La più bella di Seul
Mercoledì 9 aprile 2014
Johnny:
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La partenza per Seul è da Milano Malpensa alle ore 11.00 con volo Turkish Airlines prenotato direttamente sul sito della compagnia il 04 febbraio 2014 al costo complessivo in economy (3 persone, anche questa volta per l’Estremo Oriente ci portiamo la 15enne Lia) di € 1.679,00 con arrivo all’aeroporto Ataturk di Istanbul dopo quasi tre ore di volo.
Nel grande hub turco le quasi quattro ore di sosta trascorrono veloci e alle 18.30 ci imbarchiamo sul moderno A330 della TK che atterrerà alle dieci del mattino successivo all’aeroporto Incheon di Seul.
Solo elogi e apprezzamenti per la compagnia aerea turca: tutti i posti sono stati riservati sin dall’acquisto dei voli, aerei moderni, sedili ampi e comodi, molto buono il programma di intrattenimento a bordo con display personale con ampia scelta di film (diversi anche in lingua italiana) anche sulla tratta breve MXP-IST, ottimo il servizio a bordo con menu a scelta, ampia disponibilità di vini e bevande. Particolare insolito: sui voli viaggia anche il cuoco, con tanto di “divisa” d’ordinanza.
La più bella:
Che emozione, stiamo raggiungendo la Corea del Sud, paese tanto amato da Lia, forse inconsciamente attraverso film e racconti ho fatto nascere in lei la passione per l’oriente che poi ha trasformato in amore per la Corea e trasporto assoluto per i Big Bang, la sua band del cuore….. canta in coreano tutto il giorno…..provare per credere.
Giovedì 10 aprile 2014
Johnny:
Dopo aver ritirato i bagagli ed espletato le formalità doganali, ci fermiamo nell’atrio arrivi per cambiare valuta (1 euro è pari a circa 1.450 Won ) e ci dirigiamo a prendere il limousine bus 6002 per raggiungere la città in circa 70 minuti di viaggio, al costo di 10.000 won (circa 7 euro) a persona.
Questo è uno degli aspetti da prendere bene in considerazione: la rete del servizio bus limousine è molto capillare, raggiungendo tutte le principali zone della capitale sudcoreana. Ci sono anche altre possibilità (taxi, treno) ma, una volta prenotata la sistemazione alloggiativa, il bus limousine si rivelerà senz’altro la scelta complessivamente più vantaggiosa.
Scendiamo alla fermata di Jongno 3-ga, nei pressi della omonima stazione della metropolitana ed in meno di cinque minuti siamo già al nostro albergo. Il GS Hotel Jongno, situato al n.87 di Gwansu-dong è stato prenotato il 05.02.2014 sul portale Agoda al costo complessivo di 558 dollari USA per 4 notti; avremo a disposizione un’ampia sistemazione, dotata di ogni comfort compresa una jacuzzi e la prima colazione al mattino.
Per i servizi offerti, per la qualità della struttura, per la strategica vicinanza alla stazione della metropolitana ed alla bellissima zona di Insadong si rivelerà una scelta pienamente azzeccata. Il tempo di lasciare i bagagli in camera e siamo già in strada, pronti a scoprire questa megalopoli non troppo conosciuta turisticamente ma certamente meritevole di un soggiorno.
Utilizziamo subito la metro: a Seul ci sono diverse linee della sotterranea facilmente distinguibili a seconda dei colori, tutte le indicazioni sono anche in lingua inglese, facilissimo pagare il biglietto (basta schiacciare il tasto della stazione che si vuole raggiungere e subito appare l’importo che si deve corrispondere, ricordarsi di tenere il ticket sia perché necessario per superare i tornelli all’uscita, sia perché restituendolo a fine corsa nelle apposite macchinette, una parte del prezzo pagato viene immediatamente restituita “cash”).
All’uscita della fermata prescelta, prendiamo la connessione diretta per l’ingresso nell’immenso Lotte Department Store, mega centro commerciale dove decidiamo di fermarci per pranzare. La scelta cade su un buon ristorante di cucina coreana con degustazione di alcuni piatti tipici, fra cui uno molto piccante.
