La romana split o spalato?
Sarei ridondante se scrivessi che gli imprevisti sono il sale dei viaggi… Ma ieri, il nostro team: io, Rossho, Charly, Pedro e la new entry argentina Luly, pronti con gli zaini sulle spalle, carichi, riceviamo la notizia che nel nostro treno per Belgrado non ci son più posti…
Dopo aver valutato altre mete decidiamo di prenotare gli ultimi 5 posti per il giorno successivo e ci proiettiamo subito in spiaggia a Cervia per rilassarci un pò… 08. 08. 2008 Bologna (ITALIA) Quando il mio zaino mi abbraccia mi sento più vivo, più forte. Mi sento quello che vorrei essere per tutta la vita: un cane randagio che gironzola un pò qui e un pò lì ammirando tutto ciò che lo circonda, senza dar fastidio a nessuno. Come una piccola ape che succhia il nettare un pò da un fiore, un pò da un altro nel variegato campo che è il mondo! [Rossho]: Come tutte le partenze viene da chiedersi perchè e per dove. Io dico perchè no e per dove viene. Ci si sente dentro un nuovo quadretto della nostra insistente vita. Anche se piccolo però il grande Monet in un 3×5 ci infilava dei capolavori. Il mio è un augurio, augurio di conoscenza, di appartenenza; ci sarà Belgrado ancora, punto di snodo di due mondi. Da lì poi decideremo le tappe successive… E’ bello ritrovare vecchi e nuovi amici. Intanto io cambio le corde alla mia chitarra, I’m gonna write another travelling song. 09. 08. 2008 Venezia (ITALIA) Dopo così tanto tempo è bellissimo trascorrere del tempo con i miei amici o mio fratello, persone con cui in passato ho vissuto momenti stupendi, avventure ed aneddoti in giro per il mondo, di quelli che racconti con estremo piacere nelle serate con gli amici davanti ad un drink.
Ritorniamo a Venezia. Ogni volta questa tappa segna l’inizio di un nuovo viaggio, una nuova avventura.
Passeggiavamo per gli affollati vicoletti dalle mille lingue e mi ritornava alla mente quando 5 anni fa, col Rossho e Gabriele, un pò timorosi, eravamo nello stesso posto, impauriti perchè la Serbia ci spaventava… Rieccoci qui per l’ennesima puntata… Chissà cosa succederà stavolta! [Luly Grzyb da Buenos Aires, Argentina]: Questo è il tipo di viaggio che piace a me. Ovunque andrai non saprai cosa ti accadrà! 10. 08. 2008 Belgrado (SERBIA) La notte in treno è trascorsa molto meglio del previsto coccolati dal nostro controllore factotum Zoran.
Dividiamo la cuccetta con una coppietta di giapponesi di Osaka, un pò rimbambiti, i classici tipi che quando ci parli ti danno sempre l’impressione di non avere la minima idea di dove si trovino… Addirittura quando il controllore, per sbaglio, sequestra loro l’Eurail ticket, a bocca aperta, guardandomi stupefatto, invece di discutere e farsi restituire il proprio biglietto, mi continuava a dire: “Unbelieveble”. Alla fine gli abbiamo dovuto risolvere noi il problema… Ci svegliamo a Šid-ШИД, confine tra Croazia e Serbia. La gente comincia a cambiare, il paesaggio pure, attraversiamo piccole stazioncine dalle sbarre piegate in due mentre i ragazzini lavano i parabrezza delle auto in fila…
Le vecchiette dai volti scavati dalle rughe, chissà quante ne hanno passate, sedute tranquille, coi fazzoletti che avvolgono i capelli bianchi, lavorano all’uncinetto.
