La via valeriana
2020 Anno da dimenticare! Prima il Covid, l‘isolamento da tutti i nostri cari, la mamma è caduta e si è “ rotta” per l’ ennesima volta, ho avuto il trasferimento nell’ospedale della mia città ma, a quale prezzo! Ho lasciato quella che è stata la mia famiglia per 32 anni e mi sono ritrovata in un luogo dove il disordine e la disorganizzazione regnano sovrani.
Come sempre, in estate non sono solita prendere ferie, i nostri viaggi solitamente li facciamo in autunno o in inverno con i nostri amici, proprietari di una gelateria, ho dovuto muovere mari e monti per ottenere 4 giorni per rilassare il cervello da tutto lo stress accumulato in questi mesi.
Emilia, mia collega da 32 anni con cui ho condiviso molte passeggiate in montagna e lunghi cammini, ha trovato casualmente su Facebook il sito della Via Valeriana.
Questo cammino è stato tracciato nel 2018 da 2 ragazzi della Valcamonica e percorre in parte una via fatta costruire dal console Valeriano nel 265 d. C parte dalla parte sud del Lago d’ Iseo, percorre per intero la Valcamonica terminando al Passo del Tonale, che mette in comunicazione la Lombardia con il Trentino Alto Adige, per la precisione la Val di Sole .
Il percorso di circa 160 km si suddivide in 8 tappe che noi, per ragioni di tempo, abbiamo accorpato facendole diventare 6. Esiste una credenziale, che a noi è servita a poco perchè non abbiamo quasi mai pernottato nelle strutture consigliate, quindi si può ottenere il testimonium per l’ avvenuto cammino.
Oltre alla traccia GPS che abbiamo scaricato, a noi è stato molto utile l’ averci stampato il percorso, spiegato in modo molto dettagliato, tappa per tappa, con le relative altimetrie.
Il percorso è segnato con frecce gialle e con una v, gialla e marrone per le prime tappe, che poi diventa gialla.
1/07/2020
DEGO- SULZANO
La prima idea, visti i turni miei e di Emilia era di partire attorno alle 6 da Savona, arrivare attorno alle 10 sul lago d’ Iseo e cominciare subito a camminare.
Poi, visto che le mie responsabili non hanno capito nulla della richiesta ferie inoltrata, mi hanno anticipato le ferie di un giorno, quindi, per fare le cose con un po’ più di calma, abbiamo deciso di partire nel pomeriggio del 1 luglio.
Abbiamo preparato gli zaini, che sono particolarmente “poco pesanti” perché stavolta non dobbiamo portarci appresso i sacchi a pelo e gli asciugamani perché alloggeremo sempre in hotel e B&B , abbiamo atteso che Emilia si svegliasse dopo aver fatto la notte e che poi passassero a prenderci a Dego. Verso le 15 sono arrivati e partiamo sotto una lieve pioggerellina, che ci accompagna fin quasi a destinazione. Onde evitare le code interminabili che nelle ultime settimane si formano in prossimità di Masone, abbiamo preso l’ autostrada ad Alessandria dopo aver percorso la statale che si snoda attraverso le vigne del Monferrato e tra campi gialli di girasoli a perdita d’ occhio.
A Brescia lasciamo l’ autostrada e svoltiamo verso nord in direzione lago d’ Iseo. La nostra prima notte la trascorriamo a Sulzano il paese dopo Pilzone, inizio del nostro cammino.
Abbiamo preso in affitto un bilocale adiacente all’ hotel “Rivalago “ un 4 stelle che si affaccia sul lago. Nel varcare l’ ingresso così elegante con gli zaini sulle spalle e vestiti sportivi ci siamo sentiti un po’ fuori posto.
Il nostro appartamento è nuovissimo, arredato con gusto, con tutti i confort, è quasi un peccato fermarsi una notte sola !