Cibo squisito per un importo di 52.000 won, circa 36 euro totali per 3 persone. Siamo molto euforici e decidiamo di andare a vedere il sito imperiale di Gyeonbokgung con le caratteristiche costruzioni che fanno un contrasto notevole con i grattacieli che le circondano. La location è molto bella e ovviamente le foto si sprecano.
All’uscita proseguiamo nell’area pedonale al centro del grande viale con tante fontane e visitiamo il museo dedicato all’imperatore Joseon, l’ingresso del museo (molto interessante e gratuito) si trova proprio alla base posteriore della grande statua che domina l’area. All’uscita veniamo poi avvicinati da un gruppo di ragazze che cominciano a dialogare con noi in lingua inglese; sarà una scena che si ripeterà varie volte durante il nostro soggiorno e che addirittura porterà ad esclamazioni di sorpresa e quasi di ammirazione quando i nostri interlocutori capiranno che siamo italiani. Evidentemente a queste latitudini il nome Italia esercita un certo fascino, bene così.
La più bella:
L’albergo è carino e centrale, ottimo per il nostro soggiorno, In aeroporto incontriamo Alice, una neo-laureata interprete che trascorrerà 4 mesi a Seul per lavoro. Forza Alice, siamo con te….. vedrai che andrà tutto bene….poi ti presenteremo Sonyang che dall’Italia rientrerà a Seul il prossimo 19 maggio. Vedrai, è meravigliosa; potrà aiutarti a sentirti meno sola. Un bacione bella.
Venerdì 11 aprile 2014
Johnny:
Dopo la prima colazione in albergo (possibilità di scelta fra quella di tipo europeo e quella coreana) e una breve camminata arriviamo nei pressi del Palazzo Changdeokgung, (fermata metro Anguk) composto da vari edifici storici inseriti in un contesto pieno di fascino.
Con il biglietto di ingresso (8.000 won ) si ha la possibilità di visitare liberamente l’intero sito, mentre per l’accesso al Giardino Segreto è necessario essere accompagnati da una guida (alle 11.30 del mattino era prevista in lingua inglese) per tutta la durata.
Sicuramente da non perdere. A poca distanza si trova il caratteristico quartiere di Bukchon con le sue case tradizionali, le viuzze strette, l’atmosfera dei tempi andati. Da non perdere il Bukchon Traditional Culture Center al n. 37 di Gyedong-gil (105 Gye-dong). Una bella passeggiata ci porta nell’animata zona di Insadong, piena di negozi, ristoranti, turisti, davvero frequentata ma non caotica e molto ordinata.
Ci rilassiamo camminando lentamente lungo il viale principale (in parte pedonalizzato) con qualche capatina nelle stradine laterali, piene di varie attività. In una di queste viuzze scegliamo un ristorante per il pranzo: si chiama Doodaemoon e si rivelerà un’ottima scelta. Elegante struttura in legno con giardino interno e ampie vetrate, servizio veloce, scegliamo piatti di carne e pesce della tradizione coreana senza ovviamente farci mancare il classico bibimbap, un piatto di riso, verdure, uova e carne con l’aggiunta di peperoncino, davvero molto buono. I vari piatti accompagnati da acqua e birra Cass ci costano in totale 49.000 won (circa 35 euro) molto ben spesi.
Riprendiamo la nostra visita di Insadong, con gruppetti di studentesse coreane che spesso fermano la nostra Lia per porle una serie di domande e quesiti. Nel nostro up and down per il quartiere non ci facciamo mancare nulla o quasi: ci lasciamo convincere ad entrare in uno studio fotografico dove ci fanno alcune foto in costume tradizionale coreano (molto bello ma un po’ caro), assaggiamo vari tipi di street food come pascetti crudi, gelati, castagne, spiedini di granchio, dolcetti ai fagioli dolci. Insomma una vera festa.
Raggiungiamo, all’estremità opposta, il tempio buddista di Jogyesa, molto frequentato dai credenti. Degni di nota le statue sacre all’interno del tempio, il grande albero davanti all’ingresso, le tantissime lanterne colorate che danno all’insieme un tocco di sobria felicità.
