La più bella di Madrid
Martedì 8 novembre 2011
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Johnny: La partenza è da Bergamo – Orio al Serio alle ore 08.40 con volo Ryanair prenotato il 13 ottobre 2011 al costo complessivo (2 persone) di € 94,40 con arrivo nella capitale spagnola dopo circa due ore di volo comodo.
Avendo come al solito solo uno zaino a testa come bagaglio a mano, appena sbarcati al terminal n.1 (T1) ci dirigiamo subito, 5 minuti a piedi, verso il terminal n.2 (T2) dove è attestato il capolinea della linea 8 (colore rosa) della metropolitana che dobbiamo prendere per arrivare all’altro capolinea denominato “Nuevos Ministerios”; Il biglietto ha un costo di € 1,50 tranne per la tratta da/per l’aeroporto Barajas in cui è previsto un supplemento per un totale di € 2,50.
La rete della metro è molto estesa, conta n. 11 linee che collegano tutta la città. E’ possibile optare anche per una serie di abbonamenti turistici che noi non abbiamo tenuto in considerazione, sia per la brevità della permanenza nella città (tre giorni in tutto) sia perché Madrid si presta benissimo ad essere visitata a piedi.
Alla stazione metro “Nuevos Ministerios” cambiamo linea prendendo la n.10 (colore blu) direzione “Porta del Sur”; poche fermate e scendiamo alla fermata “Plaza de Espana”. Usciamo su una delle principali arterie cittadine “La Gran Via” dove è situato al n. 64 l’Hostal Santillan prenotato in data 13 ottobre 2011 tramite Booking.com al conveniente prezzo totale di € 100 per una camera matrimoniale per due notti.
Precisiamo subito che, a differenza di quanto si possa pensare dal nome, non si tratta di un ostello, ma di una struttura sita negli ultimi piani di un elegante palazzo ristrutturato con un efficiente servizio di reception: prendiamo “possesso” della nostra stanza al settimo piano, accogliente e ben riscaldata, e lasciati gli zaini partiamo subito alla scoperta della città.
La Gran Via è una strada molto lunga e piena di negozi, teatri e ristoranti con molti palazzi d’epoca, imponenti e ristrutturati che si fanno facilmente ammirare; arriviamo fino a piazza Callao, da dove prendiamo Calle Preciados, isola pedonale piena di grandi magazzini che ci conduce fino al vero cuore di Madrid: Puerta del Sol.
Siamo fortunati perché splende un sole meraviglioso che riscalda e che inonda di luce tutta la piazza; continuiamo a passeggiare lungo Calle Mayor e in pochi minuti arriviamo in un’altra delle piazze storiche della capitale: Plaza Mayor.
Si tratta di una piazza grande e “chiusa”, interamente circondata da porticati; casualmente proprio al centro della piazza una troupe televisiva sta girando un servizio sul flamenco e così per un buon quarto d’ora ci vediamo, in prima fila e gratuitamente, l’esibizione di un gruppo di ballerini che riescono a riscuotere un consenso generale dalla folla presente.
Nel frattempo ci accorgiamo che è giunto il momento di mangiare qualcosa e approfittiamo della presenza sulla stessa piazza, al n. 18, del Museo del Jamon (letteralmente Museo del Prosciutto): si tratta di una catena di esercizi commerciali diffusi nella città dove a qualsiasi ora è possibile mangiare, oltre che col solito servizio tradizionale al tavolo, sedendosi agli sgabelli del bancone (barra) e ordinando vari tipi di panini con prosciutto e salami al costo di 1€ al pezzo; analogamente si può prendere un bicchiere di vino o di birra o coca-cola sempre ad 1 €, conveniente e di buona qualità (si consiglia di evitare le ore serali a causa della folla davvero notevole).
Dopo questo primo assaggio, ci dirigiamo verso la vicina Plaza San Miguel dove è situato l’omonimo mercato coperto: si tratta di una struttura di buon livello, forse anche un po’ “turistica”, ma sicuramente il cibo da degustare (in piedi e con molte persone vicino) è ragguardevole; noi propendiamo per un banco di prodotti ittici della regione Galiziana e ci gustiamo dei piccoli pescetti chiamati “angulas” con gamberetti, poi una dozzina di ostriche e quindi una decina di capesante appena cotte, con due belle coppe di vino ghiacciato: totale 36€ per del “seafood” veramente eccellente.
Dopo esserci così saziati ripartiamo alla scoperta della città: ritornati in Puerta del Sol ci dirigiamo verso est percorrendo tutta Calle de San Jeronimo e in dieci minuti siamo davanti al Museo del Prado, uno dei motivi per cui siamo venuti a Madrid.
