La più bella di Saigon
Lunedì 9 gennaio 2012
Indice dei contenuti
Johnny:
La partenza per il Vietnam è da Milano Malpensa alle ore 11.00 con volo LOT – Polish Airlines già prenotato alcuni mesi prima (aprile 2011) al costo complessivo (2 persone) di € 1.180,00 con arrivo a Varsavia dopo circa due ore di volo . Al momento della prenotazione, avendo la possibilità di scelta fra due alternative ho optato per la partenza con il volo del mattino in modo di avere qualche ora a disposizione per una breve visita della capitale polacca (il volo Varsavia – Hanoi era infatti schedulato per le 22.40 dello stesso giorno). All’arrivo a Varsavia ci dirigiamo subito verso l’uscita per prendere un taxi per recarci in centro, non prima di aver cambiato 50 € presso un ufficio cambi ( 1 € è pari a circa 4,5 zloty). Si consiglia di affidarsi a compagnie di taxi ufficiali come abbiamo fatto noi prendendone uno della società SAWA che nel giro di circa 40 minuti ed al costo di circa 10 euro ci ha portato nel centro città. Avendo poco tempo a disposizione ci siamo fatti lasciare nelle immediate vicinanze della città vecchia (Stare Miasto) rasa al suolo nel corso della seconda guerra mondiale e successivamente ricostruita . Degni di nota sono il torrione Barbakan che domina le mura, la graziosa piazza del mercato (Rynek Starego Miasta) e la Cattedrale di S. Giovanni (Katedra Swietego Jana). Arriviamo quindi nella piazza del Castello (Plac Zamkowy) ancora addobbata per le feste natalizie con un gigantesco abete di mille colori e luci; ammiriamo il Castello (Zamek) mentre da diversi edifici sono esposte gigantografie di Papa Giovanni Paolo II°.
Sono nel frattempo passate un paio d’ore e un po’ per la fame e un po’ per il freddo davvero pungente decidiamo di entrare in un ristorante tipico per gustare qualche specialità locale. Il Kompania Piwna si trova all’indirizzo Podwale 25, proprio di fronte alle mura; a metà strada fra ristorante e birreria, molto ampio e articolato su varie sale e salette è semivuoto data l’ora ma molto accogliente con personale in costume d’epoca e servizio spartano ma efficiente. Cominciamo con una bollente zuppa di verdure, per proseguire con i famosi pieroghi (una specie di frittelle/ravioloni con formaggio/verdure oppure con carne) e poi scegliamo anche il bigos, bel pagnottone di pane al forno con ripieno di crauti e carne (una vera bontà) accompagnando il tutto con due birre. Costo totale di 84 zloty (circa 19 euro) con liquorino gentilmente offerto. Riprendiamo il giro della città vecchia, ancora più graziosa con il buio ma ben presto decidiamo, causa temperatura davvero minima, di rientrare in aeroporto. Pur nella brevissima visita che abbiamo fatto Varsavia è stata comunque una positiva sorpresa, sicuramente meritevole di una permanenza più lunga per poterla conoscere meglio. Il tempo passa rapidamente nel nuovissimo e confortevole aeroporto F. Chopin e ben presto ci troviamo davanti al gate d’imbarco; notiamo che i passeggeri sono in stragrande maggioranza vietnamiti (noi occidentali siamo certamente meno di venti) e sono tutti allegri ed eccitati per il ritorno in patria (fra pochi giorni inizierà la festività del TET, la festa più importante in Vietnam che dura una paio di settimane).
Il tempo di salire a bordo e ci sistemiamo; il B 767 della LOT è abbastanza nuovo, sedili comodi ma non dotati di schermo personale per film e giochi ma trattandosi di volo notturno non è affatto un problema; una discreta cena e poi cerchiamo di fare la nanna, il Vietnam ci aspetta.
La più bella:
Varsavia, carino lo “stop” con visita alla città, commoventi i mega-poster di Papa Wojtyla sui prospetti dei santuari. I “pieroghi” si possono anche perdere…
Martedì 10 gennaio 2012
Johnny:
Dopo circa dieci ore di volo arriviamo al Noi Bai Airport di Hanoi (la capitale) dove sono le ore 15.00 (fuso orario + 6 rispetto all’Italia). Procediamo con il ritiro dei trolley e poi ci avviamo al controllo immigrazione; per quanto concerne il visto di ingresso, si può ottenere prima della partenza un pre-visto pagando una cifra contenuta e poi, all’arrivo in Vietnam ottenere il visto definitivo prima di procedere al controllo dei documenti.
