La più bella di Gerusalemme
Martedì 8 maggio 2012
Indice dei contenuti
Johnny:
La partenza per Israele è da Milano Malpensa alle ore 14.45 con volo Meridiana Fly già
Prenotato esattamente tre mesi prima al costo complessivo (2 persone) di € 313,00 solo andata con arrivo a Tel Aviv dopo quasi quattro ore di volo.
All’arrivo all’aeroporto Ben Gurion ci rendiamo subito conto che le procedure doganali sono molto più semplici di quanto avevamo potuto appurare curiosando in rete; dopo una brevissima fila siamo già alla consegna dei passaporti (per Israele non è richiesto visto di ingresso) e non abbiamo neanche bisogno di chiedere la non apposizione del timbro sul passaporto in quanto l’addetto ci consegna a parte un fogliettino chiaro che ci verrà ritirato al varco successivo.
Tempi molto rapidi quindi, nella hall degli arrivi provvediamo al cambio (la valuta israeliana è lo shekel o Nis, 1 euro vale circa 5 Nis). All’uscita ci dirigiamo subito verso il lato destro dove sono parcheggiati gli sherut, pulmini o taxi collettivi che a prezzi contenuti partono verso Tel Aviv o come nel nostro caso Gerusalemme (costo a persona 11 euro circa); si tratta di mezzi di trasporto tutto sommato comodi ed economici, con l’unico inconveniente che si deve aspettare il completo riempimento prima della partenza (comunque non più di dieci minuti).
Il viaggio verso Gerusalemme dura circa una oretta e una volta arrivati lo sherut si ferma in alcuni punti concordati per fare scendere i passeggeri; siamo fra gli ultimi e così abbiamo modo di vedere una zona abitata da ebrei ortodossi con gli uomini vestiti in completo nero con cappelli dello stesso colore a larghe falde e donne con lunghe gonne e capelli raccolti.
Arriviamo poi alla “nostra” fermata , la Porta di Damasco, una delle principali porte di accesso alla città vecchia e area che separa Gerusalemme Est (araba) da quella israeliana. Appena scesi rimaniamo colpiti da quello che vediamo: in una sera tiepida, in mezzo a tante persone, si ergono davanti a noi le Mura di Gerusalemme e per un appassionato di storia come me è certamente un momento particolare.
Proseguiamo costeggiando le mura fino alla Porta di Erode e da lì ci incamminiamo per Salah Eddin Street dove al n. 17 è situato il Capitol Hotel prenotato tramite Booking.com sempre tre mesi prima al prezzo 297 dollari totali per tre pernottamenti più la prima colazione. Si tratta di un albergo spartano ma pulito e tranquillo, con personale alla reception estremamente cortese e disponibile, situato in una posizione eccellente a non più di 5 minuti a piedi dalla citata Porta di Damasco.
Il tempo di lasciare gli zaini in camera e usciamo per cenare; nel frattempo la maggior parte dei negozi ha chiuso, data l’ora, ma camminiamo in tutta tranquillità fino al ristorante Azzahra al n. 13 della omonima via. La cucina è araba, con anche piatti della tradizione palestinese, la location è gradevole, il personale molto premuroso, qualità elevata.
Abbiamo optato per una serie di antipasti e poi per il piatto principale abbiamo scelto il tajine (carne di vario tipo con legumi e riso) veramente squisito accompagnato da pane cotto nel forno e birra per un totale di 40 €.
Una breve passeggiata si conclude con il rientro in albergo.
La più bella:
Se si desidera conoscere Gerusalemme, questa è una tipologia di viaggio che non richiede molti giorni di permanenza. Il nostro pernottamento nel quartiere arabo, per me che ho lavorato come costruttore in paesi mediorientali, ha significato dover utilizzare un abbigliamento “ riguardoso” (uno scialle o una pashmina vi saranno d’aiuto anche per entrare nei luoghi sacri, ma se il caldo dovesse attanagliarvi abbigliatevi come vi pare).
