La Sardegna che stupisce
Indice dei contenuti
Il giorno dopo ricomincio e di nuovo è in evidenza sul portale la Valle della Luna, nel paese di Aggius. Questa volta, un po’ sconfortati dall’esito delle ricerche precedenti ci concediamo delle divagazioni. Dove si trova Aggius? Ricerchiamo: Gallura, Sardegna. Il b&b è in campagna, ma vicino al mare ed alla montagna. Il prezzo di una notte è buono, in linea con i nostri desideri. Guardiamo per curiosità i traghetti: prezzi piuttosto alti, ma rapportati al volo aereo low-cost che ci obbligherebbe poi al noleggio di un’auto, sono ancora convenienti. Cerchiamo se il bed and breakfast ha un suo sito e lo troviamo. Le ferie sono vicine e bisogna decidere in fretta: alziamo la cornetta e telefoniamo. All’altro capo del telefono c’è Marino, viaggiatore, scrittore, artista ed oggi pure contadino e gestore del b&b “Su Foghile”, il focolare il lingua sarda. Tra l’altro vecchia conoscenza dei Turisti per Caso. Ci convince accennandoci le possibilità offerte dal luogo e dicendoci con schiettezza che l’ospitalità offerta da lui e dalla sua famiglia è confortevole ma spartana, più vicina allo stile di un ostello che non a quello di un b&b. La disponibilità della camera c’è. D’accordo, partiamo!
La Valle della Luna
Quando lasciamo la litoranea per dirigerci verso Aggius (il traghetto ci ha lasciati circa 60 chilometri fa a Porto Torres), giungiamo al Belvedere della Valle della Luna: l’incanto che si presenta ai nostri occhi bussa prepotente al cuore. La natura si mostra possente nella distesa di verde che ci carezza gli occhi, nei tronchi ruvidi delle sughere antiche piegate da un più atavico vento di maestrale, punteggiata dalle curiose forme delle colline di granito. Qua e là trattori in movimento attendono ai lavori che la vita di campagna necessita nei tradizionali “stazzu”. Ci godiamo per un po’ il panorama, poi ci avviamo alla ricerca del nostro “campo base” (così ci parrà di viverlo nei giorni successivi), ignari che si collochi proprio a pochi minuti da qui, nel panorama che stiamo ammirando.
Alberi Centenari
Arriviamo da Marino e famiglia baciati da un paesaggio collinare-bucolico davvero affascinante. Siamo talmente presi da quest’ambiente al punto di non accorgerci quasi della volpe che ci taglia improvvisamente la strada per darsi alla macchia né dell’enorme sughera che ci accoglie all’ingresso. Ce ne accorgiamo solo mentre scarichiamo i bagagli e chiediamo informazioni ai nostri ospiti su quanti anni abbia. Non ci sanno rispondere con esattezza perché l’albero è lì da prima del loro arrivo. Con buona approssimazione potrebbe avere circa un centinaio d’anni.
Poiché la cosa non pare aver molto peso nelle parole di chi ci accoglie, gli facciamo quest’obbiezione. La risposta ci chiarisce il dubbio: la zona è ricca di testimonianze d’antichi alberi. Ci viene consigliato di visitare a Tempio Pausania la quercia secolare che dà il nome al centro commerciale nella zona industriale, dove è anche possibile visitare uno dei molti sugherifici. A circa 40 minuti da Aggius, inoltre, c’è S’Ozzastru, un olivastro vivente che si stima abbia tra i 3000 ed i 4000 anni, circondato da altri alberi più “giovani” con solo un paio di millenni al proprio attivo.
La curiosità ci spingerebbe a recarci subito in visita da questi BarbAlbero di Tolkiana memoria, ma soprassediamo per un po’ di relax nella pace di questa campagna, con una piccola escursione ad anello di circa quattro chilometri “da casa a casa”. Avremo occasione di vedere i rispettabili vetusti nel corso dei prossimi giorni, compresa un’ennesima sorpresa suggeritaci quasi per caso: la foresta pietrificata di Martis.
Origini arcaiche
La Gallura si scopre colma di antichità che vanno spesso anche oltre nel tempo rispetto ai nostri amici alberi. Qua e là il territorio è disseminato di testimonianze d’antichi popoli, le arcaiche origini delle genti che qui vivono, magari perpetuando riti e tradizioni senza tempo nella vita di tutti i giorni. Questi luoghi, ad essere sinceri, non sono così immediati da trovare, ma se avete la fortuna di esservi un poco indirizzati come è capitato a noi, allora scoprirete un pezzo di Sardegna che non vi aspettavate. O forse, visto che le tradizioni di qui volevano la catena di monti del Limbara quale confine ideale tra “sardi” e “corsicani”, scoprirete un pezzo di Corsica…
Ma veniamo alle vestigia d’altri tempi: nel corso della nostra permanenza abbiamo alternato mezze giornate di relax in campagna o al mare (belle spiagge non troppo note al turismo come Badesi, La Marinedda, Isola Rossa distano solo una mezzora dalla Valle della Luna), a (mezze) giornate di approfondimento culturale.