Noi abbiamo optato per un’altra soluzione, ottenendo direttamente il visto sul passaporto in Italia (si può fare tramite l’ambasciata a Roma o gli uffici consolari di Milano e Torino), procedura questa dal costo un po’ superiore ma che consente di evitare una lunga fila all’ingresso in Vietnam. Sbrigate tali formalità ci avviamo verso l’uscita dove troviamo ad attenderci l’autista del pick-up fornito dall’hotel per il trasferimento. A tale proposito desidero evidenziare che abbiamo adottato questa procedura (pick-up dell’hotel da/per l’aeroporto) in ogni “tappa” essenzialmente per due motivi: in primo luogo il ricorso a taxi per questo servizio viene spesso sconsigliato da moltii viaggiatori per il comportamento di alcuni operatori, molti non ufficiali, che non fanno partire o manomettono il tassametro, ti trasportano in un albergo dal nome simile a quello prenotato facendo intendere di non aver capito bene l’indirizzo e altre amenità del genere; in secondo luogo il costo del servizio organizzato dall’hotel è in genere pari o di poco superiore a quello dei vari taxi e quindi conviene senz’altro adottare questa soluzione.
Mentre l’auto viaggia verso il centro di Hanoi cominciamo a renderci conto del numero impressionante di motorini in circolazione; avevamo avuto notizia di questo ma vederli “dal vivo” è comunque qualcosa di assolutamente particolare. Arriviamo al Charming Hotel II al n. 31 di Hang Ga Street nel distretto di Hoan Kiem, nel cuore della città vecchia; hotel prenotato da casa al costo di € 36 per una notte, camera superior dotata di ogni comfort e, come da nostra richiesta, all’ottavo piano per attenuare il suono costante dei clacson.
Pochi minuti e riscendiamo nella hall, il tempo di procurarci un paio di mappe e partiamo subito per la prima tappa: dobbiamo recarci al n. 22 di Hang Bac Street alla sede della Ocean Tour per il ritiro del voucher ed il pagamento della seconda metà dell’importo dovuto per la crociera (nei due giorni successivi) nella Baia di Ha Long. Muoversi nelle strade della old town non risulta difficoltoso; ogni via è chiaramente indicata da cartelli blu e le indicazioni, per chi non lo sapesse, sono in caratteri “latini” retaggio dei missionari europei dei tempi passati.
Qualche simpatica difficoltà risiede invece nel camminare in quanto i marciapiedi sono completamente utilizzati per lo svolgimento di qualsiasi attività artigianale o per il parcheggio delle due ruote e quindi si cammina ai margini della strada. Raggiungiamo in pochi minuti la sede della Ocean Tour e dopo aver fatto quanto previsto, ci rechiamo nei pressi per un primo contatto con la cucina vietnamita; siamo al ristorante Newday al n. 72 di Ma May, locale molto spartano frequentato sia da locali che stranieri dove ci accomodiamo ad un basso tavolino sul marciapiede, ordinando dal menù a prezzo fisso : “pho bo” (tipica zuppa vietnamita con spaghetti), un piatto di carne (o pesce) e una specie di crem caramel al costo a persona di 99.000 dong, circa 3 euro e mezzo a cui abbiamo aggiunto 2 birre hanoi. Sistemazione traballante, confusione totale intorno a noi, un vortice di suoni, rumori, colori e aromi ma ci siamo divertiti moltissimo ed il cibo era buono. Riprendiamo il nostro gironzolare per le strade del quartiere ed arriviamo finalmente al lago Hoan Kiem (lago della spada restituita, simpatica la leggenda da cui deriva il nome) un luogo imperdibile della capitale vietnamita; purtroppo, data l’ora, possiamo vederlo solo alla luce artificiale ma è davvero molto bello.
Proprio davanti al lago sorge il celebre Than Long Puppet Theatre all’interno del quale si svolge, diverse volte al giorno, il tradizionale spettacolo delle marionette sull’acqua ; sono quasi le otto di sera, lo spettacolo sta per iniziare e non ho difficoltà a convincere il mio amore ad entrare. Scegliamo i biglietti più cari (si fa per dire, circa 3 €) e ci sistemiamo in seconda fila; il teatro è molto caratteristico, lo spettacolo davvero simpatico adatto sia a grandi che piccini ed allietato da musiche e canti dal vivo, 45 minuti che scorrono in un battibaleno.
Ritorniamo verso l’albergo, passando in vie dove vengono vendute le più disparate mercanzie, con i motorini che sembrano ancora aumentati di numero: si contano a centinaia. Domani andiamo ad Ha Long.
La più bella:
Hanoi assolutamente caotica ma da vedere.
Mercoledì 11 gennaio 2012
Johnny:
La scelta dell’agenzia con cui effettuare la crociera nella famosa baia è stata abbastanza “impegnativa” poiché sono numerosi le organizzazioni operanti nel settore e curiosando fra i vari siti le offerte erano le più diversificate sotto tanti punti di vista.