La struttura è imponente e, con nostra grande e piacevole sorpresa, scopriamo che proprio oggi 8 novembre 2011 comincia la mostra “ L’Hermitage al Prado” con la possibilità di vedere, pertanto, oltre ai capolavori del Prado, anche una parte dei “tesori” del famoso museo di San Pietroburgo (per chi fosse interessato la mostra in argomento si prolungherà fino al 25 marzo 2012).
Sono ormai le ore 16.00 e decidiamo di aspettare le ore 18.00 quando come di consuetudine le porte del Prado si apriranno gratuitamente fino all’orario di chiusura (ore 20), giusto così per un primo assaggio. Per ingannare l’attesa, decidiamo di puntare verso la stazione ferroviaria di Atocha, struttura interessante dal punto di vista architettonico e che cela al suo interno una piccola sorpresa: un incredibile giardino pieno di lussureggianti piante tropicali che trasmettono una immediata sensazione di tranquillità, nonostante la classica frenesia della stazione ferroviaria.
Qualche minuto di sosta e ripartiamo per tornare all’esterno del Prado: manca ancora una decina di minuti alle 18 ma si è già formata una lunga e ordinata fila davanti all’entrata. Il tempo di scattare qualche foro e già arriva il momento di entrare: finalmente, un’emozione fortissima!
Il museo è articolato in numerosissime sale di vario formato disposte su tre piani; vi sono presenti, in via permanente, le seguenti collezioni: pittura spagnola 1100-1910, pittura italiana 1300-1800, pittura tedesca 1450-1800, pittura britannica 1750-1800, pittura fiamminga 1430-1700, pittura francese 1600-1800 e poi sculture, disegni/stampe, arti decorative.
Io e la mia compagna non siamo espertissimi di pittura, ma restiamo letteralmente affascinati da diversi autentici capolavori presenti: il cardinale (Raffaello), la lavanda dei piedi (Tintoretto), la maja desnuda (Goya), la morte della vergine (Mantegna), le tre grazie (Rubens), il 3 maggio 1808 a Madrid (ancora Goya), Venere e Adone (Veronese), Artemisia (Rembrandt), Davide e Golia (Caravaggio), la baccanale degli Andrii (Tiziano), assunzione della vergine (Carracci) e per finire l’opera che più mi è piaciuta in assoluto, Las Meninas (Velazquez).
Due ore di intensa “visione” di questi tesori sono letteralmente volate e ci dirigiamo pertanto verso l’uscita: la sera madrilena è fresca, ma non fredda. Riprendiamo Calle San Jeronimo e, al n.16 veniamo ispirati dal ristorante “La Catedral”: prendiamo un ottimo menu degustazione comprensivo di antipasto, piatto principale e dessert; cibo di ottima qualità in porzioni generose, accompagnato da due birre per un totale di 37€.
Torniamo verso Puerta del Sol che sono le dieci passate, ma abbiamo difficoltà ad attraversare la piazza per la folla presente. Anche noi ci “perdiamo” nel girovagare senza una meta precisa circondati da spagnoli e turisti.
A mezzanotte torniamo verso la Gran Via, ci siamo alzati presto stamattina e la stanchezza comincia a farsi sentire.
La più bella: Da non perdere una visita alla stazione ferroviaria di Atocha. Abbiamo avuto il gradito piacere di vedere una mostra fotografica riguardante le più insolite tratte ferroviarie della Russia.
All’ingresso del Museo del Prado troverete un utilissimo opuscoletto in lingua italiana per l’orientamento, con l’elenco delle opere di maggior rilievo.
Molte delle più belle opere d’arte italiane si trovano in questo museo a causa della passione artistica dei reali Carlo V e Filippo II, due autentici collezionisti.
Da non perdere i capolavori di Raffaello (il mio preferito) è “La lavanda dei piedi” di Tintoretto.
Mercoledì 9 novembre 2011
Johnny: La giornata comincia subito con la 1^ colazione che consumiamo in un autentico “tempio” madrileno: entriamo infatti nella pasticceria “La Mallorquina” situata al n.8 di Puerta del Sol, dove gustiamo alcune specialità della casa come i napolitanos, i palmeras e i pepitos tutti veri capolavori ipercalorici accompagnati da ottimo “cafè con leche” cioè cappuccino.
Ripartiamo dirigendoci verso ovest lungo Calle Mayor; il nostro intendimento è quello di dirigerci alla Cattedrale di Santa Maria de la Almudena, protettrice della città di Madrid perchè, qualche giorno prima di partire, abbiamo scoperto che si festeggia proprio oggi 9 novembre.
L’enorme spiazzo davanti alla basilica a metà mattinata è già transennato, mentre è stata allestita una struttura metallica verticale per gli innumerevoli omaggi floreali che i credenti doneranno alla santa patrona secondo tradizione.