Dopo un breve salto in albergo, riprendiamo la metro e ci rechiamo al mercato di Namdaemun (fermata Hoehyeon ) per ammirare in versione notturna questo enorme insediamento commerciale che insiste su una vasta area pedonale. Siamo ormai all’inizio della sera, con il sole già tramontato, ma le attività commerciali proseguono tranquillamente. Dopo aver gironzolato ci fermiamo in una specie di baracchino con tanto di tendone, tavoli e sedie per gustare ancora un po’ di cucina coreana: frittatine di pesce, feet chicken, noodles, dumplings (ravioli) il tutto accompagnato da birra e dalla simpatia del cameriere che ci offre (per ben due volte) un bicchiere di vino di riso, buono e non molto alcolico.
Inutile dire che ci siamo divertiti un mondo, stiamo ancora ridendo mentre scendiamo gli scalini della stazione della metropolitana gustando lo spiedino di ananas comprato all’ultima bancarella un istante prima. Arriviamo nella zona dell’albergo, tutto tranquillo e silenzioso. Domani proseguiremo la scoperta di questa grande città.
La più bella:
La zona di Insadong è pedonale e molto allegra, dove passeggiare è un vero piacere. Stupendo il localino tendato, molto simpatico il titolare che ci ha fatto bere vino di riso (alcolico), abbiamo assaggiato varie cose… Anche zampette di gallina, buone..al buio non si capisce nulla….ah ah ah.
Sabato 12 aprile 2014
Johnny:
Prima di partire dall’Italia avevamo deciso di fare un’escursione al confine fra la Corea del Sud e quella del Nord, che negli anni cinquanta diedero vita ad un lungo e sanguinoso conflitto. Il confine adesso è rappresentato dal famoso 38° parallelo e la situazione attuale è quella di un conflitto latente.
Per questa escursione ci siamo rivolti alla DMZTours (www.dmztours.com) di Seul con l’invio, alcuni giorni prima della partenza, di una e-mail con richiesta di informazioni. La risposta è stata tempestiva ed esaustiva, con un costo di 41.000 won a persona pagabili anche il giorno stesso della gita. Organizzazione perfetta: alle 07.20 del mattino, come convenuto, un incaricato della società ci aspetta nella hall dell’hotel e con una limousine ci trasporta fino ad un hotel nella zona di Itaewon che funge da punto di raccolta dei vari partecipanti.
Siamo una cinquantina in tutto fra australiani, malesi, filippini, spagnoli, americani e ovviamente anche noi tre italiani. Lasciamo Seul per dirigerci verso il confine distante poco meno di 50 chilometri: la prima fermata è al parco Imjingak, il tempo di sgranchirsi le gambe e fare qualche foto ed è già tempo di ripartire. Ci dirigiamo verso il famoso Ponte della Libertà: prima di passarlo ci fermiamo ad un check-point dell’esercito sudcoreano e un militare in mimetica sale sul bus per il controllo di tutti i passaporti.
Siamo in una zona controllata esclusivamente da soldati sudcoreani appoggiati da truppe americane. Veniamo trasportati all’ingresso del 3° tunnel, indossiamo dei caschetti gialli e scendiamo per circa 800 metri lungo una stretta e ripida galleria fino al punto in cui è visibile il tentativo fatto dai nordcoreani, negli anni passati, di oltrepassare il confine costruendo dei tunnel sotterranei allo scopo di invadere di sorpresa la Corea del Sud (in tutto furono costruiti 4 tunnel dalla lunghezza di svariati chilometri, tutti scoperti dai sudcoreani).
La visita è davvero impressionante. Si prosegue poi con una rappresentazione cinematografica degli eventi bellici in una moderna sala teatrale e si accede successivamente in un museo multimediale molto bel congegnato. Il tutto è molto toccante. Arriviamo quindi all’osservatorio Dora: da questa posizione sopraelevata è possibile vedere il territorio nordcoreano, anche grazie a grossi binocoli a disposizione. Molti soldati presenti.