Alla fine abbiamo optato, come detto, per la Ocean Tour con cui abbiamo prenotato la classica crociera ( 2 giorni, 1 notte) sulla giunca Red Dragon II al costo complessivo di 380 dollari. L’appuntamento è davanti alla sede dell’agenzia alle 07.45 e dopo pochi minuti, insieme ad altri, siamo già su comodo pulmino in viaggio verso la baia, il trasferimento è abbastanza lungo (circa 3 ore e mezza) con una sosta presso un piccolo centro commerciale e ne approfittiamo per rilassarci e ammirare il paesaggio circostante (la temperatura diurna si aggira intorno ai 16-17 gradi). All’arrivo alla piccola ma molto efficiente ed organizzata stazione marittima, attendiamo una mezz’oretta in attesa che arrivino gli altri componenti ed alla fine il gruppo è completo: oltre a noi, 3 simpatiche ragazze australiane, madre e figlia canadesi, una giovane coppia francese. Breve tragitto su barca a motore e saliamo sulla giunca: la Red Dragon II è proprio come l’avevo “vista”sul sito, non molto grande ma ben strutturata e dotata di ogni comfort; la nostra cabina è un vero gioiellino a cui non manca nulla, con una fantastica vetrata che regala i suggestivi panorami circostanti.
Saliamo nella saletta ristorante dove la nostra guida (Popeye) ci presenta tutti i membri dell’equipaggio e poi si comincia con il pranzo di benvenuto; la giunca intanto ha già iniziato il viaggio e navighiamo in un posto incantato reso ancora più particolare da una leggera foschia che ammanta il tutto.
A metà pomeriggio ormeggiamo nei pressi di una isoletta; qualcuno ne approfitta per raggiungere la riva a nuoto, altri preferiscono il barchino a motore: sull’isola si sale una collinetta per ammirare un bel panorama e poi si “entra” per ammirare delle grotte davvero molto particolari; alla fine della visita viene proposto a tutti un giro in kayak e ovviamente nessuno rifiuta (devo dire che all’inizio non ero proprio entusiasta ma al termine del giro insieme al mio amore sul nostro kayak devo ammettere che è stato uno dei momenti più intensi ed incredibili dell’intero viaggio in Vietnam).
La cena a bordo si caratterizza per lo scambio di opinioni, esperienze, consigli fra i vari componenti del gruppo, conversazione cui partecipiamo con discreti esiti sia io (in inglese) che Daniela (in francese). La giunca intanto si è fermata per la notte in un luogo incantato ai confini del mondo, intorno a noi il nulla, qualcuno rimane in saletta, altri vanno a dormire, Daniela si dedica alla lettura mentre io tento la pesca del calamaro (la scusa è per godermi l’aria tiepida della baia ma alla fine un calamaro lo tiro su per davvero).
La più bella:
La baia di Ha Long è un sogno della natura; la giunca era divina, la cabina ed il nostro letto “da favola”, in cui abbiamo dormito meravigliosamente: andare in kayak fra i faraglioni è memorabile. Il villaggio dei pescatori incredibile come la scuola galleggiante per i bambini.
Giovedì 12 gennaio 2012
Johnny:
Ci svegliamo con un tempo alquanto nuvoloso ma questo non incide minimamente sul fascino del luogo; la giunca scivola lentamente sull’acqua mentre facciamo colazione ed in breve tempo arriviamo ad uno dei villaggi galleggianti dei pescatori dove possiamo cogliere anche aspetti non essenzialmente turistici come ad esempio il funzionamento di una piccola scuola.
Si prosegue poi con un giro su barchette sospinte a remi da ragazze del posto per ammirare scorci davvero emozionanti, senza che la leggera pioggerellina rovini alcunché ma anzi esaltando la natura selvaggia dei luoghi. Purtroppo la crociera già volge al termine; il tempo di consumare un ultimo brunch a bordo e lasciamo la bellissima giunca; al porto un saluto cordiale con i compagni di viaggio e risaliamo sul pulmino per il ritorno ad Hanoi.
Rientriamo in hotel, ritiro bagagli e si riparte in direzione aeroporto (i due trasferimenti ci sono costati complessivamente meno di 30€). Lasciamo Hanoi ben sapendo che nel nostro programma di viaggio l’abbiamo un po’ penalizzata, molte le opportunità offerte che non abbiamo potuto sfruttare ma abbiamo dovuto necessariamente confrontarci con il limitato budget di tempo a nostra disposizione. Il volo della Vietnam Airlines destinazione Huè (atterraggio alquanto brusco) è stato acquistato ad agosto 2011 al costo di 85 dollari a persona ed arriva nella antica capitale imperiale in tarda serata; solito servizio di pick-up organizzato dal Vina hotel (al costo di 20 dollari totali da e per l’aeroporto) situato nella zona sud della città.
L’arrivo è un po’ sconfortante, non tanto per la pioggia (molto frequente in questo periodo nel Vietnam centrale) quanto per il fatto che nell’entrare nella nostra “deluxe” con vista sul fiume dei profumi notiamo che la parete sopra il letto è letteralmente bagnata, una umidità incredibile come visibile anche sull’ampia finestra.
