La turchia: una vera sorpresa
Bene. Ora finalmente si può partire.
Istambul. Cosa posso dire io su istambul che non troviate su siti e guide…È una città meravigliosa, crogiolo di culture, religioni e stili architettonici; mix di oriente ed occidente dove poter trovare moschee meravigliose accanto a centri commerciali degni delle più grandi capitali europee. L’alberghetto prenotato tramite un sito internet nella zona di sultanhamet, 1 min. A piedi dalla moschea blu, è quasi un ostello, si chiama sultan hostel, costa 50€ per una camera con bagno e colazione ma ha anche camere con bagno condiviso (pulito) se si desidera risparmiare ancora. Atmosfera backpackers da tutto il mondo, età media clienti 25 o meno. Dalla “sala colazioni” a terrazza sul tetto vista strepitosa sul mare da una parte, sulle moschee “blu” ed “aya sophia” dall’altra. Si è nel cuore di istambul. La colazione turca, impareremo presto, è un po’ particolare. A parte pane burro e marmellata e bevanda calda a scelta, si ha un succo di arancia che abbiamo soprannominato “biochettasi” per via del gusto di medicinale ed una serie di “alimenti” dolci e salati che in italia nn ci sogneremmo mai di mangiare a colazione, tipo anguria, olive nere e formaggio feta, queste tre cose una costante in tutti gli alberghi. MA CHE ARIA SI RESPIRAVA IN QUELLA TERRAZZA!! mare, vacanza, paese mediterraneo e asia al tempo stesso! La strada in cui si trova il sultan hostel è piena di alberghetti e localini giovani, tipo birrerie con dehor dove persone di tutti i colori e nazionalità si godono i momenti “liberi” delle proprie vacanze bevendo una birra con un po’ di musica (occidentale) e guardando la gente passare. Qualche gattino qua e là fa le fusa e si fa accarezzare.
Per la città è molto facile orientarsi con una cartina e con i mezzi pubblici (una specie di metropolitana leggera che dice i nomi delle fermate in modo che non ci si possa sbagliare), e, da non perdere assolutamente sono: la moschea blu (se le donne sono coperte fino ai piedi, si fa una + bella figura, anche se all’entrata loro forniscono uno scialle per coprirsi…), aya sophia, che è un’altra moschea ma da un bel po’ di tempo sconsacrata, quindi fa museo e non necessita di abbigliamento particolare. Topkapi è il palazzo dei sultani. Nn si può perderlo ma a noi nn ha entusiasmato.
Una visita che ci ha particolarmente entusiasmati è stata invece la vecchia cisterna “yerebatan saray”. Sotterranea, affascinante per la sua storia e per la sua imponenza oltre che per la sorprendente frescura che regala ai suoi visitatori accaldati dal sole estivo.
Assolutamente da non perdere è invece una visita ad uno degli hammam vecchi di 6 secoli nei quali si respira un’atmosfera di storia, di evoluzione, delle emozioni che per quelle sale sono passate. Veramente impressionante! Tutto ciò in aggiunta all’interesse a livello architettonico che questi luoghi possono accendere. Noi abbiamo visitato il “camberlitas”. Un posto “unico”. Una volta che siete lì, vi consiglio di farvi fare anche il massaggio con la schiuma. I prezzi nn sono esagerati. Unico handicap, per una ossessionata dalla fotografia come me è che all’interno nn permettono di scattare fotografie, probabilmente visto che le persone sono nude…
passeggiatona obbligatoria per nn perdersi il gran bazaar ed il mercato egiziano delle spezie, che sono attaccati l’uno all’altro. Il gran bazaar è quello che si potrebbe definire un vecchissimo centro commerciale, perchè nn si tratta di bancarelle, ma di negozietti disposti in vere e proprie “strade” coperte da queste coloratissime arcate dallo stile orientale, ordinate merceologicamente; avremo quindi la via dei gioiellieri, quelli delle pelletterie, delle ceramiche etc…Chiaramente bisogna mercanteggiare, altrimenti la fregatura è assicurata! Per esperienza, il prezzo che si ottiene è sempre un po’ meno della metà del primo prezzo. Se per caso vedete un baruccio che, come in un miraggio, ha l’insegna dell’illy caffé, chiedete bene il prezzo…Siamo arrivati a pagare un caffé quasi 5€!!! alla fine del caos dei due mercati consecutivi, si sbuca praticamente al “galata bridge” e da qui si scorge la parte alta di istambul e si passa davanti all’imbarcadero per le gite sul bosforo.