Mercoledì 9 maggio 2012
Johnny:
La mattina successiva, dopo una colazione discreta in cui ho fra l’altro gustato il pompelmo più dolce che abbia mai provato, ci incamminiamo solerti verso la Old City entrando attraverso la Porta di Damasco. Bisogna dire che l’impatto è notevole: si tratta di una vasta area formata principalmente da viuzze e vicoli, divisa fra il quartiere cristiano, quello armeno, quello arabo e quello ebraico, con molti esercizi commerciali ma è bene evidenziare che, almeno con noi, i venditori sono sempre stati tranquilli e cortesi, mai assillanti.
Ben presto incrociamo la Via Dolorosa (è scritta proprio così), è la “vera” Via Crucis con le varie stazioni simbolo della sofferenza di Cristo; arriviamo infine alla Basilica del Santo Sepolcro, una chiesa particolare sia per la sua struttura architettonica sia per quello che essa rappresenta per la religione cristiana (notiamo che si tratta di una basilica “povera” e austera, senza troppi luccichii e questo non ci sembra una cattiva cosa).
Proseguiamo verso la parte nord orientale della città vecchia ed incontriamo il primo check-point: dopo un rapido controllo entriamo nella piazza dominata dal famoso Muro del Pianto o Western Wall (si tratta appunto del muro occidentale del tempio di Re Salomone, unico “pezzo” rimasto in piedi dopo l’incendio ad opera dei romani) e per questo motivo ritenuto luogo sacro per eccellenza dalla religione ebraica.
L’accesso al muro è semplice, anche se ci sono due zone separate per uomini e donne e gli uomini devono indossare il tipico copricapo ebraico (kippah) che viene fornito all’entrata; davanti al muro ci sono numerosi fedeli che recitano salmi e preghiere, rimango un paio di minuti e prima di andare via deposito in un anfratto del muro, come da tradizione, un biglietto d’amore per la mia compagna che si confonde subito fra le migliaia di bigliettini presenti.
Dalla stessa piazza superiamo un altro posto di controllo e accediamo alla Spianata delle Moschee: ammiriamo la moschea dalla cupola d’oro e la moschea di Al-Aqsa, luogo di altissima sacralità per la religione islamica e non si può fare a meno di riflettere che questi due luoghi simbolo (Muro del Pianto e Spianata delle Moschee) per ebrei e musulmani si trovino uno attaccato all’altro!
Ritorniamo verso la zona ovest, passando per il Cardo (un antico percorso romano) e arriviamo al quartiere armeno dove visitiamo, solo dall’esterno, la Cittadella per uscire poi dalla Porta di Jaffa. Una città vecchia incredibile, affascinante, luogo di fedi e passioni unica al mondo, così diversa eppure anche così uguale (basti pensare ad esempio che per una antichissima legge tutti gli edifici dei vari quartieri sono stati costruiti con la medesima pietra).
Ci rechiamo verso il centro di Gerusalemme e in Jaffa street prendiamo un jumbo tram diretto a Mount Hertzli per la visita al museo dello Yad Vashem ( i tickets per il tram si fanno alle macchinette presso le fermate, ci sono le istruzioni in inglese ma in ogni caso ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarvi).
Lo Yad Vashem è un museo dedicato all’Olocausto ed è inserito in una zona boscosa alla periferia ovest della città, articolato su vari padiglioni e strutture separate gli uni dalle altre; ognuno saprà fare le proprie considerazioni.
Riprendiamo il tram e scendiamo nuovamente in Jaffa Street una delle arterie principali della parte moderna della città con moltissimi negozi di vario genere; in uno slargo della via, ad un certo punto vediamo un ristorantino con i tavoli all’aperto in una zona dove praticamente non passano auto e ispirati decidiamo di fermarci per la cena (sono solo le 18 ma dalla 1^ colazione in albergo non ci siamo mai fermati neanche per uno spuntino).
Il ristorante si chiama Dolphin Yam (al n. 9 di Shimon Ben Shetach Street) e come intuibile dal nome i piatti di pesce la fanno da padrone; scegliamo una serie di piccoli antipasti, a seguire tempura e concludiamo con una grigliatona mista di pesce per due persone cucinata in maniera sublime, il tutto accompagnato da birra Corona. Grande qualità dei piatti, ottimi location e servizio, prezzo totale € 88.
Torniamo lentamente verso l’albergo, siamo un po’ stanchi per aver camminato tantissimo ma è stata davvero una giornata indimenticabile. Le mura della città vecchia hanno anche stasera il loro aspetto fiabesco.
