La Parigi di Maria Antonietta
La partenza è ancora una volta dallo scalo di Treviso con la sempre mitica Ryan Air. Utilizziamo per la prima volta il nuovo aeroporto, niente a che vedere con il precedente che sembrava una stazione di periferia della metropolitana.
Partenza in orario, volo tranquillo ed arrivo a Beauvais alle 22,20. Per andare a Parigi c’è un efficiente servizio di bus-navetta. Noi abbiamo prenotato i biglietti su internet (http://www.Aeroportbeauvais.Com/bus.Php?lang=it ), ma la fila sul posto non è poi eccessiva. Partiamo con il secondo bus causa uscita per ultima della mia valigia dal nastro bagagli, ma dopo di noi partirà addirittura un terzo mezzo per Parigi. La destinazione, dopo un’ora e dieci di viaggio in autostrada, è Porte Maillot, a poca distanza dal Bois de Boulogne e la Torre Eiffel. Ed è proprio la luce della torre la prima immagine che ci si presenta di Parigi con l’inconfondibile sagoma del Sacro Cuore sullo sfondo.
Questa volta per l’alloggio siamo fortunati: ci aspettano due notti a Parigi a casa di amici e due notti a Versailles da altri amici.
26 aprile.
Dal Bois de Boulogne, dopo una brevissima visita ai campi del Roland Garros – il tennis è il mio sport -, arriviamo nel centro di Parigi in metro scendendo alla fermata Cité. Abbiamo fatto il giornaliero (8,50 euro a testa), ma valutate bene perchè se utilizzerete poco i mezzi la cosa migliore è fare il carnet da 10.
Prima tappa la Concergierie, il palazzo tristemente famoso per essere stata nel periodo della Rivoluzione la prigione per quanti venivano condannati alla ghigliottina. C’è anche la fedele ricostruzione della cella di Maria Antonietta, l’eroina di Agnese). Emoziona pensare che in queste celle tante persone hanno passato le ultime ore di vita prima di essere ghigliottinate nell’attuale Place de la Concorde. Usciamo dalla Concergierie, in lontananza vediamo la mole imponente di Notre Dame, ma optiamo per l’altra punta dell’Ile del la Cité dove ci sono dei tranquilli giardini e la bella Place Dauphin. Qui mangiamo all’aperto (è una giornata calda e umida) ad uno dei bistrot popolati da tanti impiegati e professionisti della zona. Dopo pranzo (favolose le baguette!) si va alla Sainte Chappelle, sicuramente da vedere, molto colorata e affascinante.
Poi ci inoltriamo nel Marais ed i suoi vicoli e raggiungiamo il Museo Carnavalet (ingresso gratuito). La visita è interessante, c’è tutta la storia di Parigi e poca folla.
Il piacere di passeggiare per le stradine del centro è impagabile. Raggiungiamo il centro Pompidou, poi in metro i Giardini di Luxembourg con una splendida luce serale e tanta gente a rilassarsi fra il verde. La cena in St. Germain de Près in un ristorante vietnamita. Mi piace provare le cucine etniche e questa è una piacevole scoperta, simile ad un cinese, ma con altre erbe e spezie.
27 aprile.
E’ il giorno della reggia di Versailles. Con La RER (fantastico il sistema di trasporti parigino) raggiungiamo in circa 20 minuti Versailles. Scesi dal treno a piedi in 5 minuti arriviamo al monumentale ingresso. A sinistra c’è la biglietteria, a destra si fa la coda per entrare. Un consiglio: se siete in due o più, dividetevi. Uno va a fare i biglietti e gli altri fanno la fila, fanno tutti così. Il biglietto “passaporto” costa 20 euro (sab e dom 25 euro) e dà diritto a visitare ogni angolo della Reggia e del Parco. Nonostante tanta gente (il piazzale è pieno di pullman) l’attesa è di pochi minuti. Depositati i bagagli, iniziamo il tour forniti di audio-guida compresa nel prezzo. Gli interni della reggia sono veramente da favola. La sala degli specchi, uno degli ambienti più famosi, è stata da poco riaperta dopo un restauro e non è ancora completa, ma i riflessi, le luci e l’atmosfera sono bellissimi. Tutto molto bello. Usciamo all’aperto dopo aver visto ogni angolo visitabile degli interni (per gli appartamenti privati ci sono visite guidate da prenotare in anticipo). E’ ora di pranzo e ci rechiamo al piccolo ristorante sul lato sinistro dei giardini. Un piatto al volo, non proprio economico, ma una sosta seduti ci voleva proprio. L’acqua, come sempre a Parigi, costa quanto la Coca-cola, ma in compenso si può liberamente riempire bottiglie di plastica o borracce ad un rubinetto del bar dal quale sgorga acqua fresca.