[Rossho]: E domani si va in Bosnia… Oggi è stata una giornata piena piena… Abbiamo rivisto Marjia che ci ha chiesto di trovarle un posto come badante in Italia… Assurdo… Quanto la vita può essere ingiusta… Da noi ragazze raccomandate e saccenti, senza esperienze di vita fanno i magistrati… E qui dobbiamo sentire queste richieste da persone così speciali… Assurdo… Quant’è cambiata Belgrado dall’ultima volta… Migliorata, occidentalizzata, modernizzata, globalizzata… Cammini per la stupenda via principale e sei circondato da negozi tipo: Zara, Terranova, Nike… Ma perchè una nazione non può avere una propria identità, un proprio ego e c’è sempre questa continua corsa a cercare di essere tutti uguali, come ad avvalorare l’antico detto: “Ogni mondo è paese!” 11. 08. 2008 Sarajevo (BOSNIA-HERZEGOVINA) Scrivo da uno sgangherato bus bosniaco. Ebbene sì, viaggiamo verso Sarajevo, questa città che per tanto tempo abbiamo sentito nominare dai telegiornali, protagonista di un’infinita guerra.
Stiamo andando proprio lì e per un militare come me è molto emozionante, soprattutto perchè la Bosnia è ancora oggi un territorio dove il nostro contingente opera! Lungo la strada mentre costeggiavamo l’aeroporto ho visto un aereo decollare e pensavo tra me e me: “Questo tra un’ oretta e mezzo sarà già in Italia!” Noi dal confine ne abbiamo impiegato più di quindici! Adoro viaggiare in questo modo, scoprire ogni posto partendo dal basso, sicuramente più faticoso e duro per i nostri corpi ma più prezioso per le nostre anime…
Ci muoviamo come si muovono loro, mangiamo le stesse cose loro, anche questo è vivere il posto che ti ospita! Questo bus mi ricorda tanto quello preso dal Messico per il Belize, tranne per la musica che qui è una triste litania gitana-slava e le persone non hanno il sorriso perenne di quei neri ma smunti visi scavati dalla sofferenza! Il controllore, come tanti altri, ci parla in serbo quasi come se noi lo capissimo, ho l’impressione che davvero credono di essere ancora un impero, quello per cui Tito aveva tanto lavorato, ma nel frattempo, mentre Karadžić (dittatore accusato di tanti crimini contro l’umanità) viene arrestato e qui organizzano manifestazioni e proteste contro quest’azione. Un viaggio estenuante in bus, pochi chilometri percorsi in quasi 8 ore… Ogni tanto il bus si fermava, caricava gente, scaricava altre, controllava i pneumatici, si fermava dal meccanico, poi a mangiare…
La Bosnia mi ha colpito tantissimo. Ti aspetti di trovare rovine, palazzi crollati per i bombardamenti e invece… Il paesaggio da Belgrado a qui: un misto di Alpi e Finlandia. Tante verdi colline, alberi, pascoli con mucche, pecore, fiorellini… Mi aspettavo una seconda Macedonia, anzi pure peggio e invece rimango a bocca aperta una volta qui… 12. 08. 2008 Sarajevo (BOSNIA-HERZEGOVINA) Sicuri che c’è stata la guerra qui? Beh, in periferia, molti palazzi portano i segni, le ferite di un conflitto appena passato e che deve essere cancellato ma qui…
Ieri sera chiacchieravo con Samra, una simpaticissima bosniaca, e quando le ho chiesto se sapeva indicarci un museo sulla guerra mi ha proprio gelato dicendo: “Sinceramente non lo so, stiamo cercando di dimenticarla!” Ieri, appena arrivati abbiamo cercato subito un ostello… Che avventura! Il nostro dormitorio era immerso in una traversa buia vicina ad un cimitero senza nemmeno una piccola indicazione… Faremo bene a fidarci? Se il “guercio” non ci avesse accompagnati con il furgoncino non l’avremmo mai trovato…
La gente almeno è simpatica. Ci son vari gruppetti di australiani, svizzeri, tedesche con cui abbiamo trascorso un pò di tempo a ridere e scherzare! Il centro storico mi ha colpito molto, così pieno di gente, turisti non troppi, e zeppo di ragazze meravigliose. Sinceramente mi aspettavo di trovare un misto di Israele (per lo spiegamento di forze militari) e Macedonia (perchè la popolazione è slava-musulmana). Solo quest’ultima mia aspettativa coincideva anzi era impressionante vedere quelle ragazze dai corpi longilinei, visi angelici, occhi di ghiaccio ma col capo coperto dal velo…