La più bella:
Gerusalemme, un pezzo di terra in cui più popoli urlano la propria appartenenza. Si è creata in me una confusione tale che non riconosco il mio Dio, fatico a comprendere le ragioni di tanto inutile rancore, riconosco fra la gente la bontà delle persone comuni, sogno un mondo di pace e la proclamazione di un unico credo.
Giovedì 10 maggio 2012
Johnny:
Oggi ci attende un’altra giornata densa di piacevoli impegni, fra cui spiccano la visita alla fortezza di Masada e una sosta per il bagno nel Mar Morto.
Per l’organizzazione della gita abbiamo valutato varie opportunità e alla fine abbiamo optato per quanto consigliatoci dal personale dell’albergo, affidandoci alla società Bein Harim che, tutto sommato, si è dimostrata seria e ben organizzata.
Pick-up in albergo alle otto del mattino con trasferimento in un altro hotel nei pressi del Monte Sion dove poco dopo si è formato l’eterogeneo gruppo di partecipanti (una dozzina). Si parte quasi subito, viaggio piacevole con la guida che parla un inglese talmente semplice che comprendiamo praticamente per intero le varie spiegazioni.
Mentre ci addentriamo nel deserto vediamo insediamenti beduini, diamo un’occhiata da lontano alla storica città di Gerico e finalmente possiamo ammirare le azzurre acque del Mar Morto; sosta in una fabbrica di prodotti con le qualità terapeutiche del vicino mare e possibilità di fare uno spuntino veloce (in questo tipo di escursioni la “visita” di esercizi commerciali è purtroppo consuetudinaria ma ce la caviamo in una mezz’oretta).
La prossima tappa è la famosa fortezza di Masada, luogo di grande valore storico posta sulla sommità di una roccia che si raggiunge con una corsa in teleferica di un paio di minuti, dopo aver assistito ad un breve ed interessante filmato che ripercorre le tappe dell’evento storico. Dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.c. ad opera dell’esercito romano per sedare la ribellione degli ebrei, il nucleo più compatto e deciso degli zeloti guidati da Eleazar si stabilì nella fortezza di Masada allo scopo di organizzare una resistenza ad oltranza.
Roma decise di stroncare definitivamente ogni tentativo di rivolta ed inviò sul luogo Flavio Silva, abile condottiero, alla testa di una delle più organizzate legioni romane (la X^ Fretensis) composta da circa 8.000 uomini. Dopo lunghissimo assedio i romani riuscirono dapprima ad individuare il segreto sistema di approvvigionamento idrico degli assediati e poi a realizzare un terrapieno per raggiungere la sommità della roccia: gli zeloti, piuttosto che cadere prigionieri dei legionari, preferirono suicidarsi in massa.
Il panorama dall’alto è davvero insuperabile, si vede molto bene il Mar Morto, il silenzio che regna sovrano è accompagnato dal volo di numerose aquile; veramente degni di nota i resti delle varie costruzioni ancora presenti sul sito. Riprendiamo la teleferica ( i più arditi possono affrontare la salita/discesa a piedi lungo il “sentiero del serpente” calcolando un paio di ore buone sotto il sole cocente) e alla base approfittiamo tutti di un ristorante self-service per un pranzo buono e conveniente.
Si riparte per Mineral Beach, una spiaggia attrezzata presso En Gedi per l’atteso bagno in questo mare particolare: in effetti la sensazione è strana, si riesce a galleggiare senza fare alcun movimento badando bene a non farsi bagnare gi occhi per evidenti motivi. Dopo il bagno ci cospargiamo completamente di fango nero posto in vari secchi a disposizione e aspettiamo qualche minuto affinché si secchi, a seguire una lunga doccia ed in effetti sembra che la pelle ne abbia tratto un indubbio giovamento.
Tranquillo viaggio di rientro a Gerusalemme, per la cena scegliamo di ritornare al ristorante Azzhara nella zona araba; gustiamo una serie di specialità palestinesi e piatti di pesce per meno di 60 € ben spesi.
La più bella:
Molto piacevole la giornata a Masada più il bagno nel Mar Morto, il tour era serio e ben organizzato. Il viaggio permette di vedere in lontananza molte delle località citate nella Bibbia.
