La nostra VERA Polinesia: emozioni in parole

In sintesi: Viaggiatori: Sara e Cristian Scopo del viaggio: Luna di miele Durata del viaggio: 22 nt – 24 gg Partenza: 02 luglio 2007, Linate Arrivo: 26 luglio 2007, Malpensa 1 Voli: Alitalia - Air Tahiti Nui Isole visitate: Tahiti, Moorea, Bora Bora, Tahaa, Raiatea, Maupiti, Rangiroa, Fakarava Strutture: hotel 2-3*, pensioni di...
Scritto da: dolce_luna80
la nostra vera polinesia: emozioni in parole
Partenza il: 02/07/2007
Ritorno il: 26/07/2007
Viaggiatori: in coppia
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In sintesi: Viaggiatori: Sara e Cristian Scopo del viaggio: Luna di miele Durata del viaggio: 22 nt – 24 gg Partenza: 02 luglio 2007, Linate Arrivo: 26 luglio 2007, Malpensa 1 Voli: Alitalia – Air Tahiti Nui Isole visitate: Tahiti, Moorea, Bora Bora, Tahaa, Raiatea, Maupiti, Rangiroa, Fakarava Strutture: hotel 2-3*, pensioni di famiglia, soggiorno in barca a vela Trattamento: hotel e pensioni in mezza pensione, barca in pensione completa Costo del viaggio: Circa 11.000,00 euro a coppia Spese extra: Circa 2.000,00 euro (pranzi, noleggi auto, scooter e biciclette, escursioni, souvenir, perle) Agenzia: Kia Ora Viaggi e Vacanze – Spinea (VE) Il viaggio in sintesi: 02 luglio Volo Miano- Parigi, Parigi- Los Angeles, Los Angeles- Papeete e ARRIVO!!! 03 luglio – Tahiti Banque de Tahiti, mercato, Tahiti Pearl Market, giro a piedi del centro, Parc Bougainville, Centre Vaima, Cathédrale del l’Immaculée, cena alle roulotte 04 luglio – Tahiti / Moorea Giro al mercato, volo per Moorea, giro a piedi de “Le Petit Village”, relax in spiaggia 05 luglio – Moorea Relax in spiaggia, tramonto su Moorea 06 luglio – Moorea Escursione in 4×4, relax in spiaggia, serata al Tiki Village 07 luglio – Moorea / Bora Bora Volo per Bora Bora, imbarco sul Gulliver, tramonto su Bora Bora, spettacolo di danze Heiva 08 luglio – Bora Bora Giorno di pioggia, chiacchiere e relax sul Gulliver, razze, arcobaleno e controllo della dogana 09 luglio – Bora Bora Visto i delfini, “Corso di botanica” tenuto da Michele, Spiaggia di Punta Matira, Shopping a Vaitape, Cena Chez Papa (Heiva), Sfilata dei carri fioriti (Heiva) 10 luglio – Bora Bora / Tahaa Traversata Bora Bora / Tahaa, visita a Mamà Maumi, sosta al supermercato 11 luglio – Tahaa Snokeling giardino di coralli, Norbert e il motu Tau Tau, navigazione laguna di Tahaa, visita fondazione Hibiscus 12 luglio – Tahaa / Raiatea Liberato tartaruga in oceano, relax e snokeling su un motu di Tahaa, navigazione verso Raiatea, Carenage, Tramonto su Raiatea 13 luglio – Raiatea / Maupiti Sbarco dal Gulliver, foto con Antoine, noleggio auto, visita interna Raiatea, Marae Taputapuatea, volo per Maupiti – Camille e il Kuriri Village 14 luglio – Maupiti Giro a piedi del motu in compagnia di Patu, snokeling e relax in spiaggia 15 luglio – Maupiti Passeggiata, bagno in laguna, visto squaletti, tramonto su Maupiti 16 luglio – Maupiti Giro dell’isola in bicicletta, Spiaggia di Tereia, apertura di un cocco, Marae Vaiahu, pranzo snack Tarona “Heiva” 17 luglio – Maupiti Annullato volo per Papeete/Rangiroa, relax in spiaggia a Maupiti 18 luglio – Maupiti / Papeete / Rangiroa Volo per Papeete, pranzo aeroporto, volo per Rangiroa, giro in scooter ad Avatoru, apertura cocco 19 luglio – Rangiroa Escursione laguna blu 20 luglio – Rangiroa / Fakarava In bici ad Avatoru, Banque Socredo, Shopping souvenir, volo per Fakarava, relax in spiaggia 21 luglio – Fakarava Giro a piedi in Rotoava, relax in spiaggia, Heiva serata di danze 22 luglio – Fakarava Messa con 3 battesimi, relax in spiaggia, giro corto in bicicletta e aperitivo al tramonto 23 luglio – Fakarava Giro in scooter per tutta Fakarava, relax in spiaggia, pic nic a riva della laguna 24 luglio – Fakarava / Tahiti Perle della pensione Havaiki, volo per Papeete, aeroporto, volo per Parigi 25 luglio – nei cieli In volo 26 luglio – Parigi / Milano Arrivo a Parigi, volo per Milano, perdita bagaglio Premessa: Il mio racconto di viaggio è un po’ lungo… Anzi MOLTO lungo (tanto per intenderci sono 2 quaderni scritti in Polinesia pari a 28 pagine di un documento word!) ma spero non vi annoi! E’ stato scritto durante il soggiorno in Polinesia, giorno dopo giorno (o quasi) e riporta TUTTO: cose fatte, viste e sentite, persone incontrate, piatti mangiati, emozioni e pensieri… Per il nostro viaggio abbiamo scelto pensioni di famiglia e piccoli alberghetti 2*-3* e ciò che mi rattrista e mi delude molto è che generalmente la parola Polinesia sia associata solo a grandi, lussuosi e costosissimi resort, per mancanza di informazioni; c’è ancora troppa gente che vede la Polinesia carissima e che non è a conoscenza dell’esistenza delle pensioni di famiglia.

Abbiamo scelto come meta del nostro viaggio di nozze la Polinesia per il relax e per il suo mare così azzurro e cristallino, poi ci siamo documentati e abbiamo avuto la conferma che quello che cercavamo stava proprio lì, dall‘altra parte del mondo. Ci siamo recati nella nostra agenzia di fiducia e abbiamo chiesto informazioni e siamo tornati a casa con la “borsa della spesa” piena di cataloghi: Hotelplan, Viaggidea, Kuoni, ecc… Purtroppo abbiamo visto subito che i prezzi non erano alla nostra portata e stavamo quasi per abbandonare l’idea quando, dal mondo di internet, ho scoperto l’esistenza di alberghi con costi molto più accessibili e ho trovato l’agenzia che faceva al caso nostro… Dopo essermi fatta fare un paio di preventivi ed avere scelto personalmente isole ed alberghi finalmente a settembre dello scorso anno (2006) abbiamo prenotato il nostro viaggio… Come dicevo prima questo “diario” riporta tutto: pensieri personali, considerazioni sui grandi resort, cibi mangiati, persone incontrate, tradizioni polinesiane, emozioni provate, ecc… Questa è una parte della mia vita che mi va di condividere con voi e che spero potrà servire a qualcuno nell’organizzazione del suo viaggio, come in precedenza, altri racconti di viaggio, sono serviti a me! Buona lettura e buon viaggio nella vostra mente nella nostra Polinesia…

Il racconto: LUNEDI’, 02 LUGLIO 2007 – MILANO – Parigi – Los Angeles – PAPEETE Dopo tutto il trambusto del matrimonio e le ultime cose da sistemare in casa e nonostante il giorno di “riposo” dopo le nozze, siamo arrivati a chiudere le valigie alle 2.00 del mattino. Proviamo a metterci a letto consapevoli che dopo solo 2 ore la sveglia avrebbe suonato, ma non riusciamo a dormire perché siamo troppo eccitati… Finalmente è arrivato il giorno della partenza verso il paradiso… Arriviamo a Linate alle 4.40 e alle 5 ci mettiamo in coda per il check-in… Il primo volo Alitalia da Linate a Parigi Cdg dura poco più di 1 ora e contro le nostre aspettative è anche puntuale, dal mio lato finestrino mi vedo pure la torre eiffel… come inizio non c’è male.

Arriviamo a Parigi e mi metto in contatto con Emanuela e Lorenzo (i due ragazzi che abbiamo già conosciuto in Italia che faranno la crociera di 1 settimana in barca a vela insieme a noi, hanno prenotato anche loro con Irene di Kia Ora) ma purtroppo non riusciamo a vederci subito, così io e Cristian ci incamminiamo a piedi, anzi di corsa, verso il terminal 2A dove arriveremo dopo 20 minuti e con il fiatone (pensavamo che fosse molto più vicino, forse era meglio prendere la navetta), ci mettiamo ancora in coda per rifare il nuovo cheek in e per fortuna che non abbiamo dovuto ritirare i bagagli altrimenti non so se saremmo arrivati in tempo. Facciamo il check in alle 10.30 quando in teoria avrebbero dovuto iniziare l’imbarco… Dopo un piccolo ritardo di mezz’ora e dopo l’inceppamento dei nostri biglietti e la paura di non partire più, saliamo finalmente sull’aereo… Già dal tunnel si sente un dolcissimo profumo di fiori e proprio all’ingresso dell’aereo ci attendono due carinissime hostess con un vassoio di fiori di tiare… Che profumo e che aereo spettacolare!!! E’ davvero molto più spazioso, riesco persino ad accavallare le gambe senza fatica. Avendo fatto il check-in quasi per ultimi siamo capitati negli ultimi posti in fondo all’aereo, ed è stato meglio così visto che eravamo proprio vicino ai bagni, alla cucina (perciò siamo sempre stati i primi ad essere serviti) e potevamo tranquillamente inclinare il sedile senza dare fastidio a nessuno dietro di noi… Tutto sommato ci è andata bene! Il volo è passato molto più in fretta di quando immaginassi, purtroppo i film sono solo in inglese e francese, ma in compenso abbiamo continuato a mangiare e passeggiare in aereo e dopo 24 ore arriviamo a Papeete… Qui per fortuna è ancora lunedì, 02. All’aeroporto ci aspetta il complessino musicale formato da 3 simpatici polinesiani e non posso fare a meno di fotografarli e riprenderli. Dopo la solita formalità del controllo passaporti ci incontriamo con gli assistenti della Tekura che ci consegnano il blocchetto di voucher e ci accompagnano in albergo per la nostra 1° notte polinesiana.

Alloggiamo all’hotel “Le Mandarin” proprio in centro a Papeete e con noi anche Emanuela e Lorenzo, così ci accordiamo per l’indomani visitare insieme il mercato. MARTEDI’, 03 LUGLIO 2007 – PAPEETE Ieri sera ci siamo accordati con Manu e Lorenzo di trovarci alle 8.30 sul pianerottolo per la colazione e la visita al mercato, peccato che la mia sveglia biologica (e anche quella di Cris) ci sveglia alle 6.30. Per prima cosa facciamo la prova telefoni: abbiamo constatato che dalla TIM non si può inviare nulla e così seguendo l’sms ricevuto dalla Vodafone proviamo a digitare *123*(telefono)# e riusciamo a chiamare. Chiamo mia mamma e le chiedo di provare a chiamare sul mio numero TIM per vedere se almeno riesco a ricevere. Esperimento riuscito, almeno sappiamo come gestirci.

Dopo esserci preparati decidiamo di fare una prima esplorazione della città così alle 7.00 di mattina io e Cris usciamo dall’albergo per fare una passeggiata. Cammina e cammina arriviamo al famoso “Mercato di Papeete” già nel pieno della sua attività, individuiamo la banca per il cambio dei soldi e qualche bel negozietto, dopo di che torniamo in albergo per la colazione.

Con la pancia piena usciamo di nuovo per lo shopping. Prima di tutto cerchiamo una banca per cambiare un po’ di soldi e poi di dirigiamo verso il mercato dove ci resteremo per circa 4 ore. Il mercato è veramente bellissimo, un’esplosione di colori, gente e profumi da lasciare a bocca aperta e poi i loro souvenir… che spettacolo! E’ indescrivibile, tutte le foto che ho fatto non si avvicinano neanche alla bellezza di questo posto così… polinesiano!!! Mi lascio subito incantare da un ragazzino polinesiano che parla qualche parola di italiano (dice: capelli, corpo, sole) e mi perdo davanti al suo banchetto che ha una vastissima varietà di olio di monoi, tamanù, saponi, ecc… mi spiega che ci sono diversi oli di monoi in base all’uso che se ne vuole fare, c’è quello per l’abbronzatura con fattore di protezione, quello per i capelli, quello per il corpo e con diversi profumi: al cocco, alla vaniglia, al tiare, ecc… Ne compero subito 3 oli “grandi” per me e una confezione con un mix di 5 oli ai vari profumi come souvenir e poi mi compero pure il tamanù. Facciamo passare tutto il mercato come i chicchi di riso, ogni banchetto viene guardato minuziosamente, dopo di che passiamo al piano superiore dove anche lì ci facciamo ammaliare dai coloratissimi parei ed apriremo il portafoglio parecchie volte. Tra i tanti articoli mi attirano subito delle belle collanine in madre perla intagliate a forma di fiore e con al centro una finta perla nera, le compero un paio da una dolcissima sig.Ra polinesiana in un banchetto nascosto al piano superiore e insieme a quelle decido di regalarmi una stupenda corona di fiori finti bianca e rosa (che sono poi i colori del nostro matrimonio)… Finiti gli acquisti al mercato decidiamo di andare a dare un’occhiata al famoso Tahiti Pearl Market che si trova proprio nelle vicinanze. E’ sorprendente questo posto… Al piano inferiore c’è il negozio, tipo gioielleria dove vendono le perle già montate, mentre al piano superiore c’è una vastissima scelta di perle… Ci saranno migliaia di perle poste in scatole e divise in base alla classe, dimensione, ecc… Scegliamo la tipologia della perla, la commessa prende la scatola e rovescia tutte le perle contenute al suo interno su un tavolo, per farci scegliere con tutta calma la nostra perla… Lei ci assiste e mano a mano che ne selezioniamo qualcuna ce la misura e ci dice il prezzo… Scelgo una bella perla nera da 11 mm e me la faccio subito montare con un sottile e semplice gancino in oro bianco… Dopo 1 ora abbondante, usciamo finalmente dal ‘Tahiti Pearl Market’ e cerchiamo un posticino per il pranzo, dapprima ci appostiamo alla pasticceria La Marquisienne a 2 passi dal nostro albergo e dal negozio di perle, (che ci è stata segnalata anche sul forum Polinesia.It per fare colazione), notiamo che ha una grande varietà di dolci ma a baguette e panini scarseggia un po’, allora non troppo convinti cerchiamo un altro posto e ci fermiamo in un fast food “Bip bip”, proprio di fronte al mercato, dove prendiamo un chicken menù (che tristezza, per tanto così andavamo al mc’ donald), tutto sommato però si mangia bene e a proposito di mangiare… Non so come facciano i polinesiani a mangiare così male, iniziano alle 6.00 del mattino con giganti baguette e pollo fritto, ci credo che poi la maggior parte di essi è obeso… Finito il pranzo torniamo in albergo a depositare le borse di souvenir e dopo pochi minuti siamo di nuovo in giro alla scoperta di Papeete; a dire il vero io ci tenevo molto a fare il tour interno dell’isola e vedere le spiagge nere, le cascate, ecc… ma il giro al mercato e la tappa al negozio di perle ci ha “rubato” troppo tempo, ed ora è troppo tardi, che tristezza!!! A piedi percorriamo tutto il centro di Papeete e arriviamo fino alla Cattedrale dove si sta celebrando una funzione con canti e preghiere, è bellissimo sentirli cantare tutti in coro accompagnati da una chitarra, la loro lingua è dolcissima da ascoltare. Dopo la cattedrale e dopo aver fatto un giro al porto arriviamo al parco botanico Bouganville, proprio nel centro della città si estende questa “macchia” verde con una vastissima varietà di piante, alcune di queste anche giganti e secolari. Papeete ha 2 facce: una molto bella e l’altra un po’ rozza. Un’immagine che ho stampata in mente è quella di un uomo al porto che dorme sdraiato per terra sul marciapiede all’ombra di un muretto e un’altra immagine un po’ inquietante è quella del pavimento nero e appiccicoso del bip bip burger e di quell’uomo decisamente in soprappeso, con le sue gambe e piedi completamente neri… A contrastare però queste immagini “scure” ho impressi i loro sorrisi, la loro cordialità e i colori che regala il mercato e i negozi del centro di Papeete. La gente del mercato poi è speciale: ti guardano e ti spalancano un grandissimo sorriso dicendo “Bonjour”, ma non perché ti vogliano in qualche modo spingere a comprare da loro, semplicemente perché loro sono così, questo è il loro modo di essere. Ho fatto un sacco di foto al mercato, ho chiesto di poter essere fotografata insieme a loro e con un sorriso mi hanno sempre risposto “Mais bien sur”, Papeete è così è questa è la sua gente, dipende anche molto da noi turisti saperla accogliere, se ci presentiamo con un sorriso e con il cuore e la mente aperta, sarà molto facile per noi ricevere altrettanti sorrisi e disponibilità. Non camminate con il naso all’insù o guardando solo le punte delle vostre scarpe, guardate in faccia i polinesiani e il calore di questa gente entrerà dentro di voi e vi contagerà.

Chiudo la mia piccola parentesi di pensieri per tornare al racconto della 1° giornata.

Dopo una piccola sosta per un gelato decidiamo di tornare in albergo a riposare 1 oretta prima di cena, il mio fisico non mi regge più, i piedi e le gambe sono ancora gonfi dal viaggio in aereo e dalla passeggiata di oggi e in più mi si chiudono gli occhi.

Non ho assorbito molto bene il fuso orario, anche se ieri notte mi sembrava di aver dormito bene… Per strada ci fermiamo a comperare le cartoline e torniamo in albergo, ci facciamo una bella doccia rigenerante e poi crolliamo come dei salami sul letto, fino a che la mia solita sveglia biologica mi sveglia di soprassalto alle 18.25: avevamo appuntamento sempre con Manu e Lorenzo alle 18.30 davanti la nostra camera per andare insieme a cena alle roulotte, per fortuna che anche loro hanno qualche minuto di ritardo.

