La ‘Rotta delle Emozioni’ è il percorso verde nel cuore del Brasile

Rotta delle emozioni.
Scritto da: wayan55
la 'rotta delle emozioni' è il percorso verde nel cuore del brasile

Alla scoperta del Brasile per un viaggio che non ha età. Parte seconda. Rotta delle emozioni, da Fortaleza a Sao Luis.

Dopo aver passato una settimana a Lençois, stato di Bahia, per visitare la chapada diamantina (vedi diario parte prima), con un volo della linea aerea Gol arriviamo a Fortaleza per fare il tragitto fino a Sao Luis, la così detta Rota das emoçoes, rotta delle emozioni. Il percorso ovviamente si può fare anche in senso inverso a seconda di dove vi troviate e dura circa dai 7 ai 10 giorni a vostro piacimento. Ci sono voli diretti dall’Europa verso Fortaleza, che non ci interessa visitare, per cui dormiamo lì solo una notte e al mattino verso le 8.00 ci aspetta il bus-transfer che ci porterà a Jericoacoara.

Tappa 1 – Jericoacoara

Il transfer che abbiamo scelto è quello della vemparajeri.com, circa 40 euro, ottimo. È un bus che passa da tutti gli alberghi che si trovano sulla “orla”, sul litorale, ragion per cui dovrete pernottare qui, a meno che non prendiate un transfer direttamente dall’ aeroporto. Noi eravamo al Maredomus hotel, mediocre, lo sconsiglio, c’è sicuramente di meglio. Il viaggio in bus dura quasi 5 ore, 4 ore per arrivare a Jijoca de Jericocoara; da qui si scende, si compila un modulo, si paga l’ingresso al parco (fatelo subito, la fila è lunga e l’organizzazione poca), e si sale sulla jeep per arrivare alla destinazione finale che è Vila de Jericoacoara (d’ora in poi Jeri) che essendo una cittadina edificata sulla sabbia è accessibile solo con jeep o qualche suv temerario 4×4. Se arrivate a Jojoca in auto troverete i parcheggi dove lasciarla per poi proseguire in jeep. Apro una parentesi sul viaggio in bus. Premesso che sia io che mia moglie abbiamo padronanza della lingua, la guida presente sull’autobus, tale Marcelo, che ci ha illustrato cosa fare e vedere a Jeri, è stata una delle persone più esilaranti che io abbia conosciuto. Volate in un amen le 4 ore di viaggio. Oltre a ristoranti vari e attrazioni, Marcelo illustra e vende, senza sovrapprezzo e nessuna insistenza, le 2 classiche escursioni a Jeri, quella a est della città e quella a ovest. Noi abbiamo scelto quest’ultima, semplicemente ci attraeva di più. Ma torniamo al viaggio in jeep: sballottati per 30 minuti su pista di pura sabbia si arriva a Jeri e la jeep ti lascia davanti alla pousada o hotel che avete prenotato. Ora Jeri è formata da 3 vie parallele che la attraversano da est a ovest dove si trovano tutti i bar e ristoranti. Non alloggiate in queste vie, è un inferno. Noi siamo stati nella pousada Bangalò. Stanze pulite, bagno pure, bel giardino rilassante con amaca, colazione ottima e la signora Ana squisita. Forse non troppo luminose ma fresche e a solo a 5 minuti a piedi dalle vie centrali; consigliato, prezzo onesto.

Cosa fare a Jeri? Beh di sera si passeggia tra le vie piene di negozietti e si mangia pesce e aragosta in buoni ristoranti e di giorno, oltre alle nominate escursioni, si può fare passeggiate sulle dune vicine o fino a pedra furada; ricordatevi di usare assolutamente un forte protettore solare! Ovviamente si può stare nella spiaggia principale sotto un ombrellone o in uno dei bar a solazzarsi bevendo una caipirinha o un altro intruglio brasiliano.

Finiti i 3 giorni a Jeri proseguiamo sulla rotta delle emozioni: prossima tappa Parnaiba.

Tappa 2 – Parnaiba

Per arrivare qui e poi proseguire per Barrerinhas consiglio vivamente di organizzare il tutto con la Rota Combo (vedi sito). Noi abbiamo preso il transfer Jeri-Parnaiba, la gita sul fiume ed il transfer per il giorno dopo per Barrerinhas. Se volete da lì vi portano anche a Saò Luis. Parnaiba si trova sul fiume omonimo nello stato del Piauì che ha solo una sessantina di km di costa.