Dopo un breve giro dove eleganti ville con giardini fioriti si spingono nel lago siamo andati ad Iseo dove arriverà il treno al nostro ritorno per poter capire dove è la stazione e dove si può parcheggiare l’ auto senza il pericolo di multe o rimozioni.
Abbiamo passeggiato sul lungo lago, al tramonto; il sole a quest’ ora dipinge le acque del lago di arancione; abbiamo cercato un posto per cenare ma, la maggior parte dei locali che si affacciano sul lago è piena, ci siamo sposati verso l’ interno del paese, abbiamo cenato alla trattoria del Volto ma è stata una delusione : i casoncelli erano buoni ma non più che 5 per piatto, il vino decisamente troppo caldo e il manzo all’ olio di Rovato riscaldato.
Rientrati a Sulzano abbiamo fatto 4 passi per il centro, dove sono esposte le foto del “Ponte di Cristo” , ovvero della piattaforma galleggiante che per più di un mese nel 2018 collegò Sulzano a Montisola, l’ isola che si trova al centro del lago e che è la più grande isola lacustre d’ Europa.
2/07/2020
PILZONE – PISSOGNE (34 KM)
Sveglia alle 6.30, veloci come fulmini siamo saltati nei nostri abiti, abbiamo infilato lo zaino e siamo partiti sotto un cielo color del piombo che in men che non si dica ha cominciato a gocciolare.
L’ idea di ieri era di arrivare ad Iseo in auto, percorrere i 2 km che lo separano da Pilzone, e qui imboccare finalmente il tracciato della Via Valeriana ma, stamane visto il tempo, abbiamo deciso di partire da Pilzone. Abbiamo parcheggiato in prossimità del cimitero e abbiamo fatto colazione in uno squallido bar da camionisti, quindi sotto la pioggia abbiamo inforcato la strada di fronte alla chiesa che ben presto ci porta a mezza costa lungo il perimetro del lago .
Dopo circa mezz’ ora le nuvole si sono dileguate ed hanno lasciato il posto ad un cielo terso . Attraversiamo uliveti, boschetti, prati in fiore, borgate con ville strepitose , quasi tutte con la piscina, mantenendo sempre alla nostra sinistra un panorama mozzafiato sul lago d’ Iseo e su Montisola con i suoi 5 paesini e il via vai dei traghetti che portano gli isolani sulla terra ferma.
Da subito ci siamo accorti di come sia ben segnalato il percorso e, soprattutto quanto sia dettagliato il programma di viaggio che abbiamo trovato sul sito e che ci siamo stampati e portati appresso.
In tarda mattinata siamo arrivati a Pregasso ed abbiamo fatto una deviazione per raggiungere la chiesa di San Pietro posta su una collinetta e, per raggiungerla abbiamo seguito le cappelle della Via Crucis lungo una ripidissima scalinata. La chiesa non è aperta ma da qui si gode un panorama sul lago davvero bellissimo.
Qui lasciamo la strada che costeggia il lago e proseguiamo verso l’ interno, si comincia a salire, passiamo per ripidi sentieri nel bosco, che tagliano i tornanti della strada asfaltata che porta a Zone.
Il sole si è fatto cocente, apprezziamo i tratti nel bosco all’ ombra, malgrado la salita ripida. Da qui si possono vedere da lontano le celebri “Piramidi di Zone” una serie di colonne moreniche con una pietra sulla cima, formatosi per l’ erosione del vento. Raggiunta Zone percorriamo un tratto lungo l’ asfalto e poi fatta ormai l’ una prendiamo la strada sterrata che porta su al Passo della Croce di Zone.
La strada sale in picchiata il sole e il calore sono insopportabili, siamo stanchi morti ! Giò si è anche sentito male per la fatica ed il caldo, tanto che abbiamo dovuto fare una pausa su una panchina all’ ombra per farlo riprendere.
In questo tratto di strada pare ci siano le impronte di dinosauri, c’ è una sagoma di dinosauro lungo una parete rocciosa ma, vuoi per la stanchezza e il caldo non abbiamo visto orma alcune e, soprattutto non ci siamo affannati a cercarla !
