La Tunisia che non ti aspetti
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13/08/2012
Il nostro viaggio comincia alle ore 23.15 di lunedì 13 agosto dall’aeroporto di Malpensa, ora in cui il volo Milano-Djerba della compagnia Nouvel Air decolla dal Terminal 1. Alle ore 1.40 (2.40 italiane), dopo un rapido scalo a Monastir, l’aereo atterra a Djerba, in perfetto orario.
L’impatto col caldo umido del luogo è devastante: 30° in piena notte ti inducono inevitabilmente a ritenere che di giorno, quando ce ne saranno almeno una quindicina di più, ti sarà impossibile sopravvivere. Ma non c’è abbastanza tempo per riflettere: gli assistenti del nostro tour operator ci indirizzano verso i mezzi di trasporto che ci condurranno alla struttura alberghiera prescelta.
A noi, invece che il bus, tocca una jeep, che rende il tragitto verso l’hotel assai più emozionante; a chi, come me, non era mai stato prima in un paese arabo, vedere paesaggi desertici, strade dissestate, case diroccate e spesso abbandonate, uomini seduti o sdraiati in strada, insegne e segnali scritti in arabo e in francese, fa un certo effetto.
Dopo una ventina di minuti arriviamo a destinazione: resort a quattro stelle situato nella zona turistica dell’isola, a 400-500 m dal mare. L’albergo non delude le nostre aspettative, essendovi piena corrispondenza tra ciò che viene mostrato sul sito e ciò che ci si trova effettivamente davanti, e il personale si mostra fin da subito cortese e disponibile. In camera, vista piscina, ci attendono addirittura vivande e bevande. La vacanza non poteva cominciare meglio. Anche andando a letto alle 3.30 del mattino.
14/08/2012
Nonostante si sia andate a dormire tardissimo, la sveglia suona non più tardi delle 9.00. Si fa colazione “solo” fino alle 10.00 e noi non intendiamo di certo perderla. Dopo esserci rimpinzate di brioche, crepes, baguette e marmellate di ogni tipo, ci dividiamo tra piscina e camera, in attesa che arrivi l’assistente del tour operator ad illustrarci le escursioni che è possibile fare nel corso della settimana.
Successivamente all’incontro con l’assistente (che, con nostra indescrivibile meraviglia, è la stessa che ci accolse lo scorso anno a Maiorca) e al pranzo consumato nel ristorante sito nei pressi della piscina, all’aperto, dove consumeremo quasi tutti i nostri pasti diurni, ci rechiamo, per la prima e ultima volta impiegando il trenino-navetta (le altre andremo a piedi) messo a disposizione dell’albergo, al mare, nella spiaggia riservata agli ospiti dell’hotel.
Lì abbiamo modo di constatare che effettivamente il mare -come ci avevano detto in agenzia- non è il punto di forza dell’isola, essendo caldo, mosso, di colore verdastro e soprattutto colmo di alghe che si depositano a cumuli sulla spiaggia. Le moto d’acqua e le varie imbarcazioni non lontane dalla riva, peggiorano ulteriormente la situazione. Tuttavia, la sabbia è bianca e bellissima e sul bagnasciuga passeggiano non solo bagnanti a piedi ma anche bagnanti in sella a cavalli e dromedari. La gente del posto è povera, ed ogni occasione è buona per tirar su qualche dinaro (un dinaro vale circa due euro). I turisti lo sanno e non si tirano indietro: tutti a cavallo o sul dromedario o scorazzare in mare su una moto d’acqua.
La sera dopo il rito della doccia e della cena, stavolta al ristorante principale, che ospiterà quasi tutti i nostri pasti serali, si fa un rapido giro alla scoperta dei pochi negozietti di souvenir che abbelliscono la strada che conduce al mare e poi si torna in albergo a godersi lo spettacolo “Danze di tutto il mondo” offerto dall’animazione internazionale, che è in realtà un’animazione tunisina a netta prevalenza maschile, che sfoggia, ovviamente, un perfetto francese, ma che mastica anche un po’ d’italiano (nella nostra struttura, il 90% dei clienti è francese o belga).
Alle 23.30 lo spettacolo è finito e si va di buon grado a nanna. Anche perché domani ci attende la prima delle tre escursioni acquistate.
15/08/2012
È Ferragosto, e noi lo festeggiamo in parte in gita.
Partiamo di buon mattino, a bordo di un solo apparentemente sgangherato pullmino, in compagnia di altri italiani che si riveleranno nostri compagni d’avventura anche nelle escursioni successive, alla scoperta dell’isola.