Abbiamo conosciuto un pò di ragazze del posto, musulmane senza velo, molto socievoli, persone che avevano vissuto la guerra sulla propria pelle, sebbene bambine. Raccontavano di rifugi, di unioni, comunità: “Quello che era mio è anche tuo!” Ragazze i cui padri son stati chiamati a combattere e che hanno potuto riabbracciare solo 4 anni dopo, al termine del conflitto, le più fortunate! Ricordiamo che sono morte tante di quelle persone che i cimiteri non avevano nemmeno più spazio, allora hanno cominciato a seppellirli nei campi da gioco che qualche anno prima (1984) avevano ospitato le Olimpiadi Invernali. Che beffa! Un campo che rappresenta il simbolo della pace del mondo e poco dopo si trasforma in un luogo di riposo eterno causato dalla guerra! La zona Olimpica, o ciò che ne rimane, l’abbiamo vista durante il tour by bus fatto con Jasna ed Emira, due ragazze conosciute il primo giorno e che ci hanno aiutati a ritrovare la strada per il nostro ostello! Jasna in particolare è una ragazza stupenda tanto che ha fatto breccia nel cuore del mio amico portoghese convincendolo a restare a Sarajevo! Il tour ci ha mostrato i dintorni della città, mi ha colpito molto vedere il luogo dove nel 1914 fu assassinato l’erede al trono Francesco Ferdinando e che, come sappiamo, scatenò la prima guerra mondiale! Passeggiando per il centro, ogni tanto ci faceva da sottofondo le lagnose litanie del muezzim dal minareto… 13. 08. 2008 Mostar (BOSNIA-HERZEGOVINA) Siamo nella sala d’attesa della stazione dei bus di Sarajevo. Questo è quando si dice che nei viaggi puoi tratteggiare una linea guida più o meno indicativa ma, alla fine, non la seguirai mai… Avevamo deciso di partire domani per Split ed invece ci ritroviamo ora ad aspettare un bus per Mostar… Dopo aver conosciuto tre allegre ragazze bolognesi abbiamo deciso di seguirle e fare il viaggio di ritorno con loro… Loro by car e noi, in parallelo, in bus…
Peccato che, poco fa, in tram, mentre ci recavamo qui, io e Charly siamo stati “pizzicati” dal controllore perchè non avevamo obliterato il biglietto… Che bastardo! Ci hanno trattato come due ladri, un controllore s’e’ posto ad ostruire un’uscita e idem l’altra; dopo aver fatto uscire tutti, hanno fatto fermare il bus e ci hanno iniziato a minacciare che se non avessimo pagato la multa avrebbero chiamato la polizia. Io che cercavo di spiegare che non l’avevamo obliterato solo perchè non avevamo visto la macchinetta e che stavamo per lasciare la Bosnia quindi il biglietto non timbrato non ci sarebbe servito a nulla, questo per fargli capire che non l’avevamo fatto per furbizia. Ma lui da una parte tremava, dall’altra sembrava godere di trattarci male. Alla fine, per quieto vivere, paghiamo e ce ne andiamo. Che peccato lasciare Sarajevo, una città che ci aveva colpiti per la cordialità della gente con questa disavventura! [Rossho]: Hai presente quando ascolti una canzone… La canti, la balli un pò, te la godi insomma… Poi arriva la fine e torni a sentire il rumore ella strada… Io mi sento proprio così… Dopo diversi bei momenti a Sarajevo ci si sente presi ed avresti voglia di rimanere (qualcuno l’ha fatto), ora è solo il rumore dell’autobus per Mostar e tanti pensieri sparsi per i Balcani.
La guerra… Vedere queste persone così socievoli, sorridenti… Non sembra mai esserci stata… Eppure ci sono troppi cimiteri e case forate da proiettili per non crederci… L’umanità mi fa proprio ridere… Meriterebbe di scomparire per le cazzate che fa… Sentire parlare di questo con i diretti interessati è unico… Parlano di rifugi, di anni passati all’estero da parenti o amici, di veli da indossare, di divinità più alte di altre, esiste un Dio più Dio di altri? Ieri una 17enne si diceva convinta di questo, Allah è il più grande di tutti.