La città in se stessa non dice molto ed infatti a Parnaiba ci si ferma per un’unica ragione: vedere al tramonto l’arrivo dei guaras, gli ibis, nel delta del fiume. A Parnaiba abbiamo alloggiato all’hotel Aveiro: consigliatissimo, pulito e ottime tapiocas per colazione. Nella stessa via c’era un buon ristorante ma chiuso per lavori. Purtroppo mi viene da dire perchè eravamo un po’ stanchi ma a volte certi piccoli inconvenienti si tramutano in fortunate cene. La padrona dell’hotel ci chiama un uber e ci consiglia il ristorante Mangata, a 10 minuti d’auto. Mangiato buonissimo pesce in un bell’ambiente, uno dei migliori ristoranti del viaggio per me. Al mattino del giorno seguente si visita l’insignificante cittadina e nel primo pomeriggio un mini bus ci viene a prendere per portarci in circa 30 minuti al Porto dos Tatus da dove parte la piccola barca che ci porterà al delta. Il viaggio sul fiume, che fa da divisione tra gli stati del Piauì e Maranhao, è piacevolissimo; peccato solo che per le troppe zanzare, a detta del barcaiolo, non si entri con la barca nei piccoli anfratti della foresta. Arrivati al delta si scende su un isolotto con delle dune immacolate di sabbia. Si passeggia a piacimento e si gode dello spettacolo stupendo del delta. Bagno per chi vuole senza pericolo. Verso le 17 si riparte e dopo 10 minuti ci si ferma al largo di una piccola isola verdissima aspettando l’arrivo dei guaras con altre 3 barche. Attesa di 10 minuti e non succede alcunché. Ho sinceramente pensato: eccomi qua a guardare il nulla! Invece a poco a poco 10, 20, decine, centinaia di guaras/ibis rossi (a causa dei granchi di cui sono giotti) raggiungono l’isola per tornare ai loro nidi. Tutti i giorni dell’anno alla stessa ora, loro tornano sempre sulla stessa isola, tra le tante del delta, dopo essere andati in giro a procurarsi cibo. Ci hanno detto che hanno scelto quell’isola perchè non ci sono predatori. Comunque lo spettacolo è incredibile: la verdissima isola ora appare di un rosso intenso! Con un tramonto mozzafiato si ritorna in città.

Tappa 3 – Barrerinhas

Il giorno seguente, molto presto quindi si salta la colazione, un transfer ci porta in 4 ore a Barrerinhas. Questa piccola turistica ma ancora genuina cittadina del Maranhao è sicuramente la migliore base per visitare le dune del parco nazionale dei lençois (lenzuoli). Alloggiamo all’hotel Rio Barrerinhas, 10 minuti a piedi dal centro, buon rapporto prezzo/qualità con giardino, piccola piscina e sdraio sul fiume. Per le gite non avevamo prenotato niente vista la bassa stagione. Mi affido all’agenzia Sao Paulo in centro, e contratto per l’indomani pomeriggio un giro in barca sul rio preguiças ed il giorno dopo l’escursione in jeep a laguna azul e nel pomeriggio a laguna bonita. Un’altra laguna molto bella, di cui però non ricordo il nome, mi viene sconsigliata per mancanza d’acqua (come per chapada diamantina il periodo migliore per vedere i lençois è dopo il periodo delle piogge quindi giugno/luglio). La gita sul rio preguiças è stata molto interessante e rilassante. Si incontrano simpatiche scimmiette a Vassouras, si sale al faro di Mandacaru da cui si gode una bella vista e si arriva alle dune di Carubè situate tra il fiume ed il mare per una bella passeggiata. Volendo la barca arriva fino ad Atins villaggio una volta hippy tipo Jeri ma più spartano molto adatto per i wind-surfisti. È arrivato il giorno delle gite per osservare i famosi lençois. Anche con poca acqua vi assicuro che il posto è meraviglioso e le emozioni molto forti (ricordatevi crema solare e costume). Non saprei quale scegliere tra laguna bonita e azul: sono ambedue spettacolari. Il discorso logistico vale per entrambe: la jeep vi viene a prendervi alla pousada all’orario stabilito, si esce dalla città, si sgonfiano le gomme e si viaggia una mezz’oretta sulla sabbia in una vegetazione lussureggiante. La jeep è aperta e ci si siede sopra ma ricordatevi di stare sulle panche davanti; la vostra schiena a fine viaggio vi ringrazierà. I 2 luoghi comunque hanno un’attrattiva diversa e danno sensazioni differenti. Si arriva presso le lagune, due passi a piedi e voilà lo scenario che si apre davanti a voi è unico. Staccatevi dalla massa, perdetevi tra le due e nuotate nei lençois, ad ognuno poi le proprie vibrazioni. Alla sera stanchi ma felici torniamo al ristorante del giorno prima senza ombra di dubbio. Il mangue è infatti il ristorante dove poter mangiare un’ottima aragosta o del buon pesce in un ambiente tranquillo, per niente lussuoso (i tavoli sono delle canoe di legno) e con della ottima musica brasiliana. Prezzo della cena con l’aragosta 20 euro a testa. Non si trova sulla “orla” ma in un vicolo vicino e ci si arriva comunque a piedi dalla pousada.

Lasciata a malincuore Barrerinhas, prenotiamo attraverso la pousada un transfer per Sao Luis ed in 4 ore arriviamo. Evitiamo gli albergoni della orla ed alloggiamo all’hotel Portas da amazona nel centro storico. Se avete un nemico mandatelo lì! Una schifezza unica: l’hotel è antico ed è in ristrutturazione (le foto che vi fanno vedere sono fuorvianti). La prima camera che ci hanno dato aveva 2 dita di polvere ovunque. Se stanno ristrutturando prima che arrivi il cliente dovrebbero almeno spolverare. Ma non è tutto! Era proprio sporca di suo, cuscini con evidenti macchie e bagno appena passabile. Siamo stanchi e non cambiamo. La camera del giorno seguente era un po’ meglio ma sempre con sporcizia in vari posti. Ripeto, la tentazione di cambiare è stata forte; almeno i cuscini però li abbiamo fatti sostituire. Ciliegina sulla torta: il padrone è italiano ma l’abbiamo visto solo di sfuggita, buon per lui. Sao Luis città patrimonio UNESCO è stata una delusione. È tutto fatiscente, molto sporca ed in fin dei conti con poco da vedere. Sarebbe da ristrutturare in toto. Avendo solo un giorno abbiamo preso una guida, agenzia Darlan. Molto bravo per carità ma in effetti ripeto c’è poco da visitare e potete farlo anche da soli. Le serate nel quartiere storico invece sono state molto animate con la classica allegria e musica brasiliana.

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