Il bus ci porta poi nella moderna stazione di Dorasan: da qui nel 2007 partì il primo treno della riunificazione che riprendeva a collegare le due Coree ma poco tempo dopo la Corea del Nord chiuse il valico ed il treno smise di funzionare. Attualmente la stazione è utilizzata solo per qualche breve tratto interno ma bisogna dire che vedere questa stazione ultramoderna ma inutilizzata desta una certa inquietudine.
Siamo ormai alla fine della nostra escursione; dopo un secondo controllo passaporti in uscita, visitiamo il Villaggio dell’Unificazione, dopodichè torniamo a Seul per un’ultima visita ad una azienda di lavorazione del ginseng, una istituzione da queste parti.
Sono ormai le 14, la gita è finita, siamo qui nella zona di Itaewon e ne approfittiamo subito per fare un salto da Jhonny Dumpling. Si tratta di un piccolo ristorante (8 tavoli) conosciutissimo per la bontà dei ravioli (dumpling); ovviamente bisogna fare un po’ di fila all’esterno ma dopo nemmeno 20 minuti siamo già seduti e pronti ad assaggiare questi famosi ravioli a cui aggiungeremo una squisita zuppa di cozze più acqua e birra per un totale di 41.000 won. Eccellente.
Per arrivarci, all’uscita della metro a Itaewon, mettersi alle spalle il grande albergo e camminare lungo la strada per pochi metri fino alla prima traversa a destra e siete già arrivati. All’uscita del ristorante abbiamo gironzolato un po’ per le strade di Itaewon , quartiere cosmopolita abitato anche da molte famiglie di militari statunitensi, però tutto sommato non ci è piaciuto molto.
Riprendiamo la metro (ricordarsi che le stazioni sono dotate di ampie vetrate con le porte che si aprono solo quando si aprono le porte del treno, il cui arrivo è sempre preceduto da una simpatica musichetta) per tornare all’animazione di Insadong per poi spostarci nella zona pedonale di Jung-ro piena di locali e tantissima gente.
Ci fermiamo per cenare da Chiken Mania, simpatico ristorante coreano dove prendiamo piatti di pesce, pollo e zuppe per un totale di 49.000 won. Anche oggi è stata davvero una bellissima giornata.
La più bella:
La giornata è molto impegnativa dal punto di vista emozionale. L’escursione si rivela interessante e ricca di ricordi turbolenti…. Dopo questa visita posso avere la presunzione di comprendere un pochino meglio l’astio che divide le due Coree, mi auguro che in futuro i giovani attraverso il dialogo trovino un punto d’incontro per porre fine ai conflitti.
Domenica 13 aprile 2014
Johnny:
Come molte città del mondo, la domenica mattina Seul cambia completamente il proprio volto: poche persone in giro, traffico ridottissimo, possibilità di vedere scorci in qualche modo preclusi nei giorni precedenti.
Oggi abbiamo appuntamento davanti al nostro albergo con una giovane coppia di coniugi coreani, visto che la sorella di lei è una nostra cara amica (Sonyang) da tempo residente in Italia. L’incontro con Chorong ed il marito è molto cordiale, come se ci conoscessimo da tempo, nonostante qualche piccolo impaccio comunicativo visto che parliamo tutti un inglese non perfetto.
Comunque come prima cosa, vista l’ora, ci portano a pranzo da Hanilkwan, un locale fantastico dove abbiamo pranzato in un ambiente riservato gustando raffinati piatti della vera cucina tradizionale coreana, dal bulgogi (carne di manzo marinata) al samgyetang (densa zuppa al ginseng con carne di pollo) all’immancabile kimchi fino ad un sontuoso dolsot bibimbap.
Dopo un pranzo veramente squisito in un’atmosfera di reale allegria, ci accompagnano a visitare il parco di Samcheonggak a pochi chilometri dalla città in area collinare; fra le altre cose abbiamo assistito alle prove di una cerimonia nuziale in abiti tradizionali fra un occidentale ed una coreana. Davvero molto bello, interessante e in certi momenti (trattandosi di prove) anche esilarante.