Tra le tante roulotte scegliamo Chez Marie, ci ispira molto la carne che ha sulla sua griglia e così ordiniamo carne servito con patatine e una coca (altro pasto americano), le porzioni sono molto abbondanti ed io non riesco a finire il mio pollo. Finita la cena alle 19.30 andiamo a fare 2 passi per digerire il tutto ma visto che in giro non c’è nessuno e sembrano le 4.00 del mattino, decidiamo di tornarcene in albergo a chiudere le valigie e provare a dormire un pochino perché domattina la sveglia suonerà molto presto: si parte per Moorea. MERCOLEDI’, 04 LUGLIO 2007 – PAPEETE- MOOREA La sveglia doveva suonare alle 6.00 di mattina, ma io sono troppo scombussolata con il fuso e a mezzanotte apro gli occhi per la 1° volta. Fortunatamente riprendo sonno, ma alle 4.00 sono di nuovo sveglia e non riesco proprio più a dormire, insieme a me si sveglia anche Cris e chiacchieriamo fino le 5.30, poi ci alziamo e torniamo alla pasticceria La Marquisienne a fare colazione. Papeete dorme ancora, il cielo è ancora buio e l’alba si sta alzando, decidiamo di andare a fare l’ultimo giro sul mercato che con il pesce e le verdure è già in piena attività. L’ultimo saluto al mercato e poi torniamo in albergo per il check-out. Mentre Cristian finisce di sistemare le valigie, mi incanto a guardare un piccolo scorcio di Papeete, dal balcone della nostra camera n. 53: sembra di stare in un film. Davanti al nostro albergo c’è la fermata dei truck e i primi lavoratori si appostano sulle panchine in attesa di andare a lavoro. Passano un paio di macchine e qualcuno a piedi; arriva un pick up che e si ferma davanti al nostro albergo e scarica una signora che credo lavori in reception e riparte rompendo questo straordinario silenzio, silenzio che d’ogni tanto viene interrotto dal canto dei galli… (ma quanti galli ci sono qui?). Le stelle pian piano scompaiono e lasciano posto alla luce del sole, che anche oggi splende su Papeete, io mi perdo in questa calma e silenzio e resterei qui sopra ad osservare per ore ed ore, ma purtroppo è arrivato il momento di partire… Il pulmino della tekura arriva puntualissimo alle 6.50 a prelevarci all’hotel per il trasferimento all’aeroporto, dopo una decina di minuti siamo al Terminal 2 dell’aeroporto di Faa, facciamo il cheek in per il volo per Moorea.

Volo per Moorea, con Air Moorea, durato 7 minuti cronometrati, un pò turbolento ma con un pilota eccezionale, non dev’essere tanto facile pilotare una scatoletta simile, in tutto sull’aereo ci sono 19 posti, io mi posiziono sul lato sinistro e Cris sulla destra così abbiamo foto e riprese da diverse angolature, l‘aereo è molto piccolo perciò ogni tanto si sentono un po‘ di turbolenze, anche se voliamo a bassa quota; spero solo che gli altri aerei con i voli più lunghi, siano un po‘ più grandi… MOOREA Arriviamo a Moorea alle 7.40 di mattina… Qualcosa non mi torna: ma se dovevamo partire da Tahiti con il volo delle 8.00?!?! Probabilmente ci hanno imbarcato sul volo prima, comunque poco mi importa, ora siamo qui… Al 1° impatto Moorea non mi colpisce molto, me l’aspettavo diversa, ma sicuramente il mio giudizio è anche dovuto dal fatto che il tempo non è dei migliori, spero di cambiare idea in questi 4 giorni.

Appena atterrati e dopo le foto “di rito” davanti l‘aeroporto, entriamo ed incontriamo Celine, una signora polinesiana (che sembra cavarsela benino con l’italiano), con un bel vestito colorato e uno splendido hibiscus rosso fra i capelli, ci viene incontro con una lavagna con scritti un sacco di cognomi, tra cui il mio, così ritiriamo i bagagli e la seguiamo al suo banchetto della Moorea Transport; ci chiede i voucher e ci mostra un foglio con le escursioni proposte da loro. Alcune sono molto interessanti, soprattutto il tour in 4×4 che ci consiglia anche lei perché interessante ed economico. Si effettua il venerdì, durata del giro circa 3 ore e ½, ci passano a prendere in hotel e ci portano in giro in 4×4 a visitare Moorea, in particolare Baie di Cook e Oponuhu, si sale fino al Belvedere e visita a piantagioni di frutta e fiori, visita alla fabbrica dei succhi di frutta e compresi gli assaggi di frutta, succhi, ecc… , il tutto per 35,00 € a persona; prenotiamo subito pagando in contanti, in euro. Celine ci dice poi di attendere 5/10 minuti che arrivi il pulmino dell’hibiscus a prenderci per portarci in albergo. (5/10 minuti che poi diventeranno mezz’ora di attesa, ma ci sta, tanto è presto e poi non ci corre dietro nessuno).

Dopo una bella mezz’ora di viaggio panoramico, sul pulmino della Moorea Transport, dove ci vediamo mezza Moorea, arriviamo all’albergo, dove ci accoglierà per il cheek in un signore italiano. Il nostro bungalow non è ancora pronto, siamo arrivati un po’ prestino perché da loro il cheek out è alle 10.30 e le donne devono ancora pulire le camere. “Pas de probleme“, lasciamo le valigie alla reception e andiamo nel vicino “Petit Vilage”, che offre negozietti carini, noleggi auto e scooter, 1 supermercato, 1 bar con internet point, 1 banca con sportello di cambio automatico, ristoranti e punti di ristoro… Visto che il cielo incomincia ad oscurarsi decidiamo di tornare in albergo ad aspettare la consegna del bungalow. Facciamo appena in tempo ad entrare in reception che incomincia a piovere, io scrivo il mio diario di viaggio e Cristian si guarda riviste e foto di escursioni. Dopo un bel po’ di attesa, Nel frattempo esce il sole e ci consegnano le chiavi, così andiamo in camera ci cambiamo prepariamo la “borsa da spiaggia” e poi torniamo al supermercato a prendere il pranzo. Mangiamo sulla veranda del nostro bel garden bungalow e poi andiamo in spiaggia e tra una passeggiata, fare qualche foto, qualche bagno, osservare i pesci e prendere il sole arrivano le 16.00, il sole incomincia a calare e noi decidiamo di tornare in camera per paura di scottarci subito il 1° giorno, il sole infatti picchia abbastanza… Mi rilasso 5 minuti sul letto e Cristian mi sveglia alle 18.30 per andare a cena; fuori c’è già buio e mi sono persa il 1° tramonto polinesiano sul mare, che peccato; devo assolutamente riprendermi dal fuso!!! Andiamo a cena alle 19.00 e scegliamo un tavolino appartato quasi vicino alla terrazza che da sulla laguna. Il ristorante è quasi vuoto, ma è davvero intimo e romantico, è bellissimo il grande lampadario che domina nella sala, fatto interamente di conchiglie e queste luci sembrano quasi soffuse… Uno spettacolo.

Arriva subito a servirci una gentile signora che ci consegna le liste e finalmente mi posso sbizzarrire mangiando cibo polinesiano… Io scelgo il mahi mahi alla vaniglia… Credo di non aver mai mangiato nulla di più delicato e delizioso… Davvero ottimo!!! Usciti dal ristorante una cosa attira la nostra attenzione: una grande luna splendente e un cielo buio completamente pieno di stelle… Che luce e che meraviglia, era da quando ero bambina che non vedevo un cielo così limpido e mai l’ho visto così coperto di stelle e poi, che bella questa brezza, che fa ondeggiare dolcemente le palme… Questi sono ricordi che rimarranno indelebili anche tra 50 anni.

GIOVEDI’, 05 LUGLIO 2007 – MOOREA Fortunatamente oggi dormiamo un po’ di più dei giorni precedenti e nonostante il canto dei galli che girano indisturbati in giardino e vicino al nostro bungalow riusciamo a svegliarci alle 6.00, fuori c’è un brutto cielo grigio che non promette nulla di buono. Ci prepariamo un po’ sconsolati e ci avviamo al ristorante per la colazione; anche qui come al Le Mandarin la colazione è molto abbondante. Non c’è freddo e anche se il cielo è grigio i colori della laguna sono ugualmente bellissimi. Dopo colazione facciamo di nuovo tappa nel nostro fidato supermercato a comperarci il pranzo di oggi; prendiamo 2 baguette con prosciutto e formaggio e dell’acqua e spendiamo 905,00 Fcp circa 8,00 €… Mi viene da ridere perché in italia con 8,00 € ci mangia a mala pena una persona per il pranzo e questa baguette sarà lunga quasi ½ mt (non esagero) e noi fatichiamo a finirla. Dopo il supermercato facciamo tappa in altri 2 negozietti e allo sportello di cambio e nel frattempo sopra la nostre teste esce il sole. Sono le 9.00 del mattino e già siamo pronti per la spiaggia, ci scegliamo un bel posticino con un po’ d’ombra e tra un sonnellino, un po’ di sole, l’aggiornamento del diario di viaggio e numerosi bagni in mare, arriva l’ora di pranzo, ci mangiamo le nostre baguette e restiamo a rosolarci ancora pochi minuti al sole poiché grossi nuvoloni neri oscurano di nuovo il cielo.

Torniamo in camera prestissimo e ci mettiamo in veranda, Cristian legge, io sto scrivendo ancora e ogni tanto ci passa vicino un gallo si fa una cantata e poi se ne va! Sono le 14.30 e il cielo è nero sopra Moorea, sono appena passati 3 ragazzi che strimpellano una chitarra, intorno a me il silenzio, interrotto ogni tanto dal canto dei galli e degli uccelli, Cristian è sotto la doccia e visto che io finalmente mi sono messa a pari con il diario di viaggio, ora lo raggiungo e vado a godermi il mio 3° giorno della nostra LUNA DI MIELE!!! Ore 20.30 – cena al ristorante sunset e stasera mi sbizzarrisco sul cibo polinesiano: poisson cru, mahi mahi au coco e come dessert una bella fetta di torta al cioccolato! Tutto buonissimo! Ora si dorme, domani è un altro giorno… VENERDI’, 06 LUGLIO 2007 – MOOREA Ultimo giorno pieno a Moorea, prego che ci sia una bella giornata da permetterci di fare le nostre 2 escursioni di oggi per conoscere un po’ meglio Moorea e farmi ricredere sul giudizio iniziale. Siamo fortunati perché la giornata incomincia nel migliore dei modi: una bella e ricca colazione sulla terrazza del ristorante, sotto un cielo più o meno limpido e con una splendida vista mare, ogni giorno differente… Ci rechiamo in reception in attesa del pulmino delle escursioni e puntualissimi come sempre, alle 8.45 arriva il camioncino con già a bordo 3 coppie (2 italiani e 1 spagnola) e si parte… L’escursione è stata molto divertente perché c’era la compagnia giusta, l’autista, che credo si chiami Mahui, è un “pazzo” scatenato, ma va bene così perché ci si diverte di più. Ci avventuriamo come 1° tappa sulle montagne per raggiungere un punto panoramico molto suggestivo da dove possiamo ammirare gran parte della laguna con i suoi bellissimi colori, credo che questo posto si chiami Magic Mountain, (dal nome ricordano un po’ le montagne russe di Gardaland e in effetti forse è stato proprio chiamato così per il tortuoso e avventuroso tragitto che si deve fare sulle ripide montagne per raggiungerlo), ne vale però sicuramente la pena perché da questo punto si vede tutto lo splendore della laguna di Moorea. Dopo una breve tappa per foto panoramiche ripartiamo alla volta della visita alle piantagioni di ananas, ma nel frattempo la nostra guida si ferma vicino ad un torrente e ci fa vedere le anguille; le attira con del cibo e queste escono a mangiare e sono enormi. Nel frattempo Mahui ci fa assaggiare dei frutti strani: il Goyav (che assomiglia vagamente al nostro fico) e il Corrossol (che ha uno strano sapore tipo big babol). Ci dirigiamo poi a visitare una specie di azienda dove coltivano fiori e anche qui ci perdiamo a vedere le numerose varietà di piante e fiori presenti e a fare un sacco di foto. La tappa successiva è la visita alla piantagione di vaniglia, dove si producono marmellate di ogni tipo e anche qui assaggiamo ogni varietà. Ripartiamo poi in direzione Belvedere, uno strategico punto panoramico dove è possibile vedere le baie di Cook e Opunohu e qui assaggiamo il loro pompelmo, buonissimo e dolcissimo, quasi stentavamo a credere che si trattasse davvero di pompelmo! L’ultima tappa del nostro tour è stata la visita alla fabbrica dei succhi di frutta, nonché distilleria con relativo assaggio di 6-7 tipi diversi di liquori: liquore al succo di frutta, al caffè, alla vaniglia, al cocco, all’ananas, bis di cocco, e ancora un paio di cui non abbiamo riconosciuto ne capito il gusto.

Usciamo dalla fabbrica un po’ brilli e Mahui rompe un cocco per noi e ne mangiamo un’infinità e alle 12.00 ripartiamo verso il rientro in albergo. Arrivati, facciamo tappa al supermercato per il pranzo e passiamo un paio d’ore in spiaggia a goderci gli ultimi raggi di sole che ci offre Moorea. Alle 16.30 dopo aver raccolto in una bottiglietta un po’ di sabbia, salutiamo la spiaggia dell’hotel Hibiscus che ci ha ospitato per questi 3 giorni e ritorniamo in camera a prepararci per la serata al Tiki Village.

Ci vengono a prendere alle 18.30 all’albergo e in 10 minuti arriviamo al Tiki. Stasera assisteremo ad uno spettacolo di danze e cultura polinesiana e sarebbe tutto molto più bello se riuscissi a capire 1 sola parola di ciò che il presentatore dice, in effetti la metà del pubblico è francese e l’altra metà inglese; assistiamo alla dimostrazione di come si apre il cocco e all’esibizione di un bel gruppetto di musicisti, poi ci hanno portato dove hanno il forno scavato nella terra, dove hanno fatto cuocere il cibo che mangeremo questa sera. Dopo le varie spiegazioni in inglese (di cui io non ho capito niente di niente) ci dividono in gruppi in base alla nazionalità: i francesi partono con una loro guida, gli spagnoli idem e noi italiani (che stasera siamo solo in 6) finiamo in mezzo agli inglesi e americani e ci fa da cicerone un ragazzo polinesiano, dai bellissimi capelli lunghi e ricci, che ci spiega sulla musica, sui costumi e collane realizzate da mamà Maeva e ci accompagna alla loro fabbrica di perle nere.

Cena tipica a self service con dimostrazione di come si indossano i parei eseguita da una bellissima vahine (donna) e da un tanè (uomo) non così bello come la nostra guida; qui è tutto molto turistico e costruito e storgo un po’ il naso perché a cena mi sembra di stare in un villaggio dove vai a prenderti il tuo cibo a buffet e non conosci nessuno e non hai un minimo di contatto umano, se non con i tuoi compagni di tavolo, per fortuna le allegre melodie polinesiane mi distolgono un po’ da questo pensiero; vale veramente la pena, però, di vedere lo spettacolo di danze. Rimaniamo incantati dalla bellezza e sensualità di queste ballerine e dai coloratissimi costumi. E’ tutto molto bello ma indescrivibile, a casa parleranno le foto e il filmino al posto mio.

Rientro in albergo verso le 23.00 stanotte si fa tardi!!! SABATO, 07 LUGLIO 2007 –MOOREA – BORA BORA Sveglia puntata per le 7.00, ma forse stamattina 1 oretta di sonno in più me la sarei fatta. Ultima colazione al Sunset al solito tavolo sulla terrazza che da su mare e si torna in bungalow a chiudere le valigie… Oggi si va a Bora Bora! Cheek out all’hotel Hibiscus, saldiamo tasse e bevande, scambiamo ancora 2 parole con il ragazzo italiano alla reception e dopo averci consegnato 2 belle collanine di conchiglie di saluto ci congediamo e ci avviamo all’aeroporto e sorpresa sorpresa, chi c’è a caricare le valigie? Il nostro simpatico amico Mahui dell’escursione di ieri (oggi però indossa le scarpe) e ci saluta sorridendo con “Finotì!!!” (il mio cognome è Finotti) scoppiamo a ridere e saliamo sul pulmino. Facciamo tappa nei più grandi resort di Moorea a prelevare la gente in partenza e arriviamo davanti al Pear e carichiamo 2 ragazzi romani che ieri erano in escursione insieme a noi e Mahui li saluta indicando me e Cris sul pulmino. Aeroporto di Moorea, ore 10.30, cheek in, imbarcano le valigie (le pesano con la bilancia ad ago) e in 2 minuti abbiamo le nostre carte di imbarco in mano. Nel frattempo atterra l’aeroplanino che ci porterà a Bora Bora e arrivano pure Manu e Lorenzo… Sta per iniziare la settimana in crociera… BORA BORA Alle 11.20 il nostro volo parte puntualissimo da Moorea e dopo mezz’ora di volo atterriamo a Bora Bora dopo aver ammirato dall’alto tutta la sua laguna che lascia veramente senza fiato. Ho fatto bene a seguire i suggerimenti del forum dove dicevano di mettermi dalla parte sinistra dell’aereo perché, vedere Bora Bora da questa altezza è veramente magnifico, ed è impossibile descrivere ciò che si vede da quel minuscolo finestrino d’aereo… Un azzurro accecante e luminoso, un’infinità di azzurri che si mischiano in questa laguna e lasciano a colpo d’occhio senza parole!!! L’aeroporto di Bora si trova su un motu dove, anche qui, vediamo una miridade di pesci… alla faccia dell’inquinamento!?!?! Un acqua limpidissima… A prima vista viene proprio da dire che la laguna di Bora Bora è il paradiso!!! All’aeroporto ci sono i vari rappresentanti degli alberghi extra lusso che aspettano i loro clienti con ricche collane di tiare e quelli delle più piccole pensioni. C’è parecchia gente, chi parte, chi arriva e chi attende e rispetto all’arrivo di Moorea dove abbiamo trovato un aeroporto vuoto, qui mi guardo un po’ in giro disorientata. Ritiriamo i nostri bagagli e chiediamo informazioni ad un signore sulla navetta per Vaitape, questo ci prende le valigie e ci accompagna alla barca, ci carica le valigie e noi saliamo su questo immenso barcone a 2 piani; decidiamo di goderci il panorama e questa leggera brezza sul piano superiore e visto che c’è un sole bellissimo che si riflette sulla laguna ne approfittiamo per fare un sacco di foto… Sicuramente con questa luce accecante le foto verranno benissimo!!! Il trasferimento dall’aeroporto all’isola dura circa 15-20 minuti e già dalla barca adocchiamo e riconosciamo un uomo che ha tutta l’aria di essere il nostro capitano del Gulliver: Michele (dalle foto che ho visto sul suo blog). Sbarchiamo, recuperiamo i bagagli e ci andiamo a presentare; ci scambiamo subito un paio di battute e subito di impatto mi da un’ottima impressione. E’ davvero simpatico, ho idea che ci troveremo molto bene con lui. Arriviamo in taxi fino al ristorante sul mare, dove al porto ci aspetta il gommone di Michele che ci porterà al Gulliver. Michele prima accompagna me e Manu e le valigie in barca, dove ci attende Ludovica e poi torna a prendere gli uomini, mentre noi ragazze incominciamo a fare conoscenza con questa dolcissima donna! Tra le presentazioni e 2 chiacchiere e ci offre subito un bel bicchiere di acqua fresca, sembra averci letto nel pensiero, nel frattempo arrivano a bordo anche gli uomini… Michele ci mostra le nostre cabine: io e Cris siamo nella cabina di poppa, Manu e Lorenzo in quella di prua e Michele e Ludovica dormono nel “quadrato”, quella che poi è la sala da pranzo. Michele ci mostra come funzionano i bagni e ci dice di tirare fuori dalla valigia quello che ci servirà per 1 settimana in barca e il resto dimenticarlo… Mi sento un po’ una scema: malgrado i consigli letti sul forum e aver fatto e rifatto la valigia un paio di volte togliendo ogni volta ciò che mi sembrava superfluo, ci ho messo dentro ugualmente un sacco di roba che sicuramente non userò… Dopo esserci sistemati nelle nostre cabine, non aspettiamo molto per metterci il costume e farci un bel bagno in mare prima di pranzo. I primi a buttarsi sono Manu e Lorenzo, io invece scendo piano piano dalla scaletta un po’ più timorosa, chissà di cosa, seguita da Cris che è invece terrorizzato dalla profondità e rimane perciò qualche minuto attaccato alla scaletta e poi risale a bordo. Risaliamo tutti quanti, ci cambiamo il costume bagnato e andiamo a pranzo, Michele ci ha preparato i gamberi al curry. Ottimi! Ma quest’uomo sa fare tutto? Mi piacciono molto Michele e Ludovica insieme, sono molto divertenti, anche se sono solo poche ore che li conosco, mi hanno fatto subito un’ottima impressione, sono complici, genuini e innamorati, sono davvero una splendida coppia e ci hanno fatto subito sentire a casa e a nostro agio. Il pomeriggio passa lento tra una chiacchiera e l’altra e un bagno al tramonto arriva già l’ora di cena. Il primo tramonto che Bora ci regala è molto bello e romantico ricco di colori e sfumature, io e Cris ce lo gustiamo abbracciati a prua della barca in silenzio. Questo è uno di quei momenti che ricorderò per il resto della mia vita! In barca il contatto con il mare e la natura è ancora più forte.