Venerdì 11 maggio 2012
Johnny:
E’ il giorno della partenza da Gerusalemme ma prima abbiamo ancora una visita da effettuare. Dopo la colazione ci rechiamo nel piazzale degli autobus davanti alla Porta di Damasco per prendere il n. 24 (costo di pochi centesimi) che nel giro di un quarto d’ora arriva al check – point posto all’ingresso di Betlemme, in quanto la città fa parte dei territori dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Passaggio fra torri e filo spinato con rapido controllo dei passaporti e siamo dall’altra parte; all’uscita un numero consistente di taxi attendono i (rari) turisti, noi ci accordiamo per una andata e ritorno per 50 shekel (10 € circa) con trasporto fino alla Manger Square da dove il taxista ci accompagna, per un brevissimo tratto a piedi, fino alla Grotta del Latte, un luogo che esercita un indubbio misticismo.
Ritorniamo verso Manger Square con sosta presso uno dei tanti venditori di souvenirs tradizionali-religiosi e quindi accediamo alla Chiesa della Natività, uno dei massimi luoghi sacri per il Cristianesimo, una chiesa anch’essa molto austera.
Ripartiamo e notiamo che nonostante la storia e la sacralità di questi luoghi, di turisti in giro ce ne sono davvero pochi; lungo il viaggio di ritorno il tassista compie un lungo tratto di strada adiacente al muro costruito dagli israeliani per separare i relativi territori, innumerevoli murales esaltano la lotta dei palestinesi e bisogna dire che (senza entrare nel merito del conflitto) alcuni di essi sono molto toccanti come quello della bambina con le trecce che perquisisce un soldato ben armato. Rientriamo nella zona del check – point e stavolta la musica è completamente cambiata: ci attende una lunga fila per entrare in territorio israeliano, controlli accuratissimi, qualche domanda in inglese anche per noi ma alla fine riusciamo a passare.
Rientriamo in albergo per riprendere gli zaini e ci rechiamo a prendere il tram per raggiungere Central Station, la struttura da dove partono i bus per le varie destinazioni; con 3 € a testa acquistiamo i biglietti della compagnia Egged che in meno di un’ora arriva al capolinea New Central Bus Station di Tel Aviv situato nella parte centro-meridionale della città.
La struttura è dotata di innumerevoli esercizi commerciali di ogni tipo e dopo aver curiosato un po’ e averci procurato una cartina di Tel Aviv, usciamo sulla Levinski Street dove prendiamo un bus di linea che ci porterà in pochi minuti fino all’antica città portuale di Jaffa, da dove secondo la tradizione partì Giona per il famoso viaggio che lo condusse nel ventre della balena.
E’ un luogo meraviglioso con viuzze, giardini, strade piene di mercanzie antiquarie esposte, un piccolo parco da cui si può godere di una incantevole vista dello skyline di Tel Aviv. Sono le 15 e abbiamo molta fame, il ristorante Aladin ha dei tavolini da cui si può ammirare il mare azzurro e non esitiamo ad accomodarci.
Scegliamo falafel, tempura di gamberi, filetto di pesce san pietro, pane tostato e due birre Maccabi per un totale di 230 shekel (circa 46 €) davvero spesi bene. Dopo la sosta ristoratrice, visitiamo il porticciolo del borgo e quindi ci incamminiamo verso il lungomare di Tel Aviv; la giornata è caldissima ma per fortuna soffia un venticello costante che rende il tutto molto piacevole.
Le spiagge sono affollatissime con molti bagnanti mentre i curatissimi prati di fronte alla spiaggia vanno gradualmente riempiendosi di gruppi di persone con sedie, tavoli, barbecue, bevande: oggi è venerdi, quindi giorno di festa per i musulmani ma è anche il momento (nel pomeriggio) in cui inizia lo “shabbat”, la festa tradizionale ebraica che si conclude il sabato notte, quindi tante persone presenti a godersi questo inizio d’estate.
Anche noi non esitiamo e ci sistemiamo in un tratto tranquillo, sdraiandoci sull’erba e godendoci la vita. Passiamo almeno un paio d’ore in assoluto relax, interrotti solo una volta e piacevolmente da una ragazzino israeliano che vende lupini, ricordo della mia infanzia e che finalmente anche Daniela ha modo di assaggiare.