Visto che il climatizzatore non funziona mi reco alla reception per avere un cambio di stanza; l’addetto, dopo qualche insistenza, ci consegna una camera più piccola e meno esposta e ci fornisce di una stufetta elettrica per riscaldare l’ambiente. Vista l’ora chiediamo qualcosa per la cena ma il ristorante è già chiuso; comunque dopo qualche minuto ci recapita in camera due piatti di uova fritte con qualche toast e una decina di piccole banane.
Dopo la piccola cena, ci mettiamo a letto, lasciando la stufa accesa. L’impatto con Huè non è stato quindi dei migliori.
Venerdì 13 gennaio 2012
Johnny:
Dopo la prima colazione, ci avviamo a piedi verso la parte settentrionale della città per visitare la celebre Cittadella; il tempo risulta inclemente ma siamo preparati con berretti e kway e la prendiamo con filosofia. Dopo una lunga passeggiata ci rendiamo conto che la nostra mappa, a differenza di quanto abbiamo verificato in tante altre città, non rende ben comprensibile le esatte distanze.
Ci affidiamo pertanto a due simpatici proprietari di risciò a pedali (completi di tendina antipioggia) che nel giro di dieci minuti e al prezzo di 3 € totali ci lasciano davanti all’ingresso della Cittadella. Miracolosamente la pioggia cessa e così possiamo ammirare l’interessante comprensorio ricco di vestigia e testimonianze relativi alla dinastia imperiale; l’area è soggetta ad estesi lavori di restauro che sicuramente ne miglioreranno la condizione generale. Comunque è un appuntamento da non mancare, un’oretta è sufficiente per una visita d’insieme.
All’uscita della struttura, decidiamo di andare a vedere l’area delle tombe imperiali e in particolare quella dell’imperatore Khai Dinh; la zona dista circa 20 minuti in auto da Huè e ci arriviamo in taxi (la contrattazione è d’obbligo ma abbiamo subito la controprova che abbiamo fatto bene a prenotare i transfer da/per aeroporti direttamente con gli alberghi). La tomba dell’imperatore Khai Dinh è veramente maestosa, caratterizzata da una lunga scalinata e dalla cima si gode di una vista davvero suggestiva, favoriti dal fatto che un pallidissimo sole ha cominciato a farsi strada fra le nuvole.
Ritorniamo in città e pranziamo da Nina’s, un caratteristico ristorante familiare situato al termine di un vicoletto posto su una delle strade principali di Huè (indirizzo completo Nguyen Tri Phuong Street 16/34), la location è molto essenziale, si tratta di uno spazio ricavato davanti all’ingresso di una villa bassa, tavolini e sedie tipo pic-nic, ma l’ambiente è molto simpatico e informale, i piatti squisiti, i prezzi incredibili ( abbiamo preso 2 spring rolls, 2 pho con gamberetti e verdure, 1 maiale al sesamo, 2 birre Huda per un conto totale di € 5,50).
Visitiamo quindi il mercato coperto, pieno di suoni e colori, con i locali sempre gentilissimi e mai avari di sorrisi e poi ci dirigiamo verso il ponte principale che collega le due sponde; valutiamo se fare un breve giro in barca sul fiume dei profumi per visitare la pagoda della dama Celeste ma alla fine propendiamo per continuare la visita alla città. Durante questa fase Daniela propone di entrare a dare un’occhiata all’hotel Imperial, il più famoso della città; entriamo disinvolti nella ridondante hall, il tempo di vedere su un leggìo che il bar panoramico si trova al 16° piano e siamo già in ascensore. Ci accomodiamo su uno dei divani davanti all’immensa vetrata da cui si domina la grande ansa del fiume, ordiniamo due coppe di gelato e ci godiamo la vita!
Torniamo lentamente verso il nostro albergo, dove troviamo la nostra camera assolutamente accogliente: l’umidità della sera prima è soltanto un ricordo. Un po’ di riposo e siamo di nuovo per le strade di Huè; la città di sera è tranquilla e non caotica quanto Hanoi; per cena ci dirigiamo da Confetti (restaurant & art gallery)che si trova a poche centinaia di metri dal nostro albergo: musica soffusa, sobriamente elegante, ci sistemano a uno dei due tavoli nel soppalco, molto romantico. Scegliamo i soliti spring rolls, un pesce di grandi dimensioni cotto al vapore con le verdure e granchi grigliati alla cipolla, accompagnando il tutto con una bottiglia di vino bianco vietnamita (buono) della zona di Dalat.
La qualità dei piatti è superba, il servizio impeccabile, il conto 728.000 dong (30€). Torniamo in albergo e siamo, come sempre, la coppia più felice del mondo.
La più bella:
L’incontro con Huè inizia sotto una fitta pioggia e con l’atterraggio del nostro aereo (un bel botto), poi torna il sereno e tutto si dimentica (compreso il nostro hotel). Romantica la cena al ristorante “Confetti” dove i camerieri indossano camicie rosa confetto!