Siamo andati poi a visitare la magnifica Seoul Tower con il sole che già iniziava a tramontare; è sicuramente questo il momento consigliato per questa visita, anche se bisogna mettere in conto una fila di mezz’oretta per poter salire sulla funivia (costo a/r di 8.000 won), dato l’alto afflusso di visitatori.
Si tratta comunque di un minimo sacrificio che sarà poi ampiamente compensato dalla bellissima vista dall’alto della capitale; siamo in primavera, moltissime persone si sono riversate qui ma l’area è talmente ampia che non ci sono difficoltà di sorta. Ampie vetrate consentono di scorgere lo skyline della metropoli che rapidamente si accende di un numero incredibile di luci, ci sarà anche il tempo di una foto ricordo tutti insieme con la torre sullo sfondo.
E’ stata una bellissima giornata, grazie a Chorong e a suo marito per la naturale simpatia e la squisita ospitalità nei nostri confronti.
Al ritorno in albergo, prima di rientrare, pochi passi arriviamo al piccolo fiume Cheonggyecheon tutto illuminato con viali alberati che si snoda per la città per alcuni chilometri, luogo ideale per rilassanti passeggiate anche nelle ore serali. Molto bello da vedere.
La più bella:
L’incontro con la sorella di Sonyang (the number one) ed il marito è stato meraviglioso, indimenticabile. Il pranzo, la montagna fiorita, la torre…. Una coppia di ragazzi dolcissimi…un amore. Una delle giornate più belle della mia vita.
Lunedì 14 aprile 2014
Johnny:
E’ arrivato anche l’ultimo giorno della nostra vacanza in Seul ma siamo decisi a sfruttare fino in fondo le ore rimaste a nostra disposizione. Dopo un viaggio in metropolitana fino al quartiere di Gangnam, moderno e pieno di grattacieli, reso famoso dalla canzone di Psy, ci rechiamo al mercato del pesce a Noryangyn (non semplicissimo da individuare, comunque all’uscita dalla metropolitana bisogna salire le scale che portano alla stazione ferroviaria, attraversare e scendere dalla parte opposta).
Il mercato è “popolato” da centinaia di bancarelle che vendono pesci e crostacei di tutti i tipi e soprattutto di ogni dimensione: è veramente uno spettacolo da non credere, anche in considerazione che molti animali sono ancora vivi e vegeti in grosse tinozze di acqua marina. Per chi volesse c’è anche la possibilità di acquistare quel che si desidera e farselo cucinare nelle friggitorie che sono presenti nella struttura accanto al mercato stesso. Si tratta di una opzione che abbiamo considerato ma che poi è stata da noi scartata.
Siamo ritornati poi al Namdaemun Market rendendoci conto, in pieno giorno, di quanto in realtà sia sconfinato e frequentatissimo questo mercato dove puoi girovagare fra suoni, odori e colori senza assolutamente renderti conto del tempo che passa.
Una sosta per il pranzo da Uncle’s Grilled Fish, dall’altra parte della strada rispetto all’inizio del mercato accanto alla stazione metro; anche qui cucina tradizionale coreana, ambiente spartano ma molto pulito e piatti cucinati veramente bene a prezzi quasi irrisori. Abbiamo ancora il tempo per una visita al Shinsegae Department Store, enorme centro commerciale in cui crediamo sia impossibile non trovare qualsiasi articolo.
Riprendiamo la metro, ritiro bagaglio in albergo, attraversiamo il vialone, dalla parte opposta a fianco di Mc Donalds c’è la fermata del limousine bus n. 6002 che arriva pochi minuti dopo. Viaggio rilassato ma nell’aria si percepisce che siamo tutti un po’ tristi perché questa avventura in terra coreana è ormai giunta alla conclusione.
Arrivati a Incheon non possiamo non ammirare l’eleganza e la funzionalità di questo hub, più volte premiato negli anni scorsi quale miglior aeroporto del mondo; l’attesa passa veloce e poco prima di mezzanotte l’A330 della Turkish Airlines decolla verso occidente, a bordo un’ottima cena e un buon film in italiano preparano ad un tutto sommato comodo riposo.