Arrivati finalmente sul passo, abbiamo pranzato seduti all’ ombra con le zucchine ripiene portate da casa e, dopo aver riposato una buona mezz’ ora abbiamo preso la strada in discesa che ci riporterà a sulle rive del lago, a Pissogne, ultimo paese prima di imboccare la Valcamonica. Il sentiero tutto nel bosco è ripido, franoso, fatto di sassi che rotolano ed è molto facile scivolare; per fortuna questa volta mi sono premunita di 2 bastoncini!
Anche questa ultima parte di strada è stata faticosissima, le ginocchia, le punte dei piedi, i quadricipiti sono messi a dura prova dall’ incessante discesa, abbiamo fatto 600 m di dislivello in 4km !
Raggiungiamo l’ hotel Total, che si trova all’ estremità nord del paese che sono quasi le 5, l’ hotel è un disastro assoluto, una hall tutta ingombra di paccottiglia polverosa, un gestore decisamente poco ordinato, anche le stanze sembrano quelle di un albergo ad ore; una “chiccheria” è un box doccia con idromassaggio ma peccato spruzzi acqua ovunque !
A Pissogne si trova la chiesa di S.Maria della Neve, detta anche la Cappella Sistina della Valcamonica per gli affreschi del Romanino. La chiesa chiude alle 18, quindi abbiamo solo posato gli zaini e siamo andati a visitarla prima che chiudesse.
Gli affreschi sono veramente belli, i personaggi hanno un’ espressività accentuata ed hanno la genuinità del popolo contadino.
Siamo poi tornati a fare la meritata doccia in hotel quindi, dopo un po’ di relax siamo andati in cerca di un’ osteria dove si potesse mangiare cucina tipica. Ci hanno consigliato l’osteria “San Clemente”, ma anche qui non abbiamo trovato ciò che cercavamo. Il vino era buono, ma i casoncelli erano peggiori di quelli di ieri, poi la trippa, il bollito discreti, ma sono piatti tipici del luogo?
Abbiamo finito la serata sul lago gustandoci un gelato mentre il cielo era illuminato dai lampi.
In fretta siamo rincasati, e dopo pochi minuti che eravamo a letto è venuto giù il diluvio, con un vento tanto forte da sembrare una tromba d’ aria !
3/07/2020
PISSOGNE- L’ANNUNCIATA (28 km)
Stamattina il sole splende dopo il violento temporale di ieri sera, colazione veloce al primo bar trovato aperto sulla nostra strada, quindi abbiamo ripreso la Via Valeriana nei pressi della chiesa di S. Maria della Neve. Percorriamo vie poco frequentate, oltrepassiamo una zona industriale, proseguiamo per la strada che porta a Montecampione, attraversando borghi e paesini, camminando spesso in boschi di castagni.
A Gianico visitiamo la chiesa parrocchiale in stile neoclassico; verso mezzogiorno, attraversiamo il bel ponte medioevale ad arco sul fiume Oglio ed arriviamo a Boario Terme, dove avrebbe dovuto terminare la tappa odierna, ma noi, per ragioni di tempo proseguiremo fino al Convento dell’ Annunciata.
Abbiamo fatto una tappa per comprare qualcosa da mettere sotto i denti ed abbiamo bevuto una birra fresca.
La strada è in semipiano fino ad Erbanno, piacevole se non fosse sotto il sole di mezzogiorno, quindi imbocchiamo un largo sentiero nel bosco ma in forte salita fino alla cappella della Madonna Nera.
Oggi, le previsioni meteo davano pioggia per tutto il giorno, quindi arrivati al termine dell’ardua salita, dove avevamo preventivato di fermarci per il pranzo, abbiamo proseguito perché il sole dardeggiante di pochi minuti prima è stato oscurato da una spessa coltre di nuvoloni grigi .