Approfittiamo per una visita all’interno della cattedrale (molto bella) e all’uscita vediamo passare davanti a noi una lunga fila di “senoras” vestite di nero con relativo velo di pizzo nero che si dirigono verso la chiesa.
Ci spostiamo di pochi passi e diamo una occhiata all’imponente Palazzo Reale che sorge di fronte alla Cattedrale mentre un gran numero di persone (molte con costumi tipici di vari colori) si dirigono verso di essa.
Riprendiamo il nostro cammino che in meno di dieci minuti ci porta a visitare la Basilica di San Francisco el Grande (vicina alla Porta de Toledo): si tratta di una struttura di forma circolare, raccolta ma veramente molto bella, un piccolo gioiello forse non molto conosciuto. Ritorniamo verso Calle Mayor per assistere al passaggio della imponente processione di Santa Maria de la Almudena: una folla immensa.
Dopo tutti questi avvenimenti decidiamo per una pausa di tranquillità: il tempo di prendere la metro e scendiamo alla fermata ”Retiro” della linea n. 2 (rossa) e ci troviamo come per incanto in una immensa oasi di tranquillità e verde al centro di Madrid. Il “Parque del Retiro” è pieno di gente (data la giornata festiva), ma è talmente esteso che le persone quasi non si notano; all’interno ci sono aree per picnic, artisti di strada, bancarelle, suonatori dei più diversi strumenti; si possono vedere il Palazzo di Cristallo ed il Palazzo di Velazquez.
Per i più romantici è possibili noleggiare (al costo di 5€ per 45 minuti) una barchetta a remi sul laghetto prospiciente l’imponente monumento al Re Alfonso XII (è superfluo dire che non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione e ho remato per la mia bella che rimane sempre la più bella).
E’ ora di pranzo e ci dirigiamo alla Puerta Felipe IV per uscire dal parco; una passeggiata di una decina di minuti ci porta in Calle Amor de Dios n.12 (la stazione metro Anton Martin è a due passi) dove è situata una tipica trattoria madrilena, La Sanabresa, che propone solo piatti tipici del territorio. Il locale non è grandissimo e siamo fortunati perché poco dopo essere arrivati vengono occupati gli ultimi tavoli liberi: prendiamo entrambi il menu n. 3 e così possiamo scegliere fra piatti davvero particolari che rimandano alla cucina dei tempi andati. La bontà di quanto viene proposto è inoltre confermato dal fatto che, da una occhiata veloce, nella ventina di tavoli occupati siamo quasi sicuramente i soli “non madrileni” presenti.
Scegliamo una bottiglia di vino “tinto” (rosso) dalla buona carta dei vini e ci gustiamo un ottimo pasto che ci costerà alla fine soltanto € 24,00 in totale. Da non perdere!
Usciamo dal locale (per entrare c’è una fila di una ventina di persone) e riprendiamo la visita e ci dirigiamo verso Plaza Santa Ana che si trova proprio nel cuore della città; mi fermo all’improvviso davanti al n.6 dove è aperta la “Cerveceria Alemana” che significa letteralmente birreria tedesca ed invito la mia compagna ad entrare da sola perché c’è qualcuno che la sta aspettando. Daniela mi guarda perplessa, ovviamente non capendo il perché del mio invito, ma siccome insisto entra da sola nel locale da dove ne uscirà pochi minuti dopo un po’ emozionata.
Sveliamo l’arcano: il mio amore ha una passione per lo scrittore Ernest Hemingway e nel corso di alcuni viaggi ha visitato alcuni “posti” che hanno contraddistinto la vita dell’artista, dalla Bodeguita del Medio a L’Avana al bar Sloppy Joe’s di Key West (Florida) dove c’è anche la casa dello scrittore. La “Cerveceria Alemana” era il locale di Madrid particolarmente frequentato da Hemingway alcune decine di anni fa durante i periodi di permanenza a Madrid; qui oltre a bere e pranzare si fermava spesso anche per trarre ispirazione per i suoli libri.
Il locale, oltre a sue fotografie, conserva ancora una atmosfera retrò con camerieri in giacca bianca e pantaloni neri che servono i clienti seduti davanti a tavolini di marmo dell’epoca. Il mio amore sapeva naturalmente dei soggiorni di E. H. nella capitale spagnola, ma non ricordava quale locale frequentasse (devo dire che ha gradito molto la piccola sorpresa).