Sabato 14 gennaio 2012
Johnny:
Verso metà mattinata lasciamo l’hotel (costo totale 2 notti 44€) per l’aeroporto, il volo per Saigon (come noto è il nome della vecchia capitale del Vietnam del Sud, sostituito dal 1975 da Ho Chi Minh City ma quasi tutti continuano a chiamarla Saigon come dimostrano anche i tickets aerei con l’abbreviazione SGN) ci è costato 90 dollari a testa con la Vietnam Airlines e arriviamo a destinazione verso le 2 del pomeriggio.
Il primo impatto è veramente confortante: cielo azzurro, 35 gradi, autista che ci accoglie con salviette rinfrescanti e bottigliette d’acqua gelate. Il mio amore rimane letteralmente affascinata dalla città che scorre davanti a noi e io stesso, che pure conoscevo il tradizionale ruolo “propulsivo” di questa città, ne rimango colpito.
Se Hanoi era chiusa, soffocante, con i marciapiedi impraticabili, Saigon è piena di grandi viali, zone verdi, ariosa, pulita ed ordinata, una metropoli proiettata già nel futuro. Alloggiamo al Tan Hai Long Hotel 3 al n. 65 di Ho Tung Mau Street nel cuore del Distretto 1 (il centro della città) con il solito servizio di pick-up al costo di 23€ a/r; l’albergo è molto confortevole, il prezzo 30€ a notte per la camera standard è conveniente (a Saigon i prezzi sono sicuramente più cari che in tutto il resto del Vietnam) e all’arrivo le signorine della reception ci avvisano che, a causa di un inconveniente, all’indomani dovremo lasciare la camera assegnataci per spostarci (senza aggravio di spese) in una suite al penultimo piano.
Accettiamo di buon grado la variazione e partiamo subito alla scoperta della città; avevo scelto questo albergo anche per la vicinanza alla Bitexco Tower, il grattacielo più alto di Saigon e la cui sagoma è visibile da ogni zona ma usciti dall’albergo non riusciamo a vederlo; alziamo gli occhi al cielo e la torre è proprio sopra di noi!
La prima tappa è il famoso mercato coperto di Ben Thanh, autentica attrazione cittadina; vi è esposta una varietà incredibile di merci, noi ne approfittiamo per comprare qualche t-shirt e goderci l’ambientazione. La folla è composta in maggioranza da turisti ma ci sono anche molti “locali”; ci sistemiamo su due sgabelli di uno dei tanti punti di ristoro e assaggiamo zuppa di spaghetti al granchio, una aragostina e i consueti spring rolls accompagnati da una Saigon beer e una noce di cocco per un totale di 320.000 dong.
Lasciamo il mercato e ci imbattiamo in un signore che mangia di gusto un grosso gelato; al nostro invidioso commento ci risponde in romanesco, è un nostro connazionale che sta girando il Vietnam in solitaria. Il tempo dei saluti e continuiamo il giro della metropoli gustandoci il caldo sole del sud; visitiamo la Cattedrale di Notre Dame, osserviamo il Teatro dell’Opera e il Palazzo della Riunificazione, percorriamo il grande viale Le Loi fino a piazza Lam Son vero cuore cittadino e quindi prendiamo Dong Khoi Street, la via dei negozi più prestigiosi con una rapida incursione in un grande centro commerciale.
Saigon si dimostra in ogni suo aspetto quale vera forza trainante dell’intero Paese. All’imbrunire scopriamo una città piena di una miriade di luci: alle luminarie già precedentemente attivate per le festività di fine anno, si vanno aggiungendo quelle per la prossima festività del Tet, un incredibile caleidoscopio. E’ ormai sera quando, percorrendo Pasteur street, veniamo attratti da un locale pieno di luci parte all’aperto e in parte ricavato in una particolare struttura; il ristorante Nha Hang Ngon al numero 160 della citata via, è molto frequentato in particolare modo dai cittadini Saigon ma ci sono anche tanti viaggiatori; ci accaparriamo un tavolo vicino al piccolo “laghetto” interno e ci gustiamo 2 fantastici granchi accompagnati da birra e dai soliti spring rolls; cucina eccellente, prezzo onestissimo di 640.000 dong, nemmeno 25 € in due!
Alla fine della cena ritorniamo verso l’albergo ma certo non per rientrarvi, abbiamo deciso di vedere la torre panoramica posta sulla Bitexco Tower che rimane aperta fino alle 22.00: La torre è alta circa 90 piani, ma la vetrata è posta al 49° piano ed il costo d’ingresso (circa 8€) è nulla in confronto a quello che si può ammirare dopo la corsa in ascensore: Saigon, immensa ed illuminata, si apre davanti a noi in tutta la sua bellezza. Inutile qualsiasi descrizione, andate e vedete con i vostri occhi!
Ritorniamo in albergo, alla reception prenotiamo un tour sul delta del fiume Mekong per il giorno dopo.
