La Provenza Romana

In giro tra Saint Remy de Provence, Arles, Nimes, Pont du Gard...
Scritto da: Fabio D''amico
la provenza romana
Partenza il: 26/09/2013
Ritorno il: 28/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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La Provenza Romana presenta resti romani di alto pregio, soprattutto gli anfiteatri sono magnificamente conservati e gli archi di trionfo dove sono scolpite interessanti scene di guerra. La presenza di anfiteatri, circhi e teatri fa si che il soggiorno in Provenza dà la sensazione di stare a Roma dove ci sono gli stessi elementi. Forse la vera unità politica dell’Europa era quella che i Romani si apprestavano a creare se la Repubblica non fosse caduta sotto i colpi dei barbari che i Romani avevano per tanti secoli tenuto a bada.

La Provenza Romana ci ha sempre affascinato e utilizzando un offerta Ryanair che costava 34 e a persona andata e ritorno abbiamo voluto soddisfare il nostro desiderio. Abbiamo fatto questo giro: Marsiglia aeroporto-Saint Chamas-Saint Remy de Provence-Les Baux-Arles-Nimes-Pont du Gard-Orange-Vaison le Romaine-Marsiglia aeroporto. Cercherò di dare delle informazioni che non ci sono sulle guide ma che può sapere solo chi ci è stato di persona.

26-09-13 Aeroporto-Sant Chamas-Leas Baux-St Remy

17.30 Arrivo. Auto Opel Meriva a gasolio con Thrifty e andiamo a vedere il ponte romano di Saint Chamas, il ponte Flaviano che è molto bello specialmente i due archi monumentali di accesso. Ai lati della strada romana che passa sul ponte ci sono degli accumuli di calcare che, per quanto ci sforziamo, non riusciamo a capire perché sono la perché levano spazio al passaggio dei carri. Andiamo poi verso S.Remy dove venne ricoverato Van Gogh per problemi mentali. Il paesello è piccolino, tranquillo ma nulla di che. Allora procediamo verso le Baux che pare sia la seconda località visitata dopo Mont San Michel. Nulla da vedere a parte il paesino medievale rifatto pieno di negozietti e ristoranti, Come i centinaia che abbiamo in Italia. Il castello è tutto diroccato e si può fare a meno di vederlo.

27-09-13 St Remy-Glanum-Arles-Nimes

Vicino a St. Remy ci sono le rovine gallico-romane di Glanum. La visita dura 1 ora e mezza. Splendida visita perché ci sono tutti gli elementi di una città romana, le Terme, il Forum, i Templi votivi, le Domus dei ricchi e dei poveri, i Magazzini per la conservazione dei cibi, la Curia, la Basilica, c’è perfino un pozzo con le scale di ispezione e che raccoglie ancora l’acqua piovana ed una Fonte sacra. Cosa importante è che le rovine non sono recintate ma si può andare dovunque fra le domus. Il parcheggio è a pagamento ma lasciando Glanum sulla sinistra, provenendo da St Remy, c’è uno spazio ampio sulla sinistra che coincide con la fine del villaggio antico. Là abbiamo lasciato la macchina senza problemi. Dall’altra parte della strada ci sono due monumenti detti Les antiques e cioè un arco di trionfo che era l’ingresso della città gallo-romana ed una tomba di un cittadino di Glanum dove sono riportati bassorilievi di battaglie con scudi, spade, elmi e altre armi. Le spiegazioni sul piazzale dove sorgono i due monumenti sono più che sufficienti per capire a cosa si riferiscono. E’ stato individuata un’opera di Van Gogh che ha dipinto i monti alle spalle delle rovine di Glanum ma che quando il pittore era in vita erano ancora sepolte fino al 1921, anno degli scavi sistematici per riportarle alla luce.