A farci da guida è Mustafà, un Professore di Storia e Geografia del Liceo, d’estate accompagnatore turistico per passione, che ci racconterà, senza mai annoiarci, tradizioni, usi, costumi, abitudini e aneddoti storici del suo paese, rendendo così maggiormente gradevoli i nostri tragitti in bus.
L’escursione prevede, dopo una veloce sosta al ponte-diga romano che collega l’isola con la Tunisia, una prima tappa al Museo del Patrimonio, ovvero ad un Museo di arti e tradizioni popolari, dove abbiamo modo di ammirare la ricostruzione scenica di momenti di vita familiare e sociale e di conoscere, nel dettaglio, i riti pre e post matrimoniali – il matrimonio, a Djerba, è ancora oggi considerato un momento fondamentale per la vita della persona e della comunità.
Terminata la visita al Museo ci dirigiamo all’interno di un laboratorio di ceramica sito a Guelalla, villaggio berbero noto proprio per la produzione delle ceramiche, dove assistiamo alla creazione di alcuni oggetti caratteristici.
Successivamente ci spostiamo ad Hara Sghira per la visita della Ghriba, la Sinagoga, dove ogni anno, a maggio, accorrono ebrei da ogni parte del mondo per due giorni di festa e preghiera, e che una decina di anni fa è stata sede di un attentato kamikaze costato la vita a venti persone; il luogo di culto è indubbiamente suggestivo e vale certamente la pena visitarlo.
Ci dirigiamo, infine, ad Houmt Souk, il capoluogo dell’isola, per assistere alla tessitura dei tappeti e visitare il souk della città; i tappeti sono di una bellezza rara che è impossibile non apprezzare e il mercato è un trionfo di colori, odori e sapori che però non è possibile godersi a fondo per via dell’insistenza dei venditori, che non concedono un attimo di tregua. I tunisini sono assai gentili e disponibili ma molti di essi arrivano ad essere invadenti, soprattutto con le donne. E’ bene saperlo.
Torniamo in hotel per ora di pranzo e trascorriamo la restante parte della giornata in piscina (boicottando, poco sportivamente, i giochi olimpici organizzati in spiaggia dall’animazione), dove in serata si tengono la cena (luculliana) e la fiaccolata di Ferragosto, organizzati in onore degli italiani.
Dopo il bagno di mezzanotte (che ovviamente noi non facciamo onde non essere colpite da congestione), con lo stomaco ancora bello pieno, si va a nanna. L’indomani ci attende un’escursione tanto affascinante quanto impegnativa.
16/08/2012
Il mattino ha l’oro in bocca, quindi si parte prestissimo, sempre sullo stesso bus, con la stessa guida e (quasi) con la stessa compagnia.
Prima sosta al lago salato El Maleh, il lago dei miraggi, che lascia incantati nonostante l’assenza dei sopracitati: camminare su una distesa di sale, immersi nel nulla, non capita tutti i giorni. E non capita tutti i giorni nemmeno di trovarsi, poco dopo, nella parte iniziale del deserto di sabbia rossa, dove metà della combriccola si avventura in una passeggiata veloce sul dromedario e metà rimane ad attendere nell’accampamento beduino, a rimirare scorpioni gialli e neri ben sigillati all’interno di una bottiglia.
Tempo una mezz’ora e si riparte alla volta di Tatouine, sede di un esteso mercato delle spezie, dove veniamo lasciati liberi di perderci per un’oretta scarsa e dal quale nessuno di noi esce senza almeno un souvenir. Tappa obbligatoria per i golosi, la pasticceria tipica “La gazelle”, famosa per essere una delle migliori della Tunisia.
Prima di pranzo approdiamo al villaggio berbero di Chenini: la bellezza di questo villaggio arroccato sulla montagna è tale da non poter essere descritta a parole. C’incamminiamo, nonostante sia mezzogiorno, sino al primo livello del medesimo (è costruito su tre livelli) in compagnia di una guida berbera (che parla 5 lingue) ivi residente, che ci porta a visitare una casa tipica. Terminata la visita torniamo giù ed andiamo a pranzo nel ristorante sito a fondo villaggio, dove ci rifocilliamo con un ottimo pasto a base di pietanze tunisine.
L’ultima tappa della giornata consiste nella visita al granaio dove è stato girato parte del film “Star Wars”: a chi, come me, non ha mai visto la pellicola, la visita al granaio suscita meraviglia per via della bellezza e della singolarità della costruzione, ma ai fan della saga la stessa appare come la concretizzazione di un sogno.