Abbiamo proseguito di buon passo per evitare di prendere la pioggia e poco dopo le 2 abbiamo raggiunto l’ agriturismo “La Sognata” che si trova proprio sul tracciato della Via Valeriana.
L’ agriturismo è una casa antica costruita proprio sul fianco roccioso della montagna, al piano inferiore si trova la hall e la sala ristorante, mentre al piano superiore ci sono 4 mini appartamenti con angolo cottura, divano letto, camino e camera da letto soppalcata; avrebbe anche potuto essere carino ma la stanza non era più stata arieggiata, probabilmente dall’estate scorsa, quindi c’ era un puzzo di muffa incredibile, abbiamo dovuto lasciare tutto spalancato per ore malgrado facesse tutt’altro che caldo. La doccia a pavimento ha allagato quasi la cucina, non c’ era bagnoschiuma e gli asciugamani erano tutti raffazzonati. La struttura dovrebbe anche essere fornita di piscina e centro benessere ma, oggi, sono in manutenzione.
Inoltre, la signora Daniela ha finto di dimenticarsi l’anticipo già prelevato dal numero di carta e poi voleva farci pagare altri 20 € per la pulizia, cosa che non aveva specificato all’ atto della prenotazione.
Posati gli zaini ci siamo seduti al sole che andava e veniva nel piccolo giardino a mangiare il pezzo di pizza acquistato a Boario. Abbiamo fatto la doccia, quindi abbiamo deciso di andare a visitare il convento dell’ Annunciata .
La strada ufficiale è un sentiero nel bosco che porta dritto al convento, ma noi, ricchi di tempo e soprattutto non avendo più voglia di indossare gli scarponi abbiamo deciso di raggiungerlo percorrendo la stretta e tortuosa strada asfaltata, malgrado la si allungasse di un paio di chilometri.
A metà strada (incoscienti per non aver portato con noi le mantelle!) è cominciato a piovere, prima piano e poi via via sempre più forte. Ci siamo rifugiati in chiesa dove però si stava recitando il rosario e poi a seguire la S. Messa che abbiamo ascoltato quasi per intero, poi, bagnati, infreddoliti, e la pioggia che non accennava a placarsi siamo tornati all’ agriturismo senza poter vedere gli splendidi affreschi del XV secolo di Pietro da Cemmo.
Tornati in stanza il tempo che ci separava dalla cena non passava mai… Gio’ è tornato al ristorante “Miravalle” ed ha acquistato 4 Crodino e una busta di patatine per aperitivo.
Abbiamo cenato in un salone kitch, rimasto tale e quale dagli anni 70 riscaldato dalle fiamme di un caminetto acceso. La cena, seppur abbondantissima, non era di qualità : antipasto di salumi e sott’aceti, primi veramente discutibili (risotto melone e speck e tagliolini al limone), faraona in agrodolce, poco agro e tanto dolce, il coniglio arrosto buono. Ci siamo attardati a parlare con la sig. Daniela e della sua storia da ristoratrice, di come da Milano è finita in questo angolo sperduto della Valcamonica.
Alle 21.30, mentre il cielo cominciava a scurire e la luna piena si faceva largo tra le nuvole, ci siamo ritirati in stanza, fuori faceva davvero freddo !
4/07/2020
L’ ANNUNCIATA – CAPO DI PONTE (33 Km)
Anche stamane il cielo è grigio; dopo colazione siamo andati a vedere l’ allevamento di animali dell’ agriturismo, quindi abbiamo percorso la strada asfaltata percorsa ieri senza più passare dal convento. Già ieri avevamo visto le indicazioni per la Via Valeriana poco dopo il ristorante Miravalle, quindi, senza neppure soffermarci a rileggere le indicazioni di viaggio ci siamo avventurati giù per un ripido sentiero nel bosco, malgrado la segnaletica fosse davvero scarsa. Arrivati al fiume il sentiero diventa fangoso, irto di erbacce e rovi con una pendenza da stambecchi. Abbiamo arrancato per più di un’ ora su per questo ripidissimo sentiero, sudati marci per l’ umidità e la fatica fino, finalmente a giungere il sagrato della chiesa di Ossimo Inferiore, dove a pochi metri, si trova anche un cimitero napoleonico.