Lasciamo perdere il trenino, ed a piedi ci dirigiamo verso il Petit Trianon che raggiungiamo dopo esserci affacciati sul Grand Canal dove in tanti si stanno rilassando nel verde e qualcuno fa una romantica gita in barca a remi (14 euro l’ora il noleggio).
Il Petit Trianon era il piccolo regno riservato di Maria Antonietta. E’ un villino squadrato, dall’aspetto austero, ma internamente ben decorato e ammobiliato. Siamo fortunati perché è stato riaperto a marzo dopo un intervento di restauro. E fuori dal Petit Trianon il bellissimo parco con fontane, grotte, specchi d’acqua, piccoli tempi e poi l’Hameau: un villaggio in stile normanno fatto costruire da Maria Antonietta. C’è la casa del pescatore, la fattoria, il mulino… E’ veramente bello e ben conservato, immerso nel verde e contornato da splendidi fiori e alberi.
Da qui – la voglia di camminare ancora c’è – si va al Grand Trianon, quello che era il nucleo originario di tutta la Reggia di Versailles. Anche al Grand Trianon le stanze non sono tantissime e dopo poco (ma sono già le 18) torniamo alla Reggia passando per le fontane del parco. Ah, ovviamente non ci siamo fatti mancare i bookshop e un po’ di souvenir.
Ce ne andiamo quasi a malincuore, mentre il sole alle nostre spalle inizia a scomparire dietro l’orizzonte. Per la sera ci attendono i nostri amici a Versailles.
28 aprile.
Il viaggio nel regno di Maria Antonietta prosegue: destinazione Fointanebleau. Un’ora di macchina ed eccoci a questa altrettanto splendida residenza. Non c’è folla, anzi, siamo fra i pochi visitatori. Il cielo è azzurro e lo spettacolo del castello con il verde intenso del parco riempie lo sguardo.
Belli gli interni, curioso il gigantesco dipinto del Veronese nella sala dei ricevimenti, bella la sala da ballo, interessanti le varie stanze, alcune delle quali interamente dedicate al ricordo di Napoleone che proprio qui da Fontainebleau partì per l’esilio dell’Elba e sul piazzale d’ingresso (ri-denominato infatti “degli addii”) salutò le truppe dei suoi fedelissimi. Delizioso il boudoir di Maria Antonietta, con raffinati decori che riflettono il gusto elegante della regina.
Non posso non visitare una chicca: una sala per il gioco della Pallacorda, gioco da cui è scaturito il tennis. La sala è una delle tre ancora funzionanti in Francia. Il pranzo è un bel pic-nic nei giardini a base di baguette prese in un affascinante boulangerie. Dopo una passeggiata per il borgo di Fointanebleau, rientriamo a Versailles. Ci aspetta una belle cena al ristorante “Le Chien qui fume” nella vivace piazza del paese.
29 aprile.
Ci godiamo una domenica rilassante nella provincia francese facendo due passi nel centro di Versailles animata da un mercato domenicale particolarmente ricco, colorato e divertente. C’è anche una via di antiquari con tanti oggetti da collezionisti. Bello poter vedere uno spaccato di vita reale, non turistica. Dopo un pranzo all’aperto è l’ora di tornare a Porte Maillot, punto di partenza degli autobus collegati ai voli Ryan Air. Partiamo proprio in coincidenza con l’arrivo di un temporale. L’aeroporto di Beauvais è il nostro ultimo scorcio di Francia, il volo è puntuale e… rimangono solo i ricordi di un viaggio bellissimo, i libri di Agnese su Maria Antonietta e la certezza che a Parigi torneremo presto.