Gita sul bosforo: vi abbiamo dedicato quasi tutta una giornata, partendo al mattino e tornando poco prima delle 17 ad istambul. È una gità che non dà particolari emozioni, ma è piacevole proprio perchè poco impegnativa e riposante. In barca si costeggiano le rive del bosforo con i suoi paesini caratteristici e le sue ville superlusso che danno direttamente sul mare con la barca parcheggiata sotto in uno stile architettonico che fa pensare più ai paesi del nord europa tipo germania ed olanda che non alla turchia. La barca effettua diverse fermate e se si fa attenzione agli orari, si può scendere e risalire prendendo la barca seguente in modo da fermarsi a mangiare il pesce appena pescato in un porticciolo. Al ritorno, visto che si è in zona, consiglio di prendere il “tunel” che è la vecchissima metropolitana (una sola linea, una sola fermata) che porta nella parte alta, + in stile “occidentale”, tutta shopping e ristoranti. La fermata è a sx del galata bridge. È una bella esperienza. Una volta in questa zona, è carino il giro sul vecchio tram che corre lungo la strada principale “isthlikal caddesi” e magari, se si è degli appassionati di Hemingwey o Agatha Christie, una visita al Pera Palace, l’albergo dove solevano soggiornare questi ed altri personaggi storici famosi. Poi si può tornare al ponte a piedi e prendere la metro leggera per tornare in htl, oppure tornare direttamente a piedi passando magari per la pasticceria “ali muhiddin haci bekir”, quella originale in cui nel 1700 e qualcosa, il cuoco v. Nome pasticceria, inventò i famosissimi “lokum” le caramelle gelatinose morbidose tipiche turche. Ecco qua! Tutto ciò, ad istambul, si può visitare in 4 giorni, senza correre e senza oziare, intervallando le visite con qualche buon pasto anche se a questo proposito nn so esattaemnte cosa consigliarvi…Abbiamo mangiato quasi sempre bene. L’unica seccatura di questa stupenda città sono i “p.R.” dei vari ristoranti, che, a caccia di clienti, vi fermano ogni 2/3 minuti per farvi leggere il menù, per attirarvi verso il loro ristorante a qualsiasi ora della giornata!! attenzione prima di acquistare qualsiasi cosa. Conviene chiedere prezzi, mercanteggiare e nn comprare cmq niente fino all’ultimo giorno. L’ultimo pom, poi, si può dedicare allo shopping con la certezza di nn pagare esageramente per ciò che si compra.
Ad istambul avremmo in effetti, secondo i piani, dovuto fermarci solo 2 gg, ma alla fine ce ne siamo innamorati talmente tanto che al ritorno dal giro in cappadocia, sud e pamukkale, vi abbiamo passato altri due giorni.