Al momento del tramonto ci rechiamo in un bar sulla spiaggia per prendere un frullato, poi proseguiamo il nostro cammino sul lungomare della città su cui svettano alcuni grattacieli con i nomi delle più famose catene alberghiere ( per la nostra esperienza sembra una via di mezzo fra Miami e Nha Trang).
La serata è molto tiepida e dopo aver girovagato per il centro decidiamo di prendere un taxi per l’aeroporto; ricordiamo che durante lo “shabbat” tutti i servizi pubblici (bus, treni) sono fermi e quindi il taxi rimane l’unica possibilità ad un costo comunque contenuto di 120 shekel ( circa 25 €). Il nostro aereo partirà alle prime luci dell’alba ma bisogna comunque presentarsi al check-in almeno tre ore prima; inganniamo l’attesa sistemandoci sulle comode poltroncine in pelle e mangiando qualcosa, il tempo scorre veloce ed è già tempo di andare a prendere le carte d’imbarco.
La più bella:
Il check-point per l’ingresso a Betlemme è incredibile. Molto grazioso il ristorantino Aladin con vista sul mare. Il clima ed il lungomare di Tel Aviv sono piacevoli.
Sabato 12 maggio 2012
Sulla rete abbiamo trovato conveniente la soluzione Tel Aviv – Atene – Malpensa della Aegean Airlines al costo di 112 € a persona e approfittiamo della sosta nella capitale greca (8 ore) per visitarla (anche se non è la prima volta).
Metropolitana fino alla fermata di Monastiraki, dove scendiamo per un giro nel quartiere della Plaka, il cuore “commerciale” della città e dove si respira comunque una certa aria di crisi. Altra corsa in metro fino al Pireo con la sua caratteristica stazioncina e dopo uno sguardo ai grossi traghetti in partenza per le varie isole, ci inoltriamo nella parte più interna fino ad arrivare alla zona pedonale .
Sole e vento ci accompagnano in questa lunga passeggiata, intervallata da una opportuna sosta ad una tipica taverna con pita, insalata greca, 2 spiedoni di carne alla brace e birra al costo di meno di 40 € totali. Piano piano ritorniamo in aeroporto, nel tardo pomeriggio un altro volo ci riporterà a casa.
La più bella:
Avete amici a cena? Non volete cucinare durante la serata ma chiacchierare con i vostri ospiti? Ecco una soluzione Faciel facile:
– antipasto: insalata greca;
– piatto unico : tajina;
– dessert: frutta di stagione con o senza gelato al limone.
Insalata greca per 4 persone: 4 pomodori maturi cuore di bue (a pezzi), una manciata di olive nere denocciolate, 100 grammi di formaggio feta a pezzetti, alcune fettine di cetriolo (se vi piace), un pezzo di focaccia bianca a pezzetti, ¼ di cipolla rossa tagliata fine, il tutto mescolato con olio e sale.
Tajine: bollire 4 etti di riso e condirlo con prezzemolo tritato, arachidi, sale e olio. Soffriggere ½ cipolla, aggiungere ½ chilo di carne di vitello o filetto a piccoli tocchetti, 1 melanzana piccola, 2 zucchine, 1 pomodoro a pezzetti, 1 bicchiere di brodo, 1 bicchiere di salsa di pomodoro, sale ed un po’ di pepe o peperoncino. Servire la carne con contorno di riso condito. P.S.: vino rosè della cantina “La Versa” di S. Maria della Versa (PV) a volontà, non dimenticate il secchiello per il ghiaccio e …Buona Serata.
Conclusioni
Unica al mondo, è questo ciò che si può dire di Gerusalemme, una città assolutamente indescrivibile, un posto che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella propria vita.
Bellissima la visita al sito di Masada, indimenticabile l’esperienza del bagno nel Mar Morto, particolare l’atmosfera di Betlemme, il fascino antico di Jaffa contrapposto alla modernità di Tel Aviv.
Infine le persone che abbiamo visto ed incontrato: israeliani, ebrei ortodossi, arabi israeliani, arabi musulmani, arabi cristiani, tutti sempre molto gentili e disponibili, così diversi eppure figli della stessa terra.
Un bacio alla più bella che è sempre mia.
Daniela & Johnny