La Scozia in solitaria
Il programma iniziale prevedeva un paio di giorni a Edimburgo e una gitarella dalla mattina alla sera verso le Highlands, magari sullo scontatissimo Lockness… I primi due gironi ho visitato Edimburgo ed è stato amore a prima vista! Già mentre ero sul pullman e ho visto profilarsi la sua skyline con le bandierine mosse dal vento e le guglie dorate sono rimasta incantata! Una città deliziosa, forse un po’ inquietante, ma assolutamente magica! E’ stato un piacere vagare sul Royal mile al tramonto o avventurarsi per i vicoli, fotografare il castello da tutte le angolature possibili o passeggiare per i viali vittoriani! Ma se la magia di Edimburgo non fosse stata sufficiente… il destino ha voluto che l’ostello dove alloggiavo facesse parte di una catena presente in tutta la Scozia e che ogni giorno da ognuno degli ostelli partisse un pulmino da 20 posti che conduceva al successivo (gli ostelli erano disposti a circonferenza: Edimburgo, Inverness, Kyle, Oban, Stirling), dove si aveva assicurato un letto. Era possibile acquistare la singola tratta o tutto il giro, da fare in minimo 3 giorni, massimo… 1 anno! E così, senza volerlo, ma senza poter opporre resistenza al fascino di queste terre… ho aggiunto di giorno in giorno una tratta! Ho passato la prima notte del tour nella deliziosa cittadina di Inverness, dopo aver passeggiato sulle rive del Lock Ness, che visto al tramonto senza più turisti e sedicenti avvistatori di mostri devo dire che ha il suo fascino…E l’unico mostro era una minuscola ranocchietta arancione! Ma Inverness è soprattutto la gateway to the Highlands… da lì si penetra in un paesaggio inquitante e magnifico, impossibile da descrivere anche con le foto. Il mare che penetra in profondità e si insinua tra gli altipiani, bianco come il ghiaccio o scuro come metallo… rocce tagliate dal vento, gole profonde e immensi altipiani verdi… il tutto praticamente deserto, a parte le capre e… Le mucche pelose (le dolcissime hairy cows!)! Tanta era l’emozione che ho aggiunto un’appendice al viaggio e mi sono fermata 2 giorni sull’isola di Skye, nel nord-ovest. L’autista-guida del pulmino che mi ha portato fin lì me ne aveva parlato come di uno dei posti più suggestivi delle Highlands e aveva assolutamente ragione. Malgrado la giornata di pioggerellina costante e il vento freddo, non mi sarei mai stancata di ammirare gli incredibili panorami. O di passeggiare nel Fairy Glen, il glen della fate, dove la natura aveva modellato il paesaggio (un minuscolo altipiano, un minuscolo laghetto circondato da minuscoli alberi) così da farlo sembrare abitato da tesserini magici… del resto come si fa in luoghi come questi a non farsi confondere dal fascino delle leggende? Last but not least, l’ostello di Skye era delizioso: dividevo con una ragazza canadese una stanza con due letti a castello con tende a fiori e vista sul mare! Oltre ai paesaggi indimenticabili, non dimenticherò mai di questo viaggio la compagnia e l’atmosfera: ero partita timorosa, anche per il mio inglese non eccessivamente fluent eppure già la prima sera a Inverness mi sono ritrovata a chiacchierare intorno al fuoco (sì, il fuoco, già a metà settembre!) con un gruppo di persone dai 20 ai 40 anni provenienti da Cile, Sud Africa, USA, Nuova Zelanda, Canada e Austria! In effetti tutti quelli che erano in viaggio con me (ero l’unica italiana) viaggiavano da soli o con un amico e così ci si teneva compagnia, pur essendo assolutamente liberi! E così l’ultimo giorno per ringraziare i sei ragazzi che, portati del destino, hanno fatto il mio stesso giro negli stessi giorni e per salutarci… mi sono ritrovata a cucinare una carbonara per tutti nell’enorme cucina dell’ostello di Edimburgo.
Sulla via del ritorno a Manchester ho fatto una sosta di mezza giornata anche a Glasgow, perchè, pur sapendo che non ha il fascino del resto della Scozia, volevo che il mio giro fosse completo e soprattutto perché ospita un quadro che mi è molto caro e che non potevo perdere: il Cristo de San Juan de la Cruz di Dalì.
Una nota finale x la colonna sonora: miei costanti compagni di viaggio sono stati due cd: Grace di Buckley e Automatic for the people dei REM.