Andiamo poi ad Arles. Ma prima di arrivare vediamo un cartello che indica l’acquedotto romano a circa 5 km da Arles. Svoltiamo a sinistra e dopo qualche svolta e circa 10 km arriviamo all’acquedotto ancora in piedi. Non è molto alto ed è immerso nelle erbacce e nei cespugli ma questo gli conferisce un certo fascino come un incisione del Piranesi. Percorriamo sui due lati l’acquedotto. Da un lato finisce con un ruscello che ci ingegniamo a superare prima di scoprire che a dieci metri c’è un comodo ponticello dopo il quale però non rimane nulla dell’acquedotto.

Dal lato opposto si cammina un po’ di più, e si finisce in un tunnel che probabilmente era lo specus che portava l’acqua prima della depressione a cui faceva fronte l’acquedotto. Entriamo nel tunnel lungo circa 50 m che finisce in un dirupo ai piedi del quale ci sono campi coltivati.

Soddisfatti dell’acquedotto, arriviamo ad Arles dove parcheggiamo senza problemi in un parcheggio gratuito all’esterno di una porta medievale. Andiamo a vedere l’anfiteatro che dista 100 metri dal parcheggio. La passeggiata è piacevole anche se è costellata da bar e ristoranti che non consentono l’uso della toilette se non ai propri clienti. Facciamo un biglietto cumulativo per l’anfiteatro ed il teatro romano. L’anfiteatro viene tuttora usato per le corride. La parte alta è crollata ma le strutture ancora in piedi sono possenti. I vomitorium sono ben conservati così come la galleria in alto. Si può salire in cima ad una torre medievale che fa da contorno all’anfiteatro. Bellissima una incisione del 1660 che mostra le case che erano state costruite sull’arena divise da anguste stradine, sempre all’interno dell’arena. Col tempo si impose di non costruire più, poi che non venissero più riparate le case crollate e poi si bonificò completamente il posto. Da notare che, come gli altri teatri ed anfiteatri, la cavea è stata coperta da sedili in legno per consentire lo svolgersi di spettacoli teatrali o della corrida. Questa sovrastruttura dà un po’ fastidio e appare meglio il teatro di Sagunto (vicino a Valenzia) dove la cavea è stata ricostruita ma non oscurata dai sedili.

Il teatro romano è lì vicino ma rimane solo parte della cavea, il resto è restaurato o scomparso. Il Teatro si può benissimo vedere da fuori senza fare il biglietto cumulativo.

Di Van Gogh che visse a lungo ad Arles, non è rimasto nulla eppure dipinse qui 200 quadri ma nessuno è rimasto ad Arles. Curioso un dipinto con dei balli e l’anfiteatro sullo sfondo che è ora in Russia. Una lettera di Van Gogh ad un amico diceva che aveva visto una Corrida di tori ma nessuno li voleva affrontare perché erano molto numerosi.

Facciamo il pieno di gasolio a 1348 €/L facendolo uscire anche dal serbatoio che evidentemente non era pieno quando ci hanno consegnato la macchina.

Alle 15 ci dirigiamo verso Nimes che dista 25 km circa. Arriviamo dopo 20 minuti e parcheggiamo proprio vicino all’anfiteatro romano. La sosta costa 30 c€ per ½ ora fino alle 19 e poi è gratuito. E’ inutile perdere tempo a cercare un parcheggio libero perché tutto il centro è presidiato da parchimetri. Andiamo alla scoperta dell’arena. Facciamo un biglietto cumulativo per le 4 cose da vedere a Nimes e Orange, l’Arena, il Tempio quadrato e la Torre Magna a Nimes ed il Teatro a Orange e paghiamo 13 euro, poco perché gli insegnanti pagano il biglietto ridotto. Non come la Spagna dove non si paga nulla né come l’Italia dove si paga tutto anche se recentemente hanno parlato di qualche sconto per le scuole. Il biglietto intero costa 18 euro. Comunque nel biglietto è compresa l’audioguida per l’anfiteatro di Nimes e per il teatro di Orange.