Giunti in paese siamo andati a prendere un caffè e, gli avventori vedendoci così stremati ci hanno chiesto da dove venivamo , quando abbiamo spiegato loro dove eravamo passati ci hanno preso per matti: quel sentiero lì è inutilizzato da anni, infatti la strada corretta per raggiungere Ossimo erano un paio di chilometri lungo la strada asfaltata! Rileggendo gli appunti che avevamo stampato ci siamo accorti che dovevamo proseguire alla sinistra del convento non alla destra come abbiamo fatto ! Ieri, sotto la pioggia siamo stati tratti in inganno da una segnaletica che non era quella ufficiale del trekking !
Abbiamo preso un caffè e, soprattutto fiato ed abbiamo proseguito, con un dolce saliscendi nel bosco; abbiamo costeggiato il laghetto del Cerreto che è poco più che una pozza, quindi sempre lungo una strada bianca attraversiamo borgate, costeggiamo ville con giardini curatissimi con fiori e cespugli enormi di ortensie, lavanda profumatissima, gelsomini, magnolie.
Raggiungiamo il paese di Ceveno, incontriamo il sindaco alla guida di un trattore, e si è interessato al nostro cammino, essendo uno dei fautori. Gli abbiamo chiesto le indicazioni per un bar perché dovevamo ancora pranzare, il bar c’ era ma l’ unica cosa che avevano di commestibile erano patatine ! Neppure un tozzo di pane da accompagnare al salamino che avevamo preso dal tagliere ieri sera.
Il pranzo odierno è stato così salame, patatine, birra tiepida e un gelato !
La strada prosegue tra i boschi fino a raggiungere Ono S.Pietro, termine della tappa odierna, ma noi proseguiamo in discesa, lungo la ciclabile del Tonale, per altri 2 km, fino a Capo di Ponte.
Costeggiamo le vigne della cantina “Concarena”, visitata 2 anni fa, ma non ci siamo fermati perché non avremmo più avuto il tempo per andare a visitare il Parco di Naquane.
Il nostro B&B , il B&B S. Rocco, si trova all’ estremo nord del paese, cioè altri 3 km, ed una bella villetta con giardino, le camere sono spaziose, pulite, confortevoli. La signora Luisella ci ha accolti con cortesia e gentilezza, ci ha offerto succo di frutta fresco e una fetta di crostata, quindi abbiamo fatto una doccia rigenerante e ci siamo avviati verso il parco di Naquane.
I 5 minuti di distanza, si sono trasformati in mezz’ ora (chi non è abituato a camminare e si sposta solo in auto non si rende conto di quanto tempo occorra a coprire anche una distanza minima!)
Capo di Ponte è stato il primo sito patrimonio dell’ UNESCO italiano con tutti i suoi parchi archeologici. Il Parco di Naquane si trova in una pineta con i prati tagliati all’ inglese e qui si trovano i più grandi massi scolpiti ed incisi del Neolitico, cioè 5000 anni fa. Molte sono le immagini antropomorfe, di animali, di carri e di case da cui si può desumere la vita dei nostri antenati.
Siamo rimasti all’ interno del parco fino all’ ora di chiusura, quindi ci siamo appropinquati al ristorante per la cena. La signora Luisella ci ha consigliato un ristorante, a detta sua 10 minuti dal centro, quando abbiamo scaricato la traccia ci siamo accorti che 10 minuti erano in auto, perché dal centro distava 4 km, cioè un’ ora di cammino !
Oggi abbiamo già fatto più di 30 km, ci siamo così accontentati di una pizza al Graffiti Park Hotel”che si trova all’ imbocco del paese.