Domenica 15 gennaio 2012
Johnny:
L’agenzia Kim Travel risulta ben organizzata: un bus di medie dimensioni viene a prenderci davanti all’hotel di buon mattino e partiamo verso la meta prevista, siamo una ventina di “turisti”e, ovviamente siamo gli unici italiani ma poco male, sarà occasione per esercitarci ancora un po’ nelle lingue.
La guida (Yan) ci illustra brevemente i punti salienti della giornata: il viaggio dura poco più di 2 ore (compresa una sosta) prima di arrivare a My Tho dove ci imbarchiamo su una grossa lancia a motore per vedere e visitare l’isola del Drago, quella della Fenice, della Tartaruga e soprattutto quella dell’Unicorno dove ci fermiamo. Ci muoviamo fra gli alberi bassi fino a un mercatino, dove ci viene offerto di assaggiare alcuni tipi di the; a seguire foto con il “big snake” (si tratta effettivamente di un grosso pitone) e il mio amore, manco a dirlo, è la prima a sottoporsi al rito fotografico a cui parteciperò anche io (ma senza eccessivo entusiasmo).
Proseguiamo il “giro” e arriviamo in un altro piccolo villaggio dove, oltre alle solite bancarelle (segnalo che in tutte le realtà del Vietnam che abbiamo conosciuto i “venditori” sono sempre cortesi ed educati, mai aggressivi o assillanti) assistiamo alla preparazione di dolcetti al cocco e ad una esibizione di canti popolari. Saliamo quindi su piccole canoe in uno degli innumerevoli bracci del delta per raggiungere la prossima meta e veniamo forniti dei classici cappelli a cono tipici di questa parte del mondo.
Il tempo di scendere e già è pronto il successivo mezzo di trasporto: carretti trainati da un cavallo, facciamo conoscenza diretta con una coppia franco-vietnamita con noi sullo stesso carretto. Arriviamo poi al luogo scelto per la sosta pranzo, un posto caratteristico nella boscaglia, il menù è davvero tutto un programma: pesce elefante, serpente, scimmia, iguana,orso e via discorrendo! Siamo capitati ad un tavolo con una giovane e simpatica coppia di Hong Kong, chiacchieriamo un po’ ed alla fine decidiamo di prendere tutti dei gamberoni e di dividerci il famoso pesce elefante, presentato in maniera originale e veramente squisito (costo 570.000 dong).
Il tempo passa veloce e per chi vuole un’altra proposta; giro in bicicletta nella boscaglia! Non ce lo facciamo ripetere e partiamo in una decina, tornando alla base dopo mezzora (ne valeva la pena). Riprendiamo la lancia e quindi il bus che ci riporta in albergo, stanchi ma soddisfatti (costo della gita 345.000 dong, circa 13 € a testa). Dopo una doccia nella suite che ci hanno omaggiato, decidiamo di non perdere tempo e torniamo al ristorante della sera prima dove gustiamo calamari e ostriche; mentre camminiamo, non possiamo non rimanere ancora una volta affascinati dai colori e dai suoni di Saigon.
La più bella:
Saigon, temperatura 35 gradi, che bello! Città moderna e modaiola, super illuminata per la festa del Tet. Indimenticabile l’escursione sul Mekong, curiosissimo il pranzo sull’isoletta dove il menù contemplava piatti tipici come iguana, tartaruga bollita, serpente in salsa, coccodrillo con verdure, scoiattolo…wow.
Lunedì 16 gennaio 2012
Johnny:
Dopo la prima colazione è il momento di preparare i bagagli; il volo della Vietnam Airlines per Nha Trang parte da Saigon intorno a mezzogiorno (costo di 67 dollari a testa). Abbiamo scelto questa località per passare gli ultimi 3 giorni del viaggio in una località di mare e non ci siamo affatto pentiti della scelta; all’arrivo solito servizio di pick-up (costo a/r 26 dollari) organizzato dal B&B CarpeDM di Danny ( un belga sposato con una vietnamita) dove abbiamo prenotato una superior room davvero molto bella al costo di 18 dollari al giorno!
Ci troviamo nella zona sud di Nha Trang, a poche centinaia di metri dai grandi alberghi ma immersi in un quartiere particolare chiamato”night life” (vita notturna) dove sono presenti ristoranti, bar, negozietti, piccoli alberghi, varie attività commerciali, agenzie di viaggi. La location ci piace fin da subito, il tempo di lasciare i bagagli, 5 minuti a piedi, la spiaggia davanti a noi ed entriamo subito in acqua:finalmente!
L’acqua è tiepida, poi ci asciughiamo al sole guardando il bel panorama fino al tramonto. Per la sera scegliamo un ristorante a pochi passi dal nostro albergo, si tratta del “Mecca Lemongrass” in Tran Quang Khai street, un locale all’aperto molto carino e arioso. Ordiniamo in maniera esagerata: 2 piatti di gamberoni, una grigliata di pesce, 2 bisteccone australiane e 1 banana split accompagnati dal solito vino bianco di Dalat al costo di 1.095.000 dong , circa 36 euro, per una cena superba.