Ceniamo in fretta perché Michele si è informato con il suo amico autista che stasera all’Heiva, c’è la serata di danze e ci consiglia di non perdercelo, noi accettiamo entusiasti. Siamo venuti in Polinesia per scoprire e gustare e non per rinchiuderci in barca (o peggio ancora in overwater) e poi siamo stati anche fortunati perché da metà giugno a metà luglio la Polinesia Francese è in festa e vogliamo proprio vedere che cos’è questa “Heiva”, che si ripete ogni anno… L’amico taxista di Michele, che se non ho capito male si chiama Jean Luis, ci viene a prendere e ci porta a questa festa. L’Heiva è una festa polinesiana, fatta da polinesiani, per polinesiani, perciò se i turisti ci sono bene, ma se i turisti non ci sono bene lo stesso; i ballerini che si esibiscono stasera ci spiega Michele che sono tutti ragazzi dei villaggi di Bora Bora che si preparano un anno per l’altro per questa festa imparando a danzare aiutati da un coreografo. Quest’uomo lo vediamo infatti che si aggira con movenze molto femminili tra i ballerini e Michele ci spiega che è un “mahu”. Ci spiega che in Polinesia era usanza (e a quanto pare è tutt’ora così), crescere il primo figlio maschio della famiglia come una donna perché aiutasse la madre nei lavori di casa, quando il padre andava a pesca il figlio restava a casa con la madre e veniva educato da donna (ricordo di averlo già letto da qualche parte, forse sulla lonely planet?!?) e ora capiamo perché guardandoci attorno vediamo molti uomini effeminati. Cmq arriviamo a Vaitape e vediamo finalmente che cos’è l’Heiva… C’è una specie di arena quadrata dove nel mezzo si svolge lo spettacolo e intorno sono seduti i polinesiani: chi sui loro coloratissimi parei, chi su sedie in plastica che si è portato da casa e chi resta in piedi per vedere meglio, su un lato sono invece posizionate delle seggiole occupate da qualche turista, dalla giuria e dalle telecamere di televisioni locali. Noi ci siamo portati un pareo e scegliamo di sederci in terra accanto ai polinesiani e anche se arriviamo che c’è già parecchia gente, riusciamo lo stesso a trovare tra le prime “file” un posto dove sederci. Lo spettacolo di danze è molto bello e colorato… I ballerini indossano i costumi tipici e la musica dei tamburi è suonata rigorosamente dal vivo… E’ tutto molto bello, soprattutto il clima di festa che si respira e la gente… La gente è sicuramente la cosa più bella della Polinesia; osserviamo dei bambini piccoli che si sono addormentati sdraiati in terra su parei, che hanno un viso così angelico e altri un po’ più grandicelli che assistono allo spettacolo mangiando un coloratissimo zucchero filato rinchiuso in sacchetti, che strano, mi piacerebbe proprio assaggiarlo!!! Una bambina seduta davanti a noi invece all’improvviso si alza e si mette a ballare e distoglie la nostra attenzione dai ballerini che ricade su di lei… Che bello quello che stiamo vivendo, sarò monotona e ripetitiva ma sono davvero emozioni forti, nei miei pochi viaggi in giro per il mondo non mi era mai capitato di stare così a contatto con la gente del posto, e solo ora capisco cosa ho perso… Nonostante tutto il trambusto che mi circonda io fatico a tenere gli occhi aperti e nonostante la musica dei tamburi sia molto forte e le luci dell’arena accecanti, io, manca poco che mi addormenti… sono troppo stanca!!! Finito lo spettacolo non perdiamo occasione di andare a fare le foto con i ballerini, Michele si “accaparra” subito la foto con Miss Bora Bora e Miss Heiva 2007, quando invece tocca a Cristian e Lorenzo farsi fotografare queste vengono “rapite” dalle telecamere della TV locale per delle interviste e i nostri 2 uomini si consolano con un’altra bella ballerina. Decidiamo di concludere la serata in un bar dell’Heiva, (costruito in occasione di questa festa) e creato da foglie di palme intrecciate e materiali naturali, con una cura incredibile per i particolari, mi colpiscono in particolare i gusci delle noci di cocco decorate con conchiglie e ricoperte con tessuti colorati e attaccate a penzolare al soffitto: uno spettacolo della natura creato da polinesiani. Cristi finalmente riesce a bersi la sua 1° birra Hinano, era da quando siamo arrivati a Papeete che mi stressa, mentre io mi concedo un’orangina. La mia ghiacchiata orangina mi fa effetto dopo pochi minuti e mi viene un mal di pancia fulminante che mi costringe a correre in bagno… in un bagno dell’heiva (tipo i nostri bagni chimici) allucinante e inquietante che in altre situazioni non avrei usato. La situazione era davvero molto critica: nel bagno delle donne c’erano tutti i bagni occupati e 4/5 ragazzini travestiti (questi però non erano mahu, erano proprio travestiti) che si truccavano e ho chiesto aiuto nel mio scarso francese a loro, ero proprio disperata!!! Jean Luis ci viene a recuperare a fine serata e ci riporta al gommone, io sto un po meglio ma ho tanto sonno, credo che stanotte non faticherò a dormire. Sotto il riflesso delle migliaia di stelle che luccicano in cielo e con la luce del faretto da minatore che Michele porta in fronte, risaliamo a bordo del Gulliver.

E’ finita purtroppo un’altra giornata polinesiana, ricca di nuove emozioni e sensazioni.

DOMENICA, 08 LUGLIO 2007 – BORA BORA Dopo una bella dormita di stanotte mi sveglio che sono già tutti a tavola per la colazione. Non avevo mai dormito in barca, è troppo bello venire cullati dalle onde del mare, molto rilassante! Provo la mia prima marmellata di ananas, (che buona!!!!) ma in particolare mi colpisce il sapore dello zucchero perché Michele ha inserito nella zuccheriera un baccello di vaniglia e questo ha preso un ottimo sapore vanigliato… Credo che una volta a casa copierò questa idea!!! Stamattina navighiamo verso la fossa delle mante per fare un po’ di snorkeling ma il tempo non promette nulla di buono. Capitan Michele intuisce subito che non sarà una buona giornata e infatti oggi piove, piove e piove tutto il santo giorno. Ma perché siamo così sfortunati? Veniamo dall’altra parte del mondo per goderci il meritato viaggio di nozze e invece ci ritroviamo depressi a guardare una laguna da favola sotto la pioggia. Ci consoliamo con un po’ di chiacchiere e l’ottimo pranzo che ci prepara Michele. Tornerò a casa con 10 kg in più, ma chi se ne frega! Passiamo il pomeriggio tra un sonnellino, 4 chiacchiere e io aggiorno il diario di bordo e poi arrivano a “farci compagnia” 2 agenti della dogana per un controllo: controllano le carte di Michele e i nostri passaporti, naturalmente è tutto a posto, ma questi sembrano un po’ ignoranti… In questo momento sono le 17.30 e siamo ancorati sempre nel punto di ieri, fuori c’è buio, si sente solo il dolce rumore dell’acqua e un bel sottofondo di musica polinesiana (che a pranzo e cena non manca mai), tutti gli altri sono di sopra in pozzetto, io sono un pochino asociale e sono sul mio letto in cabina a scrivere; sento la voce di Michele che racconta un po’ di storie… Io mi incanto ad ascoltarlo, è eccezionale e simpaticissimo.

Tra poco andremo a cena e se non ho capito male prima Michele parlava di poisson cru al latte di cocco… Speriamo bene! Oggi, nonostante la pioggia, ho visto un sacco di cose bellissime: per la prima volta in vita mia ho visto 2 razze che si rincorrevano e poi ho avuto la fortuna di vedere uno splendido arcobaleno a 180° che andava da motu a motu e sotto risplendeva il colore turchese della laguna. Poi Ludovica mi ha portato a prua proprio sulla punta con Cristian, stile Titanic, e da lì c’era una vita fantastica, avrei voluto avere con me la telecamera per immortalare tutto, ma per fortuna sto immagazzinando talmente tante emozioni da scaldarmi il cuore nelle tristi giornate di inverno. Alle 18.30 Michele ci chiama a rapporto per l’aperitivo, ha preparato il Maitai, mentre i miei sospetti per la cena erano fondati, perché il capitano ci ha preparato un ottimo poisson cru. Crollo a letto dopo cena alle 20.30, che donna senza fisico, che sono!!!

LUNEDI’, 09 LUGLIO 2007 – BORA BORA Sveglia alle 7.00 con un timido raggio di sole che filtra dalla finestrella della nostra cabina, mi alzo anche se sono ancora un po’ assonnata, ma curiosa di controllare il tempo… Dopo uno sguardo veloce al cielo, mi butto ancora un po’ giù di morale, perché vedo grigio da un lato e nuvolo dall’altro, ma cerco di essere ottimista. Facciamo colazione, mi metto il costume e poco dopo sono subito in pozzetto a fare 2 chiacchiere con Michele; mentre mi faccio spiegare di motu e pass ad un certo punto, guardando entrambi in mare nella stessa direzione, vediamo un paio di delfini che saltano proprio vicino la nostra barca… Non posso fare a meno di “gridare” dalla gioia, io adoro i delfini e mi sento come una bimba felice; chiamo Cristian che prontamente arriva con la telecamera mentre io seguo Ludo che mi porta ancora a prua, dove sotto di noi nuotano e si rincorrono, giocando, un gruppo di delfini, si scambiano di posto, si incrociano tra loro, fanno qualche bel salto e poi ci salutano proseguendo per la loro strada. La giornata è incominciata proprio bene, sono già felicissima così e dopo pochi minuti uno splendido sole appare sopra le nostre teste, riempiendoci il cuore di gioia! Ti aspettavamo tutti, caro sole!!! Michele ci propone il programma della giornata e insieme decidiamo questo: camminata a Bora Bora fino a raggiungere la spiaggia di Punta Matira, bagno, relax, pranzo in barca, shopping a Vaitape, cena all’Heiva e sfilata dei carri fioriti, che è sempre una manifestazione dell’Heiva e si tratta dei nostri carri di carnevale, fatti interamente di fiori. Forse faremo anche l’aperitivo al Blody’s Mary (dove siamo ancorati) il locale più famoso di Bora Bora dove sono stati anche molti vip e i loro nomi sono persino riportati su una tavola in legno davanti l’entrata del locale se faremo in tempo.

Dopo qualche ora di navigazione con tappa qua e la, sbarchiamo alle ore 11.00 a Bora e mentre camminiamo per raggiungere la spiaggia di Punta Matira, Michele ci tiene una piccola lezione di botanica, mostrandoci un sacco di varietà di piante e fiori. Ci mostra l’albero del frangipane, con i suoi meravigliosi fiori bianchi e gialli (proprio come quello che ho comperato, finto, al mercato di Papeete), ne cogliamo uno e lo mettiamo dietro l’orecchio, ci mostra un sacco di piante, quella del tamanu (dove i suoi frutti vengono usati esclusivamente per fare l’olio di tamanu), degli enormi ficus polinesiani, camminiamo su un verdissimo e morbidoso prato, che a prima vista sembra quasi finto, ed è talmente morbido che, in alcuni punti, il piede sembra affondare nella terra. Ci spiega un sacco di cose belle e molto interessanti… Vediamo un sacco di piante di Hibiscus, tutte colorate: rosa tenue, bianchi, fuxia, rossi e una bella pianta che produce una bella macchia di fiori fuxia, come mi piacerebbe averla in giardino, vediamo la pianta un po’ strana con le foglie disposte a ventaglio che Michele ci dice essere la pianta del viaggiatore e ci spiega anche perché ma non me lo ricordo. Poi ci spiega l’utilizzo della pianta dell’hipo, con queste larghe foglie verdi che i polinesiani usano come piatti quando mangiano sui motu, oppure la si utilizza passandola nella maschera da snorkeling per evitare che si appanni e ancora viene utilizzata per cuocerci dentro il pane di cocco, fatto su a fagottino e cotto a vapore, e ancora ci racconta della pianta del thi (che non so come si scrive) ma che in Polinesia è la pianta sacra che mettono come recinzioni delle case (al posto delle siepi) per protezione contro gli spiriti negativi, ecc… ed è la pianta usata anche nelle funzioni religiose, tipo i matrimoni (l’abbiamo visto a Moorea, nella finta rappresentazione del matrimonio nei balli che gli sposi tenevano in mano una foglia di questa pianta), ha una lunga e stretta foglia, verde, rossastra o fuxia… Passando a pochi metri da una casa notiamo una strana costruzione nel giardino e Michele ci spiega che sono le tombe di famiglia; in Polinesia infatti non ci sono cimiteri a parte quello di Papeete e ci spiega anche che in passato, quando nascevano i bambini, era usanza seppellire in giardino la placenta e poi piantare in quel punto un albero di un frutto, perché lo stesso bambino, da adulto, avrebbe dovuto sapersi sfamare e nutrire dei frutti di questo albero.

Proseguiamo la nostra passeggiata fermandoci ogni tanto a fare foto panoramiche alla splendida laguna, ogni tanto passa qualche turista con delle strane macchinine, ogni tanto incrociamo qualche polinesiano che, sorridendo, ci saluta, fino a che non giungiamo in una immensa spiaggia bianca e ci troviamo davanti ad una laguna azzurrissima e mozzafiato.

Siamo finalmente arrivati a Punta Matira: uno spettacolo indescrivibile; ci facciamo un bel bagno e poi incominciamo con il reportage fotografico, dove anche la nostra cara Mamà Ludovica si improvvisa fotografa e ci scatta delle foto a dir poco eccezionali. Restiamo in spiaggia ancora un po’, ma il tempo oggi passa più in fretta degli altri giorni, e così ritorniamo alla barca per il pranzo. Dopo pranzo ci aspetta 1 oretta di relax, Manu e Lore ne approfittano per fare il bagno, Cristi prende il sole ed io sono sdraiata a prua della barca, stesa sopra il mio pareo e con in testa la mia coroncina di fiori… Michele mi dice che sono da fotografare perché sembro un po’ polinesiana… Sì, magari!!! Ci prepariamo per tornare a terra per un po’ di shopping e per assistere ad un’altra fantastica serata dell’Heiva, stasera: sfilata dei carri fioriti! Michele ci accompagna in un negozio di perle che ha tutti i colori più strani e particolari, davvero belle e poi in un altro negozietto dove usciamo con qualche soldino in meno sulla carta di credito perché ci scateniamo negli acquisti di souvenir.

Finito lo shopping ci facciamo uno spuntino, con delle ottime paste ad una pasticceria vicino ai negozietti e poi facciamo 2 passi tra i bar e ristoranti dell’Heiva per scegliere quello che ci aggrada di più passando vicino a gruppi di polinesiani… Ad un certo punto ci accorgiamo di avere compagnia, infatti si sono uniti al nostro gruppo 2 dolcissimi bambini polinesiani con occhi grandi che ci fanno da guida e ci portano fino al mare a vedere (nei loro giochi) gli squali; chiacchierano con noi e ci accompagnano fino al ristorante e sono incuriositi dalle foto che gli faccio con la mia digitale e mi chiedono di vedere dal display le loro faccine, mi regalano anche una piccola conchiglietta, prima di metterla in tasca e conservarla controllo che non sia ancora abitata da qualche piccolo paguro ma è piena di sabbia e così ringrazio e la custodisco gelosamente come loro ricordo… Tra la sofferta scelta del menù tra il maiale caramellato (tipico cinese) e il poisson cru, la spunta un’altra volta il pesce crudo e mi arriva un piatto enorme che basta per 2 persone, è ottimo ma è troppo per me e purtroppo (pur essendo di bocca buona) lo avanzo.

Inizia la sera, la piazza si popola e i primi carri sono già posizionati mentre altri stanno ancora finendo di costruirli e per di più completamente al buio. I carri sono eccezionali e Ludovica mi spiega che ognuno ha un tema, sono interamente costruiti con fiori freschi e foglie e realizzati in 1 giorno, in effetti oggi quando siamo arrivati abbiamo visto in diretta la realizzazione; tutti nel villaggio si danno da fare: chi va a raccogliere fogliame, chi i fiori e chi monta tutto sul carro. Oggi pomeriggio abbiamo proprio visto un pick up carico di foglie rosse di thi con delle ragazze che le scaricavano le lavoravano per montarle sul carro. E’ davvero bello vedere queste cose, un’esplosione di colori e sorrisi dei polinesiani contenti ed emozionati perchè le loro creazioni verranno poi giudicate da una giuria e forse ci sarà un vincitore… Intrecci di foglie e di colori e mamà sui carri con i loro splendidi abiti pronte a farsi fotografare con un grande sorriso stampato sulla faccia e come dice Ludovica “Sembra di stare in mezzo ad un quadro di Gogain” e anche questa è la Polinesia.

Arriviamo in barca verso mezzanotte abbastanza cotti e infreddoliti… Stanotte si fanno le ore piccole, abituati come siamo ad andare a letto subito dopo cena. E’ stata una giornata intensa e appena tocchiamo il letto crolliamo in un sonno profondo!

MARTEDI’, 10 LUGLIO 2007 – BORA BORA – TAHAA Oggi è il giorno della traversata da Bora verso Tahaa. Piccola colazione assolutamente senza liquidi e si parte. Il capitano ci informa che il mare non è molto mosso, siamo fortunati. La 1° ora di navigazione passa tranquilla, mi siedo a prua e mi godo il respiro dell’oceano, queste lunghe onde, poi mi viene la “brillante” idea di spostarmi e raggiungere Cristian in pozzetto e qui inizia a venirmi un po’ di nausea. Purtroppo manca ancora un bel po’ alla laguna di Tahaa e non so se ce la farò, allora sotto consiglio di Mamà Ludovica mi sdraio a poppa e mi addormento sotto un bel sole cocente, mi sveglio che più o meno siamo arrivati e per fortuna il peggio è passato anche se nel frattempo sotto il sole mi sono ustionata una coscia… che male, speriamo di dormire stanotte e sì che mi sono anche coperta con il pareo… TAHAA Arriviamo a Tahaa un po’ provati, anche Cristian aveva un po’ di nausea ma non ha detto nulla e per fortuna lui non è stato male e se l’è fatta passare addormentandosi… Questo è il mio consiglio per chi farà questa esperienza con Michele, nella traversata niente colazione e se incominciate a sentire un po’ di nausea cercate di dormire, il dolce dondolio del mare vi aiuterà a rilassarvi e prendere sonno!!! Dopo la traversata ci dice Ludovica che Michele è solito cucinare gli spaghetti e infatti puntuale Michele ci presenta un bel piatto di fumanti spaghetti alle cozze che mangiamo molto volentieri. Nel pomeriggio abbiamo un po’ di tempo per prendere il sole e poi ci prepariamo per sbarcare sull’isola: Michele ci porta da Mamà Naumi.