E’ triste notare la disparità… Cos’è l’uguaglianza e cosala diversità… Me lo chiedo spesso, ma qui, ad ogni angolo c’è un’evidenza del problema… Come si campa con 100 euro al mese? Perchè loro devono pagare un visto per entrare in Italia e noi no? Perchè una donna trova giusto indossare un velo integrale e un’altra no? Sono pensieri criminosi da qualche parte nel mondo, quindi meglio tenerseli per sè… Sono confuso, ecco perchè continuerò a viaggiare per queste terre, non esiste un’unica strada che porta alla verità… Non può… Quindi credo che ci ritroveremo tutti alla fine di questo bivio e tireremo le somme, forse al tavolo di un bar mangiando un kebab e bevendo yogurt… Un pensiero va a Pedro che si è lasciato tirare dalla vita… Così come viene, quanto lo invidio… E’ raro vedere questi cambi di rotta e forse di vita… Ma sono cose fantastiche…Mi sento così piccolo e inutile davanti a questo fiume in piena, mi sembra di stare sempre lì lì per affogare, e mi succede sempre quando mi confronto con nuove culture… Forse dovrei smettere di farlo… Torno sempre un pò più usurato…
La nostra vita è veramente poca senza emozioni… Tanto di cappello a questa gente che cade e si rialza fiduciosa, c’è ancora troppo da imparare e come dico spesso: “i poveracci siamo noi!” 14. 08. 2008 Mostar (BOSNIA-HERZEGOVINA) Dopo un paio di ore e mezzo arriviamo a Mostar. Una città sentita così tante volte al TG durante la guerra ma anche qui, oltre a qualche vecchio rudere, non si avverte per nulla la sofferenza di una dura guerra vissuta solo pochi anni fa.
Ci viene a ricevere un ragazzotto vestito molto miseramente che se non avesse detto i nostri nomi non l’avremmo mai seguito…
Ci fa attraversare vicoletti disabitati finchè giungiamo all’ingresso di un garage. Chiama un tizio che viveva nella casa sovrastante e insieme aprono questo scantinato, improvvisamente un vero e proprio ostello abusivo si anima davanti ai nostri occhi. Devo ammettere però che era veramente carino, pulito e nuovo.
La periferia del centro non è nulla di che. Un’unica stradona piena di brutti ceffi che ogni tanto ci lanciavano qualche occhiataccia. Siamo lontani dal bel corso di Sarajevo, dalle ragazze che sfilavano sotto i nostri occhi…
Passiamo accanto a varie moschee, cimiteri con centinaia di lapidi diverse ma accomunate tutte dalla stessa data di decesso: 1993.
Una data che, come ammoniva una pietra vicino al celebre ponte, non deve essere dimenticata! Proseguiamo il nostro giretto dopo aver gustato un altro ottimo “cevapi” fino al ponte.
L’atmosfera cambia improvvisamente, la piccola stradina di acciottolati diventa un luna park per gli amanti dei souvenirs.
Ci intrufoliamo nel cortile di una moschea e in lontananza vediamo uno spettacolo meraviglioso: il ponte del 15° secolo, interamente ricostruito nel 2004 dopo essere stato abbattuto nel 1993.
Cade un altro pregiudizio dopo i rifugiati palestinesi di Amman, ora pure i musulmani bosniaci li vedo sotto un’altra luce.
Però: sei a Belgrado a casa di Ana e dei suoi amici e ti descrivono questi islamici come degli efferati assassini, vieni qui, parli con Smara, Jasna ed Emira ed ascolti l’altra campana, un pò come mi successe in Vietnam, e le tue idee prima chiare ora cominciano a confondersi… Dov’è la verità? Al tramonto la piccola cittadina si trasforma in un presepe vivente con quelle luci così caratteristiche che illuminavano le varie moschee ma soprattutto il maestoso ponte. Charly e Luly si rilassano sdraiati in riva la fiume, il Rossho gironzola in cerca di qualche oggettino tipico per le sue donne, io annoto i miei ultimi pensieri seduto sul mitico ponte mentre sparuti turisti mi passano davanti… Chissà Pedro che combina a Sarajevo, mi piacerebbe, un pò come avviene a “Turisti per caso”, lanciare il collegamento in diretta dalla capitale bosniaca! Piccola curiosità: in tutti i locali dove abbiamo pranzato non servivano mai la birra e quando oggi ho chiesto il motivo mi hanno risposto con la spiegazione più semplice del mondo: “Siamo musulmani noi!” 15. 08. 2008 Mostar (BOSNIA-HERZEGOVINA) In serata abbiamo conosciuto delle ragazze slovacche, compagne di ostello. Usciamo con loro e una coppia di loro amici bosniaco-sloavacchi.