L’anfiteatro di Nimes è stupendamente conservato. Da fuori pare che ci siano solo due ordini, non è crollato nulla dalla sommità, ma all’interno l’arena è molto profonda per cui gli ordini sono almeno 3 di cui uno è finito sotto il piano stradale. Anche qui la cavea è ricoperta da strutture il legno mentre l’arena è occupata oggi da una riunione di operatori commerciali che ci hanno montato un tendone in mezzo. L’audioguida in italiano, compresa nel biglietto, è fatta benissimo, fatta da esperti archeologi che sfatano alcuni luoghi comuni sui gladiatori, messi in giro dai film americani degli anni sessanta. Anche qui non si può non ammirare la struttura possente della costruzione che si è perfettamente conservata ed appare in tutta la sua interezza. All’interno nella galleria superiore, ci sono due stanze. In una sono conservati riproduzioni moderne di materiale gladiatorio, elmi, scudi, armi, protezioni di ferro, mentre nell’altra stanza ci sono le stesse cose ma riferite alla corrida. Dall’esterno si vedono anche i buchi dove si facevano passare le funi che reggevano il velum, il telone che proteggeva gli spettatori dal sole. A Roma, al Colosseo, era governato dai marinai della flotta di capo Miseno.

Continuano ad ammirare la struttura esterna dell’anfiteatro, andiamo poi a vedere la Maison Carèe che è un tempio dedicato ai due nipoti di Cesare morti prematuramente. Questo si è scoperto perché, pur non essendoci più le lettere di bronzo sul frontone del tempio, uno studioso è riuscito a ricostruire la scritta a partire dai fori sul calcare creati per sorreggere le lettere di bronzo scomparse. Il tetto del pronao è stato rifatto perché è crollato, ma pare originale visto il perfetto stato di conservazione del resto del monumento. Intorno al monumento c’è un muretto dove ci si può sedere per riposarsi e per guardare le forme perfette del tempio. All’interno del tempio c’è solo una sala da cinema quindi il tempio si potrebbe guardare solo da fuori, ma se si ha intenzione di andare anche ad Orange, allora conviene prendere il biglietto cumulativo valido anche per vedere, all’interno del tempio, un film in 3D che racconta la storia di Nimes dall’epoca gallica a quella moderna passando per quella romana. Film fatto bene che dura circa 25 minuti. L’ultimo spettacolo è alle 18.25 e c’è ne uno ogni mezz’ora

La terza cosa da vedere, la Torre Magna, è una torre romana inglobata nelle mura che testimoniava la potenza romana ma in realtà ritengo fosse una torre di avvistamento come le altre che ora sono scomparse. La Torre è chiusa perché è tardi e chiude alle 18 ma è sufficiente vederla da fuori. Si nota la tecnica costruttiva dei romani: fuori i mattoni che hanno solo un compito decorativo mentre all’interno l’impasto di calcestruzzo (sassi + malta) che costituisce la struttura portante. Attenzione per chi vuole andare a piedi che è abbastanza lontana dal centro ed è su una collinetta. Circa 30 min dall’anfiteatro.

Alle 19.30 partiamo in direzione Pont du Gard dove arriviamo dopo circa 30 minuti e troviamo un alloggio economico.

28-09-13 Pont du Gard-Orange-Vaison Le Romaine

Alle 7.10 siamo al Pont du Gard il cui ingresso è libero. Cerchiamo nei dintorni un parcheggio ma è tutto divieto di sosta nel giro di 10 km. Tutto studiato scientificamente perché il parcheggio del Ponte costa 18 € per auto con 2-5 persone e 12 € per auto con 1 persona. Poiché il parcheggio si paga all’uscita in un box vicino al Ponte e lontano dal parcheggio, e visto che ci sentiamo come se fossimo stati strangolati, beh traete voi le vostre conclusioni rispetto a quanti ci siamo presentati al box…

