La via dei santi in Umbria

Ciao a tutti! Eravamo a Viserba, io, Giovanna, mia moglie e Martina, mia figlia di 12 anni. Dopo quattro giorni trascorsi con mia madre, abbiamo deciso di cambiare aria e paesaggi per intraprendere un cammino più culturale e “spirituale”. Partenza martedì 22 luglio. La prima tappa è stata S. Marino, Martina non c’era mai stata per...
Scritto da: tialbri
la via dei santi in umbria
Partenza il: 22/07/2008
Ritorno il: 25/07/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Ciao a tutti! Eravamo a Viserba, io, Giovanna, mia moglie e Martina, mia figlia di 12 anni. Dopo quattro giorni trascorsi con mia madre, abbiamo deciso di cambiare aria e paesaggi per intraprendere un cammino più culturale e “spirituale”.

Partenza martedì 22 luglio. La prima tappa è stata S. Marino, Martina non c’era mai stata per cui abbiamo pensato di cominciare con questa località “santa”. Con l’auto siamo arrivati ai piedi della funivia (parcheggi a pagamento 1 € all’ora), che abbiamo preso e che ci ha portato fino al cuore della cittadina (€ 13,50 x 3 adulti – non pagano i bambini al di sotto dei 120 cm). Come sempre, molti turisti e tanto mercato, probabilmente poco conveniente (informarsi dei prezzi a casa vostra prima di comperare pensando di fare veri affari). Il giro delle torri che svettano sul Monte Titano (€ 3,00 a persona con la possibilità del biglietto cumulativo per tutte le torri) è la cosa più interessante, soprattutto per gli scorci a valle che offre e per ammirare la perizia dei costruttori di quel tempo. Il consiglio è di abbandonare la zona centrale, dopo una breve sosta nella piazza della Libertà (dove ha sede l’Uff. Turistico) e la foto con il Palazzo pubblico, e visitare tutte le tre torri: la Torre Guaita, la Torre Cesta e la torre Montale con una sosta prolungata, perché nel primo mattino c’è poca gente e l’altezza e la vegetazione assicurano una buona frescura e molta serenità. Attenzione: chi vuole fare acquisti è meglio che li faccia a valle e non in vetta dove i costi lievitano un po’! Se poi vi viene fame, consigliamo la pizza al taglio in Salita alla Rocca, vicino al Museo delle curiosità, che è molto buona.

Partiti da S. Marino siamo arrivati a San Leo, dopo un breve percorso da farsi, comunque, lentamente per il paesaggio che offre.

Il suo fascino si vede già da lontano, con la fortezza posta su un masso slanciato sulla valle del Marecchia.

Il paese è piccolo, molto silenzioso e grazioso nel suo breve sviluppo, con vedute affascinanti sulla valle. La visita si snoda tra la cattedrale e la Pieve di San Leone, il Palazzo Mediceo (sede dell’Uff. Turistico) e la fortezza dei Montefeltro, carcere duro sotto lo Stato Pontificio, nel qual periodo fu rinchiuso Cagliostro. Vale il costo molto alto del biglietto (8 € per gli adulti). Consigliamo poi una breve sosta nella piazza centrale e una visita alla bottega di Giorgio Moretti inVia Montefeltro, 3, per ammirare le sue sculture originali in ferro. Lasciato il paese, abbiamo visitato brevemente la Pieve di Sant’Igne (a due chilometri dal paese) e possiamo dire che merita veramente.

La strada per Urbino si snoda tra sali-scendi armoniosi e colorati del giallo dei girasoli fioriti. Siamo arrivati alla città da Via Buozzi, dove c’è, vicino alla Porta S.Lucia, un parcheggio a pagamento; se arrivate alla mattina presto o alla sera, potete sfruttare i posti di parcheggio gratuito che si trovano all’altro capo della via (sotto il Parco della Resistenza), comodi e facilmente raggiungibili dal centro. Primo consiglio: se volete servirvi dell’Uff. Turistico (uno di fronte alla Cattedrale e uno in Borgo Mercatale), arrivate presto perché chiude alle 18.00 (in Italia succede anche questo!!); noi siamo arrivati alle 18.15 e quindi abbiamo dovuto arrangiarci per la sistemazione della notte, che abbiamo trovato all’Hotel Raffaelo, Via Santa Margherita, 38 (si prende dalla chiesa di San Francesco) al costo di 120 € per una camera da tre con prima colazione a buffet (l’hotel è restaurato da poco).

