La Palma: la natura vive
Non siamo state via molto, è vero, solo 5 giorni, ma ci sono stati sufficienti per assaggiare un po’ di questa isola davvero (per fortuna) poco turistica. La Palma è la più occidentale tra le isole dell’arcipelago delle Canarie e la prima sensazione che ho avuto, passeggiando tra le sue vie, è stata quella di trovarmi nel punto d’incontro esatto tra Cuba e la Spagna. Gli edifici richiamano il sapore coloniale di Cuba, così come la musica e l’aspetto rurale che l’isola presenta fuori dai centri più grossi, nelle sue immense piantagioni di platanos (banani). Attenzione però a parlar loro di Cuba e delle assomiglianze che si possono notare con la loro terra: loro sono spagnoli e ci tengono a sottolineare, con vero calor, che è finito il tempo in cui erano il ponte tra il centro America e l’Europa. Credo che in fondo gli bruci molto il fatto di essere geograficamente lontani dalla penisola iberica e di non riuscirsi a sentire pienamente europei.
L’isola non è molto grande, in compenso è molto varia. Essendo di origine vulcanica, si va dall’oceano a 2200 m di altezza circa in poco tempo. I paesaggi sono quindi veramente tanti e molto diversi tra loro. Durante il nostro breve soggiorno abbiamo avuto modo di vederli tutti o quasi: in lungo e in largo e dal basso all’alto. La Palma non è l’isola per chi cerca le spiagge e i divertimenti. Di spiagge ce ne sono davvero poche così come le località attrezzate per il turismo. Il clima è mite. La Palma è l’isola per chi vuole rimanere affascinato, quasi fino a rimenere senza fiato, dal verde che prepotentemente entra negli occhi e nell’anima da ogni angolo dell’isola. Perfino i ristoranti sono oasi naturali (da non perdere una mangiatina al “Chipi chipi” di Santa Cruz) e in ogni aula della scuola ci sono vasi di fiori. Visite, anzi viste, per me sorprendenti sono state senza dubbio quelle alla Caldera del Taburiente: 2200 m e più di altezza, il punto più alto dell’isola, da cui si apre il fascino potente della natura manifestato in guglie di roccia altissima modellate dai millenni tra le quali si insinuano sbuffi di nuvoli, come un calderone appunto. Il mio pensiero, davanti a questa vastità che mi si apriva dinnanzi per chilometri, è stato che l’ingresso del Paradiso non potrà che essere così. Non ho mai visto niente di così magicamente grande e infinito davanti a me.
Altra visita che certamente val la pena fare è sul vulcano San Antonio, l’ora migliore è certamente il tramonto per poter ammirare il sole tuffarsi un istante prima che la notte ricopra tutta questa vita che, vi assicuro, a La Palma senti risuonare attorno e dentro l’anima.
Non è stato facile tornare a Padova, credetemi…