Il Ponte dalla parte da cui ci si arriva è oscurato nella parte inferiore da una strada costruita nel ‘700 che consente di andare da una sponda all’altra, per cui risulta a due soli ordini ed è una delusione, ma basta andare dalla parte opposta per vederlo in tutto lo splendore dei suoi 3 ordini di archi e della sua simmetria. Dalla parte della sponda destra il Ponte finisce con una spalla all’interno della quale c’è una scala a chiocciola costruita nel 1800 che consente di visitare l’ordine superiore, lo specus cioè il canale dove passava l’acqua, che non è visibile da questa parte ma salendo più su nella collina si arriva ad un belvedere da dove si vede tutto il Ponte dall’alto. Dalla parte sinistra, che si raggiunge attraversando la strada del 1800, invece lo specus si vede ad altezza d’uomo e l’ingresso è impedito da una grata messa li appositamente. C’è anche una galleria da questa parte che però non del tempo dei Romani ma è stata costruita dopo. Si può anche andare sotto il Ponte per vedere i blocchi di calcare con cui sono stati costruiti gli archi e delle grosse centine che devono essere state usate per sostenerli durante la loro posa.

Sazi del Ponte, ci dirigiamo verso Orange per vedere il teatro Romano. Arriviamo dopo 23 km circa e parcheggiamo l’auto subito prima dell’ingresso nel centro storico, da dove il Teatro dista 400 m. Camminando vediamo un enorme muro sulla sinistra e pensiamo chissà cosa sarà questo muro mastodontico. Poi torniamo indietro perché ci rendiamo conto che è l’esterno del teatro romano. Esibiamo il biglietto cumulativo che abbiamo preso a Nimes che include anche l’audioguida anche questa fatta in modo esemplare e interessante. Restiamo 10 minuti a contemplare il fondale intatto, unico del mondo occidentale, costituito da un muro di enorme spessore con 3 porte, quella centrale per l’attore protagonista e le laterali per gli altri, e nicchie per le statue. Una statua di Augusto è esposta in alto nella parte centrale. L’audioguida spiega della costruzione del teatro e dei vari tipi di commedie che erano rappresentate. C’erano 4 personaggi, fra cui il vecchio, l’avido, lo scemo ed il gobbo che erano riconoscibili dalle maschere che portavano e recitavano sempre situazioni diverse. I mimi erano spettacoli a cui potevano partecipare anche le donne ma che poi erano scaduti nella licenziosità fino a pretendere che le donne rimanessero nude sul palcoscenico. Conviene salire in alto nei gradini della cavea anche se ci vuole un po’ di sacrificio e sedersi a guardare il fondale del teatro ed ascoltare l’audioguida. Da qui si poi andare nel criptoportico nella sommità del teatro dove ci sono delle mostre ed un film sul teatro romano che dura 5 minuti. Il Museo davanti al teatro non lo abbiamo visto per mancanza di tempo. Passiamo poi a vedere l’arco di trionfo dove sono scolpite scene di battaglia di Cesare contro i Galli. Ci sono anche elementi nautici come navi ed un ancora ed elementi marziali come scudi ed elmi. C’è un comodissimo parcheggio proprio a fianco dell’arco di Trionfo. Alle 12 siamo diretti Vaison la Romaine dove arriviamo alle 12.30 parcheggiando gratuitamente sulla via principale. Purtroppo il sito di Fouilles le Puymin, dove ci sono i mosaici romani, chiude dalle 12 alle 14 in questo periodo mentre a luglio-agosto fa orario continuato fino alle 18. Andiamo alle altre rovine, il sito Fouilles de la Villasse che si può vedere benissimo anche da fuori. Ci sono delle botteghe ed il foro ma è raso al suolo a parte un pavimento a mosaico riparato da una tettoia. Pare che anche il centro medievale sia molto bello ma dobbiamo partire. Alle 13 si parte via autostrada per l’aeroporto dove arriviamo alle 14.40 arriviamo e, a 1.389 €/,L facciamo gasolio e riconsegniamo la macchina. Passiamo un ora in aeroporto utilizzando il WI-FI internet gratuito per 20 minuti per leggere le email e ritorniamo a casa.



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