La sera giretto nel centro e ottima cena alla “Trattoria del Leone” in Via Cesare Battisti, 5. La mattina dopo, mercoledì 23 luglio, abbiamo visitato la Urbino classica: la Cattedrale e l’oratorio della Grotta (3 € adulti e non pagano i bambini), il Palazzo ducale che merita, nonostante il costo di 8 € del biglietto, la chiesa di San Francesco e l’orto botanico (gratuito e buono per un po’ di frescura). Piacevole è la camminata libera nelle viuzze del centro storico, dove si hanno scorci interessanti del paese. A mezzogiorno consigliamo di comperare pane e affettati e formaggio locali e salire, attraverso Via S. Margherita e Via dei Maceri, al Parco della resistenza, dove potete fare il pic-nic sull’erba (qualcuno prende il sole in costume) e godervi il favoloso spettacolo che vi si presenta davanti dei principali monumenti di Urbino e dei tetti del centro (luogo ideale per una foto da sballo!). Alle 12,30 siamo partiti e fatti pochi metri ci siamo accorti che avevamo forato. Questo ci ha attardato di 1 ora e mezza per aspettare l’apertura del gommista, situato vicino all’ospedale (qualora servisse …).

A Gubbio ci siamo arrivati alle ore 17.00, passando da Fermignano, Acqualagna e imboccando la superstrada fino a Scheggia. In alternativa si può fare la vecchia Via Flaminia con la Gola del Furlo, prendendola da Fossombrone (più lunga e lenta ma molto interessante per la sua storia e per il paesaggio).

Arrivando, si ha un visione d’insieme completa del centro storico. Parcheggiata l’auto nel parcheggio gratuito all’inizio di Viale Teatro Romano, siamo entrati dalla Porta degli Ortacci e siamo saliti al centro storico, fino al Palazzo del Consoli in Piazza grande e poi al Palazzo Ducale e al Duomo, utilizzando i due ascensori disponibili. Inutile dirsi che è tutto molto scenografico e affascinante, soprattutto dalla Piazza Grande e dal giardino del Palazzo Ducale, dove si può sedersi e riposarsi, magari bevendo qualcosa al chioschetto aperto nei giardini (che vista!!). Per chi volesse, c’è anche la possibilità di fare un piccolo spuntino.

Siamo ritornati, poi, verso la parte bassa, lasciandoci portare nel dedalo delle viuzze silenziose, ed è stato così che ad un certo punto ci siamo trovati davanti ad un cancello aperto su di un grazioso giardino ed una scritta sopra lo stipite di “Affittasi Camere”. La curiosità di vedere da vicino un simile paradiso, ci ha indotto ad entrare. Dopo poco è apparsa una giovane ragazza, Federica, che con molta disponibilità ci ha informato sul B&B che gestisce (Residenza di Via Piccardi di Via Piccardi, 12): quella è diventata la nostra dimora per due giorni, al costo di 65 € a notte per la stanza, confortevole e graziosa, più la prima colazione, abbondante, che abbiamo sempre consumato nel giardino, baciati dal primo sole del mattino e con ben visibile il Palazzo dei Consoli. Una volta sistemati, siamo usciti di nuovo in cerca di un ristorante per cenare; non siamo stati fortunati, siamo andati al ristorante La Cantina (una traversa di Via della Repubblica, all’altezza di Piazza San Giovanni) per mangiare specialità eugubine, ma abbiamo pagato molto per mangiare discretamente male ed il servizio, inoltre, lasciava a desiderare. Il dopo cena è consistito in una passeggiata fino alla Piazza Grande da dove abbiamo ammirato la coda del tramonto che ancora schiarivano l’orizzonte di riflessi multicolori.

Il giorno dopo, giovedì 24 luglio, alle ore 9,45, partenza per Assisi, dove siamo arrivati alle ore 10,45; parcheggiato alla porta Mojano (a pagamento, dopo 7 ore 10 €), siamo saliti al centro storico fino alla Piazza del Comune, dove si può fare una prima sosta e visitare il Tempio di Minerva. Da lì abbiamo raggiunto la Basilica di San Francesco per Via Portica, Via Fortini e Via San Francesco (qui fermarsi per vedere l’Oratorio dei Pellegrini). L’arrivo di fronte alla Basilica è sempre emozionante, da mancare il fiato di fronte a tanta eleganza architettonica, la prima foto con alle spalle il prato verde e la facciata è d’obbligo! La sola visita di tutto il visitabile richiede una buona ora, poi c’è il tempo necessario per la meditazione, per il riposo e l’ammirazione di tanta bellezza, tempo che è naturalmente molto soggettivo. Dopo una breve passeggiata all’esterno della basilica, con visita del giardino laterale in cui si trova la Campana di Pace, il Sacro convento, la piazza inferiore e le ultime foto abbiamo formulato il piano di visita del resto della cittadina: risalita del centro per via Metastasio, via Aluigi, deviazione e visita di S. Stefano (una delle più antiche della città), Via S. Paolo e arrivo in Piazza del Comune con sosta per spuntino. Prosecuzione per Via S. Rufino, sosta e visita della omonima Cattedrale, Via Dono Doni, Salita degli orti (a metà c’è un originale presepio privato permanente) e arrivo in piazza Santa Chiara; visita della Basilica (al suo interno c’è il crocefisso originale che parlò a S. Francesco nella chiesa di S. Damiano) e sosta per godersi il panorama che è notevole. Prosecuzione per Via Santa Chiara, Corso Mazzini, sosta dietro Chiesa nuova per vedere l’oratorio di S. Francesco Piccolino, poi, proseguendo, S. Antonio, S. Maria Maggiore e Via Porta Mojano fino al parcheggio per riprendere l’auto. Non è ancora finita! Ci dirigiamo a valle (circa 4 Km) per visitare la Basilica di S. Maria degli Angeli, che contiene la Porziuncola e la Cappella del Transito (attenzione perché in orario di funzioni, verso le 17.30-18, l’accesso a questi due luoghi non è consentito).