Da istambul, viaggiando tutta una notte in pullman siamo arrivati alle 7 del mattino in cappadocia…Ke spettacolo!!!sembra veramente di essere su un altro pianeta!mica per niente questa regione è stata scelta per le riprese di alcuni famosissimi film di fantascienza tipo “guerre stellari” oppure “il pianeta delle scimmie”. Tra i 2 o 3 paesini dove avremmo potuto soggiornare, abbiamo scelto urgup perchè un po’ più tranquillo rispetto a goreme che è molto + turistico. A noi è andato bene urgup in tutto e per tutto e consiglieremmo quello, ma non che goreme sia brutto, è semplicemente un po’ + commerciale. L’albergo scelto, prenotatoci dall’hotel di istambul, con le camere disposte sotto un porticato intorno alla piscina, a parte quest’ultima, era molto tipico. Il prezzo era di 60€ invece che i 50 di istambul, ma meritava veramente. In cappadocia, nn bisogna assolutamente perdersi UCHISAR, ORTAHISAR, GOREME con il suo museo a cielo aperto, AVANOS, naturalmente URGUP, almeno una città sotterranea, e la migliore è DERINKUYU, almeno un CARAVANSERRAGLIO, e noi ne abbiamo visto uno veramente notevole, sulla strada di ritorno dal CANYON di ILHARA VALLEY altra gita da nn perdersi. Abbiamo fatto anche una capatina a MUSTAPHAPASA per apprezzare l’architettura greca che la contraddistingue. Ma in effetti quest’ultima si può anche saltare. Giusto perchè vi facciate un’idea dei tempi e di come affrontare questi posti senza stancarsi troppo visto anche il caldo, in una giornata si può vedere uchisar, ortahisar ed il museo di goreme + goreme per la cena. Una seconda giornata si può fare alla città sotterranea di derinkuyu, il caravanserraglio e ilhara valley, una terza giornata per urgup, relax, giro senza meta precisa fermandosi a vedere i paesaggi ed i vari “cicius” (così abbiamo soprannominato le formazioni di tufo) per la strada, che sorprendono sempre per le loro forme particolari, avanos-con passeggiata nel paesino vecchio e visita a qualche laboratorio di ceramica-e, imperdibili i cicius denominati “i camini delle fate” (fairy chimneys). Detto ciò, nel dettaglio, mentre per uchisar, ortahisar, urgup e goreme, in un modo o nell’altro si tratta di entrare dentro le abitazioni o chiesette cristiane scavate nel tufo, derinkuyu è proprio un vero e proprio villaggio scavato sottoterra, che arriva fino a 8 piani interrati, e comprende, oltre alle abitazioni vere e proprie, anche i depositi per il cibo, le stalle per gli animali, la chiesa, la camera per i malati ed infine anche la stanza, ultima in fondo, dove venivano depositati i cadaveri. Tutto ciò si può anche vedere senza guida. È comunque sempre pieno di gente e qualche spiegazione, oltre a leggerla sulle guide apposite, si può sentire dalle guide degli altri gruppi…Noi abbiamo fatto così semplicemente perchè io sono un po’ impaziente, anche in vacanza, e se non mi capita una guida spiritosa e competente ma concisa, inizio a procedere nelle stanze lasciandola indietro. Viaggiando in macchina, da soli, solo con una cartina e le indicazioni dateci dall’hotel o da Orhan, che ci affittava la macchina, abbiamo notato che la turchia, forse perchè terra di passaggio sin dall’antichità, confine tra oriente ed occidente, riserva attenzioni particolari ai viaggiatori; ad esempio, l’intero paese è disseminato da fontanelle con buonissima acqua da bere e per lavarsi, anche in mezzo a strade e campi deserti. Tra un’escursione e l’altra vi potrà anche capitare di trovare dei paesaggi o dei laghi o dei corsi d’acqua sorprendenti per la loro bellezza paesaggistica e naturale, anche se non segnalati in maniera vistosa, quindi vi consiglio di prestare particolare attenzione ai cartelli di colore marrone, che segnalano appunto le località di interesse turistico. Ci è capitato in questo modo, per pura curiosità, di seguire una stradina e trovarci di fronte ad un lago verde smeraldo che ci ha lasciati senza fiato! Avvicinandoci abbiamo poi scoperto che vi si gettava una fonte di acqua sulfurea e gente locale accampata alla “bell e meglio” praticava pediluvi in pozze; naturalmente la pozza dei maschi e quella delle femmine erano separate. Detto ciò, non è che in turchia si senta molto l’impatto con l’islam. In effetti, una delle riforme importantissime di Ataturk, il padre dei turchi, una cui fotografia si trova in tutti ma proprio tutti i luoghi pubblici (e secondo me anche nelle case private…) come se fosse una divinità, è stata proprio quella di “limitare” la religione ad un ambito privato e non di stato; al contrario di molti paesi musulmani, i quali associano la religiosità al governo dello stato e quindi impostanto le leggi secondo ciò che è scritto sul corano (o meglio secondo una loro interpretazione “di comodo” del corano), in turchia, pur essendo chiaramente un paese di religione a stragrande maggioranza musulmana, c’è libertà di culto e le leggi sono state promulgate secondo principi democratici ed impostazioni non basate su di una religione che comunque non è di tutti, quindi non si vedono situazioni esagerate tipo donne completamente sepolte da strati di stoffa anche sul volto o maschere di ferro tipo in arabia saudita; sì, si vedono donne con il capo coperto, ma che magari passeggiano fianco a fianco con altre donne in minigonna…Un bel contrasto che è parte integrante del bello di questo paese.
Ilhara valley è un canyon con pareti di tufo scavato in abitazioni e chiesette decorate ancora stupende dopo 2000 anni. Incredibile. In mezzo al canyon un ruscello con acqua freschissima dove rinfrescarsi almeno i piedi e molta vegetazione tra la quale si cammina alla ricerca delle sorprese che il tufo riserva.
Prima di rientrare, qualche riga da spendere sui caravanserragli. Noi appunto ne abbiamo visto uno, ma nn saprei dire se fosse uno dei più grandi o dei più belli. Era cmq maestoso. I caravanserragli erano queli punti di ricovero e ristoro per le carovane in viaggio; dovevano quindi non solo riparare e ristorare i viaggiatori, ma anche il bestiame che poteva anche essere numeroso e necessitare nn solo di cibo e di una stalla, ma di pulizia e cure. Al giorno d’oggi questi maestosi bastioni, pur rovinati dalle intemperie nonché dalle numerose invasioni e guerre danno ancora un’idea di come potessero essere organizzati e della loro antica solidità: muri spessi di pietra che mantengono la frescura notturna e non lasciano trapelare il calore del sole cocente, ampi spazi per ospitare il maggior numero di persone stanche ed affamate e di animali in simili condizioni.
Molte volte, nei 3 giorni passati in kapadokia ci siamo fermati a mangiare in posticini sperduti o a bere qualcosa di rinfrescante all’ombra prima di procedere con la scalata di un forte di tufo, ma sempre abbiamo potuto contare sulla gentilezza dei turchi, sulla buona cucina, sulla discreta velocità del servizio e su prezzi modici. Gelati “algida” che però hanno un nome diverso (ma il marchio è lo stesso) più buoni, freschi e croccanti di quelli che si trovano in italia…Mi chiedo come sia possibile anche nelle zone pseudo-desertiche…
Ad urgup ci eravamo rivolti sia all’hotel che al centro turistico per chiedere informazioni sulle varie escursioni consigliate e tutti ci avevano assolutamente sconsigliato di andare per i fatti nostri con scooter o auto, come in effetti a noi sarebbe stato + congeniale. Adducevano a scuse tipo le località mal segnalate che ci avrebbero fatto perdere, la difficoltà di alcune strade un po’ impervie e lo spreco di tempo, paragonato alla comodità di salire su un pulmino di turisti e farsi portare direttamente senza doversi preoccupare della strada da percorrere etc…E devo dire che personalmente, a me avevano quasi convinta, ma paolo, lui, imperterrito, mai sarebbe salito su di un pulmino con una guida, così abbiamo voluto fidarci di un personaggio che in effetti ci aveva conquistati tutti e due fin dall’inizio con i suoi modi da galantuomo, il suo viso onesto e la sua calma. Orhan, colui al quale ci siamo affidati per il noleggio dello scooter e poi dell’auto. Certo, era il suo lavoro quello di noleggiare mezzi di trasporto a turisti, quindi è logico che lui ci dicesse che era possibile senza problemi andare dove volevamo senza usufruire di escursioni organizzate per turisti, ma lui dava una tale sensazione di franchezza ed affidabilità, che alla fin fine abbiamo affittato da lui tutti i mezzi e si è instaurato tra di noi un rapporto che è andato al di là del rapporto commerciale. Ogni volta che andavamo da lui, questa sorta di negozio arredato come una casa, con il salottino e comodissime poltrone di pelle davanti alla sua scrivania come se fossimo nello studio di una casa privata, ci offriva qualcosa da bere, thè o caffè o qualcosa di fresco e poi si parlava, delle nostre esigenze in quanto turisti ma anche della nostra vita nei nostri rispettivi paesi, scambiandosi notizie sulla qualità della vita, sulle difficoltà che si incontrano, ma anche sui propri affetti ed amicizie. Quando alla fine abbiamo chiesto ad orhan un consiglio su come recarci nel sud, in costa turchese, dove volevamo recarci sì per fare mare, ma anche per vedere le famose “chimere di olympos” di cui parlerò in seguito, lui si è offerto di portarci in macchina visto che doveva recarsi lì anche lui per lavoro proprio in quei giorni. È stato carinissimo penso anche mosso da compassione poiché io in quei giorni avevo la febbre…Una strana influenza mi aveva messa k.O. E viaggiare in pullman di nuovo impiegando almeno 5 ore in più che non in macchina mi avrebbe distrutta! E dobbiamo veramente ringraziare orhan, nn solo per il passaggio, ma perchè questo viaggio di 8 ore con lui è stata un vero e proprio salto nella mentalità turca. In macchina eravamo noi tre, ma il viaggio, in effetti l’abbiamo fatto insieme ad un’altra macchina guidata da un suo caro amico che aveva per passeggero il suo nipotino di 10 anni, così, nelle varie soste per un drink o per il pranzo, eravamo noi cinque. Il ragazzino ci ha impressionati per la sua estrema educazione e tranquillità, orhan e l’amico, amici di lunga data e persone di una certa esperienza, si sono dimostrati ospitali ed altruisti nei nostri confronti come non avremmo mai immaginato! Oltre ad averci fatto il favore graditissimo del passaggio andando totalmente contro i propri interessi essendo lui un noleggiatore di auto e chiedendoci solo di dividere il pieno, ci siamo anche visti offrire un pranzo succulento!! veramente non possiamo che dire bene del popolo turco in generale, ma di orhan in particolare, che sicuramente non lo dimenticheremo mai! Bene! Finalmente siamo arrivati al mare. Come dicevo, la ns intenzione era di andare a vedere le chimere ad olympos, ma starci solo una notte perchè dalla lonely planet sembrava che la spiaggia nn fosse il massimo lì, mentre visto che ad olu deniz sembrava essere meravigliosa, ci saremmo poi spostati il giorno dopo per fare 2 o 3 giorni di mare. Da orhan, senza ben sapere se fosse la cosa giusta, ci siamo fatti lasciare su una strada di una località di nome “cirali”, disseminata di pensioncine ed alberghetti. Zaino in spalla ed andiamo alla ricerca di un posticino che facesse per noi. Dove la strada incontrava la spiaggia, alla fermata dell’autobus, un bel divano a quadretti che uno potrebbe immaginarsi più in uno chalet di montagna, messo lì in mezzo alla strada, io mi accomodo (la febbre non l’avevo ancora completamente smaltita…) mentre paolo si dà un’occhiata intorno ed incontra una coppia di ravenna che ci consiglia la pensioncina dove erano stati loro. Ci rechiamo alla pensioncina attraversando un viottolo ed alcune casette di abitanti del luogo. È proprio quello che fa per noi. Semplice, modesta, stesso prezzo di sempre: €50 con colazione. Un giardino interno con amache ed i loro tavoloni con cuscini tutti intorno all’orientale e camerette pulite ma senza pretese, con aria condizionata. Cirali consiste in una baia con spiaggia di sassolini colorati e sabbia, tanta vegetazione e delle montagne abbastanza alte spioventi verso il mare. Tutte le pensioncine e gli alberghetti ed i ristorantini si nascondono perfettamente sotto la vegetazione tanto che secondo me, dal mare nn si vede niente…È come se il villaggio nn esistesse. Con una passeggiata di 10 minuti scarsi sulla spiaggia oppure con un giro molto più lungo in scooter attraverso la montagna soprastante, si arriva ad olympos, che invece, sebbene un villaggetto solo leggermente + grande di cirali, è molto + movimentato, + giovane, + incasinato. Tantissima gente per le strade, ristorantini stracolmi, caos…Nn ci è piaciuto granchè. Forse avevamo proprio bisogno di quella tranquillità che solo cirali poteva darci. Alla fine, invece che rimanere una notte, siamo rimasti 4 notti! La seconda sera siamo andati a vedere le chimere, motivo che infondo ci aveva portati sin lì. Una collina di roccia con gas metano nel sottosuolo che attraverso fori arriva in superficie ed a contatto con l’ossigeno accende dei falò millenari perenni di cui l’intera collina è disseminata, l’effetto è veramente particolare e il caldo anche…Soprattutto perchè vi si arriva dopo una scarpinata in salita di circa mezz’ora fatta di scaloni di quelli dell’antica grecia, sudando 7 camicie e poi, quando si arriva lì, il caldo provocato dalle numerose fiamme è quasi insopportabile ma è uno spettacolo unico, tra l’altro già ritenuto in un certo qual modo magico da greci e romani.
Partiti da cirali con pullman preso alla fermata con il divano a quadretti, cambio alla strada principale per antalya e da antalya viaggio di 4 ore con destinazione “denizli”, che è la città + grande vicino a pamukkale. Arrivati all’ora di pranzo e sistematici in un hotel centralissimo (la città non è niente di speciale, è solo un buon punto di appoggio) passeggiatona per riuscire a trovare un noleggio auto. Per fortuna un ragazzo incontrato per strada che non aveva niente da fare ed amava parlare inglese, mustapha, ci ha accompagnati fino a che nn siamo riusciti a noleggiarla.
Pamukkale è una collina con una fonte di acqua sulfurea termale utilizzata già dagli antichi greci a scopo terapeutico, infatti, dietro la collina ci sono ancora i resti ben conservati della città greca di hierapolis, con un teatro ancora in buonissime condizioni. L’acqua, piena di sali minerali, venendo giù dalla collina nell’arco di secoli, anzi, millenni, l’ha ricoperta di uno strato bianco calcificatosi a forma di cascata…È come se l’acqua di una cascata fosse stata cristallizzata, con un effetto “battufoli di cotone”. Nelle pozze di acqua calda che si formano è vietato fare il bagno, ma offrendo la mancia ad un guardiano, in una parte nascosta alla folla, si riesce ancora a godere dell’immergersi in queste vasche naturali con doccia calda e idromassaggio. Il tramonto a pamukkale è strepitoso, atipico, con gli alberi che si stagliano in fondo ed il colore del cielo riflesso nelle pozze, senza capire bene se si è in un luogo caldo, come in effetti dice il termometro, oppure in qualche angolo del polo nord circondati dal ghiaccio…Come invece indica la vista!!! per chi magari c’è già stato, ora pamukkale è molto diversa. Mentre un tempo, un paesino con i soliti scempi architettonici sorgeva dietro la collinetta bianca in mezzo alle rovine di hierapolis, ora tutto ciò è stato buttato giù, dando priorità all’importanza dei reperti storici ed all’estetica di un luogo che tutto il mondo viene a visitare per la sua unicità.
Da denizli, abbiamo trovato molto conveniente e anche divertente l’idea di tornare ad istambul con il vagone letto del “pamukkale expresi”. Avevamo uno scompartimento tutto per noi con due letti (a castello) con vere lenzuola e coperte ed un lavandino con specchio. Era l’unico modo per coprire tutti quei kilometri ed arrivare comunque sufficientemente riposati da non perdere poi la giornata a dormire una volta arrivati ad istambul, essendo così in grado di passare i nostri due ultimi giorni di vacanza vedendo tutte le cose che nei due giorni precedenti in quella splendida città non eravamo riusciti a vedere. Nuovo viaggio, nuova avventura!!! per la serie “le ultime parole famose” mezz’ora dopo esserci coricati, il capotreno, un signorone di bella presenza ma senza alcuna parola di inglese nel suo vocabolario, ci sveglia cercando di farci capire che dovevamo scendere tra breve per via di un guasto…Nn ci potevamo credere!!! e la nostra notte di riposo? E la comodità del vagone letto? E i due giorni di marcia che ci attendevano ad istambul grazie a questa trovata fantastica del dormire e viaggiare in contemporanea???dopo mezz’oretta, come dei profughi, tutti i viaggiatori sul pamukkale expresi scendono dal treno in piena notte in un’imprecisata località in mezzo alla campagna…E noi, insieme a due coppie di spagnoli, eravamo forse quelli più fortunati, con meno bagagli o fastidi…C’erano famiglie intere, povere, con bambini piccoli e sacchi, ma proprio sacchi pieni di patate e altri articoli con cui di solito non si viaggia una notte intera! Ebbene, da lì, autobus per un’ora e passa che ci porta ad un’altra stazione sconosciuta, poi attesa di + di due ore buttati per terra sui marciapiedi dei binari col freddo, e poi, finalmente arriva un altro treno che ci carica esattamente con le stesse postazioni che avevamo nel treno precedente. L’indomani mattina, arrivo ad istambul, barca per arrivare in centro città e finalmente il nostro alberghetto! Ma un altro episodio da raccontare è il fortunato incontro su quest’ultima barca, di paolo ed un sultanino…Premessa: dall’inizio del viaggio, ci era capitato + volte di vedere delle vetrine di negozi con degli abiti molto kitch, per non dire pacchianissimi, in raso lucido, tipo vestiti da carnevale, ma tutti uguali, da “sultano”, per bambini. Poi, quando già li avevamo notati ed un po’ derisi a dire il vero, avevamo visto qualche bambino vestito in quel modo, ma in lontananza, quindi senza poter avvicinarsi per chiedere che cosa celebrassero o quale fosse il motivo per quel travestimento. A questo punto, saliamo sul ponte della barca e ci vediamo un sultanino…Avreste dovuto vedere lo sguardo felice di paolo!!! naturalmente abbiamo chiesto di poter fare una foto con lui. Era un bambino sui 9 anni con i genitori ed il fratello più grande. Anche loro erano molto contenti del nostro interesse ed entusiasmo. Abbiamo poi scoperto che quest’aria festosa nascondeva un’evenienza non troppo allegra e che i “sultanini” altro non erano che bimbi a cui veniva concesso un giorno di festa e di protagonismo, di regali, di visite a tutti i parenti e amici prima di andare in clinica per la circoncisione…Porelli…Comunque paolo ha la sua foto col sultanino.
La turchia offre veramente tutto per tutti! Mare meraviglioso e riposante, città cosmopolite e piene di musei e palazzi e mercatini di ogni tipo per gli shopper più impestati, cibo, dolce e salato, succulento, gente simpatica, parchi naturali e paesaggi dell’altro mondo e infine, tante e tante altre cose ancora da vedere per un secondo viaggio! TESHEKUR-EDEREM (si scrive così?..Sicuramente no, ma vuol dire grazie in turco. Luisa e paolo.