Abbiamo chiacchierato a lungo bevendo un drink in un romantico localino vicino al mitico ponte. Marko, il nome del loro amico, ci raccontava di tanti aneddoti della guerra, di come hanno vissuto quei terribili anni, ci ha mostrato una strada i cui edifici erano ancora distrutti, trafitti da migliaia di buchi, rimarrano così per chissà quanto tempo, il governo vuole tenerli in quello stato quasi come un monito, ricordo di ciò che c’è stato! In ostello, sorseggiando il mate argentino preparato dalla cara Luly, abbiamo continuato i nostri discorsi fino a tardi. Quanto adoro confrontarmi con persone di altre culture…
[Jana Siskova da Bratislava, Slovacchia]: We spent a nice evening with you. We wish you all the best in your next adventurous trips and maybe see you somewhere in the other part of the world! 16. 08. 2008 Spalato (CROAZIA) Con un forte abbraccio e due baci sulle guance il nostro gruppetto dei Balcani si divide…
Il Rossho e Luly proseguiranno per Medugorie e poi Dubrovnik, Pedro via sms mi avvisa che è ancora a Sarajevo con Jasna e non sa quando ritornerà e questo la dice tutta, potrebbe pure riassumere il senso di un viaggio. Noi con le tre simpatiche bolognesi, in auto, ci dirigiamo verso Spalato.
Silvia, Marina e Sara son tre tipe in gamba, mi ha colpito tanto la loro organizzazione e armonia. Mi rivedevo nove anni fa al mio primo inter rail! Il trasferimento nella “comoda” Clio è stato divertentissimo! Split, Spalato per noi italiani mi ha ricordato molto Alicante. Porto di mare, affascinante, brulicava di turisti, i classici vacanzieri di mare… Tanto diversi dai mille back-packers interessanti incontrati quotidianamente in questi giorni nei veri Balcani! Una cosa che mi ha fatto molto pensare è stato vedere queste tre bolognesi mentre salutavano una coppietta di amici loro incontrati sul traghetto e si scambiavano velocemente commenti sul viaggio che volgeva al termine… Due mondi a confronto: il primo delle tre avventuriere in auto, dall’aspetto un pò trasandato, vestite molto casual e comode, coi piedi sporchi, le mani non curate… Il secondo, quello della coppietta, puliti, profumati dagli oli del loro hotel, con pochissime cose da raccontare sennò del sole preso sdraiati in piscina, al contrario delle mille avventure delle mie nuove amiche…
In disparte osservavo la scena e me la ridevo sotto i baffi.. Pensavo e godevo soddisfatto di appartenere al primo mondo! La Croazia è alle nostre spalle e il lento ondeggiare di questo enorme traghetto (Jadrolinija) ci accompagna a salutare un’altra meravigliosa settimana della nostra vita che come al solito abbiamo cercato di vivere nel migliore dei modi che conosciamo: “intensamente”! 17. 08. 2008 Ancona (ITALIA) Ho sentito il Rossho: è sul traghetto e tra un’oretta arriva a Bari.
Luly è rimasta ad attendere Pedro a Mostar che nel frattempo è ancora a Sarajevo ma pare sia in partenza…
La nostra nottata sul traghetto è stata bellissima, quasi romantica… Dopo esserci accampati da veri inter railers con materazzini, sacchi a pelo sul ponte e dopo aver cenato con le ultime cose rimaste alle ragazze ci siamo addormentati sotto un cielo meravigliosamente stellato, reso ancora più unico dalla luce della luna piena…
Mi ha svegliato Silvia alle sette, siamo già arrivati ad Ancona! Hvala Balkan