5/07/2020
CAPO DI PONTE – EDOLO (32 km)
Ieri abbiamo fatto una deviazione dal percorso tradizionale della Via Valeriana , quindi le alternative erano 2: o percorrere a ritroso in salita la ciclabile del Tonale fino a Ono S. Pietro o andarla ad agganciare più avanti, oltre quindi, Capo di Ponte.
Stamattina la colazione è stata ricca ed abbonante , quindi incerti ci siamo spinti al di à del fiume fino alla chiesa di San Siro e , quindi abbiamo raggiunto Pescarzo attraversando il parco di Seradina –Bedolina . La biglietteria apre solo alle 10 ma il parco è aperto , cosi, ci addentriamo tra i sentieri cosparsi di pietre con un buon numero di graffiti, che, però , per ragioni di tempo non ci soffermiamo a lungo ad ammirare . Dal parco di Seradina, un irto sentiero ci porta fino al parco di Bedolina, dove abbiamo visto l’ incisione della celeberrima rosa camuna, oggi diventata simbolo della regione Lombardia. . Lasciato il parco abbiamo percorso un paio di chilometri in salita per la statale fino a Pescarzo che è un ameno paesino dalle vie strette e tortuose con le case in pietra e finestre e balconi splendidamente decorati con fioriture superbe di gerani.
Da qui il percorso è tutto un saliscendi, tra pascoli e boschi di castagni fino a raggiungere Malonno, ovvero la fine della tappa odierna . Noi, qui , però, ci siamo fermati solo per uno spuntino, in una pizzeria d’ asporto che, però ci ha preparato una più fresca caprese.
Uscendo dal paese ci siamo però imbattuti in un’ altro bar, forse più fornito del precedente e, soprattutto, la proprietaria ci ha apposto il timbro sulla credenziale, il primo di tutto il cammino !
Oltre Malonno la strada inizia a salire, il sentiero diventa impegnativo, in alcuni punti bisogna reggersi ad una catena, fino ad arrivare in cima ad un monte dove si trova la chiesa di San Pietro, che è un po’ discosta dal percorso così, nessuno ha avuto voglia di allungare il percorso di qualche centinaio di metri per vedere una chiesa, sicuramente chiusa.
Il sentiero in discesa che ci porta ad Edolo è spesso nascosto tra rigogliose felci e giunti in paese, decisamente in anticipo sulla tabella di marcia, ci siamo concessi un gelato e poi siamo andati in cerca del B&B dove avevamo prenotato. Il B&B “Amaranta” si trova ¾ Km dal centro del paese e noi, erroneamente , pensavamo si trovasse sul nostro cammino, invece si trova dalla parte opposta del paese da cui siamo venuti, quindi, con ormai quasi 30 km sulle gambe, abbiamo percorso sul ciglio della strada statale tutta curve e trafficata di auto e moto il tragitto che ci separava del B&B. Anche stasera siamo giunti a fine tappa a pezzi !
Villa Amaranta è una graziosa casetta, con rifiniture in legno, una stanza padronale con un letto in legno dalla pesante testiera e di fianco una piccola cameretta con i muri dipinti con immagini di elfi nel bosco e con un bel bagno ma in comune.
Il proprietario, vedendoci arrivare a piedi si è sorpreso: aveva capito fossimo motociclisti !
Vedendoci però in mezzo al nulla gli abbiamo chiesto dove avremmo potuto andare a cenare, lì vicino c’è un’ osteria che, però , è chiusa, quindi, gentilmente si è offerto di portarci in paese a cena ed ha fatto anche un bel numero di telefonate per trovarci un posto, ma la maggior parte dei locali è chiusa, malgrado sia luglio e domenica sera !
Alla fine siamo andati a cena in una pizzeria sulla piazza ed abbiamo fatto l’ errore di prendere i casoncelli, i peggiori mangiati fin’ ora, insipidi e completamente crudi .
Alle 21.30 il Sig. Franco è tornato a prenderci per riportarci alle nostre stanze.