Sulla strada che da Trinità d’Agultu porta ad Aggius (dove si colloca il Belvedere che abbiamo citato in precedenza e a circa 6 chilometri da esso), si trova il nuraghe Itzana. In buono stato di conservazione ha una struttura complessa che mescola le principali tecniche costruttive dei suoi colleghi nuraghe presenti in Gallura: a tholos e a corridoio. In Sardegna si conoscono ben 7000 nuraghe, di cui ben 22 nel comune di Tempio Pausania. Ed è proprio in questo comune che abbiamo visitato il nuraghe Majori, databile al XV-X secolo avanti Cristo. Entrare atraverso le sue enormi pietre di granito che sembrano posate lì chissà da quale forza sovrumana, incute un certo rispetto. Il rispetto poi si trasforma un poco in timore, quando entriamo nella buia stanza a tholos sulla sinistra, sul soffitto della quale si riposano dei piccoli pipistrelli che hanno preso alloggio in questa bat-caverna…
Esiste una teoria, abbiamo scoperto durante le nostre visite, secondo cui la Sardegna (ed in particolare la civiltà nuragica), potrebbe essere l’antica Atlantide, il continente scomparso. L’ipotesi è sicuramente fantastica, nei due significati di quest’aggettivo. Quel che è certo è che documenti per suggellarne la verità non ce ne sono perchè gli abitanti dei nuraghe pare non conobbero la scrittura.
Abbiamo già citato Luras in precedenza. Oltre agli olivastri millenari troviamo qui alcuni Dolmen, le antiche case degli antenati. Grazie ad una guida scopriamo anche il Nuraghe Agnu, la fonte sacra e le Tombe dei Giganti, attraverso un’escursione a piedi nei pressi di Nuchis, tra Tempio e Calangianus.
Per gli appassionati di storia (noi lo siamo diventati!), può essere interessante coronare e un po’ completare queste scoperte con la visita al museo archeologico di Perfugas ed al suo pozzo sacro. Perfugas è in prossimità del Lago Coghinas e della foresta pietrificata, per cui potrete decidere se tanta storia (e preistoria) può bastare e rilassarvi con le bellezze naturali.
Musei e storia recente
Quanti come noi avranno la fortuna di potersi dedicare dieci giorni di ferie, avranno anche l’occasione di conoscere la storia più recente, ma non meno affascinante di quella alle origini del tempo della civiltà nuragica e pre-nuragica. Le storie dei banditi di Aggius, su tutte quella del muto di Gallura, non soffriranno d’inferiorità dinnanzi agli immobili, pesanti ed enormi monoliti dei nuraghe. Ad Aggius è dedicato un intero museo a questo mondo di briganti per forza. Raccontata nel romanzo di Enrico Costa, la storia del muto di Gallura l’ho potuta leggere solo dopo la nostra vacanza, ma consiglio a chi scegliesse la Valle della Luna ed i suoi dintorni come meta vacanziera di leggerla prima. Il museo del banditismo è ben tenuto e svela un poco ciò che si cela dietro al comune modo di dire che associa i sardi al banditismo. A proposito di banditi sardi, visto che lui li visse sulla propria pelle, in Tempio Pausania (15km da Aggius), c’è l’agriturismo gestito dalla famiglia del rimpianto cantautore Fabrizio de Andrè.
Sempre Aggius ospita un altro museo, il MEOC (museo etnografico), che unitamente alla visita del museo etnografico di Luras ben presenta gli usi e le consuetudini di questa parte di Gallura.
Il nostro relax
Consigliati dal nostro anfitrione che pur fiero dell’origine bergamasca si è innamorato di questa terra al punto di suggerirne angoli nascosti e sperduti, ci siamo quasi scordati di essere venuti in vacanza qui per godere un sano relax. Abbiamo rimediato con un po’ d’ozio romano in veranda, bevendo latte di capra appena munto e osservando uccelli ed animali selvatici che di tanto in tanto facevano una comparsata in questa nostra avventura. Non abbiamo disdegnato nemmeno le spiagge, i cibi tipici (cinghiale e zuppa gallurese soprattutto) e abbiamo finito le nostre ferie quasi più stanchi di quando erano cominciate, ma certo più appagati. Ma speriamo che il nostro diario abbia dato qualche interessante spunto agli amici di Turisti per Caso per visitare la Gallura e tutta quella Sardegna che non è solo mare e Costa Smeralda.
Per quel che ci riguarda, non attenderemo più l’offerta di un qualche portale per ritornare alla Valle della Luna e rivelare ai nostri occhi ed alle nostre esperienze quello che ancora non abbiamo potuto vedere.