Puntiamo di nuovo verso nord-est e andiamo ad ammirare la Plaza de Cibeles al cui centro spicca la celebre fontana che è poi uno dei simboli della metropoli; ne approfittiamo per una visita al Palazzo delle Comunicazioni dove, in ascensore, si può salire fino all’ultimo piano per godere di una vista generale di Madrid. Purtroppo c’è molta fila e visto che comunque inizia a far buio desistiamo e ritorniamo verso il centro per una visita ai rinomati magazzini “El Corte Ingles” nella zona pedonale di Calle Preciados.
Non siamo molto amanti di questo genere di esercizi commerciali ma, nel corso dei nostri viaggi, diamo sempre una pur breve occhiata giusto per farci un’idea (nel reparto alimentari preparatevi a vedere una quantità spropositata di prosciutti interi di tutti i tipi). Continuiamo il nostro cammino nella tiepida serata e ci dirigiamo verso il quartiere “La Latina” nella zona a sud di Plaza Mayor; si tratta di uno dei luoghi della “movida” e stasera, giorno di festa, si ha una qualche difficoltà a farsi largo fra le persone o a trovare un posto per la cena.
I locali sono tutti pieni e passando davanti ad uno dei più antichi e famosi ristoranti “Casa Botin” in Calle Cuchilleros 17 notiamo anche qui una discreta fila in attesa di entrare. Decidiamo quindi di puntare verso un locale che avevamo visto al mattino sulla Gran Via e che ci avevamo ispirato: avevamo “visto” giusto poiché il ristorante “El Jamon de Gran Via” al n.59 si è dimostrato veramente all’altezza. Accogliente e ben frequentato, ci siamo divisi un piatto di polipo, uno di cozze straordinarie, uno di pesce affumicato accompagnati dal classico pan tumaca e due birre per un totale di € 52.
E’ tempo di tornare verso l’hostal, ma procediamo molto lentamente gustandoci il viavai della gente.
La più bella: La processione di Santa Maria de la Almudena è molto emozionante. Da vedere la Basilica di San Francisco el Grande.
Giovedì 10 novembre 2011
Johnny: Comincia l’ultimo giorno di permanenza che prevede, come meta principale, il ritorno al Museo del Prado per la visita alla già menzionata mostra dell’Hermitage.
Dopo una breve fila acquistiamo il ticket d’ingresso (12 €) e ci rechiamo alle spalle del museo dove è allestita la mostra; altra breve fila e finalmente entriamo, scaglionati a piccoli gruppi.
Già l’opuscolo consegnato all’ingresso segnala in copertina uno dei più importanti capolavori esposti: si tratta del celebre “Suonatore di liuto” opera di Caravaggio completata fra il 1595 e il 1596. Si prosegue la visita ammirando Ritratto di uno studioso (Rembrandt), Gioco di bocce (Matisse), San Sebastiano (Tiziano), Lo stagno di Montgeron (Monet) e ancora varie opere di Velazquez, El Greco, Picasso e Renoir.
Abbiamo ammirato una vasta collezione di sculture (fra tutte quella in terracotta risalente al diciassettesimo secolo “L’estasi di Santa Teresa” di Gian Lorenzo Bernini); da non perdere poi una bellissima spada tutta tempestata di pietre preziose custodita in una particolare teca.
La visita ci porta via alcune ore e una volta usciti, ci dirigiamo verso l’hostal per ritirare i nostri zaini; concordiamo al volo una deviazione per recarci nuovamente al Mercado San Miguel per un’altra “incursione” gastronomica fra i vari banchi, concedendoci delle tartine di caviale, filetti di baccalà e altre prelibatezze.
Indugiamo ancora fra Plaza Mayor e Puerta del Sol, è una magnifica giornata soleggiata e calda, andare via si dimostrerà una autentica fatica. Il tempo di riprendere gli zaini, una corsa in metropolitana e siamo già in aeroporto; un giro per negozi e alle 18.45 partiamo diretti a Orio al Serio.
La più bella: Madrid città vivibile ed economica, ottima per il turismo. Caro Johnny, se avessi insistito sarei riuscita a convincerti ad andare a visitare lo stadio Santiago Bernabeu, ma “con tutto il rispetto”, prima il Prado. Ciao amore, alla prossima.
Conclusioni
Madrid si è dimostrata un’autentica sorpresa, talvolta descritta come “freddina” e non soltanto in senso meteorologico, è invece una vera metropoli europea accogliente e pulita, in cui il viaggiatore si trova rapidamente a proprio agio. La nostra è stata una visita molto breve (che però ci ha permesso un salutare “stacco” dalla cosiddetta vita di tutti i giorni) in cui abbiamo cercato di ottimizzare il tempo a nostra disposizione per visitare i vari luoghi di interesse. Siamo ben consapevoli di non aver visto molti posti “imperdibili”, ma ci ripromettiamo, anche in questo caso, di ritornare prima o poi per completare l’opera. Un bacio alla più bella.
Daniela & Johnny