6/07/2020
EDOLO – PONTE DI LEGNO ( 24, 5 km)
Ottima la colazione con le brioches fresche di pasticceria, poi il Sig, Franco ci ha riportato al centro del paese, qui abbiamo comprato pane, salumi e vino per il pranzo.
La tappa odierna si snoda quasi tutta sull’ asfalto seguendo il percorso della ciclovia del Tonale, passando tra boschi e prati e pinete.
Attraversiamo Incudine dove rimaniamo fregati dall’insegna di un bar dove avremmo voluto prendere un caffè, ma purtroppo era chiuso.
Poco dopo l’ abitato ci imbattiamo in un curioso cancello che diceva “benvenuti in Europa”, mentre sul retro c’ era scritto “benvenuti in Africa” infatti pare che in questo punto ci sia l’ incontro della tettonica africana con quella europea!
Arriviamo nei pressi dell’ Adamello Adventurs Park che oltre ad attrazioni fatte da ponti tibetani e funi e carrucole che collegano un albero all’ altro, ha una splendida area pic nic di fianco al fiume, dove ci siamo sedute a prendere un caffè. Abbiamo camminato ancora un paio d’ ore, l’ ultimo tratto è sotto il sole cocente del mezzogiorno in una zona industriale, al termine della quale c’ è un bel giardino attrezzato con tavoli sulla riva del fiume. Abbiamo messo la bottiglia al fresco nelle acque gelide che scendono giù dalle montagne, le cui cime sono ancora innevate e anche i piedi liberati dagli scarponi .
Siccome avremmo dovuto trovarci a soli 5 km da Ponte di Legno, ci siamo soffermati un po’ di più in quel piccolo angolo di paradiso ! abbiamo sonnecchiato un po’ poi abbiamo ripreso la strada che quasi subito attraversa una rigogliosa pineta ma, anche oggi, abbiamo allungato di almeno 3 km la tappa perché impostando il navigatore sembrava che percorrendo quella strada ci allontanassimo anzichè avvicinarci al nostro hotel, quindi, dopo aver percorso un bel pezzo della strada sterrata tra i pini, siamo tornati indietro per più di un chilometro, fino a che, chiedendo ad un passante ci ha detto che la prima strada era quella giusta.
La via Valeriana passa proprio dietro il nostro hotel, il”Garnì Pagrì” un 4 stelle, decisamente di lusso, con una hall con una varietà di bottiglie di vino e champagne incredibili; le stanze sono arredate seconda le usanze di montagna, rivestite in legno. La nostra stanza ha un letto matrimoniale e 2 letti singoli su di un soppalco ed un bel terrazzo.
Abbiamo fatto la doccia e ci siamo incamminati per il paese che è un grazioso centro di villeggiatura, oggi piacevolmente affollato di turisti che passeggiano e sono seduti a leggere sulle numerose panchine sparse per il paese.
La nostra prima meta è l’ ufficio turistico a cui abbiamo chiesto indicazioni sui mezzi da usare domani per il rientro , quindi abbiamo passeggiato per le strade ricche di eleganti negozi, case in stile alpino e un fiume dalle acque turbolente che taglia in 2 l’ abitato, mente collega le 2 rive un ponte in legno ricoperto di gerani rossi.
Stasera abbiamo tutto il tempo che ci occorre, ci siamo fermati in bar per un aperitivo, un ottimo bicchiere di Franciacorta ! mentre eravamo seduti al tavolo è venuto un acquazzone che ci ha costretti al bar più a lungo del previsto nell’attesa che spiovesse.
A questo punto di nuovo la difficile scelta del ristorante per la cena:la maggior parte di quelli consigliati da trip advisor sono troppo distanti per le nostre stanche estremità, abbiamo chiesto ad alcuni, abbiamo alla fine scelto l’ osteria alla “Buona” ma il cibo era mediocre così come il vino.