Prima di tornare in hotel ci fermiamo a Medenine a vedere le Ghorfas, dei granai collettivi sì suggestivi ma non quanto quello scelto dal regista Lucas come location di “Guerre stellari”.
Nonostante la stanchezza per l’intera giornata trascorsa fuori, non manchiamo, una volta rincasate, di fare una velocissima puntatina in spiaggia né, dopo cena, di assistere allo spettacolo di danze irlandesi offerto dall’animazione, terminato il quale, naturalmente, si fila a letto.
Domani sveglia all’alba, ci aspetta il Sahara.
17/08/2012
È venerdì 17 ma nessuno, fortunatamente, sembra preoccuparsene. La sveglia suona all’alba, bisogna imbarcarsi quanto prima sul traghetto che ci convoglierà sulla terraferma, per l’ultima delle nostre escursioni.
La compagnia è (quasi) la medesima degli altri giorni, mentre la guida è cambiata; a Mustafà subentra Omar, anch’esso professore di Liceo, poliglotta e soprattutto estremamente spiritoso. Dopo una “sola” ora di attesa, c’imbarchiamo e in una ventina di minuti sbarchiamo sulla costa tunisina.
Da lì ci dirigiamo a Matmata, dove effettuiamo la prima sosta della giornata: visitiamo una tipica abitazione troglodita, scavata nella roccia, e gustiamo del pane fatto in casa appena sfornato e intinto in una miscela di olio e miele. Un sapore che, sono certa, nessuno di noi potrà più dimenticare.
Ripartiamo alla volta della seconda tappa, forse la più attesa: Douz, la porta del deserto. La passeggiata nel deserto in sella al dromedario.
Turbante, crema solare, un pizzico d’incoscienza e… via! La passeggiata, compresa la sosta foto-relax, dura all’incirca una quarantina di minuti; nonostante l’orario sia il meno indicato (sono tra le 12 e le 13 del pomeriggio), il caldo è sopportabile, anche grazie al vento che soffia. Lo spettacolo del nulla e del silenzio assoluto, ripagano di ogni fatica e valgono, da soli, l’intero viaggio.
Rientriamo alla base accalorati e di diverso colore (Omar ci aveva avvisato circa il fatto che avremmo cambiato “colore e profumo”), ma l’effetto dura non più di un paio d’ore.
Dopo pranzo, c’è tempo ancora per due soste: il villaggio berbero di Tamazret, dal quale si gode la vista di un panorama desertico favoloso, e l’albergo Sidi Driss, dove sono state girate alcune scene di Star Wars.
Rientriamo in hotel dopo 12 ore e 600 km di bus, stremate. La tentazione di non assistere allo spettacolo di cabaret in francese proposto dall’animazione è fortissima, ma decidiamo di non cedervi. Ogni lasciata è persa.
Dopo la performance si va a nanna… domani e domenica… solo mare!
18-19/08/2012
Gli ultimi due giorni abbiamo deciso di dedicarli alla tintarella. In fondo, siamo pur sempre in una località marina, in pieno agosto, e in albergo siamo rimaste le uniche a non aver preso un minimo di colorito. Occorre rimediare prontamente, anche perché rientrare dalla Tunisia senza essere abbronzate sarebbe quantomeno ridicolo.
E quindi… colazione, spiaggia, pranzo, spiaggia, cena.
Un po’ di passeggiate sulla battigia bianchissima, di bagni salati (seppure non rinfrescanti) e di letture al sole, ci volevano proprio. Cultura e mare. Da sempre il binomio perfetto di ogni vacanza.
Le ultime due serate, ci gustiamo il suggestivo spettacolo di un (vero) fachiro, ci abbandoniamo alle danze dell’estate, e, naturalmente, fumiamo il narghilè sorseggiando the alla menta.
La vacanza è quasi finita. Quasi, perché domani si lascia l’albergo non prima delle 16.30, e quindi c’è ancora tutto il tempo di godersi l’ultima mattinata di vacanza in piscina.
20/08/2012
Il mattino scorre via veloce, tra tuffi in piscina, acquagym, giochi e le immancabili foto di rito con le nuove amiche e gli animatori.
Alle 16.30, con un po’ di tristezza, si sale sul bus che ci conduce all’aeroporto.
Alle 19.00 decolliamo verso Milano. Lo spettacolo del tramonto dall’oblò del velivolo, lascia senza fiato. E’ l’ultimo regalo che ci fa la Tunisia.
“Qui non vieni mai per la prima volta, e quando te ne vai non lo fai per sempre”.