Scenetta finale: visto che (cause tecniche?) non risulta possibile pagare con la carta di credito, un cameriere mi accompagna in motorino per prelevare al bancomat (ci riesco al 4° tentativo). Passeggiando dopo cena, decidiamo di affidarci ad una delle tante agenzie per organizzare un giro delle isole per il giorno dopo; fra le tante scegliamo la Oasis Travel al n. 3 della stessa Tran Quang Khai street che ci propone il tour (Amazing Snorkeling Tour) al prezzo di 15 dollari a testa.
Martedì 17 gennaio 2012
Johnny:
Dopo un buona prima colazione al Cafè de Amis (colazione europea per 2 persone a meno di 1 € a testa) situato a due passi dall’agenzia, partiamo l’escursione. Gruppo di una ventina di unità composto prevalentemente da russi con qualche giapponese e noi; l’imbarco è nella zona sud di Nha Trang, ai piedi della teleferica (suggestiva) che collega la terraferma ad un parco acquatico situato nell’isola di fronte.
Il nostro battello, dopo una placida navigazione, raggiunge un paio di zone dove possiamo tuffarci (dopo che ci hanno fornito tutto il necessario per lo snorkeling) per vedere alcuni aspetti della vita sottomarina (bello ma lo spettacolo non può competere con quello offerto da altre barriere coralline).
Si ritorna in barca dove, nel frattempo, l’equipaggio ha allestito un simpatico buffet caldo/freddo; si riparte per vedere altri siti ed, in particolare, un allevamento di pesci (anche se il camminamento fra le varie vasche è un po’ traballante e qualche russo, dopo l’ennesima birra, non si è accorto che in molte vasche sono presenti squali di varie dimensioni).
Ritorniamo verso la base di partenza, cade qualche goccia di pioggia ma non crea alcun problema; l’escursione è stata interessante e piacevole, una giornata trascorsa in assoluto relax, sicuramente una buona scelta. Mentre torniamo in albergo, decidiamo di “passare” davanti al ristorante “da Fernando”, un ristorante italiano di cui abbiamo letto diverse recensioni piene di lodi (premetto che nei vari viaggi, abbiamo sempre rifuggito la ristorazione italiana preferendo sempre la cucina locale).
Il locale è sulla Nguyen Thien Thuat street al n.96 con tanto di insegna tricolore e decidiamo di transitarvi davanti tanto per dare una occhiata; mossa inutile, perché un signore sulla sessantina (Fernando, appunto) “annusa” subito che siamo italiani e ci ferma per scambiare quattro chiacchere. L’atmosfera ci piace e dopo una doccia veloce torniamo per la cena. Abbiamo scoperto che il titolare è originario della provincia di Lecce e decidiamo di portargli in regalo il calendario 2012 che abbiamo trovato allegato alla rivista Turisti Per Caso di gennaio; il calendario viene simpaticamente preso in consegna dalla moglie vietnamita di Fernando che lo porta in visione a tutti i clienti presenti ai vari tavoli per far vedere le bellezze italiane, un vero successo! Noi ci accomodiamo e subito facciamo conoscenza con una coppia di tedeschi che vivono alle Isole Canarie: la simpatia reciproca è immediata, avviamo una conversazione incrociata in inglese, spagnolo, francese ed italiano e riempiamo di risate il locale.
Pochi minuti e la coppia tedesca è già seduta al nostro tavolo, il divertimento assicurato, la cucina ottima anche se un po’ cara per gli standard vietnamiti: 2 carpaccio di pesce spada, 2 cocktail di gamberi, 2 spaghetti alla marinara, 1 banana flambé, 1 tiramisù e 2 bottiglie di italico pinot grigio 1.700.000 dong (poco più di 60€).
Continuiamo la serata trasferendoci con i nostri nuovi amici in un locale per bere qualcosa sentendo della musica; al bancone ascoltiamo storie particolari ( coppia di ragazzi inglesi in viaggio in questa parte del mondo da circa 4 mesi) e ci raccontiamo storie divertenti. A suggello della serata, alzo il bicchiere dicendo (perla di saggezza da noi raccolta durante un viaggio in India un paio di anni fa) …life is too short… (la vita è troppo breve), a cui il tedesco risponde … life is too short to drinking water .. (la vita è troppo breve per bere acqua).
Risatona generale a conclusione di una bellissima serata.
Mercoledì 18 gennaio 2012
Johnny:
Per il nostro ultimo giorno completo a Nha Trang affittiamo uno scooter per visitare la famosa spiaggia di Bai Dai a circa 30 chilometri dalla città in direzione aeroporto, il tempo è incerto ma decidiamo di provarci.