Passeggiata fino all’ hotel, ha smesso di piovere ma , confronto ai giorni scorsi, fa freddissimo! Abbiamo ancora fatto 4 passi per vedere dove dovremo riprendere il cammino domattina, quindi ci siamo rintanati al calduccio della nostra stanza e qui, abbiamo appreso la notizia della morte di Morricone. Trasmettevano in Tv “C’ era una volta in America” ma abbiamo spento quasi subito perché domattina chi ci tirerà giù dal letto, se lo guardiamo per l’ intera durata di 4 ore?
7/07/2020
PONTE DI LEGNO –PASSO DEL TONALE
Sveglia alle 7, scesi in salone al piano terra dove un’ arcigna metre controllava severa che tutti indossassero la mascherina e che non toccassero il cibo con le mani. Il buffet era ricchissimo con ogni ben di Dio sia dolce che salato, abbiamo mangiato a sazietà e poi ci siamo incamminati su per la strada che passa dietro l’ hotel e per un paio di chilometri costeggia il fiume e attraversa prati con erba appena tagliati e pinete dagli alberi altissimi, quindi si comincia a salire, la strada da asfaltata diventa bianca mentre incombono le montagne ancora ricoperte di neve . La giornata è bellissima, il cielo terso, di un azzurro quasi blu , l’ aria è frizzante ma ci scaldiamo ben presto quando imbocchiamo un sentiero in ripida salita, quello che in inverno è una pista da sci.
Dopo più di un’ ora di questa salita rompigambe si arriva ad un pianoro in cui è posta una stazione della seggiovia, attraversiamo praterie con mandrie al pascolo e qua e là qualche malga; i prati sono ancora punteggiati da mille fiori colorati.
In meno di 2 ore siamo arrivati alla nostra meta finale: il passo del Tonale a 1800 m. Ci concediamo un caffè in un bar a pochi metri dalla partenza della seggiovia, seduti fuori ,accarezzati dal sole.
Abbiamo quindi preso la seggiovia Paradiso- Presenda che ci ha portato sul ghiacciaio a 3000 m. Il panorama da lassù è superbo su tutto l’ arco alpino, che spazia dalla Valtellina alla Val di Sole; abbiamo scattato una miriade di foto poi abbiamo ripreso la seggiovia per scendere, che abbiamo abbandonato alla stazione di Persenda per poi proseguire a piedi fino alla stazione suggestiva, costeggiando laghetti glaciali color acqua marina e montagne ancora coperte di neve. In prossimità della stazione di Paradiso c’ è un sacrario alpino in ricordo dei morti in trincea durante il primo conflitto mondiale.
Per tornare a Ponte di Legno abbiamo preso un’ altra cabinovia che si trova però abbastanza lontana da quella per il ghiacciaio e per raggiungerla abbiamo dovuto affrontare l’ ennesima ardua salita.
In 20 minuti arriviamo a Ponte di Legno, ci procuriamo un panino ed una birra per il pranzo e poco dopo prendiamo l’ autobus fino ad Edolo. L’ autobus ci lascia proprio dinnanzi alla stazione e, il treno ci porta fino a Sulzano.
Raggiungiamo Pilzone, dove avevamo lasciato l’ auto, a piedi, percorrendo il ciglio della strada , poi via verso casa, un viaggio lungo quasi 4 ore, anche perché ad Alessandria abbiamo sbagliato l’ uscita.
Abbiamo ancora cenato insieme a Frassoneta, come giusto epilogo di questa bella avventura!
CONCLUSIONI
Una bellissima esperienza! Luoghi bellissimi, sentieri segnati molto bene, utilissimo il cartaceo con le indicazioni di tutto il percorso. Malgrado non sia il primo trekking fatto insieme ci è capitato spessissimo di sbagliare strada, spesso allungando di non poco il percorso o dovendo percorrere strade nel traffico non in sicurezza, qui non è praticamente mai successo!
Come già detto siamo buoni camminatori ma spesso abbiamo faticato a percorrere alcuni tratti, è un vero e proprio percorso di montagna, da non sottovalutare.
Complimenti ad Andrea e Antonio per averlo tracciato!