La più bella:
Incredibile il mercato del pesce…. Ci sono esemplari mai visti… ad esempio una cozza lunga 40 centimetri… un vero divertimento.
Martedì 15 aprile 2014
Johnny:
L’arrivo all’aeroporto di Istanbul avviene in perfetto orario alle prime luci dell’alba. Il collegamento con Malpensa è previsto a metà pomeriggio e quindi abbiamo alcune ore per vedere (o rivedere) questa grande città ricca di storia.
All’atrio arrivi (dopo un piccolo cambio in lire turche) basta seguire le indicazioni per la metropolitana, acquistare il gettone alle macchinette, salire in vettura e scendere alla sesta fermata (Zeytinburnu); alla fermata acquistare un altro gettone e prendere il tram fino alla fermata di Sultanahmet.
Arriviamo, in meno di mezzora complessiva, all’area storica di Istanbul: sono le sette del mattino, il sole è già abbastanza caldo ma l’intera zona è deserta e quindi possiamo scattare delle bellissime foto con le imponenti Moschea Blu ( Sultan Ahmet Camii) e Santa Sofia (Ayasofya) sullo sfondo. Davvero un momento emozionante. Dopo la prima colazione in una pasticceria della zona, ci mettiamo in fila per visitare quella che si può certamente definire un capolavoro di ingegneria e architettura: la visita alla Cisterna Basilica (Yerebatan Sarnici) rimarrà sicuramente impressa nelle nostre menti e nei nostri occhi.
Inutile stare a descriverla: solo chi l’ha vista potrà facilmente comprendere la maestosità dell’opera, della magia di cui è permeata, delle sue luci particolari. Non dimenticate di osservare con attenzione la statua della medusa capovolta. Insomma, un autentico “tesoro”, visitabile con il pagamento di un ticket di 10 lire turche (poco più di 3 euro), da non perdere e un grazie ai nostri antenati Romani. All’uscita della visita , ritorniamo verso Santa Sofia e ci lasciamo convincere ( per la verità sono soprattutto io) a un giro sul pullman scoperto della Big Bus (Gok GlobalTurizm):il prezzo è abbastanza caro (225 lire turche complessivamente) ma ci sistemiamo in prima fila sulla parte del superiore del bus e per un’ora ci gustiamo i meravigliosi scorci di Istanbul, accompagnati da un bellissimo sole.
Alla fine tutti concordi nell’affermare che ne è valsa sicuramente la pena!
Dietro la Moschea Blu ci fermiamo in un localino all’aperto ordinando kebap, patatine fritte e succo di melograno, tutto buonissimo. Ancora una breve passeggiata e già arriva l’ora di riprendere tram e metro per arrivare in orario all’Ataturk da dove alle 15.40 il B737 della Turkish decollerà alla volta di Milano.
La più bella:
Istanbul ha sempre il suo fascino e la sosta si rivela ottimale. La compagnia Turkish ci ha fornito un ottimo servizio.
Senso dell’umorismo, passione per la moda, la musica, il cibo,quante cose ci accomunano. Ciao Corea, ti amo.
Conclusioni
Un viaggio pieno di piacevoli sorprese alla scoperta di un Paese forse non molto conosciuto qui da noi ma che sicuramente vale la pena fare.
Un popolo sorridente e mite, ancora in qualche modo segnato dalla perdurante situazione di confronto/scontro alla frontiera nord, ma che ha sviluppato una fortissima economia in continua espansione.
Fra i ricordi del viaggio, oltre ai luoghi visitati, alle persone conosciute, ai cibi gustati, un posto sarà riservato a un simpatico “vecchietto” che ci avvicina in metropolitana forse anche lui richiamato dallo scudetto Italia sulla manica del mio giubbotto; ci chiede se siamo italiani, se veniamo da… Rome? Rome City? E alla nostra risposta affermativa sul suo viso si allarga un incredibile sorriso con tanto di pollici alzati in segno di approvazione. Indimenticabile.
Un bacio alla mia bella bellissima.
Daniela & Johnny (e anche questa volta Lia)