Sbarchiamo sulla terra ferma di Tahaa quando il sole incomincia ad abbassarsi, saranno forse le 15.30-16.00, nel tragitto Michele ci tiene un’altra piccola lezione di botanica con nuovi fiori e piante, vediamo in un cortile di un’abitazione un grosso maiale e ci spiega che qui in polinesia non mangiano molto maiale e qualcuno lo tiene come animale domestico tipo cane, ci ricordiamo infatti di averne visti parecchi anche a Moorea, proseguiamo e sentiamo musica di tamburi che proviene da un’altra abitazione e speriamo di vedere qualcuno che balla ma purtroppo sono solo dei ragazzi che suonano in maniera divina e chissà che magari si stiano esercitando per l’Heiva… Mah!?! Giungiamo finalmente a destinazione alla casetta della dolcissima Mamà Naumi, ed eccola lì, questa dolce signora dagli occhi luminosi e profondi, la salutiamo con un bacio e ci invita ad entrare nella sua casa. Nelle case dei polinesiani, ci spiega Michele, che si entra scalzi e così ci togliamo volentieri le nostre infradito ed entriamo a scoprire il suo piccolo mondo, che in realtà così piccolo non è. All’ingresso della sua casa c’è la sua bottega dove sono esposti sui tavoli tutte le se creazioni: cuscini, collane di conchiglie, collane di vaniglia, costumi tipici di ballerini/e che realizza utilizzano la tapa, una fibra ricavata dagli alberi, ci dice Michele è una delle poche o forse l’unica che realizza ancora i costumi come si facevano nell’antichità e c’è la paura che questa tradizione vada persa… A udire queste parole mi ricordo di un video che avevo registrato de “Alle falde del Kilimangiaro” dove c’era una dolce signora che lavorava questa tapa proprio a Tahaa e ora, guardandola bene, riconosco in Mamà Naumi, la signora del video, con qualche anno in più, qualche kg in meno e con i capelli ora raccolti, ma ne sono sicura è lei, appena arrivo in italia cm verifico… Siamo a casa di una signora polinesiana famosa!!! Yuppy!!! Ci fa vedere il costume tipico da ballerine e poi mi fa provare il costume per intero, sembro anche io una ballerina polinesiana… Sì, magari!!! Vende questi costumi a 7000 Fcp mentre al mercato di Tahiti un costume intero da ballerino/a adulto lo vendono a 15000 Fcp/20000Fcp. Compero una bella collana di conchiglie realizzata da lei e lei mi osserva qualche secondo ne sceglie un’altra e me la regala, così come la collana di vaniglia, ne compero una e me ne regala un’altra. Compero poi la vaniglia, lei vende 10 baccelli a 1000 Fcp (mentre al mercato di Papeete a questo prezzo se ne comperano al massimo 3 baccelli), ne comperiamo 3 stecchette da 10 baccelli e ce ne regala un altro. Siamo davvero senza parole, ma da dove viene questa donna? Così facendo invece di guadagnarci ci perde… E’ davvero di una dolcezza infinita, la sua risata e il suo sguardo lo testimoniano! Incuriosita dai mille colori che intravedo nell’altra stanza, dove realizza i cuscini, vado a guardare e lei mi chiama e mi invita a seguirla: vuole mostrarmi la sua casa. Mi fa da guida in ogni stanza spiegandomi dove dorme lei, dove dorme papà e qualche cosa della sua vita e dal suo racconto capisco che ha 7 figli che lavorano a Tahiti. Ci guida in cucina e in altre stanze tutte coloratissime, ci porta in una stanza piena di vestiti e parei, non ho capito se li realizza anche lei e li vende oppure se sono solo i suoi, sembra un negozio di vestiti, ce ne saranno a centinaia. Riprendo tutto con la mia fidata telecamera e cerco di dirle qualche frase nel mio scarso francese, lei a volte risponde e a volte quando non capisce ride… Mi mangio le mani per non sapere parlare bene il francese e per aver trascurato lo studio delle lingue alle medie e superiori, quando ne avevo l’opportunità… Eh! Potessi tornare indietro!!! Mamà è davvero dolcissima, ora capisco cosa volevano dire le parole che leggevo su di lei sul forum, scritte da gente che prima di me l’aveva incontrata. E’ impossibile capirlo prima di averla vista e di avergli parlato. Prima di lasciarci andare, vede di avere “trascurato” un po’ i 2 maschietti e per non farli sentire meno importanti, regala a loro una bellissima collana di conchiglie e un bel casco di bananine a testa. Restiamo a bocca aperta, per farla smettere di regalarci la roba dobbiamo fisicamente uscire dalla bottega, altrimenti lei continuerebbe. Mi ha toccato davvero tanto questa dolce signora, mi è sembrato per un attimo di avere vicino la mia dolce nonnina. Salutiamo Mamà Naumi con un nodo in gola e ci apprestiamo a risalire sul Gulliver, facendo prima una tappa al supermercato per i rifornimenti per la cena. Un bel bagno nelle calde acque della laguna e poi una bella doccia con Ludovica che si prende cura di me e dei miei impossibili capelli. Mi coccola proprio tanto e mi sento proprio a mio agio con lei… E’ una grande donna… Forte ma nello stesso tempo dolce ed emana quel calore di una mamma… E’ una mamma… E’ una nonna… Sono stata proprio contenta ad incrociare la sua strada, è una donna adorabile e spero un giorno di diventare come lei!!! Forse l’avrò già scritto e sarò ripetitiva ma, lei e Michele insieme sembrano proprio due ragazzini innamorati e poi quanto si divertono insieme, sono proprio complici e affiatati nel loro rapporto, sono fatti l’uno per l’altro.

Aperitivo in pozzetto e cena con tonno alla vaniglia! Buonissimo!!! Spero di prendere qualche spunto interessante dalla cucina di Michele da riproporre poi in Italia, anche se non sarò mai brava quanto lui!!!

MERCOLEDI’, 11 LUGLIO 2007 – TAHAA La giornata è incominciata male, molto male… Ho fatto un sogno terrificante e sono un po’ scioccata da questo sogno e ho idea che ne risentirò nel corso della giornata.

Siamo sempre a Tahaa e oggi andremo a fare snorkeling nel giardino di corallo, che tutti descrivono come il paradiso sott’acqua. Ci prepariamo con l’attrezzatura da snorkeling e mi accorgo di aver “perso” le scarpette o forse di averle lasciate direttamente in valigia, che però non posso recuperare perché è nel gavone. Così incomincia la mia disperata e vana ricerca delle scarpette fino a quando Ludovica non mi tranquillizza dicendomi che me ne avrebbero prestato un paio loro. Come se non bastasse a peggiorare il nostro umore ci si mette la macchina digitale poiché mentre Cris prova a farmi un foto con la nostra nuova “Casio Ex lime” gli si incastra l’obiettivo e incomincia a dare uno strano “Errore Obiettivo”, allora presi dal panico le proviamo tutte: spegni e riaccendi, stacca la batteria, schiaccia un po’ di tasti nel tentativo di resettarla ma niente… Questa non ne vuole sapere di funzionare… Morta!!! Non ho parole!!! Ma che razza di giornata sfigata è questa?!?!?! Neanche fosse venerdì 17. Sono troppo incazzata… Ma che sfiga nera, oggi era meglio starsene a letto tutto il giorno, se le premesse sono queste!!! Siamo quasi pronti per partire quando, alla nostra barca, arriva un altro amico polinesiano di Michele a rifornirci di frutta fresca: è Norbert! Norbert insieme alla sua famiglia vive qui a Tahaa, sul motu Tau Tau, proprio attaccato al motu del Le Tahaa Private Island, insomma in questa laguna da favola che ricorda molto quella di Punta Matira a Bora. Questo simpatico personaggio si presenta da noi con la sua corona di fiori in testa, pareo e suonando il suo fantastico ukulele. Michele si accorda con Norbert e ci invita a salire in barca con lui che ci accompagnerà a fare snorkeling nel giardino di coralli dove ci aspettano una miriade di coloratissimi pesci di ogni specie.

Arriviamo al motu tau tau e qui inizia la nostra 1° esperienza di snorkeling che oserei definire: disastrosa!!! Forse non avevo capito che l’acqua era così bassa e i coralli così tanti e così alti, la corrente era entrante verso la laguna ma piuttosto forte e tra l’altro era la 1° volta che usavo il boccaglio. Pian piano entriamo in acqua in un punto strategico per non rovinare i coralli, Norbert ci fa da giuda e Ludovica ci segue come un’ombra. Mettiamo la testa sott’acqua e per qualche minuto scopriamo un nuovo mondo sommerso e vivo… pieno di pesci e coralli. Io mi faccio prendere un po’ dal panico, non sono un’esperta nuotatrice ma si resta a galla facilmente e per di più sono preoccupata per Cristi che non sa nuotare e neppure stare a galla, presa dall’agitazione incomincio a sbattere ginocchia e gambe sui coralli tagliandomi, sembro una pallina da flipper, poi mi si appanna la maschera e cerco di sistemarla stando a galla, non mi voglio assolutamente appoggiare ai coralli per paura di romperli e il ginocchio tagliato incomincia un po’ a bruciare. Dopo 10 faticosi minuti mi sento sempre più in difficoltà, la corrente è abbastanza forte e quando mi fermo a prendere fiato, mi trascina a destra e sinistra. Presa oramai dal panico totale mi attacco come una cozza prima a Ludo e poi ha Norbert, ho paura, sono terrorizzata… E’ vero che è una cosa facile basta restare a galla e lasciarsi andare trasportati dalla corrente, io però oramai sono nel pallone. Cristi che nel frattempo era riuscito a lasciarsi andare ma che come me era un po’ agitato, e Manuela e Lorenzo che erano già avanti e si sono fermati per aspettarci, che tra un po’ si ritrovano direttamente negli overwater del Private Island trasportati dalla corrente! Poi a Cristian viene la brillante idea di “appoggiarsi” su in riccio di mare e qui è proprio il panico. Inizio a scusarmi con Ludovica ma proprio non me la sento di andare avanti e Cristian naturalmente è della mia idea e così decidiamo di “abbandonare la partita” e risalire a piedi. Norbert allora ci accompagna fuori dal giardino in modo da non massacrarci ulteriormente sui coralli e soprattutto non calpestare coralli e dopo avergli fatto vedere le nostre ferite ci dice di andare da sua moglie e chiederle il limone da mettere sulla ferita, invece per le spine di riccio sulla mano di Cris ci consiglia la pipì… Mi viene un po’ da ridere per Cris e piangere al pensiero di come bruceranno le mie ferite, ma se l’unica soluzione è questa… Dopo un percorso un po’ selvaggio sulla riva del motu, dove nel frattempo Cris perderà il suo boccaglio, arriviamo a casa di Norbert e chiedo a sua moglie del limone. Mamma mia che bruciore, la pelle tirava talmente tanto che a tratti non sentivo più la gamba, sembravo anestetizzata! Che giornata sfigata quella di oggi!!! Prima il sogno, poi le scarpette, poi la macchina digitale, la perdita del boccaglio e dovevamo pure ridurci in questo stato! Non ho parole! Dopo qualche decina di minuti che io e Cris siamo seduti sul una panchina all’ombra di alte palme e con questa superba vista sulla laguna ci raggiungono tutti gli altri che hanno terminato il loro giro nel giardino e Norbert e sua moglie ci preparano un tavolo di frutta da mangiare… Beviamo il latte di cocco, cocchi, pompelmi e banane dopo di che Norbert riprende in mano il suo fidato ukulele e incomincia a cantare il suo cavallo di battaglia, nonché canzone inventata da lui “Vien, vien mon amour t’attend sur mon motu… Motu tau tau”!!! Ascoltiamo per un po’ il concertino di Norbert mentre osserviamo le loro creazioni fatte di conchiglie, tra cui uno stupendo specchio la cui cornice è fatta di colorate conchiglie, quanto mi piacerebbe portarmelo a casa e metterlo in camera, sarebbe proprio perfetto! E’ giunto il momento di salutare e ringraziare il motu Tau Tau e la moglie di Norbert: dobbiamo tornare a bordo del Gulliver. Saliamo sulla barchetta di Norbert e oltre a lui ci accompagnano i suoi 2 figlioletti che guidano la barca mentre Norbert continua il suo concerto lodando il suo bellissimo motu Tau Tau, è un’esperienza bellissima questa! Guardo dalla barca gli overwater del Private Island e mi chiedo quanti dei clienti che alloggiano lì, spendendo tra l’altro cifre folli, hanno avuto la fortuna di vivere un’autentica giornata polinesiana come questa, probabilmente nessuno, tant’è vero che tra tutti quei bungalow sull’acqua notiamo che non c’è nessuno in laguna, in mare, solo una coppia di 2 ragazzi… Saranno sicuramente chiusi e rintanati nei bungalow o in piscina, come è capitato a noi a Moorea: spiaggia deserta e tutti in piscina! Assurdo! Più ripenso al nostro viaggio e più sono convinta delle scelte che abbiamo fatto, quelle di soggiornare in pensioni e soprattutto della crociera, che fino adesso si sta rivelando la parte più emozionante e intensa del viaggio. E’ vero che non avremo tutti i comfort di un 5* super lusso, acqua calda, asciugacapelli e tutte queste cose assolutamente non indispensabili, ma devo anche dire che la mancanza di queste cose non mi sta per niente pesando, anzi, se dovessi riscegliere oggi il mio viaggio, avendo visto una piccola parte della Polinesia, sicuramente sceglierei di nuovo tutto questo, anche perché Michele ci sta proprio facendo vivere la VERA Polinesia, quella che parla con la gente e vive in mezzo alla gente, e che gente!?!?! Basta solo pensare che appena si incrocia qualcuno per strada ci si saluta con un sorriso e questo succede anche quando incrociamo in mare un’altra barca… In Italia invece non salutiamo neanche il nostro vicino di casa. Che tristezza! Qui hanno proprio un bello stile di vita, mi piacerebbe portare un pezzo di Polinesia in Italia e magari uscendo di casa salutare il mio vicino senza che questi mi guardi male con occhio storto, ma so già che sarà una cosa impossibile. Siamo troppo diversi!!! Saliamo a bordo del nostro amato Gulliver e Michele ci sorprende in cucina con delle ottime banane fei arrotolate nella pancetta e fritte (che BUONE!!! Ne avrei mangiate 10) e una insalata all’ananas, anche questa buonissima; mi piace ricordare anche i piatti che mangiamo perché ho la speranza di riproporne qualcuno in ilalia, anche se è praticamente impossibile vista la qualità nettamente superiore della frutta e del pesce che c’è qui in Polinesia rispetto a noi! Subito dopo pranzo salpiamo ancora e si naviga nella splendida laguna di Tahaa, destinazione: fondazione Hibiscus… Sono preoccupata per la macchina digitale, siamo solo a metà viaggio e mi sto perdendo un sacco di cose e mi rinchiudo nella nostra cabina a cercare di rianimarla ma ogni tentativo è vano, sono un po’ depressa e ho il ginocchio che mi fa malino, quando Michele dal pozzetto si affaccia in cabina e mi dice di venire fuori a stampare le fotografie nella mia mente e così faccio e mi risollevo un po’ il morale. E’ bellissimo vedere uno scorcio di Polinesia dal mare, poi Tahaa ha un sacco di piccoli motu, io in questo momento sono a prua a guardarmi in giro e scrivere sul mio diarietto di viaggio, c’è una pace e quiete assoluta qui in mezzo al mare, si sente solo il rumore del vento e il mio sguardo si perde nella laguna e nella folta e selvaggia vegetazione dell’isola. Arriviamo a destinazione sotto un cielo scuro, un forte vento e una baia molto verde. Sbarchiamo verso le 16.30 all’Hibiscus, una fondazione per la salvaguardia delle tartarughe. Incontriamo Leo il titolare della fondazione e della omonima pensione di famiglia; beviamo qualcosa al bar curiosando un po’ qua e la. Leo è un collezionista di bandiere e all’interno del suo bar, che penso sia anche la sala da pranzo della pensione, ci sono tantissime e coloratissime bandiere provenienti da tutte le parti del mondo. Vediamo finalmente queste povere tartarughe “rinchiuse” in questi recinti di mare e mi fanno tenerezza vederle li dentro, ma nello stesso tempo penso che è bello sapere che c’è qualcuno che si prende cura di loro per poi ridonarle al mare piene di forza e di vita. Ce n’è una piccolissima che Ludovica, grande amante delle tartarughe, ci dice che avrà solo pochi mesi. Povera piccola, fa una tenerezza! Michele ci chiede se domani vogliamo liberare una tartaruga, io, Cri, Manu e Lore ci guadiamo un attimo in faccia e dopo circa un nanosecondo all’unanimità rispondiamo SI. Michele si va ad informare e la tartaruga da liberare c’è, così lasciamo un messaggio sul libro degli ospiti della fondazione, battezzando la nostra tartaruga con il nome di VICTORIA. Il nome lo ha scelto Manuela, gli è venuto di botto appena ci hanno detto di pensare ad un nome, a me è piaciuto subito e poi è proprio adatto, domani questa tartaruga avrà la sua vittoria!!! Victoria sarà libera grazie a noi… E’ un piccolo gesto per noi ma tanto importante per la vita di questa creatura, è vero che se non l’avessimo fatto noi l’avrebbe fatto qualcun altro ma l’emozione è davvero forte anche per noi: domani sarà libera!!! Torniamo al Gulliver felici ed emozionati, fuori c’è molto fresco e stasera saltiamo la doccia. Cena con carpaccio di tonno crudo e un sacco di salse strane, dolci, piccanti, di soia, ecc… OTTIMO!!! Mangio sempre tanto bene qui in barca… Due chiacchiere a cena e poi subito a nanna domani sarà un’intensa giornata.