Alla solita agenzia Oasis Travel prendiamo una Yamaha al costo giornaliero di 10 dollari compresa l’assicurazione cui aggiungiamo poco meno di 2 euro di carburante e si parte. Daniela si mette alla guida e, come previsto, di rivelerà una eccellente guidatrice. Bai Dai è un posto bellissimo, con spiagge selvagge e un certo numero di baracche dotate di tavolini e sdraio con accesso diretto al mare tramite scalette.
Ci sono un po’ di onde lunghe ( ai tempi della presenza militare americana, i soldati indicavano questa zona come le Hawaii del Vietnam) ma fare il bagno qui è davvero emozionante. Ci fermiamo per pranzo in una di queste baracche e ordiniamo 1 chilo di granchi azzurri bolliti, un chilo di calamari alla piastra e 2 birre per un totale di 680.000 dong (25 euro circa). Intanto il sole si è prepotentemente fatto spazio fra le nuvole e la giornata trascorre piacevole; sulla strada del ritorno ci fermiamo prima per dare un’occhiata al Diamond Bay un resort di lusso che sorge in posizione isolata (sicuramente bello ma un po’ freddino, asettico) e, successivamente, proprio vicino a Nha Trang andiamo a curiosare dentro l’ Ana Mandara resort, che riscuote sicuramente maggiore apprezzamento da parte nostra per le sue indubbie qualità.
Come ultima tappa decidiamo di puntare verso la parte nord della città per visitare il celebre tempio Cham Ponagar con le sue quattro torri che sorge su una collinetta; la struttura è semplice ma ricca di fascino e trasmette un senso di indubbia serenità (il biglietto d’ingresso è pari a 0,50 €). Riprendiamo la strada del ritorno, consegniamo lo scooter e ci concediamo un meritato riposo prima di tornare al ristorante “Mecca Lemongrass” per la nostra ultima cena (almeno per questa volta) in terra vietnamita: mezza dozzina di ostriche, una ventina di cozze giganti, spring rolls e bisteccone australiane con vino bianco di Dalat per poco meno di 30 euro.
Con un po’ di tristezza ci congediamo dalla calda serata di Nha Trang, domani partenza.
La più bella:
Nha Trang è carinissima, gremita di giovani turisti nella zona della movida, il nostro alloggio è al Carpe DM, la stanza è molto confortevole. La prossima volta prolungo il mio soggiorno, lo prometto!!! Da non perdere una cena al “Mecca Lemongrass” e una visita alle baracche sull’acqua di Bai Dai.
Giovedì 19 gennaio 2012
Johnny:
In tarda mattinata partiamo con volo Vietnam Airlines verso Hanoi (costo 125 dollari a testa) dove arriviamo nel primo pomeriggio. Il volo della Lot per Varsavia è previsto per la tarda serata ma, volutamente, abbiamo anticipato il rientro ad Hanoi proprio per evitare qualsiasi tipo di rischio ma adesso abbiamo alcune ore di “vuoto” davanti a noi. Valutiamo la possibilità di trascorrerle in aeroporto, opzione non percorribile in quanto il Noi Bai è molto stretto ed angusto prima dei varchi di controllo; scartiamo anche la possibilità di una corsa in taxi fino alla capitale (calcolare 2 ore solo di viaggio ed inoltre sta pure piovendo). Ci rivolgiamo all’ufficio informazioni ed in meno di 5 minuti abbiamo già una camera al Phuong Dong Hotel a circa un chilometro di distanza dal complesso aeroportuale, al costo di 25 dollari comprensivo del trasferimento in auto privata. Ci sistemiamo e trascorriamo qualche ora in relax, scelta ottima anche perché sapremo più tardi del traffico impazzito sulla direttrice Hanoi/aeroporto a causa di un grave incidente stradale che sarà causa anche di ritardi sulla partenza di tutti i voli internazionali. Comunque alla fine riusciamo ad imbarcarci e verso mezzanotte decolliamo verso Varsavia, dove arriveremo la mattina dopo appena in tempo per prendere la coincidenza per Milano Malpensa.
La più bella:
I Vietnamiti sono bravi nell’arrangiarsi, non fanno mai le code, amano i bimbi, la moda, la buona cucina ed i motori, sono dei veri ITALIANI D’ORIENTE.
Conclusioni
Semplicemente un viaggio bellissimo. Ci ricorderemo sempre degli incantevoli luoghi visitati e dei sorrisi che ci sono stati regalati in ogni circostanza, non dimenticheremo l’incredibile marea di motorini in movimento cui farà da contraltare il fascino silenzioso e fatato della baia di Ha Long. Siamo ben consapevoli che in dieci giorni abbiamo solo lontanamente “assaggiato” questo straordinario Paese, ma abbiamo posto le basi di una conoscenza che sicuramente amplieremo nel tempo a venire.
Tam biet (arrivederci) Vietnam e un bacio alla mia bella che sarà sempre la più bella.
Daniela & Johnny