex della città mi fermo per rinfrescarmi e già un tipo mi aveva procurato la casa per la sera ma la mia lei aveva pensato diversamente, voleva raggiungere prima Baracoa e poi tornare a Santiago. Il ragazzo mi informa che l’indomani la strada per Guanabo resterà chiusa dalla mattina per la vuelta, quindi partiamo subito, direzione Guanabo città, una delusione cocente, la natura lì intorno deve essere bellissima ma la città non merita la sosta. Quindi per Baracoa che raggiungiamo all’imbrunire. Dopo quell’interminabile, ripida discesa, che ricorda le nostre montagne arriviamo al primo cupet della città dove puntualmente arriva il tipo che ti trova la casa. Questo era gentile e parlava un italiano dall’accento perfetto. Ci scorta in bici a casa dell’amico che ci propone la cena a casa e siccome ha accennato ad una zuppa di vegetali, taglio corto ed accetto. Mentre mia moglie si ripristina nel bagno, esco con il ragazzo e gli offro un pacchetto di sigarette e una birra per farmi compagnia. Parliamo un pò di tutto e dal malecon mi indica lo stadio dove stanno tutti i ciclisti, si perchè la vuelta parte l’indomani da qui, accidenti…
Il giorno dopo appena fatta una breve ma interessante visita al centro decidiamo di partire prima che la corsa abbia inizio, ma accidenti il polizziotto all’incrocio ci ferma e ci dice che la strada è già chiusa e che basta aspettare un oretta per ripartire, si ma ripartire dietro ai ciclisti e pensare a quella salita micidiale di 30 40 km, e pensare di farla alla velocità dei ciclisti mi viene la pelle d’oca..
Ci fermiamo al piccolo malecon aspettando il passaggio dei ciclisti, che strano vedere tanti ciclisti di colore!! Bene si parte, mi ero attardato un pò, vedo arrivare un’ammiraglia che strombazza e abbaglia coi fari, và a folle velocità tra tutta quella folla per strada, la faccio passare e mi metto dietro alla stessa velocità folle. Oramai faccio parte del giro, dell’organizzazione, l’ultima pegeout del gruppo, quasi tutte le macchine erano uguali alla mia.
Quindi via a salutare tutti i bambini delle scuole che incontravamo, tutti i drappelli di campesinos che aspettavano sulla strada. Certo la velocità non era da crociera, ma la strada era chiusa quindi destra sinistra come volevi, e qualche volta mi fermavo a prendere una birra e dopo 5 minuti ero di nuovo al mio posto, alla fine della carovana. Loro si fermano a Guantanamo per la prima tappa, noi proseguiamo per Santiago. Bella visita alla città, casa un pò sporchina, cena stupenda ed economica in un albergo nel pieno centro. La mattina di buon ora partiamo cercando la strada alternativa per tornare a casa, riprendiamo l’autopista la stessa ma ci assale il dubbio, sarà la direzione giusta… OK torniamo indietro e verifichiamo, così facciamo pure benzina.
Ma che!!?? le strade del centro sono chiuse, c’è un ingorgo pazzesco, tutti bloccati. Azz, la vuelta, fa tappa qui oggi. Troviamo informazioni e benzina e riusciamo ad uscire dalla città molto faticosamente ritrovandoci sulla stessa auostrada, c’è solo quella come ti puoi sbagliare idiota. Ma che… Al punto di controllo qualche macchina ferma, ma che è… Fermano anche noi e poi tutti gli altri.. E noooo… La vuleta stà gia arrivando per l’opposto senso, ma cristo sono 5 corsie per parte divise dall’aiuola a che serve tutta questa srada per una cinquantina di cilisti, ma sai com’è qui, tutto diventa un evento eccezzionale, e quindi fermi insieme a camionisti famigliole e qualche turista..
Penso che un’oretta tra le prime macchine e le ultime sia passata, insieme alle battute dei camionisti rivolte ai ciclisti rimasti indietro, ma si riparte. Sembrava la partenza di una di quelle corse pazze dei film americani, tutti via con la massima accellerazione, lada, moscovick, ford, scevrolet, camion immensi e paurosamente potenti ed io con la mia pegeuottina, indubbiamente il più veloce del gruppo. Li stacco e me ne vò!! La conclusione è che tornati all’Avana, una decina di giorni dopo, camminando sulla rampa della 23, ad un certo punto sento i fischi impazziti della polizia orientale, poi due caballito, due poliziotti in moto con le bandierine che conoscevo…NAAA la vuelta de cuba è arrivata al traguardo. Compro la birra al bar e mi appresto a scolarmela al bordo dello stradone, come diceva il buon Paolo Conte, scalpitando sui miei sandali!!!