GIOVEDI’, 12 LUGLIO 2007 – TAHAA – RAIATEA Oggi per fortuna è un altro giorno di sole e sembra incominciare molto meglio di ieri. Solita colazione ipercalorica e poi si prepara la barca per l’arrivo del nuovo ospite a bordo, la nostra amica tartarughina VICTORIA che da oggi ricomincerà a vivere! Siamo tutti quanti un po’ emozionati, c’è un po’ di frenesia nell’aria, ma è normale… Alle 8.30 sbarchiamo di nuovo all’Hibiscus e dopo aver dato da mangiare alla piccola tartarughina, ci consegnano Victoria che portiamo con noi in gommone avvolta in una salvietta bagnata, cerchiamo di fare più in fretta possibile perché si vede che soffre fuori dall’acqua ed è molto impaurita, si agita molto. Arrivati sul Gulliver la teniamo con noi in pozzetto, vicino a noi un secchio d’acqua di mare con la quale la bagniamo in viso e sugli occhi e nel frattempo la teniamo ferma e a turno la accarezziamo per tranquillizzarla. E’ molto agitata e cerca di divincolarsi, è la nostra mascotte di oggi ed è coccolata da tutti. Il capitano Michele è al timone e porta il suo Gulliver in mare aperto, in oceano per rilasciare la “piccola” Victoria e non appena fuori dalla pass la rilasciamo in mare. Appena in mare nuota velocissima e dopo pochi secondi di lei ci rimane solo un dolce ricordo. Che emozione, chissà cosa deve aver pensato lei quando si è ritrovata a nuotare in oceano LIBERA! A differenza di ieri, oggi la giornata è incominciata molto bene… Rientriamo nella laguna di Tahaa e ci fermiamo in un punto meraviglioso dove l’acqua è talmente limpida e trasparente che si vedono benissimo i banchi di corallo anche a 6-7 mt di profondità. Lorenzo, il pesce della barca, propone subito un bagno, io e Manuela siamo d’accordo mentre cerco di convincere Cristian a scendere con noi dalla scaletta e rimanere attaccato alla corda, ma la profondità lo frena troppo, così Michele ci propone di andare al vicino motu privato, così anche il mio amore può fare il bagno tranquillo e senza problemi. Saggia decisione!!! Arriviamo in pochi minuti sul motu semi deserto, a farci compagnia c’è solo una famiglia di polinesiani che fa un pic nic. Facciamo una passeggiata a piedi sul motu e di tanto in tanto ci fermiamo a fare qualche bella foto e qualche bagno. Si sta proprio bene qui, sia per il clima con questa leggera brezza che ci fa sentire meno il sole (che picchia forte), sia per la pace, sia per il panorama. Michele ci indica un bel posto dove fare snorkeling vicino a dei banchi di corallo più o meno a riva ed io e Cris cerchiamo di riprovarci. Abbiamo solo un boccaglio, il mio, perché Cris ha perso il suo ieri nel giardino di corallo, così lo usiamo a turno, ed è qui che inizia la grande conquista di Cristian perché infilate maschere e boccaglio inizia a galleggiare tranquillo vicino ai coralli e osservare il mondo sommerso… Facciamo snorkeling per un bel po’, io però ho ceduto il mio boccaglio a Cris e così faccio senza; non è certamente bello come il giardino di coralli ma anche qui vediamo dei bei pesci e soprattutto per noi è molto più facile qui. Cristian è partito da casa che non sapeva ne nuotare ne stare a galla ed ora non lo ferma più nessuno, a me invece viene un magone allucinante per non essere riuscita a fare ieri quello che sto facendo oggi, vuoi che la corrente era più forte, vuoi che era la 1° volta che usavo il boccaglio e vuoi che ero preoccupata per Cris mi sono persa tutto e mi dispiace un sacco! Mi è venuto un po’ di mal di testa e decido di risalire a riva mentre Cris continua ad esplorare e fotografare, anche Lorenzo e Manuela fanno snorkeling, loro sono più bravi però, Michele e Ludovica si coccolano in riva al mare ed io mi metto a prendere un po’ di sole. Nel frattempo la famiglia di Polinesiani che sul motu con noi ci porta un cesto di frutta per ringraziare Lorenzo che era andato a recuperare il salvagente di un bambino che era stato trasportato via dalla corrente. Dopo aver fatto lo spuntino di frutta, ci prepariamo per salutare Tahaa e risalire sul Gulliver perché oggi navigheremo verso Raiatea. Arrivati al Gulliver io e Lorenzo ci facciamo un altro bel bagno e poi tutti a tavola per l’ultimo pranzo insieme. Pranzo all’italiana oggi, Michele ci cucina un enorme piatto di penne tricolori al pesto rosso e poi papaia a volontà. Io ho il mal di testa che cresce e così durante la traversata da Tahaa a Raiatea decido di riposarmi un po’ e farmi un bel sonnellino… Mi sveglio al Carenage di Raiatea, sono molto rincoglionita ed oltre al mal di testa ho la nausea. Mi da fastidio stare male perché quando sto male sono un po’ intrattabile e poi sembro una snierfa e piattola e mi perdo delle belle chiacchiere in compagnia. Facciamo 2 passi al porto in mezzo alle barche e ci godiamo un magnifico tramonto sul mare dagli splendidi colori. Aperitivo in pozzetto ma io con non sto proprio bene e non mangio niente e neppure a cena e mi fiondo subito a letto dopo aver preso una bella pastiglia, spero di stare meglio domani, dovremo sbarcare e visto che abbiamo un po’ di tempo prima del nostro volo volevo vedere Raiatea… Spero in un sonno curativo.

VENERDI’, 13 LUGLIO 2007 – RAIATEA – MAUPITI Oggi è il triste giorno dei saluti. Facciamo colazione, io mi sento meglio e sono in forma ma stavolta è Manu che non sta bene, poveretta, speriamo che si riprenda presto. Oggi le nostre strade si divideranno: Manu e Lorenzo partiranno per Tikehau, io e Cristi voleremo verso Maupiti e Michele e Ludo dovranno sistemare e pulire la barca per il prossimo imbarco… Facciamo le valigie e poi Cristian e Michele vanno all’Europcar a noleggiare un’auto che oggi ci scarrozzerà in giro per tutta l’isola, Lorenzo prepara la valigia, Manuela si riposa sul divano, io leggo un po’ di Lonely planet e Ludo si guarda un po’ di foto sul computer.

Cris e Michele ritornano dopo pochi minuti è salutiamo Lorenzo e Manuela che Cris accompagnerà all’aeroporto, io invece rimango ancora un po’ in barca a chiacchierare con Michele e Ludovica e mi godo gli ultimi istanti in compagnia di queste eccezionali persone. Stamattina prima di colazione ho scritto i miei pensieri sul diario di bordo del Gulliver e ho ringraziato Michele e Ludovica per averci viziato e coccolato per una settimana e per tutte le indescrivibili emozioni che ci hanno fatto provare, per il bagno a Punta Matira, per la sfilata dei carri fioriti, per averci fatto incrociare lo sguardo di Mamà Naumi, per la libertà ridonata a Victoria, tutte cose che senza di loro sicuramente non avremmo fatto e ne visto.

E’ stata proprio una bellissima esperienza questa, ho provato cosa vuol dire vivere, mangiare, lavarsi, dormire su una barca a vela e oggi mi sento molto più ricca; ho provato un’esperienza che mi ha fatto crescere ed adattare ad un certo tipo di vita e di convivenza e sono proprio contenta di averla fatta.

Dopo una decina di minuti Cristian è di ritorno ed è arrivato il momento dei nostri saluti e ci salutiamo con un arrivederci in Italia e ce ne andiamo con la speranza di rivederci tra qualche mese con Michele, Ludovica e qualche ex polinesiano per una cena, abbiamo infatti lasciato i nostri numeri e indirizzi per restare in contatto e ci chiede di promettergli che quando ci rivedremo dovremo aver già fatto almeno 2 lezioni di sub per farci passare la paura della profondità e per non perderci mai più la vita del mondo sommerso.

Stiamo per salire in macchina quando uno strano personaggio attira l’attenzione di Cristi: è Antoine, il cantante francese che in italia aveva cantato la storica canzone “Se sei bello, ti tirano le pietre…” che qui Carenage di Raiatea dipinge e sistema il suo catamarano giallo “Banana Split”. Cristi vuole assolutamente una foto con lui e si spaccia per un suo grande fan italiano e grazie alla pronta collaborazione e traduzione con Michele riesce a fare la foto.

Partiamo sulla nostra pandina gialla a noleggio e ci avviamo per Uturoa, il paesino principale di Raiatea; arrivati a destinazione cerchiamo subito il negozio di elettronica consigliatoci da Michele per comperarci una nuova macchina digitale. Riuscire a spiegarci è stato abbastanza difficoltoso e parlavamo un po’ in italiano, un po’ in francese e un po’ in inglese e poi per fortuna riusciamo a farci capire ed usciamo dal negozio con una Samsung di media qualità, da 6 Mpx, 3x di zoom e pagata 22900 Fcp, in Italia sarebbe costata forse sui 100,00 € e qui l’abbiamo stra-pagata, ma del resto non potevamo fare il resto del viaggio senza foto. Entriamo poi nel supermercato per i rifornimenti alimentari per il pranzo e perché stiamo morendo di sete, che caldo che c’è oggi! Comperiamo un’invitante baguette al prosciutto e formaggio che vediamo in un negozietto al modico prezzo di 200 Fcp e ritorniamo all’auto. Ripartiamo con la nostra panda alla scoperta di Raiatea e in particolare destinazione marae Taputapuatea, facciamo una tappa a riva del mare e sotto l’ombra delle palme ci mangiamo il nostro panino ammirando la laguna davanti a noi e poi ripartiamo… Percorriamo la strada costiera tutta a curve, per fortuna non soffro la macchina, e vediamo una piccola parte di Raiatea. Una cosa che ho notato di tutta la Polinesia che finora ho visto, è che hanno la brutta abitudine di bruciare fogliame e altro nei giardini e così facendo creano delle grosse nuvole di fumo fastidioso e l’aria diventa irrespirabile coprendo il profumo delizioso e naturale di fiori e vaniglia.

Arriviamo finalmente al paesino di Opoa dove proprio sul mare si estende il marae Taputapuatea. E’ il luogo sacro più importante di tutta la Polinesia Francese e noi siamo onorati di essere giunti sin qui. A prima vista altro non è che un cumulo di pietre, ma ha una lunga storia dietro e ogni pietra ha un suo significato, anzi a dire il vero mi rendo conto di saperne molto poco anche io, in questo momento ci vorrebbe Michele che a farci da guida e spiegarci i vari significati e tradizioni. L’unica cosa che mi ricordo è che ci hanno detto che si entra scalzi e che Ludo ci ha detto di portare qualcosa di nostro o una conchiglia al marae dei matrimoni, ma qui ce ne sono 3, quale sarà quello giusto? “Entriamo” scalzi a visitare solo l’ultimo dei 3 marae, quello che da proprio sul mare, gli altri li vediamo e fotografiamo dall’esterno, in effetti sono le 13.30 e il sole picchia abbastanza su questi grandi sassi neri e noi ci stiamo ustionando i piedi.

Facciamo ancora 2 passi e vediamo una famiglia di polinesiani che riposa all’ombra di una palma, sembrano fare un pic nic, li salutiamo e proseguiamo verso Uturoa.

La riconsegna dell’auto è prevista per le 15.00 così nel frattempo facciamo ancora un giro del paesino di Uturoa e poi ritorniamo all’Europcar dove riconsegnata l’auto ci accompagnano direttamente all’aeroporto per il nostro volo per Maupiti.

Check in alle 15.20, cavolo le nostre valigie in 2 pesano già 42 kg, ma come abbiamo fatto? Forse i souvenir di Bora Bora? Boh, cmq dovremo liberarci di qualche crema, bagnoschiuma, ecc… al Kuriri. MAUPITI Il volo per Maupiti è stato breve e non sono riuscita a mettermi a sinistra perché era già tutto pieno e perciò mi perdo la visuale di Maupiti dall’alto, ma in compenso sulla destra mi vedo la splendida Tahaa e Bora Bora. Alle 16.40 atterriamo nel piccolo aeroporto di Maupiti, che già alla vista dall’aereo sembra molto accogliente e più bello rispetto agli altri, sarà quella piccola tettoia, quel pavimento di coralli e quella splendida vegetazione ricca di fiori colorati all’ingresso dell’aeroporto a darci questa impressione. Vediamo subito il cartello del Kuriri e ci avviciniamo alla sig.Ra che ci accoglie sorridendo e presentandosi con il nome di Anne Marie, anche noi ci presentiamo con i nostri nomi e ci dice che deve aspettare un’altra coppia di francesi e nel frattempo di ritirare i bagagli. Ed eccoli qui i 2 signori francesi: due 40enni circa un po’ strani e stravaganti, lei ha la testa bicolore, sotto mora e sopra bionda, un po’ inquietante!!! Saliti in barca ce ne andiamo sul nostro motu Tiapaa a sud dell’isola principale.

Arriviamo al Kuriri e ci viene incontro Camille, il proprietario che si presenta e ci offre un bel succo di frutta da bere. Ci sediamo insieme a lui e ai 2 francesi arrivati insieme a noi intorno al tavolo e ci spiega qualcosa su Maupiti, sul Kuriri e sui nostri fare (bungalow). Riesco a capire bene tutto quello che mi dice, lui è molto carino perché parla molto lentamente; ho subito una bella sensazione di questo posto. Anne Marie ci accompagna al nostro faré “Ovale” ed entrando rimaniamo per qualche istante a bocca aperta, è molto bello, spazioso ed accogliente e fatto tutto in materiali e stile locale. Sul tavolo, sui comodini, sul letto e in bagno c’è pieno di freschi Hibiscus, è davvero un bel posticino romantico questo Kuriri e il nostro farè, non ce lo aspettavamo così grande e così bello, oltre ad un grande letto matrimoniale con zanzariera c’è un angolino a soggiorno con un comodo divano, tavolino in legno e poltrona, arredato con coloratissimi tessuti. Mi innamoro di questo posto a prima vista. Ci facciamo subito una bella doccia e ci prepariamo per la cena e alle 19.00 andiamo nella sala da pranzo dove facciamo conoscenza con un’altra famiglia, formata da 2 ragazzi francesi con 2 bambini e i nonni. Ci sediamo tutti allo stesso tavolo per la cena. Siamo in 8 ed è una bella tavolata, peccato che Camille e Anne Marie non cenino insieme a noi; la ragazza che ci serve a tavola dopo ogni portata ci illustra costa stiamo per mangiare augurandoci buon appetito, è troppo dolce, sono senza parole per tutta questa ospitalità e bellissima accoglienza! Mangiamo divinamente poi io crollo dal sonno e dalla stanchezza, siamo stati in giro tutto il giorno sotto un sole cocente e adesso ho proprio bisogno di dormire e riposarmi, Anne Marie vede che sono cotta e mi consiglia di andare a dormire, così non me lo faccio ripetere 2 volte e dopo 2 minuti sono sotto le lenzuola.

SABATO, 14 LUGLIO 2007 – MAUPITI Oggi, giornata di puro e sano relax.

Ci svegliamo verso le 7.00 un po’ perché non abbiamo più sonno e un po’ per goderci una giornata bella piena. Ci prepariamo ed usciamo puntuali verso le 7.45 per la colazione e una bella sorpresa ci attende: la colazione si fa sotto un piccolo portichetto di fronte al mare e ogni coppia o famiglia ha il suo tavolino, così è molto più romantico e intimo! Non c’è niente di più bello di iniziando la giornata così. Dopo 2 secondi che siamo seduti a tavola, decorata con belle conchiglie e freschi Hibiscus colorati, arrivano a portarci un piatto con la frutta e poi ritornano con pane, burro, marmellata, the e succo. Facciamo una bella e ricca colazione e appena finito torniamo in camera per recuperare i teli mare ma vediamo che in camera c’è già la ragazza che sta facendo le pulizie, così per non disturbarla decidiamo nel frattempo di andare a fare una romantica passeggiata in spiaggia. Dopo pochi passi sentiamo dietro di noi una sinistra presenza e notiamo PATU il cane mascotte del Kuriri che decide di unirsi a noi per una passeggiata. Che carino che è. Dopo 1 oretta circa ritorniamo dalla passeggiata dopo aver visto migliaia di piccoli paguri, stupende conchiglie e un sacco di granchi e decidiamo di goderci un po’ di riposo in spiaggia, del resto siamo pur sempre in viaggio di nozze… La mattina passa lenta tra un bagno, l’aggiornamento del diario di viaggio e Cris che oramai è diventato un pesce a furia di fare snorkeling e mi lascia sola a scrivere.

La spiaggia è deserta, ci siamo solo noi perché tutti i francesi sono andati sull’isola principale; è una sensazione di pace e di relax bellissima, davanti a noi il mare azzurrissimo, limpido e cristallino e intorno a noi il silenzio e il vuoto, si sente solo il rumore del vento e del mare. In questi giorni cercheremo di prendere un po’ di sole, io sono così bianca! Quando finalmente il pesce (Cris) risale a riva possiamo andare a pranzo e anche qui, tavolo per 2 vista mare. Mangiamo un bel piatto del giorno: carole e tonno, sempre con le loro porzioni super abbondanti e poi torniamo di nuovo in spiaggia a rosolarci un po’. Andiamo presto in bungalow perché l’ombra ha già raggiunto la spiaggia, ci facciamo una bella doccia e aspettiamo l’ora di cena scrivendo un po’ di cartoline. Ottima anche la cena di stasera con tonno alla crema di vaniglia e dolce di cocco e cioccolato. Che bello mangiare!!! DOMENICA, 15 LUGLIO 2007 – MAUPITI A colazione i francesi bicolori ci salutano perché sono in partenza. Mentre gli altri francesi vanno alla messa protestante io e Cris ci dedichiamo sempre al relax.

Dopo colazione armati di zaino andiamo a fare il giro del motu a piedi e dopo qualche decina di minuti di ritroviamo sulla punta del motu Tiapaa con una splendida vista sulla verde isola di Maupiti e davanti a noi una splendida laguna con acque cristalline e numerose sfumature di azzurro. Maupiti è davvero un paradiso incontaminato e questo motu ne è la prova; facciamo come al solito un sacco di foto e video e proseguiamo nella nostra passeggiata. Quest’oggi ci sono ben 2 cani a farci compagnia nella calda laguna di Maupiti e finito il giro del motu tra una verde e selvaggia vegetazione ritorniamo al nostro fidato ombrellone e aspettiamo che arrivi l’ora di pranzo, stesi al sole con la compagnia di Patu.

Dopo aver pranzato torniamo in camera per un riposino e qui scopriamo un altro disastro. Cristian riordina le cassettine della telecamera e le varie attrezzature elettroniche e scopre che la cassettina n. 3 è sparita. La cassettina n. 3 conteneva tra i più bei ricordi polinesiani, quali: la visita al motu Tau Tau di norbert, la liberazione di Victoria, le tartarughe della fondazione Hibiscus, i saluti con Michele e Ludovica e tutta la visita a Raiatea. Inizia la disperata ricerca della cassettina: rovesciamo sotto sopra le valigie e il bungalow, borse e borsine varie di souvenir, ma della cassetta n. 3 non c’è traccia, provo persino ad andare in spiaggia e alla sala da pranzo, ma anche qui NIENTE. Disperati ripercorriamo tutto il tragitto della mattina ma sappiamo che è come cercare un ago in un pagliaio; io sono disperata, anzi disperata è poco: potevo perdere tutto, proprio tutto ma perdere 1 ora di cassetta pari a 2-3 giorni di ricordi, questo no, non lo accetto!!! Le uniche cose che mi risollevano un pochino il morale sono stati i 2 squaletti pinna nera che vediamo a riva mentre facciamo il giro dell’isola alla ricerca della cassettina e il bel tramonto su Maupiti, per il resto sono proprio depressa.

Alla sera a cena vediamo 2 facce nuove, finalmente 2 italiani; sono Silvia e Stefano, 2 ragazzi veneti (è destino che in tutti i nostri viaggi abbiamo conosciuto dei veneti).

Finalmente la sera a cena si parla un po’ la nostra lingua. Ci dicono che non sono in viaggio di nozze (malgrado le loro fedi siano ancora luccicanti), sono sposati da un paio di anni e si sono voluti regalare questo viaggio in Polinesia prenotando anche loro con Kia Ora e soggiornando in pensioni, proprio come noi. Parliamo un po’ di tutto, viaggi passati e Polinesia, lavoro e Polinesia, interessi e Polinesia e ci scambiamo consigli e opinioni. Sono 2 ragazzi molto simpatici e socievoli. Ceniamo e chiacchieriamo e un’altra giornata polinesiana è finita così; anche oggi abbiamo vissuto emozioni nuove, qualcuna positiva, qualcun’altra negativa ma tutto sommato anche se abbiamo perso 1 ora di filmato i ricordi che abbiamo sono così nitidi e indelebili che sovrastano anche questo malumore.

LUNEDI’, 16 LUGLIO 2007 – MAUPITI Stanotte è venuto il diluvio universale!!! In teoria per oggi era programmata la nostra gita sull’isola principale di Maupiti ma con questo tempo non sappiamo se Camille ci accompagnerà o no! Ci apprestiamo a fare colazione, per la 1° volta da quando siamo qui, con le finestre chiuse e accanto a noi ci sono già Silvia e Stefano che ci confermano che alle 10.00 è fissato l’appuntamento con Camille per il trasferimento sull’isola e che ci saranno anche loro.

Finiamo la colazione, facciamo 4 chiacchiere e torniamo in camera per prendere lo zaino e troviamo la camera già pulita (alle 8.50) e per di più dopo solo 2 giorni di permanenza ci hanno cambiato anche le salviette e le federe dei cuscini…?!?!?!? Ci prepariamo per la nostra “escursione fai da te” e alle 9.40 Camille ci chiama a rapporto per partire. Il tempo non è proprio bellissimo, decidiamo infatti di partire con il k-way e facciamo la scelta giusta perché un po’ piove e un po’ il mare è mosso perciò arrivano dei bei schizzi d’acqua sulla barca. Dopo una decina di minuti di barca arriviamo siamo sull’isola di Maupiti, decidiamo di affittare le bici a 1000 Fcp a persona e partiamo alla scoperta dell’isola. Il giro completo ovrebbe essere di circa 10 km, partiamo passando per il centro del piccolo villaggio e osserviamo le meraviglie che ci stanno intorno, ci sono un sacco di piante di tiare e non posso fare a meno di raccoglierlo e metterlo dietro l’orecchio per me e per Silvia. Passiamo davanti alla chiesa avventista del 7° giorno e a quella protestante, superiamo un paio di snack che sembrano tutti chiusi e vediamo che in ogni casetta gli abitanti di maupiti si creano delle botteghe di artigianato, che ci ricordano quelle di mamà Naumi, arriviamo in un luogo pieno di gente e capiamo subito dalla struttura che dev’essere l’allestimento per l’Heiva, oggi 2 squadre si sfidano ad una partita di pallavolo e c’è tutta Maupiti (o quasi) lì ad assistere. Ci fermiamo ad osservare qualche minuto e poi ripartiamo per il nostro torna alla volta di Playa Termia. Pedaliamo osservando la vegetazione e cercando di riconoscere le piante delle lezioni di botanica di Michele, osserviamo le case con le loro tombe dei giardini e salutiamo tutti quelli che incontriamo sulla nostra strada; cerchiamo anche di schivare le pozzanghere, poiché la strada non è asfaltata, e i numerosi e grossi granchi che ci attraversano di tanto in tanto la strada.

Le nostre biciclette sono quelle cinesi, non hanno i freni e si frena pedalando al contrario. Dopo non so quanti km arriviamo alla spiaggia di Tereia e al primo sguardo ci viene da dire “Ma che cos’ha di così tanto bello, visto che ne parlano tutti così bene?”, la risposta è divenuta subito chiara quando le nuvole che coprivano il sole si sono aperte e il sole ha illuminato questo fantastico mare lasciandoci a bocca aperta e facendoci ricredere del pensiero iniziale… Mai visto niente di così bello, neanche la spiaggia della laguna di Maupiti di ieri è così bella. Siamo senza parole.

Il tempo non è molto dalla nostra parte, visto che il sole andava e veniva e per riprendere o fotografare questa meraviglia dovevamo aspettare il momento giusto.

Appoggiamo le bici ad una palma e facciamo una camminata sulla spiaggia fino a che a Cristi non viene voglia di mangiare del cocco e così incomincia la dura impresa dell’apertura del cocco. L’inizio è stato molto duro e faticoso, ha cercato di ricordarsi gli insegnamenti del Tiki Village a Moorea e di Mahui all’escursione ma tutto è stato vano. Stafano decide di unirsi a Cris, aprendo a sua volta un cocco, solo che ha una tecnica decisamente migliore e perciò dopo 10 minuti di tentativi, Stefano e Silvia riescono a “sfamarsi e dissetarsi” con cocco e latte di cocco. Cristi intanto continua la sua sfida personale con il cocco fino a quando perde quasi completamente forza nelle mani e interviene la sua cara mogliettina, nonché IO, ad aiutarlo e strappare l’ultimo strato di durissima fibra che ricopriva la nostra noce. Dopo 20-25 sofferti minuti, riusciamo a aprire il nostro cocco!!! Torniamo alle bici e notiamo che nel cestino della mia bici era caduto un piccolo cocco. Lo prendiamo come segno del destino e decido di tenermelo fino al Kuriri.

Salutiamo la spiaggia di Tereia e continuiamo la nostra esplorazione dell’isola, ci avventuriamo su una ripida salita (con relativa RIPIDA discesa) che decidiamo di affrontare a piedi, grazie anche al consiglio di un signore polinesiano che dopo averci incrociato e salutato prosegue per la sua strada e dopo un paio di secondi torna indietro e mi avvisa che la discesa è troppo ripida da affrontare in bici (vista anche la mancanza di freni) e che va fatta a piedi per evitare di cadere. Lo ringraziamo e proseguiamo ammirando degli stupendi scorsi di laguna con mille azzurri differenti… E’ proprio bella Maupiti e qui dall’alto si vede nel pieno del suo splendore! Alla fine della discesa riusciamo a risalire in bicicletta e arriviamo davanti ad un piccolo marae, Marae Vaiahu, che Cristian definisce un piccolo pollaio, in effetti non ha niente a che vedere con il marae di Raiatea, ma per loro sempre un luogo sacro è. Pedala e pedala ci accorgiamo di aver percorso 10 km perché ci ritroviamo al punto di partenza e visto che sono le 13.00 e la pancia incomincia a borbottare pensiamo di fare una sosta per il pranzo. Cerchiamo uno snack ma notiamo che sono tutti chiusi e perciò cogliamo l’occasione di pranzare in uno dei deliziosi snack creati apposta per l’heiva. I primi bar propongono per lo più giganti baguette farcite e sono assaliti da ragazzi e bambini che si ritrovano a giocare a calcetto e biliardo (i tavoli da biliardo ci sorprendono perché sono nuovissimi!!!), decidiamo di proseguire e troviamo anche degli snack che propongono i piatti della cucina locale (era a questo che miravo io!!!). Curiosiamo sulla lista dello snack bar “Tarona” (che era proprio lo snack segnalato dalla Lonely Planet dove volevamo pranzare, si vede che con l’heiva si sono tutti trasferiti qui!), ci convinciamo ed entriamo. L’interno mi ricorda gli snack dell’Heiva di Bora, arredati con tutti i materiali naturali, tavoli e panche in legno, foglie di palme intrecciate, gusci di noci di cocco usati come vasi per verdissime piante, pavimenti in corallo e naturalmente vista mare… davvero un bell’ambiente! Siamo sempre in compagnia di Silvia e Stefano, i due simpatici ragazzi veneti che con noi alloggiano al Kuriri e ci hanno fatto compagnia in questa escursione fai da noi! Ordiniamo 2 piatti di gamberetti al curry, poisson cru e un bel piatto di carne alla griglia con patatine fritte di contorno e spendiamo 6000 Fcp (50,00 €) in 4, pari a circa 12,50 euro a persona mangiando abbondantemente e ce la ridiamo alla faccia di chi, all’aeroporto di NY aveva consigliato ai nostri amici veneti di integrare la pensione completa al trattamento scelto da loro in B&B, perché a detta loro “fuori” la vita costa carissima e si rischia di rimanere fregati pagando un panino 50,00 €… Mi sembra decisamente una frase esagerata, ma forse è anche vero… Magari può capitare a chi alloggia nei grandi resort sui motu, dove sono obbligati o a mangiare nei ristoranti degli alberghi spendendo cifre spropositanti o a morire di fame o ad andare a nuoto sull’isola principale in cerca di cibo… Ci godiamo il nostro bel pranzetto e chiacchieriamo un po’ di viaggi passati e qualche aneddoto divertente, ci raccontano del loro fantastico viaggio di nozze in sud africa e del mal d’africa che si sono portati a casa… Credo che sarà così anche per me, sicuramente mi porterò a casa il mal di POLINESIA. Certi giorni mi fermo un attimo a pensare a casa, ai miei, ai miei nipoti, amici e alle persone care, a cosa stiano facendo e cosa sia cambiato durante la nostra assenza ma poi mi si libera la mente e ritorno a godermi quello che mi sta intorno: i sorrisi, al gente, i profumi, i suoni… E’ tutto così diverso qui! E’ proprio UN ALTRO MONDO!!! Sicuramente tra poco più di 1 settimana quando sarò a casa sentirò la mancanza di tutto questo e cercherò il contatto con persone “malate” come me di polinesia e parlando o scrivendo, rivivrò con racconti, consigli e ricordi queste 2 settimane in paradiso.

Usciamo dallo snack “Tarona” riprendiamo le nostre biciclette e ritorniamo verso il molo dove alle 16.00 abbiamo appuntamento con Camille che ci viene a prendere per ritornare alla pensione. Sono le 15.00 e si rimette a piovere così acceleriamo “il passo” e arriviamo giusti in tempo per salire in barca con Camille che era venuto a prendere l’altra coppia dei sigg.Ri francesi e visto che il tempo non è dei migliori e che l’isola l’abbiamo visitata in lungo e in largo decidiamo di finire la giornata in relax nel nostro bungalow “Ovale”.

Siamo in stanza alle 15.30 e alle 16.00 ho finito la doccia e mi accoccolo sul divano a scrivere e scrivere fino all’ora di cena; ho i crampi alla mano destra, ho scritto per 3 ore filate e probabilmente avrà dimenticato qualcosa, se rileggendo mi verrà in mente qualcos’altro lo aggiungerò in seguito.

A cena Camille ci informa che domani mattina la colazione sarà alle 6.00 e alle 6.30 dovremo partire in direzione aeroporto. Andiamo a dormire un po’ tristi ma anche emozionati per domani e prima di dormire scrivo un messaggio sul libretto nuovo del Faré Ovale che stasera Anne Marie mi consegna, l’altro infatti è finito ed io sono la 1° ad inaugurarlo, che onore!!!

MARTEDI’, 17 LUGLIO 2007 – MAUPITI La sveglia suona alle 5.30, uffi, avrei dormito ancora un po’, finiamo di mettere le ultime cose in valigia, ci prepariamo e alle 6.00 ci servono la colazione. Puntualissimi sulla “tabella di marcia” di Camille alle 6.30 saliamo in barca direzione aeroporto. Stanotte ha piovuto e stamattina (tanto per cambiare) piove! Arriviamo all’aeroporto un po’ bagnati e andiamo a fare il check-in; le nostre valigie si sono alleggerite e pesano in due 40,2 kg ma qui non sembrano guardarci molto! Ci timbrano il passaporto finalmente (il 1°timbro polinesiano) e ci mettiamo in attesa di partire. Arriva l’aereo ma non riesce ad atterrare per la pioggia e prova a fare un paio di giri sopra all’aeroporto, in effetti la pista di atterraggio e decollo e’ veramente corta e non dev’essere facile. Attendiamo ed attendiamo e l’aereo non arriva, strano perché con l’Air Tahiti sono sempre così puntuali… Camille incomincia ad attaccarsi al telefono (chissà con chi?) per avere notizie del nostro volo. Dopo un po’ ci giunge la notizia che l’aereo e’ ritornato a Papeete e nell’attesa l’Air Tahiti ci offre una bevanda; passa ancora un po’ di tempo e arriva la notizia che il volo e’ stato annullato causa maltempo. La sfortuna non ci ha ancora abbandonato, a quanto pare…

Ci riprendiamo le nostre valigie, lasciamo il nominativo dell’albergo per avere notizie sul nuovo orario del volo e ce ne ritorniamo al Kuriri con Camille un po’ desolati anche se nel frattempo e’ uscito il sole; l’aeroporto di Maupiti si e’ svuotato in fretta: chi come noi era in viaggio di nozze, chi come Camille attendeva i nuovi clienti con profumatissime collane di tiarè, polinesiani diretti a Papetee… EH! Va bhe! Che si può fare?!? Purtroppo al meteo non si comanda, pero’ che sfortuna, dopo neanche un ora splendeva il sole su tutta Maupiti. Arrivati al Kuriri, Camille ci mostra la stanza di appoggio per noi e per Silvia e Stefano dopo di che ci mostra il telefono per chiamare Giacomo della Tekura (speravamo di non avere bisogno, e invece..) Cristian chiama Giacomo che ci dice che si informa e ci fa sapere, così ci accomodiamo nella solita sala da pranzo a guardare un po’ di libri sui coralli e pesci e Camille per consolarci ci porta un cestino di banane, che carino, è troppo premuroso e si preoccupa un sacco per noi.

Finalmente arrivano notizie da Giacomo che ci dice che sicuramente il volo sarà spostato all’indomani (probabilmente alla stessa ora) e che per la notte dobbiamo restare qui al Kuriri, pagando a nostre spese, ci dice che per i momento l’altro albergo (Relais de Josephine) sembra non voler rimborsare la notte persa, ma di questo preferiamo occuparmene con Irene in Italia, del resto siamo sempre in vacanza e non è il caso di arrabbiarsi o preoccuparsi più di tanto; ci rassegnano a perdere una notte a Rangiroa e goderci un altro giorno di Maupiti, non che ci dispiaccia, siamo sempre in Polinesia, il posto è una favola e oggi anche splende il sole. Silvia e Stefano si godono un po’ di sole sull’osservatorio delle balene e li raggiungiamo per fare 4 chiacchiere quando vediamo dei piccoli squaletti che girano in laguna, così Stefano non resiste, indossa costume, maschera e parte in spedizione con la fidata macchina digitale subacquea.

E’ già ora di pranzo e oggi dalla cucina arrivano spaghetti e pollo al forno (che ci vogliano consolare col cibo???); subito dopo pranzo torniamo nel nostro bungalow, ci infiliamo il costume e ci godiamo un’altra giornata di relax in spiaggia. Poi ci ritorniamo sull’osservatorio delle balene a prendere il sole con la compagnia del simpatico e fidato Patu. Alle 16.00 come risaliamo in camera perchè il sole incomincia a calare, doccia e aggiornamento del diario di viaggio e ora che mi sono messa a pari…Raggiungo mio marito a letto che ronfa già prima di cena! A cena stasera siamo in 6 italiani, sono arrivati anche Roberto e Sabrina di Milano che prima alloggiavano al Papahani, sono fidanzati da 18 anni e si sono sposati anche loro il 30 giugno. Finalmente si fanno 4 anzi 6 chiacchiere in compagnia e la pensiamo tutti allo stesso modo sulla Polinesia (per forza, se abbiamo scelto di soggiornare nelle pensioni…!?!?), ce la ridiamo e passiamo una bella serata, dopo di che ci salutiamo con la promessa di scriverci via mail.

Alle 21.30 spegniamo la luce e puntiamo la sveglia per l’indomani: riproviamo a ripartire. Camille stasera ci ha stupiti ancora, visto che Silvia e Stefano avevano il volo 1 ora prima di noi, inizialmente ci dice che dovremo andare via tutti insieme perchè non ha il tempo di fare 2 viaggi in barca per portare prima loro e poi più tardi noi, poi quando ha in mano la conferma con gli orari dei nuovi voli, ci dice che per farci fare dormire un po’ di più e per non farci aspettare un’ ora all’aeroporto, noi partiremo alle 7.30, 1 ora dopo Silvia e Stefano, perciò ci fissa la colazione alle 7.00. Che carino che è stato! Davvero siamo senza parole per l’ospitalità e la gentilezza di questa gente!!!

MERCOLEDI’, 18 LUGLIO 2007 – MAUPITI-PAPETE-RANGIROA Alle 6.15 suona la sveglia di Cristian e ci svegliamo a fatica, chiudiamo (di nuovo) le valigie e alle 6.30 siamo già pronti per la colazione, che stamattina ci sarà servita direttamente da Anne Marie, sempre nel nostro tavolino fronte mare e Maupiti stamattina ci regala una splendida alba.

Alle 7.30 arriva Camille con ben 9 francesi prelevati dal volo di Raiatea e noi lo attendiamo nella biblioteca curiosando tra i libri di astrologia e foto subacquee. Risalutiamo Anne Marie e l’altra dolce ragazza che ci ha servito a tavola in questi giorni (non le ho chiesto neppure come si chiama) e ripetiamo la trafila di ieri con un tempo decisamente favorevole.

Arriviamo al check-in e la ragazza ci accoglie guardandoci in faccia dicendo lei i nostri cognomi e dopo 2 minuti abbiamo in mano le nuove carte d’imbarco.

Salutiamo Camille con le lacrime agli occhi, lo ringraziamo e gli diciamo che se potremo tra qualche anno torneremo a trovarlo perchè grazie a loro ci siamo sentiti a casa, lui ci dice di tornare con un bimbo… ci facciamo su 2 risate e saliamo sul nostro aereo.

In teoria il volo doveva partire alle 8.40 da Maupiti, ma visto che tutti i posti prenotati avevano già fatto il check-in, alle 8.00 saliamo sul volo e alle 8.10 decolliamo per Papeete, con mezz’ora di anticipo! Durante il volo osservo Bora Bora e Thaa dall’alto e intanto aggiorno il mio diario, passa uno steward con un succo di frutta (ghiacciato come al solito) e dopo poco piu’ di mezz’ora siamo a Papeete; ritiriamo i nostri bagagli e giriamo un pò in aeroporto curiosando nei negozietti, prendendo un pò di depliant e pranzando con due belle baguette al tonno e al prosciutto nell’attesa che arrivino le 11.30 per fare il secondo check-in per Rangiroa.

Tre decolli e tre atterraggi sono un po’ troppo per me. RANGIROA Il volo per Rangoria è andato bene, ero indecisa fino all’ultimo se mettermi dalla parte destra o da quella sinistra dell’aereo, scelta relativamente importante per la vista della laguna blu e per fortuna ho fatto la scelta giusta: sinistra, perchè la Laguna Blu me la sono proprio vista bene e sono riuscita a fare qualche foto. Dall’alto le Tuamotu non mi piacciono così tanto come le isole della Società, già sapevo che erano molto diverse tra loro, ma sia la vista aerea di Tikehau (dove il nostro aereo farà scalo) sia quella di Rangiroa mi hanno lasciato un pò l’amaro in bocca. All’aeroporto ci guardiamo intorno per vedere se qualcuno c’era venuto a prendere e tra i vari cartelli delle loro pensioni vediamo un ragazzo (sicuramente francese) che di accogliente non aveva proprio nulla, tanto meno le collane di tiarè…Che tristezza! Questo ragazzo biondiccio e con i rasta ci saluta e ci accompagna alla “pensione” con il camioncino marchiato “Le Relais de Josephine” (che sboroni). Arriviamo dopo pochi minuti di viaggio (con l’autista che guida come un pazzo e con l’aria condizionata altissima) e ci accompagna direttamente al nostro bungalow vista oceano e ci dice di sistemarci e passare in reception. Alla reception ci attendono due bei succhi all’ananas di benvenuto e una gentile ragazza polinesiana (che mi ricorda quella del Kuriri) che ci spiega due cose della pensione (che a me sembra di più di un albergo! Clima un pò freddino e Josephine dov’è? Non è venuta ad accoglierci?!?!?!). La gentile ragazza ci chiede cosa vogliamo fare domani, così ci facciamo dire le escursioni che propongono loro (laguna blu e isola dei coralli) e gli diciamo che siamo interessati alla laguna blu del giorno successivo e se per il pomeriggio è possibile affittare lo scooter. Lo scooter per fortuna è disponibile e ci consegnano subito le chiavi e i caschi e alle 14.00 inizia il nostro tour dell’isola (9 km dalla pass di Avatoru a quella di Tiputa) ma più giriamo e meno mi piace Rangiroa! Più che un atollo selvaggio, mi sembra che sia non curato, anche Maupiti era selvaggia ma io non ricordo di aver visto carcasse di camioncini lasciati andare in malora e arrugginiti nei giardini di casa. Per adesso Rangiroa proprio non mi dice niente!!! Con il nostro scooter percorriamo 9 km e passiamo davanti al Kia Ora, l’aeroporto, il novotel e altre piccole pensioni di famiglia, botteghe di artigianato locale e finalmente arriviamo al paesino di Avatoru; facciamo una piccola sosta a vedere la chiesa e poi ripartiamo; un banchetto di parei attira la nostra attenzione, sono molto colorati e costano 1700 fcp (strano ma vero, costano meno del mercato di Papeete ) e facciamo acquisti, poi proseguiamo e ci fermiamo di nuovo a vedere un po’ di artigianato locale. E’ l’abitazione di un francese, che si è creato una bottega dove vende i suoi dipinti, realizzati sul cotone utilizzando solo la terra di Huahine e Raiatea di diversi colori, sono davvero belli ma un pò cari e anche se sono parecchio tentata a comperarne uno, preferisco rinunciare. Per strada vediamo un sacco di cartelli pubblicitari di agenzie che organizzano escursioni tra cui le famose sabbie rosa, sono un pò più care rispetto alla Laguna Blu e ci vogliono 4 ore in barca, ma mi piacerebbe troppo farle… L’ultima tappa del nostro tour la facciamo sulla spiaggia di fronte al resort Kia Ora, che però da sull’oceano e ci fermiamo ad osservare le alte onde e andiamo alla ricerca di un cocco da aprire. Troviamo il cocco e malgrado la mia scarsa fiducia, in 10/15 minuti il cocco è aperto: il mio amore sta proprio diventando un esperto! Verso le 16.30 stiamo per rientrare all’albergo, quando sulla strada incontriamo una faccia familiare, (ma quanto è piccolo il mondo?!?!), torniamo indietro e riconosciamo Massimo e Isabella, due ragazzi piacentini che hanno fatto il corso prematrimoniale insieme a noi. Che sorpresa ritrovarci quì, dall’altra parte del mondo. Davvero siamo senza parole, non si era mai parlato del viaggio di nozze e neanche se ci fossimo messi d’accordo probabilmente ci saremmo incontrati… Che strana la vita! Loro si sono sposati la settimana dopo di noi, il 07/07/2007 (data perfetta!) e hanno fatto qualche notte a Los Angeles e poi Bora Bora e Rangiroa. Scambiamo volentieri due chiacchiere con loro e poi ritorniamo in albergo. Riconsegnato lo scooter vediamo che ci viene incontro una signora, che io riconosco subito come Josephine (che avevo visto da alcune foto), una tipa un pò stravagante, neanche si presenta, ci chiede chi siamo e fa due battute sul nostro ritardo causa voli e poi ci chiede cosa vogliamo fare l’indomani. Gli rispondiamo che ci piacerebbe o la luguna blu o le spiagge rosa, in effetti sono ancora un pò indecisa, comunque lei ci spiega che c’è un po’ di mare mosso perciò non sa se le sabbie rosa si potranno fare, perchè percorreranno in barca un tratto di laguna più scoperto, mentre la laguna blu è più riparata, mi dice che comunque prova a telefonare e poi mi farà sapere. Arriviamo in camera, doccia, diario e una bella mangiata di cocco! A cena eravamo al tavolo con 2 coppie di francesi, cena ottima: carpaccio di tonno rosso, mahi mahi al cocco e tiramisù. Josephine ci comunica che è confermata la laguna blu, ci verranno a prendere alle 8.15!

GIOVEDI’, 19 LUGLIO 2007 – RANGIROA Il cielo è piuttosto nero, c’è vento e anche un po’ freschino. Anche questa mattina siamo i primi a fare colazione!!! La colazione di oggi consiste in : papaya e una fetta di torta, succo di frutta, thè e il solito pane, burro e marmellata e quì c’è anche il miele.

Si vede da come è apparecchiata la tavola che Josephine è una che cura molti i particolari, dagli strani centritavola e da piatti e bicchieri, ha proprio creato tutto con un suo stile francese ricercato, anche la camera è molto particolare, basta solo notare, i suoi ferma tende fatti con 2 enormi conchiglie e lo stile dei suoi mobili, letto di legno e del lampadario sulla veranda esterna fatto di conchiglie (questo però l’avevamo già visto a Moorea all’Hibiscus). E’ tutto molto bello e curato ma poco polinesiano, solo la porta scorrevole del nostro bungalow si vede che è un po’ vecchiotto e non si apre molto bene, ma per il resto è un bell’ambiente! Ci vengono a prendere su un pick-up della Terure Tane e Vahine con mezz’ora di ritardo. Ci fermiamo in due altri alberghi a prelevare altri compagni di escursione e poi ci dirigiamo in direzione porto. (1°tappa al Novotel e salgono Francesca e Simone e 2° tappa alla Pension Loyna a prelevare due francesi, padre e figlio). Un’ora di barca con una laguna a tratti più o meni mossa ma per fortuna la colazione ha deciso di rimanere al suo posto, il cielo però è sempre nero con schiarite di tanto in tanto, per fortuna c’è un pò di vento che sembra voler pulire il cielo da questi neri nuvoloni. Facciamo subito conoscenza con i due ragazzi italiani, loro sono di Milano e si sono sposati il 14 luglio, parla e riparla Francesca mi dice di aver scoperto 2 giorni prima del matrimonio di essere incinta e così l’hanno annunciato a tutti. Si parla di viaggi di sanità, di quanto siano fiscali gli americani e un pò di Polinesia, loro hanno fatto come 1° isola Rangiroa, poi voleranno a Tahaa e infine a Bora Bora. (Le ho consigliato sull’aereo per Bora Bora di sedersi sulla sinistra). Arriviamo finalmente alla tanto attesa laguna blu e sopra le nostre teste regna sempre un cielo grigio; arriviamo in un punto che sembra abbastanza alto e ci dicono di scendere e andare a piedi al motu vicino, ci guardiamo un po’ spaesati, ci infiliamo le nostre scarpette e poi pian pianino ci avviamo verso il motu, in effetti sapevo che con le barche non si può certo arrivare a riva, ma pensavo almeno di scendere dove l’acqua fosse più bassa… Cmq, cammina e cammina ad un certo punto mi guardo in giro e mi accorgo che a un metro di distanza dalle mie gambe gira indisturbato uno squaletto pinna nera, quasi mi metto a strillare, è molto piccolo come squalo, ma mi fa lo stesso una strana sensazione di paura. Arriviamo sul motu, ci accampiamo nello spazio a noi riservato e andiamo a fare due passi in laguna mentre il vento continua a spostare pian piano i nuvoloni neri lontano da noi, buon segno! La laguna blu è uno spettacolo ma così coperta da queste nuvole nere, è privata del suo splendore totale; davanti a noi una distesa infinita di azzurro sfumato in diverse tonalità, dal più chiaro al più intenso e a chiudere questo gioiello una serie di piccoli motu che si estendono tutti intono… I ragazzi Polinesiani che ci accompagnano ci avvisano che il pranzo è alle 12.00, noi fino alle 12,00 ci facciamo qualche giretto in laguna, osserviamo qualche pesce, scattiamo qualche foto con il cielo nuvoloso e facciamo due chiacchiere con Francesca e Simone. Finalmente verso mezzogiorno il vento ha spostato tutte le nuvole ed ora sopra le nostre teste splende un bel sole che ci mostra la vera laguna blu! Ne approfittiamo per fare subito qualche foto, dopo di che i nostri “cuochi” aprono il self service e si pranza con: riso, pesce crudo al latte di cocco, tonno alla griglia, pollo alla griglia, pane di cocco e come dessert torta al cioccolato. E’ tutto BUONISSIMO, tanto è vero che vado a farmi un bis di tonno alla griglia!!! Finito il pranzo si chiacchiera un po’ e poi si va in acqua a fare foto e osservare pesci, ad un certo punto io e Simone seduti in acqua ci vediamo “accerchiati” da 2 o 3 squaletti pinna nera che ci girano attorno dopo di che arriva a farci compagnia pure una razza e una miriade di altri pesciolini, tutto questo in 20 centimetri d’acqua di laguna. Il ritorno è previsto per le 14.00, in programma c’è anche lo snorkeling con gli squali e l’avvistamento dei delfini oltre la pass Avatoru. Il pasto agli squali è emozionante, inizialmente ci sono una decina di squaletti, poi ne arrivano un po’ di più e un po’ più grandi e dopo qualche minuto siamo letteralmente circondati, noi però restiamo a goderci lo spettacolo in barca!! Ci saranno stati almeno una trentina (e forse più) di squali pinna nera e un sacco di altri pesciolini, tra cui il pesce flauto, tutti intorno alla barca, dopo qualche minuto notiamo un’ombra scura che si aggira sotto la barca: è un grosso squalo limone di almeno 3 metri. Ragazzi che paura!! Però è tutto così bello, turistico ma bello, anche i pesci sono diventati turistici, ‘ste povere bestie aspettano ogni giorno che arrivino le barche a portargli da mangiare e cosi finiscono in questa giostra pure loro, però d’altra parte, per me che non sono sub e queste cose non so se le vedrò mai, sono belle emozioni nuove da scoprire e cose nuove da vedere. Questo viaggio mi sta proprio facendo crescere e imparare un sacco di cose, mi sono pure messa a parlare in francese e qualche francese mi ha detto parlo bene e ci sto proprio prendendo gusto! Mi viene male a pensare che ormai siamo alla fine, ma sono contenta, MOLTO contenta di questo viaggio, ogni tanto mi capita di pensare a quando tornerò a casa alla nuova vita che ci attende, ma subito dopo mi si svuota la mente e non penso più a niente, nè al matrimonio, nè alla casa, nè al lavoro e mi godo a pieno quello tutto quello che sto vivendo, penso all’OGGI E NON PIU’ AL DOMANI, ho proprio preso dalla mentalità Polinesiana…

Ritornando alla intensa giornata: dopo il pasto agli squali si riparte verso casa, con il nostro pilota che si diverte a fare a gara con l’altra barca, facendoci fare alti salti. La nostra avventura finisce alle 16.00 al porto di Rangiroa, siamo arrivati sani e salvi (ha parte Francesca che ha la nausea, povero bimbo con tutti questi salti). Il bel ragazzo polinesiano che c’è venuto a prendere è già al porto ad aspettarci, ci carica tutti e ci riporta alla pensione. Doccia e aggiornamento del diario e alle 19.30 siamo a tavola con 2 nuovi ragazzi francesi che parlano un pò l’italiano (per fortuna) e i due francesi di ieri sera, siamo solo noi 6. Cena con insalata di tonno, tonno al limone e melanzane di contorno e un pesantissimo ma molto buono dolce al cocco. Ho il tonno che mi esce dalle orecchie, non ho mai mangiato così tanto pesce e frutta in vita mia, è tutto molto buono ma io AMO la carne e voglio una SALAMELLAAA!!! VENERDI’, 20 LUGLIO 2007 – RANGIROA – FAKARAVA Mattinata bella piena… Colazione 7.30 e poi in camera alle 8.00 a fare la valigia e oziare un pochetto (tanto dobbiamo lasciare la camera alle 10.00); decidiamo di affittare una bici per un paio d’ore, giusto il tempo di andare fino ad Avatoru, alla Banque Socredo, a cambiare ancora un po’ di soldi.

Partiamo alle 9.30 con la convinzione di essere in albergo alle 11.30 e avere un’oretta di riposo prima della partenza; da Tiputa ad Avatoru ci sono 10 km, all’andata siamo andati un po’ spediti, con il vento a favore e le palme che ci ombreggiavano la testa. Incontriamo Massimo e proseguiamo con lui e Isabella. Un po’ stanchi e stremati arriviamo ad Avatoru dopo ¾ d’ora, arriviamo alla banca e ci mettiamo in fila, Massimo e Isabella ci salutano e noi alle 11.00, dopo 1 ora di fila, riusciamo ad entrare in banca. L’impiegato della banca intanto è al telefono (così perdiamo ancora 5 minuti) e alle 11.15 siamo sulle bici, direzione Le Relais de Josephine. Facciamo tappa in un negozietto locale di Souvenir e mi compero una bella maglietta fuxia che mi colpisce subito e ripartiamo pedalando veloce per riuscire ad arrivare alla pensione entro le 12.30, ora in cui ci devono accompagnare all’aeroporto per il volo per Fakarava… A Cristian scende 5 volte la catena (non appena prende una buca o pedala un po’ più veloce); finalmente e miracolosamente alle 12.00 siamo in albergo, facciamo subito il check-out, ci regalano due belle collane di conchiglie e alle 12.45 siamo in aeroporto; rifacciamo il check-in, ci godiamo un buon pranzo nel bel bar dell’aeroporto e puntualissimi alle 13.30 siamo sull’aereo che ci porta a Fakarava.

FAKARAVA L’aeroporto di Fakarava è proprio carino, molto piccolo e tipico che ricorda un pò il capannino di Maupiti; ci attende all’arrivo Joachin, della pension Havaiki, con delle belle collanine di tiare, ci accompagna con il camioncino alla pensione e, a prima vista, Fakarava già mi colpisce di più di Rangiroa, sembra più curata e più accogliente. Il tragitto dall’aeroporto alla pensione dura circa 5 minuti, fortunatamente la nostra pensione dista dal centro di solo 1 o 2 km. Joachin ci fa un veloce briefing sull’albergo, gli orari e ci assegna il nostro bungalow spiaggia, come prenotato 10 mesi fa. Entriamo nel bungalow, che già dall’esterno sembrava molto diverso da quelli visti in foto, e rimaniamo un po’ delusi; è vero che abbiamo scelto pensioni di famiglia, ma è anche vero che le foto che circolano su internet e sul tahitiguide.Com sono completamente diverse da ciò che ci troviamo davanti: un piccolissimo bungalow assolutamente non tipico, ne in stile, ne romantico, con un letto a 1 piazza e mezzo e uno spazio vitale ridotto, molto ridotto… A prima vista ci rimango un po’ male, poi la delusione si trasforma in incazzatura, perché incomincio a pensare che “casualmente” a noi italiani hanno attribuito questa stanza, mentre alle altre 3 coppie di francesi che sono arrivati con noi, hanno dato i bungalow più tipici e grandi, ovvero quelli che abbiamo visto nelle foto!!! Il mio umore non è dei migliori… Decidiamo di andare in spiaggia a prendere un po’ di sole e proprio qui incontriamo una ragazza toscana (che è in partenza), gli spieghiamo la nostra situazione, sottolineando il fatto che abbiamo prenotato a settembre e che ci hanno riservato un trattamento da “ultimi arrivati”, e lei mi conferma che la settimana prima di noi, la stessa stanza era occupata da un’altra coppia di italiani, che si erano lamentati per lo stesso motivo… Sono senza parole!!! Prendiamo un po’ di sole e risaliamo in camera presto per la doccia e alle 19.00 suona la campanella e si precipitano tutti nella sala ristorante per la cena. La sala dove servono la cena, è molto più tipica del nostro bungalow e decorata da fiori freschi e collane di conchiglie, c’è un piccolo angolo con divanetti e tavolini vicino all’esposizione di gioielli di perle e conchiglie decorate; c’è una piccola reception che fa anche da bar, su una lavagnetta appesa al muro c’è scritto il menù della cena e anche qui si mangia in un’unica tavolata.

Ci sediamo a tavola, rassegnati a passare un’altra serata tra francesi che parlano tra loro e rimanere esclusi dai discorsi, quando davanti a noi si siede una coppia di signori che, scopriamo poco dopo essere italiani: sono Maria Adele ed Ermanno e vengono da Ferrara. Dopo le presentazioni iniziamo a fare un po’ di conoscenza e scambiarci interessanti informazioni su viaggi. Sono due viaggiatori autentici e fai da te e, dalle storie che ci raccontano, sembra che pian piano si stiano vedendo una gran parte del mondo; parliamo di Polinesia e del nostro itinerario, e ci scambiamo informazioni e consigli importanti su isole e hotel, anche se purtroppo noi siamo al termine del nostro viaggio; loro invece si sono prenotati i voli intercontinentali e quelli interni in agenzia in italia, e poi man mano cercano gli alberghi direttamente qui in Polinesia, gli consigliamo “Le Mandarin” a Tahiti (visto che dovranno ancora andarci) e suggeriamo una visita a Maupiti (l’isola che ci ha rubato il cuore). Loro hanno già visto Tikehau, Rangiroa e Fakarava, poi andranno a Bora Bora, Huahine, Moorea, Tahaa e Tahiti, poi faranno 3 giorni all’isola di Pasqua e concluderanno il loro viaggio con 10 giorni a NY. Che invidia!!! La cena è stata piacevole grazie anche alla loro compagnia e dopo le ultime chiacchiere tra italiani, ritorniamo nel nostro mini bungalow e ce ne andiamo a nanna.

SABATO, 21 LUGLIO 2007 – FAKARAVA Colazione sotto la pioggia oggi… Colazione molto ricca con i nostri nuovi amici italiani a base di pane, burro e marmellata e chiacchiere in compagnia; loro avevano affittato lo scooter oggi ma piove e perciò hanno dovuto disdire la prenotazione. Finita la colazione verso le 8.30 ci prepariamo per un’esplorazione a piedi di Fakarava; il centro dista dalla nostra pensione solo 1 km perciò ci incamminiamo esplorando ogni singolo snack, bottega e casa. Fakarava mi piace molto di più di Rangiroa, il piccolo villaggio è molto più curato e anche la laguna ci attira di più, in particolare il mare cristallino davanti alla nostra pensione. Durante la nostra passeggiata incontriamo Maria Adele ed Ermanno che ci faranno compagnia per un po’. In lontananza sentiamo suoni di tamburi provenire da un’abitazione, così ci fermiamo ad osservare e ascoltare, sono un gruppo di ragazzi polinesiani che suonano in modo divino i loro tamburi e vicino a loro una ragazza che danza e più nascosta una bellissima bambina che avrà avuto al massimo 3 anni che accenna qualche movimento di tamuré. Proseguiamo per la nostra strada ammirando belle piante di frangipane e tiare e colorati hibiscus, ogni giorno ci mettiamo un fiore dietro l’orecchio, proprio come i polinesiani… Superiamo la buolangerie e arriviamo al supermercato dove ci fermiamo a prendere delle bibite e qualche snack e poi proseguiamo per l’unica strada di Fakarava direzione aeroporto; passiamo davanti la chiesa, l’ambulatorio medico e la posta (che è chiusa) e giungiamo al palazzotto dove si svolge l’heiva, (quasi quasi a pranzo veniamo a mangiare qui), arriviamo poi in una piazzetta sul mare dove dei musicisti suonano sotto una capannino di paglia (che stiano provando per lo spettacolo di stasera?) più avanti uno splendido giardino di una casa attira la nostra attenzione, è pieno di piante differenti con un bel sacco di fiori colorati e notiamo anche che sopra i pilastri d’ingresso dell’abitazione ci sono come “soprammobili” degli enormi coralli ovali… questa sì che è una casetta curata. La strada è costeggiata da cespugli di tiarè, piante e palme con enormi noci di cocco e passiamo davanti a piccole capanne dove raccolgono e producono le perle, ci colpisce la cura della recinzione che delimita la fabbrica fatta in legno dipinto di bianco e sopra ogni paletto una grossa conchiglia anch’essa dipinta come il recinto che ne diventa parte integrante e tutto intorno ai grandi alberi ci sono conchiglie in madre perla che utilizzano come decorazioni, anche nelle pensioni, nelle chiese, nelle case e addirittura negli snack e ristoranti dell’Heiva. E’ MOLTO più curata di Rangiroa e ci colpisce molto tutta questa cura. Dopo aver osservato il centro decidiamo di pranzare e ci avviamo verso lo snack che si trova a 50 mt dalla nostra pensione. Il posto è proprio carino e si chiama snack Teanuanua e anche questo sembra molto curato nei dettagli: tipico, molto colorato e realizzato in gran parte con legno e corallo, in effetti è anche un po’ più caro rispetto ad altri snack ma è anche pieno di gente perciò sicuramente si mangerà bene. Ci fanno attendere un bel po’ prima di servirci ma al momento di pagare si accorgono dell’attesa e ci vogliono offrire il caffè a tutti i costi, che gentili! Tornati alla pensione ci godiamo il sole che finalmente è arrivato e facciamo un po’ di snorkeling ma non vediamo proprio niente, solo qualche pesce ogni tanto. Doccia e relax e ci svegliamo che è già ora di cena. Io mangio pochissimo è tutto buono ma non ho molta fame (forse mi si sta chiudendo lo stomaco in previsione del ritorno in italia???), siamo sempre in compagnia dei nostri amici italiani e chiacchieriamo di piante e botanica. Finita la cena Joachin ci da appuntamento (a chi vuole) per portarci all’Heiva e ci dice di andarci a vestire di fiori e collane; partiamo verso le 21.00 in pulmino e dopo 5 minuti arriviamo a destinazione, la serata è da poco incominciata e il presentatore sta parlando a microfono in polinesiano e non si capisce nulla. C’è parecchia gente e i posti a sedere sono tutti occupati, prima incominciano con un momento di premiazioni per le gare e giochi svoltesi nei giorni precedenti, poi qualche signora del posto accompagnata da un gruppo improvvisa una canzone e infine arrivano i ballerini che si vede che non sono professionisti ma se la cavano molto bene ugualmente, chi più chi meno. Il corpo di ballo è formato da 6 vahine e 3 tane che con i loro costumi tradizionali interpretano diverse melodie, prima qualcosa di più dolce e melodico accompagnato da chitarre e ukulele e poi danzando a tempo dei rumorosi tamburi; è bello guardare i loro giovani visi, si vede che sono ragazzi semplici e non professionisti soprattutto dall’emozione dei loro visi, una ballerina perde la gonna di paglia durante la sua esibizione ma continua a danzare emozionata e un po’ imbarazzata per l’accaduto, prova nel secondo balletto a indossarla meglio ma questa non ne vuole sapere e la abbandona di nuovo lasciandola in pareo. Il tutto sarà durato più o meno 1 ora e mezzo e verso le 22.30 eravamo già nel nostro piccolo bungalow a nanna perché Joachin ci comunica che domani mattina alle 8.00 si svolge la messa e per chi è interessato, l’appuntamento è alle 7.50 vicino il pulmino e noi abbiamo deciso di andarci.

DOMENICA, 22 LUGLIO 2007 – FAKARAVA Questa mattina ci siamo svegliati molto presto, odio dover mettere la sveglia anche in vacanza ma del resto oggi era necessaria per non perdere la messa. Facciamo colazione alle 7.00 di mattina e qualche minuto prima delle 8.00 partiamo per la messa; arriviamo all’ultimo minuto ed entriamo mentre l’assemblea intona il canto di ingresso e sull’indicazione di un signore polinesiano che all’entrata ci indica la panca dove sederci, prendiamo posto e ci guardiamo un po’ in giro. Intorno a noi tutti polinesiani vestiti a festa e indossano i loro bei abiti colorati e cappelli fatti di foglie di palme e fiori e belle e profumate collane di fiori, noi non siamo vestiti molto bene, ma io mi sono messa il mio bel tiarè dietro l’orecchio e la bella collana di conchiglie che mi ha regalato mamà Naumi. Nella chiesa si respira profumo di fiori e l’aria è in festa, il celebrante indossa il suo bell’abito verde (è vero, siamo nel tempo ordinario) e una ricca collana di tiarè al collo, così come i diaconi e i cresciuti chierichetti; c’è un bel coro che intona gioiosi canti, il Gloria, l’Alleluia e riconosciamo tra i musicisti il tastierista che ieri nella piazzetta davanti al comune stava suonando sotto il capannino. La chiesa è molto bella, non è molto grande ma molto tipica, decorata con fiori freschi e conchiglie, tante conchiglie e in particolare ci colpiscono dei fili di piccole conchiglie appesi alle navate come festoni e dietro alle statue di Maria e S. Giovanni, notiamo una composizione fatta di madreperla. Osserviamo tra le prime panche e ascoltiamo le prime parole in francese del prete e capiamo che oggi è una giornata ancora più speciale, avremo infatti l’onore di assistere a 3 battesimi. La messa si svolge nelle 2 lingue, per lo più francese, ma il vangelo e l’omelia vengono tradotti dal francese al polinesiano, dopo le letture e l’omelia si svolge il rito del battesimo, poi l’offertorio dove sono portati all’altare delle bellissime composizioni di fiori freschi, ci scambiamo la pace e diciamo il Padre Nostro tenendoci per mano, insomma il resto è uguale a noi, solo che è tutto molto più allegro e gioioso! E’ davvero una bella emozione, sono proprio contenta di averla vissuta e poi questo prete è proprio simpatico!!! Finita la messa abbiamo davanti l’intera mattinata e torniamo alla pensione passando un’altra giornata in relax, io scrivo e il mio dolce maritino prende il sole. Verso le 12.00 andiamo a pranzo nel solito snack e anche oggi siamo pienamente soddisfatti e con la pancia piena. Il pomeriggio passa lento, io non riesco più a stare al sole e mi rinchiudo in camera a scrivere; alle 16.00 prendiamo le bici che sono a disposizione gratuitamente nella pensione e andiamo a fare un giro di esplorazione dell’isola dalla parte opposta del villaggio, ma non c’è nulla, solo palme e una strada che divide il lato dell’oceano dal lato della laguna, ogni tanto passiamo davanti ad uno snack o un albergo, ma facciamo pochi km perché con il vento contro non è così facile e poi queste bici sono così scomode… speriamo che non cada la catena anche qui!!! Arrivati al Veke veke village decidiamo di tornare indietro e visto che il sole sta per tramontare, decidiamo di gederci un aperitivo al tramonto al solito snack vicino alla nostra pensione; ordiniamo un punch de la maison fatto con rum bianco, rum scuro e succo di frutta… mamma mia quanto è forte!!! Nel bar ci siamo solo noi, davanti a noi la bellissima laguna e un cielo dalle mille sfumature rosso, arancio, violaceo, che si riflettono nell’azzurro del mare, è bellissimo, intorno a noi c’è silenzio, anche la musica del bar che a pranzo ci faceva compagnia ora tace e sembra che il mondo si sia fermato qui!!! Purtroppo torniamo alla pensione (un po’ brilli) e aspettiamo che arrivi l’ora di cena. A cena siamo sempre vicino agli inseparabili amici italiani e si fanno ancora chiacchiere, per loro questa è l’ultima sera all’hawaiki, domani mattina si sposteranno in un’altra pensione per rivederci poi all’aeroporto il giorno della partenza. Ce ne andiamo a letto pensando che oramai siamo alla fine di questo magnifico viaggio e tra qualche mese queste emozioni, colori, profumi e sorrisi saranno solo un dolce ricordo…

LUNEDI’, 23 LUGLIO 2007 – FAKARAVA Stamattina facciamo colazione presto perché abbiamo affittato lo scooter per l’intera giornata per visitarci la bella Fakarava e ce lo consegnano alle 8.30. A colazione salutiamo Maria Adele ed Ermanno, lasciando i saluti strappalacrime all’indomani dove ci incontreremo sul volo per Papeete. Iniziamo il nostro giro tornando al vicino villaggio per comperare al supermercato un po’ di bibite fresche e per andare in posta a spedire le ultime cartoline… (Sono sempre la solita, non ho perso l’abitudine di scrivere le cartoline l’ultimo giorno di vacanza). In posta ci colpisce il cartello pubblicitario sull’alcolismo, che raffigura un morto su una strada con in terra delle bottiglie di alcolici, in effetti anche Michele ci raccontava che qui in Polinesia l’alcolismo è un problema molto serio e grave e lo vediamo anche noi quando, a pranzo ci capita di vedere giovani ragazze che fanno un pic nic vicino al mare con delle numerose bottiglie di hinano… che tristezza! Ritorniamo con la testa nell’ufficio postale ed osserviamo questa volta l’impiagata delle poste, una “Big Mamà” come direbbe il nostro amico Norbert (traduzione: grande signora) con degli abiti molto colorati e belle collane di fiori al collo. Ah! Ma allora è un’abitudine qui… Ci ricordiamo della collana di conghiglie che indossava l’impiegato della banca a Tahiti, idem per quello della banca di Rangiroa e della bella divisa azzurra a fiori dell’impiegata dell’Air Tahiti di Rangiroa con in testa una grande composizione di fiori… Mi piacerebbe al mio ritorno andare a lavoro così in italia e vedere come mi guarda la gente?!?!?!? Dopo aver comprato i francobolli e spedito le cartoline torniamo decidiamo di proseguire sulla strada che porta all’aeroporto e una volta giunti a destinazione restiamo un po’ perplessi nel vedere l’aeroporto chiuso, in effetti questi piccoli aeroporti sono aperti solo quando arrivano e partono voli e per poche ore… Osservando bene all’interno vediamo un paio di persone che dormono sulle scomode panchine all’interno del capannino dell’aeroporto, (si sono scelti un bel posto per riposare perché qui non passa proprio nessuno) e a Cristian viene la brillante idea di andare a fare un giro in scooter sulla pista di atterraggio, non capisco se scherza o meno ma per fortuna riesco a convincerlo a ritornare al villaggio. Proseguiamo il nostro tour verso l’unica strada di Fakarava, superiamo il villaggio di Rotoava, passiamo davanti alla nostra pensione e poi superiamo l’hotel Maitai, incontriamo poi delle fabbriche di perle e arriviamo fino alla fine della strada dove inizia quella sterrata, prendiamo ogni tanto delle stradine secondarie che portano alla laguna e arriviamo in certi angoli selvaggi che danno sulla laguna, indescrivibili da tanta bellezza… Qui ci siamo solo noi, sembra che in tutta l’isola ci siamo solo noi… Ci spostiamo poi a visitare altri angoli che danno sull’oceano e arriviamo su delle vere e proprie montagne di corallo -dove mi sono regalata un souvenir- e dove poco più in la vediamo la prima discarica polinesiana… ma che tristezza… proprio qui in mezzo ai coralli?!?! Verso la fine della mattinata credevamo di aver visto tutto ciò che c’era da vedere a Fakarava e così ce ne torniamo al villaggio principale, ci comperiamo il pranzo e ci troviamo un angolino appartato sul mare per regalarci un bel pic nic romantico. Nel pomeriggio: sole, mare, sonnellino, mare, sole, sonnellino e visto che oramai lo scooter era affittato per tutto il giorno, decidiamo di fare un altro giro prima di riconsegnarlo; altra tappa al supermercato per bibite e snack e al tramonto ci siamo fatti un aperitivo fai da te seduti sulle nostre sdraio davanti al bungalow.

La cena senza Ermanno e Maria Adele stasera è molto triste, mangiamo in fretta e con un po’ di magone: domani si parte verso casa, ed io mi sento veramente male!!!

MARTEDI’, 24 LUGLIO 2007 – FAKARAVA – PAPEETE Di oggi non c’è molto da dire, l’umore è sotto terra e non ho per niente voglia di tornare a casa a riprendere i ritmi frenetici che abbiamo noi in italia… Dopo colazione ci informiamo con Joachin per l’orario del cheek out e gli chiediamo se ci può far vedere qualche perla; passiamo il resto della mattinata in camera a finire le valigie e scrivere e deprimerci, alle 10.00 ci avviamo in reception dove ci lanciamo nelle spese folli; 1 paio di orecchini per la suocera, 1 perla per mia sorella, 1 perla per la mia mammina, scelte tra le più belle e perfette… Spendiamo un po’ di soldi, ma… chi se ne frega!!! Chissà quando ci capiterà ancora di venire fin qui, dall’altra parte del mondo. Il nostro volo è alle 13.30 e così per ingannare il tempo aspettando che alle 12.30 Joachin ci accompagni all’aeroporto, ci beviamo una bella bibita fresca e facciamo un paio di partite a ping pong e calcetto (naturalmente vincerà sempre Cristian, però almeno ho perso con dignità!!!). Puntuali arriviamo all’aeroporto verso le 12.30 e vediamo che all’ingresso ci attende Maria Adele a braccia aperte, che carina, sono contenta di rivederli e di passare ancora qualche ora in loro compagnia… Credo di essere arrivata alla fine del mio diario di viaggio… il volo è andato bene, ci hanno offerto il solito succo di frutta all’ananas ghiacchiato, non ho visto niente dall’aereo perché mi sono messa dalla parte sbagliata e all’aeroporto abbiamo passato 8 ore di attesa, volevamo noleggiare una macchina per girare nuovamente Tahiti, ma all’ultimo abbiamo buttato dentro. L’unica cosa positiva è che, grazie all’insistenza di Cristian, abbiamo fatto il cheek in per secondi e perciò ci hanno dato i posti che Irene ci aveva riservato dall’Italia.

MERCOLEDI’, 25 LUGLIO 2007 – PAPEETE – LOS ANGELES Non mi va di scrivere perché sono un po’ triste e poi non è che ci sia molto da dire, non abbiamo più l’entusiasmo che avevamo nella partenza. Tra poche ore saremo a casa e tutto quello che abbiamo vissuto qui ci sembrerà solo un sogno… Il volo è stato bello perché l’aereo era mezzo vuoto e ci siamo presi 2 sedili a testa per dormire e non mi è pesato per niente, pensavo molto peggio!!!

GIOVEDI’, 26 LUGLIO 2007 – PARIGI – MILANO Non mi ero accorta che i voli avessero una coincidenza così stretta… Siamo arrivati a Parigi alle 8.40 al Terminal 2A e il nostro volo per Milano parte dal Terminal 2F alle 10.00: non ce la faremo mai!!! Iniziamo a correre per tutto l’aeroporto, prendiamo al volo la navetta che ci porta al Terminal e anche qui, corriamo, corriamo, corriamo per cercare di non perdere l’aereo. L’aeroporto di Parigi è proprio un bel casino, c’è sempre un sacco di gente e non si capisce niente; non sappiamo neanche dove ci dobbiamo mettere in coda per fare il check-in, fortunatamente una ragazza della security dell’aeroporto mi indica la fila giusta dove, oltre al nostro aereo, facevano il check-in per tutti gli aerei con destinazione Milano Malpensa… Bene, forse c’è una speranza… Check in di corsa, controlli peggio degli aeroporti americani, e riusciamo a salire sull’aereo per ultimi… Già il colore verdone degli aerei Alitalia, mi mette addosso una tristezza immensa… Mi annuso il mio tiare che ho preso nei bagni dell’Air Tahiti Nui e che ho messo dietro l’orecchio e chiudo gli occhi per poi svegliarmi a Milano… E’ già finito tutto… Al ritiro bagagli arriva solo la valigia di Cris, la mia è rimasta a Parigi… Che peccato, speravo che, almeno lei, fosse rimasta in Polinesia in modo da permettermi di ritornare a riprenderla!!! Faccio una promessa: ci rivedremo mia amata Polinesia, prima o poi tornerò da te!!!

Consigli: – Se avete la possibilità di scegliere il periodo di partenza, scegliete dalla 2° metà di giugno alla 2° metà di luglio, perché è il periodo dell’Heiva in tutta la Polinesia e vale veramente la pena di vivere questa esperienza; – In fase di preventivi controllate sempre bene gli orari dei voli e delle coincidenze per non rischiare di perdere aerei, (es. Volo di andata e/o ritorno dall’italia a Parigi) e nei voli interni cercate di non fare coincidenze (es. Noi che da maupiti siamo tornati a papeete e poi rangiroa nello stesso giorno, perché quando ci hanno annullato il volo da maupiti, non sapevamo se l’indomani c’era un volo papeete- rangiroa). – Negli aeroporti (non in tutti ma in quelli più grandi) tra i banchetti delle informazioni ci sono un sacco di depliant interessanti e gratuiti che vi possono essere utili con indicati luoghi da visitare, posti in cui mangiare, negozi di souvenir, cartine; in particolare può essere utile il libretto degli orari dei voli da tenere in caso di necessità (vedi nostro disguido a maupiti) e la guida alla flora e alla fauna con foto di tutti i fiori, piante, animali, frutti, pesci, ecc… della Polinesia Francese (noi l’abbiamo trovata all’aeroporto di Bora Bora); – A tutti gli sposini in viaggio di nozze: ricordatevi SEMPRE di togliere la fede quando entrate in mare!!!

Ringraziamenti e saluti: Innanzitutto desideriamo ringraziare di cuore l’agenzia KIA ORA Viaggi e Vacanze di Irene e tutto il suo staff che hanno reso possibile l’avversarsi dei nostri sogni!!! Grazie per la vostra serietà, la vostra competenza e la vostra gentilezza!!! Grazie a Michele e Ludovica per averci fatto vivere un’esperienza indimenticabile a contatto con il mare, con la natura e con la vera Polinesia, grazie per le belle giornate passate insieme a ridere e scherzare, grazie per i racconti, gli insegnamenti e le barzellette e per averci dedicato 1 settimana della vostra vita, ci siamo sentiti come a casa, ci avete dato molto e ci avete dato una bella dimostrazione d‘amore… Grazie per averci portato all’Heiva, da Mamà Naumi, sulla barchetta di Norbert e grazie per averci portato all’Hibiscus dove abbiamo potuto ridare la vita ad una tartaruga sofferente… per tutto questo e per molti altri motivi MAURURU CAPITANO E MAMA’!!! Ringrazio e saluto tutte le persone che abbiamo incontrato: Emanuela e Lorenzo (a Tahiti e la settimana di crociera sul Gulliver), Silvia e Stefano (al Kuriri – Maupiti), Sabrina e Roberto (al Kuriri – Maupiti), Massimo e Isabella (a Rangiroa), Francesca e Simone (escursione alla Laguna Blu), Maria Adele ed Ermanno (all’Havaiki – Fakrava) per avere incrociato le nostre strade e aver condiviso con noi una parte molto importante della nostra vita, grazie per le chiacchiere tra italiani e per la bella compagnia… Ricorderemo sempre con molto affetto i cari amici polinesiani e francesi: Camille e AnneMarie, Robinson, Mamà Naumi, Norbert e tutti gli altri di cui non ricordiamo il nome ma che ugualmente ci hanno dato tanto!!! MAURURU POLINESIA!!!



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