Alle ore 18.15 partiamo per fare ritorno a Gubbio, un po’ stanchi ma appagati nello spirito e nell’anima di tanta bellezza. Certo, una giornata ad Assisi non è sufficiente, se pensiamo che abbiamo tralasciato di vedere la Rocca Maggiore, l’Eremo delle carceri e San Damiano; due o tre giorni permetterebbero di godersi la cittadina con tempi più distesi e rilassati, di rivedere alcuni luoghi con più calma e meno frenesia, ma, comunque, portiamo con noi tracce del suo fascino e della sua memoria e un po’ di spiritualità.

A Gubbio siamo arrivati verso le 19.15, parcheggiando vicino alla Porta degli Ortacci che non è a pagamento.

La sera abbiamo assunto informazioni da Federica per la scelta del ristorante ed è andata decisamente meglio, siamo andati Alla Balestra di Via della Repubblica, 41, dove abbiamo pagato meno della prima sera e apprezzato le portate e il servizio.

Il giorno dopo, venerdì 25 luglio, ci siamo dedicati alla visita dell’altra Gubbio, meno frequentata dai turisti, più tranquilla, ma non per questo meno bella ed interessante.

Prima sosta alla Loggia dei Tiratori per acquistare la frutta ed il pane al mercatino, poi abbiamo raggiunto la Porta di S. Croce ed il Palazzo del Capitano del Popolo (del ‘200, molto interessante), percorrendo le viuzze del Quartiere di San Martino, da dove inizia il percorso del parco Ranghiasci. Lo abbiamo percorso interamente (breve, ombreggiato e per niente faticoso) e poi ci siamo fermati per un caffè sulla terrazza della palazzina dove da poco è aperto un bar (c’è anche la possibilità di mangiare). Atmosfera di assoluto riposo, da portarsi un libro e trascorrervi una mattinata! Ritornati a valle, abbiamo intrapreso il percorso per l’Eremo di Sant’Ambrogio, che dalla Porta si vede sopra la testa. La salita è più impegnativa ma di indubbio fascino (è comunque abbordabile senza troppo impegno). La delusione è stata purtroppo di trovare l’eremo chiuso, nessuno ha risposto al campanello, alle nostre grida e ai colpi dati alla porta. Non siamo riusciti a trovare una spiegazione a questo fatto, probabilmente è necessario informarsi al Vescovado che è nel mezzo del quartiere di San Martino. Ritornati alla porta di S. Croce, abbiamo visitato la chiesa di S. Croce alla foce, carina e con un suo fascino (è difficile dare giudizi dopo la visita di Assisi). Ritornando per le viuzze del quartiere, ci siamo fermati al bar di una delle piazzette (forse Piazza Borone) che si incontrano per uno spuntino a base di pizza al taglio e crescia (piadina tipica del luogo) con formaggio, prosciutto crudo e altro; attorno la vita normale della gente di Gubbio: è veramente piacevole vivere questo borgo senza le incombenze del turista.

Come ultimo atto, ci siamo diretti a prendere la funivia, all’altro capo del paese (noi ci siamo andati a piedi ma è possibile raggiungerlo anche in auto e parcheggiare là), per salire alla Basilica di S. Ubaldo. Il luogo non è un granché, merita solo per la salita e discesa in bidonvia (perché è una gabbia cilindrica da due posti massimo), per il paesaggio e per vedere i “Ceri” usati nella corsa dei Ceri di Gubbio, che sono alloggiati dentro la chiesa (costo della salita A/R 4 € a persona). Alle ore 14.45 siamo partiti da Gubbio alla volta di Verona, percorrendo la E45, che abbiamo imboccato all’altezza di Umbertide, fino all’innesto dell’autostrda di Cesena. Attenzione, nella E45 ci sono dei cantieri aperti e questo procura qualche rallentamento più o meno consistente.

Questo è tutto e guardando indietro possiamo solo dire che è stata una breve ma significativa vacanza in Umbria, da non dimenticare e, se possibile, da riprendere per altre scoperte! Ciao a tutti e buona estate. Martina, Giovanna e Tiziano. tialbri@gmail.Com



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche